Ma a voi pare che un qualche esponente del Parlamento britannico abbia pronunciato verbo (anticipatamente) riguardo il famigerato documentario della BBC? No perché in Italia l’ex Presidente della Camera dei Deputati, Pier Ferdinando Casini, dice di non capire per quale motivo la RAI debba sperperare i suoi soldi nell’acquisto di una “schifezza” quale sarebbe il documentario in questione. Senza poi contare che – aggiunge – sarebbe meglio fare un bel lavoro da zero nel quale si approfondisca il problema dei preti pedofili sì ma in relazione alle altre bellissime cose che fa la Chiesa in giro per il mondo. Il rapporto che indica è 1:1000. Quindi? Cos’è, non vale dunque nulla?
E poi mi sono tastato per capire se ero vivo.
Il fatto è che l’onorevole Casini fa comunque un discorso davvero sciocco: la questione non è quel che di buono fa la Chiesa nel mondo. Nessuno, dotato di raziocinio standard e medio intelletto, sarebbe capace di ritenerla responsabile se un prete compie atti di pedofilia in giro per il mondo. Parlo da ateo: ovviamente quel determinato prete è un essere umano e in quanto tale può come altri essere uno stronzo di proporzioni bibliche. Certo, data la situazione, forse il mio giudizio potrà essere ancor più grave ma non c’è un solo motivo, né un modo, per poter riversare queste colpe sulla Chiesa. Quindi la maniera di Casini vada a farsi friggere immantinente, please. E noialtri anzicché ingoiare quel che arriva si potrebbe cercare di rimettere in moto quel poco che basta per saper rimbalzare al mittente certe illogiche affermazioni: parlo agli amici giornalisti i quali di mestiere fanno quelli che ragionano e una volta che hanno ragionato scrivono, fate il piacere, la prossima volta ribatte parola su parola. Casini-ma-che-cazzo-dice? Non ci sono solo sciure-marie in giro per l’Italia, porti rispetto.
Altro discorso è quello di ritenere responsabile la Chiesa di coprire i reati dei preti che in Lei trovano poi rifugio. E questo è il focus del documentario BBC. Che si riesca o meno a farcene una ragione, esistono popoli che non hanno alcun timore reverenziale nei confronti del clero e preparano documentari, dossier e quant’altro e il senso di tutto questo è di informare le persone. Lo stesso Rocco Buttiglione, ieri, ha toccato sulla questione cime inarrivabili da uno sano:
“E se domani qualcuno volesse trasmettere un documentario che nega l’esistenza dell’Olocausto, diremmo che ha diritto di farlo sulla base del diritto di cronaca?”
Beh, sì. Ne avrebbe diritto proprio per quello. Guardi Buttiglione che il “diritto di cronaca” non è una carnevalata, eh? Comunque sia, non vorrei divagare, ma mi si permetta di dire che l’accostamento degli argomenti mi suona un filo paraculo. Ché si sa mai che qualcuno non associ subliminalmente le due cose. Per essere un filosofo, Buttiglione, lascia un po’ a desiderare, mi lasci dire.
Infine, in mano abbiamo un documentario che dice una cosa e la documenta, mica spara ad alzo zero nel mucchio come invece siamo soliti fare da queste parti: non vocine contraffatte e immagini sfocate, nomi e cognomi. Chiunque sia in grado di confutare la cosa si faccia avanti, ne ha facoltà e lo starò ad ascoltare con il medesimo interesse. E come me altri. Non saper, voler accettare questo, onorevoli Casini e Buttiglione, per quanto lo vogliate dipingere di cautela o sa il cielo cos’altro, sa solo di coda di paglia.
