Il mio bucato

Faccio una vita del cazzo tra lavoro,
casa, famiglia e prospettive per una radiosa vecchiaia con una
pensione da precaria. In parte è colpa mia, in parte delle
circostanze o del destino o delle congiunture astrali sfavorevoli.

Una vita del cazzo perché come
tutti quanti ero nata per fare chissà cosa e come qualcuno non
mi sono arresa all’idea che in fondo c’è chi sta molto peggio.
E una vita del cazzo perché nonostante non sia consuetudine
affidare ai blog la propria vita del cazzo, ho sempre saputo bene che
avere un blog non è la cosa per la quale ero nata né
una possibilità per diventarlo.

Poi come tutti quando scrivo,
soprattutto per altri, cerco di fare al meglio, al meglio per me.
Faccio il mio bel compitino e traggo dalla consapevolezza di essermi
piaciuta, la mia piccola soddisfazione.

Poco importa se gli altri non
apprezzano, il dito puntato sulle puttanate che scrivi o come le
scrivi, feriscono solo nella misura nella quale in ciò che
scrivi c’è qualcosa di te, qualcosa di intimo che a volte è
solo il desiderio di piacere.

Desiderio che non ho mai provato su
questo blog perché non sono a casa mia e anzi non sono neanche
sicura di essere stata invitata. E non mi è mai capitato su
questo blog perché qui nessuno stende al sole le proprie
mutande fresche di bucato o il proprio pigiama da lavare. Né
il pubblico che lo frequenta mi pare abbia mai mostrato per gli
autori, anche i più deboli, quel rispetto per gli altri di cui
si va poi riempendosi la bocca nei commenti. Se sei un autore di
Macchianera non sei un debole così come non puoi essere
sincero se sei un politico o onesto se sei ricco. Qualunquistico ma
tacitamente accettato anche da chi scrive su questo blog.

Tuttavia continuo di tanto in tanto a
scrivere qui perché tra le poche cose buone che ho fatto nella
mia vita del cazzo, c’è quella di non essermi mai fatta
intimorire o anche solo influenzare dalle circostanze. Non quando si
trattava di difendere quei pochi principi che ho, non quando
percepivo una diffusa ostilità per ciò che
rappresentavo più che per ciò che ero.

Ciò nonostante, o forse proprio
per questo, ho dovuto accettare molti compromessi compreso quello di
condurre una vita del cazzo e di essere costretta a dire “sissignore”
a molti più stronzi di quanti avrei mai immaginato nella mia
gioventù. Tutti “sissignore” che ho scelto consapevolmente
di accettare perché nessuno di questi mi costringeva a venir
meno ai miei principi o mi impediva di essere me stessa. Anzi, forse
è proprio grazie ai “sissignore” che si sceglie di
accettare, che è possibile fare ogni giorno un piccolo passo
in avanti nella direzione di ciò in cui si crede.

Per questo ho riflettuto tutto il
giorno sul post di Gaia e poi sulla sua mail che ho ricevuto in
privato, perché quando sul mio blog avevo accennato
all’argomento Epolis, lo avevo fatto senza pormi la domanda che poi
era inevitabile farsi e che oggi alla fine sono stata costretta a
farmi.

E ora? Ora ecco, mi son risposta che
fino a quando potrò continuare a scrivere quello che voglio
come ho fatto fino ad oggi, non c’è alcun motivo per smettere.

E non per soldi (si lavora gratis
praticamente da un anno) né per la popolarità (che
chiunque scriva su Epolis può confermare essere del tutto
invariata) e neanche per la mia nonna che contrariamente a quella di
Gaia, se ne frega altamente di quello che faccio. Ma perché
fino a quando posso andare a diritta per la mia strada, non ho alcuna
intenzione di sedermi ad aspettare che passi un altro treno.

E ora che ho steso il mio bucatino,
prima che la mia nudità diventi oggetto di un calendario per
sensibilizzare l’opinione pubblica sull’intimo significato di
coerenza, me ne torno nella mia tana a cercare qualcosa di adatto da
indossare.

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50 Commenti

  1. A volte sai comunicare davvero bene, Viss.
    Eh, se non ti andassi a infognare nei baccagli para-femministi, saresti una grande. Poichè ti infogni, sei medio-grande.

  2. Viss, nessuno ti può giudicare. Rispetto la tua decisione e ammiro il coraggio di esporti. Poi, vedi, c’è sempre qualche para-coglione che si permette giudizi ovvero cazzate medio-enormi in forma anonima, cosa possiamo farci.

