Sono reduce da due funerali e forse sono sconvolto, sarà questo: sarà forse che ho rivisto, assiepato, quel genere di cattolici in nome dei quali i sacerdoti del pensiero fortissimo simulano di parlare. Quei cattolici, ossia, stra-predominanti nel nostro Paese: coloro che in quella minoranza ideologica che si chiama Chiesa hanno un semplice ma consolidato riferimento culturale e spirituale, lontani anni luce dal sentirsi rappresentati dalla porpora e figurarsi dal Giuliano Ferrara collezione inverno-primavera 2008.
Quei cattolici, ieri, sfilavano dignitosamente senza fare la comunione e ignorando d’esser cretini, ignoravano, ossia, d’essere gregge da condurre nella selva di ciò che non sanno, infinite cose: d’aver votato trent’anni fa, per esempio, una legge che si chiama 194 ma che non sanno essere rimasta inapplicata, incompleta, truffaldina.
Non lo sanno. Sono cretini.
L’85 per cento di questi cretini, degli italiani, pensa che la legge 194 vada bene così, di sondaggi ne han fatti tremila: ma è perché son beoti, non sanno. S’avanza, perciò, una moltitudine di fieri ipocriti ben ansiosi di far rispettare quella «libertà di non abortire» che gli italiani, poveretti, non sanno di avere.
Milioni di italiani, soprattutto di italiane, vivono infatti l’aborto con leggerezza perchè nei consultori italiani e di tutto l’Occidente li obbligano ad abortire: sicchè, perché soffrano e si sparga il giusto sale sulle loro ferite, hanno bisogno di una moratoria; urge dunque l’intervento di chi deve «migliorare» la legge e «applicarla interamente» e cioè in maniera «piena, coerente e omogenea». Ipocriti.
E sarà davvero che sono reduce da due funerali, ma vorrei ripeterlo: ipocriti. Vorrei dirlo a quel genere di antiabortisti che ora magari si sentono irresponsabilmente sdoganati dall’arida stagione bianca di Giuliano Ferrara: io voglio che ci tornino, in dogana. Voglio che tornino nello spazio angusto e retrivo che in democrazia è proprio delle minoranze, l’opportuno spazio dove possano continuare a gridarcelo: assassini.
Io non mi sogno neppure, ora, di voler spiegare dove cominci o finisca la vita, magari armato di quella scienza «oggettiva» che certi cattolici richiamano solo quando serve. L’aborto è un’esperienza terrificante ed è incredibile che si possa credere che la si pratichi svagatamente: perciò la legge 194 mi pare equilibrata, in cuor mio penso addirittura che la vita cominci davvero solo dopo la nascita. Il resto è esercitazione, e lo dico senza patemi. Mi preoccupa altro.
Mi preoccupa che la maggioranza di chi auspica una più corretta applicazione della 194, secondo me, vorrebbe abrogarla.
La maggioranza di chi si oppone alla pillola abortiva Ru486, nondimeno, desidera che l’aborto resti una pratica traumatica, così da scoraggiarla: è anche per questo che tendono a confondere dolosamente questa pillola con quella del giorno dopo, che è tutt’altra cosa.
La maggioranza dei medici obiettori di coscienza, negli ospedali, si astiene per comodo e per carriera. Lo sanno tutti.
La maggioranza degli aspiranti «completi applicatori» della 194 (basta ascoltarli, basta leggerli) vorrebbe entrare nei consultori per inserirsi in un meccanismo di applicazione della legge, da una parte, ma seguitare tuttavia a definire l’operato della legge medesima (l’operato dello Stato) come quello di un assassino.
La stragrande maggioranza di questi volontari, soprattutto, vorrebbe fare una fermissima opera di dissuasione all’aborto (pagati da noi, che abbiamo votato la legge) e tuttavia non hanno mai fatto né intendono fare ciò che è più importante, l’unica vera moratoria di cui milioni di ragazze e ragazzine e immigrate hanno bisogno: quella sulla prevenzione, quella sull’educazione, quella su una contraccezione che magari consigli l’uso del contraccettivo, quella di chi non finga di non sapere che la sessualità degli italiani si è slegata dal credo religioso ormai da decenni.
La Chiesa sa queste cose, e tace. Parla dove le compete: siamo noi, poi, che li intervistiamo e mettiamo nelle pagine della politica, siamo noi che la invitiamo nei talk-show sperando che i succitati cattolici non cambino canale.
Siamo noi, alcuni di noi, che vorrebbero trascinare la Chiesa in una battaglia da perdere in suo nome. Poi certo, come no, vai con le paginate del dibattito, di tutto si può discutere e difatti si discute: e non tutti coloro che vorrebbero ridiscutere la 194 celano fini oscurantisti o sono imparentati con certa destra religiosa di scuola americana, certo che no.
Ma resto convinto che la maggioranza lanci il dibattito e nasconda la mano: teo-con, teo-dem, para-culi che siano.
(Il Giornale – 4 gennaio)
“L’argomento dell’aborto clandestino è vecchio e spuntato: la legge permette di dare alla luce un bambino e di affidarlo subito, senza riconoscerlo.”
Basta con le stronzate, per favore. Siamo persone adulte, rileggiamoci, rendiamoci conto di quello che scriviamo.
Se una donna non vuole partorire, non deve partorire. Per me il punto va messo qui. Non pensate di poter prendere l’avversario per sfinimento, discettando e filosofando sulla vita e sul concetto di persona. E’ fumo negli occhi.
Prima di riconoscere o meno il bambino bisogna affrontare una gravidanza, sentirlo crescere, e poi darlo alla luce. Inutile ripetere questa stronzata dell’affidamento subito senza riconoscimento, che è una cosa altrettanto orribile e straziante per una madre. Ma di che cazzo parliamo? Nessuna donna deve essere ridotta a semplice incubatrice. Se non ci arrivate, pensate alle vostre donne, madri, sorelle.
è inutile,
siamo paralleli nei nostri discorsi non abbiamo possibilità d’incontro.
partorire e abbandonare un figlio non può essere messo sullo stessopiano di un aborto;
le morti sul lavoro eper incidente riguardano “persone”
Premetto, casomai la notizia fosse di interesse per qualcuno, che a suo tempo votai a favore dell’aborto.
E con questo credo di aver chiarito in quale parte del campo io mi trovi.
