Codacons di paglia

CodaconsIl Codacons ha chiesto all’Ordine dei giornalisti la mia radiazione dall’albo. Scocca l’ora decisiva. Mi aspetto un grandissimo sostegno da parte vostra.

Ovviamente a favore loro.


Seguono, nell’ordine:

1) lettera-esposto del Codacons spedita all’universo mondo;
2) replica dello scrivente pubblicata sul Giornale del 4 gennaio;
3) articolo galeotto pubblicato sul Giornale del 21 gennaio;


ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA
Presidente Franco Abruzzo
Racc a/r e fax fax: 02.66716194
Via A. Da Recanate 1, 20124 Milano
fabruzzo39@hotmail.com
presidenza@odg.mi.it

e p.c.:
DIRETTORE DE IL GIORNALE
Maurizio Belpietro
racc a/r e fax 02/72023880
via Gaetano Negri, 4
20123 MILANO

Filippo Facci
racc. a/r e fax 02/72023880
filippofacci@tiscalinet.it

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Direttore de La Repubblica
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Direttore de La Stampa
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FAX 06/4720665
Direttore de Il Giorno
FAX 02/27799537
Direttore de La Nazione
FAX 055/2478207
Direttore de Il Resto del Carlino
FAX 051/532990
Direttore de Il Tempo
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Direttore de L’Unità
FAX 06/58557219
Direttore de Il Mattino
FAX 081/2451546
Direttore de Il Manifesto
FAX 06/68719573

Direttori di tutte le testate nazionali di carta stampata, radio e TV

ROMA, 29/12/2006

OGGETTO: Richiesta provvedimenti disciplinari e radiazione dall’albo nei confronti del giornalista FILIPPO FACCI

Con la presente l’associazione Codacons, regolarmente iscritto nell’elenco delle associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale ex art. 5 della legge 30 luglio 1998, n.281 (Disciplina dei Consumatori e degli Utenti), con decreto del Ministero dell’Industria del 15 maggio 2000 e, come tale, componente del CNCU – Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, richiede a codesto Ordine immediati provvedimenti disciplinari, compresa l’eventuale radiazione dall’albo, nei confronti del giornalista Filippo Facci, che nell’articolo pubblicato nell’edizione de Il Giornale del 21.12.2006, dal titolo “Codacons, tu telefoni loro incassano” (allegato n.1), si è reso protagonista di clamorosi errori e falsi che da una parte arrecano ingente danno alla scrivente, rappresentando una diffamazione aggravata e continuata della quale egli dovrà rispondere in altra sede, dall’altra gettano discredito sull’intera categoria dei giornalisti.
In particolare nell’articolo del Facci si rilevano le seguenti gravi inesattezze:

1) non è vero che il servizio 892-007 del call center Codacons costa più di un telefono erotico. Al contrario tale servizio applica una delle tariffe più basse per tale tipo di numerazione, considerato che i telefonici erotici che il Facci finge di non conoscere arrivano a costare 15 euro al minuto oltre lo scatto alla risposta; quello del Codacons costa invece 1,50 euro al minuto + Iva e 10 cent di scatto alla risposta;

2) attraverso una palese diffamazione il Facci afferma nel suo articolo che chiamando il numero 892-007 e ascoltando la voce preregistrata che informa circa i costi del servizio, si spenderebbe la bellezza di 2 euro da telefono cellulare e 1 euro da rete fissa. ASSOLUTAMENTE FALSO!!! L’ascolto del disco preregistrato è per l’utente che chiama assolutamente gratuito, in quanto solo dopo aver accettato i costi la telefonata prosegue con un operatore e viene applicata la tariffazione annunciata;

3) non corrisponde al vero l’affermazione del Facci secondo cui l’informativa sui costi del servizio pubblicata sul sito www.codacons.it (allegato n.2) sarebbe piccolissima e quindi illeggibile. Il Codacons, che da anni si batte per la trasparenza in favore dei consumatori, ha illustrato chiaramente le tariffe del servizio, e proprio la pubblicazione di tale informativa ha sollevato dibattiti su alcuni blog. Al contrario, se le tariffe fossero state illeggibili, nessuno se ne sarebbe accorto e non sarebbero state aperte discussioni su internet né altri giornalisti avrebbero trattato il tema;

4) non corrisponde al vero l’affermazione contenuta nell’articolo secondo cui il Codacons, attraverso il suo ufficio stampa, avrebbe informato in un blog che il numero 892.007 rappresenta uno scherzo e quindi non esiste. Al contrario si è data comunicazione al Facci che lo stesso Codacons, allo scopo di spiegare le motivazioni che hanno portato l’associazione a scegliere un call center e pagamento, ha inviato una “finta” lettera ai giornali protestando contro l’introduzione del numero a pagamento;

5) non corrisponde al vero l’affermazione del Facci secondo cui la tariffa di 1,50 euro al minuto del numero 892-007 sarebbe vessatoria: l’utente può scegliere se sostenere o meno tale spesa, senza alcun tipo di costrizione o vessazione da parte di alcuno; lo stesso può optare per accedere direttamente alle sedi senza telefonare per usare una comodità che non può non avere un costo;

6) nell’articolo del Facci viene messo anche in dubbio che una parte del ricavato delle telefonate andrebbe a finanziare progetti in favore dei bambini malati di cancro del Policlinico Umberto I, attraverso l’associazione onlus Mary Poppins, lasciando intendere quindi che l’associazione sfrutti i bambini malati a scopo di lucro;

7) se il Facci si fosse preso la briga di informarsi, avrebbe scoperto con sua grande meraviglia che il Codacons non effettua né ha mai effettuato consulenze legali telefoniche né on line, nell’interesse degli stessi consumatori, in quanto pratica deontologicamente scorretta e pericolosa per gli utenti (sarebbe come farsi visitare dal medico per telefono). Motivo per cui tramite il call center 892-007 non si ottengono consulenze ma si è migliorato il servizio di segreteria, ricezioni segnalazioni e agenda appuntamenti, con grande soddisfazione degli stessi utenti.

L’articolo di Filippo Facci sembra rappresentare un esempio di giornalismo da “dilettante allo sbaraglio”, scritto al solo scopo di diffamare il Codacons, senza aver verificato prima le affermazioni contenute al suo interno, senza aver chiesto delucidazioni all’associazione che avrebbero sicuramente permesso al Facci di realizzare il suo pezzo evitando al tempo stesso un passo falso che lede l’onorabilità del Codacons e getta fango sull’intera categoria dei giornalisti italiani, che certamente utilizzano maggiore professionalità e correttezza, e che rispettano quelle regole deontologiche che, stando all’articolo in questione, il Facci pare non conoscere. Ci meravigliamo inoltre di come una testata seria e rispettabile come Il Giornale abbia potuto pubblicare un simile articolo sballato senza aver verificato prima la veridicità delle affermazioni contenute al suo interno.

Il Codacons ha deciso di non chiedere la rettifica della notizia falsa, misura che permetterebbe alla testata di sottrarsi alla giusta punizione, ma di informare direttamente tutte le testate di quanto sopra e riservarsi di agire direttamente dinanzi alla Magistratura chiedendo pene severe nei confronti di Filippo Facci.

