L’uomo che ha cambiato il mondo / 3

r7-sputnik.jpgIl numero 7, o come si abbrevia in russo, l’R-7. Un mostro di dieci piani di altezza. Il coronamento di decenni di idee, sfide intellettuali e politiche, di difficoltà tecniche che parevano insormontabili. Potrebbe portare 3 tonnellate di bomba atomica a 8000Km di distanza. Grazie a Sakarov, che non riusciva a farle più piccole, noi abbiamo dei missili più grandi. A volte sembra un paradosso, ma in fondo quella mancanza di miniaturizzazione ci ha portato a sviluppare dei missili fuori misura.
A vederlo così in quell’Agosto del ’57 sembra quasi bello. L’idea iniziale era quella di avere una sola struttura coniodale; ma il fatto che l’atomica pesava 3 tonnellate ci constrinse ad aggiugnere le derivazioni laterali che lo rendevano decisamente aggraziato.
Però lo sapevamo che l’anno precedente Von Braun aveva lanciato il suo Redstone con una zavorra sopra. Nessuno voleva che un tedesco mettesse in orbita il primo satellite della storia. Men che meno gli americani. Eppure voleva dire che, insomma, ormai stavamo alla pari. Io potevo mettere 3 tonnellate a 8000Km. Il che aritmeticamente mi avrebbe portato a poter mettere un centinaio di Kg. in orbita. A me come al tedesco serviva convincere il vertice politico che un evento del genere avrebbe avuto un impatto enorme sull’opinione pubblica.
Stavamo facendo tutti e due lo stesso lavoro; ormai la parte tecnica era finita; serviva solo di costruire un qualcosa di minimamente scientifico, un trasmettitore, chiuderlo in una palla e metterlo sul nostro missile. La bravura ormai stava solo nel nostro potere di lobbying.
Continua.

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