«Non vedo l’ora che tutto finisca. Sono stato additato e sbattuto in prima pagina, senza alcun rispetto. Vorrei vedere loro, con una scrittrice razzista che ti invecchia tutto attorno»: una dichiarazione che rappresenta quasi il testamento del giovane tumore spirato l’altro ieri notte a Firenze.
Nel corso dell’ultima intervista, rilasciata poco meno di un mese fa, il cancro alle vie respiratorie più celebre del globo si è evidentemente ormai rassegnato, e si lascia andare all’amarezza: «Sono stufo che le persone, i giornalisti, abbiano persino paura di pronunciare il mio nome: mi chiamano “male incurabile” senza alcuna cognizione di causa, perché invece sono curabilissimo. Nelle donne, specialmente, il mio tasso di mortalità è pari al 70%, il che significa che la vecchia aveva un 30% di possibilità di non stirare le zampette».
Il rapporto tra i due non è mai stato facile, al punto che la scrittrice, nel corso di una delle sue rare interviste, lo chiamò in causa esclamando: «Ti fumo in faccia, stronzo».
«Capito? Lo diceva tranquillamente, così, senza alcuna remora – dichiara il cancro con toni accesi –: voi non avete nemmeno idea di quanto fumo passivo sono stato costretto a respirare».
Eppure, una quindicina di anni fa, il complesso e combattuto rapporto tra i due sembrava essersi risolto. Corre infatti l’anno 1992 quando allo uno spaventato tumore viene comunicato che gli è stata asportata per intero Oriana Fallaci. «Sono grato all’equipe di medici che, quel giorno, mi ha restituito la speranza – ebbe a dichiarare ai tempi il tumore –: non so quanto sarei riuscito a tirare avanti se non si fossero accorti che era più maligna di me».
Poi, improvvisa e inesorabile, la ricaduta: nuove analisi confermano che Oriana Fallaci è ancora lì, e continua a consumarlo giorno dopo giorno. Fino all’inevitabile epilogo, la scorsa notte.
Giovane tumore fiorentino muore di Oriana Fallaci
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Non avete capito niente, ragazzi, il pezzo è una satira sulle reazioni di quelli che odiavano la Fallaci, tipo la vecchia barzelletta sul bambino salvato allo zoo che diventava cibo strappato agli africani. Bravo Neri, leggo anche una sapiente e cosciente auto-ironia in questo post.
No?
L’aspetto più negativo, nello scrivere un post del genere, è sorbirsi la valanga dei commenti: forse, Facci docet, era meglio chiuderli…
Per il resto anche a me piace credere che abbia ragione quello che diceva che Fallaci avrebbe apprezzato più queste parole che non quelle dei mieli, dei riotta (e di tutti gli altri grandi giornalisti da scrivania) o di quegli altri che han cominciato a leggerla solo dopo l’ 11/09: perchè era così, una che in vita andava a cercarlo lo sputo in faccia, in morte avrebbe forse scritto sulla lapide “cazzo guardi” come il nonno di Luttazzi.
Tutto il resto son solo le fisime di chi scrive qui, sul rapporto con la morte (e la vita): chi le fa riverenza e chi ‘le fuma in faccia’.
E, ah sì certo, la satira…
… Fallaci: mi limito a dire, come spesso capita, cognomen omen. Forse non aveva sempre ragione, l’Oriana… checché ne pensasse lei.;o)))
Quanto all’uso della satira, a me l’intento del pezzo è piaciuto, eccome. Molto più di certe compassioni e moralismi pelosi. Qui non si tratta della pietà per i morti, ma di restituire, paradossalmente, umanità a un personaggio sfrondandola da un ego ipertrofico, davvero insopportabile. Rendendole quel senso del ridicolo che aveva irrimediabilmente perduto. E forse non aveva mai avuto, dopotutto, mentre avrebbe fatto meglio ad avere. A prescindere. Ed è un omaggio non da poco, direi.
