Marchette da bollo.

Un bel giorno, il 20 febbraio 1958, il Parlamento votò una legge che abolì la regolamentazione della prostituzione e trasformò il suo sfruttamento in un reato. Di conseguenza furono chiusi 700 casini dove lavoravano circa 3000 donne, ma la prostituzione non divenne illegale, anzi, è ormai diffusissima e muove cifre da capogiro. Non c’è persona normale e non troppo moralista, da allora, che non si sia posta almeno una volta un quesito logico.

Il quesito è questo: se ci sono delle persone che esercitano un mestiere non illegale, mestiere remunerato e collaudato, per quale ragione queste persone non pagano le tasse? Ecco: la mancata risposta a questa domanda, l’anno prossimo, festeggerà i cinquant’anni.

Da allora c’è chi ha proposto di proibire la prostituzione o di legalizzarla alla vecchia maniera, ma restano propsettive improbabili. Se ne deduce, e mi si corregga se sbaglio, che la classe politica e la società civile non si occupino di questo problema perchè semplicemente li imbarazza.
E’ per questo che il sottostante articolo di Michele Perla, pubblicato martedì sul Giornale, dove si racconta di una prostituta milanese che spontaneamente e persino ingenuamente si è messa a rilasciar ricevute per le sue prestazioni, più di lei, mette nudi noi.

***

Non vuole avere grane con il fisco e, in fondo, spera anche che la scelta fatta possa un giorno servire a farle maturare un minimo di pensione. Così ha deciso di dedicarsi al mestiere più vecchio del mondo, ma con un approccio moderno. Rilasciando ad ogni cliente tanto di ricevuta fiscale con la necessaria marca da bollo e dichiarando, al momento di pagare le tasse, gli introiti incassati. Al netto, ovviamente, delle spese sostenute per poter lavorare in strada.

La protagonista della curiosa vicenda è una signora ultra quarantenne che, messa con le spalle al muro perché non trovava lavoro, ha deciso qualche mese fa di vendere il proprio corpo in un boschetto ai margini di una trafficata arteria stradale, che da Milano porta fino a Vigevano. Si chiama Francesca Nossisia e tutti i giorni, escluso i festivi, dalle 10,30 alle 16,30 attende i suoi clienti senza vergogna, col sorriso sulle labbra e con blocchetto di ricevute nella borsa, dove conserva quant’altro le serve per svolgere la propria attività. «Ad ogni cliente, dopo l’incontro, ne rilascio una per la somma a me pagata – racconta -; gli importi variano fino a 40 euro a seconda della prestazione effettuata, e su ogni ricevuta fiscale applico tanto di marca da bollo». Ovviamente niente intestazioni per il cliente e neppure la specifica del tipo di «prestazione» effettuata. «La legge – dice – non prevede ancora che noi prostitute possiamo rilasciare fatture per gli incontri intimi che abbiamo con i clienti. Ma si parla di una nuova normativa che potrebbe regolarizzarci. Quando arriverà, come già succede in altri posti del mondo, voglio farmi trovare in regola».