All’Ordine dei giornalisti il Codacons chiede l’apertura di una inchiesta e provvedimenti disciplinari urgenti nei confronti del Facci, compresa – laddove se ne ravvisi la necessità – la radiazione dall’Albo dei giornalisti. Si resta in attesa dell’avvio della obbligatoria azione disciplinare e dell’avviso all’istante delle sue conclusioni.

Con osservanza

Vicepresidente Codacons
Giuseppe Ursini


Nell’ordine.
1) Circa i telefoni erotici, visto che insistete, e nonostante la mia fosse una palese battuta, faccio due esempi;

– “Sono una donna molto bollente e esibizionista, adoro le trasgressioni , cerco persone che come me adorano il sesso per incontri molto caldi in ogni luogo, per info 892022(…), risponde il mio amico per eventuali incontri la tariffa e di soli 1, 50 euro”;

– ecco poi le tariffe riscontrabili sulo sito telefonoragazze.com, dove troneggiano Natasha e Manuela: per le numerazioni 899, fisso € 0,12910 alla risposta più € 1,5490 al minuto.

2) Nel vostro sito si legge di un costo “alla risposta”, e la risposta in tutti i telefoni del mondo parte col disco pre-registrato; se il vostro caso è diverso, rappresenta un eccezione mondiale e fareste bene a segnalarlo.

3) La vostra scritta che evidenzia i costi della telefonata resta piccola e abbastanza illeggibile, ma soprattutto l’avete ingrandita dopo la pubblicazione del mio articolo e di alcune lagnanze pubblicate su due blog. Non sono il solo ad averlo notato.

4) Il vostro addetto stampa, sempre su un blog, ha scritto che «Sapevamo che avremmo ricevuto critiche, così abbiamo preparato una bufala e le critiche ce le siamo fatte da soli mandando una lettera di protesta alla stampa». A casa mia questo si chiama scherzo, anche se casa mia voi certo non la frequentate.

5) Ho scritto che la vostra tariffa è vessatoria: lo confermo, soprattutto se proposta da un’associazione che vorrebbe tutelare i consumatori. E’ la mia opinione. Potevate mettere non dico un numero verde, ma una tariffa ordinaria: chi si fa pagare 1 euro e 50 al minuto più Iva più 10 centesimi alla risposta, a mio avviso, lo fa per guadagnarci.

6) Non so dove abbiate letto che io abbia dubitato del vostro proposito di devolvere la bellezza dieci centesimi per telefonata a una determinata onlus. Io non l’ho scritto nè adombrato.

7) Il parallelo tra il chiamare voi per un consulto telefonico e chiamare un medico per una visita telefonica è una sciocchezza. Voi non siete medici, in ogni caso i consulti telefonici in Occidente li fanno anche gli avvocati, i commercialisti e comunque anche i medici. Nel vostro caso, la costosa telefonata serve solo a fissare un appuntamento. E a questo appuntamento si potrà accedere solo pagando 50 euro per l’iscrizione al Codacons. All’anno.

8) Dilettanti sarete voi, anche se circa l’onorabilità del Codacons confesso di non essere particolarmente informato. A ogni modo le verifiche ci sono state, e infatti l’articolo contiene il vero.

9) Il fatto che non abbiate chiesto rettifiche bensì querelato direttamente (questo almeno ci state dicendo) dimostrerebbe che puntate direttamente ai soldi, nel caso. Se è questo che volete, ci vediamo in tribunale.

(f.f.)


Codacons, tu telefoni loro incassano
(Il Giornale, 21 dicembre 2006)

La prima parte del racconto già basterebbe: il mitico Codacons, quello che si straccia continuamente le vesti per il consumatore vessato (ora per esempio è alle prese con il dramma del caro-albero) sul proprio sito ha pubblicizzato un numero telefonico unico che sarebbe questo: 892-007. Sotto il numero però c’è scritto in piccolissimo che telefonare costa la bellezza di 1 euro e 50 al minuto più Iva più 10 centesimi alla risposta. Come neanche i telefoni erotici.

Basterebbe questo, ma poi c’è la seconda parte del racconto. Due cosiddetti blogger, Maurizio Codogno e Massimo Mantellini, nei giorni scorsi si sono accorti del paradosso e l’hanno evidenziato sui rispettivi blog. La cosa non è sfuggita al Codacons (precisamente a Stefano Zerbi dell’ufficio stampa) che è subito intervenuto sui rispettivi blog, nello spazio commenti, e ha spiegato che in parte era uno scherzo: «Sapevamo che avremmo ricevuto critiche, così abbiamo preparato una bufala e le critiche ce le siamo fatte da soli mandando una lettera di protesta alla stampa». Bene, ma di che lettera parla? Di che scherzo? Il numero telefonico è valido. Funziona. Ma il comunicato prosegue e cerca di spiegare più o meno questo: il Codacons è povero e molti dei suoi consulenti non sono neppure provvisti di segretaria, dunque è stato necessario istituire un numero unico che potesse «apprestare almeno uno strumento di coordinamento per gli appuntamenti». Con parole nostre: se tu chiami il Codacons perché ti senti vessato, non solo spendi la cifra vessatoria di 1 euro e mezzo più Iva più 10 centesimi alla risposta, ma il consulto non ce l’hai. Ti risponde una segretaria, un centralino: il consulto sarà fissato per altro tempo e altro luogo. Resterebbe da capire perché la telefonata non debba costare come una normale, o perché un indirizzo di posta elettronica non possa essere sufficiente, ma la risposta è ancora sul sito del Codacons: «Con il telefono a pagamento si elimina il malvezzo di chiedere consulenze per telefono che nel caso degli avvocati sono vietate dal codice deontologico».

Allora è un problema di civiltà giuridica. Macché: «Queste telefonate facevano sì che la maggior parte dei consumatori, per non spendere la quota associativa di 50 euro l’anno, provavano a risolvere il loro problema per telefono». E non va bene? No, perché così facendo «alimentavano vieppiù quella cultura non consumerista che determina che solo il 10 per cento degli iscritti rinnovi spontaneamente l’iscrizione dopo il primo anno, e solo dopo aver risolto il problema che lo portò nell’associazione». Messo da parte il neologismo «consumerista», riproviamo con parole nostre: il Codacons si è accorto che il 90 per cento di chi li approcciava annusava l’aria e salutava anziché spendere 50 euro l’anno per tutta la vita. Gente che non conosce la gratitudine o semplicemente non conosceva il Codacons.

Sarebbe tuttavia ingeneroso non segnalare che un modo per non pagare c’è, e nel sito è scritto bello chiaro: basta andare nelle sedi Codacons dove però «ci si deve sobbarcare attese a volte anche di ore, fastidiose e sconvenienti, che abbiamo voluto cancellare col nuovo sistema». Un po’ come con lo specialista dell’ospedale pubblico: puoi attendere una visita anche per mesi, ma se vai nel suo studio privato e paghi fai decisamente prima. Chiaro. Un filo consumerista, magari.