  3. io mi permetto giudizi, cretina, dal momento che viss scrive pubblicamente e quindi approvazione e disapprovazione altrui diventano parte integrante della cosa. E se proprio ti cale, la conosco pure.
    Povera mentecatta.

  4. Ecco cosa succede su questo blog, anche due persone equilibrate, educate, “normali” (che conosco entrambe personalmente) già al secondo commento si insultano:-)
    Va bene cominciamo da capo.
    Piti anche tu hai particolarmente a cuore la condizione dei lavoratori e la infili ovunque anche quando non c’entra niente con la differenza che io riconosco che i lavoratori non se la passano affatto bene mentre tu sei convinto che le donne godano addirittura di maggiori diritti degli uomini:-)
    Gaia, ovviamente anche io rispetto la tua decisione, ma immagino che non sia necessario precisarlo.

  5. Sarebbero motivazioni condivisibili, se non fosse per lo spreco della mitica interiezione.
    Come se con l’intercalare un pensiero col cazzo e il mettere sempre a nudo i propri panni si aspirasse ad essere accettati da questo parterre di gentili para-commentatori.

  6. Gaia, anche “Viscontessa” è un nick, l’hai notato? Non è perché la conosci te che è meno anonima di Piti.

  7. Anche io ho un nick (Copiascolla) ma lo uso solo per scrivere cazzate astruse o per spolverare le suppellettili. Per le serietà ragionevoli uso il nome e cognome, bibidi bibidi bù.

  8. “Una vita del cazzo perché come tutti quanti ero nata per fare chissà cosa”
    Già. (mi riferisco a me)

  9. MA che fissa con questa storia dell’anonimato. Se io dico che dietro Pepitol Grijander c’è José Puig, cosa cambia? Se Facci si vuole fare una comoda vecchiaia sul mio tergo, sappia che sono Co.Co.Proissimo. Indi al massimo un’andata ad Hammamet per ricordare la Concordia Omnium Bonorum.

    Se dico na cagata, m’insultate (thanks)
    Se dico una cosa giusta, l’avete pensata prima.

    Mi scusi Viscontessa, tra un attimo la leggo.

  10. Ronf ronffff ronf ronf… Con tutto il rispetto per ciò che ha scritto Viss, ma non avete niente di meglio da fare a quest’ora? Chessò, mettere a nanna i bimbi, farvi una camomilla. Io per esempio sto aspettando che asciughi una pittura, ho appena disegnato una rana su per il muro della cucina. E’ bellissima, sembra viva.

  11. Virginia solo tu potevi cercare di individuare la debolezza dell’autore di un post che tra l’altro denuncia proprio questo tipo di atteggiamento:-)

  12. Io ho appiccicato una caccola sul muro.
    Come te sono in attesa di una qualsiasi aderenza.

    Viscontessa: sono straniero; l’affitto mi tormenta, il preside della scuola mia crede di gestire un grande albergo. Cmq i miei auguri.

  13. No, per carità, il dibattito sui nick è interessante.
    Ma proprio su Macchianera?

    E’ come giocare a tennis con una persona che si lamenta continuamente della rotondità della pallina, insomma, al di là di ogni considerazione, soccia che due maroni.

    Se uno usa un nick da mesi, da anni; se non lo cambia mai; se ormai il suo nick è più riconoscibile del cognome, qual è il problema? Che Facci fa un po’ fatica a tracciarti se ti deve querelare? Ma se proprio ha voglia ce la fa, andiamo.

    Adesso vado a bruciare tutti i dischi di Bob Dylan, perché ho scoperto su wikipedia che non è il suo vero nome.

  14. Tra parentesi, tutta queste brave persone che qui nei commenti vorrebbero sbudellarsi a vicenda, poi una volta o l’altra si trovano casualmente a cena dal Neri o a qualche raduno di blogger (Esistono ancora, sì. Ci vado anch’io, sì. Per rimorchiare, sì.) e si dicono cose come: ahahahah sei tu quel simpatico Pepitol Grilander? Nessun rancore occhèi? Quando ho detto che tua sorella va a battere sulla provinciale, scherzavo naturalmente. Aahahah. Ah. Bleah. Scusa Pepitol, ti ho usato come capro.

