Votare Perduto Per Sempre (copertina qui a fianco) libro del mese di Fahrenheit, trasmissione radiofonica di Radio3 Rai, vi porterà fortuna. Clemente Maria Fagioli, perito chimico di Lacchiarella (MI), lo ha fatto, e fra tre giorni esce con Denise Richards.
(Viceversa, Pierpippo Bucciarancia di Lamezia Terme ha voluto fare il fighetto, ha votato il libro di Joe Lansdale e gli si è incastrato il prepuzio nella zip del calzoni).
Se poi volete sapere in una botta sola cos’è il libro e cos’è Fahrenheit, qui c’è giusto quel che vi serve.
Anche live, perché no.
Anche live, perché no.
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Ne deduco che Denise Richards non ha votato per il libro!
Metti pure il link all’intervista alla Dandini!
PS: io l’ho votato e ha appena telefonato Jessica Alba… che faccio?
Guarda, non mi accontenterei.
Ri-vota, vedrai che ti chiama Angelina.
Ho rivotato, e ha richiatato Jessica. Mi accontento va… :-)
bello! ma togli quel bordo intorno all’immagine :)
Io ho votato per Perduto per sempre e tra due giorni uscirò con il Mago G.
Quando si dice la fortuna.
Io ho votato per Perduto per sempre e tra due giorni uscirò con il Mago G.
Quando si dice la fortuna.
senza fica non si vende nulla, et voilà ecco una bella underskirt in copertina per attirare i pruriginosi sguardi di annoiati visitatori di bookshop
Io non ho votato per “Perduto per sempre”, non mi si è impigliato il prepuzio nella zip perchè la patta ha i bottoni e ho testè ricevuto un’email da Jessica Alba che mi ha invitato a cena domani sera a casa sua…
Jessica, sta facendo la furbetta…
E’ Pierpippo Bucciarancia che ha dato il titolo al libro?
io mi sarei rotto della gente che usa macchianera per queste pietose marchette. e prima il premio www, ora i libri. fra poco la preghiera di convincere tizia a uscire con voi. credo due cose: o che neri debba fare piazza pulita degli autori che ne approfittano a questo modo, e che voi ve state a prenne tutto er braccio. o anche tutte e due le cose assieme.
con la massima disistima per uno che ha scritto un libretto, la mena ogni giorno che dio manda in terra e crede per questo di essere al centro del mondo. chiunque è capace di scrivere un libro. non tutti sono capaci di farlo vendere.
…che poi fossi uno che normalmente e abitualmente scrive qui, e per una volta si è permesso di usare un blog pubblico a scopo privato. no, tu ci hai il tuo blogghetto, qui un po’ lo schifi, poi però ci vieni a fare l’uomo sandwich.
la dignità che la maggior parte di questi aspiranti scrittori del menga starebbe anche nell’ammettere che se il proprio libro non vende non è per forza colpa delle forze nemiche avverse, dell’editore, di tiziano terzani, ma, magari, e dico magari, è che il romanzo fa, semplicemente, cacare.
Clap clap clap…
92 minuti di applausi! Per prima cosa distrussero per sempre la maledetta copia personale della maledetta “Corazzata Potemkin”. Guidobaldo Maria Riccardelli fu costretto per due giorni e due notti consecutive a visionare ininterrottamente e in proiezione: “Giovannona Coscialunga”, “l’Esorciccio” e “La polizia s’incazza”. Fino a che, all’alba del terzo giorno, la polizia si incazzò davvero.
Caro Gionni, i tuoi argomenti sono così evidentemente inconsistenti che si distruggono da soli e mi evitano la tenue fatica di sbriciolarli io.
Ciò detto: tu ti saresti rotto?
E chi se ne frega.
(E prima di parlare di dignità, firmati o metti una mail. Fino ad allora io sarò non un aspirante scrittore, perché ho pubblicato due libri, ma magari uno scrittore che vende poco; tu però sarai niente più che il solito anonimo verme del cazzo che protesta per il supposto decadimento di un supposto servizio per il quale non paga).
esce anche in francia?
Io ho votato “Perduto per sempre”, e hanno indagato Deaglio…:-)
Mi è appena arrivato un sms di Jessica Alba, sono piuttosto turbata….
e pensare che non ho neanche votato!
Imbarazzante. Davvero sarebbe il caso di smetterla. E Gianluca deve mettere un limite a certi post che non interessano davvero a nessuno. Sob.
