Teatro Italia: illusionisti, scienziati e cretini

Duecentomila persone in una piazza
a esprimersi su qualcosa che non è mai successo. Uno spettacolo di
illusionismo messo su tra Vaticano, politici e media che meriterebbe
uno studio, una tesi di Dottorato in Teoria della Comunicazione.
L’Italia è un paese affascinante, a condizione che chi ci incappa sia
psicologicamente molto solido e poco portato ad impazzire, in questa
rappresentazione della realtà capovolta.

E i 67 fisici della Sapienza catapultati loro malgrado sul palcoscenico di una recita altrui, solidi lo devono essere davvero.

I fatti, controllabili nella ricostruzione di Giorgio Parisi che riporta anche il testo completo della lettera (link: http://www.sinistra-democratica.it/universit/articoli-1) sono i seguenti: il 20 novembre scorso,
questi professori del Dipartimento di Fisica della Sapienza scrivono
una lettera al loro rettore. Nella lettera, manifestano il loro
disappunto per l’invito fatto al Papa affinché tenesse la lectio
magistralis di inaugurazione dell’anno accademico. Invito sorprendente
perché non succede mai che questa sia tenuta da personaggi esterni
all’università, per quanto importanti, e perché si sta parlando di un
papa fautore del neocreazionismo e così via.

La lettera rimane in ogni momento interna al dipartimento: vengono coinvolti un paio di professori di Biologia ma in nessun momento la si fa girare per l’università allo scopo di raccogliere firme o simili. E’, semplicemente, un discorso fatto da un gruppo di scienziati al proprio rettore.

Gli viene consegnata a mano, personalmente.

Spiega Parisi: “Il rettore non ci ha risposto e poco
accortamente è andato avanti per la sua strada. A questo punto per noi
(o almeno per la stragrande maggioranza dei firmatari) la questione era
chiusa. La lettera è rispuntata fuori nei giorni recenti talmente
all’improvviso che alcuni giornali (tra cui l’Unità) hanno preso un
abbaglio ed hanno pensato che fosse stata scritta il 10 gennaio.

Il rettore non risponde, quindi, e la cosa finisce lì, secondo i
docenti. Basta. Questo è tutto. E invece no: perché a gennaio – due
mesi dopo, quindi – la lettera risbuca fuori, e direttamente sui
giornali. Per quale motivo, non si sa. E scoppia il putiferio che
sappiamo, con un po’ di politici a dare il La sullo stracciarsi le
vesta, gridare alla censura e tutto quanto, e mezza Italia che gli va
dietro.

Quella che era normale dialettica interna tra i professori di un
dipartimento e il loro rettore diventa censura al Papa, nientedimeno, e
intolleranza, violenza e chissà che altro. La vicenda viene
completamente manipolata, distorta e fatta diventare ciò che non era:
detto in altri termini, viene inventata. E mezza Italia, a questo
punto, si esprime sull’invenzione, su ciò che non è mai successo, e lo
fa seriamente convinta di stare esprimendosi su qualcosa di reale.

E’ un fenomeno che mi colpisce e mi affascina da tempo, questo: il
dibattito pubblico basato su una realtà parallela, su fatti non
avvenuti ma semplicemente creati. E che finiscono col diventare più
veri della realtà, con l’oscurarla completamente.

Una poi si chiede che ruolo abbiano, esattamente, coloro che fanno
opinione in questo paese: sono in malafede, sono i consapevoli
illusionisti che danno vita allo show? O ne sono a loro volta vittime?

Un Cacciari, che si permette di definire “cretini”
un gruppo di professori che esprime un punto di vista al proprio
rettore, cos’è esattamente? Un integratissimo primo attore della
compagnia di teatro nazionale o – lui sì – un semplice cretino che
parla di cose che non sa e che, semplicemente, non sono andate come
crede lui? Ci sono o ci fanno, questi qua?

Infine: come e perché ci è finita, quella lettera, sui giornali?
Cosa sposta in termini concreti la sua pubblicazione, nei giochi di
potere degli italici piccoli mondi?