Nel dettare una certa linea di condotta in caso di abusi da parte di sacerdoti, se è vero che lo ha fatto, l’allora Cardinale Ratzinger fece ciò che rientrava nelle sue competenze, se non erro di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, erede del Sant’Uffizio e quindi dell’Inquisizione. Istituzione piuttosto vecchiotta, che ha plasmato il mondo in cui viviamo. A Sasaki potrà anche non fottere un cazzo, ma è un dato di fatto che rende le cose un filino più complicate di come evidentemente molti le immaginano. Un’autorità comunque che lo stato italiano accettava e tuttora riconosce nei limiti del concordato del 1929. Ferme restando le condizioni di quell’atto che regola la convivenza tra Stato e Chiesa, quest’ultima ha competenze anche politiche che esercita nella più totale autonomia anche, ad esempio, nel gestire i rapporti con gli esponenti delle proprie gerarchie. Esistono conflitti con la sovranità dello Stato italiano? Che se ne parli, si propongano nuovi accordi, ma se si pretende di inquisire il Papa non basterà neanche la giustizia, che invece dovrebbe fare il suo corso, lo dico per primo, nei confronti degli indiviui che hanno commesso un reato. Altrimenti, ho paura, ci vorrebbe un nuovo concordato, e questo porterebbe probabilmente a una guerra civile come avvenuto prima del precedente (di mezzo c’era stata la Grande guerra). Questo a un livello più pragmatico. Nel caso del Vaticano, “est modus in rebus” significa poi (ma i due piani si confondono, nel senso che lo si dovrebbe fare) capire che la giustizia ordinaria non può riguardare il Papa. E’ una questione di buon senso che mi rendo conto non sia alla portata di tutti. All’epoca dei fatti Ratzinger non era ancora Papa? Beh, adesso lo è. Se non capite perché questo lo renda diverso e intoccabile anche sul piano del buon senso oltre che sul quello del diritto (non astratto, buono per qualunque contesto e pronto per l’uso, ma calato nella storia) non so cosa dirvi, anzi è meglio che non lo dica. Avere rispetto per ciò che il Papa è non significa considerarlo divino, quindi anche un ateo può capirlo, e per fortuna chi lo fa non manca. Forse la guerra civile si può evitare.
Slowfinger, astraendomi un po’ dal discorso specifico, fammi capire, secondo te si può dire che Bush (un capo di stato) ha le “mani macchiate di sangue” e non si può dire che il Papa (un capo di stato) ha fatto questo o quello? Non capisco perché.
P.S. Anche tu. Il Concordato in vigore è quello del 1985. Non c’è stata nessuna guerra civile prima che Craxi lo firmasse. Non c’è stata nessuna guerra civile nemmeno prima del 1929. La Grande Guerra *non* era una guerra civile. La storia contemporanea piace a pochi, mi sa.
Joe, la questione della denuncia di chi SA è un po’ più complessa. Perchè la ” confessione ” potrebbe essere avvenuta sotto confessione, appunto. IN questo caso, il prete ha degli obblighi di segretezza. Opinabile, ma ok,ma è prassi della Chiesa,e, dopotutto, spetta alla vittima fare la denuncia. IL problema è che si sono inventati una specie di ” rapporto di fiducia”, per cui chi viene a sapere un fatto così grave durante una normale conversazione e NON durante il Sacramento è tenuto pure al segreto. E allora, se non è giustificato dal segreto del Sacramento della Confessione, perchè anche in quel caso esigi il segreto? CHi ha detto ciò? Monsignor Bertone
A proposito della denuncia in Confessione:
” Ma, a mio parere, non ha fondamento la pretesa che un vescovo, ad esempio, sia obbligato a rivolgersi alla magistratura civile per denunciare il sacerdote che gli ha confidato di aver commesso il delitto di pedofilia. Naturalmente la società civile ha l’obbligo di difendere i propri cittadini. Ma deve rispettare anche il “segreto professionale” dei sacerdoti, come si rispetta il segreto professionale di ogni categoria, rispetto che non può essere ridotto al sigillo confessionale, che è inviolabile. ..”
OK, rispetto della prassi religiosa.
ma poi, se invece la confessione scatta NON durante una Confessione sacramentale:
.”..Ma la questione è stata ben spiegata dal cardinale Ersilio Tonini durante una trasmissione televisiva: se un fedele, un uomo o una donna, non ha più nemmeno la possibilità di confidarsi liberamente, al di fuori della confessione, con un sacerdote per avere dei consigli perché ha paura che questo sacerdote lo possa denunciare; se un sacerdote non può fare lo stesso con il suo vescovo perché ha paura anche lui di essere denunciato… allora vuol dire che non c’è più libertà di coscienza…”
Libertà di coscienza, la chiama.
Il problema è fino a che punto accettare che la CHiesa possa sfuggire a regole che valgano per tutti.
Sì, MJ, sul segreto professionale dei prelati non metto becco: figurati che mi sembra più che legittimo.
Ma mi sembra altrettanto legittimo imputare al capo di un’istituzione le sue responsabilità, soggettive e oggettive. Che poi non potrà essere processato (ma non perché Papa, perché capo di stato straniero, almeno questo…) è un altro discorso (lecito pur’esso).
