L’amaca e i lavavetri. Lettera aperta a Michele Serra

Caro Michele Serra, come sempre ho letto la tua “amaca”. Domenica scorsa per parlare delle disposizioni sui lavavetri hai scelto la critica del cosiddetto “benaltrismo”. Come quello di alcuni che per criticare i provvedimenti contro i lavavetri dicono: “in una società che non riesce a sconfiggere la mafia e spesso lascia impuniti i grandi crimini economici, con quale diritto persegue i miserabili?”. Condividi, dicendo però di non volere rimanere prigioniero del benaltrismo. E da qui arrivi al punto dicendo: “Ci sono semafori, nelle grandi città, che sono diventati piccoli posti di blocco dedicati al taglieggio, specie ai danni di donne sole. E se il problema non è degno di raffronto con la fame nel mondo, o con la guerra in Iraq, è però un indizio tangibile di insicurezza e di sopruso. (…) la risoluzione di piccoli problemi appartiene con pieno diritto alla nostra vita. E più passa il tempo, più mi convinco che la cura delle piccole cose è la via diretta alla cura di quelle grandi.”
Innanzitutto, siamo sicuri che quello in questione sia un “piccolo problema”? Forse dal punto di vista dell’automobilista, la presenza di un lavavetri al semaforo è davvero un piccolo problema: quasi un disturbo visivo e poi 50 centesimi sottratti, eventualmente, al meritato stipendio; un odore troppo forte di sudore che penetra dalla fessura del finestrino. Un piccolo problema. Ma dall’altra parte del finestrino c’è un grande problema, il dramma dell’emarginazione e dell’abbandono, la tragedia della disuguaglianza sociale, il grosso, enorme problema della povertà, della miseria, che costringe uomini e donne di nazioni diverse a emigrare e mendicare pochi euro in cambio di un servizio solitamente innocuo.
Perciò credo che molte delle critiche alle disposizioni contro lavavetri non c’entrino nulla col benaltrismo. Un amico oggi mi ricordava: “Quando io aderii alla Fabbrica del programma, Prodi esordì così: la mia politica si basa su questa frase: “ci sono anche gli altri”. Gli altri.


Allora mi domando quanta voglia ci sia (a parte casi di violenza o di racket che vanno naturalmente repressi) di assecondare la chiusura (persino relazionale) progressiva nel – mio diritto di vivere in pace – , fregandomene del diritto di sopravvivere di un “miserabile”, dell’“Altro”.
Così mi viene da pensare (ribaltando il benaltrismo e riprendendo la tua chiusa sulla “cura delle piccole cose come via per le grandi”): vuoi vedere che essere perlomeno tolleranti nei confronti del diritto di vivere di un lavavetri, può essere la via che conduce ad una maggiore attenzione (per usare i tuoi esempi) alla mafia, alla fame del mondo, alla guerra in Iraq…
Un’ultima cosa. A leggere i giornali o a guardare i tg, pare che l’essere contro un provvedimento del genere sia la cosiddetta sinistra radicale. Invece la mia esperienza di questi giorni mi racconta di opinioni pro o contro trasversali, e nel dissenso al provvedimento di esperienze trasversali, di molte persone moderate, fuori dagli schieramenti partitici ma certamente con un’idea politica forte: “**ci sono anche gli altri**”.

p.s. una domanda finale, non una provocazione credimi, che mi pongo e che ti pongo: cosa fanno in questi giorni le persone che non sono più ai semafori a lavare i vetri?

**__Michele Serra, l’amaca, La Repubblica. Domenica 2 settembre 2007__**
_IL COSIDDETTO giro di vite contro i lavavetri ha provocato parecchie reazioni indignate. In genere rimandano a una differente etica dei delitti e delle pene: in una società che non riesce a sconfiggere la mafia e spesso lascia impuniti i grandi crimini economici, con quale diritto persegue i miserabili? Condivido l’obiezione. Ma non voglio restarne prigioniero. C’è in molte persone di sinistra la virtuosa ma inconcludente abitudine di spostare l’analisi sempre di parecchi palmi più in là, a costo di trascurare la cocente banalità del quotidiano. Ci sono semafori, nelle grandi città, che sono diventati piccoli posti di blocco dedicati al taglieggio, specie ai danni di donne sole. E se il problema non è degno di raffronto con la fame nel mondo, o con la guerra in Iraq, è però un indizio tangibile di insicurezza e di sopruso. Un furibondo Asor Rosa ha scritto che prendersela con i lavavetri è come inseguire le mosche con un giornale arrotolato. Ma le mosche (animali sinantropici tra i più molesti secondi solo ai piccioni) le abbiamo più o meno tutti inseguite, con giornali o altro, e non perché siamo mostri, ma perché la risoluzione di piccoli problemi appartiene con pieno diritto alla nostra vita. E più passa il tempo, più mi convinco che la cura delle piccole cose è la via diretta alla cura di quelle grandi._

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50 Commenti

  1. La domanda e’: ma uno nasce lavavetri? Ma e’ giusto chiamare una persona lavavetri? Secondo me, la difesa dei piu’ deboli passa attraverso l’applicazione delle leggi. Se vogliamo tenerci i lavavetri, facciamo una legge che li regolamenti, in modo che chi la trasgredisce (tipo chi taglieggia le donne sole al volante) venga severamente punito. Se invece non vogliamo, teniamoci la legge che c’e’ e via gli irregolari da tutti i semafori.

  2. La domanda e’: ma uno nasce lavavetri? Ma e’ giusto chiamare una persona lavavetri? Secondo me, la difesa dei piu’ deboli passa attraverso l’applicazione delle leggi. Se vogliamo tenerci i lavavetri, facciamo una legge che li regolamenti, in modo che chi la trasgredisce (tipo chi taglieggia le donne sole al volante) venga severamente punito. Se invece non vogliamo, teniamoci la legge che c’e’ e via gli irregolari da tutti i semafori.