Ma lascio parlare chi la conosceva di persona…
Dal Gazzettino del 16/9:
(Massimo Fini, ex collega e suo allievo. Bel corsivo che vi consiglio di leggere integralmente)
“(…)Filava allora con Alessandro Panagulis, l’eroe della resistenza greca ai colonnelli. Lui le mollava dei gran ceffoni (che era l’unico modo per trattar l’Oriana) e lei si metteva cheta. Appagata sentimentalmente – benché Panagulis, gran bevitore e tombeur de femmes, avesse anche altre donne – era diventata più umana. Ero il più giovane della compagnia e lei si prese di simpatia per me. Una piccola casa editrice scolastica, La Sorgente, le aveva chiesto un’autobiografia per gli studenti delle medie, lei non aveva tempo e mi propose di farla io. Accettai con entusiasmo, l’idea di stare a stretto contatto con un mito del giornalismo italiano e internazionale mi attirava moltissimo ed effettivamente le conversazioni con Oriana erano un fuoco di artificio di urli, di berci ma anche di straordinari aneddoti, di storie, di ricordi, di intuizioni, una scuola di giornalismo dal vivo. Dai suoi racconti, di lei che giovanissima, quattordicenne, minuta, più bambina ancora della sua età, spinge d’inverno sui pedali di una pesante bicicletta su per i colli gelidi di Firenze, a far il giro di ospedali e questure, veniva fuori un giornalismo d’antan, eroico, già allora fuori dal tempo. Mi disse: «Con questo libro tu devi fare un panegirico del nostro mestiere, del giornalista, di questo personaggio straordinario che va in Paesi di cui non conosce la lingua, non conosce la geografia, non conosce la storia, non conosce nulla e torna indietro con un grande racconto col quale, d’intuito, ha penetrato lingua, storia e umanità»”. (…)
“Scriveva le sue famose, interminabili interviste, raccolte al registratore, in due giorni e due notti di seguito, senza dormire, poi si buttava: disfatta, sul letto. Al giornalismo ha sacrificato molto, a cominciare dalla sua vita privata. I nostri colloqui si svolgevano a Milano, ma anche nelle sue case di Greve in Chianti e di Firenze. A quell’epoca la Fallaci non amava affatto gli americani e aveva l’ossessione della Cia. Passeggiando per Firenze bisognava nascondersi ad ogni passo, dietro una colonna, una statua, in un portone. Eravamo sempre seguiti, a sentir lei, da agenti dello spionaggio americano. Fra me sorridevo di quella megalomania, che mi pareva fanciullesca e sostanzialmente innocua (ma il tempo avrebbe dimostrato che così non era) e le tenevo bordone”. (…)
“La morte di Panagulis, che ubriaco andò a schiantarsi di notte con la macchina, fu per Oriana un bruttissimo colpo. Umanamente e professionalmente. Alekos le dava quell’equilibrio di cui un personaggio come lei aveva particolarmente bisogno. Scomparso Panagulis, il suo narcisismo patologico, la sua autoreferenzialità, l’ipertrofia del suo io non ebbero più argini. «Si mise a fare la vedova dell’eroe morto ammazzato e, nel mestiere, perse ogni senso del limite. Si mise anche a scrivere romanzi, equivocando su un consiglio di Curzio Malaparte che aveva preso a benvolere quella ragazzina, timida e insieme sbarazzina e impertinente, intuendone il grande talento: “Orianina” le aveva detto a un certo punto della carriera un giornalista deve cominciare a scrivere libri, così aumenta il suo prestigio». Ma Malaparte intendeva saggi o reportage appena un po’ più forzati degli articoli destinati a un giornale, come aveva fatto lui con La pelle e Kaputt. La Fallaci si mise invece in testa di fare il romanzo per il quale, come del resto quasi tutti i giornalisti, è assolutamente tagliata. La sua enfasi, la sua retorica, le sue tinte forti vanno bene sulla distanza di un articolo ma trascinate per cinquecento pagine diventano stucchevoli, intollerabili. Il romanzo vuole le sfumature l’accennato, il non detto e la Fallaci non conosce questa