Cito da un blog che, approfondendo quanto già osservato altrove, scrive:

Chissà, forse la spiegazione può essere questa: dal sito del Senato, ecco uno stralcio del verbale della seduta di ieri

SULLA PROPOSTA DI NOMINA DEL PROFESSOR MAIANI A PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

Il senatore ASCIUTTI (FI) chiede che il ministro Mussi sia chiamato in Commissione a confermare la designazione del professor Maiani
alla presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), anche a
seguito dei recenti avvenimenti che hanno interessato l’università La
Sapienza di Roma. Nel rammentare che il candidato risulta firmatario
della lettera nella quale un esiguo gruppo di docenti ha espresso un
orientamento contrario alla presenza del Pontefice in occasione
dell’inaugurazione dell’anno accademico, ritiene che tale posizione sia
incompatibile con un atteggiamento equilibrato e laico, tanto più che
al vertice del CNR occorre una personalità rappresentativa di tutte le
opinioni. Rammenta altresì che lo stesso Presidente del Consiglio dei
Ministri ha stigmatizzato il comportamento dei firmatari dell’appello.”

Ho idea che tutta questa faccenda possa essere archiviata sotto la tag “vita accademica”.

Io la noto spesso questa abitudine diffusa su grande e piccola
scala, nella nostra politica, di sprecare grandi concetti per portare
avanti interessi assai semplici.

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31 Commenti

  1. Grazie, Lia, per avere chiarito la scansione temporale degli interventi, che mostra come una lettera vecchia di due mesi sia stata ripescata per montare il caso. Il Vaticano ha sempre espresso degli ottimi diplomatici, capaci di gestire la comunicazione in modo assai efficace. Dalla cronologia ricostruita emerge come la polemica e la rinuncia siano state precisamente e scientemente utilizzate, e la conclusione è che occorre inchinarsi e applaudire la perizia comunicativa degli strateghi d’oltretevere.

    Cacciari che dà dei cretini ai 67 firmatari è quel dettaglio di folclore vernacolare senza il quale non saremmo italiani.

    C’è però una stonatura nella risposta di Parisi, anzi due. La prima: nella loro lettera del 20 novembre i 67 fisici citavano un virgolettato Feyerabendiano sostenendo che il papa lo aveva “ripreso”: lasciando intendere che lo avesse avallato. Nella lettera di Parisi si sostiene, corettamente, che il papa non lo aveva avallato, ma semplicemente non ne aveva negato la validità.
    La seconda: presentando il discorso di Ratzinger, Parisi si limita a estrarre la citazione di Feyerabend: che non è l’unico filosofo citato, ve ne sono diversi altri, in contrapposizione tra loro, e a nessuno di loro il papa accorda consensi. In altre parole, Ratzinger non cita UN SOLO filosofo accodandosi surretiziamente alla sua posizione, bensì tre, che hanno opinioni diverse, e lo fa per significare che c’è un problema aperto.

  2. vorrei far notare che oggi a piazza san pietro c’erano molto meno che 200mila persone, lo stesso “il giornale” parla di oltre 150mila persone. in realtà gran parte della piazza era vuota per motivi di sicurezza e anche piazza pio xii è quella tra via della conciliazione e il colonnato non è enorme, manca fisicamente lo spazio per far entrare 200mila persone, al massimo erano 50 mila, ma secondo me i dati della questura dicono molto meno e soprattutto andrebbero paragonati a quelli di qualsiasi altra domenica

  3. A me questa cosa fa paura, mi spaventa questa tendenza alla manipolazione e allo stravolgimento dei fatti . Che che poi non è una novità ma in un’epoca nella quale i fatti non sono il solo frutto della narrazione altrui ma li possiamo vivere in diretta, questa cosa mi spaventa ancora di più. Sarà che le idee sono sempre pericolose, sono più o meno condivisibili, sono spudoratamente aleatorie mentre i fatti non si possono mettere in discussione, ma quello che sta succedendo in questi giorni, mi pare davvero una follia.
    Sarà che di tutte le riforme sociali che ci aspettavamo da questo governo di sinistra, non s’è visto ancora niente, ma più che destra e sinistra ormai questo paese si divide tra laici e cattolici.

  4. A proposito di tutti i farisei che si sono subito posti a difesa del papa andando a leccargli i piedi firmati Prada, vorrei citare la lattera di Paolo Flroes d’Arcais che secondo me giustamente chiede al presidente Napolitano di chiedere scusa non al papa ma a quei 67 docenti e a tutti quelli che chiedono anche a benedetto sedicente un po’ di rispetto.
    Il link è a Dagospia dove ho letto l’articolo ma forse si può trovare anche sul siuto di Leberazione

    http://dagospia.excite.it/articolo_index_37320.html

  5. “si sta parlando di un papa fautore del neocreazionismo.”

