Michele Brambilla aveva ragione, sul Giornale di ieri: nelle campagne contro la discriminazione dell’omosessualità c’è rimasto ben poco di choccante. Il messaggio è passato, e certa ostentazione del gay nella società ha talvolta le sembianze più di una strategia di marketing che di una campagna civile. Il problema è che negli anfratti più retrivi del nostro centrodestra, a mio personale avviso, permangono delle posture ideologiche che certe campagne continuano a giustificarle.
Nello stesso giorno in cui il vicedirettore del Giornale Michele Brambilla faceva osservazioni savie e prudenti, infatti, i giornali riportavano dichiarazioni allucinanti come la seguente di Luca Volontè dell’Udc: «Far credere che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata, è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico e sociale».
Ma fuorviante e vergognoso è solo Volontè, e beninteso sarebbero anche fattacci suoi e nondimeno dei vari Massimo Polledri (Lega) e Isabella Bertolini (Forza Italia) che sugli stessi giornali intanto biascicavano concetti similari pur di dire qualcosa: il problema è che qualcuno potrebbe pensare che l?opinione di tutto il centrodestra corrisponda a quella.
Il nostro bipolarismo infatti è ancora giovane e imperfetto, non è ancora chiaro che in uno stesso schieramento possano convivere idee assai diverse come per esempio accade negli Usa tra i democratici e i repubblicani: da noi il primo che parla rischia di sembrare un portavoce. Nel caso delle affermazioni di Volontè, peraltro, non si tratta di idee come tante che si possano discutere: sono solo fantasmi seppelliti dalla Storia, dal liberalismo, dal metodo sperimentale, sono retroguardie di una religiosità retriva e ideologica che non ha nulla che spartire con la pratica cattolica di milioni di italiani.
L’Occidente, la scienza, l?Organizzazione mondiale della sanità e la schiacciante maggioranza degli elettori di centrodestra (cattolici compresi) mi risulta che abbiano assodato e accettato, da tempo, che l’omosessuale non sia un malato da curare, e tantomeno un patologico anormale.
Mi vergogno persino a doverle ribadire, certe cose. Mi vergogno che un parlamentare della repubblica possa negare che l?omosessualità abbia base biologica esattamente come lo pensavano i nazisti e mi vergogno che possa pensare che gli omosessuali debbano curarsi come gli alcolisti anonimi. Mi vergogno che costoro possano spacciare come «scientifici» gli scritti di ex pastori evangelici come Andy Comiskey o quelli di Joseph Nicolosì, recentemente pubblicato in Italia con la postfazione del direttore di Radio Maria.
Oh, certo, in Italia c’è la libertà di opinione: ma con la scusa delle libere opinioni, di questo passo, vedremo dibattiti in par condicio anche con chi sostiene che il Sole giri attorno alla Terra, mentre altri ribadiranno che le donne hanno il cervello più piccolo e che i bambini schizofrenici dovremmo riportarli dall’esorcista.
Mi fece immensamente piacere che proprio sul Giornale, tempo fa, Paolo Guzzanti abbia voluto rimettere qualche puntino sulle i proprio su questo tema: gli omosessuali esistono come esistono i mancini, è una questione cromosomica, esistono anche tra gli animali, è un fattore naturale e non psicologico, punto, ripunto e strapunto. Tutto questo è acclarato, e almeno su questo non c’è nessuna discussione da fare, nulla da dimostrare.
L’aspetto più avvilente infatti è il nostro rischiare di ritrovarsi, ora, in un dibattito che appare vecchio almeno di trent’anni.
Sappiamo tutti che cos’è successo: c’è stato l’11 settembre, le guerre, il confronto tra civiltà, le discussioni sulla Costituzione europea, sulle nostre radici, sul relativismo, c’è stato il referendum sulla procreazione assistita, c’è stato l’afflato spirituale seguito alla morte di Giovanni Paolo II: e nelle more di tutto questo c’è stata, e c’è, la tentazione di riappropriarsi di un pensiero forte che divenga fortilizio d’Occidente. E benissimo. Il problema è che pure, mimetizzato e ambiguo, ha parimenti rialzato il capo un neo-relativismo cattolico che ora approfitta della libera circolazione delle idee per cercare di riproporne anche di vergognose, e con ciò sta riesumando e riverniciando ideologie che si pensavano confinate nelle catacombe dell’Occidente.