misura. Ha, semmai, il coraggio dell’esplicito, che ne è l’esatto opposto. Un uomo è stato un successo ma Insciallà ha lasciato trecentomila copie in magazzino. La Fallaci è grandissima in superficie, ma non è profonda. Lei stessa mi ha confessato di detestare gli autori tedeschi, Goethe in testa (N.d.Anv.: ma come si fa?) mentre amava molto la fantascienza colta di Ray Bradbury, e non credo sia un caso. rofessionalmente parlando è un gigantesco utero estroflesso che coglie ogni dettaglio della realtà, ma non la scava. Del resto, se si va a ben guardare, la Fallaci migliore è quella che faceva i ritratti dei personaggi dello spettacolo e del mondo letterario (Mastroianni, la Magnani e lo stesso Malaparte di cui scrisse, in Morte, il migliore “coccodrillo” e sul tema si erano (esercitate le più importanti firme del tempo). Mi ricordo, a memoria, la formidabile chiusa di un’intervista ad Anna Magnani. Si fa chiedere da Anna: «E allora cosa pensa di me, signora Fallaci ?». E risponde. «Penso che lei è un grand’uomo, signora Magnani». La Fallaci che comincia a trafficare con la Storia è molto meno convincente. Se si va a rileggerle quasi tutte le interviste risultano sbagliate, sconfessate da ciò che è successo dopo. In Vietnam prese partito contro gli americani e, nel clima di retorica anti-yankees di quegli anni, si costrui la sua fortuna. Poi si è pentita, ma intanto quei pezzi fuorvianti, acritici, scioccamente schierati e ideologici, li ha scritti. La Fallaci delle ultime interviste, quelle a Gheddafi e a Khomeini, che sono dei primi anni Ottanta, ha già rotto tutte le acque. Non sono più interviste. La protagonista è lei nella parte di Oriana Fallaci che interpreta se stessa, dipingendo personaggi modellati sulla sua fantasia e sulla sua faziosità e quindi inesistenti. Alla fine si sa tutto dell’Oriana, ma poco o nulla degli intervistati. (…)Perché il giornalismo è questo, vuole anche umiltà.
L’ultimissima Fallaci , quella de la rabbia e l’orgoglio e successivi è imbarazzante. Si preferirebbe non doverne parlare. È una sequela di invettive, di anatomi di “ipso (ipso?) dixit” privi di ragionamento. La rabbia non è un argomento. In questi scritti Oriana si erge, scultorea e invitta, come l’unico, vero baluardo dell’Occidente. Un’autocelebrazione penosa, senile, quasi comica (N.d.A: vero!) se non fosse il segnale della dissoluzione di una personalità. Dell’antica Fallaci sono rimaste solo la prepotenza, la faziosità, forse l’intuitaccio per ciò che fa scandalo e piace alla gente, ma la cifra della grande giornalista, che sapeva coniugare magistralmente passione e ragione, pare perduta. Adesso lo è per sempre. Ma la sua morte, solitaria, dolorosa e dignitosa, come lei l’aveva sempre sognata e voluta, riportandoci all’insieme della sua straordinaria attività, ci restituisce anche la Fallaci migliore…”
«Oriana Fallaci non era uno stinco di santo – ricorda Fernanda Pivano, la scrittrice e saggista legata a Hemingway e alla beat generation – era “cattivella” ed forse è un po’ esagerato dire che lei abbia aperto la via alle giornaliste italiane. Lei la sua strada l’ha percorsa da sola. La conoscevo da quando aveva 18 anni, le piaceva raccontare storie, molto spesso inventandosele, e questo è diventato alla fine il suo grande merito, che le ha fatto sviluppare una grande fantasia di scrittrice più che di giornalista».
Intende dire che era più attenta al romanzo che alla cronaca veritiera?
«Come giornalista il suo modo di lavorare dava un po’ fastidio a chi faticava a cercare la verità, ma era certamente una che non aveva paura di andare sul posto, le piaceva andare nei posti pericolosi, essere al centro degli eventi, a vedere di persona, anche a rischio di ricevere una pallottola in corpo, come le è successo in una piazza del Messico».
Eravate due personalità molto diverse. Vi capitava di sentirvi?
