A separare la normalità giornalistica dall’imbarbarimento, oggi, non è solo l’assenza di una legge sulle intercettazioni: non sono stati i giudici ad aver messo la minigonna al Corriere e ad aver trasformato Panorama in Rossella Tremila.
L’imbarbarimento mediatico è il cascame di una cultura ormai acquisita da tempo, è il definitivo sdoganamento del gossip sui quotidiani, è la contaminazione tra alto e bassissimo, lo straripare del cazzeggio autoreferenziale travestito da trend d’importazione, è la centrifuga parolaia di quei giornalisti e direttori che da qualche anno si sono ritrovati dall’altra parte della vetrina e hanno vissuto una straripante stagione di onnipotenza mediatica.
Ciascuno prenda le responsabilità che gli competono.
Se le prenda Mentana, che moraleggia e poi a Matrix invita a testimoniare l’infotainment people genere Pivetti e Fede.
Se le prenda Rossella, principe extralight dell’Alta Portineria e del Panorama-catalogo: assai divertito dai verbali sulle soubrette (parole sue a Otto e mezzo) ma dispiaciuto solo per Sircana.
Se le prenda Mieli, guru del pettegolezzo seriosizzato, se le prenda il Corriere, che in prima pagina denuncia “Fangopoli” e a pagina nove la pubblica tutta. Quasi tutta.
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Le foto di Sircana esistono, al Giornale le hanno, io le ho pure viste.