Io non volevo parlarne, ma…

Sto cambiando, sto crescendo, forse comincio a piccoli passi a vivere, non volevo neanche parlarne, adesso, ma c’è stato un tempo, un tempo così vicino che forse non è ancora finito, un tempo che non si divideva in ore, in cose da fare, in impegni, in pensieri, in odio e amore, ma in chilogrammi.
Mi è stato chiesto di scrivere un articolo sulla mia esperienza di malata di bulimia/anoressia (non bulimica, ma malata di bulimia, non è un tratto caratterizzante della personalità bensì la completa distruzione di quest’ultima), esperienza che per me purtroppo non è ancora giunta a termine – sono ancora malata e sarebbe stupido e inutile sbandierare ai quattro venti una guarigione fasulla o una falsa illusione – ed all’inizio ero molto titubante e scettica al riguardo, primo perché è difficile pensare lucidamente a se stessi e questo vale anche per le persone sanissime figuriamoci per quelle con problemi psicologici, secondo perché temo di non essere ancora pronta a ricevere critiche, consensi, dissensi, o anche silenzio su questo argomento.
Ho infine valutato che forse aprirmi in un articolo confessione a tema ego-centrico potesse non solo informare alcune persone che leggeranno queste righe di una malattia dell’anima tanto comune quanto letale e malinterpretata, ma anche e soprattutto liberare me dal senso di oppressione incredibile che mi dà soffrire di questa malattia ed aver sempre paura a parlarne.
Questa è la mia esperienza crudele, e voglio scriverla senza filtri, come non bisognerebbe mai fare beh io voglio farlo, perché ancora più crudele sarebbe per me nonostante tutto l’incapacità di buttare fuori tutto il dolore e di essere felice.
Io sono una persona tendenzialmente felice. Non sono sempre la musona dandyna cinica e disperata e autolesionista. Io detesto non essere felice, e non smetterò mai di soffrire per raggiungere la felicità.
La malattia, indubbiamente, ostacola, eppure io me la sono cercata col lanternino credendo che fosse la strada più facile all’attutimento del dolore. Ho avuto l’anoressia a 14/15 anni, l’iperfagia a 16/17/18, e bulimia dai 19 a ora, che ne ho 22 da un mese. A 14 anni ero anoressica e non lo sapevo. Andavo come molte ragazzine della mia età e di famiglia media, a danza.
Ero bravina, ero maledettamente bravina, e pertanto sotto continuo stress. Non passava giorno che le mie insegnanti non mi torturassero davanti allo specchio facendomi notare quanti rotolini di grasso io avessi quando piegavo la schiena, la pancia enorme e protuberante e molle che avevo di profilo. Tutti i giorni. Tutte le volte. Tutti gli spettacoli ero il salame della scuola, ma tutte, a turno, eravamo salami, prosciutti, mai troppo belle, mai troppo brave, mai troppo magre.
Ci davano delle diete per dimagrire prima degli spettacoli a teatro, prima dei provini o degli esami. Diete estreme che comprendevano frutta a pranzo e frutta a cena per settimane, se ti andava bene, altrimenti mele e solo mele, non toccate le banane!