  15. il mio nick ha 10 anni e ci sono più affezionato che al mio nome visto che me lo sono scelto da solo (dico, fico eh?..)
    per il resto mi pare che ciclicamente le nostre autrici preferite demonizzano “l’arte retribuita” per il solo motivo che la loro, di arte, non lo è. e allora quelli pagati sono i venduti e i puri sono i morti di fame. insomma “sono libera” è diventata la formula magica per dire “non ho trovato un cane disposto a pagarmi per sentire i cazzi miei”. un po’ di rispetto, il cane è pur sempre il migliore amico dell’uomo.
    ciao care, vado a nanna ;)

  16. Leo, nick o meno, da quale pulpito viene la predica. Mi sembrava che il dibattito fosse un altro, stando al tema dell’autore. Ma tu ti sei tuffato come un bambino nella magnifica ossessione, proprio qui. Che è la stessa di altri più o meno felicemente nickati. Qui, o uno sta sul tema oppure, nick o meno, si torna a bomba sul tormentone di Facci.
    Sì certo, Bob Dylan come Leo.
    Robe da psicoanalisi.

  17. Ma Pitti prima ti ha dato della mentecatta.

    Dici che si è pentito cosi in fretta? Erano le 22. Non ti ha più degnato di una parola.

    Mi dispiace.

  18. Viscontessa,
    tu cosa vorresti o avresti voluto indossare?
    Parte tutto da lì o sbaglio?
    (a scanso di equivoci e di pugni in faccia -che a M/N si entra innanzitutto per sfogarsi- aucune ironie subtile ;)

  19. Over, quel tuo nick con la erre moscia è un rischio. C’è chi ti chiama Ove (?) perché non ha capito la sottigliezza intellettuale della ®.

    E la questione del “non ho trovato un cane disposto a pagarmi per sentire i cazzi miei”, risparmiatela: io scrivo di mestiere e mi pagano eccome.

    Solo la rubrica su E Polis non me la pagano (a me e a parecchie altre persone), anche se dovrebbero, perché il precedente editore ha mandato la baracca in bancarotta.

    Potrei querelarli tutti e rivendicare il vile soldo, ma non lo farò perché sono una creatura mansueta e come ho già detto, in certi casi sono disposta a scrivere anche gratis. In altri casi, nemmeno a pagamento o sotto tortura.

  20. Ove(r) sei ingiusto, ho premesso che devo dire tanti più “sissignore” di quanti avessi mai immaginato il che significa che devo vendere quotidianamente almeno la mia professionalità che non è quella di giornalista. E proprio perché non sono una giornalista, non campo con quello scrivo, non sono obbligata a farlo e lo faccio solo “per piacere” posso permettermi di dire no quando mi pare.
    E’ vero “non ho trovato un cane disposto a pagarmi per sentire i cazzi miei” a dire il vero non l’ho mai neanche cercato ma se può consolari ho cercato qualcuno disposto a pagarmi per svolgere un altro lavoro e non sempre l’ho trovato.

  21. Non so Morosita, di solito per entrare in questo sito conviene indossare una corazza (ma riconoscibile che altrimenti ti dicono che sei uno sporco commentatore anonimo) ma stasera ho messo la vestaglietta da casa e ora porto a nanna i bambini che la piccola Gaia è stanca e deve riposare:-)

  22. oddio! e quell’altro che ha attaccato le caccole sul muro?
    Pepitol! levati subito il costumino da Batman e vai a letto anche tu che è tardi!
    Virginia, almeno tu che sei più grandicella e così giudiziosa dammi una mano!

    (quella con le rane, questo con le caccole….mi faranno impazzire!)

  23. Forse era una domanda più ‘profonda’ la mia, ma la vasca dei piragna effettivamente non è la sede più adatta. E vestaglietta sia!
    ‘notte

  24. Morosita avevo capito il senso della tua domanda ma nel contesto, sul momento, mi pareva che non fosse il momento giusto per rispondere:-)
    (ma domattina appena ho portato i bambini a scuola ritorno anche se Pepitol mi da qualche pensiero. l’ho visto andare nel suo lettino con uno strano completino in lattice nero e una frusta in mano….)