    Ma chi?

    Quando mai Ratzinger avrebbe sostenuto il neocreazionsimo, qualunque cosa esso sia?

    Ormai attribuire al papa posizioni non sue sta diventando uno sport di moda fra gli intellettualoidi low cost.

    Fonti, fonti, fonti.

  6. Questa sarebbe la corretta cronologia? A me risulta – e risulta anche cliccando sul link dal quale Lia ha tratto le sue informazioni – che tutto sia cominciato con una lettera pubblica al Rettore, dalla quale espressamente prendono spunto i 67 professori nella loro privata allo stesso. Come mai questa… dimenticanza?

  7. Nessuna dimenticanza, Lorenzo. Ho messo il link al testo della lettera al rettore che fa riferimento a quanto scritto da Cini il 14 novembre.
    Semplicemente, la lettera di Cini – del 14 novembre, ribadisco – non sollevò alcun clamore ma dimostra semplicemente che il Vaticano sapeva già da mesi delle obiezioni sollevate al rettore dal dipartimento e non si era minimamente scomposto.
    Solo due mesi dopo, quando i docenti avevano già archiviato la faccenda, la lettera è approdata ai giornali ed è venuto fuori lo strumentale can can che sappiamo.

    Nota a margine: che i docenti avessero sentito l’esigenza di manifestare il proprio punto di vista al rettore (con una lettera consegnata personalmente, ripeto) è tanto più normale se si considera che il rettore aveva preso la sua iniziativa SENZA consultarsi con il senato accademico, come rilevato anche da Flores d’Arcais nel link segnalato da un commentatore qui sopra.

    Senato accademico che si è schierato con il rettore davanti al fatto compiuto e al clamore mediatico, ma che a novembre non era stato consultato, appunto.

  8. La sudditanza della politica in tutta questa faccenda è ciò che più fa rabbrividire; corollario di una colpevole rinuncia a mediare, magari facendo presenti le regole di un confronto democratico tra idee. Padri della Patria che strillando chiedendo ai propri figli di sbudellarsi.

    Cmq il Papa ha un potere sbalorditivo: fa diventare ragionevole Facci e un povero ebete il Cacciarone.

  9. Lia, la tua non è una fonte.

    Se quella è una fonte, lo è anche mio cuggino che una volta ha visto uno che si è tolto il casco e gli si è aperta la testa.

    Dire- come ha fatto il papa- che la teoria dell’evoluzione ha delle lacune non basta per essere classificati come “creazionisti”, basta un minimo di familiarità con l’argomento.
    Infatti, per fortuna mia e tua la scienza non la fanno i politici nè gli intellettualoidi di sinistra, ma gli scienziati.

    Gente altrettanto stronza (come il sottoscritto, dottorando in fisica) ma almeno dotata di un briciolo di onestà intellettuale.

    Tali personaggi ti confermeranno che la teoria dell’evoluzione ha ancora -come tante altre teorie, chessò l’origine dei Gamma Ray Bursts- delle domande aperte.

    Non trasformate voi -paladini dell’ultim’ora- la scienza in farsa o in pseudo religione, vi prego.

    Lasciate stare almeno quella!

  10. @schustenberg
    Una domanda idiota.
    Perché mai il Papa ci tiene a sottolineare che la teoria dell’evoluzione ha delle lacune?
    Forse perché ci si vorrebbe fare un bagnetto?

    L’escatologia cristiana invece è un oceano. Tra l’altro mi risulta siano in parecchi coloro che vi cercano quotidianamente un isolotto in tutti i 5 continenti(il gregge?).

    Magari il caro Papa dovrebbe dare una mano a questi naufraghi invece d’impicciarsi un giorno sì e l’altro anche.

    Ma magari sono intellettualmente disonesto esprimendomi in questi termini.

  11. Pepitol, premesso che non sono (ancora) il portavoce del Papa, per cui posso risponderti solo “secondo me”.

    “Secondo me” il Papa sottolinea che la teoria dell’ev. ha lacune innanziutto non all’Angelus in piazza, ma durante un convegno con i suoi ex alunni.
    Non ci vedrei quindi nessun secondo fine.