Però, posto che questo è un tema delicato ecetera, vorrei anche leggere un’altra cosa, a fianco delle critiche giustissime verso i medici obiettori o verso chi considera le donne incubatrici.
Vorrei leggere che una donna è ovviamente padrona e arbitra del proprio corpo, e che diamine. Però, se in quel corpo ha permesso che si formasse, passato il periodo di cui sopra si è discettato con validi argomenti, una vita altra, quel corpo non è più tutto suo.
Così come, se posso avvicinare con un esempio il sacro e il profano, i miei soldi sono i miei e non i vostri, ma se metto al mondo un figlio, diventano anche suoi (il giudice mi impone alimeti e altro, se la coppia scoppia).
L’autodeterminazione della donna nella gestione del proprio corpo, mi scuso per l’espressione di modernariato linguistico, credo che non sia infinita: se ha ammesso la formazione di un qualcosa che -al terzo mese o quando non so, ma non molto avanti, vista la formazione di unsistema nervoso- dentro di sè, non so quanto sia giusto dire “Via”, questo corpo è mio.
Poi, venire al mondo non voluti, è una rogna, e perciò dico come tutti che l’argomento è spinoso.
E anche la questione dell’aorto clandestino mi pare a volte un po’ troppo ricattatoria. Tipo “datemi una pensione se no vado a rapinare le banche”.
Quello che mi sembra incredibile in tutto questo discorso è che mentre nel resto dei paesii civili si discute se concedere o no determinati diritti civili ai gay, da noi si è tornati indietro alle discussioni di 30 anni fa. E poi ci si domanda come l’Italia sia in declino oppure percepita come tale.
Credo che il plauso unanime dei commentatori-tipo di questo sito la dica tutta sulla qualità dell’articolo.
Nel senso che il suo essere davvero un bell’articolo è dimostrato dal fatto che i “commentatori-tipo di questo sito” in genere solo a leggere il nome fanno partire i pomodori e invece questa volta non ce l’hanno fatta nemmeno a parità di firma?
Si chiama spirito (e capacità) critico, eh, mica è un difetto.
E’ vero che non è la regola, ma quando capita perché non rallegrarsene?
Più intelligente continuare con i “Sei una testa di cazzo!” sempre e comunque solo perché così la targhetta “coerenza” tanto urgente per un sacco di persone può continuare a stare sul comò col piano di granito?
@EveryBee
“non solo l’obiezione di coscienza dei medici è giusta, ma andrebbe estesa a tutti gli operatori sanitari, compresi gli infermieri”
Ok.
Facciamo che ti seguo.
Adesso però tu dimmi perché per la stessa logica non dovrebbe essere consentito a un militare volontario di disobbedire ad un ordine di un suo superiore quando al fronte, se secondo la sua coscienza questo ordine non è giusto.
Perché in quel caso lo si spedisce di fronte ad un tribunale militare?
Perché i militari (quando la leva era obbligatoria) l’obiezione di coscienza erano costretti a dichiararla al momento della prima visita, vedendosi così spediti a curare gattini abbandonati invece che spediti a difendere (nel caso) me te e tutto il paese in caso di bisogno?
Dove sta la differenza?
Entrambe sono categorie delle quali l’intero paese (nel senso di popolazione eterogenea) ha bisogno.
Entrambi svolgono un ruolo che porta a scegliere tra la vita e la morte di qualcun altro.
Entrambi sono stati inventati per difendere la tua vita nei modi e nei termini che le leggi del paese di appartenenza stabiliscono.
Solo che il soldato se sarà in grado di seguire quelle leggi senza stabilire secondo coscienza propria cosa sia giusto e cosa no lo deve dire prima, se non se la sente vada a curar gattini e anziani.
Il medico può far finta di niente e decidere di seguirle o meno una volta che si ritrova al (suo) fronte (leggi: sala operatoria).
Io sono contento se il mio stato fa si che gente che non ritiene giusto sparare non sia mandata a difendermi quando si tratterà di farlo sparando.
Lo trovo persino rispettoso ma soprattutto mi garantisce che se ci sarà da sparare ci saranno solo persone che hanno stabilito di essere pronte a farlo.
Evviva l’obiezione di coscienza.
Altrettanto giusto troverei uno stato che lo stesso identico ragionamento lo estendesse pure a quel tizio che un giorno dovrà stabilire se io devo vivere secondo i miei canoni, come dice la legge o secondo i suoi, come dice magari la bibbia.
Invece curiosamente ai medici è data la possibilità di
a) arruolarsi
b) veder investite grosse quote di soldi pubblici per il loro addestramento militare
c) essere inviati al fronte dove saranno l’ago della bilancia tra l’invasione e la difesa
d) dichiarare solo a quel punto che secondo loro sparare non è bello e quindi aprire le porte all’invasore.
(naturalmente lo scenario militare va letto come metafora)
Tu lo trovi intelligente?
Cioè, intendo, trovi abbia un senso logico?
Mi spiace JC, ma il voler depurare il contesto da una discussione ideologica è in contraddizione con il tuo tirare in ballo la legge 40, che appartiene a un ambito distinto rispetto alla 194.
Se mi passi i termini estremamente semplificativi, qui si parla di diritto all’aborto (194), mentre nella 40 si tratta di diritti alla procreazione. Ora, capisco che si possa fare un calderone laicamente ideologico di tutto ciò, invocando la libertà totale di fare qualsiasi cosa. Ma tu in precedenza hai fatto osservazioni sensate e poi c’hai tirato sopra una linea frettolosa.
L’abolizione della 40 e la riforma della 194 non vanno di pari passo così alla bella, non avendo alcun nesso fra di loro se non quello ideologico.
Circa la 194, hai detto che sarebbe opportuno rivedere i limiti temporali entro i quali praticare l’aborto, alla luce delle tecnologie attuali che ti consentono di vedere entro i primi 3 mesi cenni di un qualcosa che somiglia molto ad un essere vivente.
Trovo sorprendente che molti di coloro che osteggiano moratorie a scopo di riflessione, che lanciano le pietre contro i preti e si proclamano a favore di un milione di diritti indistinti, poi, in nome dello stesso progressismo che pensano alberghi nelle loro menti, restano estasiati di fronte a un’ecografia scorgendo le forme di un essere vivente. E addirittura inviano messaggi entusiasti e foto al mondo intero.
