Scrivo che all’esecuzione di Saddam mancano tre ore, salvo imprevisti (magari si ammala prima, chessò).
Ogni tanto spunta qualcuno a dire che faccia parte della storia di tutte le epoche e di tutti i luoghi che un dittatore, decaduto o sconfitto, venga ucciso dai vincitori o dai suoi ex sudditi. Ma è ‘ verissimo se ci fermiamo a cinquant’anni fa, o a Mussolini e Ceausescu: ma poi le cose sono cambiate. Forse la Storia non fa balzi, ma non è che rimane immobile.
La condanna a morte di Petain venne commutata in ergastolo dal de Gaulle.
Stessa cosa per Papadopoulos, il capo dei colonnelli greci: è morto nel ’99.
Il generale Videla, in Argentina, ha preso l’ergastolo ed è stato graziato nel ’90.
In Cile Pinochet cadde solo per un plebiscito popolare, anche se adesso è tartassato dai processi.
Forse Honecker non era propriamente il dittatore della Germania Est, ma in qualsiasi caso è stato prosciolto per motivi di salute. Noriega, a Panama, fu rovesciato dagli Usa e condannato a 40 anni.
In Etiopia il terrorizzante Mengistu venne condannato in contumacia per i crimini più orrendi, ma vive in esilio nello Zimbabwe.
Uno come Pol Pot, in Cambogia, è stato condannato all’ergastolo solo di recente: ed è morto subito dopo.
Per Milosevic non possiamo sapere come sarebbe finita, mentre nel caso di Saddam, ora, non è chiaro perchè i principi settecenteschi sulla minor detterenza della pena di morte dovrebbero venir meno. Saddam stava meglio allo zoo. In fondo gli Usa non hanno esportato, in questo caso, che la democrazia nella sua accezione peggiore.
Per la cronaca, Pinochet non è più tartassato dai processi, visto che è morto.
Quelli spagnoli sono ancora aperti perchè i reati contro l’umanità sono considerati imprescrittibili.
Dei 50 Stati federali che compongono gli Stati Uniti D’America, 38 prevedono nel loro ordinamento l’applicazione della pena capitale. Il Texas detiene dal 1976 il primato per maggior numero di esecuzioni capitali e, assieme alla Virginia, effettua il 45 per cento delle esecuzioni.
Il 1° marzo 2005, con 5 voti contro 4, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato incostituzionale la pena capitale per minorenni, 10 anni era il limite d’età previsto per la pena di morte in Indiana e Vermont. Prima di questa data, 19 Stati della Federazione americana ammettevano le esecuzioni di minori. 22 ne furono giustiziati dal 1976, di cui 13 in Texas. 72 detenuti nel braccio della morte hanno evitato la morte grazie alla dichiarazione della Corte Suprema. Otto condannati minorenni su nove erano neri o ispanici. L’ultimo minorenne è stato giustiziato nel 2003, in Oklahoma.
Dal 1973 in Usa sono stati rilasciati 122 prigionieri dal braccio della morte dopo che erano emerse nuove prove della loro innocenza. Di questi, sei nel 2004 e due nel 2005. Alcuni di questi prigionieri sono stati rilasciati dopo aver trascorso molti anni nel braccio della morte.
In ognuno di questi casi sono emerse caratteristiche simili e ricorrenti: indagini poco accurate da parte della polizia, l’utilizzo di testimoni non affidabili, di prove o confessioni poco attendibili e un’inadeguata assistenza legale. Ma non solo, in Usa purtroppo sono diversi i casi di prigionieri messi a morte nonostante ci fossero molti dubbi sulla loro colpevolezza. D’altronde Bush era Governatore di quel Texas che orgogliosamente era primo nella classifica delle esecuzioni capitali, uno stato in cui l’assioma “impiccalo più in alto” era ancora garanzia di buon governo più che un titolo hollywoodiano. In fondo gli Usa hanno esportato semplicemente la loro democrazia.
Dati di Amnesty e nessuno tocchi Caino
La pena di morte è la cosa più rivoltante che esista. Sempre.
“Il Texas detiene dal 1976 il primato per maggior numero di esecuzioni capitali”
Negli Stati Uniti o nel mondo?
Negli Usa
OK per essere corretti dovremmo aggiungere almeno la Cina alla lista non paralre solo di USA.
Però credo che il messaggio della vignetta sia diverso, non l’interpreto come una denuncia delle condanne a morte ma dell’ipocrisia del capro espiatorio per cui si ammazza un dittatore credendo che il suo sangue possa lavare tutti i problemi creati da lui ma aiutato da quelli che oggi applaudono o per ipocrisia si girano dall’altra parte.
La Cina è un paese che per ingiustizie sociali è quasi imbattibile, ma almeno non va in giro ad esportare democrazia, solo maglioncini tarocchi a 3 euro!
