Mastella si presenta in aula e decide di esprimersi attraverso una poesia.
Tutti a dire che Mastella ha citato Pablo Neruda.
Peccato che non sia di Neruda, la cosa che lui ha letto. E’ una vecchia bufala che gira su internet.
E Mastella va e la legge al Senato, da lì finisce sulle agenzie e così via.
E’ un paese fantastico, l’Italia.
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Difatti, mentre la leggeva, mi è venuto in mente in nome di Benedetti.
Ma può essere che mi sbaglio.
Di certo non e’ per nulla lo stile “nerudiano”
Da quel che ho visto, l’autrice è una pubblicitaria brasiliana.
Qui l’originale:
http://www.tvcultura.com.br/provocacoes/poesia.asp?poesiaid=11
e quindi uscimmo a maledir mastella
Beh anche Castelli che cita le opere d’arte mi sembra significativo…
No ma infatti, discutiamo di poesia.
l’orror che move udeur ed il mastella
Se è vero che riguardo a ciò di cui non sappiamo è bene tacere, Mastella potrebbe parlare solo di pizza napoletana….
Piti! Sei un genio
Ma davvero non era nemmeno di Neruda???
No,non ce la posso fare…questo non ne “azzecca” una….
e stasera è pure caduto il governo…non reggo!!!
Complimenti per il blog,molto bello!
Antonella*
trillifolie.splinder.com
Guarda che l’ha detto lo stesso Mastella che era di Neruda (non difendo la cialtroneria giornalistica, ma era impensabile che potesse essere di qualcun altro):
“Signor Presidente, questa poesia di Pablo Neruda denota il mio stato d’animo, certo…”
Ciao, L.
Cerchio IX: i traditori
La bocca sollevò dal fiero pasto
quel pio ceppalonico, forbendola a’ capelli
del Governo ch’ egli avea di retro guasto.
P.S.
Grande Piti
Ahi serva Italia, di Mastella ostello
Be’, Luca: ma Mastella è una fonte così così, diciamo.
Bufala… Mastella…. beh direi che geograficamente ci siamo no?
Infatti la poesia sembrava “quelli che” di Iannacci rivista da Toto Cutugno. Poi il ceppalonico ha detto Neruda e sono stato zitto.
Che Piti fosse un genio iniziai a sospettarlo il giorno il cui lo Facci gli diede pubblicamente della testa di cazzo.
Li diventa dura: è la gloria che bussa alla tua porta, quale resistenza potresti opporre?
“Clemi, i’ vorrei che tu e Barbato ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Sandra e monna Lucia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi”.
“Eppur Barbato domenica scorsa l’ho visto sfilare, orgoglioso e fiero alla sfilata patronale,
aveva l’aria di un chierichetto perfetto,
preci e rosario e non pistola e fioretto.
Cosa è accaduto? Cosa gli hanno “togliuto”?
Lui che non è mai brusco e che parla l’italiano dell’Accademia della Crusca.
Lo sputo a Cusumano sì che l’ha gittato,
si vede che la situazione gli era già sfuggita di mano.
Povero Barbato -lui-così garbato,
ora, per colpa del Senato, si dirà che domenica alla processione non aveva ben pregato
e il solito benpensante coglione gli punterà il dito
e lo costringerà a ripetere
il rito
della Comunione,la Prima”.
ma ancora leggete le poesie? fanculo ai poeti ora c’è il web 3.0 di gianluca zeri
Prodi, rimembri ancora
quel tempo della tua vita recente,
quando l’Udeur splendea
nel governo tuo stridente e fuggitivo,
e tu, lieto e pensoso, il limitar
di voti risalivi?
Sonavan le solenni
stanze, e le vie d’intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all’opre politiche intento
sedevi, assai contento
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il giugno odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Noi il faticar leggiadro
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo nostro primo
e di noi si spendea la miglior parte,
d’in su i canali di un nazional ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla strategia precoce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel inquieto,
le intasate vie e i Fori,
e quinci un Cavalier da lungi, e quindi il Colle.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Prodi mio!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler nostra sventura.
O sinistra, o sinistra,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?
Tu pria che l’erba restituisse il verno,
da chiuso morbo combattuto e vinto,
perivi, o tenerello. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode delle veltroniani chiome,
or degli sguardi interessati e schivi;
né teco i compagni ai dì festivi
ragionavan di coalizione
Anche perìa fra poco
la speranza nostra dolce: agli anni nostri
anche negaro i fati
la speranza. Ahi come,
come passato sei,
caro compagno dell’età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questa è l’Italia? questi
i tuoi alleati, l’onor, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionaste insieme?
questa la sorte delle italiche genti?