La fortuna di molte ragazzine che frequentano queste scuole è quella di avere delle famiglie sane ed intelligenti che non appena si accorgono di cosa succede all’interno della sala da ballo, si indignano, ritirano i figli, o continuano a mandarli ma controllano attentamente che non si mettano in testa strane idee di saltare i pasti o di pranzare a bucce di mela. Io questa fortuna non l’ho avuta, visto che senza entrare in dettagli dolorosi per me e per i miei parenti, per farla breve, in casa mia nessuno si è mai curato di darmi da mangiare e anzi se mangiavo di meno non poteva che essere un bene poiché significava che non sarei mai diventata un’adulta “cicciona e schifosa come la mamma…“.
Non fatemi vi prego commenti sul vittimismo perché sappiamo bene tutti cosa intendo con la mia frase precedente, che non mi davano da magiare e il resto, elasciate che sia superflua una spiegazione del tipo no – non – come – i – bambini – in – africa – di – cui – mi – dispiaccio – molto – ma – ai – quali – sinceramente – non – posso – dare – aiuto – concreto – ho – già – i – miei – cazzi – a – cui – pensare (che poi è esattamente quello che pensano quasi tutti solo che fa figo commentare qua e là dicendo vai in africa a fare volontariato vedrai che ti torna la fame).
Ok, messo in chiaro questo, il punto è che io dai 14 anni ai 16 mi sono letteralmente e lentamente deprivata di tutta l’energia vitale e nutritiva di cui ha bisogno una ragazza che va a scuola e che vuole o che dovrebbe crescere sia dal punto di vista fisico che intellettivo. Ho cominciato a saltare il pranzo, completamente, e poi la cena. Facevo solo colazione. Sono andata avanti così due anni. Nessuno si accorgeva di nulla. Pensavano che mangiassi solo un po’ in modo strano perché ero una ballerina e tutte le ballerine fanno così o almeno le ballerine brave. E io volevo, volevo, volevo disperatamente essere brava. Essere la più brava. La più magra.
Due anni facendo solo colazione, e sono scoppiata. Avevo fame di tutto, avevo fame di pane, di biscotti, avevo fame di tutta la vita che mi ero dimenticata per dedicarmi anima e corpo e ancora anima ad essere la migliore, ed essere perfetta. Ho recuperato tutto con gli interessi, da quando ho messo in bocca e ho sentito sulla lingua la prima briciola di biscotto non ho più smesso di desiderarli. Biscotti più dell’amore. Mi sono mangiata tutto, mi sono mangiata la scuola, le persone, mi sono mangiata paste e biscotti insieme col sesso e con le lacrime. Ingorda di tutto. Di parlare, di mangiare. Di parlare con la bocca piena. Sono ingrassata in tre anni più di quanto ero cresciuta in 16 anni dalla mia nascita. La disgustosa sensazione di continuare a mangiare quando tutti si fermano, di dover andare in un’altra stanza per rifuggire gli sguardi spietati di sospetto, poi di disgusto, poi di preoccupazione, poi di rabbia e poi di rassegnazione. Imparare a vedere cosa vuol dire sentire i propri genitori poco prima ignari di tutto e orgogliosi di te e del tuo fisichino piangere nella stanza accanto perché si sono accorti che qualcosa in te comincia a non andare e dubitano che tu vomiti, ma in realtà non stai vomitando, stai mangiando e basta, e vorresti più di ogni altra cosa al mondo vomitare.
Allora un giorno accendi il pc e digiti su Google pro anoressia o pro-ana o altre cazzate che al momento ti sembrano la migliore via d’uscita al tuo straripamento emotivo, e ti accorgi che c’è un mondo, un mondo intero fatto di allettantissime diete, calorie, pesi e chilogrammi da perdere che può tranquillamente impegnarti la giornata senza dover pensare alle tue lacrime, alla tua famiglia, allo stress della scuola, della scuola di danza, del ragazzo che ti piace. E’ un mondo che se non vai a cercarlo ti verrà a cercare lui, prima o poi. Sta tutto nel fatto di essere lì davanti al pc nel momento giusto o sbagliato. Se hai voglia di scappare o no. Io ne sono stata inglobata. Probabilmente in quel momento ne avevo bisogno, ero sola, ero grassa, non ero più la più brava a danza e non ero neanche più la prima della classe al liceo, in famiglia andava male, tutte queste cose mi sembravano orrori intollerabili, era tutto quello che avevo, iniziare una dieta, e poi avere fame e soffrire avere fame e soffrire avere fame e correre al supermercato a riempirmi di cibo.
Quando ho cominciato a navigare sui siti pro anoressia io era il 2001, non esistevano ancora blog o community o forum pro ana in italia o in italiano e io facevo parte di un gruppo, anzi, di ben tre gruppi americani. Fui la prima a tradurre alcune delle regole ferree che circolavano nei siti americani e a scriverle e renderle accessibili a un piccolo poi sempre più vasto pubblico, con me o subito dopo di me altre due o tre ragazze che porto ancora nel cuore ma di cui molte ho perso notizie e solo una continuo a sentire saltuariamente. Molto saltuariamente. Non parlerò di lei. Eravamo in quattro o cinque, con quattro o cinque blog e quattro commenti ciascuno che incitavano a perdere chili e a mandare giù pasticche di ****, lassativi, diuretici, tazze di té verde e caffé amaro, e tutto il resto della gente che commentava non capiva, spesso si arrabbiava, ancora più spesso premeva la X rossa in alto a destra e ci dimenticava e non voleva vedere.