Francesca ha anche provato ad aprire una Partita Iva per emettere fattura, anziché limitarsi semplicemente a staccare la ricevuta dal bollettario. Si è anche informata all’Agenzia delle Entrate, ma quando le è stato chiesto per quale tipo di professione intendeva richiedere i registri Iva, non ha saputo indicare quella giusta, fra le tante contemplate per lo svolgimento del lavoro autonomo. «Mi sono informata anche da un commercialista, ma non c’è stato verso – prosegue -. Alla fine mi è stato consigliato di acquistare le marche da bollo, e di applicarle su ogni ricevuta rilasciata al cliente, così da mettermi al sicuro da controlli e accertamenti». Il prossimo anno di questi tempi, tirerà le somme degli incassi alla luce dei bollettari che conserva. E sul fatturato pagherà le tasse dovute. «In altre nazioni europee chi fa il mio mestiere paga sì le tasse ma ha anche la possibilità di versare i contributi che fanno poi maturare la pensione sulla base di quanto versato. Sarebbe ora che anche in Italia imponessero alla nostra categoria il dovere di denunciare al Fisco i guadagni, ma al tempo stesso il diritto di tutelarci per quando non potremo più rimanere in strada». Alle spalle Francesca si è lasciata un passato da piccola imprenditrice della Brianza, caratterizzato da lusso e divertimento. Ma anche un matrimonio fallito e un burrascoso divorzio. Poi sono passati gli anni e la vita è diventata grama, soprattutto se la si affronta da donna sola e disoccupata. Prima di fare la drastica scelta, aveva lavorato in un bar per un anno e mezzo con la speranza di essere messa in regola, sgobbando anche 16 ore al giorno, e respingendo ogni volta le avance dei clienti, soprattutto di quelli ubriachi che cercavano di approfittare di lei. «Se questa doveva essere la mia strada, mi son detta dopo il licenziamento e la fine dei risparmi, allora è meglio che mi faccia pagare come tutte le altre». Così dalla fine di febbraio, si è trasformata in lucciola. Senza vergogna e senza voler infrangere la legge. Lei infatti non adesca i clienti con moine o abiti succinti; sono loro, giovani e pensionati che la scelgono proprio per quel suo modo di essere diversa dalle altre, e per quel suo modo di fare gioioso che rende meno squallido anche il mestiere più vecchio del mondo.
«Non sapevo neppure da dove cominciare, anzi è stato il primo cliente a darmi indicazioni concrete – conclude -. Ho comunque delle regole alle quali non transigo: niente cose strane, niente alberghi, e nessun protettore». Fino ad oggi dai bollettari che conserva con cura insieme alla lista delle spese sostenute, ha staccato oltre trecento ricevute e gli affari vanno bene. «È vero, la mia clientela è cresciuta in fretta, ma non ho affatto intenzione di esagerare. Alle 16,30 stacco e torno ad una vita normalissima, come tutte le altre donne».

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50 Commenti

  1. Bell`articolo, questa gente vorrei vedere a confindustria, non i figli di papa` che si fanno chiamare giovani imprenditori.

  2. Ad essere sincera la prima domanda che mi pongo quando penso alle prostitute non è esattamente perché mai non paghino le tasse ma come sia possibile che ci siano donne ancora costrette a vendersi per sbarcare il lunario. Ma il mio è ovviamente un approccio molto femminile al problema tanto che la sua mancata soluzione che perdura ormai da cinquant’anni, non credo proprio che sia causata da imbarazzo ma da un opportunismo tanto schifoso quanto evidente. Sono gli uomini a fare la politica e i politici come tutte le altre categorie maschili, ad approfittare della situazione.
    Per questo non la si può vietare, ma non la si può neanche legalizzare perché farlo significherebbe mettersi contro non solo tutti i benpensanti, cattolici, moralisti del nostro paese, ma anche buona parte delle donne e di tutte le associazioni femminili.

  3. viss: che “cattolicesimo” e “ipocrisia” siano sostanzialmenet sinonimi è cosa nota, che non genera alcuna sorpresa. Che “associazionismo femminile” e “ipocrisia” siano sinonimi, invece, lo trovo vagamente più proccupante.

  4. La “mancata soluzione” perdura non da 50 ma da 50.000.000 anni. E non c’è niente da legalizzare: se una cosa non è vietata, è automaticamente legale.

    Sul fatto che i politici non affrontino il tema perché li imbarazza sono d’accordo, ma non so se siamo d’accordo sulle cause di questo imbarazzo. A mio parere, l’imbarazzo è dovuto al fatto che, in tutta evidenza, quello della prostituzione è un problema irrisolvibile e qualunque “soluzione” non potrebbe che essere parziale e lasciare fortemente scontenta una larga parte della popolazione.

  5. Livefast, abbia pietà di me, non avevo ancora preso il caffè:-)
    Volevo dire che non la si vieta per ipocrisia e non la si legalizza per non mettersi contro i cattolici, benpensati e moralisti (ipocriti) e le associazioni femminili.
    Ecco, spero di essermi spiegata meglio, ora per favore mi accompagni a fare colazione?

