Breviario di musica classica

SpartitoLa gente è ignorante e non capisce niente, sicchè va educata alla musica classica: questo è un ragionamento discutibile.
Poi.
La gente è ignorante e non capisce niente, sicchè va educata alla musica classica solo se ne sia davvero interessata: questo è un ragionamento pure discutibile, ma anche lodevole.
Poi.
La gente è ignorante e non capisce niente, sicchè, qualora sia davvero interessata alla musica classica, noi la fottiamo: e invadiamo le edicole con presunte enciclopedie musicali che allegghino gracchianti registrazioni del 1947 (Mozart e Beethoven, di regola) magari eseguite da orchestre jugoslave scampate ai bombardamenti. Esito finale: la gente è ignorante e non capisce niente. Questo non è lodevole. Ed è assai discutibile.


Naturalmente ci sono eccezioni: prodotti di valore (spesso rivolti a chi abbia già un’infarinatura musicale) o libri introduttivi che da un lato ammiccano alla famosa gente (che è ignorante e non capisce niente) ma d’altra parte sono quasi sempre testi barbosi e complicati. Che fare?
Idea: proporre un libretto come “Classica, le opere immortali” che ho trovato da Ricordi e che contiene suggerimenti su cento dischi da comprare. Curatore: Marco Pasetto. Editore: Demetra. Iniziativa lodevole. La stiamo lodando. Ma anche discutibile. Ora la discutiamo.

Premessa: una selezione del genere è un’impresa che fa tremare i polsi (complimenti) ma comporta anche delle responsabilità: che il curatore se le prenda.
Premessa 2: non entreremo nel merito delle edizioni (direttori, esecuzioni) perchè sennò facciamo notte.
Per ordine alfabetico: Albinoni Tommaso. Vengono suggeriti 6 concerti per oboe e basta. Perchè solo 6? Ci sono dischi ben più densi. E poi: ma alla gente (ignorante) vuoi non dare il celeberrimo Adagio?

Poi. Bach Johann Sebastian: 6 concerti brandeburghesi, Variazioni Goldberg, svariate composizioni per organo, Passione secondo San Matteo, 12 concerti per fortepiano e 6 suites per violoncello solo. Accidenti. Obiezioni: perchè il fortepiano (antenato del pianoforte) e non il clavicembalo? Le suites per violoncello noi le avremmo evitate: troppo raffinate. Ma va benissimo.

Bartok Béla: un disco di concerti per piano e violino e orchestra. Va bene, ma non l’ascolteranno mai.

Beethoven Ludwig van, e qui ti voglio. Sinfonie n. 1-2-3-5-6-9 e Concerto per piano n.3. Basta. E niente Settima? Piuttosto le prime due? Imbarazzante. E neanche (la gente ne va matta) un Chiaro di Luna o una Patetica o una Waldstein? In compenso abbiamo Bartok, che ci vuoi fare.

Proseguiamo. Berg Alban: un solo disco con pezzi e suite, bene.

Berliotz Hector: Sinfonia Fantastica e altro disco con ouverture varie. Bene.

Bizet Georges: Carmen suite, logico. Boccherini Luigi: quintetti per chitarra, ovvio. E il famoso minuetto? Pazienza.

Borodin Alexander: due cd con tre sinfonie e danze e schizzi orchestrali. Forse ne bastava uno solo.

Brahms Johannes: quattro sinfonie, Requiem, due sonate per clarinetto. Niente ouverture. Ma sì, va bene.

Britten Benjamin: quattro cd con dentro di tutto. Quattro, sì. Di Britten. Era il caso? Non si poteva piuttosto salvare una Settima di Beethoven? Britten, ne arguiamo, piace al curatore del libretto.

Bruckner Anton: sinfonia n. 4. Basta. Basta? Eh no. Adesso mettiamo mano alla pistola. Dico, solo la Quarta? E la Settima? Soprattutto: e la Nona? E però ci temiamo quattro cd di Britten? E poi racconteremo che la gente è ignorante e non capisce niente?

