Mi fa incazzare e mi fa stare male.
Senza peli sulla lingua: l’idea dell'”esame di cittadinanza” (che poi bisogna mettersi d’accordo su come e chi lo condurrebbe) vi sembra ancora così peregrina?
I across to say hell.
Rocha
A me mette una profonda tristezza. 20 anni, in italia, in pieno occidente, terzo mllennio, e morire per aver voluto vivere come una ragazza qualunque e non come un animale da parto in sacco azzurro.
la cosa che fa più incazzare (dopo il delitto in sè) è che il capo della comunità pakistana di brescia si affretti a precisare che non c’entrano i dettemi dell’islam
certo, come no
pure io, che sono nessuno, conosco benissimo una (bella) ragazza pakistana, che abita non lontana da casa mia, che vive la stessa pretesa da parte del padre
il matrimonio combinato ecc
semplicemente, lei -plagiata, spaventata o chissà che- dice di trovare giusto tutto questo, che il padre sceglie nell’interesse delle figlie
non si consumerà una tragedia come per Hina, per la maggior remissività della mia conoscente, ma il punto di partenza è sempre lo stesso
un cazzo di religione che odia la donna e fa dell’ostinazione il suo punto fondante
e poi loro dicono che l’islam non c’entra
e se ne conosco una anche io di ragazza messe in questo modo, quante ce ne sono?
conosco il responabile dei servizi sociali della mia città, e mi dice che il contrasto spesso violento e sempre pesentissimo tra genitori musulmani rigidi e ottusi e figli, e soprattutto figlie, che vogliono più diritti e libertà è una situazione assolutamente tipica e una delle prime cause di intervento per tentare una conciliazione ad opera dei servizi sociali medesimi, che ovviamente possono poco
ma l’islam non c’entra
no, poverino, figuriamoci
alcune cose sono oggettivamente opinabili,al di là dei confini di culture eterogenee,perchè forse più legate a una moralità che trascende il socius. http://commentiamolo.blogspot.com/
Gia`,invece nella civile Italia avevamo l’articolo 587 del codice penale fino al 1981.
Gia`,invece nella civile e cristianissima Italia non si ammazzano sorelle perche` “hanno disonorato la famiglia”.
Piti, purtroppo la vedo come Antani. È una questione di tempo. Non cambia la mentalità di tutti in un colpo solo. Ci vuole almeno una generazione.
Le stesse identiche cose sono successe in Italia; e c’è voluto anche lì il passaggio generazionale.
Sì, ma non è con le tiritere alla “noi-eravamo-come-loro” o con le solite contrapposizioni del cazzo che si riflette serenamente sulla questione.
Esiste un problema-donna relativamente all’Islam?
Secondo me sì.
Quel problema viene superato quando gli islamici più oscurantisti, come probabilmente è il padre della ragazza morta, vengono in contatto con l’occidente?
Penso di no; anzi in alcuni casi la situazione peggiora.
Non è che la cosa derivi ANCHE dal fatto che stiamo parlando, con tutti i distinguo bla-bla, di una cultura in cui etica, religione e leggi sono tutt’uno?
A me sembra probabile.
E non è forse il caso di far passare il messaggio che queste cose, per la cultura occidentale, escluse terrificanti ricadute di cui ancora ci ricordiamo, sono invece separate da secoli?
Il resto sono chiacchiere tra lettori di Libero e lettori del Manifesto.
Frasi fatte. Il passaggio generazionale non è servito a un cazzo in Inghilterra e in Francia, per esempio, anzi è stato micidiale. I coglioni che stavano per far saltare gli aerei erano praticamente inglesi, ormai benestanti e assolutamente integrati.
Perche` dire che l’infibulazione “e` islamica” mentre e` solo un retaggio tribale di alcune zone
africane e viene praticata anche da cristiani copti in Etiopia?
E inoltre: http://tinyurl.com/h49ne
E non e` forse il caso di non prenderci in giro,di definire 25 anni come “secoli”,di parlare di talebani quando anche noi ce li abbiamo in Vaticano?
In ogni caso lungi da me,ateo convinto,difendere l’Islam e le sue posizioni sulle donne.
Vedo alcuni commenti, come quello di PITI e Tommaso, che dimostrano una scarsa conoscenza del problema, si puo discuter sull’islam fino a quando si vuole, ma è inutile dare la colpa ad una religione di problemi che sono esclusivamente culturali.
Capisco che la semplificazione risparmia l’uitlizzo del cervello, ma nel caso specifico, la cultura dominante tra i pachistani è quella della divisione in caste, dei matrimoni combinati tra cugini di primo grado, tipicamente indù.
Forse non si capisce che i pachistani sono un popolo idù di religione musulmana , e nella loro società è predominante l’aspetto induista.
Quando fa comodo però i critici ipocriti ell’Islam evitano di tirare in ballo la religione, per esempio il milione di musulmani ammazzati dai cristiani in Rwanda non sono uno scontro tra religioni, anche se la locale chiesa cattolica ha collaborato attivamente al massacro.
Per favore prima di dire scemenze senza fondamento, informatevi un attimo.