Davvero. E’ una vergogna. Uno scandalo. Qualcuno avverta l’Onu, l’Antimafia, il Garante, il bidello, la maestra.
Poi dicono perché l’Italia va male. Gasp.
Finche di libri si parla… marchette o meno.
Perlomeno è sempre un passo avanti rispetto al codazzo di primati che cercano di scroccare un’appuntamento con la Mastronardi…..
208 commenti, non so’ se rendo l’idea, pensando poi che dall’altra parte ci sara’ quasi sicuramente un’impiegato delle poste annoiato che ha messo su la cosa.
Hanno ragione le donne a guardarci dall’alto in basso a volte.
Quindi, se di libri si parla, ben venga.
‘….questo è l’accento che non ho messo su finche nel post sopra.
sarò anche il commentatore da sbarco ultimarrivato, ma a me petunias, a partire dal nick vagamente intestinale e passando per il b*** presupponente per antonomasia, m’è sempre stato un po’ di traverso; però, e c’è un però, adesso che lo vedo accattonare preferenze, beh, m’è quasi simpatico, quasi quasi ti voto.. ma anche no.
Per fortuna i miei jeans hanno i bottoni
Io l’ho votato ma sono stato sbranato da una farfalla mannara…
Mi chiedo dove sono ora quei pirla che hanno comprato un dvd senza senso.
Deaglio ha fatto la figura di chi vuol fare soldi alle spalle dei polli.
Complimenti a chi ha fatto la coda nelle edicole ed ha speso soldi, anzi regalato soldi.
Non essendoci in Italia il voto elettronico era ovvio che era tutta una panzanata.
Disposti a tutto, purchè si legga!
e l’olio di ricino del terzo millennio diventa il libro!
ma qui siamo in una situazione diversa, un talentuoso (mah, sulla fiducia) neoautore ribelle che cerca di ritagliarsi il suo spazio nel dominio totale dell’impero di Tiziano Terzani.
“va da sè che il povero Terzani (insomma, povero mica tanto) funge solo da esempio.” (cit.)
ma il nostro è anche fiero e orgoglione e mai potrebbe permettere certi commenti sprezzanti di gente qualunque alla quale un post al triennio, sopratutto se contenente messaggio promozionale, puo recare un non meglio specificato fastidio.
“e tu chi sei? hai pagato? ti sei registrato? allora vaccagher, commentati a casa tua!”
quasi quasi preferivo i post di Gaia Giordani dove, per avallare le sue fantasiose tesi (disinteressate), inseriva nei commenti le foto con l’ombelico di fuori.
Viva la [libro], che dio la benedica
Vorrei tanto leggere il libro di GIONNI, visto che è così facile scriverne uno.
Di solito i libri delle persone che se ne escono con questo genere di commenti stanno ben chiusi in un cassetto, insieme alle lacrime piante ogni notte per la disperazione di non riuscire a pubblicarli.
quel che tutti noi amiamo di petunio è il suo senso dell’umorismo così adorabilmente self-deprecating, il suo non prendersi mai sul serio, il suo assumersi la responsabilità dei suoi limiti, il fatto che ora stia annuendo sorridente, mentre gli diciamo che “è colpa di tiziano terzani se non sono bestseller, è colpa dell’assurda pretesa che la gente il mio libro lo compri per scelta e non per pigrizia, è colpa del complotto editoriale vòlto a boicottare il mio capolavoro e a farmi rivalutare solo post mortem”, mentre gli diciamo che un pochino – ma solo un pochino – suona come “le cavallette”. [povero neri, costretto a nascondersi dietro pseudonimi per ricondurre i suoi “autori” entro i confini della decenza. povero neri. e povero anche il cavallo]
Ortensia, non credo proprio. Ho perfino rimesso a posto le tag del post. Sul dibattito, mi spiace, ho poco da dire e poco tempo per dirlo, perché sto uscendo. Sta di fatto che, insomma, non sono qui che mi sto stracciando le vesti, o battendo i piedi in terra strappandomi i bottoni della camicia. Su Macchianera si è sempre stati più che felici di segnalare le varie iniziative legate ai differenti autori invitati a scrivere sul blog.
Però, ciao Petunias ti conosco poco ma fa lo stesso, io non so se tra coloro che ti hanno attaccato su questo post ce n’è qualcuno che ha il suo romanzetto inumidito di lacrime racchiuso nel cassetto dei sogni della sua casetta di marzapane, ma anche fosse, abbassarsi al livello degli invidiosi con gli occhietti umidi e il fegato a pezzi, non è proprio quel genre di atteggiamento che lasci supporre che il tuo percorso di scrittore sia sempre stato così luminoso.