Noi comunque il famoso numero unico l’abbiamo chiamato. Risponde una vocetta registrata che ti tiene alla cornetta per circa 30 secondi prima di passarti chicchessia, anche perché deve avere il tempo di spiegarti che paghi la telefonata, come no, «ma finanzi anche l’assistenza dei bambini malati di cancro del Policlinico». Ascoltando solo il nastro registrato, se anche sbatti giù la cornetta subito dopo, hai già speso un euro tondo calcolata l’Iva e lo scatto alla risposta. Questo dalla rete fissa: se chiami da un cellulare passi a circa 2 euro al minuto più Iva eccetera: ma sono tutti calcoli nostri, la vocetta non spiega neppure in che percentuale si finanzieranno questi bambini malati di cancro.
La soluzione è ancora sul sito del Codacons: per ogni telefonata verrà devoluta la cifra di 10 centesimi a un’onlus che si chiama Mary Poppins. Non il 10 per cento sul costo di ogni telefonata: 10 centesimi per telefonata. Iva compresa, vi è da presumere.

E qua risorge un dubbio. Ma non avevano discusso una legge a tutela dei consumatori, l’anno scorso, secondo la quale bisognava imporre il prezzo finale per i servizi al pubblico, dunque comprensivo di Iva e tutto il resto? Bisognerebbe informarsi. Rivolgersi a qualche associazione di consumatori. Un numero da chiamare ce l’avranno pure.

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50 Commenti

  1. Virginia, sarà di una banalità imbarazzante, ma rappresenta il quotidiano rapporto giornalista-addetto stampa, che ti piaccia o meno. E se credi che il lavoro dell’addetto stampa sia di fare da “mero ripetitore di frasi e concetti che riceve in consegna dall’organizzazione per cui lavora” sei completamente fuori strada! Non conta il campo in cui si opera, perché la strategia di manipolare l’informazione o di fare pressioni sui mass media è la stessa. Se conosci qualche giornalista, chiedigli se è mai stato costretto a modificare un articolo o addirittura a scriverne uno perché un addetto stampa ha fatto una certa chiamata al suo editore.

  2. Non conosco il Muzi Falconi, ma al di là delle mere definizioni di Uff stampa qui il problema (per il CODACONS) sono i modi e i contenuti usati dall’uff stampa in questione.
    Se fossi il capo del solerte redattore della citata richiesta di radiazione e degli sproloqui successivi, lo avrei chiamato nel mio ufficio e gli avrei spiegato, non troppo tranquilamente, dove ha toppato. Il CODACONS (che dovrebbe tutelare i consumatori) non pùò e non deve chiedere radiazioni di alcun giornalista perchè è contradditorio. E poi dovrebbe essere chiaro e trasparente, cosa che non emerge nè dal servizio offerto, nè dagli interventi dell’uff stampa nei vari Blog. Con buona pace del Muzi Falcone.

  3. Succo, qualche giorno fa sul Giornale ho scritto questo:

    “Non farò nomi, e già questo la dice lunga. Sta di fatto che due noti stilisti hanno detto che toglieranno la pubblicità a un quotidiano per via di una recensione negativa del loro ristorante, e in particolare della loro cotoletta. Il bello è che l’hanno detto pubblicamente, in tv: questo genere di pressioni di norma è più sotterraneo. Ci sarebbe quasi da ringraziarli, se col loro gesto potessero contribuire al disvelamento di qualcosa che la nostra classe giornalistica finge di non vedere da anni: che la politica conta sempre meno e che a influenzare le nostre vite sono sempre più i centri di potere lobbistici e industriali e multinazionali, perchè scrivere un articolo contro Prodi o Berlusconi oggi è facilissimo, il problema è scriverlo contro un’industria di moda, una marca di automobili o di acqua minerale, un grande gruppo farmaceutico o telefonico, colossi che il giornalismo statunitense seziona da almeno trent’anni mentre noi seguitiamo a pensare che la vita passi attraverso le crostate che i politici si cucinano a vicenda. Bene che vada abbiamo il bipolarismo televisivo e il diritto di Rai e Mediaset di scannarsi a vicenda, ma per il resto l’inserzionista non si tocca. Se un’acqua contiene arsenico, dove tizio produce le sue scarpe, se un’auto si rompe, quanti morti ha procurato un farmaco, sono tutti dettagli in confronto alla decrittazione dell’ultima enciclica di Napolitano”.

    Ciò detto, io ho avuto problemi con addetti stampa vari (che in effetti non chiamano me, ma il direttore) ma occorre tenere il punto. Io non ho mai cambiato un articolo. Nel caso della rubrica, che è uno spazio fisso, risposi che non cambiavo una riga o niente di sostanziale e che piuttosto non metrtevo la rubrica, cosa che è accaduta spesso. Una volta non l’ho messa per un mese di fila. Problemi li ho avuti con la Fiat, con la Pirelli, com Dolce e Gabbana e con Ryan air. Non sto dicendo che io sono più figo degli altri, ma che se tutti i giornalisti avessero la schiena più dritta sarebbe tutto più facile.

  4. Egregio Facci,
    anche se dovessero radiarla dall’ordine dei giornalisti non cambierebbe nulla, può continuare a scrivere sui giornali ed apparire in tv ecc ecc.

    Saluti

  5. A parte che non mi radieranno, nel caso non potrei più avere un contratto giornalistico nè avere i contributi. Per scrivere dovrei licenziarmi.

  6. Sono anche io sicuro che non la radieranno. Penso invece che qualche problema lo avrà l’addetto stampa CODACONS. Forse lo ha già avuto, visto che non interviene più.

  7. Sì, ma tanti ingranaggi fanno una macchina e se uno gira alla cazzo…
    La saluto.

  8. Mi spiace deludervi, non ho avuto nessun problema (a parte un pò d’influenza) e non ne avrò in futuro, statene certi.
    Semplicemente abbiamo scelto di ricorrere direttamente alle vie legali per risolvere la questione, e di non proseguire la polemica on line.
    Personalmente ho scelto di non rispondere alle provocazioni di chi mette in dubbio la mia correttezza, il mio operato, la mia buona fede e quant’altro. In questa sede ovviamente.

    Cordiali saluti

    Stefano Zerbi

  9. Allora il problema non riguarda solo l’ingranaggio. Gli inceppamenti lì da voi sono molteplici. Auguri.

    Facci, sarebbe fantastico poter leggere l’atto di citazione che le verrà notificato. Un po’ la invidio. Solo un po’.

  10. Esprimo solidarietà a Facci, che purtroppo non ho ancora avuto il piacere di conoscere di persona, perchè credo, che la libertà di espressione sia uno dei valori della democrazia…se ancora esiste, ed, il ricorso giudiziario, è una sorta di “cappio”…si, proprio lo stesso con cui è stato impiccato l’ex amico di Georgino Bush: Saddam.
    Ora una domanda la faccio, da libero cittadino non schierato, agli amici della Codacons: “Le affermazioni di Facci vi hanno recato così tanti danni?”. Se fossi in voi utilizzerei “l’affaire” nel modo più positivo possibile! Potrebbe essere anche una sorta di pubblicità indiretta e gratuita, poi magari, ci “ricamate” sopra qualcosa e l’opinione pubblica, terra di facile conquista, non potrebbe che apprezzare no???Pensateci
    saluti

  11. Il codacons mostra ora un tracollo della propria immagine che non deriva né dall’articolo su Il Giornale (che, tra l’altro, non leggo) né dall’esistenza del numero 892.
    Già da questo, Stefano Zerbi, responsabile dell’ufficio stampa del codacons, dimostra una grande incompetenza.
    Se da tale mela giudicassi l’albero, quindi l’intera codacons, potrei essere indotto a pensare che la tassa di 50 euro l’anno sia eccessiva. Vessatoria, addiruttura, forse; ma non lo dico, ché qui rischio la querela.
    Ciao,
    Davide

  12. Renatino Zero è stato minacciato di embargo da uno dell’arcigay per aver ammesso di non essere gay, o almeno di non essere “solo” gay (dopo rettifica).
    E noi vogliamo essere da meno (con tutto il rispetto) dell’arcigay?
    Esistono così tante associazioni consumatori che boicottarne una non credo ci lasci del tutto indifesi là fuori nella notte commerciale.