    “Secondo me” per sapere cosa pensa il Papa dell’evoluzione in ambito biologico basta pensare a quello che ha dichiarato davanti a 400 sacerdoti -in pubblico, cioè- proprio quest’estate:
    “L’evoluzione c’è, ma non basta una visione puramente evoluzionistica per rispondere alle grandi domande”
    Fonte: http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2007/07/creazionismo-ed-evoluzionismo-ecco-il.html

    Che uno sia cristiano, ateo, scientòlogo o raeliano, credo che quest’affermazione del papa sia vera per tutti.

    O no? A te la teoria dell’evoluzione, ammettiamola vera fino all’ultima virgola, ti risolve la vita?
    per questo dico: ocio a non trasformare la scienza in religione.
    Ti assicuro che non lo è e non è in grado (per fortuna) di diventarlo.

    Poi su come il papa si occupa dei suoi naufraghi… noi italiani siamo tutti papi e allenatori della nazionale, si sa.

  12. “Dire- come ha fatto il papa- che la teoria dell’evoluzione ha delle lacune non basta per essere classificati come “creazionisti”,”

    Vero.
    Matematicamente.

    Poi però capita che se a rilasciare quella legittima dichiarazione è la cima di un monte che sta in piedi sulla teoria del creazionismo (teoria che del concetto di “lacune” ne potrebbe essere la definizione da dizionario), dall’idea che il sollevare quel legittimo dubbio sull’evoluzione abbia una qualche attinenza con la missione di portare avanti la sua ben più lacunosa ipotesi viene abbastanza facile essere sfiorati, diciamo.

    Se il dubbio lo sollevo io perfetto sconosciuto, tu o tuo coggino tuo cuggino, in effetti sarebbe scorretto parlare subito di “creazionisti” perché magari noi stavamo solo facendo un discorso sulle lacune in generale e abbiamo preso quello solo come esempio.

    Se lo stesso dubbio lo solleva il papa non è che questo basta per bollarlo come creazionista, perché che sia creazionista è una teoria che non credo abbia lacune né bisogno di ricerche per conferma, ma è sufficiente per spostare l’attenzione sul perché, della dichiarazione, visto appunto che il domandarsi se e in che misura questo lo bolli come creazionista è una pratica abbastanza idiota.

    (scusa Morosita, eh. Se vuoi poi prendila anche come fosse una missione che nasce solo sulla voglia di portarla avanti sempre e comunque tanto da attaccarsi a qualsiasi cosa, ma mi pare che tra la sua uscita e le eventuali repliche, questo tipo di approccio sia incastrabile più sulla prima)

  13. Non sono un esperto, quindi tutto quello che segue va al condizionale, e faccio appello ad eventuali esperti in giro per correggermi. Mi risulta (da letture e discussioni con chi ne sa più di me) che allo stato attuale il problema fondamentale sia la scarsità di modelli matematici che riproducano l’evoluzione dalla cellula ai macroorganismi nei tempi dettate dalle evidenze sperimentali (ossia i fossili). In particolare, il tasso di mutazioni genetiche utili alla selezione (che sono una frazione infima delle mutazioni in generale, la maggior parte delle quali sarebbero indifferenti) è troppo basso per spiegare il passaggio dal micro al macro nei tempi in cui questo è avvenuto.

    In altri termini: sappiamo che un meccanismo di mutazione genetica e conseguente selezione naturale esiste perché lo vediamo in laboratorio, ma anche in giardino (es.: DDT). Ignoriamo però se questo sia sufficiente al meccanismo della speciazione come storicamente verificatosi.

    Qui entra la Chiesa, proponendo di corroborare il tasso evoluzionistico “naturale” con una sorta di coefficiente soprannaturale. Ci si chiede, qualche post sopra, se ci in questa inserzione stia un secondo fine, e quale. Propongo la vecchia risposta di Richard Dawkins (“The blind watchmaker”): la teoria darwiniana è la prima e unica risposta seria all’argomento “ex contingentia” di Tommaso, rielaborato da Paley, che argomentava, più o meno: se c’è un orologio deve esserci un orlogiaio.

    Prima di Darwin non si poteva sfuggire: l’esistenza di Dio si imponeva come unica giustificazione della complessità del creato. Con Darwin la cosa diventa più controversa. Non è difficile rendersi conto che la Chiesa, e specie un Papa teologo, con il darwinismo non vadano molto d’accordo.