Ci sentivamo forti, unite, ma in realtà eravamo fragili pronte a morire. Siamo state cattive, siamo state cattive come e più di tutte le blogger malate di anoressia e bulimia che troviamo in rete adesso e sono, dio mio, centinaia, forse migliaia, solo in italiano.
Io per prima ho infierito e preso in giro persone estranee che mi parevano ottimi capri espiatori per la mia aggressività di affamata beffandomi di loro e insultandole e deridendole e beffando al contempo me stessa. Ho passato molti mesi a crocifiggermi per la colpa di aver iniziato un fenomeno in italia di cui mi vergogno molto ma che a questo punto penso sarebbe comunque sorto prima o poi. Insomma, se non fossi stata io, sarebbe stata qualcun’altra poco dopo. Il mio blog dandyna.splinder.com poi dandylicious.it sono stati blog bulimici/anoressici per tre anni, ho mandato a fanculo tanta gente per cocciutaggine, per sentirmi forte di muscoli pompati e dopati dalla malattia, ho postato foto di quando ho cominciato a vomitare, imparando al telefono un maledetto settembre da un’amica, sempre più magra, sempre più magra, vomitavo 30 volte al giorno, mangiavo e vomitavo, e di nuovo mangiavo e di nuovo vomitavo, ho abbandonato scuola, interessi, persone, i pochi amici che avevo, parenti, per passare la mia giornata davanti a foto e giornalini di cibo e ricette e ingurgitavo con gli occhi e con la bocca prima 20, poi 30 euro, poi 50 euro al giorno di cibo che finiva e finisce puntualmente nel gabinetto. A volte ce ne finiva molto, a volte poco.
Il balletto del vomito, la disperazione di non riuscire a vomitare, la disperazione di riuscire a vomitare. Perdonatemi se parlo confusamente. La percezione di me che passo la giornata a mangiare e a fare null’altro se non desiderare ancora cibo o provare disgusto verso il cibo e verso me stessa verso il mio essere intero prima ancora che verso il mio corpo è sempre molto annebbiata, e quasi irreale, adesso che ne scrivo senza dieci Kinder Brioss in bocca contemporaneamente.
Sono la stessa persona? Durante i molti anni di terapia psicologica che ho sperimentato e che quasi mai hanno portato a dei miglioramenti, mi sono spesso domandata se in me ci fosse qualche demone che si impossessava del mio controllo, della mia disciplina, del mio buon senso, tutte doti che io avrei in quantità stratosferica, e che incanalo tutte nella via sbagliata, quella della fuga dalla mia vita, dalle mie responsabilità, dai miei doveri, ma anche della mia felicità.
Non credo che le malattie dell’alimentazione siano associate a problemi di tipo schizoide e che quando siamo in preda delle crisi diventiamo altre persone, ma molto spesso c’è da tenere conto che anoressia bulimia e altri disturbi dell’alimentazione sono associati ad altri problemi psicologici quali il disturbo bipolare, la depressione grave, la personalità borderline, la fobia sociale, il perfezionismo patologico, l’ansia e i disturbi ossessivo compulsivi. Cose di cui io stessa probabilmente soffro, e di cui tutti noi esseri umani probabilmente soffriamo, solo che molti di noi non se ne lasciano sopraffare, ci convivono, nei limiti di una vita decente e serena, di una felicità a metà.
Vivo tuttora nella fase bulimica della mia malattia, ho ridotto in modo consistente le mie abbuffate e il vomito ma non posso dire di averli debellati. Soffro molto, l’unico esorcismo è lo scrivere, ecco perché capisco, non giustifico, ma capisco tante di quelle ragazze che per disperazione e non per moda, non per capriccio, cercano nella scrittura di un blog, insieme conforto, ma anche insulti, purché sia una voce. Purché ci sia da qualche parte qualcuno, tra mille persone indignate, qualcuno che invece gli dirà che prova la stessa cosa e sta cercando anche lei una soluzione facile al dolore della crescita mettendosi a dieta, raggiungendo un tot di chili e allora avranno trovato una fede in comune non importa quanto sbagliata. E’ persuasiva e dà risultati più immediati della fede in Dio.
Ora so bene che non è amicizia, e non è neanche conforto, ma come fare a spiegarlo a loro che ci sono pienamente dentro? Vi risponderanno che siete nel torto voi, brutti ciccioni obesi che credete che per vivere bisogna mangiare! Il mondo gira al rovescio, non esiste moralità né verità né fatti oggettivi. E’ per questo che è tanto difficile trattare con queste ragazze. Non puoi giudicarle. Ma non puoi nemmeno stare a guardare. Io stessa che ho comportamenti autodistruttivi verso me stessa non riesco a guardare un altra persona che non mangia.
Sto solo cercando di far prendere al mio blog una strada diversa, più leggera e per alcuni versi anche più profonda, una strada alternativa all’alternativa alla vita che è la bulimia. Posso solo sperare che queste ragazze col blog pro-ana o pro-mia col tempo si stufino come ho fatto io, prima che sia troppo tardi (e il tardi arriva presto), si stufino di parlare sempre della stessa cosa, che possano diventare nella loro vita ciò che davvero sono senza che alcun blog, alcuna pubblicità, alcuna Kate Moss, alcuna star di Hollywood possa mai intaccare il corso della loro vita. E anche io, che lo possa anche io.
Sto cambiando. Sto crescendo. Che un chilo in più non sia solo un chilo in più di grasso, ma che sia un chilo in più di Dandyna.