Potreste anche scoprire che in Iran le donne in posizioni di potere in politica e nel’economia sono una percentuale maggiore dell’Italia, questo non ha niente a che fare con la democrazia, infinitamente maggiore in Italia, ma potrebbe scuotere le vostre granitiche certezza.
infatti le donne dell’arabia saudita se la passano alla grande
come del resto in nigeria
SI all’esame di cittadinanza. Ma poiché qua non si è razzisti, quanto piuttosto pessimisti, direi ANCHE un bell’esame di genitorialità per tutti, italiani compresi.
l’esame di cittadinanza vale come un test su un rotocalco
risulta quello che chi risponde desidera che risulti
cosa credete, che un pakistano che vuole la cittadinanza dica:” Sì, se mia figlia mostra l’ombelico, quanto è vero allah!”
volevo dire:” Sì, se mia figlia mostra l’ombelico la accoppo, quanto è vero allah!”
PITI, la Nigeria è un paese a maggioranza cristiana, nel caso non lo sapessi!
biani, come ti piace speculare….
>>Sì, ma non è con le tiritere alla “noi-eravamo-come-loro” o con le solite contrapposizioni del cazzo che si riflette serenamente sulla questione.
Esiste un problema-donna relativamente all’Islam?
Secondo me sì.<<
Commenti per piacere anche il link passato da Pietro?
C’è un problema generazionale eccome. C’è in Pakistan come in alcune parti della Sicilia.
La Sicilia è rimasta politicamente araba fino a pochi secoli, anzi relativamente pochi decenni fa. Culturalmente, invece, lo è ancora. Con tutte le cose belle e brutte che ciò comporta.
Prima di essere cattolici, musulmani, buddisti, si è uomini. Purtroppo a volte il substrato culturale determina l’individuo,attivo o passivo, e lo obnubila in una dimensione della razionalità che trascende il genere proiettandolo in una sfera dai confini oggettivamente predeterminati..sicchè molti si vedranno o li vedranno come cattolici,musulmani e buddisti. http://megaraugusta.blogspot.com/
In Pakistan e nell’India Settentrionale la posizione della donna è pesantemente subordinata, visto lo scarso apporto che la donna da in termini di sostentamento materiale delle comunità – famiglie.
In una prospettiva storica, la terra era secca ed arida e solo gli uomini potevano dare un apporto utile alla coltivazione dei campi. Avere una figlia femmina diventava paragonabile ad una sciagura, considerato il costo – dote per levarserla dalla palle quand’era in età da marito (necessario per compensare la bocca in più da sfamare per la famiglia del marito).
Tradizione culturale nota della zona erano (fino a pochissimo tempo fa) i FALO’ DELLA SPOSA: quando il marito moriva la sposa era caldamente invitata a suicidarsi sulla sua pira funeraria. Poteva rifiutarsi, ma i parenti del marito, con cui era costretta a vivere, le avrebbero reso la vita un inferno.
NB Questo non accadeva nell’India meridionale, dove i terreni umidi e le coltivazioni a base di riso rendevano l’apporto della donna al sostentamento della comunità molto più utile ed attivo.
E’ becero materialismo culturale, lo ammetto, ma suona così lineare…
Slowhand , non so se sai che gli arabi sono stati completamente scacciati dalla sicilia nel 1091 da parte dei Normanni,( popolazione di origine scandinava ) e non sono mai piu tornati.
Se poi si vogliono solo fare discorsi razzisti, che si facciano fino in fondo.
Per esempio, in base a una seria di studi, la zona in Italia con maggior affinità genetica con le popolazioni africane è il Veneto ( per un ovvio motivo, prima dell’invenzione della navigazione a vela il veneto era la porta dell’Italia per le migrazioni dall’africa, attraverso la Turchia, questo evidentemente rinforza l’opinione comune nel resto del Nord Italia che i Veneti siano i Meridionali del Nord.
Che ne dite?
Ne so molte altre se volete!
Aggiungiamo anche Felice maniero e la Mafia del Brenta, e il fatto che Padova sia stata la culla del’terrorismo in Italia ( Brigate Rosse )
e quel maestro di civiltà che si chiama Toni Negri ( Toni , guarda caso, nome tipico della zona ).
Più o meno quello che è capitato ad una mia conoscente di origine sudanese: perfettamente integrata (essendo arrivata qui da giovanissima) e occidentalizzata. Poi un bel giorno suo padre l’ha mandata in Sudan ed è tornata qualche mese dopo, completamente cambiata e con il chador.
Non sto qui però a criticare la religione islamica, anche perchè la maggior parte delle ragazze musulmane che conosco vivono relativamente libere qui in Italia (più di altre ragazze italiane), ma a criticare la stupidità e l’ignoranza di certe persone che fanno della religione un mezzo distorto.
Caro Pietro,
Hai postato dei link sulle fosse comuni in Bosnia e sui musulmani ammazzati dai cattolici in Rwanda. Bene. Che c’entrano? Qualcuno ha agitato un drappo rosso con scritto “MARTIRI CRISTIANI CONTRO SGOZZATORI ISLAMICI”? Questa non è un’arena, il drappo rosso lo hai visto solo tu, e forse sei vittima di un riflesso condizionato che ti fa saltare subito alle conclusioni su come la pensa l’interlocutore che hai di fronte.
Qui i dati oggettivi sono: A) Che una ragazza pakistana è stata uccisa B) Che è stata uccisa dai maschi della sua famiglia C) Che è stata uccisa perché aveva una relazione con un uomo e D) Quest’uomo non era quello a cui l’aveva promessa in sposa il padre.