«Ci sentivamo molto all’inizio della sua carriera, meno da quando aveva deciso di stabilirsi a New York allacciando un rapporto molto stretto con la mia migliore amica americana. Avevamo due visioni del mondo molto diverse, anzi decisamente opposte. Io sono per la pace, lei ha preso posizioni bellicose, ma non è possibile secondo me, con tutti questi ragazzi mandati in giro per il mondo a morire, essere oggi per la guerra».
L’ultimo “scontro” lo avete avuto a distanza, quando si parlava di una candidatura come senatrici a vita…
«Qualcuno aveva avuto questa idea, di farmi diventare senatrice a vita, che mi avrebbe fatto molto piacere, anche se non so cosa avrei potuto fare in mezzo a tutti quei personaggi importanti. Poi, dopo un po’ che se ne parlava, è cominciata una campagna stampa, con pubblicità, raccolte di firme, per nominare lei. Alla fine non hanno scelto nessuna di noi due».
Qual è il miglior ricordo che hai di lei?
«Ho un ricordo molto carino, quando a Milano andavamo dalla stessa sarta, Germana Maruccelli, e che misuravamo i vestiti in due cabine adiacenti. Nessuna delle due pensava al tenebroso destino che abbiamo avuto. Lei aveva uno zio amministratore della Rizzoli che le è stato di grande aiuto all’inizio e l’altro grande aiuto che ha avuto sempre è stato il suo talento e soprattutto la sua immaginazione. Speriamo che il tempo cancelli qualsiasi ombra ed esalti il suo indubitabile talento».
Per me sei un grande!
Quando muore chiunque, tutti ne tessono le lodi, eppure, le cazzate sparate in vita non debbono per forza diventare “sante parole” in morte.
Per me il tumore le aveva dato al cervello, ed è il commento più buonista che mi viene in mente.
Constato con piacere che la tua dose di schiaffi te la stai prendendo pure oggi, Gianluca.
Ne sono lieta.
questo sì che è fomentare l’odio ragazzi! complimenti ai pacifisti, non violenti, ai marciatori per la pace!
io ho sempre sbagliato pensando che la satira dovrebbe colpire i potenti, invece che i morti….
gioire e ironizzare sulla morte di qualcuno…..vergogna.
Bella lettura, Anvedi.
P.S. ma non avevi detto che Massimo Fini non lo sopporti? :P
NERI FAI SCHIFO. Neanche su Indymedia si puo’ leggere un commento cosi’ intriso di cattiveria e bassezza. Si’ puo essere non esprimere cordoglio, si puo’ esprimere disapprovazione di fronte ad una morta, perche’ no, si puo’ disapprovare il buonismo da funerale, si puo’ addirittura criticare la Fallaci in questo momento, ma aprofittare della morte per elogiare il tumore che la colpita con un sarcasmo tanto facile quanto imbecille e privo di qualsiasi umanita’ e’…degno di una bestia.
la Fallaci è ancora tra noi..
solo che ora si fa chiamare Benedetto XVI..
Spad plagiatore!
Mi hai copiato la battuta dal post di venerdì :-)
Vuoi dividere anche un po’ degli insulti disgustosamente politically correct che mi sono giunti?
Un po’ di silenzio in onore del povero tumore. Ammettiamo almeno il suo grande coraggio!
Ma non ti rendi conto di quello che sta succedendo nel mondo solo perchè il Papa ha fatto un’analisi filosofica complessa in cui ha osato citare l’Islam? Per cui invece che prendertela con persone sicuramente più acute, più colte e coraggiose di te come la Fallaci, perchè non inizi a fare analisi un pò più serie e non pensi a quando tua figlia dovrà portare il burka altrimenti ti fanno esplodere la casa?
A me sembri una grande merda, Neri. E penso che il vero tumore sia la gente come te.
(E dico questo per non augurarti cose di cui poi mi pentirei)
Ma son punti di vista eh.
Il cretino di sinistra
Blogga e delira qui.
…
Muori, figlio di puttana terrorista
Spero morirai anche tu di tumore. Tu, i tuoi figli e tutta la tua famiglia.
si vede che non sai che cos’è un tumore. non dico altro.
effettivamente l’ho letto ora….hai scritto un bellissimo articolo….