Una di queste, appunto, è che l’omosessualità sia una condizione patologica senza base genetica, una forma mentis.
Ebbene: certi manifesti della Regione Toscana, col neonato omosessuale in primo piano, non entusiasmano neanche me. I Gay Pride mi sembrano baracconate controproducenti. L’autocompiacimento gay, in certe professioni, mi infastidisce non poco. Ma agli eterni cacciatori di streghe, a coloro ossia che vorrebbero confinare milioni di omosessuali nei ghetti della patologia, auguro che possano patire per almeno tre secondi le sofferenze che gli omosessuali, esattamente come i cristiani, hanno patito per millenni.
(Il Giornale – 25 ottobre 2007)
Ragazzi, se non ve ne intentede di genetica ne’ di biologia, che parlate a fare? Per me c’e’ una componente, non dico genetica, ma biologica( leggasi ormoni ecc ecc)ma anche una componete ambientale che, spesso, agiscono in sinergia. Esistono delle ricerche fatte a questo proposito e cioe’ come certi ormoni presenti nel corpo della madre, nel momento della gravidanza, influenzino la crescita cerebrale del feto. Ripeto: sono state fatte ricerche su questo, piuttosto recenti, ma pochi lo sanno. In ogni caso, credo che la popolazione per gran parte sia bisex e che l’omosessualita’ e l’eterosessualita’ spesso dipendano semplicemente dalla societa’ del momento. ( I greci e tanti altri erano bisex geneticamente??? Oppure lo sceglievano tanto per moda? Ma dai, allora non c’era una mentalita’ che condannasse tale cosa e ognuno si esprimeva come sentiva, tutto qui, oggi, invece, ci viene inculcato che sia una cosa negativa oppure,viceversa, una moda: se non sei frocio, non sei figo)
Buongiorno,
credo che quello di cui parla Alex sia uno degli elementi più importanti della genetica moderna, che non è semplicemente una faccenda di Dna, geni e celluline, che sono diciamo la fisica di Newton della genetica.
Si chiama “evoluzione culturale”.
La genetica e la biologia studiano infatti anche come ambiente, presenza umana, storia, ecc., modificano lo stesso patrimonio genetico. Che non è pietra.
Il giorno in cui tutti i corredi genetici con (esempio allegorico) il gene dei capelli rossi verranno, chissà, cancellati da eugenici riformatori, questo non significherà la scomparsa delle persone coi capelli rossi dal pianeta.
Prima o poi, per una questione di evoluzione culturale, ne nascerà una.
Saperlo è importante, per evitare inutili stragi di innocenti da parte di qualche Erode mascherato.
Murmur, se il tuo precedente commento mi era sembrato ” furbetto” questo mi sembra furbastro.
” Tu sei convinta del fatto che una determinata condizione si possa classificare con certezza assoluta come malattia o come non malattia, bianco o nero. Io non credo affatto che sia sempre così, e questo di solito vale tanto più per le condizioni mentali/psichiatriche. Per questo c’è in realtà amplissimo potere discrezionale da parte delle associazioni degli psichiatri nel decidere in un senso o nell’altro, e questo potere discrezionale alla fine ha di solito un significato politico.”
Se permetti, ciò che scrivi è irrlevante, nel contesto. Può ANCHE essere vero,in genere, ma bisognerebbe vedere come si è arrivati , a suo tempo, alla scelta di declassificare l’omosessualità per vedere SE le cose sono andate in un certo modo. Perchè non basta che tu lo creda. A suo tempo, è successo che andando avanti con la pratica medica ,diversi medici hanno preso atto che non c’era NESSUNA base medica per stabilire che l’omosessualità sia una malattia. Nessuna. Virginia, su, citava Freud. Che però, nemmeno lui considerava veramente l’omosessualità una malattia, anzi riteneva che la ” normalità ” fosse la bisessualità, in tutti, più o meno latente, più o meno preponderante. ORa, io chiederei di invertire l’onere della prova. Ovvero, non bisogna provare che l’omosessualità non sia una malattia, ma che lo sia. E su questo non c’è NIENTE. TU sai qualcosa, in proposito? Fino a che tu non lo puoi provare dovresti semplicemente prenderne atto. Sostenere il contrario non è ” politically correctness”, semplicemente, è una cosa non provata.