Se poi vogliamo continuare a discutere di fatti reali, gli altri elementi sono che: A) Il padre e la famiglia sono musulmani e B) L’uomo con cui aveva una relazione no (potrebbe essere cattolico integralista, cattolico all’acqua di rose, buddista, jedi o scientologo; non lo sappiamo).
Scrivi anche che i pakistani sono inquadrati in caste secondo una cultura che è più indù che musulmana. Tralasciamo un attimo la saccenza con cui poni questo punto; ma sei sicuro che questo sia fondamentale? O magari è solo uno degli elementi in gioco? Ho l’impressione che se la ragazza fosse stata saudita (una “nazione” che come saprai sicuramente nasce dalla saldatura tra la “dinastia” dei Saud e le predicazioni wahabite) le cose non sarebbero andate in maniera molto diversa. E questo ci porta al successivo articolo del catalogo: una cultura in cui la religione (come nel caso dei sauditi) o le consuetudini (come il substrato a cui fa riferimento il padre della ragazza uccisa, se seguiamo la tua interpretazione dei fatti) fanno anche da fonte del diritto, è qualcosa che si può accordare con il diritto italiano, che è giunto fino a noi attraverso tutti i passaggi che certamente conoscerai? A mio avviso, no. Sto sostenendo che dobbiamo fare le retate e cacciare via tutti gli stranieri? Non mi sembra. Sto solo dicendo che con un’operazione culturale imponente va fatto passare il messaggio che in Italia le norme del vivere civile sono scritte, approvate da un parlamento eletto dal popolo, e svincolate (o almeno nella dialettica politica si cerca che lo siano) dall’etica, che viene lasciata al singolo cittadino laddove non confligge con le leggi. Ci siamo? Bene.
Per il link all’omicidio della ragazza messinese devo proprio ringraziarti, come direbbe un politicante di provincia. Il tizio che ha ammazzato la sorella proviene dal substrato mafioso-provinciale che, guardacaso, ha delle regole proprie, interne al gruppo, e che confliggono con quelle del vivere civile di cui sopra. Stiamo parlando della stessa cosa? Sì e no. No; perché da un lato abbiamo un padre pakistano e dall’altro un fratello siculo; sì, perché entrambi bla-bla-bla.
Sulla radicalizzazione degli emigrati di seconda e terza generazione, tipo quelli degli attentati di Londra, sarebbe interessante recuperare alcuni interventi dello scrittore e giornalista britannico Iain Sinclair, abitante di Whitechapel di vecchia data, in cui racconta come le gang giovanili costrette o attirate dallo spaccio di droga, una volta in carcere finiscano sistematicamente nelle mani del predicatore di turno.
Per finire, due note personali: la prima; effettivamente quello che hai fatto sul Veneto è proprio un bel discorso razzista. La seconda; ti rendi conto che appena qualcuno ha trattato argomenti sensibili in una prospettiva diversa dalla tua sei subito saltato alle conclusioni, pensando che fosse un leghista/cattolico integralista?
“Capisco che la semplificazione risparmia l’uitlizzo del cervello”; “Per favore prima di dire scemenze senza fondamento, informatevi un attimo”; “Ne so molte altre se volete!”: a rileggere queste frasi da maestrino col ditino alzato, non ti senti un po’ridicolo?
Sul punto specifico della cultura pachistana, posso dire di conoscere personalmente un certo numero di pachistani, di cui alcuni abbastanza giovani ( lavorano come meccanici per un impresa che ha in appalto le manutenzioni nella fabbrica in cui lavoro ), e le notizie che ho sulla loro cultura arrivano dai diretti interessati, per quello che so io nel caso specifico la religione è un fattore abbastanza secondario.
Ed è questo il punto, su cui sono completamente daccordo con te e che criticavo in alcuni interventi, vedere solo nell’Islam la fonte di tutti i pericoli per la nostra civiltà è certamente semplice e comodo, ma se veramente siamo in guerra come dice Bush, dobbiamo saper riconoscere quale è il vero nemico, che secondo me è sempre il fanatismo, non importa se del Musulmano, Cristiano, politico o etnico.
Il potere politico di una religione non è obbligatoriamente dannoso, la religione Cristiana è stata salvata dal fanatismo dal potere della Chiesa che ha imposto un interpretazione della Bibbia non ha lasciando spazio ai fanatici, infatti tutti i terroristi e i fondamentalisti cristiani ( come quelli che hanna fatto l’attentato di OklahomaCity ), e anche i Serbi, sono protestanti.
Sul razzismo: nessuno ha pensato che potrei essere Veneto? :-)))
Non ho mai pensato che tra le persone che scrivevano qui ci fossero, leghisti, so bene che con simili persone il dialogo su questi argomenti è impossibile e quindi è inutile ogni forma di discussione.
>>Slowhand, non so se sai che gli arabi sono stati completamente scacciati dalla sicilia nel 1091 da parte dei Normanni
(dici a me?) Appunto.
Affinità genetiche? Negli studi storici il filone deterministico è superato almeno dai tempi dello storicismo ottocentesco, sebbene rifaccia regolarmente capolino di tanto in tanto alla ribalta più della cronaca giornalistica che dell’attenzione della comunità scientifica. Con scarsi risultati. Sono sicuro che analizzando il cranio di Felice Maniero si farebbe la felicità di molti caporedattori indaffarati a riempire le terze pagine estive.
