E’ Martedì, e, col permesso del capo, è l’ora di occuparsi di un famoso sociologo e della sua rubrica sulla prima pagina di un noto quotidiano, nella quale finge di trattare di massimi sistemi: amore, dolore, vita, universo e regole che lo governano. Invece sta soltanto parlando dei cazzi suoi.
Ad uso e consumo di coloro che con la prima pagina del lunedì del Corriere hanno incartato la mortadella, o di quelli che dopo aver letto il titolo del pezzo hanno deciso di saltarlo a piè pari, Macchianera ecco a voi la sesta puntata di Alberoni punto zip, il pensiero di Francesco Alberoni concentrato in poche righe, eliminando i nove decimi non essenziali: nella colonna di sinistra ciò che ha scritto prendendola a partire da Adamo ed Eva; a destra quel che intendeva dire.
Il dibattito e lo scontro politico sul matrimonio fra omosessuali, i pacs, la poligamia, l’Islam finiscono per nascondere alcune proprietà costanti dell’essere umano. Il suo bisogno di amare, l’universalità dell’amore. L’innamoramento, per esempio, è esattamente lo stesso tanto se etero quanto se è omosessuale. E come facciamo, tutti noi, a capire se quello che proviamo è una semplice attrazione sessuale o un vero amore? Perché ci accorgiamo che quella persona ci è indispensabile, che la vita senza di lei ci appare vuota, arida, priva di senso. Perché solo con lei sperimentiamo la più completa felicità erotica, l’estasi che nessun altro al mondo ci può dare. Perché, quando siamo con lei, tutto diventa delizioso, anche solo camminare insieme per strada, o prendere un caffè, o guardare le vetrine. | Ho dovuto portare mia moglie a fare shopping. |
Perché non ci stanchiamo di raccontarci la nostra vita, di scambiarci le esperienze fatte, di ragionare insieme. Perché, avendo l’essenziale, ci accontentiamo di ciò che possediamo e non proviamo più invidia per nessuno. Ma l’amore è anche attaccamento, esclusività, bisogno di avere il nostro amato vicino. E, quando è lontano da tempo, qualunque cosa facciamo e con chiunque siamo proviamo, nel profondo del cuore, un dolore costante, che può diventare strazio se non ci telefona, se non ci scrive, o pensiamo che possa non amarci più. E poiché l’amore è libertà, anche se sappiamo che ci ama, continuiamo a chiedergli: «Mi ami?». | Appena é entrata a provarsi un vestito, ho chiamato la sbarbina in terza fila e le ho chiesto: «Mi ami?». |
Ma l’amore non è solo desiderio di fusione erotica, piacere di stare insieme, dolore per la distanza, è anche tenerezza, cura. Noi ci preoccupiamo per la sua salute, vogliamo proteggerlo da ogni pericolo, cerchiamo di procurargli quanto può renderlo felice. E, se lo amiamo veramente, quello stesso individuo che suscita in noi il più sfrenato erotismo, diventa come nostro figlio e siamo pronti a prodigarci e assisterlo con la sollecitudine e la tenerezza di una madre amorosa. L’amore ci rende avidi e generosi, dissoluti e casti. | Prima di rispondere, le ho detto, ricordati che sono pieno di soldi. |
Queste caratteristiche del vero amore sono esattamente le stesse fra innamorati dello stesso sesso o di sessi diversi, fra maschi e femmine, giovani e vecchi, in Italia e in Giappone, fra persone con credenze politiche e religiose diverse. Certo, poi le forme concrete di rapporto, le parole, le abitudini, le conseguenze delle scelte sono diverse. Ma non dimentichiamo mai questo fondo comune. Per avere rispetto del vero amore, capire, e ricordarci che gli altri sono come noi. | Dopo il solito due di picche mi ha dato il numero della madre, una vecchia giapponese buddhista. |
alberoni due marroni in versione parla come mangi
è uno dei motivi per cui vale la pena vivere.
e ridere.
rodo
un plauso a chi ha la pazienza di leggere il corsivo di alberoni per intero
ogni volta che leggo un pezzo di Alberoni (2 o 3 volte a lustro) una strada si apre tra la confusa vegatzione del mondo interiore… queste perle spiegano da sè la collocazione in prima pagina… questo articolo, ad esempio, non raggiunge la perfezione solo perchè privo di una degna conclusione del tipo:
“non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”, o “l’amore non ha età”, oppure “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, o ancora “ogni lasciata è persa”.
come potersene privare?
Anche io ho sempre pensato che, in fondo in fondo, parlasse dei cazzi suoi, ma in maniera pseudo-aulica.
Tra le idee più esilaranti dell’intero Macchianera: complimenti, Carletto :)
La rubrica più comica di Macchianera dopo le vicissitudini giudiziarie del Facci.
P.s Oltre agli articoli conoscete anima viva che sia passato indenne da uno dei suoi libri?
Evil, non c’e’ bisogno di leggere i libri per intero. Lui stesso, conscio della situazione drammatica in cui versano i suoi lettori, ha preparato i riassunti:
http://www.alberoni.it/riassunto.asp?menu=0
Fabrizio, questo vuol dire che si è autozippato?
La vera figata sarebbe fare il punto zip del riassunto. Un giorno ci provo.
ok,lun prossimo ci incarto l’estensione organica del cane,ma potrebbero offendersi…il cane e la merda.
Ma un uomo più banale e inutile di Alberoni esiste sulla faccia della terra?
è come lele mora, solo che anziché la villa in sardegna lui ha lo iulm.
Alberoni è un organismo vivente che ha stabilito una particolare economia di scambio nei confronti del potere italiano – in certo qual modo simile a quella del pesce pilota con lo squalo.
Da un lato, egli è un intellettuale per semianalfabeti che dà tutto se stesso alla causa della banalità pro status quo. Inonda i suoi elzeviri di fragorose e ovvie puttanate conservatrici, il cui scopo evidente è quello di confermare gli zombies televisionizzati nei loro beceri, spiccioli, comodi luoghi comuni (su qualunque argomento, dalla figa, agli immigrati a gesù cristo) – al tempo stesso gratificandoli transitivamente: “figa! io e questo professorone la pensiamo uguale!”. Ovvio che poi, nella realtà, i suoi pezzi-torazina son letti quasi esclusivamente da gente che vuol riderne. Lui però la buona volontà ce la mette.
In cambio di questa attitudine serviziole, da trent’anni in qua gli si dà una certa libertà d’incularsi allegramente cattedre, rettorati e cariche varie, che lui s’inchiappetta con una certa signorile spudoratezza. Esilarante sarebbe l’ultima, presidente (da 90.000 euri lordi l’anno) del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, se non fosse vera.