  3. due cose, forse in contraddizione fra loro:

    1) non riesco a capire il nesso fra la cura delle piccole cose e la cura di quelle grandi. Forse arriveremo a debellara la mafia togliendo i lavavetri dalle strade o la camorra perseguendo i posteggiatori abusivi. Ho sempre diffidato di questa impostazione, di partire dal piccolo per arrivare al grande. Secondo me, chi parte dal piccolo, al piccolo rimane, distratto da tanta piccolezza. Se in casa mia, scusate la banalità, avessi il letto non rifatto, qualche libro aperto sul pavimento e anche dei sacchi di spazzatura rovesciati per ogni dove, credo che rimettere a posto letto e libri sottragga energie, tempo e attenzione alla pulizia grossa della spazzatura.
    2) più passa il tempo e più mi batte un dubbio nelle tempie: ma se i poveri del mondo continuano a riprodursi, perpetuando inevitabilmente la miseria delle loro condizioni, è giusto che poi questa imprevidenza si ribalti su di noi? I lavavetri del pakistan o del bangla desh sono figli di uomini e donne che non li amano o non hanno pensato per loro. E il destino, amarissimo, di chi ha genitori che non amano o non pensano è la rovina. Gli altri, cioè noi, non abbiamo tutti ‘sti doveri, vicari di quelli irrispettati da chi li ha messi al mondo.
    Poi, tanto per fare un esempio, leggo una buona fetta di intrventi al forum del corsera sul caro mutui, leggi valanghe di situazioni nelle quali i ricchi e pasciuti italiani (ricchi e pasciuti come sottindende chi ci pressa perche ci si assuma responsabilità verso i poveri del mondo) sono travolti da debiti, da stipendi di pochissimo superiori a debiti che dureranno trent’anni. Poi, appunto leggo di chi ci ammonisce sulla cura degli altri. Non esageriamo, ci bastano i nostri di problemi, per accollarci anche quelli di chi è nato dall’altra parte del mondo. Senza rancore, per carità, ma anche senza impossibili solidarismi.

  4. Personalmente non mi dà fastidio la presenza dei lavavetri, anzi mi fa comodo perché li ho sporchi tutto l’anno. Loro me li lavano e io pago il servizio, di solito un Euro-un Euro e cinquanta. Quando però dico ‘no, non voglio il lavaggio’, mal sopporto le botte al cofano e le minacce. Non è mai successo coi ragazzi africani, ma con rom e maghrebini molto spesso sì. Per rimanere in tema di etnie, nazionalità e abitudini il tuo post Mauro Biani, è estremamente italiano.

  5. Non lo so.
    La sensazione che ho avuto io non appena da sinistra si sono sentite le reazioni contrarie all’ordinanza di Cioni, è stata di delusione: ma è possibile che questa sinistra si accorge dei problemi solo quando succede qualcosa del genere? Quando un amministratore locale “fa” qualcosa? Perché più che la sicurezza, il problema è il racket, e il crimine organizzato, di qualsiasi etnia, che prima di essere un problema per i cittadini lo sono per quelli che sono i loro schiavi. Perché un parlamento e un esecutivo non hanno fatto qualcosa prima che un assessore mettesse il problema al centro della ribalta mediatica? Che poi le soluzioni ai problemi sono di ordine pratico: qualcuno dice assumiamo i lavavetri (anche Cioni, per spezzare una lancia, ha detto qualcosa del genere); insomma, questa più o meno è la direzione da intraprendere, senza troppi sensazionalismi.
    Ma la delusione rimane, perché invece di cercare di andare incontro ai problemi, la nostra classe politica è ripiegata su se stessa, e dai problemi si fa investire.

  6. Hai tralasciato di analizzare il punto fondamentale, il motivo per cui Cioni ha fatto quell’ordinanza: alcuni lavavetri sono diventati aggressivi nei confronti degli automobilisti, soprattutto i più deboli, donne e anziani. Un mio amico che è giovane, grande, grosso e palestrato, una volta al semaforo del Ponte all’Indiano è stato preso un po’ troppo di petto da uno di codesti violenti, e ha risposto con la stessa moneta: è sceso di macchina e gli ha fatto capire che “no” significa “no”. Donne e anziani, e quelli che non sono grandi grossi e palestrati, non scendono di macchina, magari rischiano il tamponamento con quello di fronte, oppure passano col rosso, pur di liberarsi dalla morsa di questi violenti. Chi sono i deboli? Quello che ti infila la mano nel finestrino? O la signora Maria che si è scordata di chiuderlo prima di fermarsi al rosso?
    Se poi questi violenti ti fanno tanta pena, se vuoi essere solidale, prendili a casa tua, fatti lavare la macchina, il pavimento, financo il charter per quando vai in vacanza. Troppo comodo dire “dobbiamo essere solidali” a spese di chi invece non vuole esserlo. Un po’ come “armiamoci e partite”.

  7. Indimenticabile l’assessore vicentino che, intervistato in non so che notiziario radio, ha detto che da loro i lavavetri ai semafori non ci sono più… perché non ci sono più i semafori.
    Ci sono le rotonde.

    Come se lavare i vetri ai semafori fosse una vocazione, e questi che lavano i vetri se ne tornassero mogi mogi in patria, frustrati nella loro ambizione di far splendere gli italici parabrezza.

    Come dice Joe Tempesta, chi aggredisce le donne e gli anziani in macchina va fermato, perché le aggressioni non sono ammissibili. Ma il problema, ovviamente, è quello che sta dietro a questa umanità ferma sotto il sole con i tergivetro o i fazzolettini in mano.

  8. Perfettamente d’accordo con MB, anche se mi meraviglia la sparata di Serra, sia per il tono un po’ destrorso (“il problema non è il lavavetri violento, ma il lavavetri”… come se al primo avvocato che spara a qualcuno si dovesse abolire l’ordine), sia perché una persona che ho sempre letto con piacere mi si butta – anche lui! – sulla puttanata del benaltrismo.
    Il benaltrsimo che sta diventando, sempre più spesso, il modo con il quale gli ottusi cercano di mantenere le loro posizioni, alla faccia di chi gli mette di fronte un livello di analisi un poco più alto e, di conseguenza, più complesso. Solo un poco.
    Tanti non lo reggono e fuggono o ti danno del benaltrista. Tanti altri capiscono e si misurano anche su quel terreno, forse un po’ più nebuloso, forse meno terra-terra di come vorrebbe la prima Brambilla che passa per strada, forse più etereo di un’ordinanza del sindaco.
    Un terreno che, da’altra parte, esiste e con il quale si devono fare i conti, pena il leghismo.

  9. Pessimo post. Davvero sfocato e inutilmente polemico. Una critica a priori e nessuna indicazione per una qualsiasi soluzione, giusto un puerile “volemose bene”.

    Mi sfugge cosa c’entri il “diritto di vivere” con il lavaggio dei vetri (e la mafia con la guerra in Iraq…).