Comunque, ci fu chi a suo tempo si dissociò da quella decisione. E’ la stessa corrente di pensiero che vuole ” curare” gli omosessulai perchè sostengono che si sentono a ” disagio” nella loro condizione. Ovvero, io dico che tu, omosessuale, sei malato, sei sullo stesso livello del pedofilo, poi quando tu omosessuale entri in conflitto ti dico:” lo vedi che se malato?” Ma queste sono cose che, secondo me, spariranno col tempo. Man mano che l’omosessualità sia accettata.E , sempre secondo me, si arriverà a declassificare anche le ” perversioni ” come quelle da te descritte.Ora è troppo presto, perchè a differenza di ciò che vuoi credere tu, queste decisioni sono meno ” influenzate ” da fattori estemporanei di quanto si creda. E richiedono molto tempo.
” Un’altra cosa politicamente scorretta che nessuno dice è che alla fine è meglio, è preferibile (insomma mettila come vuoi) essere eterosessuali piuttosto che omosessuali. Per quali motivi dirai? Te ne do uno: perchè un eterosessuale può avere figli naturali con la persona che ama. E se è vero che avere figli non è l’aspirazione suprema di ogni persona, è anche vero che essa è l'”attività” umana fondamentale che continua a farci esistere.
Per questo se è vero che, come sembra sia, dinamiche ormonali anomale siano alla base o contribuiscano allo sviluppo dell’ omosessualità, non ci vedo nulla di male se un genitore corregga (sì, corregga) tale condizione.
Ancora, irrilevante. Perchè è quello che credi tu. Politicamente scorretto o meno, non conta niente. Sarà possibile arrivare a questa ” cura” Chi lo sa. SArà possibile che un genitore ” scelga ” di reindirizzare il figlio” Chi lo sa? Anche adesso si potrebbe ” scegliere ” il sesso. Ma non tutti lo fanno e non è detto che in futuro sia permesso. CHi sa come si evolveranno i diritti umani? Già adesso ci sono una serie di paletti per garantire certi diritti, ANCHE in materia di orientamento sessuale. PEr cui, non mi sembrerebbe starno che venisse il divieto di ” intervenire” sul nascituro in questo senso. Poi, ci sarà la ” potente ” lobby gay a vigilare, no? No, davvero, sono salti in avanti, questi.
” Tu dici che l’omosessuale è malato allo 0% e il pedofilo al 100%, io non la penso così.
Dico un’altra cosa politicamente scorretta: io provo pena per quel pedofilo che in vita sua non ha mai toccato un bambino e mai lo farà, e si riduce a scaricare le foto da Internet. Pur essendo io consapevole del male che in tal modo egli contribuisce a creare.
IO, lo dico? No, non ho detto niente del genere. Non attribuire ad altri le tue credenze. Io credo che tendenzialmente, tutti proveremmo attrazione per tutti. Vecchi, bambini, non so, Previti:). Attrazione. Impulsi sessuali, connaturali in tutti. POi, la cultura, l’ambiente, le convenzioni sociali , l’educazione, etc, ci porta a strutturarci in un certo modo. Per cui, non credo che il ” pedofilo ” sia ” malato al 100%. Ciò che io non credo è che ci sia correlazione tra omosessualità e pedofilia. IL che è una cosa diversa.
PEr finire, io trovo molto fastidioso invocare continuamente il polticamente scorretto. Alcune cose non sono ” scorrette” , sono semplicemente ca**ate. E non basta pretendere che siano scorrette per dargli dignità.
la parabola discendente del glorioso cacciatore di streghe Joseph Raymond McCarthy(morto,manco a farlo apposta,alcolizzato)iniziò quando lo stesso si mise a frugare tra gli orientamenti sessuali delle alte gerarchie militari,scovando quelli che a lui parevano scheletri.L’UDC corre gli stessi rischi
Devo dire che Paolo Colonna mi ha molto colpito.
Ho tanti amici gay, anche troppi etero o pseudo-etero e tante amiche politacally correct da shopping…
Nessuno fra questi ha le palle di Colonna.
