Aiutiamo la ricerca

Oltre il 50% della popolazione mondiale è “femmina”.

La femminilità è un disturbo che ha origine genetica
e colpisce lo sviluppo degli organi sessuali maschili.

Essere femmina significa essere
mensilmente affetti da ciclo mestruale, da repentini cambi di umore,
da due protuberanze che spuntano improvvisamente sul petto e da molti
altri disturbi che compromettono pesantemente l’attività degli
uomini che si trovano nella condizione di essere nati femmine.

Negli uomini affetti da questo
disturbo, inoltre, è spesso riscontrato uno sviluppo eccessivo
della loquacità, un cattivo funzionamento intestinale e nei
casi più gravi si può assistere persino l’insorgere di
disturbi di doppia personalità che sovente si risolvono con la
dolorosissima pratica del parto.

Per questo l’otto marzo è la
giornata dedicata alla condizione femminile, perché la ricerca
può fare molto per debellare questa triste condizione ed è
per questo che abbiamo bisogno anche di te.

Domani l’associazione Vaticana che da
oltre duemila anni si occupa di debellare questa condizione
dell’uomo, sarà presente in oltre 10.000 chiese in Italia con
le sue “corone di mimose”.

Acquistala e il tuo contributo servirà
a sostenere la ricerca che ci aiuterà a conoscere di più
sulle origini di questo disturbo e su come combatterlo.

La prevenzione può fare molto,
una diagnosi precoce si rivela nella maggior parte dei casi efficace,
ma dobbiamo fare di più.

Aiutaci anche tu a dire “donna? No
grazie” perché essere tutti uomini si può, dipende da
te.

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16 Commenti

  1. Post molto bello, ricorda moltissimo (forse non per caso?) lo sketch della Cortellesi sui laicisti.

    Certo però, se c’è qualcuno che vorrebbe annullare e appiattire ogni diversità tra uomini e donne, si tratta proprio delle ultra-femministe, non certo degli uomini…

  2. Ah, allora è la Cortellesi che ti ha copiato.

    E lascia perdere i miei commenti acidi, io non ho neanche la scusa del ciclo… :P

  3. Sì, avete ragione, essere donne è veramente una condizione di handicap. Inutile però tentare di inserirle nella società, in nome di una errata pretesa buonista. Meglio segregarle in casa, come facevano i nostri saggi antenati. Così almeno non facciamo danni. :D

  4. Essere femmina significa che TUTTO L’ANNO ti accomunano a quelle femmine lagnose che TUTTO L’ANNO non hanno altri argomenti che l’essere femmina.

    Poi l’8 marzo le femmine lagnose si sentono pure titolate a lagnarsi in nome collettivo.

    MA BASTA con questa retorica trita e ritrita, andiamo oltre per favore.

  5. Magari tutte le donne fossero come te Alexia, ovvero persone (prima che uomini o donne) che ragionano con la testa libera dall’eccesso di estrogeno(donne)/testosterone(uomini). Invece tocca sorbirsi tutto l’anno filippiche nazional-femministe. Oggi poi ancora peggio…

    Che tristezza il mondo…

    My 2 cents.

  6. JLPicard, io SONO femminista. Lo sono tutto l’anno e tutto il giorno: per la precisione, credo nella diversità di genere e mi batto per le pari opportunità – che ancora non ci sono.

    Ciò detto, mi irritano profondamente le lamentele da gineceo, e non ho proprio nulla in comune con le femmine-vittime incapaci di parlare d’altro che di mestruazioni e dintorni.
    Loro credono di aver subito un’ingiustizia clamorosa a nascere femmine, e per questo passano la vita a petulare di essere risarcite, maddeche?

  7. Ma no Alexia, le donne più incazzate e incazzose non pensano di aver subito un’ingiustizia per essere nate donne, anzi direi che pensano esattamente il contrario.
    Il problema, a mio avviso, è che qualsiasi tipo di estremismo finisce per risultare fine a stesso anche se è facile che in un clima politico nel quale tocca assistere all’estremizzazione in senso opposto di personaggi come Ferrara, riaffiorino certe recrudescenze.
    D’altra parte anche questa nuova moda per la maternità da ostentare, esaltare, reclamizzare e strumentalizzare francamente è insopportabile perchè anche io trovo stucchevole tutta questa esaltazione della femminilità e non vorrei essere considerata l’esemplare di una specie da studiare, ma anzi esattamente l’opposto. Vorrei semplicemente che il mio genere di appartenenza non dovesse rappresentare argomento di cui dibattere nella stessa maniera in cui non vorrei che alla mia laicità si attribuisse tutta una serie di caratteristiche che non hanno niente a che vedere con le scelte più intime di ciascuno di noi.

  8. Lunar, parlando di donne sento più appropriato “Io speriamo che me la chiavo”

  9. Piti,
    forse non conosci tutta la storia. ;)

    ” L’8 Marzo è la festa della donna.
    Parla della condizione femminile

    Io penzo (e credo) che la donna deve essere uguale a l’uomo, perché non è giusto che non è uguale. L’8 Marzo la donna deve essere uguale, all’uomo!
    In quel giorno tutti gli uomini portano le mimose alle donne, e anche agli altri uomini, però io conosco un uomo che l’8 Marzo a una donna gli diede un calcio. Melo ha raccontato mio patre.
    Mio patre porta i tram adesso, ma una volta faceva il pompiere. Allora accadde che una donna dell’8 Marzo si voleva buttare giù dal tetto, e chiamarono i pompieri. Mio patre era quello che saliva sulle case per non fare gettare la gente dai palazzi. Lui salì, e quando si trovò faccia a faccia con la pazza gli disse: “Ma tu perché ti vuoi buttare per farci passare un guaio a noi?”.
    Allora quella un poco ci penzò ancora se si voleva buttare o ritornare nel salotto, e penzò di buttarsi. Ma anche mio patre si buttò su di lei e la prese.
    Quando sceserò giù, un amico di mio patre, che era pompiere (ma giù) diede un calcio alla pazza per la paura che s’era preso.
    Io se ero quel signore il calcio non glielo davo quel giorno ch’era l’8 Marzo, un altro giorno sì.

    [io speriamo che me la cavo, a cura di Marcello D’Orta]”

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