    Nella terra di Peppone e Don Camillo questa, non a caso, è la posizione dei preti. Nè sì nè no. I problemi non si affrontano, ma si sfruttano all’infinito per il proprio tornaconto.

  10. Perfettamente d’accordo con MB, anche se mi meraviglia la sparata di Serra, sia per il tono un po’ destrorso (“il problema non è il lavavetri violento, ma il lavavetri”… come se al primo avvocato che spara a qualcuno si dovesse abolire l’ordine), sia perché una persona che ho sempre letto con piacere mi si butta – anche lui! – sulla puttanata del benaltrismo.
    Il benaltrsimo che sta diventando, sempre più spesso, il modo con il quale gli ottusi cercano di mantenere le loro posizioni, alla faccia di chi gli mette di fronte un livello di analisi un poco più alto e, di conseguenza, più complesso. Solo un poco.
    Tanti non lo reggono e fuggono o ti danno del benaltrista. Tanti altri capiscono e si misurano anche su quel terreno, forse un po’ più nebuloso, forse meno terra-terra di come vorrebbe la prima Brambilla che passa per strada, forse più etereo di un’ordinanza del sindaco.
    Un terreno che, da’altra parte, esiste e con il quale si devono fare i conti, pena il leghismo.

  11. Posizione tipicamente italiana quella di questo Post. Serra ha preso il coraggio a quattro mani, ha levato le fette di salame dagli occhi e ha visto che il problema esiste.

    Il resto è solo rumore di fondo di gente che per un non meglio precisato principio di solidarietà, demanda al cittadino comune e automobilista il compito di farsi cariso dei miserabili, sfidando anche i miserabili che sono lì solo per estorcere piccole elemosine.

    Fa nulla che ci sia gente che SI LAMENTA della situazione. Saranno sicuramente gretti e ottusi, quindi perché da loro retta? Meglio NON FARE NULLA.
    Lasciamo che questi poveracci vivcano di quei pochi spiccioli e se una percentuali di questi è violento o arrogante con le donne o gli anziani, chi se ne frega.
    L’importante è che siano mogli e anziani ALTRUI e non nostri. Ovviamente.

  12. Lucido, non ideologico. In una parola, efficace. Proprio perché rifiuti l’iscrizione all’albo degli indignati a prescindere, avversari prediletti di quelli che “tolleranza zero”.

  13. Lucido, non ideologico. In una parola, efficace. Proprio perché rifiuti l’iscrizione all’albo degli indignati a prescindere, avversari prediletti di quelli che “tolleranza zero”.

  14. Qualcuno prima o poi suonerà alla mia porta e chiederà qualche spiccio. Ed io magari, con le tasche vuote, allargherò le braccia… succede.
    E poi mi ritroverò una grossa cagata sullo zerbino.
    Ma non mi incazzerò. Ci sarà sempre il mio vicino lì, pronto a ricordarmi che dietro ad un uomo che non ha un cesso suo c’è sempre una brutta storia di povertà ed emarginazione…
    Perché è noto. Essere poveri e con una brutta storia alle spalle comporta necessariamente essere maleducati o leggermente fuorilegge…
    questa è matimatica.

    uno di sinistra (con le prove)

  15. Il sig. Mauro Biani (ma chi è costui?) parla di una realtà che non conosce, però come tutti i pontificatori pretende di conoscerla benissimo.
    E come tutti i conservatori prentende che la realtà rimanga immobile e immutata per sempre. Perchè così piace a lui
    Ma questo importa poco, l’importante è che qui a Firenze la stragrande maggioranza dei cittadini sia dalla parte di Cioni e Domenici.

  16. Purtroppo, a ‘sto mondo, ci sarà sempre qualcuno che deve lavare i vetri, e qualcuno comodamente seduto in una Mercedes (o in una Twingo, o in una Panda), che oltretutto guarda infastidito (e non ditemi che non l’avete mai fatto, di guardarli infastiditi: è per questo che nel post di Mauro Biani colgo un velo di ipocrisia).

  17. Ipocrisia, Marco? Questa vicenda più che evidenziare l’ipocrisia dei pochi (del tutto presunta), ha mostrato l’egoismo dei molti, dimostrata e giustificata.
    Io credo che siamo tutti d’accordo: togliere i lavavetri dalle strade è una comune aspirazione, ma una cosa è sbatterli in galera, un’altra è trovare una soluzione definitiva al loro dramma personale.

  18. Ipocrisia, Marco? Questa vicenda più che evidenziare l’ipocrisia dei pochi (del tutto presunta), ha mostrato l’egoismo dei molti, dimostrata e giustificata.
    Io credo che siamo tutti d’accordo: togliere i lavavetri dalle strade è una comune aspirazione, ma una cosa è sbatterli in galera, un’altra è trovare una soluzione definitiva al loro dramma personale.

  19. Belli i commenti di insulti, che senza sapere neanche cosa fa e chi è biani, lo attaccano su questo. Quando mancano argomenti e capacità di dialogo si diventa quasi più violenti del più violento lavavetri. Che facciamo chiudiamo i commenti ai violenti?

  20. “cosa fanno in questi giorni le persone che non sono più ai semafori a lavare i vetri?”

    Sicuramente non sputano sul vetro della mia amica o non spaccano lo specchietto di mia madre.
    Sarà poco, ma è già qualcosa.

    E, per inciso, sia la mia amica che mia madre, quando non sono in macchina s’intende, fanno diverse cose per aiutare quelli che arrivano con la povertà alle spalle.
    Certo non si occupano del salvataggio del 100% dei disperati, ma credo che il loro aiutarne anche solo due le renda meritevoli del rispetto degli altri 98.
    Finché i 98 non lo capiscono, io difendo le mie 2 a prescindere, se serve a calci nel culo.
    E poco mi importa dell’odore che entra dal finestrino.
    Non è questione di puzza di sudore, ma di rispetto e gratitudine e vale per tutti indipendentemente dal paese dal quale provengano, foss’anche Paderno Dugnano.

    Oppure diciamo che se puzzi di sudore puoi spaccare gli specchietti perché sei povero, come dice giustamente Bobo, e allora tutto si libera da questa stupida costrizione che è il rispetto.
    E io smetto di lavarmi e mi vado a levare un paio di soddisfazioni contento delle spalle coperte da chi mi dice che io posso.

    Rispetto, Mauro Biani, rispetto.
    Non esiste una sola cosa al mondo, nemmeno la più profonda povertà, che ne legittimi la volontaria non pratica.
    Il resto è retorica.

