Provate a immaginare Teresa Noce ribattezzata “Longo’s Angel” o
Nilde Iotti “Palmiro’s Girl”. E immaginate anche la loro reazione
(soprattutto quella di Teresa Noce, nota fumantina, ribattezzata dai
compagni di partito “Madonna Tempesta”: altro che angelo). Sessant’anni
fa, una donna che faceva politica aveva altri problemi, ma sicuramente
non quello di non essere presa sul serio dai quotidiani nazionali desiderosi di cavare un fenomeno di costume da quella che dovrebbe essere la normalità.
Probabilmente dobbiamo ringraziare la cultura del velinismo
parlamentare coltivata con tanta passione da una certa frangia del
centrodestra, che di ogni donna attraente nelle sue fila ha fatto un
caso e un vanto, a prescindere dal contenuto e dal valore del suo
impegno. Così le giovani militanti del PD vengono ribattezzate
“Walter’s Angels”, interrogate sul loro stato civile (“[…] niente figli
e niente marito, e quanto poi all’ipotesi di un fidanzato, sospira e
lascia — sembra — spiragli”: uè, ragazzi, c’è figa!), citate in modo da
apparire pudiche e modeste riguardo alle proprie qualifiche (“È triste
se scriviamo che ho preso 110 e lode?”) e ridotte a figurine da gossip
(“Il Giornale ha ricordato
che è stata fidanzata con Giulio Napolitano, figlio quarantenne del
Capo dello Stato. Anche se poi una neo-laureanda dev’essere libera
d’innamorarsi di chi vuole. Pure se con l’handicap di fare bagni,
l’estate, all’«Ultima spiaggia», a Capalbio. Un posticino ventoso e
pieno di gente non qualsiasi.”)
Poi ci si domanda, ma perché ci sono così poche donne in politica?
Le ragioni sono molteplici, sicuramente. La tendenza a trattarle come
bambine che fanno oh davanti al Maschio Alfa di turno, fragili e
graziosi fiori piantati per ingentilire una politica troppo maschia,
potrebbe essere uno dei fattori concorrenti.
(In cross-posting con Sorelle d’Italia)
perché ci sono così poche donne in politica? perché certe dello stesso sesso continuano ad alimentare inconsapevoli complessi di inferiorità. ci vorrebbe un po’ più di leggerezza, anche nelle opinioni. condivido i timori che hai espresso, per carità. i fatti lo hanno spesso dimostrato. ma in questo caso, secondo me, non c’è il ‘caso’. è solo una boutade giornalistica, un titolo. e le ragazze di uolter, sempre secondo me, si faranno rispettare. solo che – come ogni ‘esordio’ – una certa pudicizia/modestia è naturale.
Fabiano, io invece trovo che questo articolo si collochi su una linea di continuum infantilizzante, ormai assimilata come pensiero “normale”. Prova ad immaginare un articolo simile sui giovani sostenitori maschi di Veltroni. Ci riesci?
Ci siamo così disabituati a trattare le donne normalmente che ci pare normale trattarle con sufficienza e paternalismo.
non è la normalità che su 3 candidati “ggiovani” tutti e 3 siano donne, questo è velinismo parlamentare, la normalità sarebbe stato 2 femmine e 1 maschio o viceversa. Quello che è successo è una chiara discriminazione nei confronti dei giovani maschi che da anni si occupano di politica e lavorano nei partiti genitori del PD e che hanno la sola colpa di avere il pene.
Visto l’andazzo, propongo di candidare Lando Buzzanca.
Sono d’accordo con Gino.
Se c’è una cosa più fastidiosa della discriminazione è la discriminazione al contrario.
Io la trovo solo una ruffianeria di marketing elettorale in salsa PD. Certo, molto più cool di quelle del PDL, ma sempre ruffianeria è. Quella falsa pudicizia sul 110 e lode (e le seguenti pappagallate bonton che ti vogliono insegnare lo stile delle vere fighe) vale tanto quanto il gossip sul fidanzato famoso. Non è una questione di donne in politica. Se avessimo una popolazione nera acculturata e credibile come in Francia, ad esempio, sono certa che Veltroni non avrebbe esitato a proporre i suoi bravi giovani candidati neri laureati a pieni voti in ingegneria. Ma sul fronte “etnico”, al momento, conta su Afef. Per questo lo spot sulle Walter’s Angels è penoso. Come tutti gli endorsement dei vip di ogni parte. Sai che cosa gliene frega alla gente.