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50 Commenti

  1. Frenchman…un’affermazione forte? Ma stavamo parlando di anoressia e dell’autoindulgenza con cui ognuno di noi è propenso a trattare le proprie debolezze.
    La mia non era un’affermazione ma un esempio delle scusanti a cui si attaccano i fumatori per giustificare almeno in parte il loro vizio.
    Senza volerlo ho portato ad esempio un argomento che ha incuriosito? Bene, ci si stupisce, si chiede, ci si informa invece di fare della demenziale ironia sulle mie affermazioni che non volevano avere alcun valore scientifico ma solo esemplificativo.
    Se Leo così come Griso guardano il dito invece della luna, e si permettono anche di ridacchiare sul colore del mio smalto delle mie unghie, parlare di insicurezza è di molto riduttivo rispetto a quello che penso effettivamente di loro.

  2. Dandyna, spero che tu abbia risposto senza leggere quel che avevo scritto prima di te, perchè credo risponda alle tue precisazioni.
    Ripeto: un conto è ‘la roba’ di cui parla c.hiara, patologie diagnosticate, studi e alterazioni neurochimiche;
    un altro è dire che tutto nasce e continua dal bisogno di esser più magra per far danza o la velina.
    Non è una critica a quel che hai scritto e che ho apprezzato, semplicemente, apprezzerei ancora di più che venisse presentata in maniera più approfondita.
    Altrimenti, continua a restarti il dubbio che sia controproducente parlarne.

    Chiara, a quanto pare nessuno sa quale approccio è giusto ma tutti riconosciamo quello sbagliato.
    Hai ragione (ma adesso basta darsi ragione :) ), occorrerebbe approfondire, ma è uno dei casi in cui l’approfondimento ‘sul’ problema viene di solito per la necessità che nasce dal trovarsi ‘nel’ problema.
    Vorrei che altri approfondissero e spiegassero come si deve, vorrei, quando vedo una mia sorella o una mia amica a dieta prolungata, non pensare che sono sull’orlo del baratro e che devo fare qualcosa ma non so cosa.
    O forse no, forse davvero vorrei solo che ‘sta storia fosse solo una moda e non un brutto male, chè già ce n’è abbastanza da scansare…

  3. sapu, si avevo scritto prima di leggere la tua risposta a chiara. comunque è ovvio che parliamo esattamente della stessa cosa, ovvero di un disturbo neuropsichico-psicologico che di questi tempi non è raro che si attacchi a forme apparentemente frivole di vita(veline, danza,ecc)

  4. Sapu, prima di scandagliare quali siano i fattori genetici e scatenanti di simili malattie, tieni presente dell’età in cui si manifesta l’insorgenze delle medesime ovvero l’adolescenza che proprio per motivi biologici è in assoluto la più delicata per l’equilibrio psichico e mentale dell’individuo.
    Se le conseguenze dei traumi infatili si rifletteranno anche inconciamente sugli atteggiamenti dei futuri adulti, l’adolescenza è terreno fertile e incontaminato per ogni tipo di sfida e di lusinga che non appare mai troppo ardua o pericolosa per essere evitata.
    In sintesi, se tua sorella a quarant’anni e come me ti dice di essere sempre a dieta perchè vuol perdere un paio di chili, non è proprio il caso di preoccuparsi: probabilmente oggi mangia insalata e domani lasagne.

  5. Vis, sarò anche ‘demenziale’ ma se fumi l’unico colore di cui dovresti preoccuparti è quello delle tue lastre toraciche.
    Però continua a guardarti lo smalto, se preferisci. E a ridacchiare, se credi.

  6. Vis, qualche anno meno di 40, tipo la metà…
    Btw vorrei dire che non me ne curo, che la conosco, so che carattere ha, e che valori potrei azzardare.
    Dire che, in fondo, non c’è nulla di male se una cerca di stare in riga col cibo come con tutto il resto, modus in rebus.
    Devono essere le stesse parole che dicono quelli vicini ad una (potenziale o non) malata di questi mali…
    Dico: quanto ci vuole a dire che la volontà di dimagrire può essere un sintomo ma non è il male ?

    Griso, non è bello quel che scrivi.
    Un po’ come se uno ti dicesse “l’unica cosa di cui devi preoccuparti è di guardare bene prima di attraversare”, suona come una gufata…
    Se c’è nel fumo qualcosa di utile per combattere l’alzheimer (che può esser la nicotina o che so io), va bene la battuta a-la-cazzo, però forse non è tanto un elemento da deridere e scartare a priori…

  7. Moi, gufare? Mais non, sapu-cherie: chi si asfalta i polmoni si gufa da sé, più efficientemente di tutti i gufi di Hogwarts messi insieme.
    Ammesso e non concesso che nella nicotina ci sia qualcosa che pare, si dice, certi studi suggeriscono che potrebbe anche essere in un certo qual modo utile contro l’Alzheimer, è come se qualcuno dicesse: sì, vabbé, l’anoressia; però hai letto gli studi sui topi di laboratorio che campano più a lungo se li tieni a stecchetto?
    Oppure mi ricorda quel giovane medico austriaco, poi diventato piuttosto famoso, che nel 1884 scriveva alla morosa:
    “Se andrà bene, scriverò un lavoro sulla cocaina e prevedo che essa conquisterà in terapia un posto pari o anche superiore a quello della morfina. Ma ho anche altre speranze e intenzioni: ne prendo regolarmente piccolissime dosi contro la depressione e la cattiva digestione, con il più grande successo”.
    Ora, io sono perfettamente convinto che lo facesse digerire alla grande, però scusa tanto, io derido. E scarto: a posteriori.