  13. Posso capire il succo della diatriba, ma non vi sembra di dare alla querelle sull’892 (e alle conseguenti dichiarazioni dell’uff.stampa) un po’ troppa importanza?
    Insomma, stiamo comunque parlando di un’ente che, da quel poco che so, in ogni caso si prodiga per cercare di salvaguardare il consumatore, no? Non è un’azienda petrolifera o una multinazionale del tabacco…

  14. Dani, davvero non hai capito che cos’è il Codacons. Non è Altroconsumo. E’ solo l’avamposto di potere personale di chi lo dirige. Oltretutto è un partito politico.

    Lista Consumatori – da Wikipedia

    Partito politico italiano
    Leader David Badini
    Fondazione 2004
    Coalizione L’Unione
    Ideologia Cristianesimo democratico, diritti civili
    In Parlamento
    1 senatore, esponente del PDM
    Sito internet http://www.listaconsumatori.it

    La Lista Consumatori (detta anche Lista Codacons) è un partito politico italiano fondato nel 2004. Il suo simbolo è un cerchio azzurro contente al centro una rana e la scritta Lista Consumatori, in maiuscolo ed in blu scuro. In basso vi è la scritta Comitato Liste Civiche Consumatori e Ambiente, in grigio-arancione.
    Il segretario nazionale è David Badini, il presidente è Renato Campiglia. Pur non avendo nessun incarico all’interno della Lista Consumatori, partecipa all’attività politica del partito anche Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
    La lista aderisce alla coalizione del centrosinistra italiano, L’Unione.

  15. Ma davvero secondo Voi quello è il vero UFFICIO STAMPA CODACONS?

    Maddai, che ci vuole a mettere un nome qualsiasi come firma.
    Io potrei benissimo firmarmi Filippo Facci o che so io.

    Dallo stile e dai contenuti di quello che dice si capissce chiaramente che è una presa per il culo.

  16. Ti sbagli. E’ evidente che non hai seguito la questione. E’ tutto vero.

  17. Credo che il signor Stefano Zerbi, se al medesimo sono riferibili le comunicazioni stampa del Codacons, farebbe bene a tacere.
    Seppure qualche addebito di leggerezza può essere opposto a Facci per l’articolo originario e per avere confidato nella verità putativa della notizia riportata da altri, mi sembra che il signor Zerbi stia eccedendo con le minacce di azioni e denunce penali.
    Anche perchè, quale addetto stampa, non ha minor obbligo di verificare la veridicità delle informazioni e comunicazioni che fornisce e, in secondo luogo, perchè in certi casi la minaccia di denuncia per calunnia rischia di diventare troppo spesso il sasso lanciato dall’incauto peccatore.
    Gli eventuali eccessi di Facci, comunque, non tolgono pregio alla notizia, che è sostanzialmente vera (cosa di non poco momento allorquando si parla di notizie diffuse attraverso la stampa) e le deduzioni scaturitene lasciano comunque oggettivi interrogativi sul perchè organizzazioni che – in linea teorica – dovrebbero garantire il pubblico dei consumatori, finiscano per adottare strumenti che assai spesso sono stati combattuti proprio da quella stessa categoria.
    Ed anche sulla scemenza dell’impossibilità del professionista di fornire pareri telefonici direi che il signor Zerbi poteva (anch’egli) evidentemente documentarsi meglio, atteso che la tariffa forense approvata con DM 8 aprile 2004, tra le prestazioni di consulenza stragiudiziale indica al numero 1, lett. a) le “consultazioni orali che esauriscono la pratica e pareri, anche telefonici o telematici, che non importino informativa e studio particolare”…..
    O forse tutti i consumatori che chiamano il Codacons prospettano sempre questioni tanto complesse e mai ripetitive?
    Ma la domanda che viene in mente è un’altra: perchè giustificare con questa banale scusa l’utilizzazione di un numero verde?
    Non solo, ma di fronte a legittime perplessità di utenti (non parlo di Facci) la reazione dell’Ufficio Stampa è immediata e scomposta, tanto da sembrare quasi un attacco in prevenzione!!!
    Ecco, se devo dire la mia, è proprio questa stupida tracotanza del signor Zerbi che, per un verso mi indispettisce e, per altro, lo confesso, al pari di Facci mi insospettisce.
    E mi pongo (e Vi pongo) legittime domande: e se fosse che questo numero verde, oltre ad essere una forma di sovvenzione (del tutto legittima, sia chiaro) fosse anche un mezzo per convogliare il numerosissimo pubblico di consumatori assillati da comuni problematiche verso schiere di professionisti/laureati/praticoni che hanno risposte già belle e pronte e se le fanno pagare?E se fosse che queste schiere di utenti possono essere utilizzate per avviare una qualche azione contro grosse società che distribuiscono servizi pubblici o di pubblica utilità o per costituirsi in eventuali giudizi contro di esse avviati (le famose class interest o public interest action ben note negli USA e che hanno spesso fatto la fortuna di avvocati che hanno dedicato ingenti risorse economiche anche personali al solo scopo di ricercare lo “argomento di aggressione” che avesse, ovviamente, valenza economica?)?
    E se fosse che poi, costituendosi in giudizio ed utilizzando il clamore dei media o di certe trasmissioni, si finisca per conseguire sicuri risultati, ma anche per definire transattivamente molte questioni?
    Ecco, magari, sarei curioso di sapere e di conoscere dal signor Zerbi se i Codacons hanno stipulato e sottoscritto accordi transattivi in nome e per conto dei propri associati e se sì, quante volte, con quali società, ma soprattutto per quali importi …. perchè in tal ultimo caso sarebbe anche interessante conoscere – per tutti gli utenti, ovvio – anche come vengono distribuite certe somme!!!
    In fondo, caro Facci, molto in fondo, ovvio, potrebbe anche essere che ci sia una qualche utilità diffusa ad avere il numero verde …. non solo per i Codacons!!!
    O NO???

  18. Ma se ne va di nuovo il signor Ufficiostampacodacons? Nooooooooooooooooooooooooo

  19. Solidale con Facci e d’accordo con Paoletto soprattutto quando dice “è proprio questa stupida tracotanza del signor Zerbi che, per un verso mi indispettisce”, e non può che essere tracotante una risposta tipo “Mi spiace deludervi, non ho avuto nessun problema (a parte un pò d’influenza) e non ne avrò in futuro, STATENE CERTI.” Insomma della serie “lei non sa chi sono io”; viene da pensare che ci si innervosisce non poco ad essere pescati con le dita nel barattolo della marmellata.
    Bè, comunque una bella caduta di stile e di immagine per Codacons, non tanto per il difendersi annaspando del signoraddettostampa (lettera minuscola, prego), quanto per aver ‘pensato’ di istituire un servizio a titolo oneroso (e come oneroso!) per non dare nessun servizio, se non quello di fissare un appuntamento per un colloquio, che sarà a pagamento…..

