50 Commenti

  1. Diamonds, cosa si intende per arte direi che te lo può spiegare bene Barynia, che è più sulle tue corde.

  2. A qualcuno dovevo pur dirlo. Sulla prima pagina di repubblica.it danno notizia della reunion dei Led Zeppelin, e cosi’ hanno pensato bene di mettere una foto dei Pink Floyd.
    Pulitzer!

  3. facci sostiene che il “popolo della rete” e quelli che lasciano dei post sui blog, non fanno altro che esorcizzare la propria mediocrità tramite insulti e messaggi ipercritici rivolti ai potenti.
    Tutte queste persone qunindi, attacherebbero il potere e i potenti solo per invidia.
    Io credo che questo sia un modo, anche abbastanza triste, di screditare gli utenti della rete.
    La rete non èdemocrazia, è molto di più.
    se presenti la tua faccia in Tv, nessuno ti può dire niente anche se vorrebbe…
    Su internet invece gli insulti o i complimenti te li prendi subito…e questo crea problemi a qualcuno.

  4. Mai pensato che date troppa importanza a Facci?
    Ragazzi, sembra la vostra legge elettorale.

  5. Ecco, infatti.
    Date importanza alle cose che ne hanno.
    Stronzi e ignoranti.
    Sottosviluppati.

    ***

    Prodi: «Non incontrerò il Dalai Lama»

    Il premier conferma in una nota: «Sarò via da Roma per precedenti e inderogabili impegni»

    ROMA – Nulla da fare: il presidente del Consiglio, Romano Prodi, non incontrerà il Dalai Lama, in questi giorni in Italia e da mercoledì a Roma per l’incontro in Campidoglio fra i Premi Nobel. La conferma arriva dallo stesso premier, all’indomani dell’incontro tra il leader tibetano e il sindaco di Milano Letizia Moratti, che ha fatto insorgere la Cina.

    «IMPEGNI PRECEDENTI» – In una lettera di risposta alla sollecitazione rivolta a Prodi dall’intergruppo parlamentare per il Tibet affinché incontrasse il leader religioso buddista, il premier precisa che «precedenti ed inderogabili impegni internazionali, legati alla mia partecipazione alla firma del nuovo Trattato dell’Unione Europea e al Consiglio Europeo non mi consentiranno di essere a Roma nei giorni in cui si terrà l’incontro dei Premi Nobel, cui è prevista la partecipazione del Dalai Lama». Il presidente del Consiglio si fermerà a Lisbona fino a giovedì per la cerimonia della firma del Trattato dell’Unione Europea. La sua risposta negativa arriva nello stesso giorno in cui il Comitato olimpico internazionale ha detto no alla partecipazione alle prossime Olimpiadi di Pechino di una squadra autonoma del Tibet.

    Il mancato incontro tra Prodi e il Dalai Lama è giudicato un’occasione perduta dall’Intergruppo parlamentare per il Tibet, che evidentemente non considera una giustificazione sufficiente il fatto che il premier si trovi momentaneamente a Lisbona. «La visita del Dalai Lama – ricorda Bruno Mellano, deputato radicale della Rosa nel Pugno e coordinatore dello stesso intergruppo – è infatti iniziata il 5 dicembre durerà sino al 17 dicembre: sono certo che il Dalai Lama avrebbe, con un sorriso, modificato il proprio programma di incontri e di iniziative, per incontrare il Presidente del Consiglio italiano. La lotta nonviolenta dei tibetani meritava maggior considerazione». Mellano ha inoltre evidenziato come l’organismo parlamentare da lui guidato «aveva sottolineato l’importanza e la valenza politica dell’incontro e dell’eventuale mancato incontro fra il Dalai Lama ed il capo del governo italiano». «Dopo le visite negli USA, in Canada, in Austria ed in Germania e dopo gli incontri con Bush, Harper, Gusenbauer e Merkel – ha fatto notare il deputato radicale – Roma si trova ad interrompere una serie di vertici ad alto livello, accettando di fatto i veti cinesi proprio nell’anno che va verso le Olimpiadi di Pechino. Credo si tratti di una scelta imprudente e sbagliata».