Tornando al punto della 194, fai un po’ confusione, visto che è in discussione l’interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni. La legge ne disciplina le circostanze definendole come “serio pericolo per la salute fisica o psichica, in relazione o allo stato di salute, o alle condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento”. Mentre le malformazioni sono annoverate in caso di interruzione volontaria dopo i primi 90 giorni, quando queste anomalie sono riscontrabili.
Mi permetto di osservare che alla luce di ciò che si apprende oggi da un’ecografia, queste circostanze paiono generiche come la giustificazione scolastica di non aver studiato perché era arrivato lo zio dall’America.
Io poi il fatto che i preti parlino di “individuo in potenza” lo lascerei da parte. Quella è una questione intima, che riguarda i “cretini” che seguono i preti…
Everybee: “L’argomento dell’aborto clandestino è vecchio e spuntato: la legge permette di dare alla luce un bambino e di affidarlo subito, senza riconoscerlo.”
Ah sì, perchè una gravidanza passa inosservata. In fondo bisogna far finta di niente con vicini di casa, amici, parenti e soprattutto con il datore di lavoro per soli 9 mesi.
Sarebbe molto bello se fosse tutto così facile e anche meno rognoso per molte coscienze.
Ottimo il tuo ultimo commento, Broono, rigorosamente logico, ben argomentato, analitico: perfetto!! Ti quoto totalmente, hai dimostrato sul campo, con i tuoi post qui, di essere una vera “testa pensante”. Cordialità
Virginia, non mi sembra di avere fatto alcun calderone, ma visto che dò questa impressione provo a rispiegarmi. Prima però devo correggerti: l’interruzione di gravidanza dopo il novantesimo giorno non è consentita per la semplice constatazione di malconformazioni del feto, bensì solo nel caso in cui tali malconformazioni possano compromettere la salute psico-fisica della madre. Per maggiore chiarezza ti riporto l’articolo 6 della 194:
L’interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata:
a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
L’applicazione di tale normativa è in realtà quella che tu dici, e come tale non corrisponde alla lettera della legge. Per questo Ruini & c. hanno buon gioco a sostenere di chiedere la corretta applicazione della legge.
D’altra parte l’esame che oggi fornisce la certezza delle malconformazioni più temute (le trisomie) è l’amniocentesi, che si pratica intorno alla quindicesima settimana di gravidanza, ossia oltre la scadenza del novantesimo giorno. A quel punto è prassi che la madre, o i genitori, decidano il da farsi. Questa prassi è, secondo Ferrara, eugenetica, e, ancora una volta, preso alla lettera il ragionamento di Ferrara è difficile da contestare.
Per questo motivo non scenderei sul terreno scelto da Ferrara, ma punterei -se il contesto fosse diverso- ad una revisione globale della giurisprudenza della gravidanza, COMPRESA la legge 40, che trovo, lo ribadisco, il vero elemento di scandalo della legislazione attuale e che mi induce disistima assoluta nei confronti dell’attuale ministro della sanità.
E qui entra il discorso dell’individuo in potenza. La legge 40 calpesta i diritti della donna per evitare la distruzione di qualcosa che individuo non è A DETTA PERSINO DEI PRETI. Curiosamente, per non distruggere due zigoti l’applicazione della legge 40 determina, non infrequentemente, la morte di tre feti al sesto mese o oltre, perché non tutti gli uteri riescono a sostenere un parto trigemino.
La 194 invece potrebbe essere riformata in modo da preservare il diritto della donna e la tutela del nascituro in quanto individuo.
In quanto scrivo non mi sembra di scorgere posizioni ideologiche, ma probabilmente lo stesso lo pensa, magari in buona fede, persino Ferrara.
“Altrettanto giusto troverei uno stato che lo stesso identico ragionamento lo estendesse pure a quel tizio che un giorno dovrà stabilire se io devo vivere secondo i miei canoni, come dice la legge o secondo i suoi, come dice magari la bibbia.”
Esatto, siamo cittadini italiani, le leggi si discutono e si approvano nel parlamento italiano, secondo i nostri voti, ma certi gruppi di potere fanno “obiezione”.
Certa gente ti vorrebbe far vivere secondo le leggi di una comunità di pastori israeliani analfabeti di 2.000 anni fa, oppure secondo le idee del profeta di Allah, come se niente fosse. Ma andassero a cagare.
Vorrei vederli questi cristiani rinati ad affidare la propria figlia a un medico integralista musulmano.
” Questa prassi è, secondo Ferrara, eugenetica, e, ancora una volta, preso alla lettera il ragionamento di Ferrara”
Mi permetto di dissentire. L’eugentica, è vero, ha come idea di base il ” perfezionamento ” della razza umana. Però. Per realizzare davvero una selezione eugenetica ci vuole anche la pianificazione su vasta scala. Ovvero, gli individui vengono monitorati in massa e vengono ” scartati ” in base ad una scelta selettiva. Ancora. Perchè si arrivi ad una ” evoluzione” conseguente alla selezione ci vigliono centinaia , se non migliaia di anni. E mi sembra difficle arrivare ad una selezione tale sulla base di quella percentuale di donne che sceglie effettuare esami prenatali ,( perchè molte hanno altri motivi che non siamo terapeutici) e che decide di abortire su ventuali risultanze positive alle malformazioni degli esami. E sì, perchè ci sono donne che decidono di portare avanti la gravidanza anche in presenza di problemi o anomalie e malformazioni. Il punto è che la ” selezione” avviene già. Giorno per giorno, quando scegliamo con chi accoppiarci. Pare che gli individui siano diventati più alti, e più belli. Sono ” diversi ” da qualche anno fa. Abbiamo operato una ” selezione eugenetica”? Qaundo abbiamo cominciato a vaccinare, ” creando ” persone che sono immuni a determinati virus, abbiamo fatto ” selezione genetica”. In parte , sì. E c’è qualcosa di sbagliato, in questo? Tempo fa, per corroborare le sue ” idee” , IL Foglio ha pubbicato un articolo su un non so quale pensatore francese che si lamentava perchè non vedeva più molte persone down in giro. Lo attribuiva alla partica degli aborti. Ma voi vedete molte persone down che sposano persone che down non sono? Insomma la selezione c’è, ma procede molto più velocemente in casi in cui non ce ne accorgiamo, silenziosamente. Certo, nei laboratori in cui si pratica la fecondazione assistita o negli ospedali in cui praticano l’aborto si può dire che c’è ” selezione”. Ma è ” eugenetica”? No, non mi pare che si possa definire tale.