Infatti ho parlato di affinità culturali, che con i geni non c’entrano un tubo. E non mi verrai a dire che i normanni e poi gli angioini, gli svevi, gli aragonesi, la Spagna imperiale (dove gli arabi sono rimasti praticamente fino alla settimana scorsa, ammesso che se ne siano andati), i sabaudi, i francesi e gli inglesi si siano di volta in volta sostituiti alle influenze culturali preesistenti senza esserne minimamente influenzati. In storia le fasi sono tutt’altro che lineari e i tempi e le dinamiche non si misurano con il goniometro, infatti si parla (anche) di fenomeni di lungo periodo. La forza delle radici arabe della Sicilia è uno di questi, il che non ha ovviamente a che fare con discorsi razzisti, e volendo lo si intuiva anche dal mio commento precedente.
Esiste un problema delle donne in ogni cultura, anche nella nostra. Poche settimane fa è uscita dal coma la ragazza a cui il fratello aveva sparato per avere avuto un bambino fuori dal matrimonio. Italiana. Jennifer, morta con il suo bambino ancora in pancia, uccisa da un italiano che voleva disfarsi di un ingombro. Italiana. Aggiungete voi qui altri casi simili, basta pescare a caso da una qualsiasi settimana in cronaca nera.
Ora: esiste un problema codificato per le donne islamiche? Sì.
Esiste un problema codificato per le donne italiane? No.
Esiste un problema culturale nei confronti di tutte le donne? Sì.
Esistono uomini di ogni nazionalità e cultura che, pur vivendo in un paese che condanna l’omicidio per qualsiasi causa, uccidono comunque figlie e compagne? Sì.
Il padre di Hina vive in un paese che non consente l’omicidio per causa d’onore. Questo lui lo sapeva, e comunque l’ha uccisa.
Non è l’Islam, in questo caso: questo qui è un animale. Con alle spalle una cultura maschilista, sicuro. Uguale all’Italia.
Non si tratta di UN animale, ma di almeno tre componenti di sesso maschile appartenenti alla stessa famiglia: ovvero vari maschietti si sono messi con molta calma attorno a un tavolo per decidere di ammazzare una ragazza. Non so se abbiano messo al voto la decisione magari passata per maggioranza o unaminità, ma comunque è questo il motivo per cui la notizia desta più scalpore di un omicidio partorito da una unica mente (vedi il caso Jennifer)
>> Non è l’Islam, in questo caso: questo qui è un animale. Con alle spalle una cultura maschilista, sicuro. Uguale all’Italia.
Cara Giulia, mi sembra che con il tuo discorso stiamo tornando alla storia della trave nei nostri occhi e la pagliuzza in quello del prossimo. Però:
“15. Se le vostre donne avranno commesso azioni infami, portate contro di loro quattro testimoni dei vostri. E se essi testimonieranno, confinate quelle donne in una casa finché non sopraggiunga la morte o Allah apra loro una via d’uscita”.
O ancora: “34. Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande”.
Questi sono due versetti della sura IV del Corano, An-Nisâ’, sulle donne. Nota che la traduzione è di Roberto Hamza Piccardo, non di Vittorio Feltri.
Sono anche,a diversi livelli e con diverse interpretazioni (mi sembra che ci siano cinque scuole diverse; come sappiamo la giurisprudenza è interpretazione), tra le fonti principali del diritto islamico.
In molti Paesi islamici, tra cui il Pakistan, a seconda dell’interpretazione sono previste pene che vanno dal biasimo alla pena capitale.
E’come se una mattina Ruini si alzasse, e decidesse che il passo del Levitico in cui si dice che chi tocca una donna mestruata è immondo deve diventare una norma scritta della Repubblica Italiana.
Solo che quel passo del Levitico non è una legge; le sure del Corano (interpretate estensivamente o restrittivamente) invece sì.
Ecco, Tommaso, rifacciamo il discorso della pagliuzza e della trave, perché qui non si tratta di religione: si tratta di cultura e legge. Anche San Paolo Apostolo sosteneva (nelle sue lettere) che le donne sono in tutto e per tutto sottomesse agli uomini. La Chiesa Cattolica lo sostiene ancora, tanto più che i vertici della carriera ecclesiastica sono preclusi alle donne, relegate a un ruolo servile con tanto di enciclica a sostenere la loro vocazione alla maternità e alla cura della casa (De Mulieris Dignitate, uscita negli anni ’80).
Ora, noi NON siamo un paese cattolico, siamo un paese laico a maggioranza cattolica. Le nostre leggi prescindono dal libro: ed è qui che vivono il padre e i parenti di Hina. Con una comunità intorno, la nostra comunità.
Se è vero che la ragazza si è rivolta ai servizi sociali per denunciare gli abusi, come mai nessuno si è mosso per proteggerla? La nostra comunità e le nostre leggi non consentono quel genere di violenza. Eppure nessuno ha fatto nulla. La ragazza era maggiorenne, non c’era il problema della potestà. Il pericolo, che forse nemmeno lei percepiva chiaramente, è stato sottovalutato.
Non possiamo farci scudo del problema religioso per coprire un vuoto di attenzione della nostra comunità nei confronti dei suoi membri. QUESTO è il problema, non l’Islam o le migliaia di musulmani che vivono pacificamente nel nostro paese senza picchiare le figlie, obbligarle a matrimoni combinati o infilarle in un sacco.