  6. Eh no caro Filippo…la voce del padrone impone di far passare sotto silenzio la notizia che hai postato. Non fosse mai che la figura del grande leader, faro di democrazia (a.k.a. l’uomo-della-palude-di-merda-che-resta-sempre-a-galla) venga in qualche modo sminuita da qualche fascistello che rema contro!
    Concentrati piuttosto a difendere il martire di professione che una volta in più ha cagato di fuori…

  7. facci,

    ti sei fatto di cosa oggi?

    quello che dici,
    oggi, non c’entra un cazzo!
    “fatti” un po’ di meno

  8. Ma sai solo insultare in questa maniera?Dietro un comouter?E ti chiamano l’antiTravaglio?Non hai nè il senso dell’ironia nè la bravura nè le capacità intellettive,non capisco a quale titolo ti chiamano a commentare in tv,se chiamassero Fedro del Gf otterrebbero lo stesso risultato, o con Pasquale Laricchia.

  9. In questo post si parla del Decameron di Luttazzi, sul Dalai Lama di recente su Macchianera sono apparsi “Arriva il Dalai Lama. E chi se ne frega” del 30/11 e “Arriva il Dalai Lama/2” del 04/12. Delle offese ripetute, benché piuttosto infantili, il commentatore fidelizzato di MN dovrebbe cominciare ad averne le tasche piene.

  10. Il ragazzo è frustrato vorrebbe ma non può,quindi a modo suo segue l’esempio di Feltri e Belpietro oggi và di moda il giornalista antipatico che scrive controcorrente e contro il buon senso perchè fa chic.

  11. Grazie Alieno. Di solito le figure di merda mi riescono da sole, ma una mano amica non si rifiuta mai.

  12. Ma se questo post parla di Luttazzi, perchè non riuscite a non parlare di me?
    Non cagatemi, ma davvero. Forza. Potete farcela.

  13. Facci, io ti stimo e ti voglio bene, però non puoi scrivere “stronzi e ignoranti.Sottosviluppati” a gente che accende il pc quasi solo (impressione mia) per provare un sadico e barbaro piacere nello scambiare insulti con la tua persona, e aspettarti di essere ignorato.

  14. Sarà ma io Sabato Sera ero a casa e,a quella battuta mi sono piegato dal ridere.
    Poi una cosa non capisco,come mai non hanno censurato la replica del giovedì sera e invece hanno bloccato la puntata del Sabato dopo…mumble! mumble! HA! CI SONO!
    Sabato scorso erano dentro una vasca da bagno con Berluscane e Dell’OtrE che gli pisciavano addosso, Privati che gli cagava in bocca e la Santonchè in completo sadomaso che li frusta.
    Nb.Scusa per gli errori di ortografia,peccato che non si possano correggere! :P

  15. “è disarmante vedere firme celebri annaspare di fronte alla satira e alla sua natura. Quello della volgarità, da sempre, è il pretesto principe di chi vuole tappare la bocca alla satira. Che sia chiaro una volta per tutte ( i furbastri più o meno interessati mi hanno un po’ stufato ): la volgarità è la TECNICA della satira. Con questa tecnica, la satira esprime idee e opinioni. Censurare la satira (in nome del cattivo gusto o di altri princìpi volatili e capziosi) è censurare le opinioni. E’ fascismo. Chi si attarda in disquisizioni sul buon gusto è un censore. Punto. L’unico limite lo stabilisce la legge: diffamazione, calunnia. La satira è arte: o è totalmente LIBERA, o non è satira. Se io parlo del sostegno immondo di Ferrara alla guerra criminale di Bush, Blair e Berlusconi in Iraq, e voi vi scandalizzate dei toni satirici invece che di Abu Grahib o del napalm a Falluja, la vostra scala di valori è corrotta. Era questo il significato di quel monologo. Come volevasi dimostrare. Daniele Luttazzi.”