E poi magari, a volte capita che alcuni romanzetti inumiditi di lacrime siano davvero dei capolavori rimasti solo impigliati nei perfidi meccanismi editoriali e che in libreria invece si trovino delle cagate pazzesche che non puoi fare a meno di chiederti quali e quante marchette debba aver fatto l’autore per essere arrivato fino a lì.
Con tutto ciò non mi riferisco nè a te nè a nessuno in particolare ma mi chiedo se pubblicare un libro possa davvero rappresentare uno spartiacque tra gli strafighi e gli sfigati.
Ortensia, mi spieghi perché tu e altri simpatici miei sostenitori continuate a tirare in ballo un riferimento, quello a Terzani, fatto su un b*** che non è questo?
Forse perché il post non dice “comprate il mio libro” ma semmai “votatelo”, e non potendo attaccarmi su basi solide più di tanto avete bisogno di andare ad attingere altrove? (Ehi, ma era quello sotto cui stiamo scrivendo il post che vi dava fastidio o quello che parlava di Terzani? Decidetevi, perdio!).
E perché sempre tu e gli altri miei sostenitori fate riferimento a un supposto insuccesso del mio libro quando sicuramente io, che se permetti dovrei avere notizie di prima mano, non ho la più vaga idea di come stiano andando le vendite, non ne ho mai fatto menzione lamentando o gloriificando un risultato qualunque, e, in ogni caso, non è al momento il desiderio di diventare un best-seller quello che mi attanaglia bensì, magari, quello di non essere sepolto da sei pile di Terzani?
Ortensia, e già che ci siamo mi spieghi anche perché ho questa strana sensazione che dietro il tuo evidente pseudonimo (tuo, ma anche degli altri sostenitori) si nasconda qualcuno che conosco di persona e che ha il mio numero di telefono e occasionalmente lo adopera persino?
Vis, credo che la risposta data qui sopra a Ortensia possa chiarire qualche dubbio.
Per il resto, quello che tu chiami “il mio percorso di scrittore” ha avuto, ha e avrà gli alti e i bassi di quelli di chiunque, indipendentemente dai risultati di vendita. Quello che però ho imparato è che, di solito, gli exploit artistici altrui possono generare un range di emozioni che passano per l’entusiasmo (raro), il divertimento (più frequente) e la totale indifferenza (stragrande maggioranza).
Quando invece i medesimi exploit stimolano la produzione di protervia, acredine e persino odio be’, quello è infallibile segno che ci stia a maturare dietro una cocente frustrazione per i propri personali, avversi destini, artistici o esistenziali che siano.
E’ per questo che non mi abbasso, come invece sostieni tu, al livello dei miei “sostenitori”: non avrei nulla da rispondere che potesse calmare i loro spiriti.
Però, ecco, sul metodo e sulle regole dialettiche non ammetto stronzate. Se mi vuoi attaccare fallo pure, ma fallo correttamente. Hai letto il mio libro e pensi che sia una merda? Dimmelo, ne parliamo (ma anche no, ovviamente).
Altro non verrà preso in considerazione. Non da me, almeno.
No, no Petunia, non l’ho letto e se lo avessi fatto e non mi fosse piaciuto non ti avrei detto niente ugualmente perché io non voglio “attaccare” , sarò polemica (di solito lo sono) ma non “attacco” per il semplice gusto di farlo, tantomeno con l’intento di smontare le aspirazioni altrui. Tra l’altro, il tuo libro mi avesse fatto schifo e fossi stata spinta da un irrefrenabile desiderio di comunicarlo all’autore, te l’avrei detto apertamente senza girare intorno ad un argomento che invece è quello che mi ha interessato nel tuo post.
Probabilmente hai ragione, in parte mi hai fornito una risposta nel tuo intervento precedente e in parte stai correttamente motivando la tua reazione supponendo che probabilmente (e se non fosse che negli ultimi giorni mi viene una strana eruzione cutanea ogni volta che pronuncio la parola “statisticamente” avrei usato questo temine) dietro a certe reazioni così rancorose si nasconde una brutta e livida invidia.