  20. propongo un sondaggio:se pensate che abbia ragione Facci telefonate al numero 0000239291022.Se invece credete che sia la Codacons(per me è femmina)allora digitate 9023219’12,3

    (i costi delle chiamate sono correlati alle fasi lunari e all’umore dell’operatore del servizio di vigilanza dell’ente concerti del Maragadàl)

    p.s. fuori di celia credo che questa possa essere una buona occasione per rimettersi in testa che le associazioni dei consumatori devono svolgere il proprio ruolo con la stessa dignità con cui i movimenti sindacali dei primi del 900 eliminarono le ingiustizie sociali che affliggevano la società della rivoluzione industriale

  21. Secondo me da quando Lubrano ha fatto la startup di Mi manda ecc. le associazioni dei consumatori si sono montate troppo la testa.
    Si salva, a mio modestissimo avviso, solo l’Adusbef.
    Quella che sputtana banche e assicurazioni.

  22. Guardando sul sito del Codacons, noto che l’associazione ha preso posizione, fra l’altro, sul caso Welby, il bombardamento dell’Hotel Palestine a Baghdad, il caso di Via Anelli e, dulcis in fundo, ha querelato Oriana Fallaci.

    Ma che c’entra questo con la tutela del consumatore?

  23. Ammetto che non so con precisione quale sia il ruolo del Codacons all’interno della nostra società, finora l’ho sempre assimilato a una qualsiasi altra associazione a tutela del consumatore, come, appunto, Altroconsumo. Ignoravo la questione politica alle spalle.
    Però ora mi sorgono altre curiosità.
    Per esempio: in che modo il potere di chi sta alle spalle del Codacons si fa sentire in modo pratico attraverso l’associazione?
    In altri termini: ci sono stati casi in cui il Codacons abbia utilizzato la sua posizione o il suo nome per fini personali, politi od economici che siano? (tralasciando la questione Zerbi e dell’ufficiostampacodacons, che mi sembra, a questo punto, una minuscola pagliuzza dentro un grosso covone)

  24. Posto che – ribadisco – a me il Codacons mi fa una sega, forse ha ragione chi dice che il Codacons cerca sempre e solo pubblicità, ma restano due fatti degni di nota.
    Il primo è che il Codacons ha chiesto la radiazione dall’albo di un giornalista (lo scrivente) che ha solo scritto un articolo che diceva il vero, ossia che questa associazione ha istituito un numero telefonico che costa la bellezza di 1 euro e 50 al minuto (più Iva più 10 centesini alla risposta) ma che corrisponde solo a un centralino: ti fissano un appuntamento e potrai accederci solo pagando altre 50 euro d’iscrizione.
    Il secondo fatto, che molti non ricordano, è che il Codacons corrisponde a un partito politico: nelle scorse elezioni ha aderito al centrosinistra e ha pure ottenuto il senatore Pietro Fuda, che tuttavia ha poi scelto altri lidi. Il factotum del Codacons, Carlo Rienzi, sbandiera sempre una lettera in cui Prodi scrive che “Conto di portare avanti il nostro disegno per realizzare compiutamente e coerentemente il nostro programma”. Nel caso del Codacons il programma è invero una comica, visto che tra gli obiettivi figura genericamente “abbassamento dei prezzi del 20 per cento”, “abolizione di rendite di posizione e privilegi” e “pensioni per tutti paritarie”.
    Si può ridere, certo. Resta che la radiazione di un giornalista, in definitiva, è stata chiesta da un partito politico. Piccolo, ma figurarsi se diventasse grande.

  25. Direttore de Il Giornale
    Maurizio Belpietro

    e p.c.: A tutte le testate nazionali

    Gentilissimo Direttore,
    di ritorno dall’estero prendo visione di una corrispondenza tra un giornalista collaboratore del suo giornale e l’associazione di cui sono uno dei presidenti.
    Senza entrare nel merito delle ragioni che spingono questo giornalista ad attaccare ingiustamente e con affermazioni palesemente false la nostra associazione, credo che sia dovere del Direttore del quotidiano che egli utilizza per esternare le proprie prese di posizione porre su un piano quantomeno di parità l’esternatore, anche se collaboratore della testata, e i soggetti pubblici o con riconoscimento pubblico cui egli si rivolge. E questo prima e al di là dell’obbligo giuridico previsto dalla legge sulla stampa di rettificare le false affermazioni e di risponderne, anche per il Direttore della testata, ove si ravvisi in esse una qualche responsabilità.
    Dunque tale giornalista ha – come suo diritto – dato notizia di un “fatto” vero e indubitabile, ossia l’apertura di un call center a pagamento le cui ragioni di utilità innanzitutto per i cittadini consumatori non mi preme in questo momento stare qui a ribadire nuovamente. Nel far questo, tuttavia, questo giornalista ha – a mio parere – violato palesemente precise regole sia fissate dalle leggi del nostro ordinamento, sia dal codice deontologico degli iscritti all’Ordine dei giornalisti. Egli, infatti, ha accusato l’associazione di truffa, ladrocinio, violazione di norme fissate dall’Autorità delle comunicazioni, che prevedono pesanti sanzioni a carico di chi le viola.
    Egli ha accusato l’associazione di carpire la buona fede dei consumatori facendo pagare loro il tempo dell’annuncio (in realtà assolutamente gratuito) che precede l’accesso al call center, accesso che, ovviamente, è assolutamente volontario e consapevole sia al servizio che rende che al suo costo, commettendo una palese calunnia, tra l’altro del tutto gratuita.
    La seconda grave violazione è consistita nel non sentire – come prevede il codice deontologico dei giornalisti – prima di pubblicare il suo pezzo, il soggetto per così dire “accusato”. Questa seconda violazione è stata tanto più grave in quanto si è risolta in un danno per l’associazione (che è stata accusata calunniosamente di fatti totalmente falsi) ma, peggio ancora, in un danno per il Direttore della testata, che ne deve assumere le responsabilità per omesso controllo, e in un danno per gli ignari lettori de Il Giornale, che sono stati ingannati con notizie del tutto infondate.
    Ma fin qui saremmo in una normale dialettica cui si assiste tutti i giorni sulla stampa, tra giornalisti e cittadini o enti.
    Quel che risulta davvero incomprensibile è che costui anzichè ammettere onestamente il grave errore commesso e darne notizia ai lettori a tutela dei loro diritti (oltre che dei nostri) è arrivato a “perdere la brocca”, dimostrando anche uno scarso equilibrio che è particolarmente pericoloso in chi gestisce l’informazione, soprattutto in un giornale serio come quello da Lei diretto, lasciandosi andare ad affermazioni scurrili che non voglio nemmeno ricordare poichè le potrà leggere tranquillamente sul blog http://www.macchianera.net
    Ora, poi, lo stesso giornalista, evidentemente assillato dall’essere stato colto in clamoroso errore e disinformazione fornita ai suoi lettori, tenta in tutti i modi di trasformare la questione, che è una banale questione di difetto di informazione, in una questione “politica”, tentando di portare l’attenzione dei lettori (e probabilmente del Direttore del giornale) dalla scorrettezza professionale a una sorta di tenzone politica del tutto risibile.
    Su tale ultimo aspetto gradirei che Lei ricordasse al suo collaboratore che, in coerenza con una linea decisa dall’associazione da tempo, ho accettato di prestare la mia candidatura sia al Governo Prodi alle ultime elezioni, che al Governo regionale Storace in quello precedente, e il programma della Lista Consumatori cui ho aderito volentieri (che non ha assolutamente nulla a che fare con l’associazione Codacons) era sempre lo stesso che ieri piaceva al suo giornalista, e oggi non piace più.
    Senza andare troppo fuori tema Le chiedo la cortesia di dare ospitalità sul suo giornale alle integrali esternazioni del suo collaboratore che le riallego in copia (all. 1) e, se lo ritiene, anche alla nostra garbata replica. Ovviamente non avendo noi la possibilità di utilizzare a nostro piacimento una testata prestigiosa come Il Giornale, siamo costretti a chiedere ospitalità a tutte le testate inviando – come è stato fatto per le precedenti – anche questa lettera assieme all’articolo pubblicato oggi in prima pagina dal suo giornale (all. 2) e a tutti i precedenti (http://www.macchianera.net/2007/01/03/codacons_di_paglia.html#more), alle altre testate con cui ci onoriamo di avere quotidiani rapporti.