  16. E’ interessante: qua sotto Luttazzi è già stato paragonato a Calderoli quando si mise la maglietta, e a Storace quando insultò la Montalcini. Ora io vorrei capire:

    – State dicendo che Calderoli e Storace non sono due rappresentanti istituzionali, ma due comici, e quindi difendete il loro diritto di fare satira?
    – Ma quindi difendete anche quello di Luttazzi? Ah, bene.

    Allora siamo d’accordo. Libertà di satira per Calderoli, Storace e Luttazzi. Ah, e magari fuori i primi due dal parlamento, ma questo va da sé.

  17. Da quanto dici sembra, caro Leo, che per poter fare satira serva il permesso. Di chi? E questo datore di permessi ha dato il permesso a Luttazzi e negato a Storace e all’autore delle vignette su Maometto (non Calderoli: Calderoli le ha solo riprese, così come Neri. O forse serve anche il permesso – di chi? – per riprendere satire altrui?)? E perché?

  18. Il prudente dall’Orto ha tutto il diritto di cacciare chi non gli garba.
    Allo stesso modo tutti noi abbiamo tutto il diritto di boicottare i principali inserzionisti di La7, comunicando loro i motivi della decisione via email, come il tonno AsDoMar (che andrebbe evitato solamente per le loro orride pubblicità)

  19. Vedremo. Luttazzi ha sporto denuncia e fatto sequestrare tutto il Decameron girato. Fregherà qualcosa a La7 dei suoi inserzionisti? Boh, la sua ‘vita’ sembra seguire altre dinamiche.

  20. Ma no, Lorenzo, hai capito male.
    Per fare satira non serve il permesso di nessuno.

    Però se io domani, nel mio luogo di lavoro, invece del mio lavoro (per il quale sono pagato), mi mettessi a fare satira, non sarebbe giusto.

    Storace vuole fare satira? Va bene, la faccia. E smetta di fare il deputato. Idem con Calderoli.

    C’è differenza tra un comico italiano con un Maometto sulla maglietta e un ministro della repubblica con la stessa maglietta. Se tu non la noti, ti garantisco che altri sì. Da questa sponda e dall’altra del mare.

  21. Luttazzi si meriterebbe di vivere trent’anni sotto Saddam Hussein. Magari ritroverebbe il senso di alcune sottili differenze, andate perdute nel mare di merdate in cui da anni è solito sguazzare.

    Comunque la censura è sempre sbagliata. E fate bene a boicottare per protesta i prodotti degli inserzionisti de La7.

    Peccato che a chi non è piaciuta la censura RAI ai danni di Facci non sia data uguale possibilità. Il canone a Santoro e alla contessina Borromeo è purtroppo dovuto per legge.

  22. Mentre Daniele Luttazzi si paragona ad Aristofane, per dire, il genio totale di Corrado Guzzanti latita dagli schermi. Cioè: se Luttazzi ricopre di escrementi un suo collega di La7, e viene cacciato, noi facciamo digressioni sulla satira anziché realizzare la definitiva modestia del personaggio.
    Luttazzi è uno che ha accusato le trasmissioni Buldozer, Le Iene, Colorado Cafè e Domenica In d’avergli copiato le battute, ma l’unica copia acclarata per ora è quella di Daniele Luttazzi (nome d’arte) verso l’americano David Letterman, da cui ha plagiato persino le iniziali. Christian Rocca e Guia Soncini come format e repertorio e scenografie di Luttazzi fossero ispirate a The Late Show, in onda su Raisat: e il fan club italiano di Letterman confermò tutto. Persino la famosa scena delle mutandine di Anna Falchi l’aveva proposta Letterman con Madonna nel 1994. D’accordo che la vita è plagio più fantasia, ma qui manca la fantasia.
    Luttazzi cita il Ruzzante, Eschilo, Lenny Bruce e scrive testualmente: «Non si distrugge l’arte». Ma del suo programma, tristemente, non rimarrà che l’associazione con una vasca da bagno, e non piena d’arte.
    A proposito: pare che la famosa battuta incriminata, pure quella, sia ispirata a una del comico americano Bill Hicks.