Tocca a Berio Luciano. Oddio. Berio Luciano nel libretto non c’è. Giusto. Altrimenti la gente scappa.

Chopin Fryderyk: due dischi con Etudes, Walzer e Preludi. Sì, ma non era meglio un disco coi due concerti per pianoforte, che almeno piacciono a tutti?

Corelli Arcangelo: sei Concerti grossi. Bene.

Debussy Claude: cinque dischi coi lavori più conosciuti. Importanti, ma forse ne bastavano meno.

Dvorak Antonin: solita sinfonia n. 9 e serenata per archi. Bene. Anzi no, fermi. E il concerto per violoncello? Di Dvorak? E’ meraviglioso, soprattutto – non scordiamo l’obiettivo – è perfetto per la famosa gente. Niente.

De Falla Manuel: musiche varie. Comprensibile.

Franck César: sinfonia in re minore, chiaro.

Gershwin George: solita Rapsodia in blu e Un americano a Parigi. Mah. Diciamo comprensibile.

Grieg Edvard: pezzi vari tra i quali l’immancabile Peer Gynt. Forse si poteva osare di più: il concerto per piano, ad esempio.

Haendel Friedrich Georg: un totale di quattordici cd. E questa è pazzia. Cioè: alla gente che vuole gradualmente avvicinarsi alla musica classica, tu gli spari quattro cd solo per organo, e sei di lavori orchestrali, e poi l’intero Messiah? O il curatore del libretto è pazzo di Haendel – ne arguiamo – o è pazzo.

Poi. Haydn Joseph Franz: sei dischi, e qui ci asteniamo perchè Haydn è importante, sì, ma a persone da avvicinare alla musica noi non lo faremmo ascoltare.

Listz Franz: quattro cd, con tutti i poemi sinfonici. Inevitabile.

Mahler Gustav, e qui, in genere, volano coltellate: sinfonie 1-5-9-10 e cosiddetto Canto lamentoso. E niente sinfonia n. 4. Scelta coraggiosa. Però manca anche il Canto della terra, dov’è la pistola?

Però c’è un disco di Malipero Gianfrancesco: sinfonie varie. Boh.

Mozart Amadeus Wolfgang: sinfonie 40 e 41, sinfonia Concertante, concerti per piano 5 e 9 e altri per flauto e arpa e strumenti a fiato, oltre naturalmente al Requiem. Molto scolastico. Niente da dire.

Mussorgsky Modest: Quadri di un’esposizione e basta. Forse ci si poteva attaccare Una notte sul Monte Calvo, che fa tanto Fantasia.

Orff Carl: i soliti Carmina Burana, e noi non avremmo messo neanche quelli.

Paganini Niccolò: solo il concerto n. 1. Perchè gli altri no? Ci sono dischi che ne contengono due o tre, e magari anche i Capricci.

Prokofiev Sergei: concerto per violino 1 e 2, sinfonie 3 e 4, opera Alexander Nevsky. Tutto bene, tranne il Nevsky: fa scappare la gente per sempre. Non era meglio la suite da Romeo e Giulietta? Forse sì.

Rachmaninov Sergej: solo il terzo concerto per pianoforte, quello del film Shine. E il secondo? Vuoi avvicinare la gente e non metti il secondo? Ci hanno girato film interi, ogni volta riempie le sale: niente. E’ uno snob, il curatore.

Ravel Maurice: quattro cd con lavori orchestrali (i soliti) e quartetti per archi. Prezioso. Spiace che non ci sia il concerto per piano: c’è chi, solo grazie a quello, s’è avvicinato alla musica classica. Chi? Noi, per esempio.

Eravamo alla R. Dunque. Respighi Ottorino: dice di comprare solo un disco coi Pini di Roma, le Fontane di Roma e Gli uccelli. D’accordo.

Korsakov Rimsky Nicolay: solo Sherazade. Ovvio. Bene.

Rossini Gioacchino: tre cd, tutte le ouventure. Forse due dischi bastavano.

Saint-Saens Camille: un cd con poemi e lavori orchestrali. Forse – per educare la famosa gente – ci stava anche un Carnevale degli animali.