A parte il fatto che le mani macchiate di sangue non le ha neanche Bush, se ti sfugge la differenza rispetto al Papa non ti dico di chi stai messo peggio, ché è meglio.
Anch’io. Grazie della lezione sulla Grande guerra, mi mancava. Lo so, i sussidiari delle elementari quelle di indipendenza non le chiamavano “guerre civili” ma suvvìa, un minimo di apertura mentale. Pensi che per portar via al Papa lo Stato pontificio si siano seduti intorno a un tè con i pasticcini? 1985? Quisquilie, il vero concordato è quello del ’29.
Slow, facciamo a capirci.
Competenze politiche non significa competenze giuridiche e quand’anche lo significasse non riguarderebbe le piastrelle oltre il vaticano.
Oppure cancelliamo i confini, ridisegniamo gli atlanti, diciamo che è tutto loro e vaffanculo.
Il vaticano pensa di poter opporre le proprie regole interne anche in fatti che andrebbero giudicati secondo leggi non vaticane, vedi l’esempio del segreto professionale postato qui sopra.
Come a dire che se un prete si confida col suo vescovo sul suo aver commesso 40 violenze su bambini, se il secondo non dice nulla va tutto bene perché c’è il codice canonico che gli da ragione.
Si, d’accordo, bella cazzata ma vera, il codice canonico contiene questa e ben altre cazzate ma tant’è, è il loro.
Il problema è che tu stesso poco sopra ti chiedevi “Finora mi è sfuggita un’attenzione specifica per la dimensione umana e i risvolti penali delle singole vicende narrate”
Eh, appunto, dove sono?
Nel codice canonico? Nel concordato? Nella II guerra mondiale?
Allora per capire vale la pena fare un parallelo con l’unica altra istituzione che pretende di essere soggetta solo e soltanto alla propria legge, dovunque sia e qualsiasi cosa faccia, un gruppello di persone che in più di una cosa possono essere usati come metafora per la chiesa ma che in questo caso uso solo per quell’aspetto della territorialità: l’esercito americano.
Se un soldato americano commette un reato in una terra straniera, viene giudicato dagli stessi militari americani e solo da loro.
Se il governo del paese dove ha commesso il reato non è d’accordo, ciccia, si attacca.
Allora uno può trovare tutto questo pittoresco e bizzarro e farne argomento di chiacchiere da bar giusto per passare il tempo davanti a una birra, quando questo va a toccare, chessò, il nonnismo tra i marines.
Vogliono legarsi ai pali della luce e tirarsi le secchiate di letame? Lo facciano, affari loro. Qualcuno non regge e si butta da una finestra senza che nessuna indagine parta? Lo facciano, affari loro, se è così che vogliono formare i marines ne hanno pieno diritto, chi si arruola lo sa e sceglie.
Ma se un marine in un paese estero spara a un civile, il discorso cambia un pochino e il giochino dell’essere giudicabile solo dallo stesso esercito che quel marine l’ha armato e addestrato comincia a mostrare il vero motivo per cui è stato inventato: avere mano libera e non essere soggetti a giurisdizioni e giudizi diversi dai propri, dovunque sia e qualsiasi reato tu abbia commesso.
Il Cermis ha fatto scuola, in merito.
Ma anche in quel caso è tutto scritto, tutto firmato, tutto accettato.
Ok, d’accordo.
Possiamo almeno dire che è da criminali lo stesso o dobbiamo dire che storicamente è un fatto che i marines ci sono stati utili quindi il non mandarli davanti a una corte italiana quando fanno fuori qualche civile è soltanto un riconoscere la storia e il ruolo che in essa hanno avuto?
Ecco, la chiesa e questa vicenda è uguale.
Se emettono un documento che butta fuori dai seminari tutti quelli che hanno anche solo lontanamente pensato all’amore omosessuale, lo facciano, ci faremo due risate sopra e qualche dibattito ma finché uno non sceglierà di entrare in seminario consapevolmente, la cosa non ci riguarderà.
Ma quando si tira fuori un LORO documento e il LORO codice, per giustificare il silenzio su una serie di reati chiesto da uno che come incarico ha quello di “Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, erede del Sant’Uffizio e quindi dell’Inquisizione” che come qualcuno sopra ricordava, per chi non crede, non è cittadino vaticano, non s’è iscritto al seminario e nemmeno va in chiesa equivale né più e né meno che al Mago Othelma, se non come influenza “mentale” sulle masse sicuramente sì come influenza giuridica, allora non si può pensare di tirar fuori la storia per rendere questa cosa meno ridicola di quella che è.