  23. Al solito il Facci cialtroneggia alla grande,perchè omette il fatto che il David Letterman show non è un format,ma un genere,infatti negli USA non c’è solo Letterman ma Jay Leno e Oprha per citare i piu’ famosi e tutti si rifanno a Steve Allen l’inventore del talk show.Daniele lo aveva detto esplicitamente che si ispirava al Letterman,ma le battute erano le sue.Su Cristian Rocca stendiamo un velo pietoso.Su Facci ritenta sarai piu’ fortunato.
    P.S.Luttazzi replicò a Parenti che gli chiese scusa.

  24. Ovviamente Corrado Guzzanti è un genio totale fino a quando non farà una battuta o tratterà argomenti sgraditi al Capo.Come quando all’indomani della chiusura di satyricon tutti paragonavano la satira di Luttazzi con quella di Sabina per far vedere che Sabina era brava e non volgare tanto che Mentana volle farle un’intervista ma Sabina disse che avrebbe dato la sua solidarietà a Luttazzi ma Mentana tagliò la parte dove Sabina parlava di Daniele.Poi sappiamo come è finita a Raiot Sabina parlò della Gasparri e divenne anche lei una che non faceva ridere.

    Facci ste cose dovresti saperle tu che sei hahahahgiornahahalistahahahahahahahah non io.

  25. “E’ tipico dei mascalzoni farsi beffe di una vittima sostenendo che in fondo il sopruso le è convenuto; ed è patognomonico della morale corrente che in questi cinque anni in tanti abbiano usato questo argomento per mettersi in luce presso il Grande Prepotente di cui essi sono a libro paga; ma le calunnie dette contro di me da Davide Parenti ed Enrico Mentana a Guia Soncini ( “Torno dopo il tg”, io Donna, 20 agosto 2005 ) raggiungono, credo, un nuovo zenit di carognaggine. Secondo costoro, che non mi conoscono affatto, la mia intervista a Marco Travaglio nel 2001 a Satyricon fu un accidente nel quale incappai per caso, “anche se poi Luttazzi ha capito che tanto valeva cavalcarli e fare l’eroe civile”. Parenti:- E’ così attaccato ai soldi che se avesse capito che ci rimetteva anche solo centomila lire…- ( A differenza, par di capire, di Parenti e Mentana, che se da anni macinano miliardi sulle reti di Berlusconi evidentemente è perché non sono né tirchi, né sprovveduti, né opportunisti come il sottoscritto.) Ai due conviene ignorare che c’è anche chi certe cose le fa, pur consapevole dei danni che dovrà subire, solo perché la sua coscienza glielo impone. E’ bello averne una. “

    Parenti risponde che intendeva dire altro; la Soncini ( ex-pupilla di Ferrara al Foglio ) si chiama fuori, allarmata dall’aggettivo patognomonico; Mentana dopo un mese mi incontra per caso in giro per Roma, mi chiama e mi tende la mano, imbarazzato. Mi dice che lui non c’entra nulla: ha fatto tutto Parenti, ma è stato frainteso dalla sintesi della Soncini. Poi mi chiede se può telefonare a Parenti per passarmelo. Ok. Parenti si scusa: “ Daniele, che piacere mi fa questa telefonata, tu non sai, ero in Francia quando è uscito l’articolo, mi ha telefonato Andrea Pezzi incazzato per questa cosa, io quella notte non ho dormito…”. Mi conferma: voleva solo dire che sa quanto sono indipendente. E allora perché non lo ha detto? Comunque gli dico che stia tranquillo, per me è tutto chiarito. Mentana mi saluta così: “Daniele, se vuoi venire a ‘Matrix’, quando vuoi, davvero.” Ringrazio, ma faccio presente che non posso andare a casa di chi mi ha fatto cacciare dalla Rai; e che, dopo tutto quello che ho detto di Berlusconi, non sarei credibile. Mentana: “Allora ne fai una questione di coerenza.” “Già.” “E io la rispetto”. Vorrei anche vedere.

    Glossa 2:

    “Il giorno dopo fa l’inferno”. Gli mando ogni volta un sms dove lo ringrazio del fatto che i suoi autori usano in tv le mie battute, visto che io ormai non posso più farlo ( per colpa del suo padrone ).