  6. viss, questa volta non concordo con te. Una donna si vende sulla strada (e, se non ha magnaccia che la depredano di tutto, guadagna il doppio di un manager) così come un’altra non lo fa, va in un ufficio o in una fabbrica o in un negozio, si fa sfruttare per aleno otto ore per mille euro: è fuori discussione che questa seconda possibilità sia migliore della prima. Ovvero, perchè anche gli uomini si vendono in qualche forma per sbarcare il lunario. E’ la legge di chi non ne ha abbastanza per campare di rendita. Le forme, le modalità per risolvere il problema sono soggettive. Che poi capiti per ragioni immagino di sessualità “specifica” del maschio che sia più facile un cliente uomo con prostituta donna che il contrario, questo forse va ascritto alla natura, anche se non essendo io un sessuologo potrei sbagliare.

  7. Piti sarei sostanzialmente d’accordo con te nel senso che si tratta sempre e comunque di vendersi la propria dignità per portare a casa la pagnotta. Ma il confronto tra le modalità con cui si è costretti a “vendersi” non si limita al riconoscimento giuridico e fiscale di uno o dell’altro lavoro, ma influisce pesantemente anche sulla propria immagine all’interno di una società come la nostra.
    Non facciamo troppo i moderni perché una puttana resta sempre una puttana e a pensarlo sono le donne ma lo sono ancor più gli uomini e fino a quando mettere nel proprio curriculum vitae “dal 2001 al 2005 Prostitua presso il mio appartamento specializzata nei lavori di bocca e nella cura delle crisi di mezza età…” non sarà cosa normale, non si potrà fare un paragone tra l’una o l’altra attività.

  8. Non è il termine “puttana” ad infangare chi viene etichettata così.
    Sono i pregiudizi che stanno dietro a quel termine che volgarmente viene ribaltato anche sulla sfera “comportamentale” della ragazza.
    Come se una di una che fa la puttana non ci fosse da fidarsi perchè è come una mezza delinquente.
    Io invece penso il contrario.
    Ho avuto a che fare con alcune di loro per motivi non “di svago”. E ho trovato sempre ragazze disponibili (non in quel senso!), sincere, umane, e, purtroppo, disperate.
    Quando sento la parola “puttana”, da allora, questa mi evoca sensazioni tutt’altro che negative.
    Il problema vero è quindi la nostra ipocrisia di fondo.
    Non solo quella dei politici, quella di tutti.
    Ciao Facci.

  9. Le prostitute “per scelta” esistono da sempre. E da sempre sono una minoranza rispetto a quelle che sulla strada ci finiscono per necessità, con l’inganno, con la forza o per pagarsi una dose di qualcosa. Permettere alle prime di assicurarsi un futuro con il proprio lavoro (e contribuire contemporaneamente alle spese comunitarie) e alle seconde di smettere non sarebbe una brutta idea; la brutta idea è confinarle tutte insieme in un posto, sfruttate e indipendenti, lucrarci sopra e buonanotte al secchio. Lina Merlin avrà buttato il sangue per niente.

    Più che questo, mi impressiona sempre il fatto che esistano ancora uomini che preferiscono il sesso a pagamento a quello gratis fra adulti consenzienti: che ovviamente arriva con tutto un carico di ansie da prestazione e emozioni spesso non volute. Mi sembra un segno evidente di immaturità collettiva, una scelta di rinuncia e disprezzo.

  10. io non sono un puttaniere, credetemi, però capisco che ci siano situazioni e condizioni fisiche, psicologiche, anagrafiche, culturali (insomma: umane) che inducono a preferire il sesso a pagamento. Per dire, un vedovo di 65-70 anni, con poche conoscenze, non prestigioso, come fa a scaricare lo schioppetto? il sesso libero e gratis fra adulti consenzienti va bene per noi che siamo tutti giovani e belli (come gli eroi), aperti e possibilisti e abbiamo un back ground di un certo tipo. Opure, mammina ti inibisce, tu cresci timido e complessato, imbranato e incapace di affascinare alcunchì, cosa fai? aspetti i venti anni che servono per svegliarsi e uscire da una simile condizioni prima di assaggiare un gaio cesto di amore che amor non è mai?

  11. Piti, le donne possono trovarsi nelle stesse condizioni alla stessa età, e avere problemi simili. Come mai noi non ricorriamo alla prostituzione maschile con la stessa frequenza?
    Io dico che è una questione di educazione: se il sesso è solo un modo per “scaricare lo schioppetto”, è logico che fra un rapporto mercenario e uno gratuito non ci sia differenza.
    Il tuo discorso però regge solo per gli anziani. Cosa ne facciamo dei giovani, che com’è noto ricorrono alle prostitute nella stessa proporzione?