  8. l’anoressia è una malattia. ospedalizziamola e trattiamo queste persone da malate. evitiamo però tutta questa fuffa di pietismo e sociologismi alla ricerca di cause e responsabilità.
    sei anoressica? ricovero in ospedale e finiamola qui, così magari si passa in qualche reparto a parlare con chi soffre per malattie che non sa nemmeno come si pronunciano e che non gli sono venute per qualche fregola esistenzial-psicologica, inconscia, indotta da questo mondo superficiale.

  9. chamberlain: l’anoressia è una malattia. “scoperta” nel 1873. la superficialità è negli occhi di chi guarda.

  10. Chamberlen, accidenti! Ma come mai non ci avevamo pensato prima? Ecco si chiudiamo tutte le anoressiche in un ospdeale così il problema è risolto anche se non sono convinta che la nostra legislazzione permetta il ricovero e l’alimentazione coatta di chi, pur con tutti i suoi disturbi, è ancora riconosciuto dalla legge in grado di intendere e di volere.
    Certo poi, mi chiedevo accidenti… ma dobbiamo curarle nel fisico e tenerle forzatamente attaccate ad una flebo per tutta la vita, oppure dobbiamo curargli l’animo e obbligarle ad una psicoterapia dalla quale, senza una volontà del paziente, non si può ottenere alcun beneficio?….. e se riprovassimo con l’elettrochoc? Qualche decennio fa andava molto di moda, quando un “matto”, allora genericamente definito chiuque mostrasse atteggiamenti difformi dalla norma (la schizzofrenia, l’autosimo, la depressione e i disturbi neurologici erano considrate tutti forme di pazzia) dava fastidio, lo si sottoponeva ad un bell’elettrochoc che lo tenesse più tranquillo.

    Sapu, come si fa a stabilire se tuo figlio si fa una canna ogni tanto o se è un drogato? E come a stabilire se il tuo wiskey dopo cena è una piacevole abitudine o un sintomo del tuo alcolismo? E tuo cugino che gioca pocker, lo fa solo per divertirsi con gli amici oppure il gioco per è per lui un’ossessione?
    Ogni dipendenza e ossessione ha ovviamente una sua origine da un atteggiamento o un comportamento abituale, accorgersi che questa stia sconfinando in una patologia, dipende molto dalla sensibilità di chi gli sta intorno che poi magari non può fare niente per impedirlo ma questo è un altro discorso.

    Il Griso sei patetico. E non per l’integralismo salutistico di cui ti fai portavoce, né per la tua incapacità di comprendere che i tuoi interventi su questo post sono talmente fuori tema da lasciare seri dubbi sulle tue facoltà mentali, ma perchè ti ostini a mettere in dubbio la capacità della nicotina di prevenire l’alzheimer.
    Questa tua incapacità di renderti conto che nella vita esistono anche le vie di mezzo e le sfumature, è davvero irritante, suvvia torna a giocare con le costruzioni e non rompere più.

  11. nessuno può essere sottoposto ad un trattamento sanitario contro la sua volontà.
    l’anoressia è una malattia.
    per ospedalizzazione intendo semplicemente che se una ragazza è anoressica ha bisogno di una sola cosa: trattamenti medici e psicologici e di nient’altro.
    certamente non ha bisogno dell’indulgenza nell’occhio di chi guarda, quell’indulgenza per cui si spendono ore ed ore a discutere di società, responsabilità e alibi.

  12. non c’è indulgenza nel mio tentativo di fare chiarezza: sono la prima a interrogarmi sull’utilità di un certo tipo di discorsi, ma in questo momento, fino alla prossima moda, in questo momento nel quale vengono spese ore e ore a discutere, mi sembra giusto cercare, nel mio piccolo, di sfatare miti e fornire un’informazione quanto più possibile corretta a chi legge.

  13. Non scarterei affatto l’ipotesi “vai – in – africa – a – fare – volontariato – vedrai – che – ti – torna – la – fame”.

  14. io penso che i tentativi di “sociologizzare” l’anoressia facciano il gioco di tutto quel mondo “pro-ana” che la considera uno stile di vita alternativo, credo che solo riportandola alla sua condizione essenziale di “malattia” se ne possa ragionare senza rischiare di ingenerare meccanismi perversi.
    discutiamo degli aspetti clinici del problema che di modelle in televisione che vanno a raccontare che loro non hanno quel problema perché mangiano tutto ce ne sono state fin troppe.

