I colibrì non cantano

Il colibrì sembra un grosso insetto, tanto è piccolo. Invece è un uccellino, minuscolo e bellissimo, che si nutre di nettare come un’ape, talmente fragile da essere a rischio estinzione.

A Trieste (per molti anni, la mia città), nelle serre del Castello di Miramare, c’è un centro che si occupa di studiare e allevare i colibrì. Un progetto nato con il patrocinio e i finanziamenti del Ministero dell’Ambiente, del quale il Ministero stesso pare essersi del tutto dimenticato. Privo di fondi, il centro rischia di chiudere, e i colibrì stanno per morire.

Bora.la riprende l’appello del direttore del centro, Stefano Rimoli, e il videomessaggio di Margherita Hack al ministro Pecoraro Scanio.

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10 Commenti

  1. Erano le Iene. Sono anche andati a beccare Pecoraro Scanio per fargli promettere di occuparsi dei colibrì, ma come era prevedibile niente è stato fatto.

  2. Ma tutte ste energie in esubero non potreste spenderle a favore del genere umano, invece che per l’uccello mosca?

  3. L’unica cosa certa è che la Natura non consentirebbe agli idioti di sopravvivere. Tuttavia, grazie all’intervento dell’uomo, li si lascia nascere, crescere e persino esibire in pubblico la loro idiozia.
    Come è evidente dal contenuto di alcuni commenti a questo post.

  4. Pefetto, allora non ci resta che aspettare che Pecoraro ci metta in azione.
    Oppure, male che vada, potremmo sbarazzarci dei colibrì coi futuri termovalorizzatori della Campania.

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