All’apparir del vero
tu, misero, cadesti: e con la mano
il perfido Mastella ed una poltrona vuota
mostravi di lontano.
Programmi della serata
Nell’ambito della rassegna:”Uno sputo o una strofa per la strada o nel Senato”….
– “Facci dell’anima mia”-
“Guardar la tua chioma senza spazio intatto
è catodico incanto
e gli occhi tuoi stupiti sul mondo e su un Di Pietro affranto,
son finestra spalancata sullo Stival vituperato e su un qualche cuore infranto.
Sospiro,beltà,desio,
sei tu il principe dalla nera china
e dal labbro triste che pronuncia frasi con mesto brio?
Sei tu leggiadro e fiero, crine d’ambra e altero,
e l’occhio un pò azzeccato se all’alba viene intervistato?
Sei tu che qui di tanto irrompi e senza tema di esclusione chiami tutti “gran coglione”?
Se per caso te la leggi,
ridi, impreca, o me dileggia,
sappi solo che è partita
da un cuor di donna, Morosita,
che di notte, sì, vaneggia
e ti dedica ‘sti arpeggi”.
per quanto riguarda le urne confortate di pianto,
pare che se ne parlerà in aprile.
grazie per i complimenti, iperbolici rispetto ai miei meriti
Morosita, copio e incollo dal sito Merigliano.net, un pezzo di un paio di estati or sono, a proposito di Barbato e dell’Accademia della crusca.
“Che fosse Adenauer nessuno lo pensava, che avesse straordinaria dimestichezza con l’italiano nemmeno alcuno lo affermava, ma che avesse addirittura l’imprudenza di cimentarsi nella lingua latina questo ha veramente strabiliato ognuno!
Caro Consigliere sappi che si compra in natura ogni cosa: un addetto stampa, un albero, un voto (no per carità un voto no!), ma la conoscenza, lo studio, la cultura sono altre cose e teniamole lontane dalle irruenti e bizzarre volute del quotidiano teatrino della politica mercanteggiata.
“Qui prodest” non significa nulla nemmeno aiutandosi con tanta fantasia…
Per evitare di dare pessimo esempio ai giovani studenti e studiosi dell’antica lingua semmai sarebbe stato corretto “Cui prodest?” che significa “a chi giova?”
Ma mi faccia il piacere… direbbe Antonio De Curtis.
P.s.
il “Qui prodest” è tratto da una “vibrata” interrogazione consiliare regionale (povera regione Campania!) del Consigliere dott. Tommaso Barbato.”
I giornalisti di oggi sono così: se l’ha detto Mastella, o uno del GF o mio cuggino è per forza vero.
“Tutti a dire che…” L’ha detto lui che era neruda.. e li per lì nessuno ha avuto la voglia di andare a controllare visto che ci si stava preoccupando di ben altro!
Per quel che contava in quel momento poteva essere pure l’ultima recensione di Johnny Palomba!
Alla faccia di chi ha pensato:però,che uomo di cultura!Meno male che è stato smascherato per quello che è realmente…una farsa.
Piti,
giuro che non la sapevo.
Qui di cereali ormai si abusa.
Più che averlo visto, per caso, in processione provocandomi una seria riflessione circa i pensieri del santo portato a spalla e circa i miei portati a gamba quando torno tra le ridenti terre, non ho fatto.
P.S.
E’ Marigliano.net, se è lo stesso sito di cui parliamo, luogo natale del Nostro, tempio laico della munnezza e di discariche temporanee(?).
Aurevuàr
Anche Prodi nel duello televisivo preelettorale ha sbagliato l’autore della frase da lui citata.
Ma il punto è: la poesia è bella? La citazione è offensiva?
Strano: il mio destino, e anche il vostro
dal sito Italian Rounders, community di giocatori di Texas Hold’em
Il senatore Strano (AN) a Catania
“Che il Texas hold’em diventi disciplina
sportiva associata del Coni alla pari del Bridge”. Queste le parole del
Sen. Nino Strano (AN) intervenuto al primo torneo italiano organizzato
congiuntamente da Italian Rounders e Federazione Italiana Texas
Hold’em, svoltosi il 19 novembre a Villa Ingrid a Catania.