  15. Vis, c’è qualcosa di patetico in questo thread, effettivamente. Tipo la tua pretesa di giudicare le facoltà mentali altrui dal fatto che vadano fuori tema: interessante; c’è qualche articolo che supporta la tua tesi?
    Ma soprattutto: fuori tema, tirando fuori i fumatori, chi c’è andato? Agli atti risulta l’autrice del seguente fondamentale contributo alla comprensione del fenomeno anoressia:
    “Lo sai per esempio che risulta che i fumatori si ammalano di Alzhaimer in percentuale molto inferiore ai non fumatori?”
    Che è, sei in astinenza da nicotina da un paio d’ore e già ti è calata la memoria?

  16. chamberlain, perdonami ma devo smentirti: io due anni fa sono stata sottoposta a un ospedalizazione psichiatrica obbligatoria, (il TSO) con tanto di ambulanza e polizia venute a casa a prendermi. nessuna firma né mia né dei miei genitori ha potuto fare niente contro la prognosi di incapacità di intendere e di volere dello psichiatra, che mi ha tenuta chiusa più di un mese. ti assicuro che è stata una delle esperienze più drammatiche della mia vita.

  17. Il Griso, hai estrapolato un mia affermazione dal contesto in cui era inserita il quale era asssolutamente in tema con l’argomento.
    Le labili speranze che nutrivo su una tua pur minima capacità di comprensione, svaniscono progressivamente ad ogni tuo intervento.
    A proposito, mi spieghi cosa c’entrano le molte virgole che hai usato nei tuoi interventi con l’argomento trattato nel post? non si parlava mi di punteggiatura!
    Ecco, ora se hai finito con le costruzioni vai a leggere Topolino sempre ammesso che tu riesca a capire il significato delle frasi inserite nei fumetti.

  18. Vis, la tua spocchietta, lungi dall’innervosirmi, mi sollazza.
    Il contesto della tua epocale e profonda affermazione è nel thread. Per comodità riporto il commento per intero, non sia mai che pecchi di omissione e ne tradisca la pregnanza:

    “Joe, io fumo da una vita, so che fa male e non riesco a smettere ma se mi chiedessero di parlare dei danni del fumo e di cosa psicologicamente rappresenta, credo che la mia “testimonianza” non sarebbe sminuita dal fatto che non ho mai smesso.
    E potrei anche raccontarti delle bugie che si raccontano e ci si raccontano per giustificare questo vizio. Lo sai per esempio che risulta che i fumatori si ammalano di Alzhaimer in percentuale molto inferiore ai non fumatori? E poi io non le fumo quasi mai fino in fondo e se oggi ho fumato di più domani fumerò meno e poi insomma dai con tutto lo smog che respiriamo le sigarette saranno il meno….
    Questo per dirti che anche io, come tutti nel loro piccolo e senza che il tabagismo (nonostante il nome) sia ancora riconosciuta una patologia medica, mi racconto e racconto un sacco di fregnacce.
    Un po’ di tolleranza per le debolezze altrui (e non uso volutamente malattie che altrimenti tocca parlare di pietà) non guasterebbe.
    Dandyna la ricerca della felicità comincia là dove termina la lotta per la sopravvivenza.”

    Ecco, io da questo Bignami delle Banalità ho estrapolato l’affermazione più assurda, che tu stessa definivi una delle fregnacce che (ci) si raccontano per giustificare il vizio del fumo.
    Se poi hai deciso di crederci, per spirito di contraddizione o perché Facci t’ha tirato fuori l’articolo, è un problema tuo.
    Se cerchi, troverai anche il saggio di Freud sulle virtù della cocaina, o l’articolo sulla drastica dieta che prolunga la vita ai topi di laboratorio, mica me lo sono inventato; ma mai mi sognerei di citarlo come ‘via di mezzo’ o ‘sfumatura’ rispetto all’anoressia.

  19. Facci, Vis, non voglio esorbitare dal Topic, ma in sostanza no: Smoking does not prevent Alzheimer’s, study concludes.