Mai sentito che la chiesa benedice le famiglie numerose e considera l’uso del profilattico un peccato? L’aborto è una realtà, come la guerra, come la morte per povertà, una realtà che appartiene alla nostra umanità che è certo perfettibile. Come esiste chi per pazzia data dall’immaturità dall’impreparazione ad essere madre e padre se la prende con i figli.
L’aborto dall’approvazione della 194 ha fatto diminuire i casi di interruzione di gravidanza del 44%. Prima c’erano le mammane, le morti delle donne, e la vergogna ed un senso di colpa infinitamente più grande, che si sobbarcava interamente la donna. Gli altri, gli uomini, le famiglie, gli interessi, gli orfanotrofi, se ne giovavano, la chiesa se ne lavava le mani, confessava ed assolveva, e si scaricava la vergogna sulla donna peccatrice.
Dicevo l’aborto è venuto alla luce dall’oscurità dell’orrore e nonostrante la posizione retriva della Chiesa sul fronte della prevenzione e la mancata completa applicazione della legge si è ridotto.
Ma le grida di una certa area cattolica, la più ipocrita di solito, non sono altro che la conferma che per la Romana Chiesa quello che conta non è la pratica peccaminosa, la realtà reale, come era quella dell’aborto clandestino, ma il mancato rispetto della Dottrina. Se uno “pecca”, come moltissimi uomini politici del centrodestra, si divorzia e si sposa più volte, c’è sempre una confessione ed un’assoluzione pronta, Invece per chi, laicamente, afferma la libertà, per la voglia, di divorziare, allora c’è condanna. La chiesa ufficiale è ipocrita per definizione, perché deve sopravvivere, e perché altrimenti come farebbe a conciliare una verità rivelata migliaia di anni fa con la modernità. E non parlo della figura di Cristo che stimo e rispetto.
In ultimo voglio ricordare a tutti che andiamo verso i 7 miliardi di individui, e che anche riducendo i consumi del 50% e adottando politiche sempre più green consumeremo più delle risorse che possiamo riciclare. Per cui politiche che non tengano contro del controllo delle nascite, ovviamente principalmente attraverso la prevenzione, rischieranno di portarci, prima o poi, magari tra 100 anni, se non prima all’inferno in terra. Non è un problema eludibile.
E infine, L’AIDS senza preservativo, se li porta via, tanto sono poveri e neri. Dovrebbero risolvere il problema con la castità, loro che vivono di braccia e dell’unico divertimento che è il sesso.
Ammiro molti cattolici che si dedicano al prossimo con dedizione, povertà e sacrifico, ma allo stesso modo rigetto l’ipocrisia di chi, immorale 23 ore e 55 minuti l giorno, si fa scudo della religione per continuare a farlo.
…Tra parentesi: ho una splendida, amatissima e desideratissima bimba di 7 mesi e mezzo, e – anche se non sono cattolico – quando ho sentito per la prima volta il battito del suo cuoricino quando era ancora solo un embrione di un mese, mi si è stretto il cuore e ho pensato: sì, questa è UNA VITA, E CON TUTTI I CRISMI!! Auguro di cuore a tutti quelli che non l’hanno ancora avuta di provare questa bellissima esperienza, unica al mondo
E che dire di quei casi documentati di medici obiettori di coscienza nelle strutture pubblica ma che misteriosamente nei loro studi privati non lo erano?
Caro Alieno, il problema di Ferrara è anche peggiore: per pura convenienza politico-affaristica fa il “teo-con”, e per giunta parla di cose che non sa, non avendo notoriamente figli.
A Virginia: non son d’accordo col tuo “tertium non datur”: non lanciar pietre contro i preti non vuol dire però pensarla come loro in tutto e per tutto, esistono anche le sfumature, cioè:
per me l’embrione è già almeno in gran parte vita, ma se l’aborto si rende indispensabile solo per ragioni terapeutiche, o per evitare una vita di certissime, terribili sofferenze a figlio e genitori, è accettabilissimo e sacrosanto(e comunque l’ultima parola spetta ovviamente alla povera donna che vi si vede costretta); purchè ovviamente l’aborto medesimo non diventi un modo di fare tutti i propri porci comodi senza prendersene le doverose responsabilità: giacchè oggigiorno solo gli ignoranti più beoti, i figli di puttana, gli irresponsabili egoisti e i cretini inguaribili fanno l’amore “senza rete” quando non desiderano fare figli
Lo disse Ferrara tempo fa in trasmissione: l’aborto fa schifo. Non parliamo della 194. Parliamo di aborto, come dato culturale, come strumento. E, oggettivamente, fa schifo.
Che la vita non sia tale prima del parto, poi, è una fesseria. Una sciocchezza. Uno scudo ipocrita per non guardare in faccia la realtà in modo responsabile – quindi libero. Stupisce che un’affermazione del genere venga da una persona generalmente brillante.
Un saluto, Luca.
Questo tema è talmente complesso e delicato che non può essere trattato con la cialtroneria di chi inveisce contro Ferrara o la Chiesa, in nome di un indistinto libertarismo. In una lettera di risposta a Sofri pubblicata sul Foglio, Ferrara parla anche della sua esperienza personale, confessando di essere stato “complice di quel delitto” per 3 volte in gioventù, con conseguenze molto drammatiche. In un’intervista al TG1 ha pure spiegato che la sua non è una battaglia contro la 194.
JC, sull’interpretazione della legge siamo d’accordo. Basta leggerla. E siamo forse pure d’accordo che nel caso pratico, l’interruzione entro i 90 giorni è per lo più applicata, diciamo eufemisticamente, con elasticità, grazie alla genericità di alcuni suoi punti. Il discorso sull’eugenetica c’entra poco con l’aborto praticato in caso di malformazioni acclarate, ma attiene soprattutto alla legge 40, quando disciplina il ricorso alla procreazione assistita e ne delimita l’applicazione a tutela dell’embrione, qualora fosse oggetto di sperimentazione e selezione a scopi eugenetici. Tra l’altro, tutto il chiasso ideologico che è stato fatto contro questa legge (che in alcune parti è discutibile) è stato nel frattempo bypassato dall’evoluzione scientifica. È notizia recente che la mitica sperimentazione sugli embrioni non sia poi così indispensabile. Quella notizia, che mi ha dato molto sollievo, non è stata molto cagata. Chiedo scusa per la vaghezza, mi pare che sia questa.
http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_24/staminali_a8fa17d6-b201-11dc-86d2-0003ba99c53b.shtml
La scienza, più che un pretesto quando serve per la Chiesa, è un potentissimo strumento ideologico per gli anticlericali che bollano tutto velocemente col prefisso teo.