    Ritengo che con questa il confronto, almeno per noi, possa ritenersi chiuso, salvo mai graditi seguiti eventualmente necessari in altre sedi.
    I miei più cordiali saluti

    Avv. Carlo Rienzi
    Presidente Codacons

    ALL. 1

    Caro Ufficio stampa, anzitutto stai per perdere il lavoro, perchè mi risulta che il Codacons ti abbia assunto senza che tu appartenga all’Ordine. Attendi comunicazioni dall’Ordine del Lazio.
    In secondo luogo potrebbe anche essere che Matasha e Manuela costino più del Codacons, non so, non pare, di sicuro fanno un mestiere molto simile. Per quanto riguarda il mio presunto errore (dico presunto perchè è un errore presunto, sino a prova contraria) la legge sulla stampa prevede l’istituto della rettifica, che voi neppure avete proposto (ma il Giornale ha pubblicato la vostra lettera integrale) dicendo che avevo detto falsità di ogni genere (tutte cose vere, riferite a tutti i restanti e infiniti punti della vostra lettera) e proponendo direttamente la mia radiazione dall’albo. Al di là dei fatto che siete comici, in trobunale vi faccio un culo quadro.
    In terzo luogo: che i caratteri dei vostri costi da ladri fossero piccoli l’hanno notato in cinquanta.
    Inoltre: definisco vessatorio ciò che voglio (tipo voi) e irrido il vostro paragonarvi a medici e avvocati (solo quest’ultimi, e solo in Italia, non potrebbero rilasciare consulti telefonici ma poi lo fanno lo stesso, e si fanno pagare a minuto).
    In penultimo luogo ho preso circa 200 querele in vita mia (molte da magistrati) e le ho quasi vinte tutte, quindi voi mi fate una sega.
    Infine: vorrei ricordare a tutti che il Codacons è un movimento politico che alle scorse elezioni, benchè abbia preso una batosta storica, si è presentato col simbolo “Codacons, lista consumatori”, “per Prodi presidente” come potete appurare all’indirizzo http://www.codaconsliguria.net.
    Infine, se vuoi, alla querela aggiungi questa: ma vaffanculo.

    Autore: Filippo Facci

    ALL. 2

    Largo al factotum
    di Filippo Facci

    Forse ha ragione chi dice che il Codacons cerca sempre e solo pubblicità, ma restano due fatti degni di nota. Il primo è che il Codacons ha chiesto la radiazione dall’albo di un giornalista (lo scrivente) che ha solo scritto un articolo che diceva il vero, ossia che questa associazione ha istituito un numero telefonico che costa la bellezza di 1 euro e 50 al minuto (più Iva più 10 centesimi alla risposta) ma che corrisponde solo a un centralino: ti fissano un appuntamento e potrai accederci solo pagando altri 50 euro d’iscrizione.
    Il secondo fatto, che molti non ricordano, è che il Codacons corrisponde a un partito politico: nelle scorse elezioni ha aderito al centrosinistra e ha pure ottenuto il senatore Pietro Fuda, che tuttavia ha poi scelto altri lidi. Il factotum del Codacons, Carlo Rienzi, sbandiera sempre una lettera in cui Prodi scrive che «Conto di portare avanti il nostro disegno per realizzare compiutamente e coerentemente il nostro programma».
    Nel caso del Codacons il programma è invero una comica, visto che tra gli obiettivi figura genericamente «abbassamento dei prezzi del 20 per cento», «abolizione di rendite di posizione e privilegi» e «pensioni per tutti paritarie». Si può ridere, certo. Resta che la radiazione di un giornalista, in definitiva, è stata chiesta da un partito politico. Piccolo, ma figurarsi se diventasse grande.

  26. Ufficio Stampa Codacons: siete di una scorrettezza quasi infantile, riportare le frasi di facci e non le vostre imbarazzanti dichiarazioni. E mi darebbe da pensare se tutti i frequentatori di macchianera tendenzialmente ostili a Ff, si trovino d’accordo nel difenderlo.
    consiglierei a questo punto a Facci di farsi un pubblicare un collage delle assurde dichiarazioni del Uffstampacodacons. In particolare quelle in cui un partito politico stila un decalogo per la libera informazione.

  27. Quindi così si conclude la triste vicenda del Partito dei Consumatori di Scatti alla Risposta.
    Se ho ben capito l’immagine adombrata da Facci del “culo quadro in tribunale” ha avuto una sottile efficacia.
    Per il resto, d’accordo con Daniele.

  28. Solo una cosa, poi per quanto riguarda me potete mandare allegati anche a tutte le testate internazionali: se il Codacons non c’entra nulla con la Lista Consumatori, citando quanto detto sopra dal gentile Avv. Carlo Rienzi “e il programma della Lista Consumatori cui ho aderito volentieri (che non ha assolutamente nulla a che fare con l’associazione Codacons)”, credo vada variato il logo che appare in alto a sinistra dell’home page di Lista Consumatori. Altrimenti potrebbe verificarsi “un danno ad ignari lettori” del suddetto sito, che leggendo la dicitura Codacons sopra a quella di Lista Consumatori potrebbero pensare ad un legame tra le due cose.