Schoenberg Arnold: Notte trasfigurata e altri lavori per archi. Bravo. E anche Un sopravvissuto a Versavia: poco digeribile, ma proviamoci.

Schubert Franz: sinfonie 5 e 8 più 23 lieder per soprano e pianoforte. Neanche un’Ave Maria. Il curatore è proprio uno snob.

Schumann Robert: quattro sinfonie e un concerto per pianoforte. Non è troppo? Certo, Schumann – come Haydn – è importante, ma non fa innamorare la gente.

Shostakovic Dimitri: Sinfonia n. 7 (Leningrado) e basta. Ecco, adesso le coltellate volano davvero: e la Prima e la Quinta, peraltro molto più appetibili? Cioè: con tutti i dolciumi, facili e deliziosi, di Shostakovic (valzer messi regolarmente nei film, jazz suite infilate persino nelle pubblicità) tu gli piazzi la pesantissima Leningrado? Ma scappano tutti dopo tre minuti. Forse il curatore non conosce Shostakovich. C’è questo sospetto.

Sibelius Jean: sinfonie 4 e 7. Non era meglio la n.5? E la 2? E neanche un poema sinfonico? Neanche Finlandia o la Tapiola? Assurdo.

Smetana Bedrich: poema sinfonico La mia patria. Logico.

Strauss Johann & Josef: concerto di capodanno con valzer e danze varie. Giusto.

Strauss Richard: un solo disco con cinque poemi sinfonici. Manca Morte e trasfigurazione, mancano i Quattro ultimi leader, manca Le metamorfosi, manca tutto: ed è un genere di mancanza per cui potremmo anche andare a casa del curatore, e tirarlo giù dal letto.

Però, ecco, Stravinsky Igor: quattro cd con sinfonie e balletti vari. E vorresti avvicinare la gente alla musica. Vorresti farlo, ma poi gli metti un solo disco di Richard Strauss e quattro di Stravinsky. Complimenti. Davvero. Perchè la gente in genere si alza al mattino e mette Stravinsky. Ma piantala.

Tchaikovsky Ilich Pyotr: sei dischi con vari lavori orchestrali, tre concerti per piano, lo Schiaccianoci, sinfonia n.6. Uhm. Forse al posto di tutti i concerti per piano si poteva infilare, a scelta, una Quinta sinfonia, un concerto per violino, soprattutto gli amatissimi – dalla gente – Bella addormentata e Lago dei cigni: altro che quattro dischi di Stravinsky.

Verdi Giuseppe: ouverture e preludi, un disco. Bene.

Vivaldi Antonio: sei dischi. Ecco. Non ne bastavano, poniamo, tre? Dobbiamo avere ben trenta concerti di Vivaldi (un genere che la famosa gente, forse, conosce già) e neanche, ricordiamo, una Settima di Beethoven? Ma al curatore piace il barocco, ne arguiamo. Il suo libretto, tra Haendel e Vivaldi e Bach, vorrebbe imporre un totale di trentun dischi su cento: ma, tra questi, uno solo di Shostakovic e uno solo di Richard Strauss, e uno solo – mancava – di Wagner Richard. No comment.

E allora va benissimo, ma basta dirlo: non titolate “Classica, le opere immortali” con la pretesa “di motivare alla conoscenza della musica classica”, ditelo, titolatelo direttamente “Classica, le opere che piacciono a me”. E basta. Per la cronaca: nel libretto degli immortali (tra molti altri) non sono neppure nominati: Bellini Vincenzo, Casella Alfredo, Cherubini Luigi, Donizetti Gaetano, Ives Charles, Khacaturian Aram, Mascagni Pietro, Messiaen Olivier, Monteverdi Claudio, Pergolesi Giovanbattista, Puccini Giacomo, Purcell Henry, Scarlatti Alessandro, Skriabin Aleksandr e Telemann Georg Philipp. Ma spicca in copertina, nel libretto, sovviene anche la rima, quel Pasetto.