Giulia cara,
>> qui non si tratta di religione: si tratta di cultura e legge.
No, a mio avviso qui si tratta di quando una religione forma cultura e legge, senza una separazione tra le tre cose.
>> Anche San Paolo Apostolo sosteneva (nelle sue lettere) che le donne sono in tutto e per tutto sottomesse agli uomini. La Chiesa Cattolica lo sostiene ancora, tanto più che i vertici della carriera ecclesiastica sono preclusi alle donne, relegate a un ruolo servile con tanto di enciclica a sostenere la loro vocazione alla maternità e alla cura della casa (De Mulieris Dignitate, uscita negli anni ‘80).
Infatti il diritto canonico non è una fonte del diritto della Repubblica Italiana e Ruini può berciare quanto vuole.
>>Se è vero che la ragazza si è rivolta ai servizi sociali per denunciare gli abusi, come mai nessuno si è mosso per proteggerla? La nostra comunità e le nostre leggi non consentono quel genere di violenza.
Le lesioni personali sono un reato punibile d’ufficio solo quando le ferite sono guaribili in più di 15 giorni; in caso contrario, la querela è lasciata alla vittima, e se questa la ritira gli inquirenti non possono fare più niente. Se non ho letto male, il caso di Hina era proprio questo. Dovremmo riformare queste norme? A mio avviso sì; basta chiedere a qualsiasi ragazza che sia stata tormentata da un ex invadente ai limiti della follia: anche se lui l’aspetta sotto casa e le telefona in continuazione fino a renderle la vita impossibile, non esiste una normativa contro gli “stalkers”, o comunque li vuoi chiamare, e sono molti, molti più di quanto si pensi. Ma queste sono norme che vengono applicate a CHIUNQUE, senza limiti d’età, sesso o razza. E’ una conquista della Rivoluzione Francese, se non erro. Proprio come la separazione tra norma dello stato, legge religiosa e regola etica.
>> Non possiamo farci scudo del problema religioso per coprire un vuoto di attenzione della nostra comunità nei confronti dei suoi membri. QUESTO è il problema, non l’Islam o le migliaia di musulmani che vivono pacificamente nel nostro paese senza picchiare le figlie, obbligarle a matrimoni combinati o infilarle in un sacco.
Qui non ci si sta facendo scudo di niente. I membri di una società sono tali nel momento in cui ne condividono le regole, accettate da tutti gli altri. Le migliaia di musulmani pacifici di cui parli tu lo fanno; altri, come il padre della ragazza uccisa, no. Ovviamente, a non condividere queste norme sono anche migliaia di non musulmani (vedi la ragazza messinese uccisa dal fratello). E’ colpa della comunità? O e colpa di chi non le condivide, e non facendolo cade nella barbarie?
Tommaso, un animale è un animale a prescindere dalla nazionalità. Chi ammazza la figlia, pachistano, italiano o americano, ammazza la figlia. Vogliamo pensare che solo gli islamici siano violenti e oppressivi nei confronti delle donne? Facciamolo. Non risolviamo niente.
L’errore più grosso che facciamo qui è continuare a considerare queste persone una comunità parallela.
Quanto al diritto canonico che non diventa legge e Ruini può berciare quanto vuole, vedi alla voce legge 40 sulla fecondazione artificiale e relativo referendum abrogativo. Poi ne riparliamo.
Cara Giulia,
Ruini ha detto la sua, in maniera invasiva, sulla legge 40. Alla fine le sue idee non sono passate. Il paragone tra questa situazione e quella del Corano come norma fa acqua da tutte le parti, e penso che tu lo sappia.
Che chi ammazza la figlia è un animale, mi sembra scontato. “Gli islamici sono violenti” è una frase da discorso dal barbiere che non ho mai detto, e già il fatto che debba discolparmi è paradossale; se vuoi sintetizzare così quello che ho scritto sopra,delle due l’una: o non ti andava di leggerlo, e lo capisco, perché è roba noiosa; oppure lo hai interpretato come andava a te.
In entrambi i casi, ora mi sono annoiato. Se vuoi continuare a discutere, possiamo farlo privatamente via mail.
Mi fa incazzare e mi fa stare male.
Senza peli sulla lingua: l’idea dell'”esame di cittadinanza” (che poi bisogna mettersi d’accordo su come e chi lo condurrebbe) vi sembra ancora così peregrina?
I across to say hell.
Rocha
A me mette una profonda tristezza. 20 anni, in italia, in pieno occidente, terzo mllennio, e morire per aver voluto vivere come una ragazza qualunque e non come un animale da parto in sacco azzurro.
la cosa che fa più incazzare (dopo il delitto in sè) è che il capo della comunità pakistana di brescia si affretti a precisare che non c’entrano i dettemi dell’islam
certo, come no
pure io, che sono nessuno, conosco benissimo una (bella) ragazza pakistana, che abita non lontana da casa mia, che vive la stessa pretesa da parte del padre
il matrimonio combinato ecc
semplicemente, lei -plagiata, spaventata o chissà che- dice di trovare giusto tutto questo, che il padre sceglie nell’interesse delle figlie
non si consumerà una tragedia come per Hina, per la maggior remissività della mia conoscente, ma il punto di partenza è sempre lo stesso
un cazzo di religione che odia la donna e fa dell’ostinazione il suo punto fondante
e poi loro dicono che l’islam non c’entra
e se ne conosco una anche io di ragazza messe in questo modo, quante ce ne sono?