  29. Sì, mancava solo il buon avvocato Rienzi per mandarmi in paranoia: se è vero quello che dice, […il programma della Lista Consumatori cui ho aderito volentieri (che non ha assolutamente nulla a che fare con l’associazione Codacons)], come mai si è presentato alle elezioni con il simbolo Codacons Lista Consumatori, come rileva Federica, e sul sito Codacons c’è esplicito richiamo, nonchè link, alla Lista Consumatori? E perchè dice “HO accettato..” ,“HO aderito..”: forse lo ha fatto a titolo personale? Comunque, almeno i toni sono più “umani”, seppure meno divertenti, come umana è la scorrettezza di citare i presunti errori degli altri e non le scemenze del proprio portavoce.
    Codacons, che confusione! E oltretutto in mezzo a questo polverone la linea a pagamento resta…

  30. Egregio Rienzi, finita qui un accidenti. Avete voluto ballare: adesso ballate. E’ anche inutile che vi rivolgiate continuamente al Direttore pensando che possa sgridare me ragazzino: sono tra i principali corsivisti del Giornale da molti anni e il rapporto di fiducia tra me e la direzione è consolidato, e ciò evidentemente non per niente.
    Quindi d’accapo: la sostanza dell’articolo, ciò che componeva notizia e titolazioni, è autentica e corrispondente a piena verità. E resta questa: il Codacons, che vorrebbe tutelare i consumatori, ha istituito un numero telefonico che costa la bellezza di 1 euro e 50 al minuto (più Iva più 10 centesimi alla risposta) ma che corrisponde solo a un centralino: ti fissano un appuntamento e potrai accederci solo pagando altri 50 euro d’iscrizione. Per me è una vessazione: è il mio parere, e non solo il mio.
    In secondo luogo, Ella ha una certa confusione in testa circa le elementari regole di quella che è la mia professione e non la Sua. Figurarsi se io, dando una notizia, devo per forza dare eguale spazio anche a Lei. Voi, se volete, potete replicare – ma non avete replicato: avete preannunciato querela e chiesto la mia radiazione – e in ogni caso noi, e solo noi, intesi come Giornale, la vostra lettera l’abbiamo pubblicata integralmente nonostante la sua debordante lunghezza.
    Per quanto riguarda la rettifica, siete eventualmente voi che dovreste farla, mica noi. Il punto è che non c’è proprio niente da retificare, a parte, previo verifica, il fatto che secondo voi l’annuncio del vostro numero telefonico non è pagamento perchè la tariffa da un euro e mezzo scatta dopo, ma scatta. A parte che è un aspetto secondario rispetto al resto dell’articolo (infatti è scritto in fondo) se anche fosse, che cosa c’entri questa precisazione secondaria con le ventilate vostre accuse di ” truffa, ladrocinio, calunnia, violazione di norme fissate dall’Autorità delle comunicazioni, inganno, notizie infondate, errore, disinformazione, pericoloso scarso equilibrio” è qualcosa che sa solo Lei. Si ripassi almeno il vocabolario giuridico, visto che il vostro addetto stampa (a proposito, perchè non è iscritto all’Ordine? Perchè non ce lo spiega?) ha problemi anche con il vocabolario italiano. Non ne ho mai fatte, ma di querele potrei forse farne io e Le assicuro che me ne intendo.
    Per quanto riguarda il danno alla vostra associazione, cerrto che ve l’ho fatto: è bastato raccontare la verità, ossia del vostro numero a stra-pagamento per un mero appuntamento cui giungere previo onerosa iscrizione.
    Cioè: sarei io che ho “perso la brocca”, dite. Uno scrive un articolo (fondato) e voi minacciate radiazioni, querele, scrivete all’universo mondo: ma la brocca l’avrei persa io, che peraltro ho faccende ben più serie di cui occuparmi che non il Codacons.
    Per quanto riguarda il fatto che siete anche un partito politico, l’ho precisato in data 6 gennaio quando il mio articolo era del 21 dicembre, tanto per sottolineare quanto m’importasse. Ho segnalato che siete anche un partito politico perchè semplicemente lo siete, e perchè una richiesta di radiazione di un giornalista da un partito politico, benchè scarso come il vostro, è un fatto che va sempre registrato. Anche perchè, e mi spiace per voi, che siete anche un partito lo sanno davvero in pochi.
    Non la butti Lei in politica, semmai: che me ne importa se in passato avete fatto lista con Storace. Il mio giudizio è identico, non mi piacevate prima e figurarsi adesso, ma questo è affar mio, io ho portato un articolo con fatti, non con opinioni. Però non faccia ridere, non dica che la Lista Consumatori non ha assolutamente nulla a che fare con l’associazione Codacons: basta guardare il simbolo elettorale che avete presentato alle elezioni. c’è scritto “Codacons-Lista consumatori”, e la lettera Prodi l’ha spedita a Lei, non a Topo Gigio.
    Per quanto infine riguarda che “il confronto possa ritenersi chiuso”, vorrei intimarla a non chiuderlo. Vi scongiuro, proseguite con le vostre querele e richieste di radiazione, andiamo in tribunale. Io non chiedo altro. In fondo Lei è un avvocato, no? E allora andiamo. Andiamo.

  31. Ma porca puttana mi tocca di nuovo solidarizzare col Facci! Il mondo è proprio cambiato.

  32. Ok ok, lo ammetto, momenti di intenso riso me li state procurando. Bravi a tutti.
    A quanto il momento topico-suspense in cui Facci dichiara di essere, contestualmente, l’Addetto Stampa Codacons e l’avv. Rienzi?

  33. naaaa troppo banale: io sono pronta a scommettere che l’avvocato Renzi riveli di essere Facci. E aggiungerà “Boccaloni! per verificare la notizia mi avete regalato un euro e 50 a testa!”
    :p

  34. Se nell’albo dei giornalisti ci stà feltri, per me ci può stare anche facci…
    La codacons dovrebbe muoversi prima di tutto per eliminare direttamente l’albo.

  35. Mi dico quasi d’accordo.
    Oggi suona meno credibile l’assegnazione del titolo (e il merito?) di giornalista tramite inserimento nell’albo. Eddai. Esistono realtà che, pur non avendo titolo e formalità, sono in possesso delle cifre giornalistiche al pari e più di diversi “veri” giornalisti.

    Tuttavia é il contrario che crea la falla: senza ordine (che svolge funzione di canone regolatore, mi pare di capire), non sono automaticamente tutti giornalisti, pur potendo autolegittimarsi tali.

  36. D’accordissimo con la radiazione di quel buffone prezzolato che risponde al nome di Facci. Le classiche braccia rubate all’agricoltura.