  21. “l’importante è che qui a Firenze la stragrande maggioranza dei cittadini sia dalla parte di Cioni e Domenici.”

    Speriamo. Io sono appena tornato da Firenze, che è un gioiellino di ordine e pulizia nonostante l’esercito di turisti, per poi passare a Roma, che è sempre più un merdaio.

    Vorrei gentilmente invitare chi pontifica di solidarietà, senza però mai indicare una sola maledetta soluzione, a mettere a disposizione le proprie case per ospitare questi lavavetri. Sù sù, di corsa, o volete fare come i preti?

    Lavavetri che (notizia ANSA di adesso) nel frattempo sono spariti dai semafori di Firenze e non si sono trasferiti nei comuni vicini.

  22. Com’è difficile scegliere da che parte stare! Come fare? E’ proprio vero che in alcune questioni ci si sente come spaccati in due. Un conflitto interno ma vivacissimo tra Ego Es e Super Ego. Ma non è la classica lotta tra l’angioletto sulla spalla sinistra e il minidiavolo della spalla destra. Non si può avere un’opinione giusta e universale in queste situazioni: bisognerebbe scendere in una generalizzazione che sminuirebbe di fatto il problema( non tutti i lavavetri sono nocivi, maleducati e delinquenziali ): è vero che da un lato non ci si può arrabbiare se un poveraccio viene a prendersi un pò di quel benessere in eccesso di cui siamo provvisti noi europei, ma è altrettanto vero che queste persone vivono nell’ombra e spesso nella delinquenza. E’ un pò lo stesso discorso che si fa con i Rom(che poi sono gli stessi lavavetri): cacciarli e risolvere ogni problema, o essere più indulgenti ma mantenendo così attivi dei potenziali fuochi di criminalità? Bisognerebbe fare qualcosa sicuramente. L’accattonaggio da fastidio a tutti, quindi andrebbe eliminato. Ma prima bisognerebbe studiare un piano per contenere la povertà di chi si trova di colpo senza nemmeno l’ultima possibilità di sopravvivere.
    Sono bravi tutti a fare une legge che vieti a qualcuno di fare qualcosa ch non stà bene alla comunità. Si dovrebbe cercare di compensare la mancanza che viene creata con dei sussidi, delle opere di carità etc… non si potrebbe dare, da parte nostra, qualcosina in più, e volontariamente?

  23. “non si potrebbe dare, da parte nostra, qualcosina in più, e volontariamente?”
    Dàllo, Pino. Dài quel che vuoi a chi ti pare. Tu, Biani, e tutti gli altri.
    Ma non venite, per favore, a dirmi cosa devo fare quando sono al semaforo, chi e cosa devo sopportare e perché.

  24. Sono d’accordo con te, Pino, ma chi è che deve fare il qualcosina in più?
    Abbiamo una pletora di amministratori e politici che pontificano sui massimi sistemi, e poi quando sono chiamati in causa per qualcosa di concreto si limitano solo ad opporre veti generici: è questo che non va giù a me! D’accordo con tutta la soliderietà del mondo, ma da questa devono scaturire soluzioni concrete, non vuote dichiarazioni di principio. Chi ha la responsabilità di prendere decisioni dovrebbe farlo nei modi e nei tempi più opportuni, non aspettare l’ultimo momento e fare dei pasticci immondi che alla fine non accontentano nessuno, né il cittadino infastidito/minacciato, né gli “altri”… le virgolette non sono casuali, perché continuando a menare il can per l’aia gli “altri” rimangono una nebulosa indefinita, una specie di blob buono solo per alimentare questa o quell’altra politica, i buonisti pelosi o i forcaioli del piffero. Qui vogliamo soluzioni, e mi dispiace per Biani, che magari di cose concrete ne farà anche tante, sicuramente molte più di me (ma io purtroppo faccio un altro lavoro, e i miei contributi per forza di cose sono minimi e passivi), ma di questi proclami, di questa palpabile assenza di soluzioni, ne abbiamo piene le tasche!

  25. secondo me, il punto è questo:

    la miseria, l’esclusione, il nascere dalla parte sbagliata della società e del mondo spiegano AMPIAMENTE i gesti anche poco carini, per dir così, di chi li compie. E’ pienamente logico che chi nasce con tutte le porte chiuse in faccia, con tutte le strade in salita (semmai esistano delle strade) con prospettive furiosamente peggiori di altri che non hanno meriti particolari se non la fortuna, chi nasce subendo angherie, violenze e soprusi morali e materiali non abbia l’eduazione, lo spirito e i condizionamenti di uno studente di Eton o di un cadetto di West Point.

    Questo, secondo me, è chiaro e non confutabile, e chi si appella alla condotta degli ultimi per giustificare la loro esclusione è ipocrita o molto poco intelligente.

    Però.

    Però, a me non mi frega una cippa delle loro ragioni, esclusi certi momenti di buonumore o di chissachè. hanno ragione, la vita è ingiusta, è ovvio che siano mezzi animali perchè da mezzi animali sono stati sempre trattati, ma a a me mi frega. La vita non è giusta. Loro hanno ragione, ma la ragione non è il vettore principale del mondo. quindi amen.

  26. Dall’ordinanza del sindaco:

    “[…] DATO ATTO inoltre che in conseguenza all’esercizio delle attività suddette trova nocumento anche l’igiene delle strade a causa della presenza di secchi o altri contenitori e attrezzi usati per la lavatura dei parabrezza dei veicoli, nonché a causa dello sversamento dai medesimi di acqua sporca”

    Finalmente potrò dire, fra una trentina d’anni, che “ai miei tempi potevamo girare per strada senza acqua sporca per terra.”

  27. Ricapitolando, i problemi sono due:

    1. La crescente arroganza di chi, per ragioni di cui al punto 2 che comunque non lo giustificano, arriva a costituire una minaccia per persone indifese, pur di farsi dare qualche spicciolo;

    2. La miseria che spinge la gente a lavare i vetri ai semafori e in generale a dedicarsi all’accattonaggio, e il racket che li gestisce.

    A Firenze si è scelto, per ora, di calare la mannaia indiscriminatamente contro chiunque possa rendersi colpevole di quanto al punto 1, anche solo potenzialmente. Nulla è ancora stato fatto per evitare che con il tempo il fenomeno si riproponga con altre modalità: giacché il punto 2 non è ancora stato affrontato.

