Previsioni dall’Ala Ovest

The West Wing

La compianta serie West Wing aveva, tra tante, una caratteristica fantastica: lo guardavi e capivi di politica estera più che mettendo assieme carriole piene di editoriali sui quotidiani.
E aveva un’altra cosa singolare: nel mondo parallelo del Presidente Bartlet e soci qualsiasi evento riguardante l’attualità era già accaduto. Se il telegiornale reale parlava del programma nucleare iraniano, West Wing aveva già trattato il problema, nei medesimi termini, ambientando la faccenda in Cina. E così via, per otto stagioni.
Per dire: una settimana prima delle nostre elezioni dell’aprile di un anno fa, negli USA andò in onda la puntata di West Wing che avrebbe designato il successore del democratico Bartlet, ormai di casa nello studio ovale per ben due mandati. Scrutinata la maggioranza delle schede, si prospettava un testa a testa tra il candidato democratico Matthew Santos (Jimmy Smits), e quello repubblicano interpretato da Alan Alda, Arnold Vinick.
Alla notizia, non ancora ufficiale, che i democratici avevano vinto per una manciata di voti, Vinick, chiede al proprio staff di chiamare il vincotore – si usa così: è il momento in cui si riconosce ufficialmente la vittoria dell’avversario – per complimentarsi. L’entourage nicchia: fa presente al candidato perdente che il margine risicato consente la richiesta del riconteggio delle schede, che non è il caso di arrendersi, ed è lì che Alan Alda sbotta, e lo fa con quella classe che da queste parti è mancata: “Datemi quel numero di telefono! Sarò un candidato che vince o che perde, ma non uno che non sa perdere”.

Insomma: se vi siete persi le disquisizioni sulle possibili destinazioni del “tesoretto”, o anche se vi siete rifiutati di approfondire un qualcosa per cui non si è ritenuto di dover trovare una definizione più civile di “tesoretto”, c’è una puntata di West Wing pronta alla bisogna (e, sì, lo so, altri blog hanno già citato la medesima scena, ma nella versione ufficiale doppiata in italiano, in cui Josh e Donna si danno del “lei”: alla fine scopano, per dire, e sono curioso di sapere come e quando l’adattatore italiano pensa passeranno al “tu”).

  • DONNA: Posso farti una domanda?
  • JOSH: Su cosa?
  • D: Il surplus fiscale.
  • J: Spara.
  • D: Ci sono 30 miliardi di dollari in più.
  • J: A dire la verità i miliardi sarebbero 32.
  • D: Quel che è.
  • J: Beh, sai come dicono…
  • D: Che dicono?
  • J: Un miliardo di dollari qui, un miliardo di dollari lì e prima o poi inizia a diventare una bella cifra.
  • D: E’ la prima volta che lo sento.
  • J: Non l’ho mica inventato io.
  • D: Abbiamo 32 miliardi di dollari in più per la prima volta da trent’anni a questa parte.
  • J: Sì.
  • D: I Repubblicani hanno detto al Congresso che vogliono usare questi soldi per abbassare le tasse, giusto?
  • J: Sì.
  • D: Quindi, in pratica, quello che dicono è che vogliono restituire quei soldi.
  • J: Sì.
  • D: E perché noi non vogliamo dare indietro quei soldi?
  • J: Perché siamo Democratici.
  • D: Ma non sono soldi del Governo!
  • J: Certo che lo sono: stanno nel nostro conto in banca.
  • D: Ma solo perché abbiamo raccolto più soldi di quanti ce ne servissero.
  • J: E non è fantastico?
  • D: Rivoglio indietro i miei soldi!
  • J: Mi dispiace.
  • D: Non è finita qui.
  • J: Lo immaginavo.

Più tardi:

  • D: Che c’è di male nel rivolere i miei soldi?
  • J: Non li spenderesti bene.
  • D: Che vuoi dire?
  • J: Diciamo che la tua parte del surplus è di 700 dollari: io voglio prendere i tuoi soldi, aggiungerli a quelli di tutti gli altri e usarli per risanare il debito pubblico e migliorare il sistema previdenziale. Tu che ci vuoi fare?
  • D: Comprarmi un lettore Dvd.
  • J: Visto?
  • D: Ma i miei 700 dollari aiuterebbero ad assumere gente che fabbrichi e venda dischi Dvd. Senza considerare quelli che fabbricano e li vendono i lettori per i Dvd. E’ l’evoluzione naturale dell’economia di mercato.
  • J: Il problema è che il lettore Dvd che vorresti comprare potrebbe essere stato prodotto in Giappone.
  • D: Ne comprerò uno americano.
  • J: Non ci fidiamo di te.
  • D: Perché no?
  • J: Perché siamo Democratici.
  • D: Rivoglio indietro i miei soldi!
  • J: Non avresti dovuto votare per noi.

Più tardi:

  • J: Donna?
  • D: Sì?
  • J: Quanto sono venuti i panini?
  • D: 12 dollari e 95.
  • J: Te ne ho dati venti.
  • D: Sì. E’ venuto fuori che mi hai dato più soldi di quanti me ne servivano per comprare quello che avevi chiesto. Comunque, conoscendoti, credo di sapere che non spenderesti il resto in maniera assennata. Ho deciso di investirli per te.
  • J: Carina come parabola.
  • D: Rivoglio indietro i miei soldi!
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7 Commenti

  1. GNeri, a noi tutti orfani di West Wing e di Studio 60, potresti dirci dove trovare i cofanetti completi di West Wing?

  2. Il punto è che il discorso del democratico fila a meraviglia. E se al posto di Donna ci metti un elettore della Lega Nord, fila ancora meglio.

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