  37. Scusate , forse io non ho ben capito.
    Mi spiegate dove si trova questo album dei Giornalisti.
    Ho chiesto al mio edicolante di fiducia, ma mi ha risposto che non c’è l’ ha e che ,anzi, non ne ha mai sentito parlare e non pensa neppure esista.
    Boh.
    Quanto costano le bustine ?
    Ma F.F. allora c’è in quello 2007 ?
    Dai, consigliatemi, che poi si fanno gli scambi.

    olà

  38. Evviva la serità? Tipo un toquevilliano che mette immagini di nudo per attirare click sugli adSense.
    Con post sulla razionalità…

  39. Direttore de Il Giornale
    Maurizio Belpietro

    e p.c.: A tutte le testate nazionali

    Gentilissimo Direttore,
    di ritorno dall’estero prendo visione di una corrispondenza tra un giornalista collaboratore del suo giornale e l’associazione di cui sono uno dei presidenti.
    Senza entrare nel merito delle ragioni che spingono questo giornalista ad attaccare ingiustamente e con affermazioni palesemente false la nostra associazione, credo che sia dovere del Direttore del quotidiano che egli utilizza per esternare le proprie prese di posizione porre su un piano quantomeno di parità l’esternatore, anche se collaboratore della testata, e i soggetti pubblici o con riconoscimento pubblico cui egli si rivolge. E questo prima e al di là dell’obbligo giuridico previsto dalla legge sulla stampa di rettificare le false affermazioni e di risponderne, anche per il Direttore della testata, ove si ravvisi
    in esse una qualche responsabilità. Dunque tale giornalista ha – come suo diritto – dato notizia di un “fatto” vero e indubitabile, ossia l’apertura di un call center a pagamento le cui ragioni di utilità innanzitutto per i cittadini consumatori non mi preme in questo momento stare qui a ribadire nuovamente. Nel far questo, tuttavia, questo giornalista ha – a mio parere – violato palesemente precise regole sia fissate dalle leggi del nostro ordinamento, sia dal codice deontologico degli iscritti all’Ordine dei giornalisti. Egli, infatti, ha accusato l’associazione di truffa, ladrocinio, violazione di norme fissate dall’Autorità delle comunicazioni, che prevedono pesanti sanzioni a carico di chi le
    viola.
    Egli ha accusato l’associazione di carpire la buona fede dei
    consumatori facendo pagare loro il tempo dell’annuncio (in realtà assolutamente gratuito) che precede l’accesso al call center, accesso che, ovviamente, è assolutamente volontario e consapevole sia al servizio che rende che al suo costo, commettendo una palese calunnia, tra l’altro del tutto gratuita.
    La seconda grave violazione è consistita nel non sentire – come
    prevede il codice deontologico dei giornalisti – prima di pubblicare il suo pezzo, il soggetto per così dire “accusato”. Questa seconda violazione è stata tanto più grave in quanto si è risolta in un danno per l’associazione (che è stata accusata calunniosamente di fatti totalmente falsi) ma, peggio ancora, in un danno per il Direttore della testata, che ne deve assumere le responsabilità per omesso controllo, e in un danno per gli ignari lettori de Il Giornale, che sono stati ingannati con notizie del tutto infondate.
    Ma fin qui saremmo in una normale dialettica cui si assiste tutti i
    giorni sulla stampa, tra giornalisti e cittadini o enti.
    Quel che risulta davvero incomprensibile è che costui anzichè
    ammettere onestamente il grave errore commesso e darne notizia ai lettori a tutela dei loro diritti (oltre che dei nostri) è arrivato a “perdere la brocca”, dimostrando anche uno scarso equilibrio che è particolarmente pericoloso in chi gestisce l’informazione. Ora, poi, lo stesso giornalista, evidentemente assillato dall’essere stato colto in clamoroso errore e disinformazione fornita ai suoi lettori, tenta in tutti i modi di trasformare la questione, che è una banale questione di difetto di informazione, in una questione “politica”, tentando di portare l’attenzione dei lettori (e probabilmente del Direttore del giornale) dalla scorrettezza professionale a una sorta di tenzone politica del tutto risibile.
    Su tale ultimo aspetto gradirei che Lei ricordasse al suo
    collaboratore che, in coerenza con una linea decisa dall’associazione da tempo, ho accettato di prestare la mia candidatura sia al Governo Prodi alle ultime elezioni, che al Governo regionale Storace in quello precedente, e il programma della Lista Consumatori cui ho aderito volentieri (che non ha assolutamente nulla a che fare con l’associazione Codacons) era sempre lo stesso che ieri piaceva al suo giornalista, e oggi non piace più.
    Senza andare troppo fuori tema Le chiedo la cortesia di dare
    ospitalità sul suo giornale alle integrali esternazioni del suo
    collaboratore che le riallego in copia (all. 1) e, se lo ritiene, anche alla nostra garbata replica.
    Ritengo che con questa il confronto, almeno per noi, possa ritenersi chiuso, salvo mai graditi seguiti eventualmente necessari in altre sedi.

    I miei più cordiali saluti

    Avv. Carlo Rienzi
    Presidente Codacons

    ***

    Egregio Rienzi, rispondo a titolo personale e le spiego una volta per tutte come stanno le cose. Il 21 dicembre scorso abbiamo pubblicato un articolo che nella sua sostanza, che componeva notizia e titolazione, resta corrispondente a verità: il Codacons, che dovrebbe tutelare i consumatori, ha istituito un numero telefonico che costa la bellezza di 1 euro e 50 al minuto (più Iva più 10 centesimi alla risposta) ma che corrisponde solo a un centralino che fissa un appuntamento al quale potrai accedere, peraltro, solo pagando altri 50 euro d’iscrizione annui.
    Ciò posto, non c’è alcunchè da rettificare: a parte, previo verifica, il dettaglio secondo il quale, a vostro dire, l’annuncio iniziale del vostro numero telefonico non è pagamento sicchè la tariffa da un euro e mezzo scatta dopo una manciata di secondi. Di tale particolare, del tutto secondario rispetto al resto dell’articolo, tanto cheesso compare in fondo all’articolo medesimo, voi in ogni caso non avete chiesto rettifica: avete preannunciato querela e chiesto la mia radiazione dall’Ordine dei giornalisti, questo a margine di una missiva che abbiamo integralmente pubblicato nonostante la sua debordante lunghezza.
    Non ci sarebbe altro, a parte la nostra estrema tolleranza il vostro permettervi di usare termini come “truffa, ladrocinio, calunnia, inganno, notizie infondate, errore, disinformazione, pericoloso e scarso equilibrio”: questo a margine di un articolo corretto, il che permetterebbe di essere semmai noi a querelare voi. Ma non è il nostro mestiere. Vi siete permessi di sostenere che l’articolista avrebbe “perso la brocca” (e non l’avrebbe persa, dunque, chi ha minacciato radiazioni e querele) e vi siste permessi di mandare un comunicato titolato “Facci di bronzo o Facci da schiaffi”. E magari pensate che potremmo aver problemi ad andare, noi, in tribunale.
    La precisazione che siete anche un partito politico, infine, è stata data il 6 gennaio scorso quando l’articolo originale risale al 21 dicembre: tanto per sottolineare quanto fosse al centro dei nostri pensieri. Abbiamo segnalato che siete anche un partito politico perchè lo siete, e perchè la richiesta di radiazione di un giornalista, da parte di un partito, va comunque registrata. Non cercate voi di buttarla in politica, semmai: il nostro articolo riportava fatti, e non parlava di politica. In tal senso sconsigliamo di tentar di sostenere la tesi per cui Lista Consumatori e Codacons non abbiano nulla a che fare: il simbolo elettorale che avete presentato alle elezioni riporta la scritta “Codacons-Lista consumatori” come pure si può kleggere nell’home page del vostro sito internet. Romano Prodi del resto ha scritto pubbliche missive a lei personalmente, non a noi. Per queste e per altre ragioni che “il confronto possa ritenersi chiuso” è una concessione nostra e non sua.

    (f.f.)

  40. Io, più che per la “radiazione dall’albo” sarei per la “radiazione dell’albo”!
    Ma…posso dirlo senza rischiare di essere querelato? :-)

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