  20. Il Griso che la mia “spocchietta” ti sollazzi non lo metto in dubbio, quando mai ti ricapita di incontrare qualcuno che dedica tanta attenzione alle tue cazzate?
    Tra l’altro non è stato il Facci a supportare la mia affermazione con un link, ma Joe Tempesta e se per non veder vacillare il tuo integralismo ti fa piacere credere solo agli studi nei quali si dice quanto sia dannoso il fumo e non credere a quelli nei quali, senza niente togliere ai danni del fumo, si parla di alcuni caratteristiche benefiche della nicotina, il problema è tuo e non mio.
    Per quanto mi riguarda, in un epoca nella quale l’alcolismo miete più vittime del fumo che però è diventato all’improvviso l’unico vero nemico della società, tendo sicuramente più a credere alle percentuali fornite da uno studio che va contro corrente rispetto a tutto l’allarmismo che è stato sollevato intorno al fumo.
    Ciò detto, raccontarsi fregnacce per giustificare una propria debolezza (che purtroppo per te non è considerata ancora né una malattia, né una patologia, né un vizio in grado di sottrarre la capacità di ragionamento dei suoi consumatori) non significa raccontarsi necessariamente bugie o credere per comodità che gli asini volino, ma semplicemente ravvisare anche i lati positivi di un vizio come nel caso specifico quello del fumo.
    Che anche la cocaina abbia dei lati positivi, è ovvio, il bene e il male convivono molto più spesso di quanto tu sia in grado di capire e il problema è solo quello di mettere sul piatto della bilancia gli effetti benefici e quelli dannosi di ogni sostanza e trarre dal loro confronto del dovute conclusioni.
    Un piatto di lasagne di per se non è ne un bene ne un male, ma se mangi lasagne tutto il giorno o se le lasagne le mangi e poi vai a vomitarle, allora diventano una sostanza dannonissima in entrambe i casi per la salute.

  21. Leo: ora sei tu a dover fornire la fonte di codesta affermazione.
    Qui http://tinyurl.com/yxpfyu si dice esattamente il contrario:
    “Numerous epidemiological studies have reported a highly significant negative association between cigarette smoking and neurodegenerative disorders, especially in Parkinson’s disease (PD) and AD.”

    Poi puoi andare alla bibliografia e cercare gli articoli n. 51, 60, 9, 24, 69

  22. E io che ho anche pensato “mah, forse sono stato maleducato con lui”…e invece no! E’ proprio lui, il Griso, che è un inarrivabile cretino! Evviva!

  23. Stavo cercando di postare un URL, ma non ce l’ho fatta.
    Comunque ho aperto un altro post (uh, stavo per dire thread), così ce ne andiamo tutti. Qui sarebbe meglio lasciare spazio a chi vuol parlare di anoressia.

  24. Igi: mi dispiace non ti abbiamo messo in guardia. O meglio sì, ma la tua fiducia nell’umanità (di rete) era troppo solida per essere scalfita al primo colpo :)

  25. cazzo,ma perchè Altman è morto?(avrebbe ancora potuto insegnarci qualcosa sull’arte di non prenderci troppo sul serio prima di combinare guai grossi)

  26. Igi, tu neanche inarrivabile riesci ad essere, pensa che sfiga.
    Vis: “il bene e il male convivono molto più spesso di quanto tu sia in grado di capire”.
    Come t’avevo definita, un ‘Bignami delle Banalità’? Chiedo scusa.
    Al Bignami.
    Poi rimarrebbe da spiegare come nello spazio di qualche commento delle ‘fregnacce’ (parola tua) siano diventate ‘lati positivi’, ma l’universo ha tanti misteri, me ne farò una ragione.

  27. Perdono Dandyna, sono andato totalmente offtopic, me ne scuso con te e (a costo di trolleggiare) mi scuso anche per quell’idiota che ho citato e che pare sia diventato l’imbecille di questo piccolo spazio.

    Torno alle mie. Ciao!

  28. Non posso crederci!
    Avete censurato un mio commento.
    Mi sento come Giovanna D’Arco.
    (E dire che il mio commento aveva un basso contenuto di grassi.)

  29. Neri ti prego censurami ancor prima che risponda nuovamente a Il Griso!
    Fai di me ciò che hai fatto con Dania.

  30. Viscontessa, è un troll di minchia con spirito e cipiglio tremontiano, non credo esista nulla di peggio. Perciò (in coro): “Non dar da mangiare al troll…!”

    Diavolaccio, state sul tema, altrimenti davvero va tutto a puttane. La discussione (alla quale non voglio partecipare per non dire stupidaggini qualunquiste, non avendo nessuna esperienza diretta della questione) mi sembra piuttosto interessante, troll a parte.
    Saluti.

  31. Come al solito i commenti di Macchianera finiscono con il mordersi la coda. (Per non parlare della deriva pro/antifumo. Questo accanimento del Griso è piuttosto singolare. Che gli frega se la gente si fuma una sigaretta davanti al proprio pc? Si tenga i propri fantasmi chiusi nell’armadio, per piacere).

    Vorrei introdurre un altro argomento. Mi incuriosisce molto questa seconda era dell’anoressia rappresentata dall’ingresso in gioco di internet. In particolare mi interessa la nascita di questi gruppi, di queste community di anoressiche che si sostengono a vicenda. Essendo l’anoressia una malattia che si basa su un uso – distorto – della forza di volontà, avere un gruppo di sostegno – che funziona un po’ come un’anonima alcolisti al contrario – deve essere un grande incentivo. Per non parlare della componente narcisistica che è uno dei tratti fondamentali della patologia in questione. Quindi vorrei chiedere a Dandyna: è davvero cambiato qualcosa con internet? C’è una recrudescenza della malattia? Oppure è tutto uguale a prima?
    Senza voler demonizzare internet, sia chiaro. Adoro internet, in ogni caso.