  14. Broono, se il papa dichiara in pubblico, come è successo quest’estate che “l’evoluzione è un fatto”.

    Di più, per stare in tema, cosa vuoi? La famosa scopa in culo per ramazzarti la stanza?

    J.C. A quanto ho capito io la posizione della Chiesa innanzitutto non è univoca, i.e. ci sono sfumature diverse tra teologi, prelati e compagnia varia.

    In secondo luogo, quello che fa problema a un qualunque homo religiosus non è il meccanismo in se dell’evoluzione. Cioè le famose mutazioni genetiche ecc.

    Quello che fa problema è il cosiddetto evoluzionISMO.
    Cioè l’idea che dietro al meccanismo ci sia solo e puramente il caso.
    Capisci che qui in ogni caso esuliamo dall’ambito scientifico del dimostrabile: è una legittima posizione “religiosa” ne più ne meno delle altre.

  15. @Schustenberg.
    Non hai capito un punto. A me di quello che pensa il Papa sull’evoluzionismo non me ne frega un accidente. Ogni asserzione in quel senso da parte del Papa ha come secondo proposito la propria giustificazione, vale a dire l’affermazione dell’esistenza della “religio” come fenomeno antropologico e del diritto della chiesa ad amministrarla. Quello che ironicamente John Charles chiama il “coefficiente soprannaturale”.

    Non me ne frega un accidente perché non sono cattolico.

    Sono invece sicuro che a sottolineare mancanze, indeterminatezze e contraddizioni dell’approccio evoluzionistico siano stati, in primis, scienziati che accettavano la validità generale della teoria, cioè la scienza dal suo interno.
    Il punto (paradossale) è che nella determinazione di ciò che è o non è “religio”, la Chiesa si trova (perché cosi ha scelto) in una situazione di sudditanza dialettica nei confronti della scienza. Perciò, in modo altrettanto paradossale, i non credenti ci ritroviamo a fotterci il cervello analizzando le opinioni del Papa, che per me (quando di scienza si parla) valgono quanto quelle di uno sciamano boschimano.

  16. “Quello che fa problema è il cosiddetto evoluzionISMO.
    Cioè l’idea che dietro al meccanismo ci sia solo e puramente il caso.”

    Certo. Guarda caso, si chiama disegno intelligente.
    Ossia la versione pseudoscientista del creazionismo.

  17. “Lia, la tua non è una fonte.”

    Come sarebbe non è una fonte? Cita un articolo, pubblicato su un giornale, e non è una fonte?

    Certo, ci sono anche altre fonti: per esempio i verbali del Senato Accademico.

    Ma l’articolo E’ una fonte. Identifica un fatto temporalmente certo.

  18. il Papa alla Sapienza non doveva andarci perchè è il Papa. punto e basta.

    quello che pensa dell’evoluzionismo o di Feyerabend è un problema dei cattolici, non degli studenti. E men che meno mio (metti che volevate sapere se era un problema anche mio)

  19. Mettiamo un po’ di ordine, tiriamo le fila e passiamo oltre.

    -PaoloB. Se sei davvero convinto che l’evoluzionISMO sia più scientifico dei dischi volanti o di harry potter: meriti una tirata d’orecchi.

    E’ un’opinione. Trovami un articolo che DIMOSTRI che l’evoluzione sia guidata dal CASO. Non c’è. Non si può. Non è scienza. Stop.

    “A me non interessano le opinioni del papa sull’evoluzione.” Benissimo, ottimo.
    Allora non parlatene attribuendogli opinioni (neocreazionismo??) non sue. Anzi, non parlatene proprio, va.
    Poi dice che i mass media parlano troppo di chiesa.

    Poi se qui qualcuno non è in grado di distinguere nell’ordine tra: evoluzione, evoluzionismo, fonte, mio cuggino, sciamani boscimani.
    Pax vobiscum.

  20. Meno male che sei arrivato tu per mettere ordine.
    Da adesso in poi guarderò Harry Potter con un occhio diverso: inquisitivo, lungimirante, trascendentale.

    PS: Io al Papa, demiurgo caro, non ho attribuito un accidente in merito. Visto che ci tieni tanto all’ordine.