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13 Commenti

  1. Nella guida hanno dimenticato una composizione, IHMO, fondamentale: la sinfonia n. 8 di Anton Bruckner. Haas o Nowak, a ciascuno i suoi gusti. Ma l’Ottava, no, quella non me la potevano omettere!
    Poi, per le versioni da scegliere, si può discutere. Personalmente, potessi farlo io, direi:
    edizione Haas – Berliner Philharmoniker, Gunther Wand (BMG Classics)
    edizione Nowak – Wiener Philharmoniker, Carlo Maria Giulini (DG)

    Quanto alla Nona di Bruckner (la cui omissione, Filippo, hai giustamente sottolineato), proporrei quella che, nel mio cuore, è l’UNICA versione di riferimento:
    Wiener Philharmoniker, Carlo Maria Giulini (DG).
    Anzi, se dovessi invitare chiunque a iniziare a scoprire Bruckner, partirei proprio da quella Nona, semplicemente da cardiopalma.
    Segnalo infine che, da poche settimane, circola un dvd della Euroarts con l’Ottava di Bruckner (sempre ed. Nowak) diretta da Giulini a Stoccolma con la World Philharmonic Orchestra (già uscito d’importazione Usa, edito da Image Entertainment).

  2. Mi sembra prorio che questo libro sia una tavanata galattica.
    Se si propone di “avvicinare” alla musica classica manca clamorosamente il bersaglio.
    (lo voglio proprio vedere il neofita che sopravvive a 14 CD diHaendel, o anche alle sole 6 sinfonie di LvB)
    Pertanto archiviamo questo obbiettivo e passiamo ad altro: che il curatore volesse davvero selezionare 100 CD di opere immortali?
    (ed anche qui i 14 CD di Heandel e 6 sinfonie di LvB mi paiono francamente eccessive)
    Signori, non ci siamo, non ci siamo affatto, togliamo pure l’opera (io non soffro molto, sono solo canzonette disse qualcuno) ma tra i 100 CD di cui sopra ci sono delle mancanze che lasciano di sasso.
    E che mi portanto a pensare che l’obbiettivo fosse “quali 100 CD comprare per avere una discoteca classica radical kitch” mancano solo i regali da scegliere ed il gioco è fatto.

    Si capisce allora perchè tutto questo barocco (e se va bene eseguito pure con strumenti dell’epoca).

    Si capisce anche perchè la musica da camera sia quasi totalmente assente. ORRORE! Qui il 99% è sinfonica. ORRORE!!!

    Orrore, sì, ma verrebbe da pensare anche una non modica dose di ignoranza.

    ALcune delle mancanze, a mio avviso più gravi, e solo su alcuni celeberrimi:

    Chopin: mancano tre capolavori assoluti: Ballata in Sol minore, Berceuse, Sonata numero 2.

    LvB: Facci ha perfettamente ragione. Ma l’Arciduca no? ora, il vero scandalo è che tra le opere immortali manca la 111. E come si fa? Perchè se manca la 111 possiamo eliminare anche tutto il resto. Evidentemente al curatore il pianoforte non piace: è troppo cafone, troppo pieno di se…

    Thcaikowsky: manca il trio op 50 in la minore, altra sonora incazzatura.

    WAM: anche qui si rimane scioccati, manca il quintetto per piano e fiati (spero ci sia il concerto per clarinetto), il concerto per flauto ed arpa (bellissimo) dovrebbe lasciare posto ad altre composizioni di maggiore spessore, mancano i quintetti per archi 515 e 516, mancano la fantasia 475 e sonata 457, un concerto per violino a caso no? Un quartetto per archi? Vogliamo essere intellettuali? la piccola giga per organo meccanico. Patetici? l’andante per armonica a bicchieri. Popolari? Un quartetto od un quintetto per flauto…

    Brahms: 4 sinfonie 4 e non c’è nemmeno un concerto?
    Domenico Scarlatti: non pervenuto
    Felix Mendhelsson Bartholdy: non pervenuto
    Paganini? si poteva omettere, e lo dico da genovese
    Rachmaninov: il celeberrimo volo del calabrone?