  12. Anni fa conobbi un uomo molto ricco che diceva: “..se una donna dice no, hai offerto poco. Raddoppia subito.”
    Ricordo che nel raccontare questa cosa si divertiva moltissimo, l’idiota.
    Hai ragione Giulia.
    Tutti sanno che non è difficile fare sesso senza pagare.
    Basta accontentarsi.
    Peccato che la natura umana (soprattutto quella maschile) non è in grado di farlo in nessun campo della propria vita. Tutti vogliono sempre di più. In tutto.
    Diverso è il discorso di chi ama avere un rapporto fatto di tante altre cose e si sente appagato dalla persona che ha accanto.
    Ma se un uomo privo della minima strumentazione necessaria alla seduzione volesse andare a letto con una strafigona prima di diventare vecchio, non ci vedrei nulla di male. Mette da parte due soldini e si accontenta di un rapporto privo di alcun coinvolgimento mentale. Cosa c’è di male? Commette un reato?
    Non dimentichiamoci dell’importantissimo ruolo sociale e psicologico della prostituzione. Io direi che è quasi paragonabile a quello della masturbazione che tra l’altro io consiglio senza troppe controindicazioni a tutte le persone stressate e non.

  13. Ci sono un sacco di ragazzi giovani e belli (come gli eroi) che vanno lo stesso con le prostitute, perché si divertono, perché hanno voglia di “scaricare lo schioppetto” punto e fine.
    Questo per dire che non la metterei sulla pietà di chi non ha altri mezzi per fare sesso. Non solo, almeno. Andare a prostitute per qualcuno è un piacere, come bere un buon vino o farsi una canna.
    Personalmente non ho mai fatto sesso a pagamento, perché lo trovo offensivo nei suoi confronti (farebbe sesso con me se non la pagassi?); perché mi sembra di comprare una persona; perché lo trovo offensivo anche nei *miei* confronti: voglio essere uno che si approfitta di una situazione (qualsiasi sia: scelta, bisogno, schiavitù) per soddisfare un mio bisogno che posso tenere sotto controllo, alla peggio sfogandolo da solo? No, non voglio.
    Ma ci sono quelle che si divertono. Sai quante volte l’ho sentito dire? Ci sono posti in Germania dove pare vadano donne (anche italiane) per arrotondare, diciamo così. Che baciano, che fanno tutto e si fanno fare tutto (anche ricevere sesso orale). Non riesco a credere che una donna provi divertimento nel fare sesso con uno che non ha scelto, ma l’ha scelta pagandola. Potrà pure capitare, ma di certo non è la regola. E allora ho sempre evitato.

    Detto questo, non mi sento di condannare chi è cliente delle prostitute: la mia è una questione morale con me stesso, di coscienza potremmo dire. Escludendo le schiave, chi sceglie di vendersi e chi sceglie di acquistare sa cosa sta facendo e perché. Si potrebbe però regolarlo, in modo che questo mestiere, che si ripete sempre essere il più antico del mondo, possa farlo solo chi consapevolmente sceglie di farlo in tutta sicurezza.

    En passant, il paragone con il lavoro ancorché sottopagato non regge nemmeno puntellato. Non compri la persona, compri quello che fa o le sue conoscenze. Mercato del lavoro, si chiama, mica delle persone.

  14. La prostituzione è una manifestazione del modo in cui certi uomini vedono le donne: non come persone, ma come corpi da comprare. Quando si dice “che male c’è?” di solito è perché il male si vede eccome.

  15. Grecia classica

    Cliente e prostituta in una illustrazione greca
    Nella società greca antica esisteva sia la prostituzione femminile che quella maschile. Le prostitute, che vestivano con abito distintivo e pagavano le tasse, potevano essere indipendenti ed erano donne influenti. Solone istituì il primo bordello ad Atene nel 6° secolo AC. A Cipro e Corinto, secondo Strabone, era praticata una sorta di prostituzione religiosa in templi con decine di prostitute.
    La prostituzione maschile era molto comune in Grecia. Era spesso praticata da adolescenti, come riflesso della pederastia greca. Giovani schiavi lavoravano nei bordelli di Atene mentre, un adolescente libero, nel caso vendesse i propri favori rischiava di perdere i diritti sociali e politici una volta divenuto adulto.