Scrivo che all’esecuzione di Saddam mancano tre ore, salvo imprevisti (magari si ammala prima, chessò).
Ogni tanto spunta qualcuno a dire che faccia parte della storia di tutte le epoche e di tutti i luoghi che un dittatore, decaduto o sconfitto, venga ucciso dai vincitori o dai suoi ex sudditi. Ma è ‘ verissimo se ci fermiamo a cinquant’anni fa, o a Mussolini e Ceausescu: ma poi le cose sono cambiate. Forse la Storia non fa balzi, ma non è che rimane immobile.
La condanna a morte di Petain venne commutata in ergastolo dal de Gaulle.
Stessa cosa per Papadopoulos, il capo dei colonnelli greci: è morto nel ’99.
Il generale Videla, in Argentina, ha preso l’ergastolo ed è stato graziato nel ’90.
In Cile Pinochet cadde solo per un plebiscito popolare, anche se adesso è tartassato dai processi.
Forse Honecker non era propriamente il dittatore della Germania Est, ma in qualsiasi caso è stato prosciolto per motivi di salute. Noriega, a Panama, fu rovesciato dagli Usa e condannato a 40 anni.
In Etiopia il terrorizzante Mengistu venne condannato in contumacia per i crimini più orrendi, ma vive in esilio nello Zimbabwe.
Uno come Pol Pot, in Cambogia, è stato condannato all’ergastolo solo di recente: ed è morto subito dopo.
Per Milosevic non possiamo sapere come sarebbe finita, mentre nel caso di Saddam, ora, non è chiaro perchè i principi settecenteschi sulla minor detterenza della pena di morte dovrebbero venir meno. Saddam stava meglio allo zoo. In fondo gli Usa non hanno esportato, in questo caso, che la democrazia nella sua accezione peggiore.
Per la cronaca, Pinochet non è più tartassato dai processi, visto che è morto.
Quelli spagnoli sono ancora aperti perchè i reati contro l’umanità sono considerati imprescrittibili.
Dei 50 Stati federali che compongono gli Stati Uniti D’America, 38 prevedono nel loro ordinamento l’applicazione della pena capitale. Il Texas detiene dal 1976 il primato per maggior numero di esecuzioni capitali e, assieme alla Virginia, effettua il 45 per cento delle esecuzioni.
Il 1° marzo 2005, con 5 voti contro 4, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato incostituzionale la pena capitale per minorenni, 10 anni era il limite d’età previsto per la pena di morte in Indiana e Vermont. Prima di questa data, 19 Stati della Federazione americana ammettevano le esecuzioni di minori. 22 ne furono giustiziati dal 1976, di cui 13 in Texas. 72 detenuti nel braccio della morte hanno evitato la morte grazie alla dichiarazione della Corte Suprema. Otto condannati minorenni su nove erano neri o ispanici. L’ultimo minorenne è stato giustiziato nel 2003, in Oklahoma.
Dal 1973 in Usa sono stati rilasciati 122 prigionieri dal braccio della morte dopo che erano emerse nuove prove della loro innocenza. Di questi, sei nel 2004 e due nel 2005. Alcuni di questi prigionieri sono stati rilasciati dopo aver trascorso molti anni nel braccio della morte.
In ognuno di questi casi sono emerse caratteristiche simili e ricorrenti: indagini poco accurate da parte della polizia, l’utilizzo di testimoni non affidabili, di prove o confessioni poco attendibili e un’inadeguata assistenza legale. Ma non solo, in Usa purtroppo sono diversi i casi di prigionieri messi a morte nonostante ci fossero molti dubbi sulla loro colpevolezza. D’altronde Bush era Governatore di quel Texas che orgogliosamente era primo nella classifica delle esecuzioni capitali, uno stato in cui l’assioma “impiccalo più in alto” era ancora garanzia di buon governo più che un titolo hollywoodiano. In fondo gli Usa hanno esportato semplicemente la loro democrazia.
Dati di Amnesty e nessuno tocchi Caino
La pena di morte è la cosa più rivoltante che esista. Sempre.
“Il Texas detiene dal 1976 il primato per maggior numero di esecuzioni capitali”
Negli Stati Uniti o nel mondo?
Negli Usa
OK per essere corretti dovremmo aggiungere almeno la Cina alla lista non paralre solo di USA.
Però credo che il messaggio della vignetta sia diverso, non l’interpreto come una denuncia delle condanne a morte ma dell’ipocrisia del capro espiatorio per cui si ammazza un dittatore credendo che il suo sangue possa lavare tutti i problemi creati da lui ma aiutato da quelli che oggi applaudono o per ipocrisia si girano dall’altra parte.
La Cina è un paese che per ingiustizie sociali è quasi imbattibile, ma almeno non va in giro ad esportare democrazia, solo maglioncini tarocchi a 3 euro!