Vai a cercare sul vocabolario il termine “moratoria”, Virginia, poi vienimi a raccontare che nessuno vuole toccare la 194.
Ferrara ha detto in una certa intervista che non vuole toccare la 194? Stronzate, le stesse stronzate che ripetevano i preti e i loro passacarte durante il referendum sulla 40. Ora, C.V.D., eccoci qui a parlare di aborto. Ma per chi ci avete preso?
E poi cosa fai? Discetti di “sperimentazione” e ricerca sulle staminali embrionali segnalando un articoletto del Corriere della Sera? Se avessi letto fino in fondo avresti trovato l’elenco di una serie di difficoltà ancora da risolvere. La ricerca è ricerca, si studia, si raccolgono dati, si verificano gli effetti, si provano altre strade, si aspetta, per anni e anni, la stessa cosa accade con i trapianti, con i vaccini e per tutte le altre belle cose alle quali gli stessi preti e passacarte non rinuncerebbero mai.
Precisazioni estreme:
1. La soppressione di feti affetti da trisomia è di fatto una selezione su base genetica. Se la si voglia chiamare eugenetica o meno è questione di senibilità etimologica. Ma è certo cosa diversa dalla semplice ricerca di geni sani con cui accoppiarsi. Può essere lecita, giustificata e magari anche considerata morale, ma non dobbiamo fingere che sia la stessa cosa.
2. Continuo a non comprendere affermazioni filominsiteriali del tipo la 194 ha determinato una diminuzione degli aborti del 40%. Quello che ha fatto la legge è stato ridurre drasticamente gli aborti clandestini, ed è già cosa molto meritoria. La diminuzione citata è dovuta principalmente al ricorso agli anticoncezionali e alle pillole del giorno dopo, oltre che all’aumento di informazione.
3. Conoscevo la notizia linkata da Virginia, ma occorre sempre fare attenzione alla scienza filtrata dai giornali. Ovviamente è un’ottima notizia, ma lo studio è in fase così introduttiva che non è opportuno, a mio avviso, sospendere linee di ricerca attive sulle staminali embrionali.
4. Sulla legge 40 il mio giudizio è più drastico di quello di Virginia, perché credo che sia una legge semplicemente crudele, laddove conferisce diritti agli zigoti, che non sono individui per nessuno, a detrimento di quelli della madre. Oltretutto lo fa in modo eccezionalmente stupido: una volta che la madre è costretta a farsi impiantare tre embrioni aumenta considerevolmente il rischio di non portare a termine il parto, distruggendo quindi più vite umane di quelle che si pretenderebbero di salvare. Oltre ad un problema di schizofrenia con la 194: si DEVE impiantare un embrione malconformato, con l’opzione di distruggerlo dopo sei mesi con un aborto terapeutico.
5. Per contro, resto sempre colpito da opinionisti che in nome della laicità rimuovono completamente la constatazione che nell’utero della madre, almeno a partire dal terzo mese di grvidanza, ci sia un essere umano. Sembra che per alcuni si acquisti umanità nel tragitto, più o meno lungo, che si compie nel collo dell’utero. Mi viene da pensare che l’ipocrisia non sia appannaggio esclusivo dei preti.
Alcune delle lettere di protesta giunte al Giornale.
***
il giorno 4 di questo mese il vostro collaboratore Filippo Facci ha scritto un articolo pro aborto (e questo non mi tocca) nel quale tuttavia, dopo aver definito a Chiesa “una ideologia” (avesse scritto “filosofia” poteva andare, ma confondere una religione con un’ideologia…) ha dato dei beoti, ipocriti e para-culi a coloro che si impegnano per la moratoria o, quantomeno, per una revisione della 194.
Ho provveduto a rispondergli educatamente ma a tono ed il sig. Facci mi ha risposto ribadendo in sostanza i suoi concetti e senza scusarsi delle gratuite offese portate ad una parte dei lettori; l’ultima sua e-mail inizia così “Senta, ma perchè non si legge Avvenire , visto che cerca voci ufficiali della Chiesa?”
Ora, a parte la maleducazione, on mi sembra una buona strategia di marketing e glielo segnalo.
***
Al paraculesco Filippo Facci che non ha serie argomentazioni sulla questione dell’aborto, un solo consiglio: invece di dilettarsi come un adolescente a scorrere elenchi telefonici alla caccia di nomi e cognomi imbarazzanti, si legga qualche aggiornata produzione scientifica sulla questione di cui sopra.
Eviterebbe di scambiare banali suggestioni emotive per la semplice realtà. Non è andando a dei funerali che uno può seriamente affermare che prima e dopo non c’è nulla. Quello che sta nell’utero di sua madre è già un dopo il nulla. O no ?
E penso che Facci abbia dato,con il suo articolo,il peggio di sè.Penso che Il Giornale,se voleva portare un contributo al dibattito,che ,volente o nolente il Facci,c’è,e dare prova di pluralismo di idee,poteva trovare qualcuno un pò meno banale e rozzo.
***
Perché scrivete di cose che non conoscete?
Uno che evidentemente entra in una chiesa solo per dei funerali, che ne sa della Chiesa?
Chi sono “coloro che in quella minoranza ideologica (?) che si chiama Chiesa hanno un semplice ma consolidato riferimento culturale e spirituale lontano anni luce dal sentirsi rappresentato dalla porpora” ? In quale funerale li avete conosciuti ?
Che democrazia è quella in cui le minoranze devono tornare nel “proprio spazio angusto e retrivo” ?
Lo sapete solo voi che “la maggioranza dei medici obiettori di coscienza negli ospedali si astiene per comodo e per carriera”.
Ci siete mai stati in un ospedale a parlare con i medici o andate solo ai funerali ?
Come si fa a scrivere che la vita comincia solo dopo la nascita? Ne avete mai parlato con una madre?
Se non credete alla scienza “oggettiva”, siate ragionevoli credete ai fatti.
Non conoscete forse che “l’operato della legge e dello stato” può diventare “quello di un assassino” ? Mi sembra che la storia lo abbia lo abbia ampiamente dimostrato.