    Antica Roma

    Il diritto romano regolava con diverse leggi la prostituzione che era praticata nei lupanari, edifici siti fuori dalle città aperti soltanto nelle ore notturne. Le prostitute o meretrci generalmente erano schiave o appartenevano ai ceti più bassi.

    Medioevo

    La prostituzione era comune, e sovente tollerata, nel Medioevo nei contesti urbani. Gli Statuti di molte città riportano regolavano la prostituzione. Era, ad esempio, spessio vietata vicino alle mura della città o nelle aree prossime agli edifici di rappresentanza.

    La prostituzione in Italia

    Secondo un’indagine della commissione Affari sociali della Camera del 2003 le prostitute sarebbero in Italia dalle 50mila alle 70mila. Almeno 25mila sarebbero immigrate, 2mila minorenni e più di 2mila le donne e le ragazze ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi. Il 65% delle prostitute lavora in strada, il 29,1% in albergo il resto in case private. Il 94,2% delle prostitute sarebbero donne, il 5% da transessuali e lo 0,8% da travestiti. L’indagine, non calcola il numero di prostituti maschi o escort.

  16. Stranamente sono in perfetta sintonia con tutti i commenti scritti da uomini. Sforzarsi di spiegare ad una donna il pensiero maschile è utile come scrivere sui pacchetti delle sigarette quali sono i danni del fumo.
    Tenetevi forte… LE DONNE NON POSSONO CAPIRE.
    Consiglio vivamente a tutte le donne di evitare approfondimenti.

  17. Strano, Guido Rossi, perché io sono d’accordo con Giulia quando dice che è questione di educazione (degli uomini).
    Con questo però non posso negare che la prostituzione esista, né sono favorevole a reprimerla, ma semmai a regolarla e renderla pienamente legale.

  18. E’ vero, non possiamo capire perché vi ispiri il sesso a pagamento, perché compriate per mezz’ora, o quanto dura la prestazione, una donna o una ragazzina. Meno male che non possiamo capirlo.

  19. Forse la questione sta nel dopo piu’ che nel durante. Una donna che paghi non fa domande, si lascia fare senza problemi e poi sparisce senza modificare di una virgola la vita di nessuno. Le altre, in teoria non a pagamento, i giorni dopo sono ancora la’ che non hanno finito di fare la lista di tutte le implicazioni che seguono ad una notte di sesso con loro. Penso eh?

  20. o il sesso va sempre e solo di pari passo con l’amore
    o no

    qui tutti e tutte hanno sempre e solo scopato con l’amore della vita?

    nel momento in cui si scinde sesso da amore, non è incompensibile un mercato del primo

    se poi, come le brave ragazzine osservano, ancora con un certo malmostoso stupore, che il sesso è ANCHE un modo per scaricare lo schioppetto, che dire? pensavano che il sesso fosse sempre e solo l’empito dell’anima che trasale? ma se i pastori alla padre padrone inchiappettano le capre, vogliamo ammettere o no una componente fisiologica (non tutto: una componente) del sesso che qualcuno ama risolvere in questo modo? e se per ipotesi la sessualità maschile ammettesse per natura questa ipotesi di rapporto sessuale mercenario, visto che dura da migliaia di anni?
    poi, lo squallore di imbarcare una disgraziata sul ciglio della strada ovviamente scoraggia molti, anche quando la carne urla, ma trovo troppo sciocco superiority complex femminile in tutto ciò

  21. Ma qui chi ha detto che sesso e amore vanno insieme? Non è che ci volessi tu a ricordarcelo. Ma senti questo.

  22. Non ho mai parlato di amore. Ho parlato di emozioni, che sono una cosa diversa, l’amore è una delle tante. Il problema è che per “scaricare lo schioppetto” è più facile accattarsi una donna che rendersi decenti, presentabili, conquistarne una anche solo per una notte. Piti, non ci crederai, ma anche le donne hanno delle esigenze fisiologiche: ma personalmente troverei squallido e insoddisfacente comprarmi qualcuno per soddisfarle, perché preferisco che il sesso sia frutto di un incontro. Di qualsiasi genere. Anche solo ormonale.