    Nel frattempo, nei parcheggi di tutta Roma i posteggiatori taglieggiano la gente, che paga controvoglia per evitare che la macchina venga danneggiata appena voltano l’angolo. Al Comune il compito di intervenire, posto che si voglia intervenire.

  28. non so neanche se sia il caso di mettersi a ridere o a piangere.Resta il fatto che i fautori dell’ordine dipingono una realtà in cui praticamente i miserabili che vivono negli incroci passano il proprio tempo a bastonare le automobili e a minacciare le vecchiette.I dettratori del provvedimento in questione provano a discernere con un buonismo da manuale.Intanto nei palazzi del potere come sempre è tutto truccato.A me sembra così assurdo.Forse è tutta una manovra di coloro che cercano di oscurare i prossimi blog awards che sono nell’aria.o forse è la solita guerra tra bande

  29. @ Giulia, tu dici: “A Firenze si è scelto, per ora, di calare la mannaia indiscriminatamente contro chiunque possa rendersi colpevole di quanto al punto 1 (ovvero chiunque arriva a costituire una minaccia per persone indifese, pur di farsi dare qualche spicciolo). Non è così, perchè il provvedimento è molto più circostanziato: si riferisce solo ai lavavetri.
    @ Diamonds, vivo a Firenze e ogni giorno, tornando a casa dal lavoro mi toccano 5-6 semafori in cui erano appostati lavavetri. La mia esperienza l’ho già riferita.
    Ma non sono mistificazioni di blogger. Avrei preferito no doverne scrivere.

  30. probabilmente la situazione è fuori controllo solo in 3 o 4 città,firenze compresa.Qui vedo solo casi pietosi.L’altro giorno nell’ingresso di Viale marconi c’era un lavavetri che era stato sei ore sotto un sole cocente.Sicuramente aveva il cervello disisdratato perchè non capiva nemmeno quando era il momento di farsi da parte.Se fossi stato certo che non fosse a rischio rimpatrio gli avrei chiamato un’ambulanza.Se fossi stato meno coglione avrei pure potuto comprargli almeno una bottiglia d’acqua e un cappellino.Salud

  31. I conti della serva.
    Se alcuni lavavetri invadenti riescono a costituire dei posti di blocco ai semafori delle nostre città vuol dire una sola cosa: il territorio non è presidiato! Il territorio, nonostante l’altissimo numero di addetti alla sicurezza, è abbandonato a se stesso perchè le forze dell’ordine sono in buona parte impegnate a scortare politici, sindacalisti, giornalisti (si anche loro) e cardinali. Intanto i “nostri” amministratori tirano fuori la tolleranza zero nei confronti di chi non ha forza. Bene, bravi, continuate così.

  32. Il problema non è questo o quel lavoro. E’ il lavoro nero o il lavoro a contratto ma gratis.
    Un paese dove chiunque può “darsi” senza uno straccio di regola o pure gratis non è un paese civile. Ed è invece addirittura incivile il paese che non combatte efficacemente da una parte il lavoro nero e dall’altra strombazza il carcere per chi ti vende un accendino o ti schiuma un fanale della macchina.

    Se i lavavetri puzzano, i politici non profumano.

  33. Anima Salva: mi riferivo esattamente ai lavavetri, considerati “en masse” come potenzialmente pericolosi, sia quelli che lo sono che quelli che non lo sono.
    Peraltro, i potenzialmente pericolosi troveranno presto altri modi per minacciare e taglieggiare la gente. Chi è abituato a guadagnarsi da vivere con la violenza trova sempre un modo.

  34. Giulia ha scritto tre commenti estremamente intelligenti, i migliori sotto questo post, a mio parere e ha colto nel segno

  35. blablablablablabla.
    paroleparoleparoleparoleparole.

    si ma, soluzioni ?
    questo provvedimento non va bene, quell’altro neanche, di fare cosi’ non se ne parla, nell’altra maniera tanto meno, no ma prima c’e’ da pensare ad altro, I GRANDI MALI DEL MONDO nel nome del quale non si dovrebbe mai risolvere alcun piccolo problema quotidiano…..

    si ma… SOLUZIONI ?
    ogni problema che si affronta e’ sempre affrontato nella maniera sbagliata, giusto ?

    SO-LU-ZIO-NI.
    datecele, o soloni che sapete tutto.

    perche’ giusto ieri son dovuto scendere dalla macchina per difendere una donna di circa 60anni letteralmente presa d’assedio da 2 lavavetri in piazza lega lombarda a milano.

    dai, su, o autore del post che sai tutto e non proponi niente, dammi la soluzione dall’alto della tua scienza, illumina noi poveri comuni mortali cittadini, altrimenti vai a quel paese, te e le tue parole vuote.

  36. L’importante è che i delinquenti che si dedicheranno ad altre forme di violenza e taglieggiamento abbiano coscienza del fatto che nulla resterà più impunito e che saranno colpiti con severità tutti i comportamenti illeciti che minacciano la sicurezza dei cittadini.
    Come si sta facendo a Firenze con il consenso di oltre l’85% dei cittadini (campione intervistato in questi giorni).

    Nello stesso tempo si stanno studiando i sistemi per dare altre possibilità a tutti gli ex lavavetri onesti che avranno voglia di coglierle e praticarle.
    In questo senso già 5 di loro hanno avuto lavoro da due cooperative. Altri seguiranni.
    Così agisce un Comune moderno e civile che ha a cuore la sicurezza dei cittadini ma che non dimentica nello stesso tempo solidarietà e giustizia sociale.

    Il resto sono solo le solite chiachhiere dei soliti parolai che pontificano dall’alto dei loro scranni, lontanissimi dalla vita reale della maggior parte delle persone.