  25. Dopo aver perso infinite volte il commento, ci riprovo.
    Virginia dice :”Sarebbero motivazioni condivisibili, se non fosse per lo spreco della mitica interiezione.Come se con l’intercalare un pensiero col cazzo e il mettere sempre a nudo i propri panni si aspirasse ad essere accettati da questo parterre di gentili para-commentatori”.
    Si scrive quasi sempre per essere accettati o perlomeno condivisi. C’è poi chi scrive per provocare, ma anche lì la ragione di fondo è più o meno la stessa anche se coinvolge solo alcune parti di se stesso ed il rapporto insoluto di queste con la noia.
    Mettersi a nudo un tempo spiazzava l’avversario/interlocutore, un modo tacito per invitarlo a parlare ad armi pari o quantomeno a evitare di attaccare. L’esatto contrario di Patroclo con Achille. Ma sono vecchi trucchi, astuzie da oratori in pensione, cortesie tra semi dei e alle navigate volpi del web(e non solo) già non basta più. Tuttavia esistono i contesti, esistono la buona fede e il libero sfogo, quando si sceglie di vederli e di leggere oltre, naturalmente.
    In quanto a pen-os-i intercalari, DIGIAAAAMOLO su,
    detti da un uomo in un post DA uomo fa figo e alternativo-irriverente, detto da una donna fa frustrata, repressa, finto-maschiaccia.
    E magari non è vero in nessuno dei casi (leggasi casistica sfogo, già contemplata). Allora digiaaaamolo da nick che sicuramente non sbagliamo. Servirà a qualcosa sto cazzo di anonimato, eccheccazzo.

  26. gigì cara, lo so ben che ti pagano per scrivere pubblicità, ma non penso ti paghino per scrivere “i cazzi tuoi”. cioè dico, forse mi pagherebbero per suonare la mazurka di periferia ma non ci vedo nulla di stimolante. certo, sempre suonare è..
    viss, sono ingiusto ma non dipende da me, ho solo descritto una situazione; e forse potresti cercarlo qualcuno disposto a pagarti per scrivere, almeno per sapere come va a finire.
    perchè io la penso un po’ così, il migliore lavoro che puoi trovare è quello che faresti anche senza essere pagato. certo non è cosa da tutti, ci vuole una congiuntura astrale di talento e coglioni.

  27. Riprovo a commentare visto che il mio pensiero è già andato in fumo una volta.
    Volevo dire a Viscontessa che oggi mi trovo davvero in sintonia col suo pensiero e a quanti l’hanno tacciata di infognarsi in “baccagli para-femministi” dico: ce ne fossero. Ce ne fossero altre ancora di donne consapevoli che quel po’ che abbiamo non è affatto assodato e acquisito ma conquistato giorno per giorno a costo di sacrifici e rinunce. Sì è vero apparteniamo a una generazione che doveva stare meglio, che avrebbe fatto chissà cosa e invece no.
    E allora ben vengano le donne come Viscontessa che oltre a rassettare la testa dal parrucchiere si ricordano che dentro quel grazioso cranio c’è anche altro da coltivare e da mantenere.
    Non ha importanza il campo in cui si zappa perché se c’è una cosa che “noi che dovevamo fare chissà che” abbiamo imparato è che l’unica via di salvezza è il famoso “aiutati che Dio t’aiuta”.

  28. 1) non capisco nemmeno io tutta ‘sta polemica sul nick come mascheramento vigliacco che permette le peggio turpitudini: a che serve sapere che mi chiamo paolo tarabusi, abito a imola, ho 46 anni, detesto le uova al tegamino e mi piace nuotare?
    Cambia qualcosa rispetto a piti? E perchè?

    2) in ogni caso, e questo la giordani lo ha glissato dopo aver capito di aver pestato una merda, Viss sa chi sono, come mi chiamo, qual è il mio indirizzo ecc ecc;

    3) ho commentato, perdipiù in modo benevolo il post di Viss, alla quale faccio sempre arrivare i c.d. segni della mia stima quando mi pare sia del caso, e mi sento attaccato da un cagnino da guardia nemmeno capace di distinguere gli amici dai nemici;

    4) anche avessi detto che il post di Viss era una puttanata, e non l’ho detto, è del postatore il peso del giudizio dell’altro. Uno o una mette un suo pensiero su un posto dove lo possono leggere anche nella Terra del Fuoco o in Siberia, o addirttura a Imola, e lascia abilitai i commenti: signiifica qualcosa tutto ciò?