conosco il responabile dei servizi sociali della mia città, e mi dice che il contrasto spesso violento e sempre pesentissimo tra genitori musulmani rigidi e ottusi e figli, e soprattutto figlie, che vogliono più diritti e libertà è una situazione assolutamente tipica e una delle prime cause di intervento per tentare una conciliazione ad opera dei servizi sociali medesimi, che ovviamente possono poco
ma l’islam non c’entra
no, poverino, figuriamoci
alcune cose sono oggettivamente opinabili,al di là dei confini di culture eterogenee,perchè forse più legate a una moralità che trascende il socius.
http://commentiamolo.blogspot.com/
Gia`,invece nella civile Italia avevamo l’articolo 587 del codice penale fino al 1981.
Gia`,invece nella civile e cristianissima Italia non si ammazzano sorelle perche` “hanno disonorato la famiglia”.
Certe cose le fanno solo i saraceni e i teroni,vero?
http://tinyurl.com/nsz4q
Vero.
Piti, purtroppo la vedo come Antani. È una questione di tempo. Non cambia la mentalità di tutti in un colpo solo. Ci vuole almeno una generazione.
Le stesse identiche cose sono successe in Italia; e c’è voluto anche lì il passaggio generazionale.
Sì, ma non è con le tiritere alla “noi-eravamo-come-loro” o con le solite contrapposizioni del cazzo che si riflette serenamente sulla questione.
Esiste un problema-donna relativamente all’Islam?
Secondo me sì.
Quel problema viene superato quando gli islamici più oscurantisti, come probabilmente è il padre della ragazza morta, vengono in contatto con l’occidente?
Penso di no; anzi in alcuni casi la situazione peggiora.
Non è che la cosa derivi ANCHE dal fatto che stiamo parlando, con tutti i distinguo bla-bla, di una cultura in cui etica, religione e leggi sono tutt’uno?
A me sembra probabile.
E non è forse il caso di far passare il messaggio che queste cose, per la cultura occidentale, escluse terrificanti ricadute di cui ancora ci ricordiamo, sono invece separate da secoli?
Il resto sono chiacchiere tra lettori di Libero e lettori del Manifesto.
Frasi fatte. Il passaggio generazionale non è servito a un cazzo in Inghilterra e in Francia, per esempio, anzi è stato micidiale. I coglioni che stavano per far saltare gli aerei erano praticamente inglesi, ormai benestanti e assolutamente integrati.
Perche` dire che l’infibulazione “e` islamica” mentre e` solo un retaggio tribale di alcune zone
africane e viene praticata anche da cristiani copti in Etiopia?
E inoltre:
http://tinyurl.com/h49ne
E non e` forse il caso di non prenderci in giro,di definire 25 anni come “secoli”,di parlare di talebani quando anche noi ce li abbiamo in Vaticano?
In ogni caso lungi da me,ateo convinto,difendere l’Islam e le sue posizioni sulle donne.
Vedo alcuni commenti, come quello di PITI e Tommaso, che dimostrano una scarsa conoscenza del problema, si puo discuter sull’islam fino a quando si vuole, ma è inutile dare la colpa ad una religione di problemi che sono esclusivamente culturali.
Capisco che la semplificazione risparmia l’uitlizzo del cervello, ma nel caso specifico, la cultura dominante tra i pachistani è quella della divisione in caste, dei matrimoni combinati tra cugini di primo grado, tipicamente indù.
Forse non si capisce che i pachistani sono un popolo idù di religione musulmana , e nella loro società è predominante l’aspetto induista.
Quando fa comodo però i critici ipocriti ell’Islam evitano di tirare in ballo la religione, per esempio il milione di musulmani ammazzati dai cristiani in Rwanda non sono uno scontro tra religioni, anche se la locale chiesa cattolica ha collaborato attivamente al massacro.
Per favore prima di dire scemenze senza fondamento, informatevi un attimo.
Potreste anche scoprire che in Iran le donne in posizioni di potere in politica e nel’economia sono una percentuale maggiore dell’Italia, questo non ha niente a che fare con la democrazia, infinitamente maggiore in Italia, ma potrebbe scuotere le vostre granitiche certezza.
infatti le donne dell’arabia saudita se la passano alla grande
come del resto in nigeria
SI all’esame di cittadinanza. Ma poiché qua non si è razzisti, quanto piuttosto pessimisti, direi ANCHE un bell’esame di genitorialità per tutti, italiani compresi.
l’esame di cittadinanza vale come un test su un rotocalco
risulta quello che chi risponde desidera che risulti
cosa credete, che un pakistano che vuole la cittadinanza dica:” Sì, se mia figlia mostra l’ombelico, quanto è vero allah!”
volevo dire:” Sì, se mia figlia mostra l’ombelico la accoppo, quanto è vero allah!”
Il fatto che il pachistano avrebbe ammazzato la figlia anche se non era musulmano non riesce proprio ad entrarvi in testa, siete proprio di coccio!
Leggete questa notizia, era musukmano anche lui?
http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/cronaca/messinastudentessa/morabito/morabito.html
PITI, la Nigeria è un paese a maggioranza cristiana, nel caso non lo sapessi!
biani, come ti piace speculare….