  37. Poi c’è questa storia delle proposte. “ma la sinistra cosa propone?” chiede sempre qualcuno. che soluzione per i lavavetri? ma insomma, bisogna sempre proporre delle soluzioni? secondo voi c’è una soluzione a portata di mano? quelli ossessionati dalle “soluzioni” non a caso chi erano? i nazisti. anzitutto, preferisco, se del caso, continuare a bestemmiare. se uno zingarello un po’ maleducato mi importuna, mi gira attorno prima ancora che tiro fuori il portafoglio, mi ronza cose incomprensibili nelle orecchie che mi danno il nervoso, ebbene, è già capitato, siamo umani, io mi incazzo. ma siccome non sono nazista, ne’ un aspirante nazista, io mi incazzo con lui, mi relaziono con lui, posso anche bestemmiare, è umano, ma non vado a frignare dall’assessore o dal sindaco o dal presidente del consiglio, non divento statistica, non vado sul sito di Repubblica a votare contento sul loro sondaggio del cazzo. in effetti i nazisti avevano evidenti problemi di relazione. se avete dei problemi di questo tipo, con lo zingarello di turno, una santamadonna ve la consiglio. non è una “proposta concreta” per i media, o per candidarsi al consiglio di quartiere, ma sicuramente non incrementa i problemi alla n, o alla n*n, in accordo con l’adducazione sentimentale del nuovo bestiale populismo mediatico. una bestemmia e via, è umano, è pratico, vi fa riprendere fiato, siore e siori.
    Ma la sinistra cosa propone allora sui mendicanti? E sulla deriva dei continenti? E sulla morte? La morte è importuna, i riformisti si impegnano ad abolirla. Questi fatti dimostrano che la sinistra vuole solo conservare. Proposte ci vogliono, proposte di nuovo conio.

  38. Poi c’è questa storia delle proposte. “ma la sinistra cosa propone?” chiede sempre qualcuno. che soluzione per i lavavetri? ma insomma, bisogna sempre proporre delle soluzioni? secondo voi c’è una soluzione a portata di mano? quelli ossessionati dalle “soluzioni” non a caso chi erano? i nazisti. anzitutto, preferisco, se del caso, continuare a bestemmiare. se uno zingarello un po’ maleducato mi importuna, mi gira attorno prima ancora che tiro fuori il portafoglio, mi ronza cose incomprensibili nelle orecchie che mi danno il nervoso, ebbene, è già capitato, siamo umani, io mi incazzo. ma siccome non sono nazista, ne’ un aspirante nazista, io mi incazzo con lui, mi relaziono con lui, posso anche bestemmiare, è umano, ma non vado a frignare dall’assessore o dal sindaco o dal presidente del consiglio, non divento statistica, non vado sul sito di Repubblica a votare contento sul loro sondaggio del cazzo. in effetti i nazisti avevano evidenti problemi di relazione. se avete dei problemi di questo tipo, con lo zingarello di turno, una santamadonna ve la consiglio. non è una “proposta concreta” per i media, o per candidarsi al consiglio di quartiere, ma sicuramente non incrementa i problemi alla n, o alla n*n, in accordo con l’adducazione sentimentale del nuovo bestiale populismo mediatico. una bestemmia e via, è umano, è pratico, vi fa riprendere fiato, siore e siori.
    Ma la sinistra cosa propone allora sui mendicanti? E sulla deriva dei continenti? E sulla morte? La morte è importuna, i riformisti si impegnano ad abolirla. Questi fatti dimostrano che la sinistra vuole solo conservare. Proposte ci vogliono, proposte di nuovo conio.

  39. Marco Travaglio: “(…)Prendiamo la guerra ai lavavetri a Firenze: è senz’altro molto interessante interrogarsi se l’ordinanza Cioni sia di destra o di sinistra e domandarsi che cosa ne direbbero Rudy Giuliani e i padri del comunismo (l’altroieri il Cioni si paragonava a Pecchioli, subito smentito dalla figlia di quest’ultimo; ieri il sindaco Domenici spiegava che Lenin sarebbe molto fiero di lui). Ma forse è più interessante chiedersi se l’ordinanza serva a risolvere il problema. I magistrati interpellati sul tema hanno già risposto che non serve a nulla, se non a ingolfare i tribunali di processi inutili, che si concluderanno dopo qualche anno con condanne virtuali a carico di imputati ormai irreperibili; e a riempire di secchielli e spugnette gli uffici dei palazzi di giustizia destinati ai corpi di reato. Questo per dire che è vero, l’ordinanza anti-lavavetri non è né di destra né di sinistra: infatti è inutile.”

  40. Concordo con Solluzzionii, la ricerca del due e due quattro su questioni che hanno radici profonde e antiche è un’espressione spesso patetica di ottimismo stolido.

    Nel caso dei lavavetri, o si diventa duri come dei vopos alle frontiere (perchè no?), o se no è chiaro che l’umanità dolente che preme per entrare non lo fa mica per diventare amministratore delegato di una SpA. Ed è chiaro che la miseria genera cattivi comportamenti: o non li vogliamo, i cattivi comportamenti, e allora si chiude a doppia mandata la frontiera (tipo sparare sui barconi, per capirci). Se invece si predilige l’approccio umanitario, è impensabile ridurre a ordine urbano, quieto e profumanto, un mondo scalcagnato come quello cui si è consentito di entrare.

  41. Et voilà, nazisti. Argomenti seri contro l’ordinanza sui lavavetri non ce ne sono mai stati, ma almeno si poteva evitare di finire con la solita stronzata dei nazisti.

    Come quando i cattolici non sanno più che cazzo dire sulla legge 40. Cosa ti tirano fuori? I nazisti.

    Anche il direttore del Manifesto, altro genio, ieri con la voce tremula e gli occhi tanto tristi paragonava i lavavetri ai miserabili fatti impiccare dalla regina Vittoria.

    Meno male che Serra è riuscito a ragionare. Continuando così la sinistra italiana non ha uscita, può solo rimescolare le solite stronzate. Fa così schifo che può essere paragonata solo alla destra italiana, anche questa ingessata a ripetere le solite quattro balle per gonzi.

  42. Francesca: il consenso dell 85% dei cittadini è cosa buona per gli assessori, ma è cosa nota che i cittadini (i commentatori qui presenti inclusi) notano solo se ci sono o meno i lavavetri. E se i lavavetri non ci sono, loro sono un pochino più contenti.
    Non sanno, né sono interessati a sapere, dove vadano i lavavetri rimossi dai semafori, e se la loro rimozione abbia effetti collaterali quali (come già detto in altri commenti) l’intasamento degli uffici di giustizia o un aumento dei borseggi, dell’accattonaggio e del taglieggiamento di chi cerca parcheggio.

    Morale della favola: il consenso dei cittadini non prova che la decisione presa sia quella giusta, ma solo che è quella immediatamente popolare.

    (Tipo i condoni fiscali e i tagli alle tasse del governo Berlusconi, per capirci: decisione popolare che ha generato un bel puttanaio di debiti.)

  43. Cosa c’è di male a essere un “pochino più contenti”?
    Perché lo scrivi velandolo di quel sottile senso di colpa che leggendo il commento dovrebbe prendere quei “loro” che si sentono un “pochino più contenti”?