    5) la giordani, con un furore inversamente proporzionale alla sua capacità di discernimento, mi dà immediatamnete del coglione e dello spara cazzate in due righe di commento: ma quello, invece, è un giudizio ammissibile e argomentato, mica il mio, eh no;

    6) dato il punto 5), Viss, non sono due persone che si insultano. Una comincia a insultare, e l’altro non ama essere aggredito a freddo, tanto meno in novembre. Sarò puerile, ma morirò pensando che ci sia una bella differenza tra aggressore e aggredito;

    7) hai ragione, Viss, parlo della condizione di chi lavora in ogni dove. Del resto i lavoratori sono peggio trattati, come categoria, delle donne, come categoria ;-))

  29. Ove anche il lavoro più divertene e stimolante dopo un po’ diventa un lavoro:-)
    Comunque mi riferivo al caso specifico, parlavo dei quotidiani Epolis. Il mio lavoro resta un altro e su quello preferisco concentrare le incazzature, i “sissignore”, le angosce e tutto quello che porta con se un lavoro, poi scrivo anche e ben venga quando pagano ma preferisco non sottoporre quello che nato come un diversivo, alla centrifuga degli stress lavorativi.

    Morosita, non sei del tutto fuori strada. Si scrive per gli altri così come si parla per gli altri anche se scrivere, soprattutto in certi contesti, è percepito dai lettori come lo sfoggio di un’ambizione da troncare sul nascere. Mettersi a nudo, come dici tu, è un modo per costringere l’eventuale avversario a concentrarsi su ciò che sei o ciò che vuoi esprimere e non su come lo esprimi o cosa rappresenti. Attaccare l’ambizione che non indossi, l’arroganza che non calzi, il maglioncino della provocazione che non hai infilato, diventa impossibile per l’avversario a meno di non passare per un cretino.
    E anche confondere la pelle nuda con l’abito della voglia di farsi accettare, non è una grande idea.

  30. In generale mi pare che su MN l’esprit du blog sia particolarmente bilioso. O, come diceva un soldatino tedesco di Bonvi, permalosetten. Si sta molto in agguato, commentatori contro postatori, postatori contro commentatori, e tutte le altre possibilità offerte dal calcolo combinatorio, per cogliere in castagna, per risentirsi, per far vedere che girano geni incompresi costretti dal destino cinico e baro nelle anguste fincature di questo blog frequentato da buzzurri con i peli sui denti che al massimo sono andati a Bologna in corriera e leggono Gente e Tuttosport.

    C’è una sorta di automatismo per il quale non si considera che il mezzo scritturale non permette di vedere i volti e cogliere i toni, comprendendo la sfumature. Non c’è disponibilità a priori, c’è competitività. Sembra si senta una tensione, come da provino delle giovanili dell’Imolese quando veniva l’osservatore del Bologna e tutti eravamo tesi come corde di violoino e indisponibili all’altro come speculatori di borsa di Macao.

    Ma qui, chi è l’ossservatore del Bologna di fronte al quale dobbiamo far bella figura a ogni costo, specie costo altrui? Ci sono alcuni happy few, che diciamo sono arrivati: il padrone di csa, il Facci e qualcun altro. Il resto sono persone che fanno altro, più o meno volentieri, che non sembrano avere un’età che comporti sogni di riscatto tipo film di Capra, persone tutte ben scolarizzate e dotate in teoria degli strumenti sufficienti a capire che la loro vita non cambierà, e che semmai dovesse accadere non sarà per quello che si è detto su MN.
    In altri blog, per quel po’ che mi capita di bazzicarli, non è così. Di piccola taglia ma gradevoli come oracamminiamoeretti (nato guarda caso da una transumanza da questo blog per qualche scazzo, tanto per cambiare) o piuttosto famosi come Daveblog, non stanno sempre lì a chiedersi tutti: “Chi mangerò oggi? Chi vorra mangiarmi domani?”

    E allora, cosa è questo stare sempre con il fucile puntato, perchè, per cosa?

  31. Piti, caro. NOn devi solo tagliarti il pipetto. Dovresti anche occuparti di casa e figli più del tuo compagno. COse che pare che le donne non possono delegare più di tanto ai maschietti se no dice che si ” femminilizzano” e non ci sono più i ruoli di una volta signora mia e i maschietti entrano in crisi. Dice che diventano troppo sensibili. Inoltre, dovresti accontentarti di essere pagato in genere di meno. Io direi che puoi rimanere felicemente col tuo pipetto.