L’unica cosa…non mi sembra giusto parlare così di tumori,forse non sai cosa vuol dire portarlo dentro…
Bene, una scoreggiona in meno, grande Neri. L’ateacristiana, la liberaleconservatrice è andata. Se in un primo momento mi ha fatto piacere sapere che al mondo c’è una sputaveleni in meno, ora la sua dipartita non mi interessa più di tanto. La pochezza dimostrata da questo essere umano non meriterebbe più di 10 righe di commento, ma il fatto spiacevole è la risonanza mediatica goduta dalle ciance “da razzista del Bar Sport” di una donna tanto malata quanto supponente e in malafede.
Quanto ai tumori, tutti un giorno creperemo, chi nell’anonimato, chi sotto i riflettori, chi solo e chi attorniato dai cari, chi nel sonno e chi fra mille dolori. Capiterà quel che capiterà.
in tempi in cui il politicamente scorretto è di voga, mi turbano quelli che portano rispetto per una persona che fino a pochi giorni fa odiavano e la criticavano.
Persona che, a sua volta, se ne sbatterebbe le palle del politicamente corretto.
Quindi, dando a Cesare quel che è di Cesare, io affermo che questa tizia non l’ho mai sopportata a causa della sua rabbia, e della sua morte non mi dispiace.
la cosa più divertente e meno ipocrita che ho letto sulla morte della Fallaci, guarda mi fa pure riconsiderare l’opinione che avevo su di te, se la cosa interessasse qualcuno.
Mah. Non sono un estimatore della Fallaci, eppure raramente ho letto post così brutti…
Mi sembra che dietro questa “cosa” (non chiamiamola satira, dai) si nasconda lo stesso rancore, lo stesso identico spregio ideologico e umano che si vorrebbe condannare, e questo è piuttosto buffo.
Un post che, a mio modestissimo parere, ha la stessa sostanza ed efficacia di uno sputo contro vento.
E questo sì, un po’ mi fa ridere.
letto e riletto varie volte, in giorni diversi, e continuo a non capire..
poi oggi guardo meglio, e scorgo l’unica cosa vera e degna, vedo lo sguardo di oriana, e capisco.
caro Neri, quando avrai scritto qualcosa di simile a quello che ha scritto la Fallaci faccelo sapere.
Oriana Fallaci
Ora che è morta, tutti a fargli il ricamo sui blog. “Certo, ho detto che era stronza, ma era una voce fuori dal coro, una insomma che aveva le sue ragioni, sbagliate, ma ragioni, una che in passato, una che ha vissuto intensamente, e…”…
Questo post è vergognoso. Chi l’ha scritto non ha rispetto per la vita.
Neri tu sei il cancro di Internet.
Ciao, Murmur!;o) E’vero, Fini lo trovo nella maggior parte dei casi insopportabile, perché troppo incline a farsi deliberatamente “scomodo”, a ricercare l’antipatia del lettore con un vezzo che non esiterei a definire ancor più narcisista e irritante dell’Oriana, e che spesso finisce -ahilui – con l’oscurararne le qualità giornalistiche tout-court, facendolo approdare su posizioni alquanto sgangherate. Ma questo è decisamente uno dei suoi migliori pezzi recenti. Onore delle armi: quanno ce vvo’, ce vvo’.;o)))
Ho già incaricato i miei legali di agire in tutte le sedi nei confronti del dott. Neri che ha pubblicato questa mia intervista non autorizzata. Inoltre si tratta di un necrologio totalmente fuori luogo perchè, io, godo di ottima salute. Su un punto, però, concordo: era insopportabile continuare ad essere ospitato da una scrittrice razzista. A questo riguardo ringrazio il Dott. Neri per avermi fatto conoscere tanti amici che hanno tifato per me e con alcuni dei quali, spero, avrò il piacere di instaurare un bel rapporto di convivenza.