Complimenti.
Il resto sono chiacchiere da radical chic e faccisti. Patetici.
Unica cosa per Paolo: C’è solo da essere fieri di RESISTERE? Tutto sommato è straordinariamente Romantico.
Mi spiace disturbare l’armonia di questo blog (che leggo da stamattina l ‘ho scoperto attraverso questo articolo), ma a me fanno paura quelli che la pensano come voi.
Voglio dire, se per la scienza la “questione genetica” è vangelo, per la filosofia essa può ridursi alla critica di “essenzialismo” omosessuale. Ovvero: possono degli uomini, in quanto omosessuali, fondare un partito, rivendicare diritti, marciare per le strade?
Io ho paura che un giorno verrò preso a bastonate sulla testa perché non riuscirò a considerare gli omosessuali come i mancini.
Un tempo ai mancini si legava la mano al banco di scuola e li si obbligava a scrivere con la destra. Gli omosessuali -se erano fortunati- finivano dallo psichiatra.
Tra un po’ di anni avverrà il contrario: al tredicenne verranno fatti gli esami del dna. Se viene fuori che è omossessuale, allora non ci sarà nulla da fare: o se lo fa mettere in quel posto, oppure è un “invertito genetico”.
Idem per i mancini: agli alunni di 6 anni verrà insegnato a scrivere con due mani per non insultare il diritto dei loro coetanei.
A me è parso di capire che la maggioranza del popolo italiano non può considerare l’omosessualità come “normale”: è una scelta troppo importante, che tira in ballo tanti valori (famiglia, educazione, paternità) rispetto al semplice fatto di essere mancini. Perché allora volerlo colpevolizzare a tutti i costi? Ci si deve vergognare anche di questo, noi italiani? Forse l’etimo di democrazia sfugge ai giornalisti laureati.
So che la mia posizione potrà sembrarvi ingenua e cretina, ma spero di non essere lapidato per questo. La questione non è così facile.
Per me, ad esempio, è insopportabile sentire Grillini che strumentalizza la morte di un ragazzo suicida perché chiamato “omosessuale” (lui non lo era, si è ucciso perché offeso) dando la colpa alla omofobia collettiva. Non sono anche queste stronzate pseudo-scientifiche, mascherate dalla sociologia?
Così come mi dà molto fastidio che degli omosessuali, intervistati ad Annozero, rivendichino le minacce di morte comparse sui muri di Genova contro Bagnasco (unico leader religioso che in un paese democratico deve girare con la scorta). È successo anche questo, ma non interessa più a nessuno. Fa più notizia che dei transessuali vengano aggrediti con dell’acqua benedetta (e qualche uovo marcio) in Russia. E a questo proposito vorrei commentare l’ultima frase: «a coloro ossia che vorrebbero confinare milioni di omosessuali nei ghetti della patologia, auguro che possano patire per almeno tre secondi le sofferenze che gli omosessuali, esattamente come i cristiani, hanno patito per millenni».
Mi spiace, caro Facci, ma se facciamo le stime (scientifiche, così siamo tutti contenti) sono certo che risulterebbe una scomoda verità: che nel mondo i cristiani sono più perseguitati degli omosessuali. Però, in fondo, essere cristiani è una scelta, mentre essere finocchi non lo è: dunque la tortura se la meritano, no?
Spero che esista ancora qualche partito che rappresenti “certe idee”: per esempio, il fatto che “la legge fa cultura”, e che se si spinge troppo si arriva all’eccesso. D’altronde gli omosessuali in televisione e nella cultura pop (parlo di musica, cinema ecc.) la fanno da padroni: credo sia per questo che molti politici si dimostrano “tolleranti” e “solidali”. Magari se il figlio gli viene su finocchio lo ammazzano di botte, però sulla “cultura del rispetto” sono quasi “trinariciuti”, direi.
(A parte che sulla solidarietà con Luxuria da parte di Sircana, posso anche capire. Ma quella di Gianfranco Rotondi, diamine, no!)
Che altro dire? Siete proprio certi che l’elettorato di destra voglia il suo Vattimo e il suo Grillini? A me pare che qui si giochino due concetti fondamentali di “civiltà”.
Insomma: gay si nasce, uomini si diventa. Suvvia.