  3. Il problema è uno solo: o arriviamo a mercificare l’arte (cosa che viene fatta quotidianamente dai cosiddetti “ignoranti”) oppure ci dedichiamo alle raffinatezze, ai capolavori, alle ricercate perle.
    Inutile dire che chi non ha interesse (o almeno un certo genere di interesse) per la musica non andrà mai ad ascoltare una prelibatezza, e, propostagli, si rischia di farlo fuggire. Tanto vale andare su un tema famoso e magari da quello allargare. Dal Nessun Dorma a tutta la Turandot, Dal coro dei pellegrini a tutto il Tannhauser…

  4. Torno su questo preziosissimo post per chiedere se e dove è possibile trovare DVD di balletti classici. Ho provato a ordinarne on line ma sono quasi tutti irreperibili, avete qualche suggerimento?
    (scusate per l’OT)

  5. leggo qualcosa di giusto e una quantità di bestialità da ignoranti cafoni. allora se chi vuole diffondere la cultura musicale ha questo atteggiamento siamo alla frutta. come si fa a dar e credito e retta ad un libercolo che come tutte le osservazioni qui raccolte è assolutamente soggettivo? per trasmettere la passione per la musica bisogna averne… si può partire anche da malipiero se lo si sa spiegare (e per spiegarlo bisogna averlo capito). qui ho trovato solo gente saccente che ragiona per luoghi comuni. peccato, niente di peggio si può sperare. pensare che i miei primi ascolti sono stati octandre di varese e la settima di bruckner e oggi mi occupo di musica rinascimentale. le vie della musica sono infinite, le vostre no.

  6. Dunque, come semplice appassionato “profano” di musica classica e di critica musicologica vorrei fare una puntualizzazione. Premesso che il “libercolo” in questione, come la quasi totalità dei libri di tal genere è semplicemente pessimo – con l’eccezione nel panorama italiano de “Gli immortali. Come comporre una discoteca di musica classica”, ed. Einaudi 2007, per la penna di uno studioso di valore come il Pestelli, docente di storia della musica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università di Torino del quale consiglio anche lo splendido “Canti del destino”, (l’autore segnala composizioni immortali – rigorosamente integrali – fornendo una descrizione sommaria, in uno stile colloquiale spesso folgorante, dando poi un’indicazione discografica, e non si impicca a numeri esatti 100, 200), – va chiarito che Filippo Facci ha commesso un errore nel non comunicare ai lettori di questo blog che l’intento dell’autore già dichiarato dal sotto-titolo ( I 101 CD della musica SINFONICA e da CAMERA ) era quello di limitarsi ad alcuni generi, – massacrandone alcuni magari, dico io, come quello liederistico ad esempio (niente Vier Letzte Lieder, niente Das Lied von der Erde), o quello sacro (l’assenza del Requiem di Fauré è ridicola) – senza abbracciare l’intero spettro della musica colta. Ma vi pare possibile, e mi riferisco rispettosamente a quelli che hanno commentato con tono da “veri esperti”, che anche un bischero qualsiasi (e questo Pasetto non ha le competenze necessarie per una tale impresa, basta vedere la sua bibliografia) nello scrivere un libro del genere potesse permettersi di escludere per scelta estetica oggettiva – criteri oggettivi esistono altroché – (e non meramente programmatica, come ha effettivamente fatto), il teatro musicale, che è un cardine universalmente riconosciuto della musica colta, sempre più, (fidatevi) al centro del dibattito musicologico contemporaneo? Capisco che ciò rientra nella visione un po’ ingenua di alcuni appassionati di Rock o Blues, che tendono ad escludere la musica operistica dai loro ascolti sul versante classico, ignari della vera essenza del teatro musicale, ignoranza curiosamente mutuata dai pregiudizi stolti della critica primo-ottocentesca ormai sepolta, che non impedivano però a tale genere di essere centrale nella scena culturale del suo tempo (basti allo Chopin che si commuove a teatro mentre assiste assieme a Glinka – il quale per fondare la musica russa scrive ohibò un’ opera [Una vita per lo Zar] – alla Sonnambula di Bellini, al costante interesse di Stendhal, al Don Giovanni mozartiano “di” Kierkegaard, al Nietzsche che addita la Carmen di Bizet come alternativa filosofica alla “conversione” parsifaliana di Wagner, alla Salomè di Strauss alla cui prima austriaca a Graz assiste persino un personaggio letterario come il protagonista del Doktor Faustus di Mann, oltre che mezza intellettualità mitteleuropea, tra cui si intrufola per l’occasione un giovane spostato – che avrà grande peso purtroppo nella storia europea – appena reduce dal Tristano diretto da Mahler a Vienna [mi riferisco ad Hitler]), i quali appassionati certo non conoscono Mussorgsky per il Boris Godunov e Tchaikovsky per l’Onegin, ti guardano attoniti quando gli parli di capolavori meno noti come il “Peter Grimes” di Britten o “Il castello del duca di Barbablù” di Bartòk, o addirittura si sbalordiscono alla notizia che perfino Shostakovich ha composto un’ opera lirica (Lady Macbeth di Mtsensk), ma se è per questo c’è anche chi conosce Richard Strauss solo per i poemi sinfonici, e parliamo di uno che, anche se ci limitiamo alla superficie, ha tra i suoi meriti quello di aver scritto probabilmente le arie da soprano più belle della storia dell’opera: la colpa forse è del Liceo gentiliano…) : vabbé peggio per loro. Però penso alla memoria di Giuseppe Sinopoli, un umanista dalla cultura sterminata, uno dei pochi direttori che potesse vantare tale profonda visione, unitaria e rinascimentale, dell’intelletto umano, (la mattina dopo l’infarto mortale che lo colse a Berlino mentre dirigeva l’Aida si sarebbe dovuto laureare in egittologia) e alle sue splendide registrazioni ( il meta-teatro straussiano di “Arianna a Nasso” su tutte) di ”canzonette”…
    In questo senso un libercolo come questo, a parte gli altri difetti non aiuta: infarinatura discutibile, soprattutto per il baricentro posto sul “disco” piuttosto che sull’ “opera” (in senso lato) del compositore da selezionare e appesantita da questa mania del numero esatto (100), ma infinitamente più dignitosa è questa scelta di Riccardo Lenzi dell’Espresso:
    http://iamc.harmoniae.com/cd_centodischi.htm