Su Macchianera, si inneggia alla Fallaci come tumore, o al tumore come Fallaci, insomma si fa satira(?) di pessimo gusto su una persona morta. Gianluca Neri è simpatico quando parla di Jack Bauer & co., ma queste sparate da stronzo potrebbe risparmiarle a noi e alla sua presunta dignità. peggio di lui vi è solo il coro di «ben detto, Gianluca», la peggior espressione di frustro-centrosinistroidi falliti che la rete conosca. Su Indymedia sono fuori di testa, siamo d’accordo, ma almeno gli si riconosce la passione di lottare per il loro ideale di seconda mano. Su Macchianera no, i frequentanti puzzano di vecchio e di acido, come i cani che abbiano perché hanno definitivamente perso la loro occasione di mordere. Triste.
ben detto, Gianluca!
(no, così, al momento mi sembrava una buona idea..)
sei simpatico come una merda (senza offesa per certe merde). Comunque non c’è problema, la memoria di Oriana vivrà per parecchi decenni, la stronzate che scrivi tu non dureranno niente (per fortuna). Il buon gusto di non infangare la memoria di avversari morti probabilmente non appartiene alla tua cultura.
Mi ha fatto abbastanza schifo la solidarietà postuma di colleghi e politici, soprattutto i loro “distinguo”. Trovo invece allucinante lo scritto che ha ispirato così tanti commenti. Non è satira cazzo! Immagino quante lacrime verranno versate per Rossana Rossanda, fedele alla linea contro ogni evidenza.
Scommetto che molti dei cani rognosi che hanno gentilmente fatto la parte degli zerbini di gn, zerbini senza i quali lo spettacolo non avrebbe funzionato, sono fior fiore di pacifisti, indignati perenni per tutto ciò che succede fuori dal loro porcile. Gentaglia che tramanderà ai propri nipoti la caserma bolzaneto, ma incapace, causa il cuore di un porco ed il cervello di una vongola, di un minimo di pietà e di capire la finzione.
gn vi ha solo usato per il suo spettacolo, il suo esperimento. Ora sarà con qualche amico a raccontare la sua “provocazione”. E di quante bestiacce puzzolenti hanno partecipato; e quante di questi animali siano nella vita normale ragazzine perbene o attempati e stimati professionisti e che Lui, cazzo, ha saputo far uscire il peggio di loro.
Ma alla fine ha solo dimostrato che non solo i topi, ma anche i serpenti sono ottime bestie da cavia.
E non c’è nulla da fare: potete studiare quanto volete, fare i fichi quanto volete, scrivere tutti i post che volete, ma i topi vivono nelle fogne, i serpenti strisciano subdoli ed i maiali diventano mortadelle.
Sentitamente.
non lascio il commento perchè ce ne sono già tanti e non te lo leggi. però bello.
Povero Gianluca.Hai provato a guarire pipando di più (o…almeno un po’)?
Siccome sono razzista, ateo, stronzo e cattivo, in più vorrei essere apolide perché questi italiani buoni, cattolici, accoglienti, mi fanno schifo: onore a Oriana Fallaci!!!!!!
Siccome sono razzista, ateo, stronzo e cattivo, in più vorrei essere apolide perché questi italiani buoni, cattolici, accoglienti, mi fanno schifo: onore a Oriana Fallaci!!!!!!
mi spiace che sia morta ma non mi ricredo su dile solo per questo.. in quanto a razzismolei ne ha fatto troppo.. e il disprezzo che la gente prova per lei se lo è cercato.. bel post, bel blog..
Mi stupisce notare come l’ignoranza si associa all’incoerenza. Proprio voi che sputate sangue (giustamente a mio parere) contro il nazismo, ora sputate sulla morte di chi esattamente come voi urlava l’odio per il nazismo moderno. Proprio non capisco come potete proclamare sbagliato sterminare gli ebrei quando vi affacendate tanto a difendere i diritti di chi vuol sterminare l’intero mondo cristiano.
Gianluca…che hai scritto un’emerita stronzata si può dire? E la mia non è satira, hai proprio scritto una grande stronzata.
la fallaci erauna gran troia
se quello che dici tu,gianluca,è un commento al quale nessuono obbietta,con la tua stessa freddezza ti dico CHE VENISSE A TE IL TUMORE PERCHè HAI DETTO QUALKOSA SULLA QUALE NON EROD’ACCORDO.MUORIPERò.NON MI FATE UN’APPLAUSO???FINIAMOLA E CHE SIAMO GIOVANI,E VI ATTEGGIATE ANCORA cOME I FASCISTI???BAH…
cmq non ti auguro un bel niente,ci mancherebbe.