Di
fronte ad una platea di oltre 200 persone, il Sen. Strano, noto nel
mondo dei giochi per le numerose proposte di legge sull’apertura di
nuovi casinò, ha confermato che i tempi sono maturi per un definitivo
sdoganamento del poker sportivo e che “Federpoker non può che essere
l’unico interlocutore nei confronti del mondo politico e delle
istituzioni”.
Rivolgendosi ai rappresentanti delle due federazioni
Luca Pagano e Giosuè Salomone, presenti alla manifestazione, il
Senatore Strano ha aggiunto: “state percorrendo la giusta strada;
questo e’ un movimento assolutamente sano e che merita il giusto aiuto
da parte dello Stato”.
Solo una settimana fa Pagano e Salomone sono
stati ricevuti al Senato in occasione della votazione degli emendamenti
alla Finanziaria, e, proprio a Palazzo Madama, i due rappresentanti
della Federpoker hanno ribadito di preferire, in questa fase, non
percorrere la strada di una proposta di legge dedicata o di un
emendamento alla finanziaria, nella convinzione che può bastare il buon
senso delle Istituzioni per regolamentare una sana attività sportiva e
di aggregazione.
Proseguendo il suo discorso, il Senatore Nino
Strano ha tenuto a sottolineare l’importanza della nascita di
Fedepoker, dicendo “che il Poker sportivo ne trarrà vantaggi tangibili
immediati”.
tutti poeti, dal mastella stimolati
il governo è caduto, siate sollevati
tra uno sputo ,una “merda” e “troia”
il centrodestra può brindar con gioia
qualcuno spererà in giorni migliori
altri,come me, credono saran peggiori
sara quel che sarà, la storia si ripete
il problema, al momento ancor,non mi compete
strano è il senatore di an particolarmente indiavolato nel festeggiare la caduta di prodi
quando il bene cade, il male festeggia
farei una firma con il sangue se il principale problema italiano fosse una scarsa conoscenza dei poeti sudamericani.
in compenso ci facciamo una cultura sui caudillos
Peccato di omissione. Leggere please.
anche perché Neruda si sarebbe rivoltato nella tomba!
Mastella al massimo, può citare ER MONNEZZA!
Quando ero in Cile ho visitato la sua casa. Nel giardino c’era una barca che non aveva mai messo in acqua. Si riuniva lì dentro con i suoi amici, beveva fino ad ubriacarsi e sosteneva che per vomitare non c’era bisogno di andar per mare.
è vero, basta andare a ceppaloni
Cappaloni’s Mandament.Baciamo le mani, don Clemè. Mi so’ permesso un pensiero alla signora: una sciocchezza, p’ccarità. Un’Asl
http://www.elpais.com/articulo/opinion/Italia/crisis/elpepiopi/20080126elpepiopi_1/Tes
“Más allá de la coyuntura, Italia vive una profunda crisis de confianza que sus políticos parecen infravalorar. El rifirrafe ayer en el Senado culmina un espectáculo que avergüenza a la gran mayoría de italianos”.
…………..che Historia de mierda.
Mucho scuornito.
Soldati
(Palazzo Madama gennaio 2008)
Si sta come
d’inverno
in Italia
il Governo
Veglia
(Bouvette 26 gennaio 2008)
Un’intera serata
accasciato vicino
a un kompagno
svenuto
con la sua bocca
digrignata
ricolma di mortadella
con la congestione
delle sue mani
gesticolanti
durante la dichiarazione di voto
ho fatto
calcoli pieni di disperazione
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla poltrona
Assurdo.. veramente assurdo.
Non ho parole. Aggiungete pure questi video… :
http://temalibero.wordpress.com/2008/01/27/filmato-delle-dimmissioni-di-mastella/
Ciao a tutti!
neruda o non neruda, ci sarebbe da capovolgere i tavoli…
L’errore in cui è incorso Mastella, è caratteristico di una tendenza, quella sì molto preoccupante, che sta diventando sempre più frequente in rete e che segnalai a suo tempo in un articolo sul mio blog. In pratica, la rete sta sostituendo la realtà. Due esempi? Se una certa ricerca in Google produce un certo risultato più di altri, allora quel risultato è vero, altrimenti è falso; se un libro è nel catalogo di Amazon, allora è stato pubblicato, altrimenti no.
A chi interessasse, l’articolo è qui:
http://lindipendente.splinder.com/post/16756310/Internet+killed+the+paperback+