  7. è possibile che in nessun sito non ci sia neanche l’ombra dello spartito del brano : “Nelle steppe dell’Asia centrale”?
    udfisgltueshguiesgesgytueshteys!!!

  8. per dindirindindina o, come dice mio padre, per tutti i merletti del castello di mio nonno,ho sbagliato a scrivere il mio “nome” nell’e-mail precedente perchè al posto di mistère avevo scritto misrère comunque è mistère!!!!!
    jwetqgjrwhaguyrsgrlgg

  9. Qualcino ha scritto questo:
    “Gershwin siam pienamente d’accordo che non è classica,”……….peccato che proprio Stravinsky lo stimava moltissimo!!!!

  10. FORSE CHE NEPPURE FACCI CONOSCE BENE LA MUSICA CLASSICA?! PARLA SPESSO DI CLASSICA, HO LETTO PURE IL SUO LIBRO( SIMPATICO)MA VORREI CHE RACCONTASSE ANCHE DELLE SUE COMPETENZE. IN SOSTANZA, PERCHè LA SUA OPINIONE DOVREBBE ESSERE IMPORTATE O INTERESSANTE?? MI INCURIOSISCE FACCI, OVVIO.VORREI CONOSCERLO.

  11. Non capisco come mai i curatori si ostinino nel malversare Haendel con i soliti RoyalFireworks e i Concerti Grossi.
    Esistono le meravigliose cantate italiane, le arie per sopranista e controtenore, i duetti, le piccole e commoventi opere. E’ variegatissimo negli accenti e invece passa per un noioso e magniloquente cortigiano.
    La Kirkby, il Ragin, il Daniels hanno alcuni cd intramontabili.
    Di Antica metterei qualcosa di Savall.

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