>>Sì, ma non è con le tiritere alla “noi-eravamo-come-loro” o con le solite contrapposizioni del cazzo che si riflette serenamente sulla questione.
Esiste un problema-donna relativamente all’Islam?
Secondo me sì.<<
Commenti per piacere anche il link passato da Pietro?
C’è un problema generazionale eccome. C’è in Pakistan come in alcune parti della Sicilia.
La Sicilia è rimasta politicamente araba fino a pochi secoli, anzi relativamente pochi decenni fa. Culturalmente, invece, lo è ancora. Con tutte le cose belle e brutte che ciò comporta.
Prima di essere cattolici, musulmani, buddisti, si è uomini. Purtroppo a volte il substrato culturale determina l’individuo,attivo o passivo, e lo obnubila in una dimensione della razionalità che trascende il genere proiettandolo in una sfera dai confini oggettivamente predeterminati..sicchè molti si vedranno o li vedranno come cattolici,musulmani e buddisti.
http://megaraugusta.blogspot.com/
In Pakistan e nell’India Settentrionale la posizione della donna è pesantemente subordinata, visto lo scarso apporto che la donna da in termini di sostentamento materiale delle comunità – famiglie.
In una prospettiva storica, la terra era secca ed arida e solo gli uomini potevano dare un apporto utile alla coltivazione dei campi. Avere una figlia femmina diventava paragonabile ad una sciagura, considerato il costo – dote per levarserla dalla palle quand’era in età da marito (necessario per compensare la bocca in più da sfamare per la famiglia del marito).
Tradizione culturale nota della zona erano (fino a pochissimo tempo fa) i FALO’ DELLA SPOSA: quando il marito moriva la sposa era caldamente invitata a suicidarsi sulla sua pira funeraria. Poteva rifiutarsi, ma i parenti del marito, con cui era costretta a vivere, le avrebbero reso la vita un inferno.
NB Questo non accadeva nell’India meridionale, dove i terreni umidi e le coltivazioni a base di riso rendevano l’apporto della donna al sostentamento della comunità molto più utile ed attivo.
E’ becero materialismo culturale, lo ammetto, ma suona così lineare…
Slowhand , non so se sai che gli arabi sono stati completamente scacciati dalla sicilia nel 1091 da parte dei Normanni,( popolazione di origine scandinava ) e non sono mai piu tornati.
Se poi si vogliono solo fare discorsi razzisti, che si facciano fino in fondo.
Per esempio, in base a una seria di studi, la zona in Italia con maggior affinità genetica con le popolazioni africane è il Veneto ( per un ovvio motivo, prima dell’invenzione della navigazione a vela il veneto era la porta dell’Italia per le migrazioni dall’africa, attraverso la Turchia, questo evidentemente rinforza l’opinione comune nel resto del Nord Italia che i Veneti siano i Meridionali del Nord.
Che ne dite?
Ne so molte altre se volete!
Aggiungiamo anche Felice maniero e la Mafia del Brenta, e il fatto che Padova sia stata la culla del’terrorismo in Italia ( Brigate Rosse )
e quel maestro di civiltà che si chiama Toni Negri ( Toni , guarda caso, nome tipico della zona ).
http://www.ansa.it/main/notizie/awnplus/topnews/news/2006-08-17_1176532.html
ecco a voi un altro esempio della superiorità morale dei cristiani nei confronti dei musulmani
Più o meno quello che è capitato ad una mia conoscente di origine sudanese: perfettamente integrata (essendo arrivata qui da giovanissima) e occidentalizzata. Poi un bel giorno suo padre l’ha mandata in Sudan ed è tornata qualche mese dopo, completamente cambiata e con il chador.
Non sto qui però a criticare la religione islamica, anche perchè la maggior parte delle ragazze musulmane che conosco vivono relativamente libere qui in Italia (più di altre ragazze italiane), ma a criticare la stupidità e l’ignoranza di certe persone che fanno della religione un mezzo distorto.
Caro Pietro,
Hai postato dei link sulle fosse comuni in Bosnia e sui musulmani ammazzati dai cattolici in Rwanda. Bene. Che c’entrano? Qualcuno ha agitato un drappo rosso con scritto “MARTIRI CRISTIANI CONTRO SGOZZATORI ISLAMICI”? Questa non è un’arena, il drappo rosso lo hai visto solo tu, e forse sei vittima di un riflesso condizionato che ti fa saltare subito alle conclusioni su come la pensa l’interlocutore che hai di fronte.
Qui i dati oggettivi sono: A) Che una ragazza pakistana è stata uccisa B) Che è stata uccisa dai maschi della sua famiglia C) Che è stata uccisa perché aveva una relazione con un uomo e D) Quest’uomo non era quello a cui l’aveva promessa in sposa il padre.
Se poi vogliamo continuare a discutere di fatti reali, gli altri elementi sono che: A) Il padre e la famiglia sono musulmani e B) L’uomo con cui aveva una relazione no (potrebbe essere cattolico integralista, cattolico all’acqua di rose, buddista, jedi o scientologo; non lo sappiamo).