  21. Schustenberg, accolgo in pieno le tue precisazioni sulla pluralità delle opinioni in seno alla Chiesa. Mi riferivo a quella parte della Chiesa, che credo maggioritaria, che sostiene il progetto intelligente.

    Tuttavia ho qualche dubbio sulla tua affermazione circa l’assenza di prove della validità dell’evoluzionismo, nel senso, se ho afferrato, di teoria che asserisca essere l’evoluzione condotta dal solo caso. Permetti a me di precisare: la teoria dell’evoluzione non è, nemmeno per gli ultradarwinisti, questione di puro caso, in quanto consta di due elementi: le mutazioni, che sarebbero casuali (passami questa parola un po’ capziosa, almeno per il momento); e la selezione, che casuale non è, in quanto governata dalla necessità della sopravvivenza.

    Ma quello che mi rende più perplesso circa la tua affermazione è che la teoria dell’evoluzione è, o almeno ambisce ad essere, una teoria scientifica, e come tale non si prova, al limite si smentisce. In altre parole, fornisce spiegazioni di fenomeni noti e ne predice altri ignoti, o futuri, o passati ma non ancora individuati. In questo senso la teoria dell’evoluzione ha funzionato come teoria scientifica, prevedendo sia l’esistenza di errori nella trasmissione dei caratteri (ricorda che Darwin non conosceva il concetto di gene), sia il meccanismo selettivo (verificato ogni giorno sui virus), sia l’esistenza di specie di passaggio, magari estinte, tra specie attualmente presenti. Alcune difficoltà quantitative fanno oggi ritenere ad alcuni che la teoria abbia esaurito il suo potere predittivo, altri invece restano convinti che la teoria possa sopravvivere per molto tempo.

    Siccome sei un fisico sai benissimo che nessuno può provare la meccanica quantistica o il concetto di probabilità ad essa associato, concetto ben più destabilizzante di quello implicito nella teoria dell’evoluzione. Ma sai anche che la teoria della meccanica quantistica può essere utilizzata per costruire modelli che mimano fenomeni reali con una precisione sbalorditiva.

    Ecco, il punto è questo: nessuno vuole e/o deve dimostrare che non ci può essere nulla oltre il caso. E’ sufficiente proporre modelli aleatori di evoluzione che riproducano i fenomeni osservati. Finché funzionano non c’è bisogno di cambiare la teoria.

  22. Principio di relatività.

    “Il Papa non può parlare alla Sapienza: appena 400 anni fa i suoi predecessori condannarono Galileo come eretico, anche se tanto tempo dopo si sono scusati.”

    “Son passati ben 60 anni da quando gli Americani ci hanno liberato: ma insomma, per quanto tempo dobbiamo essere loro grati?”

  23. Sul Papa oggi Bruno Tabacci (RAI News).
    a/ “La lectio magistralis (nn la presenza in altra data e con confronto) da parte di Ratzinger sarebbe stato come se G.P II fosse andato in Parlamento a dettare il programma di governo”.
    b/ “la classe politica ha manipolato senza scrupoli una vicenda assolutamente innocua”

    Cinì era presente.

  24. Schustenberg

    Ok, perfetto. Ma bastava dirlo che sostenevi l’Intelligent Design….

    E ti ricordo, in ogni caso, che un Phd in Fisica non è una patente di scienziato. Il caso Bogdanov insegna.

    Comunque:

    “E’ un’opinione. Trovami un articolo che DIMOSTRI che l’evoluzione sia guidata dal CASO. Non c’è. Non si può. Non è scienza. Stop.”

    Ecco. Questo è un tipico giochetto retorico: si ridefinisce la battaglia, in modo da poterla vincere.

    Notare infatti la frase

    “Non esiste un articolo che…”

    quindi

    “Non si può…”

    quindi

    “Non è scienza”

    E ti sei portato l’interlocutore ignaro ad affermare quello che ti piaceva affermare: ossia che SICCOME “non esiste un articolo che” ALLORA “l’evoluzionismo non è scienza”.

    Bel giochetto. Me lo segno per la prossima volta.

    DIMOSTRARE che l’evoluzione della vita è guidato dal caso NON è l’aspetto fondante dell’evoluzionismo. E il motivo è banale: è impossibile dimostrare che il caso sia realmente “casuale”. Non esiste infatti un criterio che permetta di distinguere una sequenza casuale di eventi da una sequenza di eventi che finge di essere casuale.