    Guido Rossi: il fatto di non condividere non significa che non si capisca. Io capisco il fenomeno dello squallore maschile, ma non credo mi si possa chiedere di appoggiarlo senza fare delle controproposte.

  23. Non essere selettiva nella scelta del partner occasionale, dalla al primo che ci prova nella serata.
    Questa potrebbe essere una contropropostra.
    A parte gli scherzi: il problema consta nella diversa forma di sessualita’ che esiste fra uomini e donne.
    Tutto parte dal’istinto alla sessualita’ che , volente o nolente, e un istinto legato alla propagazione del proprio pool genetico attraverso la prole: la sessualita’ femminile predilige una scelta accurata del partner (anche per una notte sola) in quanto un genitore adatto aumentera’ la possibilita’ ce la prole sopravviva e quindi si propaghi il proprio DNA. La sessualita’ maschile predilige la quantita’ in quanto un maggior numero di figli aumenta la possibilita’ di propagazione del DNA.
    Come dice Russeaux: una donna in un isola con 300 uomini in un anno fa un figlio; un uomo in un’isola con 300 donne in un anno fa 300 figli: dovremo averi criteri di selezioni differenti, o no?
    I fatti con cui dobbiamo fare i conti sono questi, che ci piaccia o no: dobbiamo comportarci da persone ma non si puo’ negare a priori millenni di evoluzione genetica.
    Un piccolo esperimento: una ragazza andrebbe mai a letto con un ragazzo molto carino che viene deriso e umiliato dagli amici (antitesi del capobranco)? E adesso: secondo voi un ragazzo si farebbe problemi analoghi di fronte ad una figona che le amiche considerano scema?
    La ragazza che si innamora dell’attempato ma rassicurante e capace capoufficio e’ una bagascia attratta dai soldi dei vecchietti o semplicemente e’ attratta dalla sensazione di sicurezza e autorita’?
    Questo non vuol dire che noi si e’ animali ma che gli istinti (tipo chi ci piace e chi no, il tipo delle emozioni provate e il modo per provarle ecc ecc) sono ancora legati a quella forma di selezione.
    E ora via… dagli allo squallido maschilista-animale.

  24. Abbiamo smesso di essere scimmie da qualche millennio, signori. Non potete usare il cellulare (e quindi i pollici opponibili) e contemporaneamente rivendicare il diritto a una sessualità da primati. Perché ragionare in termini di io Tarzan-tu Jane è socialmente controproducente. Abbiamo case, mobili, giriamo vestiti, non ci accoppiamo con i consanguinei o con i cuccioli (anche se Bagnasco sostiene che sotto sotto…), abbiamo perfino sviluppato una serie di rituali di corteggiamento che non prevedono l’annusamento reciproco del culo, se non al limite in stato di intimità avanzatissima.
    Se adesso volessimo progredire anche oltre lo stadio del “me-serve-femmina”, non credete che sarebbe un bel cambiamento?

    Per carità, c’è gente nel mondo che si inchiappetta le caprette, gente che ha un rapporto soddisfacentissimo e romanticissimo con una RealDoll e gente che non gli si rizza se non paga. Ma non ne farei una regola applicabile all’umanità intera, né un modello educativo da estendere a tappeto ai ragazzini.

  25. Poi leggendo tutti questi commenti maschili che accampano scuse e scusanti per la prostituzione, uno si chiede come mai in cinquant’anni i nostri politici (uomini) non siano stati in grado di trovare una soluzione per affrontare questo problema.
    E subito dopo non può fare a meno di constatate che di fronte a tanta indulgenza, è ovvio che per ogni prostituta che sceglie liberamente di fare la professione, ce ne siano altre cinquanta che per un motivo o per l’altro sono costrette a farlo.

  26. Sulla questione genetico/evoluzionistica del DNA da propagare, nutro riserve.
    Concordo con Diddy per l’esemplificazione e aggiungo, autotacciandomi forse di misoginia, che le donne, il più delle volte, più o meno consapevolmente amano una cosa: il riconoscimento sociale ( tipica del capobranco, appunto)che spesso coincide con una cosa: il potere.
    Quest’ultimo, poi, può avere varie forme.