    ( e non parliamo dei munerosi altri benefit dell’essere uomini. Tipo, cominciare a diventare interessante più o meno all’età in cui una donna inizia a smettere di esserlo, oppure la possibilità di essere considerato un gran figo se vai con una più giovane, mentre da donna saresti considerato solo una che si è fatto il ” giocattolo”, etc…)
    DAi reatta a me, non ti tagliare niente;)

    Vis mi perdonerà l’O.T, spero:)

  32. Vis, puoi andare dritta per la tua strada perche’ scrivi delle robe che non danno fastidio a nessuno. Non e’ che sia obbligatorio, naturalmente, ma leggendo questo post uno potrebbe avere l’impressione che sei Santoro che lavora su Mediaset.

    Bel ragionamento comunque, complimenti: a me Dell’Utri non ha fatto niente, dunque me ne sbatto di chi e’, cosa ha combinato, quanti anni gli hanno dato per associazione esterna ecc.

    Finche’ non censurera’ i miei post sulle pulizie di primavera, tutto bene.

  33. Poi questa storia che su Macchianera ci sei finita quasi per caso, senza volerlo.

    Ti potrei linkare una discussione di forse due anni fa in cui alcune pasionarie amiche di ti garantiscono il loro impegno per farti avere la pw su Mn, per portare avanti un certo discorso a monte e a valle del corpo e’ mio e lo gestisco io e robe del genere.

    Ma va va va.

  34. MJ, supponiamo che io mi occupi già della casa, se non altro perchè se non lo faccio io non lo fa nessun altro.

    Supponiamo che in molti casi la minor partecipazione maschile alle faccende di casa derivi dal fatto che l’uomo sia la locomotiva della famiglia per quanto riguarda il lavoro e il relativo guadagno. Molti trovano questo un onore, ma io, con un immaginario (de)formatosi negli anni ’70, lo trovo soprattutto un onere.

    Supponiamo che ammesso che il 50-60nne masculo sia più interessante della coetanea femmina, va ricordato che dai 16 ai 25 il masculo era considerato un bamboccio e la coetanea femmina poteva anche mettersi con presidente del perugia, primo passo per una brillante carriera in politica, tendenza gian franco.

    Supponiamo che l’organizzazione interna alla famiglia su chi porta fuori il pattume o su chi lava a mano i capi delicati siano capperi degli interessati, che liberamente trattano la cosa e non diventi materia di compensazione giuridica tecnica ed esplicita.

    Detto ciò, vado. Ho l’appuntamento dal chirurgo plastico. Devo scegliere il modello di vagina da famri impiantare. Sono indeciso fra il modello caverna di Bin Laden e quello a musetto di criceto.

  35. Buongiorno,
    il completino in lattice nero mi sta’ benissimo e mi dona un’autorevolezza degna dell’austroungarico baffo.
    Ma confesso che l’autunno e i frutti di stagione mi hanno procacciato, specchio crudele, qualche chiletto di troppo.
    Troppa tigella per il buon Bondage!

  36. A onor del vero mi pare che su Macchianera la versione Pink sia miseramente fallita mentre vanno forte i wallpaper. Sarà un segnale dei tempi e della gente che questi tempi li determina, o no?

  37. Ti consiglio il modello criceto, Piti. Non ti sto a spiegare perchè venga preferito al modello caverna perchè se no andiamo troppo O.T.

    Per il resto, ma non parlavamo di possibilità di andare prima in pensione tra uomini e donne che lavorano? Quindi, si suppone che le locomotive in casa siano almeno due. Quindi ancora, non ammessa la tua obiezione che i vantaggi di cui gode l’uomo in casa derivino dal fatto che lui porta avanti la baracca.

  38. C’è una bella differenza di fatica tra un’applicata di segreteria alla scuola media e un dirigente di azienda. Poi, arrivati a casa, si fa a metà dei rispettivi guadagni. Poi, quella che prende mille euro e li divide con chi ne prende seimila, il quale divide i suoi seimila con quella che ne prende mille, si lamenta pure. E va in pensione prima.

    Anch’io pensavo al modello musetto di criceto. Mi piaceva tanto, ricordo, prima di operarmi.

  39. Ma i matrimoni sono tutti fra dirigenti di azienda e applicata alla segreteria? Tra insegnante e insegnate, fra bidello e professore, fra propietari di negozi, tra operaio e operaia non ci si sposa?
    Cioè, tra gente che ha stipendi simili non è abitudine sposarsi? Voglio dire che nella maggior parte dei casi non c’è molta differenza di reddito. O la differenza non ripaga del lavoro aggratis che fanno le donne in casa in più.

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