L’amore è un regalo dato gratis, l’amicizia è più un leasing

L’amore dimentica; l’amicizia divide. L’amore investe; l’amicizia querela. L’amore è incondizionato; l’amicizia ha le sue regole.

Se per esempio siete un giornale, i vostri inserzionisti con villa a Portofino hanno qualità di percezione, e spirito, e compassione che ai vostri inserzionisti senza villa a Portofino – in qualche misura – mancano.

Ergo (1) – Se persino i vostri inviati mangiano male nei ristoranti dei vostri inserzionisti con villa a Portofino, non scrivetelo sul giornale.

Ergo (2) – Se invece lo scrivete, e i vostri inserzionisti con villa a Portofino non incassano ma s’incazzano, armonizzate inviando l’inviato adeguato. Che inviare inviati costa.

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9 Commenti

  1. La sincerità non paga mai. Ma proprio mai, mai, mai. E anche quando sembra che paghi a breve termine, arrivano poi le stangate. Con gli interessi. (povera giornalista che s’è illusa di poter essere sincera; un’altra vittima di questa Italia birbante)

  2. La Baresani è una scrittrice, e se vuol essere sincera e la pubblicano, può pure farlo. I giornalisti che si occupano di queste cose non so.

  3. la distinzione tra scrittore e giornalista può essere vera, ma comunque frana di fronte sia all’atteggiamento da quaquaraquà degli editori – che però in questo caso sono la stessa persona: editore e inserzionista sono Confindustria( in quanto Dolce e Gabbana saranno pure parte di Confinsustria o no? magari mi sbaglio e sarebbe una follia se non fossero aderenti alla Confindustria, e che so’ sartini de’ quartiere? con quel fatturato?)

    leggete la storia di recensioni come quella del “critico dei profumi” del NYT raccontata da La Stampa
    http://www.chandlerburr.com/newsite/content/italianpage.htm

    Da questa vicenda è evidente che è il ruolo degli editori fondamentale prima di quello dei giornalisti

    ( e lancio qui una domanda: e i Blog, che sono editori-scriventi, come si comportano? se accadesse che uno sponsor di un blog “famoso”, che a malapensa riesce a pagarsi le ore passate davanti al PC con qualche banner, ritirasse le pubblicità? sarebbe una situazione interessante. Ho letto che l’atteggiamento degli inserzionisti con i blog è un po’ diverso, ma il fenomeno è agli albori credo. Attendo da chi ne sa di più)

  4. Qualcuno più esperto di me del mercato della pubblicità forse può illuminarmi. Se la ditta X (in concorrenza con la ditta Y, la ditta Z, la ditta T, ed altre, in un settore dove la concorrenza esite) toglie la pubblicità da un mezzo di comunicazione, il tale mezzo non dovrebbe semplicemente farsene un baffo?
    Voglio dire, se gli spazi pubblicitari che occupa X vengono liberati per ripicca, non dovrebbero quasi sicuramente essere occupati da Y, o Z, o T, o chi altro? Ribaltando la questione, può permettersi X di togliere la pubblicità, sapendo che Y, Z, T se ne avvantaggerebbero?
    La concorrenza, dove c’è, non dovrebbe garantire minore possibilità di pressione e condizionamento sugli editori?
    In sintesi estrema: la concorrenza tra inserzionisti non dovrebbe essere di per sé strumento di garanzia dell’indipendenza dei media?

  5. JoeTempesta:
    E’ un problema di segmento e del peso del cliente. Dolce&Gabbana è un cliente prestigioso che occupa un certo segmento, certo una volta liberato potresti metterci Diesel, ma questo ha un altro target quindi potrebbe non essere così ottimale con i lettori del tuo giornale, oppure potresti metterci Ferragamo, ma non sarei sicuro che questo possa buttare dentro gli stessi soldi di un inserzionista come Dolce&Gabbana può fare in un anno. Putroppo ci sono clienti grossi che possono fare il brutto e cattivo tempo, sono le Fortune 50 come CocaCola o, ad esempio in Italia, FIAT, Dolce&Gabbana, Diesel, Armani, IBM. Sono il sogno di ogni account: grandi gettiti e alto prestigio.

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