“Milioni di ragazze e ragazzine e immigrate hanno bisogno di prevenzione”, ma da che cosa?
Di quale educazione parlate, voi che disprezzate chi non conoscete e le minoranze, disprezzate la scienza e la storia?
Io sarò forse “oscurantista” ma voi, che una volta eravate un bel giornale, ora siete certamente dei “para-culi”.
***
Mi fa piacere che il “nostro” Giornale, abbia subito seguito Giuliano Ferrara nella sua “moratoria” per l’aborto.
Ho letto con attenzione le opinioni di M. Brambilla e F. Facci (del quale sottoscrivo ogni parola …che non riguardi l’aborto e il fumo!).
In questi anni chi osava parlare di toccare la legge 194 veniva sottoposto ad una gragnuola di improperi di lesa maestà. Nessuno aveva il coraggio di equiparare l’aborto alla pena di morte!
Ora finalmente c’è qualcuno che, come quel bimbo nella favola “i vestiti nuovi dell’imperatore” ha gridato “il Re è nudo!”.
Avendo come corifeo Ferrara, penso che, da queste pagine, possa sorgere qualche iniziativa per far “prendere forma” questa presa di coscienza popolare: raccolta di firme o qualcos’altro che voi riterrete più opportuno.
Ma è venuto il momento di passare ai fatti.
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Articoli come l’editoriale di Filippo Facci, venerdì scorso, fan passare la voglia di comprare il Giornale. Per fortuna però che la maggior parte di opinionisti e lettori non la pensa come lui, in particolare Michele Brambilla che ha ben spiegato come l’aborto sia il vero genocidio dell’umanità. Quando, studiando medicina, ho capito come avviene il “miracolo” (naturale) della vita, sono rimasto schoccato dalla terribile leggerezza con cui si abortisce. Che la vita inizia al momento del concepimento non lo dice la Chiesa ma lo grida con forza la Natura. Dopo il momento della fecondazione si avvia un processo biologico e vitale inarrestabile, senza la minima interruzione che non sia la morte dell’individuo. Per comodità si interpretano le varie fasi evolutive a piacere, arrivando addirittura a legalizzare un vero e proprio omicidio in piena regola, ma che non si vede e non fa rumore, quindi perfetto. Non dice niente a Facci come ogni 4 minuti al mondo sia condannata a morte una persona prima di nascere? Egli ha il diritto di pensare come vuole, ma non può e non deve dare dell’ipocrita a nessuno se ancora nel Duemila ritiene che la vita è tale solo alla nascita. Che tristezza!
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Quando Facci sostiene che l’aborto non è una pena di morte comminata a chi non può protestare, ma qualcosa di simile a qualunque altra operazione che si conclude con la resezione dell’organo malato, dimentica che le nostre leggi lo contraddicono. Ad esempio, il codice civile, art. 462, stabilisce che “sono capaci di succedere tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell’apertura della successione” e che “salvo prova contraria, si presume concepito al tempo dell’apertura della successione chi è nato entro i trecento giorni dalla morte della persona della cui successione si tratta”. Invito, quindi, Facci, a promuovere un’iniziativa intesa a eliminare queste incongruenze dalla legislazione italiana.
Ho trovato offensivo l’articolo di Filippo Facci sull’aborto. Il feto, secondo la sua interpretazione, è un grumo di carne privo di vita di cui ci si può liberare con la stessa semplicità con cui si sputa una cicca di gomma. Non pretendo che Facci abbia su questo tema, come su tanti altri, la mia stessa sensibilità, ma egli non può cavarsela, su problemi così complessi, con un’alzata di spalle, lasciando fare alle scelte della maggioranza. Se questo dovesse essere il parametro di riferimento, tutti coloro che si agitano per la moratoria della pena di morte dovrebbero piantarla lì: in molti paesi la pena di morte per determinati reati esiste perchè il sentire comune della gente è favorevole ad essa. Con buona pace di Filippo Facci e di quelle minoranze che, secondo lui, dovrebbero tornare nel proprio spazio angusto e retrivo. Che poi la legge 194 sia impiegata per il controllo delle nascite è di una evidenza solare: il calo demografico dell’Italia lo testimonia ampiamente.
Charles, la selezione eugenetica fu portata avanti dai nazisti, per dire. IL loro scopo era di ottenere il miglioramento della specie. La scelta di abortire un embrione-feto malformato non ha lo scopo di ” migliorare” la specie, ma di evitare sofferenza alla donna o alla coppia o anche al bambino. Quindi, per parlare tecnicamente di eugentica manca la pianificazione di massa e lo scopo. Se permetti, in questa materia delicata le parole sono IMPORTANTISSIME. Non è una questione di lana caprina.
Ancora, per quanto riguarda le tue obiezioni alle affermazioni della Turco. E’ vero che la diminuizione degli aborti è dovuta anche all’informazione e alla prevenzione.
Però, uno degli scopi delle legge è proprio fornire informazioni in generale e informazioni sulla contraccezione. Inoltre ancora, una parte della legge prevede che ” si faccia di tutto per rimuovere gli ostacoli economici , sociali e lavorativi ” che ostacolano una gravidanza, per evitare gli aborti. Certo , una parte del mondo cattolico dirà che non si fa abbastanza per adempiere a questa parte della legge. E infatti chiedono che ci siano delle associazioni nei consultori per ” assistere ” le donne in tal senso. Però, a parte che una tale presenza , per la legge 194, è a discrezione della decisione delle strutture, autonomamente, ricordo ancora un intervento proprio qui, su Mn, di una donna che lavorava in un consultorio. Scriveva che loro fanno esattamente ANCHE questo tipo di azione. Quindi, si può ben dire che la 194 abbia contribuito a fare diminuire gli aborti.
Virginia, guarda che la sperimentazione sugli embrioni continua.
Le statistiche mostrano un aumento degli aborti fino al 1985 (sette anni dopo la 194) e una diminuzione a partire da quell’anno.
L’intepretazione che se ne da’ e’ che per sette anni ci sia stata un’emersione di un fenomeno fino ad allora clandestino, insieme alla legittimazione di una scelta fino ad allora proibita. Dal 1985 si manifesta l’effetto di un uso migliore della contraccezione e della pianificazione familiare. Certamente merito dei consultori ma anche di un’accresciuta informazione generale. Comunque questa e’ la parte della 194 che nessuno vuole toccare. Credo che se inevce di rinchiuderla nei consultori l’educazione alla contraccezione partisse dalle scuole i risultati sarebbero migliori.