“vorrei vedere loro, con una scrittrice razzista che ti invecchia tutto attoro”
era capace di fare ironia la Fallaci scrivendo le ipotetiche parole del suo “male incurabile”
ho visto con i miei occhi, accanto al mio letto che c’è chi lotta per vivere e chi..se la fuma la vita!
come sempre, il “popolo della sinistra”,e dei falsi pacifisti, hanno la memoria corta e soprattutto a senso unico. Mi spiego, fino a quando la Signora FALLACI nei lustri passati declamava le sue gesta nella “resistenza”,quando attaccava le scelte americane, tutto andava bene, quando poi da persona coerente, e attenta al cambiamento della società e al mondo che viviamo,con il coraggio e le “palle” che non Le sono mai mancate, ha espresso la Sua FONDATA opinione su UNA PARTE dell’Islam, è stata attaccata da un branco di iene senza testa.
Vorrei dire solamente al popolo della sinistra, che si crede portatore di una libertà certa, di leggere la Storia, e di pesare sul piatto i milioni di morti che hanno prodotto le DITTATURE COMUNISTE.
Io non ho letto nulla di suo, non mi interessano particolarmente certi argomenti.
Probabilmente era divenata un po’ razzista e fumava certamente troppo.
Però, secondo me, lei da sola aveva più coglioni di tutti voi messi assieme.
Lei ha visto guerre e ha scritto libri mentre voi scrivete sui blog e giocate a fare i rivoluzionari al caldino delle vostre casucce borghesi, beandovi di un pensiero unico che neppure vi appartiene.
Poi, ripeto, quel che ha scritto importa poco, sicuramente era pieno di cazzate, come quello che scrivo io. Quel che importa è che della vostra opipinione, a lei gliene fregava meno di zero.
Si chiama libertà, una cosa che pochi sanno cosa significa.
Ah, tra l’altro io ho avuto un amico morto di tumore e non me la sentirei di scherzare sul dolore e sulla morte di nessuno, neanche di Hitler o di Saddam.
Ma tanto quel giorno prima o poi arriva per tutti e finalmente sarà il silenzio.
Non cercate lontano la causa delle guerre e dei mali del mondo… E’ così difficile da capire?
Poi eccezionali gli interventi di quelli che definivano razzista la Fallaci ed hanno uscite del tipo: “i cristiani”, “i cattolici”, bla bla come se i cristiani e i cattolici possedessero un pensiero unico e agissero tutti allo stesso modo.
Vi rendete conto di quanto siete stupidi (o peggio, ipocriti)?
E che dire dei frustrati che insultano su un blog perchè dal vivo se la farebbero addosso dalla paura…
Io veramente comincio a preferire i fascisti convinti, almeno quelli alla violenza non aggiungono anche l’ipocrisia.
Credete davvero che in certi vostri discorsi ci sia qualcosa di intelligente, qualcosa che valga la pena di essere letto?
Se avete meno di 16/18 anni è abbastanza normale, altrimenti è grave.
E’ uno spettacolo pietoso.
Ma il più stupido di tutti, il cretino supremo, il re dell’imbecillità, sono io, che perdo tempo qui invece di dormire.
non lo aveva alle vie respiratorie!
quello che hai tu, in testa, è danneggiato da “vuoto” che c’è dentro.
SEI SOLO UNA EMERITA TESTA DI MINCHIA…………con un tumore dentro.
Ancora peggio, sono quelli che ti leggono e fanno anche i complimenti: spazzatura
è morta una grande…una che preferiva non fare buonismi inutile falso una ke diceva le cose così come le vedeva e pensava.una donna con le p**** sotto.Una donna che si è fatta da sola ke ha vissuto il dolore …una donna ke ha capito ke l’italia non vale a un ca*** e ke gli italiani non esistono quasi più.
una grande donna ke non smetterò mai di stimare.