  27. chi vuol provare a capire le cose dovrebbe fare o sforzo di mettere da parte i giudizi morali. Molte ddonne che hanno commentato in questo caso non l’hanno fatto, a partire da marta che finge di non capire. Non ho detto che tu non lo sapessi, marta (tipico accusare l’interlocutore per cose che non ha mai detto). Sostengo che la divisione fra queste due componenti è la chiave per capire gli uomini che vanno a puttane. Quanto a giulia, un’altra che mi fa dire cose che non ho detto, blindando il tutto con una discreta arroganza (brrr che paura). Lo so che anche le donne hanno esigenze fisiologiche: ho detto il contrario? ma la espressione di sessualità maschile è FORSE un po’ diversa.

    Poi, se voi donnine sapete tutto, capite tutto e potete giudicare tutto e tutti, scusate, non mi ero reso conto di essere al cospetto di tanta eccellenza

  28. “qui tutti e tutte hanno sempre e solo scopato con l’amore della vita?
    se poi, come le brave ragazzine osservano, ancora con un certo malmostoso stupore, che il sesso è ANCHE un modo per scaricare lo schioppetto, che dire? pensavano che il sesso fosse sempre e solo l’empito dell’anima che trasale?”

    Sbaglio o l’hai detto tu? Ah no, ho solo immaginato che tu pensassi che noi pensassimo che il sesso fosse sempre e solo l’empito bla bla bla.

  29. Senti, Marta, su “malmostoso” io mi tolgo il cappello, anzi pure qualcos’altro ;)

  30. E’ ora di finirla di parlare sempre e comunque di puttane-donne e puttanieri-uomini.
    C’è un numero impressionante di puttani-uomini (gigolò, che nome caruccio) e puttaniere-donne.
    Che incredibile a dirsi, in questa inversione di ruoli ci guadagnano entrambi in dignità.
    Ma siamo matti?
    W le puttane “finte” che ti chiedono i soldi e spariscono.
    Abbasso quelle “vere” che ti amo ti amo e poi ti prendono la metà (almeno) di quello che hai.

  31. non capisco perchè si tira in ballo la morale quando si discute di prostituzione.

    io ritengo immorale rovinarsi al videopoker o con il lotto. non per questo criminalizzo chi spende 2 euro per il superenalotto.

    il problema dello sfruttamento nasce proprio dalla mancanza di regole che tutelino sopratutto le prostitute.

    discernere sulle cause antropologiche del fenomeno non cambia le cose.

    si dovrebbe prendere una posizione o si rende illegale la professione o si regolarizza.

  32. Rigirando un noto detto toscano: “Donne ce ne son tante, ma come le troie…”

  33. ok, ammettiamo che abbiate ragione su tutto. passiamo sopra a quel riflesso che giulia definisce come “me serve femmina”, e diciamo che fa parte della natura umana. cancelliamo il problema delle ragazzine minorenni tenute in schiavitù e releghiamolo fra quelli che facciamo finta di non vedere. legalizziamo la prostituzione. spiegatemi però come facciamo a superare (verbo così caro ad alcuni nostri uomini politici) la realtà di uno stato lenone. questo sì che mi sembra un problema “morale”.

  34. Non è giusto che una donna perda invano ore ed ore della propria vita tra trucchi, vestiti, profumi e cerette al solo scopo di essere desiderata, a volte corteggiata o semplicemente trombata (gratis) da uomini che spendono 50 euro per trombare in 4 minuti netti con chissà chi e senza troppe domande, per poi andare a casa da soli, buttarsi sul letto vestiti e addormantarsi SUBITO nel loro beato squallore.
    Non è giusto.

  35. Il quadro del sesso che mi dipingete, o maschietti, è deprimente oltre ogni limite.
    Fortunatamente c’è varietà anche in questo.

  36. è deprimente la vispateresaggine e la coazione a muoversi per frasi fatte, per la quale non si vuol provare a capire ma solo ergersi a fenomenelle del facile applauso fra simili, delle ragazze

    fortunatamente non siete tutte così e questo mi risparmia dal servirmi del sesso a pagamento

  37. Ci sono donne che vorrebbero uomini fantastici che ragionano come le donne.
    Al massimo possono trovare dei bravi attori destinati a portare le corna.

