Mi ero ripromesso di non farne più cenno, lasciare che la mota instabile della Rete ingoiasse anche lui, fra le mille digestioni silenziose che compie ogni istante, ma la “dodicesima domanda” ha fatto scattare il congegno.
“Almeno una dozzina di esseri umani me ne deve chiedere conto” – aveva sibilato la mia parte più ossessiva – “altrimenti il Calendario di Net To Be non lo voglio più nemmeno nominare”.
Ma nel corso di questi mesi la sporca dozzina pian piano si è formata e io prendo da sempre sul serio le mie nevrosi (a Clarence Giuseppe Genna e io ce le porgevamo a vicenda, infatuati in particolare dell’ossessione per i nani monociliati e Fred Astaire).
Quindi rispondo a quegli amici che chiedono perché le uscite del “ “Calendario Secsi” sono state appena due, a fronte di un misurato ma effettivo strombazzamento che mi ero peritato di orchestrare alla fine del 2006.
L’assassina fu la Rete, amici, oppure la concezione che di Ella io continuo ad avere. La Rete motivava quella piccola ma (per me) molto impegnativa produzione, o meglio: quanto la Rete sia in grado di muovere commenti, di stratificare la creatività, di rimbalzare i materiali fino a scassarne la prospettiva, a “ingoiarsi” i presupposti dell’autore risputando altro, spesso arricchito di significati.
Le mie modeste proposte di gennaio e febbraio 2007 non misero in moto nulla, non provocarono particolari reazioni, nemmeno nella, diciamo così, cerchia intima. Nemmeno fra le persone “convocate” alla “conferenza stampa ” (;-)). E non mi annoia precisare di nuovo, come facevo ai tempi della “Net To Be” quotidiana o quasi, che non è questione di gratificazione personale o della coda di paglia dell’autore incompreso, ma del senso stesso dello stare qui sul Web. Per noi che abbiamo “inziato all’inizio“, internet come coda di pavone, come vetrina muta ha ben poco significato. Io stesso, quando la gestico come un utilissimo catalogo, un magazzino aperto a tutti, so bene di utilizzarla al minimo del suo potenziale. Mi spiace, ma non è quello che la Rete può fare, non è quello che motiva il mio lavoro qui sopra, non retribuito e molto divertito.
Spiegatomi con i dodici piccoli ignavi (:-)), mi scuso con tutti gli altri e aggiungo, ce ne fosse bisogno che, urka se lo so, quel Calendario Secsi non era poi nulla di che. Se fossi uno di quelli che pensa di sfornare capolavori incompresi non starei qui a intigniarla. Invece sono notoriamente un appagato, bonario piccolo autore che ogni tanto costruisce grimaldelli a colori e ancora più di rado vi annoia con precisazioni come questa.
Beh, se non avrai successo come ideatore, cosa che invece ti auguro, puoi sempre scrivere dato che scrivi molto bene. :)
Ciao e buona fortuna! ;)
e io che credevo che alla Immanet avessero deciso di accorciare l’anno perché non erano riusciti a mettersi d’accordo se ci fosse o no il 29 febbraio 2007!
@CARLO: grazie, sei gentile! :) Ma mi sa che il mio destino è segnato: disegnare, disegnare a testa dura. @.MAU. semmai non tutti volevano posare nudi mentre alcuni volevano ASSOLUTAMENTE farlo. Fin troppo reattivi, alla Immanet ;)
Un post riguardo al mese di febbraio lo feci. Quindi grazie della spiegazione e delle scuse. Il tuo magazzino in rete ha tante entrate e tante uscite e tanti piani. Visto da dentro sembra un po’, come dire, sparpagliato, quasi labirintico senza percorsi prefissati, mentre il Calendario Secsi è un vicolo cieco (e forse non è neppure il solo).
Una spiegazione, a mio personale e non richiesto parere, dovresti inserirla anche (seppur reinventandole nel linguaggio Immanet) nella pagina dedicata al calendario, perché così com’è abbandonata mette tristezza ammuffita. E ritengo non lo meritino i personaggi, i frequentatori e neppure tu in qualità di autore.
Mi espongo commentando non tanto pensando alla gratificazione personale tua di disegnatore “a testa dura”, quanto alla gratificazione mia di visitatore “a testa dura”.
Con immutata stima.
PS. Se ritenti nel 2008, prova a disegnare geannaio e febbraio inserendo alcune caricature secsi (immaginarie, possibilmente :D) di blogger, e vedrai come si butteranno a pesce songiurandoti e mostrandosi disposti a tutto per essere ritratti a marzo o giugno (personalmente febbraio o niente).
@gattostanco: hai perfettamente ragione, metterò la spiegazione in zona calendari. Grazie per la tua partecipazione costante alle mie malefatte, anche l’idea del calendario dei blogger non è male, anche se mi fa un po’ paura ;) A presto, felino! :D
@gattostanco: hai perfettamente ragione, metterò la spiegazione in zona calendari. Grazie per la tua partecipazione costante alle mie malefatte, anche l’idea del calendario dei blogger non è male, anche se mi fa un po’ paura ;) A presto, felino! :D
Concordo totalmente, oberto, e con malinconico assenso piego la testa ai tuoi voleri di capo più giocoliere del mondo, della mia vita e della rosetta di pane che finiva in bocca alla mamma. Di qui, un invito: non c’è che da pressare CHI SAI TU, cioè COLUI CHE STA AVANTI E VEDE IL MAR ROSSO E PUO’ FENDERLO, affinché si torni a schuetzen e suonatori di corno svizzero, a consumatori di Dover e tremuli Esserini – che sono la moneta corrente che ci piace intascare. Il tempo non passa mai e, più si va avanti, a vederlo, questo Web 2.0, più penso che stavamo azzeccando tutto – ma proprio tutto. Il progetto esiste: basta che ci si veda a tre o quattro, poiché, abolita la figura del venture capital (riparato in Ismizia, dove è tuttora recluso in cella insonorizzata da tessuto di pino peloso), io forse ho trovato la chiave economica. Quindi: fallo capire tu, al MOSE’ che stiamo aspettando torni giù dal Sinai con le tavole della legge per noi- ché noi gli ubbidiamo. Facciamo questo, pur di tornare a guadagnare mettendo Sergio Baracco a confronto con Lapo Elkann (quando ancora non era Lapo Elkann – poi dimmi che non ci vedevamo con anni di anticipo…).
Un abbraccio, l’appello è accorato, il cazzo di roveto ardente sta ancora proponendo contratti annuali al nostro MOSE’…
Il tuo giu