    Questi saccheggiano, ma il “difettuccio” è il mio che me ne accorgo!

    E questo, bontà sua, è solo uno di “una serie di difettucci”. Meno male che c’è Parenti a ricordarmi che non sono perfetto. Potrei montarmi la testa e credere di essere Parenti.

    Glossa 3:

    Precisiamo: Barracuda era la versione italiana del Letterman, su questo non ci piove; ma le cose che facevo io erano le mie ( monologhi, battute, sketches come la sindone di Martina Colombari ), mentre le gags con gli ospiti, cui contribuiva Parenti, erano spesso prese dal Letterman. Unicuique suum.

    Lo stile di Parenti è illustrato alla perfezione dalla trovata del test sulla droga ai parlamentari ignari. Sabelli Fioretti gli chiede:
    Perchè l’avete pubblicizzato prima?
    PARENTI: Si potrebbe anche pensare che fosse una grande paraculata perchè era la prima puntata e avevamo bisogno di una notizia forte che ci desse attenzione. E in effetti è stato così.

    ” In effetti. ” Paraculata al cubo:
    primo perchè hanno fatto credere che il test evidenziasse la contraddizione di quei parlamentari che si dicono contro la droga e poi ne fanno uso. Essendo il test anonimo, era inservibile a questo fine;
    secondo perchè hanno strumentalizzato ai fini dell’audience un tema serio e vero;
    terzo perchè hanno fatto il test ai parlamentari, senza farlo anche a se stessi. Se siete per la liberalizzazione, ragazzi, dov’è il problema?

    Dal blog di Daniele Luttazzi.

  26. Luttazzi non ha copiato (la produzione autoriale di) David Letterman, bensì ha utilizzato il format del suo programma (tanto che Mediaset ne ha pagato i diritti).
    La differenza tra le due cose è talmente lampante che chi le confonde non può che farlo in malafede.
    Pretendere poi di definire la “definitiva modestia” di un comico dal fatto che questi viene periodicamente censurato è ragionamento talmente contorto da apparire, per altro verso, assolutamente lineare.

    matteo

  27. Per i pochi che qui hanno completato gli studi dell’obbligo, da Il Foglio:

    ***

    Al direttore – Ho letto la sua lettera a Repubblica sulla sospensione del programma di Daniele Luttazzi, sulla rete 7 e anche le giustificazioni del comico sul suo tipo di satira. Lei afferma che “quella di Luttazzi su di me era satira, su questo non ci piove” e poi spiega perché, ciononostante, ha approvato la sospensione del programma perché contravveniva alle regole di mercato di una televisione commerciale e cioè al limite che un editore televisivo fissa alla libertà di satira. In base al buon senso non si può non essere d’accordo con lei. Però a me pare che si è persa un’ottima occasione di chiarire che cosa è diventata oggi la satira, e se sia giusto qualificare come tale l’offesa ai limiti dell’ingiuria. Chiunque abbia seguito il “Decameron” di Luttazzi si era reso conto che il suo modo di fare satira non si distingueva dall’espressione di quello che comunemente viene considerato un rosario di sconcezze. Quando Luttazzi è stato riproposto dalla 7 ai telespettatori, mi sono compiaciuto di questa iniziativa, perché rimediava a un torto che gli era stato fatto quando, per ragioni politiche, era stato esiliato dalla Rai tv ma lui non ha saputo apprezzare questa opportunità ed è diventato la punta dell’iceberg della satira uguale insulto, un genere che a prescindere da ogni valutazione politica suscita disgusto. Io non so se era giusto “licenziarlo”, ma sono convinto che il caso Luttazzi era l’opportunità per denunciare la degenerazione della satira soprattutto in televisione. Purtroppo è un’occasione che è stata perduta e dobbiamo quindi rassegnarci a considerare satira gl’insulti conditi con: “Vaffanculo e Cazzo”, nei programmi televisivi.
    Giovanni Russo