  32. Tratto dal blog di Tittyna “Come diventare una scrittrice in 10 lezioni”

    Dovete essere state anoressiche. Non è fondamentale che sia vero, però aiuta molto. Avrete così materiale per il vostro primo libro e tutti capiranno che avete avuto grossi problemi esistenziali. Questo, per una scrittrice, è fondamentale. Una scrittrice degna di tal nome non può aver avuto un’infanzia banalmente serena, deve aver sofferto, o fatto soffrire, o comunque essersi rotolata nel fango.

    Avviso io gli editori ?

  33. dadevoti: tittyna ha scritto una stronzata. e se ora non viene qui a scusarsi in ginocchio la picchio. vero tittyna. vieni vieni :)

  34. qwerty, io non frequento più quei forum e blog. farlo mi ha fatto solo male. quindi si, secondo me sono pericolosi i siti pro anoressia su internet, specialmente per persone facilmente influenzabili. ma non c’è niente di interessante in questo… :'( solo di orribile. In questi casi mi verrebbe da dire che sono per la censura.

  35. dandyna: lo so, purtroppo il tso in certi casi è consentito ma con le mie parole non intendevo dire che bisogna prendere tutte le anoressiche e far loro un tso.
    quando parlavo di “ospedalizzazione” la intendevo in senso più ampio: l’ unico mio pensiero che accompagna il mio unico neurone è che se invece di tutto questo parlare dell’anoressia con modelle, stilisti, sociologi, psicologi da salotto se ne parlasse solo e semplicemente come una malattia, parlando di decorso clinico, sintomi, terapie, senza lasciare nemmeno un centimentro quadrato di spazio al resto, forse sarebbe un servizio migliore alla causa.

  36. Dandyna e Neri: siete peggio del Moige. :)
    E non avevo scritto nulla di anticlericale tipo “l’ostia contiene troppe calorie”.

  37. Ahah Dania, ma che avevi scritto di tanto scandaloso da farti censurare dal Neri??? Dal Neri!!! Ora son troppo curioso, parlane sul blog ti prego…

  38. chamberlain , su questo sono assolutamente d’accordo, invece di far dire ogni giorno due o tre battute dalla clerici alla prova del cuoco su come le ragazzine non dovrebbero ammalarsi perché “tanto agli uomini piacciono le curve…” (parole sue) (disgusto mio per la leggerezza con cui trattano l’argomento senza saperne una cippa, come se fosse una moda invece di una malattia)

  39. Dania, sarà stato sicuramente un errore del server anche a me succede ogni tanto di perdere il commento ma non credo che sia perché scrivo cazzate da censurare .(o forse si???). Comunque, che carino il mio nome accanto a quello del neri non siamo una bella coppia? riscrivilo dai ti preeeeeego :))

  40. Dove c’è una fanciulla che implora arrivo subito per realizzare i suoi desideri.

    Dandyna&Neri Neri&Dandyna Dandyna&Neri Neri&Dandyna Dandyna&Neri Neri&Dandyna Dandyna&Neri Neri&Dandyna.

    Non eccedo oltre perchè sono discreto :)

  41. E` davvero pazzesco. Se anche su un sito come questo, frequentato per lo piu` da gente che “sembra” usare il cervello, davanti ad un problema serio, il livello rimane molto basso.. bhe, e` da li che giungono tutti i nostri problemi. Ovunque sia questo li..

    Comunque, come per altre “patologie (che brutta parola) simili per problematiche” che il nostro sistema sanitario fatica a gestire (e.g. alcolismo, tossicodipendeza), ci sono delle realta` esterne che cercano di aiutare chi ne ha bisogno. Per la mia piccola realta` trentina, ad esempio..

    http://www.arcatrento.it/

    Il problema, come per droghe ed alcol, e` riconoscere che si e` davanti ad un problema. Di norma, purtroppo, quel momento e` sempre un po’ troppo tardi. Un’informazione corretta puo` “salvare” molte ragazze.

    saluti

    PS: ti hanno fatto un TSO? Cambia dottore!! Subito!

  42. una volta ti seguivo un po’. in quel periodo eri l’amante di un politico di spicco, distruggevi il macchinone dei tuoi andnando a trovare tuo cugino leonardo pieraccioni, poi restavi incinta e volevi chiudere il blog per fare spazio alla vita. cito così a memoria, eh, scusa le imprecisioni.
    è vero che la bulimia c’era già, e magari è la cosa più vera di te, ma con queste premesse un tuo articolo sui disturbi alimentari dà un po’ d’inquietudine, a prescindere.

    la citazione da Johhny Stecchino sulle banane era intenzionale?

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