(Fonte delle statistiche:
http://digilander.libero.it/falcemar/varie/laico/05istat.htm)
“Di me non sapete nulla. E nemmeno vi interessa. Se vivo o sopravvivo in fondo preferite non saperlo. Improvvisamente volete decidere del MIO embrione, senza capire la motivazione di una scelta difficile. Volete decidere voi per me in base a non so quale morale. Perchè? ok, proviamo a farvi felici, salviamo questo embrione, contenti?
Dopo, quando sarà nato, di me continuerete a fregarvene. E del mio embrione ormai bambino pure. Tra i tanti sostenitori del mio embrione a quale porta dovrà bussare il bambino per avere sostegno? Tutti idealisti sulla pelle degli altri.”
E’ fantastico lo stile. L’insulto anche quando si ha ragione da vendere.
L’insulto non può mancare quando scrivi per il Giornale. Temi liberali sì, aborto si può fare!!!
Ma non ti dimenticare di offendere, di mettere tre quattro “cretini”, “coglioni”, “ipocriti”, che è il nostro zucchero di glassa. Qua dal Giornale facciamo cosi.
Perché la verità va spiattellata, sputata, rovesciata addosso bollente, esattamente come la bugia.
Rinunciare ad uno stile non è mica facile né da tutti.
Essere chiari come tu non sei, invece, è difficile. Hai qualcosa da dire? Dilla. Chiara.
secondo logica non sarei dovuto nascere.Nel 66 vigeva la legislazione che qualcuno mette in dicussione,e mia madre aspettava il terzo e ultimo dei figli che aveva desiderato.Cominciò a star male ma la dottoressa che la seguiva ritenne che si trattava di una gravidanza a rischio e le prescrisse il riposo assoluto.Quando cominciò a diventare verde mio padre la portò in clinica dove furono informati che il feto che teneva in grembo era ormai morto da un mese.Procedettero con un raschiamento d’urgenza in profondità che secondo i pronostici dell’equipe medica avrebbe potuto renderla sterile.Casualmente nel 68 nacque il sottoscritto.Altri dottori nel 97 non esclusero l’ipotesi che il fatale focolaio cancerogeno sviluppatosi nell’apparato riproduttivo materno fosse da attribuirsi a quel raschiamento operato troppo tardi a suo tempo.Le ragioni terapeutiche non sono una cazzata
pardono,nel 66 “non vigeva” la legislazione che qualcuno mette in discussione
Si può partorire e non riconoscere il figlio,ottima idea!……se l’economia continua così…..Diventeremo come le Romania con gli Orfanotrofi pieni di bambini abbandonati in balia dei preti “buoni”.Il mostro di Foligno,quello che strangolava i bambini, è un’esempio di questa logica di merda!Lui era orfano ed aveva subito le attenzioni di Don Giuseppe!Tornate con i piedi per terra!se non c’è prevenzione(uso del profilattico) è solo colpa della Democrazia “Cristiana” che,Ripeto,ha governato fino alla caduta della prima repubblica.Se i consultori hanno fallito è solo colpa loro.Baci!!
P.S. se un feto può vivere fuori dall’utero senza rischi prima dei sei mesi…..tra poco farsi le pippe sarà reato…….guarda quanti spermatozoi morti…….una strage! ;P
Pontificare sulle vite degli altri è facile e permette di mettersi apposto la coscienza con il minimo sforzo. Perché non mettere al centro della discussione l’unico essere che non ha possibilità di dire la sua? Un bambino non ha solo diritto di nascere, ha diritto anche di essere cresciuto, di essere reso autonomo, di essere possibilmente amato. Non stiamo parlando di cani randagi, ma di esseri umani che devono vivere in un ambiente che non è dei più semplici. Crescere un figlio è una responsabilità che non si può imporre. Nessuno affronta un’interruzione di gravidanza a cuor leggero. E’ una scelte intima, dolorosa e difficile, che non ha bisogno di essere approvata o biasimata da nessuno.
Provo a riformulare.
Per quanto ti riguarda:
a/ Il giorno in cui riuscirai a esprimerti senza dare dei coglioni, degli ipocriti, dei cretini percentuali variabili di popolazione scognita di questo paese, magari perderai di stile (del tuo, voglio dire), ma acquisterai ancora della credibilità.
b/ Aggiungo che usare due funerali come forma di “captatio benevolentiae” per gli insulti che si stanno per proferire, è di pessimo gusto. Questo tipo di “espressionismo” aiuta a generare risposte come quelle che mostri da parte dei lettori del Giornale.
Per quanto riguarda l’argomento:
c/ Come donna dico che è deprimente vivere in un paese cosi, dove una parte significativa della popolazione da ascolto ai reazionari, e l’altra parte non ha la forza di darci un taglio, una svolta, un confrontarsi diverso. In definitiva scegliersi gli interlocutori il più possibile, e certo non stare dietro ogni boutade del Buttiglione o del Ferrara.
d/ Concludo affermando che queste posizioni reazionarie non vanno derise né sbeffeggiate, ma screditate nel modo più distaccato e sistematico possibile. Perlomeno per dimostrare che la modernità, l’uso dei diritti civili e la volontà di mantenerli, hanno perlomeno avuto qualche effetto su una parte della popolazione. Ergo mi fa molto piacere che la questione t’interessi, ma siccome non si tratta più di una causa per la quale uccidere e morire, secondo me conviene (siamo noi ad abortire) trattarla a mente il più fredda possibile.
Cara, ho vent’anni di mestiere e le parti in cui mi esprimo con epiteti sono la minor parte, ma sono anche la minor parte di quelli che vengono evidenziati in rete e nelle rassegne stampa. Se guardassi la versione pubblicata sul Giornale, peraltro, scopriresti che di ‘cretini’ non si parla, ma solo di ipocriti, termine che ho usato perchè era quello da usare.
Dire che io possa evr usato due funerali come forma di “captatio benevolentiae” per gli insulti è una scemenza tale che riprenditela. Mi riferivo a uno stato emotivo che potesse giustificare maggiormente uno scrivere emotivo.
me la riprendo volentieri, perché la meno rilevante delle mie osservazioni, ma l’unica che ha destato il tuo interesse.
Su Macchianera trionfa la bile
“Tu sei coglione” “E tu invece un vile”.