    Risposta del Direttore
    Egregio e caro Russo, ci vogliamo bene ma adesso lei è ingeneroso. Come fa a parlare di occasione persa? Dopo che la satira luttazziana, condita da una dose sovrabbondante di bullismo ideologico-scatologico, è stata sanzionata da quel sant’uomo di Antonio Campo Dall’Orto e da un paziente G. Ferrara, per nulla offeso ma freddamente intenzionato a curare il senso del limite nella società del vaffanculo politicamente corretto, è successo questo. Primo. Tre guru del pensiero di sinistra su Repubblica (Sofri, Serra e Corrado Guzzanti) hanno scritto o detto cose ragionevoli e interessanti, che non fanno di loro dei nemici della satira o dei servi del potere, ma il cui senso è: cari martiri, ci avete rotto un po’ i coglioni. Bene, no? Non ricorda le sciocchezze che abbiamo dovuto sentir dire per cinque lunghi anni e il martirologio infinito di un’era anche più lunga? Secondo. Daniele Luttazzi, che torno a invitare a Otto e mezzo e per quanto mi riguarda può riprendere anche domani la sua trasmissione, dopo avere ascoltato le mie ragioni di Grasso Inquisitore e averle metabolizzate (così la cacca viene anche più soda), ha rifiutato di discutere dicendo che non è una scimmietta e non vuole alzare l’odiens degli altri (gli basta il proprio, di odiens). Con questo rifiuto (pensaci, Daniele!) ammette, da vera scimmietta militante, che l’unico pubblico e gli unici interlocutori per lui tollerabili sono i macachi dell’ass. art 21 che lo ospiteranno in un teatrino per farsi la solita gustosa sega collettiva. E ammette altresì che il luogo giusto per la sua satiriasi è il teatrino off off Broadway, lo zoo giusto per i Lenny Bruce della mutua e dei miei stivali. Terzo. Mi sono tolto lo sfizio di ricordare ai colleghi del Manifesto, eroica cooperativa del lavoro sovietico che prende contributi dello stato (ma anche di Craxi e di Orazio Bagnasco e di Cesare Romiti: Valentino, sei sempre stato un Dio!), contributi purificati dalla sua ideologia anticapitalistica, come dice sempre la zia Norma nelle trasmissioni del servizio pubblico televisivo, che la satira ce l’hanno fin dentro la testata di quotidiano comunista. Sarebbe come se noi fossimo così sprovvisti di sense of humour da mettere sotto alla testata del Foglio un “quotidiano nazista” o “quotidiano razzista” o “quotidiano imperialista”, e questo per rivelare con orgoglio la vera bandiera che come è noto fluttua sulle nostre idee e sul nostro lavoro. E per soprammercato ci siamo detti certi che loro difenderebbero la libertà di satira come libertà assoluta, senza limite alcuno, anche nel caso in cui un comico di destra prendesse la Rossana Rossanda e la mettesse nella vasca e le infliggesse il trattamento satirico inflitto a me. Sarebbero certamente coerenti con i loro principi. Per tutta risposta la direttora, Mariuccia Ciotta, ci ha regalato un autogol da delirio tifoso. Ha detto che Rossana in vasca non farebbe ridere, perché lei non sta dalla parte del potere, è una combattente indomita della lotta generale, e dunque non se ne parla. Quel “residuo di sperma e cacca depositato sul lenzuolo dopo un rapporto anale”, il “Giulianone” di Luttazzi, sì; Rossana no. Ora, siccome sono una specie di scimmietta liberale, e dispongo di senso dell’umorismo, accetto volentieri questa confessione: siamo militanti della differenza antropologica, facciamo comizi ai convertiti, a quelli che già sanno che Giulianone è un torturatore di Abu Ghraib e dunque merita la cacca in bocca. Accetto volentieri la divisione del mondo in buoni e cattivi, e mi metto dalla parte dei cattivi, che per fortuna sono in maggioranza, altrimenti con una maggioranza di buoni saremmo in Urss o nel paese dei Talebani: però alla fine i cattivi hanno il diritto di vedere i buoni off off Broadway. Non è che abbiamo stravinto? Ci farà male al pancino?