I giovani, le donne, le minoranze etniche, gli imprenditori di successo e tutta una serie di altre categorie saranno sempre e solo uno spot fino al momento in cui uno di costoro, ma anche non, andrà a parlare da qualche parte e si dimostrerà competente e meritevole di un voto politico. A prescindere.
“La notizia è che almeno due di loro — e però con ruoli importanti, davvero strategici — sono svelte, efficienti e colte, determinate e ironiche”.
A me l’articolo del Corriere pare un colpo basso alla capolista PD del Lazio. Facile da assestare, sentite le banalità dette alla sua prima uscita ufficiale. Vabbè, dovesse confermare la prima impressione, con il “porcellum” il seggio alla Camera è assicurato.
I giorni scorsi in un convegno interessante, in cui parte degli intervenuti avevano l’ espressione di bradipi, incontro che ha toccato di riflesso anche il tema e le implicazioni in oggetto, mi ha colpito l’interesse dell’addetta alla reception, la sua intelligenza emotiva e il volto parlante nel contesto semantico della sua persona.
Lucia….
bella ma non bellissima, sguardo schietto, non
provocante, pelle vellutata e luminosa al naturale,
espressione intelligente ed immediatamente positiva,
occhi conquidenti e chiari indizi di animo solare,
corpo dimensionato senza il troppo il lesinare della natura,
cosa che per tutti non guastava affatto…
Ma l’espressione splendente e rasserenante del viso
era, ti assicuro, di gran lunga prevalente su TUTTO.
Sarebbe bastata lei da sola, e oltre ogni invidia, a rendere
manifesto al di là di ogni dubbio, il suo diritto che non
le venisse torto uno dei suoi biondi capelli;
e il diritto a rifiutare la violenza di qualsiasi genere
tanta erano la delicata grazia e la forza
eloquente che emanava intorno.
Magari è uno dei fattori concorrenti, ma credo che prima in lista ce ne siano a dozzine… Anche perché non credo che le risposte (un pochetto imbarazzanti, no?) gliele abbiano messe in bocca i giornalisti… Insomma, direi che si applica bene il detto su pagliuzze e travi di un noto falegname ebreo.
Il problema è che si tenta di invertire l’ordine dei fattori, inserendo donne nella politica perché cambino la società nel suo insieme, cosa che non può funzionare. Le donne avranno rispetto in politica quando lo avranno nella società, le quote rosa sono un palliativo che non funziona e che può diventare, in casi come questo, persino controproducente.
Finché Veltroni candida delle signorine nessuno, figlie di politici o di amici di politici, che esordiscono dicendo “porto in dote al partito la mia inesperienza”, (un po’ come i primi leghisti che si vantavano della loro ignoranza di “estranei alla politica”), il maschilismo di articoli come quello citato avrà vita facile. Se avesse candidato delle ragazze che sono state sindaco di un paese, che abbiano vinto un’elezione locale, insomma che avessero già avuto occasione di dimostrare il loro valore, questo tipo di dileggio avrebbe meno spazio. Ma ce ne sono, nel partito di Veltroni (e negli altri)?
Calvin: non credo che le risposte citate fossero le uniche date dalle intervistate, o che il tono fosse unanimemente quello che traspare. Se così fosse, mi verrebbe da pensare che anche Veltroni si circonda di oche giulive. Il sospetto che mi viene, data la formulazione dell’articolo, è che il giornalista abbia pescato SOLO le frasi utili a costruire il quadro a cui mirava, aggiungendo poi le note di colore. Certo, nessuna di loro ha evitato di cadere nella trappola, rispondendogli “Ma che domande fai?”
Vanamonde: è un circolo vizioso. Le donne non sono rispettate in società perché non sono rappresentate in Parlamento, e non sono rappresentate in Parlamento perché non sono rispettate in società. Il rispetto, però, nasce anche dall’atteggiamento con cui ci si pone di fronte alle persone. Trattarle come sciocchine per partito preso è un ottimo modo per mantenere lo status quo.
Sono dell’idea che se le donne fossero meglio rappresentate in Parlamento, Ferrara sarebbe già stato preso pubblicamente a calci nel culo.
il mio commento è stato censurato / svisto ?
“pescato SOLO le frasi utili a costruire il quadro a cui mirava, aggiungendo poi le note di colore”. giulia, esattamente questo. ingenuità delle intervistate, atteggiamento comune nel giornalismo di ‘acchiappo’.