“Sei porco, nazista e maleinformato”
“Quand’eri soldato ti han riformato”
“Tu non interpeti quello che vedi”
“A te invece ti puzzano i piedi”
E scriva la Bianchi, il Neri o il Facci
tempo un commento e volan gli stracci.
L’ecumenismo, che noia e che barba
l’unanimità a noialtri non garba.
Ma dopo degli anni mi viene un sospetto:
non è che si esagera un poco pochetto?
Si esagera certo
non prenderla a male
Sai questa è la rete
qui niente è reale
niente è reale,
Piti non è reale
Piti non è niente
Gabriella è permalosa
si ricorda di ogni cosa:
scioperavano i camiòn
lei li disse mascalzòn
lui invece li difese,
è passato circa un mese.
Ma tremenda è la vendetta
anche un anno lei ti aspetta:
lei di giornalismo vive
ma nessun legge che scrive:
sente dentro un gran rancore
servirebbe un buon dottore.
Forse son troppo ottimista
anche con lo specialista
ogni cura appare vana
per la bil della Campana.
Forse è meglio un bel trapianto
oggi van di moda tanto
chi la cute, chi i capelli
chi la cornea agli occhi belli.
Per la Bianchi, pensa te,
il cervel di scimpanzè.
ok. Cmq la pensiate: gran bel pezzo Facci
Stimo la Bianchi perché scrive bene ( e non solo per questo ;),
ma l’alloro di “rimaiolo 2008” a Piti non gliela leva nessuno.
Piti Alighieri subito!
Chi volesse fare sul serio come Padre Pietro Gheddo, questo almeno penso io, proporrebbe semmai una moratoria sulle Olimpiadi in Cina: e magari partendo proprio dall’aborto. Non è solo la nazione dove infatti vengono giustiziati più individui che in tutti i paesi del mondo messi insieme: è la nazione, atea e non laica, della disgraziatissima politica del figlio unico, è il luogo dove è capitato che funzionari statali affogassero i neonati secondogeniti in una risaia: e fioccano le testimonianze. Da noi c’è la 194, da loro non c’è nulla: l’aborto viene praticato sino al nono mese (a calci, se necessario) e le autorità estraggono dai feti il collagene che serve a produrre cosmetici destinati peraltro al mercato europeo: ne parlò anche il Guardian, gli aborti sono nelle profumerie. La Cina non è l’India o la Corea, dove pure avvengono orrori paragonabili: è il noto partner commerciale, è lo stato che pretende d’influire sulla nostra agenda diplomatica e che minaccia ritorsioni: mentre noi niente, noi andiamo in Cina a lanciare il giavellotto. Ma boicottare le Olimpiadi non sarebbe una campagna mirante in particolare a a provocare o a dividere: solo a ridurre il danno, unendo laici e cattolici. Non è roba per Giuliano Ferrara, temo.
Da non crederci, questo è forse il primo post di f.f. di cui condivido dalla prima all’ultima parola.
Vado a bere… molto anche…
Mi son trovata a scrivere più o meno le stesse cose sul blog di un amico, proprio oggi.Solo che, al contario di quanto scrive Facci, penso che la vita non inizi al momento della nascita, ma ben prima. Sostanzialmente, però, mi sento di sottolineare, soprattutto, la scarsissima opera di prevenzione e conoscenza dei metodi contraccettivi, grazie soprattutto all’opera gretta e oscurantista della Chiesa.
Mio padre è un lettore del Giornale: spero che oggi, leggendo Facci, non gli sia venuto un colpo, dal momento che ha posizioni abbastanza integraliste, ma più per motivi biologici che religiosi.
nel mezzo ((e oltre) del cammin di nostra vita
mi ritrovai in una macchianera
ma per fortuna m’incontro morosita
ch’è ben gentile et pulcherrima et sincera
Per una volta sono d’ accordo con te! Complimenti
Paologaz
Sono anche io contro chi vuole rivedere la 194 e mi pare di condividere buona parte di questo post, nonostante io sia di quella percentuale che il giornalista Facci definisce come il peggio dell’Italia. E ci tengo a ricordare che io non ho mai insultato con enormi falsità il signor Biagi, come lei ha sempre fatto. Le dico una cosa: il peggio dell’Italia, almeno nella mia persona, proverà ancora più gusto a partecipare al prossimo V-day per inserirla tra i destinatari.
Con rispetto, un pochino di sana cattiveria, e con un piccolo insulto dal mio punto di vista meritato destinato a chi scrive la metà delle proprie cose semplicemente perché deve scriverle compiacendo chi gli dà potere e soldi.
“I’ vorrei che tu, Piti e io….”
Un pensiero moro(e)sitante e poeticissimo.*****
Cazzo,
ma quello sopra di me è Maradona??
Con tutti i problemi che abbiamo quel pallone gonfiato di Ferrara, doveva proprio tirar fuori la legge sull’aborto! Legge peraltro perfetta così com’è, semmai avrei da ridire sulla sua attuazione, non tutti gli ospedali la praticano e spesso le donne sono costrette alla ricerca, non sempre possibile ,dove si possa effettuare in tempi brevi. Certo l’attesa non è cosa piacevole come la decisione presa. Ho sempre pensato che in una società laica e civile, si abbia il diritto di decidere quando e come mettere al mondo un figlio, ma purtroppo il pensiero cattolico torna a premere insistentemente. Cosi si tirano fuori cazzate come che l’aborto sia la causa delle diminuzione delle nascite e non l’aumentato costo della vita, la mancanza di lavoro, i figli non vivono d’aria. O ancor peggio questa storia benedetta dell’anima che i feti abbiano un anima, la cosa mi indigna, ci sono in giro tanti feti grandi senza anima e umanità, come quei medici che si dicono antiabortisti e che se paghi ti praticano l’aborto anche dopo il tempo stabilito!
COME TI PERMETTI DI PARLAR MALE DI BEPPE GRILLO ?
FORSE HAI LA MEMORIA CORTA ?
FORSE NON TI RICORDI CHE TI HANNO APPENA EPURATO DALLA RAI PERCHE’ SOSTENEVI COSE LEGGITTIME COME QUELLE CHE DA MESI SOSTIENE BEPPE GRILLO SULL’INFORMAZIONE !
MI VA BENISSIMO CHE CRITICHI FERRARA, LA RAI, I GIORNALISTI TUTTI !
MA BEPPE NO!
SBAGLI