  28. Nella lettera di Russo si nasconde tutta l’ipocrisia strisciante che giustifica ogni forma di censura.
    Sottolineo:

    “Quando Luttazzi è stato riproposto dalla 7 ai telespettatori, mi sono compiaciuto di questa iniziativa, perché rimediava a un torto che gli era stato fatto quando, per ragioni politiche, era stato esiliato dalla Rai tv ma lui non ha saputo apprezzare questa opportunità ed è diventato la punta dell’iceberg della satira uguale insulto, un genere che a prescindere da ogni valutazione politica suscita disgusto.”

    “Apprezzare l’opportunità” sa tanto di reintegrarsi nel paese dove si deve dire quello che si deve dire.
    Quanto alla risposta di Ferrara, la storia del martire che fa il martire si commenta da sola.
    Interessante poi il fatto che a degenerare, nella tv italiana, sia proprio la satira e la sua terribile volgarità in notturna.
    Il resto, evidentemente, va bene.

    matteo.

  29. Cioè, FErarra, il grande , intelligentissimo Ferrara, per cercare qualcosa di decente da rispondere tira fuori in ballo l’UrSS e i talebani? Ma davvero nessuno che voglia offrire un programma di ( auto-involontaria ) satira a Ferrara?

  30. Facci dice che è giusto chiudere Luttazzi perchè ha insultato lo spione della Cia,Facci si lamenta che lo hanno censurato alla Rai perchè l’ha definita una cloaca.Facci può insultare e gli altri no?Con il suo metro di giudizio allora invito i gestori di Macchianera a non ospitarlo piu’ qui dato che insulta e offende i lettori del Blog.
    P.s
    Filippuccio c’e gente che senza diploma o laurea sa ragionare ed è piu’ colto di te.
    Gior..hahahah..nahahahah..lista..hhahahahahahaahahaaahhaaaahahahahahaha.Solo in Italia ti potevano fare gior..hahahah..li.hahahahhahalistahahahahahahahahaha

  31. Se ho capito bene, caro Leo, a tuo avviso la satira ha dei limiti. E’ proprio quello che stai contestando.

    [Debbo nuovamente correggerti: Calderoli, come già ti ho ripetuto, non ha satireggiato oltrepassando i limiti di luogo e tempo di cui parli. Egli ha solo ripreso della satira altrui, così come Neri. E se la satira è “arte”, come dice l’Epurato, che un Ministro vada in giro con la Gioconda o altra opera d’arte sul petto non mi sembra affatto scandaloso: il popolo che lui rappresenta, anzi, dovrebbe essere orgoglioso di avere un Ministro così raffinato!]

  32. Si, poi i soliti critici (che, a sto punto, credo si divertano solo col Bagaglino) se ne escono sempre e solo col le solite 2 critiche: copia del Letterman e consigliere Dc. Il bello è che questi “notizioni” non sono mai stati nascosti da Luttazzi: come qualcuno ha riportato, Satyricon si è ispirato al Letterman*. Se pure avesse “copiato” qualche battuta, resta il fatto che Luttazzi ha creato milioni di battute e gag come pochi in Italia. E fanno ridere. Che sia stato consigliere Dc a 20 anni (altro scoop), è cosa nota e bisognerebbe sapere anche la storia**. Voglio dire aveva 20 anni e faceva qualcosa di attivo, non è che rubasse o scrivesse su l’unità o repubblica…

    * http://www.youtube.com/watch?v=V3LqC0lJTrw&feature=related

    ** http://www.youtube.com/watch?v=BWZHvOOEzkU

  33. luttazzi è volgare? la misura della volgarità è come sempre nella testa dell’interlocutore. per qualcuno è volgare mettere ferrara in una vasca da bagno per altri sarà volgare mostrare un tiro a segno con un feto (mostrato da luttazzi la settimana prima). ma se io ti faccio firmare un contratto con cui sancisco la tua totale libertà artistica e ti chiami luttazzi, e fai un programma a tarda ora dichiaratamente per adulti, inserzionisti consapevoli, poi non posso lamentarmi perché sei volgare. magari non farai ridere, sarai di pessimo gusto ma non potevo aspettarmi qualcosa di diverso.
    su una cosa sono d’accordo. questa non è censura politica. è una questione relativa all’esistenza di un limite alla libertà artistica in una trasmissione televisiva. si è censurato un “superamento dei limiti della satira” proprio perché era l’unico modo per sperare di risolvere un contratto senza dover pagare una sostanziosa penale.