    E, in ogni caso, ad oggi il nostro campionamento è decisamente ridotto: abbiamo pochi punti di un’unica sequenza di campionamento.

    Ma questo NON è l’evoluzionismo.

    Anzitutto, nessuno afferma che l’evoluzione sia GUIDATA dal caso. E’ una contraddizione in termini: se è guidata dal caso, vuol dire che va a caso, quindi per definizione non è guidata.

    Ma comunque.

    Quello che l’evoluzionismo sostiene è che l’evoluzione è guidata da mutazioni genetiche (queste sì, casuali), che vengono trasmesse ai discendenti in base alla loro capacità di migliorare la risposta dell’organismo all’ambiente circostante.

    Dove ovviamente “migliorare” è un termine volutamente ampio e generico, e va dall’essere un predatore più efficiente, al parassita che raggiunge un equilibrio con l’ospite che non distrugga l’ospite stesso.

    Questo è stato osservato sia sul campo (osservando la selezione naturale di caratteristiche di alcuni esseri, al mutare delle caratteristiche dell’ambiente circostanze) sia in laboratorio.

    Non esiste in questo nessuna finalità. Gli ottimi che si raggiungono sono ottimi locali, ossia semplici punti di equilibrio. Molti esseri sono adattati all’ambiente circostante, ma il loro adattamento è ben lontano dall’essere un adattamento ottimale.

    E si può continuare.

    E, btw, a diavoli (o dischi volanti) crede il papa, non io.

  25. @schustenberg:

    “Broono, se il papa dichiara in pubblico, come è successo quest’estate che “l’evoluzione è un fatto”.

    Di più, per stare in tema, cosa vuoi? La famosa scopa in culo per ramazzarti la stanza?”

    Ma sai, quasi fossi un ricercatore (senza esserlo) ho sempre quest’abitudine di prendere tutti gli elementi a disposizione e di incastrarli tra loro in più di un modo, prima di pensare di aver davanti un risultato, invece che prenderne uno, lasciar perdere tutti i successivi, formulare una tesi e dirmi contento quando quell’uno me la conferma.

    Che il papa dica che l’evoluzione è un fatto, non significa altro se non che non è scemo e che sa come funzioni la comunicazione in pubblico.
    Il discorso è se quella dichiarazione ha un punto alla fine o se fa parte di un insieme di dichiarazioni (più o meno consecutive) e, nel caso, se sono intervallate da “quindi” o da “però”.
    In uno o nell’altro caso, a parità di riconoscimento di “fatto”, la strada della dimostrazione del teorema prende due direzioni diametralmente opposte.

    In genere, immagino ti sia capitato di leggerne, in quasi tutti i suoi discorsi (e dico “quasi” perché non li ho letti tutti) almeno un riconoscimento di una verità oggettiva ce la infila.
    Si chiama “specchietto per le allodole”
    La cosa curiosa però è che ogni volta che in un suo discorso appare il riconoscimento di una verità oggettiva, immediatamente dopo ci leggi un “ma”, un “però”, un “nonostante questo” e varianti a piacere.

    Allora a me può far piacere che un papa riconosca che l’evoluzione sia un fatto, ma se leggendolo mi accorgo che quel riconoscimento è in realtà strumentale al discorso successivo che mi sta per fare, io per quella dichiarazione posso fargli un clap clap alla capacità di non essere faccia di bronzo proprio fino in fondo e sempre e comunque, ma mi fermo lì nell’applauso perché non penso di aver di fronte il risultato di una tesi, ma soltanto uno degli elementi preparati sul tavolo per arrivarci.
    Fatto questo, vado avanti nella lettura e in genere da lì a poco scopro senza nemmeno troppi sbattimenti anche quale sia.

    Per farti un esempio:
    La chiesa ha recentemente riconosciuto che le vittime di preti pedofili siano un fatto.
    E questo genera il clap clap di cui sopra.
    Per sapere di quale gravità però mi tocca andare avanti nella lettura e andando avanti scopro che la conseguenza a quel fatto è una preghiera della durata di una giornata, un po’ più intensa e mirata.
    E qui invece scatta il vaffanculo.

    Fatto-tesi.
    Elemento-risultato.

    Di scope nel culo non ne vedo, a meno che non si tratti di travi e che siano nell’occhio.

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