Almeno finché all’inquisizione non verrà ridato anche quel potere temporale che se non ricordo male, storicamente, gli è stato tolto.
Almeno fuori dal vaticano, intendo.
Slowfinger: non ho capito se pensi che la Grande Guerra siano le guerre di indipendenza o se il tuo era un lapsus.
Sì, mi sfugge la differenza rispetto al Papa.
E no, il concordato è quello del 1985, ti consiglio di leggertelo. E’ breve, ce la puoi fare.
Mi pare che a Slow sfugga il fatto che NON è lo Stato Italiano che ha chiesto l’ incriminazione di Ratzinger per favoregggimento, ma gli Usa. CHe non mi risulta abbiano firmato nessun concordato con la Chiesa.E che quindi non sono tenuti a nessun rispetto.
All’autorità giudiziaria USa non frega niente dei diritti della Chiesa, ficcatevelo in testa. Questi ” privilegi ” sono tutti nostri.
( en passant, Bush HA le mani sporche di sangue )
Broono, accomodati. E’ suggestiva l’ipotesi che il concordato non preveda anche una pertinenza o giurisdizione di carattere giuridico, o meglio giudiziario. Si tratta di competenze che riguardano anche il modo in cui vengono gestiti i rapporti di potere (eventuali consegne del silenzio comprese) all’interno di tutta la comunità ecclesiastica, e non solo di quella vaticana. Tutto ciò è parte del Concordato e non ha nulla a che fare con gli eventuali reati commessi, giustamente da perseguire. Il vostro problema è che pensate di poter sostituire qualunque cosa a qualunque altra, purché abbiano una vaga somiglianza o si possano “omologare”: è la logica tipica del marxismo e del pacifintismo buono per tutte le stagioni, applicata all’ingrosso all’intero agire dell’uomo, omologazione dopo omologazione: così il Vaticano è assimilabile all’esercito americano, Bush al Papa, il Cermis al filmato della Bbc, Raul Gardini al mostro di Firenze e Wikipedia allo scibile umano. Purtroppo le cose vanno un tantino diversamente perché la realà di omologabile non ha un fico secco, dal momento che ogni fenomeno o soggetto storico ha un’identità specifica e insostituibile che può giustificare approcci e dunque (ingiustamente in un’ottica marxista, ma inevitabilmente) trattamenti diversi. Vale per il Papa e anche (en passant) per gli Stati Uniti, che non godono di diritti speciali di ascendenza sovrannaturale, ma sono soggetti diversi nel mondo fin troppo reale in cui viviamo in quanto detentori di ruoli diversi, che so, da quelli del Mago Otelma e dell’Albania. Vanno per questo considerati privilegiati? No, anche se dagli effetti può sembrare il contrario. Sono tra loro per questo assimilabili? Neanche. Dopodiché, in questa questione, gli altri si arrangino come possono e intendono fare. A me interessa come il MIO paese la gestisce. Afferrato il concetto? La realtà è fatta di differenze non solo quando conviene invocarle, dovete farvene una ragione. Può farcela persino Joe, che si ammazza di letture e ha fulmineo intuito d’aquila.
Ancora una volta coloro che si riempiono la bocca di etica e morale, di principi e valori, di anima e di spirito, si trova poi ad essere protagonista delle bassezza più efferate e crudeli nei riguardi dei più deboli. Se questa non è viltà e ipocrisia…
Mi immagino sempre la scena di un prete pedofilo che per far fronte ai sensi di colpa si mette prima ad autoconfessarsi e poi, mi pare ovvio, ad autoassolversi. E’ questa schizofrenia che rende evidenti tutte le contraddizioni e le assurdità della chiesa
Boh.
Forse abbiamo idee diverse del concetto di giurisdizione e soprattutto di comunità.
Secondo la tua tesi (ma anticipo che potrei non averla capita proprio bene bene) mi verrebbe da pensare che secondo te una cosa che avviene in una chiesa in texas è soggetta alla giurisdizione vaticana e come tale può essere coperta dal silenzio che secondo il loro codice è previsto in questi casi.
Ma a questo punto mi viene da dire che ho imparato davvero una cosa nuova e cioè che le chiese sono come le ambasciate: indipendentemente da dove si trovino, sono considerate territorio dello stato che rappresentano e come tali, tutto ciò che tra le loro mura avviene è considerato avvenuto nel territorio del suddetto stato e dai suoi codici, per logica, regolato.
