Va-stasi*

Da mesi sfoglio voluminosi fascicoli giudiziari di trent’anni fa. Sono fragili, poleverosi. Se sfoglio con poca grazia, rischio di strappare gli angoli delle pagine. Se mi capita di bere, devo fare attenzione a non far colare una goccia d’acqua: l’inchiostro potrebbe dissolversi. I polverosi fascicoli giudiziari di trent’anni fa sono scritti a penna, sono battuti in parte con la vecchia Olivetti.
In quei fascicoli (riguardano Prima Linea, l’omicidio Alessandrini) c’è una perizia balistica, ci sono valanghe di interrogatori, una perizia anatomo patologica, tonnellate di relazioni su pedinamenti e appostamenti…
Ma come hanno fatto a condannare la gente senza copia&incolla, Ris, cimici e Vespe?

*vastaso = scansafatiche un po’ sborone. (Nonostante l’assonanza con il cognome, non mi pare si adatti ad Alberto. Di qui il plurale)

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4 Commenti

  1. Diciamola tutta, và :)
    “lavoratore del Vasto”, antico scalo portuale Tarantino sito in Mar Piccolo, gli scaricatori venivano qualificati come “vastasi”.
    Bel post, complimenti, efficace e sintetico.

  2. Ma appunto: “vastaso” in siciliano si usa come sinonimo di cafone; infatti quando si vuole apostrofare qualcuno si dice: “vastaso, facchino e portarrobba” (come dice morosita)

  3. Grazie, non sapete quanto mi piaccia carpire le differenze di interpretazione secondo i diversi dialetti.

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