  34. Noi non lo sappiamo se si tratta di censura politica, perché i motivi della chiusura di Decameron e dell’allontamento di Daniele Luttazzi da La7 rimangono perlomeno ambigui. Ha offeso Ferrara? Ha offeso Geronzi? Stava per offendere la nuova Ratzi-enciclica? Faceva troppi ascolti? Cominciava ad essere faticoso da ignorare? Le lance sono spuntate, fanno tutti un po’ tenerezza: Christian Rocca che scopre l’acqua calda e il suo direttore che divaga a più non posso e annaspa nella vasca rispondendo a John Doe.

  35. la maglietta di Calderoli è stata la sua uscita migliore(in particolare perchè nascondeva certamente un vecchio testamento nelle mutande).A quel tempo dispiacque vedere quel massacro aprioristico.La satira non deve avere paura di niente,nemmeno delle epurazioni,nè fretta(l’abbiamo imparato dal cinema:non possono vincere i cattivi).L’unico limite che deve darsi è quello di non sparare sulla croce rossa

  36. Siete voi che fate tenerezza. Ve la prendete coi soliti capri con una dietrologia da quattro soldi e frignate e battete i piedini per un copione, un mero traduttore di parole altrui. Bella quella del format, cioè che il talkshow è un format. Certo, anche il Tg è un format. Anch’io lo sono, c’ho messo un anno e mezzo per pensare questo commento. Che è arte. E quale sarebbe l’acqua calda, che Luttazzi è un copione e pure bugiardo?
    “Speaking of Satan, I was watching Rush Limbaugh the other day. Doesn’t Rush Limbaugh remind you of one of those gay guys who likes to lay in a tub while other men pee on him? Am I the only one? Can’t you see his fat body in a tub while Reagan, Quayle and Bush just stand around pissing on him? His little piggly wiggly dick can’t get hard, ‘Uhh… uhh… I can’t get hard. Reagan, pee in my mouth!’…”.

  37. se è per questo tu per criticare Luttazzi stai copiando pari pari le solite 2 critiche che gli muovono i soliti inventori d’acqua calda… giusto questo avete: come se Luttazzi avesse 2 o 3 battute nel suo repertorio.

  38. Capisco: l’han buttato fuori per plagio. [Il faudrait cesser de réduire le traducteur au rôle d’un scribe subalterne, ce serait une justice à lui rendre. Dans la lecture des textes étrangers, le traducteur est un tiers qui tient la chandelle. Il convient d’accepter de voir en lui le co-auteur ou réécrivain qu’il lui arrive si souvent d’être pour le plus grand bien de l’œuvre traduite. (“Le devoir et la tâche d’un écrivain sont ceux d’un traducteur” – M. Proust) Jean-René Ladmiral].

  39. No, Lorenzo, non hai ancora capito. Si vede che non ne hai voglia.
    Non è la satira che deve avere dei limiti. Sono i politici che dovrebbero fare il loro mestiere, e lasciare che i satiri facciano il loro.

  40. “La discussione, tanto cara ai politici nostrani, sulla necessità di paletti alla satira, non dovrebbe neppure essere ammessa. La satira esprime opinioni, e chi vuole conculcarla (cioè in genere proprio i suoi bersagli, che essendo persone di potere non vedono l’ora di esercitarlo) vuole conculcare il tuo diritto di esprimere le tue opinioni. E’ nella Costituzione, il discorso potrebbe finire qui. (..) Per la diffamazione e la calunnia le leggi ci sono già.”

  41. Facci vuole dire che chi giusto, giusto ha finito gli studi dell’obbligo, si legge, al limite, limite, il Foglio.

    Gli altri magari leggono dei giornali, magari esteri.

    Bravo Ferrara, l’inventore della par conditio fecale. Pisciare un po’ a destra, un po’ a sinistra, come da sbronzi.

    Ti siamo debitori.

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