    E’ per caso un delitto ritenersi soddisfatti se una scelta politica fa sentire un “pochino” più contenti?
    Significa non essere interessati ai problemi del mondo?

    Quale collegamento ti porta a stabilire che chi è un pochino più contento automaticamente se ne freghi della fine che fanno i lavavetri?
    Dov’è la connessione tra le due cose?
    Chi sono i “loro” e chi i “voi”?

    Questo post parla dei lavavetri, non degli scippatori né del taglieggiamento e su questo si è esposto il proprio parere.
    Alla domanda “E degli scippatori cosa pensate?” verrà data risposta sugli scippatori e sui parcheggiatori, problema del quale non si è parlato perché non ha a che fare col tema visto che i parcheggiatori sono per il 99% italiani e la questione è molto diversa.

    Non credo che esporre il proprio pensiero su un aspetto di un problema senza farlo prima precedere dalla puntualizzazione della propria posizione sulla totalità di tutti gli altri problemi correlati, significhi non averla.

    Certo, il problema lavavetri è prima di tutto il problema del racket che sta loro dietro.
    Si è deciso di partire dalla prima linea ora si starà a guardare come (se) proseguirà il percorso di soluzione o se era solo una mossa di facciata.
    Quando si noterà assenza di ulteriori interventi si commenterà quello, per ora si guarda con sollievo il fatto che dei due aspetti del problema problemi fin’ora entrambi ignorati almeno uno è stato affrontato e per quanto non risolutivo per le sorti del mondo né tanto meno conclusivo del problema lavavetri, sicuramente ha reso la sosta ai semafori di qualche donna, purtroppo solo le fiorentine per adesso, un po’ più serena e questo è sufficiente per non sentirsi in colpa se ci si sente un pochino più contenti.

    Contentezza che al contrario non è sufficiente per tirare una riga che divide i buoni dai cattivi.

    Rimane inoltre un punto sul quale forse varrebbe la pena soffermarsi:
    Dove è scritto che esser buoni significhi subordinare la propria contentezza a quella di chi è più sfortunato?
    Dove è scritto che si possa ritenersi buoni solo se prima si sono salvati tutti i disperati del mondo perché la nostra felicità di gente che ha avuto la fortuna di nascere in un paese non alla fame ha diritto a essere goduta solo dopo che si è generata quella degli altri, di tutti gli altri?
    Che delitto abbiamo mai compiuto per arrivare a ragionare in questo modo?

    Se loro lavano i vetri nel nostro paese è perché tu a differenza di quelli nati nel loro hai un cellulare probabilmente due e una macchina per ogni famiglia quando non due o tre.
    Finché tu usi il tuo cellulare sulla tua macchina, non sei diversa da chi è un “pochino più contento”.
    E non per un discorso di morale ma di banale economia globale.
    Sei “loro” esattamente come “noi”.
    Questa, è la morale della favola.

    Sì, è una decisione immediatamente popolare.
    Eureka.
    Erano anni che non se ne vedeva una seguita da una tale pioggia di applausi.
    E i condoni di Berlusconi il consenso dell’85% della gente non l’hanno mai visto nemmeno dipinto se non nei suoi fantasiosi sondaggi, altrimenti sarebbe ancora al governo.

  44. Adesso però fatemi capire.
    Ci sono ennemila personaggi che di lavoro dovrebbero trovare “soluzioni” ai problemi concreti dei cittadini.
    Ora, io non dico che la “Soluzione” sia una: io sono relativista, per me parlare della Soluzione è come parlare della Verità. Io non credo che nessuno qui voglia una Soluzione agli infiniti Problemi della Vita. Dal canto mio mi accontenterei che chi di dovere, che oltretutto è pagato profumatemente con i nostri soldi, e come se non bastasse gode di privilegi a iosa, si impegnasse un attimo per avvicinarsi a qualcosa che anche da lontano assomigli ad un abbozzo di soluzione ad un problema. Pretendo troppo? Io faccio un altro lavoro, e da me si pretende sempre molto, quindi è chiaro che quel qualcuno non posso essere io.
    Questo al di lè delle valutazioni di merito sull’ordinanza. A me quello che dispiace è che i politici, soprattutto quelli di sinistra, si facciano travolgere dai problemi. Esempio: la “gioiosa macchina da guerra” si fece travolgere dal Berlusca nel 94. Me li ricordo benissimo, quelli che dicevano massì, dove vuoi che arrivi! figurati se gli italiani sono così scemi!
    Sono gli stessi, eh!? Gli stessi che rischiano di farsi travolgere dalla Brambilla nel 2011!
    Anzi, questi si auto-travolgeranno, se continuano così!
    Che poi veramente, non ho più parole: uno auspica un minimo di certezza sulle regole del vivere civile e subito viene tacciato di nazismo! Ma voi l’avete mai messo il naso fuori dall’Italia? Ci siete mai stati in Francia, o che so, in Germania? Ma vi sembra che si possa dire che sono dei nazisti?
    Le soluzioni che auspico io prevedono certamente molto, moltissimo di più sul fronte dell’integrazione. Quello che continuo a ripetere è la seguente cosa: chi lo deve fare? Lo devo fare io? Io entro in empatia con tutti gli zingarelli e gli ambulanti del mondo, oggi ho pagato il pranzo ad un venditore di calzini, ma non è così che si risolvono i Problemi. Perché i Problemi ci sono mio caro anonimo, e hai ragione quando dici che non esiste la “Soluzione”. Ma cazzo, un insieme coraggioso di piccole soluzioni, da qualche parte, prima o poi dovranno venire fuori o no? O finisce che faccio prima ad emigrare da ‘sto schifo di paese (notate la minuscola, please)?

  45. Broono, forse non mi sono spiegata.
    La bontà di un provvedimento non si giudica col metro della sua popolarità, specialmente se si tratta di un provvedimento che affronta solo UNA parte di un problema. Ditemi che gli assessori coinvolti hanno fermato l’accattonaggio ai semafori E affrontato il problema della miseria legata all’immigrazione, e io vi dico OK, il provvedimento è popolare e anche efficace.

    Così mi pare sia solo popolare, e risolva solo una parte del problema, vale a dire la sicurezza dei cittadini. Peraltro, a mio avviso, in maniera parziale, perché quelli che cacci dai semafori tornano a far danni in altri modi. A meno che non si decida di affrontare il problema seriamente, e a livello nazionale.