Cio’ nonostante, ma l’invidia altrui la conosco bene, mi chiedevo perché “abbassarti” ad un ragionamento che è tipico degli stessi invidiosi da cui ti difendi: nel tuo commento non parlavi di qualità del romanzo (il tuo libro inumidito di lacrime probabilmente fa schifo il mio invece evidentemente è piaciuto almeno all’editore) ma alla capacità o meno di essere riuscito a pubblicare come se non fosse importante il contenuto del libro ma l’averlo pubblicato.
Non so se sono riuscita a spiegarmi e a spiegare la sottile ma sostanziale differenza che passa tra il valorizzare o il denigrare il lavoro altri, e il valorizzare o denigrare l’incapacità altrui di pubblicare un libro che non è di per sé una dote, una qualità una caratteristica, ma solo il frutto di una serie di coincidenze più o meno fortunate.
Se fossi stata eletta Miss mondo avrei detto alle concorrenti invidiose che evidentemente sono più bella di loro e non che loro sono più sfigate di me.
Non so se mi ho capita:-)
Gentile signor Mauro Morganti, la foto che ho inserito nei commenti di qualche post fa, è stata scattata il 2 novembre 2005 a Milano in occasione di un flash-mob per i 30 anni della marte di Pasolini.
Quella sera c’erano 5 gradi e come può notare guardando meglio la foto, indossavo una giacca di feltro. Non capisco di quale ombelico stia parlando e la prego di farsi visitare da un bravo oculista.
non posso che ribadire il mio compiacimento per la sempre più evidente renitenza di petunio a prendersi sul serio. noto altresì che essa è contagiosa.
Vis, devo essere onesto, mica tanto (non so se ti ho capita :))
Posso solo dirti che l’autore di un romanzo è per definizione l’ultima persona al mondo in grado di parlare di qualità del medesimo, e che quindi non potevo certo imboccare la strada di cui parli tu. Anche perché qui nessuno è entrato nel merito del libro in sè: semmai è stato detto che “chiunque è capace di scrivere un libro e non tutti a farlo vendere”. Omettendo però, piuttosto disonestamente e in totale mancanza di dati di vendita, un passaggio intermedio che mi pare di non poca importanza: ovvero che il sottoscritto il proprio libro almeno all’editore (un editore che, tra l’altro, non è esattamente l’ultimo gonzo piovuto sul mercato, se non sbaglio) è riuscito a venderlo.
Spiace dirlo, ma si tratta di una legge umana: è la disonestà a rivelare le motivazioni che muovono le azioni.
Ortensia, l’ironia è un artificio retorico che bisogna saper maneggiare. Tu gli hai fatto fare il giro della morte, come con l’altalena.
Quindi o rispondi alle domande o è meglio che torni alla lotta con l’orologio biologico e i vestiti che non entrano più, nel tuo caso il dramma dietro a questa storia.
…effettivamente mi stavo giusto chiedendo dove fosse evidente l’ombelico della signorina Giordani, visto che nella sua unica foto “pubblica” la suddetta signorina indossa un tipico capo invernale denominato “giaccone nero che tiene caldo”…
accipicchia, l’orologio biologico e il giro della morte dell’altalena in un colpo solo. non so se riesco a elevarmi a tale livello di raffinatezza retorica. mi sa che ripasso dopo aver studiato, neh.
caro igi, ma come fai a non capire, evidentemente quella dell’ombelico era una figura retorica.
per quanto riguarda la sig.na giordani, va bene, non abbiamo mai fatto lingua in bocca, ma addirittura scrivermi in maniera tanto formale per sollecitarmi una visita dall’oculista mi sembra oltremodo eccessivo.
per quanto riguarda il thepetunias, ora si capisce come mai il suo b*** sia il paradiso del troll.
certe provocazioni, probabilmente, andrebbero ignorate anche nell’evidente e non raro caso che siano fondate…
“tu però sarai niente più che il solito anonimo verme del cazzo che protesta per il supposto decadimento di un supposto servizio per il quale non paga”
e chi ti ha detto che non pago? scaricare quelle inguardabili gambette rachitiche della copertina del libro per esempio mi costa
“Di solito i libri delle persone che se ne escono con questo genere di commenti stanno ben chiusi in un cassetto, insieme alle lacrime piante ogni notte per la disperazione di non riuscire a pubblicarli”
fa gia’ pensare che tu arrivi a pensare che si possa piangere per una cosa cosi’. la vita di uno dedicato al suo ombelico che piange perche’ non gli pubblicano un libro non puo’ che essere come la tua… tanto tanto triste.