  38. Rileggendo il tutto viene fuori che le donne non capiscono perchè si possa fare la puttana e perchè gli uomini ci vadano.
    Verrebbe da concludere che le uniche donne che capiscono gli uomini per davvero sono le puttane.
    Ma sarebbe un pò da stronzi tirare una simile riga…..

  39. Diamonddog, io a dire il vero ciò che ci leggo sono i motivi per i quali i viali delle nostre città sono piene di donne di tutte le età e di tutte le etnie costrette a vendersi.
    Ciò che invece non ho visto è stata tutta questa solidarietà con le prostitute che ieri hanno sfilato in corteo a Padova. Sarà mica che “viva le prostitute che lo fanno per vocazione” è una cosa da dirsi solo, per esempio, come Guido Rossi?

  40. Ogni tanto su Macchianera c’e’ questo dibattito, con Facci che lodevolmente mette davanti dei dati e altri che rispondono perdendo di vista il punto principale.

    Supponiate si faccia un referendum domani. Nonostante le considerazioni sullo “squallore”, sul maschio che ha bisogno dello “schioppetto”, sulle “donne comunque tutte troie” etc., chi e’ a favore della legalizzazione?

  41. Un mercato nel quale, se ti va male, la domanda rimane sempre costante è quasi più sicuro delle pompe funebri! E fa gola a molti.
    Rendiamo legale la prostituzione, puniamo pesantemente chi la sfrutta e facciamo fare esami medici periodici a chi vuole prostituirsi nella legalità e controlli e igienici nei luoghi in cui si vuole esercitare la professione.
    In questo modo aumenti il gettito fiscale, contrasti i papponi chè si troverebbero in concorrenza con lo Stato, senza speranze di poter competere e riduci l’enorme impatto economico generato dalle malattie sessuali che proliferano nella sporca clandestinità attuale.
    Puoi tenere il fenomeno meglio monitorato, coordinare interventi mirati di educazione sessuale e generare occupazione!
    Un milione di posti di lavoro.
    Se la situazione funziona andiamo avanti con un albo professionale e via con la liberalizzazione delle tariffe.
    Devi convivere con questa triste realtà dove chi va a puttane nel nostro ingiusto mondo, continuerà ad andarci anche in quello fantastico e realista che ho provato ad immaginare.
    Mi dispiace solo che una mia provocazione (sospetti che sono stati confermati dai commenti femminili) sia stata fraintesa. Era un gioco. Viscontessa non sono riuscito a capire se mi hai offeso. Spero di no. ;)

  42. marta, declino l’invito ma ti ringrazio per l’offerta

    non ne ho bisogno perchè, come scrivevo ciò che non leggi ne’ tantomeno fai lo sforzo di capire, ma sul quale pontifichi lancia in resta, non siete tutte così e questo mi evita di dovermi servire del sesso a pagamento

  43. Non che ritenga questo mio intervento fondamentale e pregno di significati.
    Voglio solo testimoniare che sono una donna e da donna NON trovo che la prostituzione sia così disdicevole. Quando fatta per scelta e consapevolezza può essere più ” dignitosa ” di molti altri tipi di lavoro. In alcune occasioni serve solo come valvola di sfogo di un bisogno solamente animale? Anche fosse? Gli istinti animali sono parte dell’uomo, meglio pagare una prostituta che condannarsi alla frustrazione. Non so, avete presente il film Good Morning Vietnam, in cui Robin Williams dice ad un tizio:” non ho mai visto qualcuno che abbia più bisogno di un po****o di te” Eh, ce ne sono, di tipi così. Per esempio, uno come Volontè, secondo me , sarebbe un buon siggetto per tale servizio. Forse la smetterebbe di sparare idiozie. E’ umiliante perchè andare a prostitute vuol dire essere incapace di relazionarsi? Non necessariamente, perchè per vari motivi ( mancanza di tempo e voglia, mancanza di offerta ) può mancare proprio la possibilità di quella relazione. Poi, certo, non tutti sono capaci di fare una cosa del genere con tranquillità. Ma altri invece, sì.In queste condizioni, non trovo degradante per una donna ” offrire” questo servizio in cambio di soldi.

    ( non so se c’è bisogno di specificare che escludo minorenni, protettori e costrizioni varie…)

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