    L’ho già detto e lo ripeto, aggredire le persone ai semafori è un comportamento criminale che va sanzionato e impedito. Per cui, va benissimo fermare gli aggressori. Ma cacciare d’ufficio tutti sulla base di una presunzione di reato, senza andare a mettere il naso nei giri loschi che piazzano la gente ai semafori, o che sono organizzati dalla gente ai semafori, è potenzialmente inefficace.

    Non siamo obbligati ad essere sempre un passo indietro nelle politiche sociali rispetto al Terzo Mondo. Ogni tanto – dico ogni tanto – si potrebbe provare anche ad essere più avanti.

  46. Su questo (l’unità di misura della bontà di un provvedimento) mi trovi assolutamente d’accordo.
    Io sono uno dei pochi (credo) che quando ricevette la lettera del famoso condono che mi informava del mio potermi liberare di tutti i sospesi passati con solo euro 100 e qualcosa, la cestinò e ancora oggi mi sto pagando l’intero debito un po’ alla volta perché è giusto così, quindi figurati quanto ritenga la valutazione popolare importante per valutare un provvedimento.

    Ma non la si può nemmeno ignorare, però, quando quella valutazione è pressoché unanime e quando raggiunge l’85% in ogni tipo di sondaggio, fosse anche solo il conto dei commenti in questo post, allora significa che per l’85% dei cittadini il problema non è la misera legata all’immigrazione ma la propria sicurezza e se l’85% della gente questo lamenta, chi si occupa di questo aspetto fa il mestiere per cui è pagato.
    Che è, forse vale la pena ricordarlo, occuparsi dei cittadini nativi PRIMA che di quelli che vogliono diventarlo.
    E non per nazionalismo o per nazismo, ma banalmente perché nessun paese abitato da gente col sangue agli occhi verso qualsiasi persona con accento straniero saprà mai essere ospitale per nessun immigrato.
    E quindi occupandosi di rasserenare i suoi cittadini, il politico crea contemporaneamente anche quel cuscino sul quale col tempo si appoggeranno i disperati.

    E allora in questo senso vado alla tua domanda:
    “Ditemi che gli assessori coinvolti hanno fermato l’accattonaggio ai semafori E affrontato il problema della miseria legata all’immigrazione e io vi dico OK”
    ma te la rigiro io in maniera diversa:
    Dove hai letto che il fine di quel provvedimento fosse l’occuparsi ANCHE della miseria legata all’immigrazione?
    L’hai stabilito tu, guidata dal tuo senso di giustizia che ti porta ad accettare un provvedimento punitivo solo laddove si occupasse contemporaneamente di offrire un’alternativa.
    E questo è un ragionamento un sacco italiano, tipico di quelle persone per esempio di certe aree disagiate del sud che alla domanda “Perché rubi?” rispondono che la colpa è dello stato che non dà loro un lavoro per sfamare i figli e te lo dicono con i 345 figli dietro che saltellano nei 4 metri quadri di casa in cui vivono.

    Allora il tuo ragionamento è applicabile anche a loro.
    Siano liberati tutti i ladri presi sul fatto che abbiano nello stato di famiglia almeno 5 figli, perché la colpa è dell’assessore che non ha trovato ancora una soluzione alla disoccupazione del paese di Pippi Jonica.
    Sai quante celle si libererebbero.

    No Giulia.
    I problemi sono diversi e gli aspetti sono molteplici e un sindaco che emette un provvedimento che si occupa solo di uno di essi non è un sindaco che si disinteressa della povertà, ma un sindaco che si sta occupando di UN aspetto di essa.
    In maniera egregia, a giudicare dagli applausi dei fiorentini.
    E la scelta di occuparsi di UN aspetto non può essere criticata solo perché insieme non ha fornito il resto dei provvedimenti che lo tengono al sicuro dall’accusa di nazismo.

    Il suo provvedimento non ha mai avuto intenzione di essere un provvedimento salva poveri.
    Credo tu non abbia potuto leggere da nessuna parte questa cosa.
    Firenze ha (aveva?) un problema, i fiorentini avevano un problema, lui ha cercato di risolverlo.
    Ora ne ha un altro: dove andranno questi qui.
    Ok, si attenda un provvedimento in merito, si guardi il sindaco per vedere cosa fa.
    Ma non si dica che il suo provvedimento è sbagliato in quanto non si occupa della miseria perché l’obiettivo di quel provvedimento erano i cittadini, non i poveri.

    Qui sta il nodo della questione.
    Chi lo critica gli chiede conto di una questione che lui non ha mai detto di aver affrontato con quel provvedimento.
    Credo che lui per primo alla domanda “Questo provvedimento da una soluzione ai poveri immigrati?” risponderebbe “No” ma credo anche che ci aggiungerebbe “io con quel provvedimento mi sono occupato dei cittadini, non degli immigrati”.
    Piaccia o meno, si sia d’accordo o meno, quest’è.

    E non è sbagliato.
    O se lo è, lo è tanto quanto è sbagliato lavare la macchina a Pavia prima che si siano tappati tutti i buchi negli acquedotti siciliani.
    Tu la lavi la macchina o ogni volta dici no perché ti fa male il cuore a sapere che in sicilia ci sono paesi nei quali in certe fasce orarie non hanno acqua per farsi il bidet?
    Ecco, uguale a Firenze.

  47. Il problema è proprio quello che sollevi tu. Vale a dire: dove vanno questi qui?
    Ecco perché ti dico che ho dei dubbi sull’efficacia del provvedimento.

    Non mi trovi d’accordo sul fatto che il sindaco o l’assessore debbano occuparsi solo “di quel problema lì”. Ogni municipalità dovrebbe occuparsi di tutti i problemi: e se da un lato va bene intervenire su un fenomeno che crea disagio, è anche giusto intervenire su quello che causa quel disagio. Se ho una carie e ci metto sopra la capsula senza curarla, il dente mi cade lo stesso.

    La sicurezza, d’accordo con te, è un bene comune. Tutela i cittadini italiani e anche gli stranieri che non danno fastidio a nessuno e si limitano a vivere la loro vita in pace. Ma non c’è sicurezza che duri, se non si interviene su quello che causa il pericolo. Questo non è un discorso italiano, è un discorso internazionale: è così e basta. Nessuno vuole giustificare gli aggressori, ma è necessario intervenire alla radice del problema. Altrimenti, quello che togli da lì te lo ritrovi di là.

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