La gestione dei rapporti di potere all’interno della comunità, s’è detto diverse volte oggi, non è in discussione finché regola i rapporti all’interno della comunità.
Qui si sta cercando di guardare una vicenda nella quale non sono i rapporti tra loro a essere discussi, ma il loro aver chiesto il non procedimento nei confronti dell’allora cardinale perché nel frattempo diventato papa e quindi capo di stato e del loro averlo chiesto via ambasciata nientemeno che al presidente degli stati uniti.
Si potrà anche considerare legittimo tutto ciò perché i codici prevedono tutto questo e quindi sintetizzando ogni possibile posizione alla pura e semplice analisi acritica codici alla mano si può anche chiudere l’argomento.
Ma non si può che chiuderlo con una sola deduzione:
Se un caso di (presunta) pedofilia viene gestito per quanto riguarda gli appartenenti alla comunità attraverso il codice che (legittimamente) impone loro il silenzio e per quanto riguarda gli esterni con una richiesta (legittima) al presidente degli stati uniti di non procedere perché di capo di stato si tratta, allora significa che quel caso non è per nulla presunto.
Credo lo dica la logica.
Non so cosa dica il marxismo in merito, ma secondo me pensare che tutto questo sia abbastanza uno schifo, indipendentemente dal suo essere storicamente e politicamente legittimato o meno, e che quindi le regole possano essere riscrivibili se in palese contraddizione con quella che dovrebbe essere la loro prima finalità e cioè la difesa dell’uomo anche, soprattutto, quando bambino, non è una posizione così sovversiva.
Ma poi ripenso al fatto che discutere di quest’ipotesi con te che te ne esci con frasi quali “alla libertà dello stato laico, che si vuol far passare come danneggiata e castrata, anziché arricchita senza obblighi di sorta, dalla presenza della Chiesa” è una strada destinata a scontrarsi contro una sostanziale differenza di fondo: per te la presenza della chiesa è una fortuna e arricchisce chi ne gode anche se non appartenente ad essa, per me, decisamente, no.
Piacere in ogni caso d’averti reincontrato.
Concordo con Sasaki, anche se il diritto di cronaca lo concederei dopo che da più parti si è verificato che i dati che si riportano nel pezzo siano sostenuti da prove, documentazioni ecc. Mi augor – sonho fiducioso – che alla BBC lo abbiano verificato. Del resto la questione preti pedofili per esempio negli USA è tale che sul sito della conferenza episcopale locale c’era il modulo per segnalare eventuali abusi subiti anche molti anni fa..se fossi il capo della BBc e qualcuno mi presentasse un documentario assicurandomi che è un inchiesta per dimostrare la non esistenza delle camere a gas avrei dubbi,perché le prove dell’esistenza sono tante e tali….e quindi il problema non si pone anche per il politically correct: non è che il diritto di cronaca si concede a chiunque, mica è il “micorfono aperto” di Radio Radicle di tanti anni fa hce uno registrava un messaggio e loro lo mandavano in onda sensza fltro. Filtro non vuol dire censura, filtro vuol dire avere le proprie convinzioni, essere disponibile a metterle in discussione, ma mica ad essere pirla e a dar voce chiunque apre la bocca e gli dà fiato..
PS sasaki secondo me il rapporto tra cose brutte della chiesa e cose belle della chiesa non è 1:100, ma 8×1000..
Ma possibile che in Italia debba essere sempre vigente la censura ? Basti ricordare l’altro famoso documentario della BBC ” Fascist legacy” realizzato nel 1988 e che descrive i crimini di guerra compiuti dai fascisti in Abissinia/ Etiopia, in Yugoslavia; oppure come ” Il leone del deserto” il film che racconta dei crimini italiani in Libia?
E’ possibile che il “bispensiero” debba ancora esserci?
Direi che il passaparola in rete del documentario sui pedopriests forse ha iniziato ad incrinare le cose.
Sono d’accordo con Casini. Si faccia uno speciale dove si dicono tutte le belle cose che fa la Chiesa. Già vedo il sommario: missioni in Congo, Opera Caritas, evangelizzazione, pedofilia.
max, i tuoi interventi mi hanno aperto gli occhi.
Dov’ero stata sinora?
Dovrò rivedere tutte le convinzioni di una vita, ‘ccidenti.
C’è un pezzo di mondo brutto brutto brutto lì fuori.