“Forse perché il post non dice “comprate il mio libro” ma semmai “votatelo””
e non ti sembra una cosa molto da stronzi votare una cosa che non si conosce? a meno che non sia beneficienza, un favorino allo scrittorino sfigato che ne ha bisogno cosi’ torna a sorridere… c’e’ una cosa che funziona ancora meglio del libro del mese di farenheit, si chiama prozac.
“Ancora oggi, il libro di Tiziano Terzani è in pole position sui banchi novità delle librerie Feltrinelli.”
che triste mondo quello nel quale per fare dispetto allo scrittore novello b***munito (e piantala, se ti vergogni di avere un blog chiudilo, quello che hai tu e’ un blog pure piu’ palloso di tanti altri, fattene una ragione), quello vecchio deve ridursi a crepare.
…e comunque il mio libraio ha detto che facevi prima a ciclostilarlo e portarlo direttamente a casa a quelli che lo hanno comprato.
vieni a declamarmelo nel mio tinello?
E’ già la seconda volta, Gionni. Che c’hai, la cacata a singhiozzo, che ne butti giù una e poi ci ripensi e te ne viene ancora sei minuti dopo? Un gastroenterologo no, eh?
E comunque beneficenza, non beneficienza, asino.
E io che sto qui a parlar di libri, ma pensa te.
Petunias prendo per buono ciò che dici con un’unica precisazione che non conoscendoti resta solo una considerazione di carattere del tutto generale.
Concordo con la disonestà rivelatrice delle motivazioni che muovono le azioni, ma chi sia il disonesto tra i vari interlocutori, non ci è dato saperlo se non si conoscono bene i “giocatori”.
Quando si fa una marchetta, di solito, si incassa la tariffa e non si perde troppo tempo a commentare le dimensioni del pene del cliente, io almeno di solito mi regolo così:-)
Se non si conoscono bene i giocatori, dici?
Io ho nome, b***, mail e, per volontà di Gianluca Neri, da qualche giorno persino faccia e parola.
Prenditela con chi scatarra dal buio, ti direi, con chi è certo di poter dire qualunque cosa senza mai esporsi in prima persona.
Fino a un certo punto, eh, ché Parasacco è piccolo paese, e gli indirizzi IP…
Non è vero, Gionni?
Petunias, non che alludessi ad una eventuale conoscenza biblica, ma il poterti identificare non significa che ti conosca:-)
Tu, per esempio, potresti dire di conoscermi?
io dico solo di non nascondersi dietro un dito: il post l’hai messo per visibilità (votare senza leggere che significato ha?). quindi è marketing, punto. però in una comunità come questa non puoi non frequentarla e poi “usarla”. lo sai bene che su internet non funziona così. persino sofri l’ha capito e il post sul suo libro qui non l’ha messo, mi pare.
cmq io il libro cerco di venderlo, tranquillo…
Il fatto che io abbia la password di autore su Macchianera dovrebbe quantomeno significare che ne frequenti il b***, in caso contrario Gianluca Neri sarebbe uno psicopatico. (Resta tra l’altro da stabilire come sia possibile che qui ci siano tanti maestrini che alzano il dito – “questo non si fa, no no no” – quando l’unico che avrebbe davvero voce in capitolo e potrebbe nel caso non gradire, Neri stesso, tace e dove non tace approva, come visto in un commento qui sopra).
Quanto al paragone con Luca Sofri, trovo che sia sciocco: Luca, beato lui, non ha problemi di visibilità, dentro e fuori le librerie, dentro e fuori dai giornali.
Infine: marketing un tubo. Io non ho detto “chi legge questo post, compri”, ma semmai “chi ha letto il libro (o non l’ha letto ma gli punge vaghezza di farlo prima o poi), voti, se vuole”. E siccome siamo sotto Natale e la situazione, per i libri tirati sotto le quindicimila copie, è obiettivamente difficile, credo che non danneggi nessuno se il mio, che non ha avuto nessun tipo di promozione da parte dell’editore, viene tirato fuori dallo scaffale con la scusa del marchietto di Fahrenheit.
Certo, dice il fesso, votare il tuo significa non votare quello di un altro, dunque danneggiarlo. Al che ci sarebbe da rispondere: caro fesso, ora che sai di avere questa possibilità, perché non voti il libro di un altro? O, per raffreddarti i bollenti spiriti, devo dirti io : “VOTA IL LIBRO DI UN ALTRO!”?