Scrivi anche che i pakistani sono inquadrati in caste secondo una cultura che è più indù che musulmana. Tralasciamo un attimo la saccenza con cui poni questo punto; ma sei sicuro che questo sia fondamentale? O magari è solo uno degli elementi in gioco? Ho l’impressione che se la ragazza fosse stata saudita (una “nazione” che come saprai sicuramente nasce dalla saldatura tra la “dinastia” dei Saud e le predicazioni wahabite) le cose non sarebbero andate in maniera molto diversa. E questo ci porta al successivo articolo del catalogo: una cultura in cui la religione (come nel caso dei sauditi) o le consuetudini (come il substrato a cui fa riferimento il padre della ragazza uccisa, se seguiamo la tua interpretazione dei fatti) fanno anche da fonte del diritto, è qualcosa che si può accordare con il diritto italiano, che è giunto fino a noi attraverso tutti i passaggi che certamente conoscerai? A mio avviso, no. Sto sostenendo che dobbiamo fare le retate e cacciare via tutti gli stranieri? Non mi sembra. Sto solo dicendo che con un’operazione culturale imponente va fatto passare il messaggio che in Italia le norme del vivere civile sono scritte, approvate da un parlamento eletto dal popolo, e svincolate (o almeno nella dialettica politica si cerca che lo siano) dall’etica, che viene lasciata al singolo cittadino laddove non confligge con le leggi. Ci siamo? Bene.
Per il link all’omicidio della ragazza messinese devo proprio ringraziarti, come direbbe un politicante di provincia. Il tizio che ha ammazzato la sorella proviene dal substrato mafioso-provinciale che, guardacaso, ha delle regole proprie, interne al gruppo, e che confliggono con quelle del vivere civile di cui sopra. Stiamo parlando della stessa cosa? Sì e no. No; perché da un lato abbiamo un padre pakistano e dall’altro un fratello siculo; sì, perché entrambi bla-bla-bla.
Sulla radicalizzazione degli emigrati di seconda e terza generazione, tipo quelli degli attentati di Londra, sarebbe interessante recuperare alcuni interventi dello scrittore e giornalista britannico Iain Sinclair, abitante di Whitechapel di vecchia data, in cui racconta come le gang giovanili costrette o attirate dallo spaccio di droga, una volta in carcere finiscano sistematicamente nelle mani del predicatore di turno.
Per finire, due note personali: la prima; effettivamente quello che hai fatto sul Veneto è proprio un bel discorso razzista. La seconda; ti rendi conto che appena qualcuno ha trattato argomenti sensibili in una prospettiva diversa dalla tua sei subito saltato alle conclusioni, pensando che fosse un leghista/cattolico integralista?
“Capisco che la semplificazione risparmia l’uitlizzo del cervello”; “Per favore prima di dire scemenze senza fondamento, informatevi un attimo”; “Ne so molte altre se volete!”: a rileggere queste frasi da maestrino col ditino alzato, non ti senti un po’ridicolo?
Sul punto specifico della cultura pachistana, posso dire di conoscere personalmente un certo numero di pachistani, di cui alcuni abbastanza giovani ( lavorano come meccanici per un impresa che ha in appalto le manutenzioni nella fabbrica in cui lavoro ), e le notizie che ho sulla loro cultura arrivano dai diretti interessati, per quello che so io nel caso specifico la religione è un fattore abbastanza secondario.
Ed è questo il punto, su cui sono completamente daccordo con te e che criticavo in alcuni interventi, vedere solo nell’Islam la fonte di tutti i pericoli per la nostra civiltà è certamente semplice e comodo, ma se veramente siamo in guerra come dice Bush, dobbiamo saper riconoscere quale è il vero nemico, che secondo me è sempre il fanatismo, non importa se del Musulmano, Cristiano, politico o etnico.
Il potere politico di una religione non è obbligatoriamente dannoso, la religione Cristiana è stata salvata dal fanatismo dal potere della Chiesa che ha imposto un interpretazione della Bibbia non ha lasciando spazio ai fanatici, infatti tutti i terroristi e i fondamentalisti cristiani ( come quelli che hanna fatto l’attentato di OklahomaCity ), e anche i Serbi, sono protestanti.
Sul razzismo: nessuno ha pensato che potrei essere Veneto? :-)))
Non ho mai pensato che tra le persone che scrivevano qui ci fossero, leghisti, so bene che con simili persone il dialogo su questi argomenti è impossibile e quindi è inutile ogni forma di discussione.
>>Slowhand, non so se sai che gli arabi sono stati completamente scacciati dalla sicilia nel 1091 da parte dei Normanni
(dici a me?) Appunto.
Affinità genetiche? Negli studi storici il filone deterministico è superato almeno dai tempi dello storicismo ottocentesco, sebbene rifaccia regolarmente capolino di tanto in tanto alla ribalta più della cronaca giornalistica che dell’attenzione della comunità scientifica. Con scarsi risultati. Sono sicuro che analizzando il cranio di Felice Maniero si farebbe la felicità di molti caporedattori indaffarati a riempire le terze pagine estive.
Infatti ho parlato di affinità culturali, che con i geni non c’entrano un tubo. E non mi verrai a dire che i normanni e poi gli angioini, gli svevi, gli aragonesi, la Spagna imperiale (dove gli arabi sono rimasti praticamente fino alla settimana scorsa, ammesso che se ne siano andati), i sabaudi, i francesi e gli inglesi si siano di volta in volta sostituiti alle influenze culturali preesistenti senza esserne minimamente influenzati. In storia le fasi sono tutt’altro che lineari e i tempi e le dinamiche non si misurano con il goniometro, infatti si parla (anche) di fenomeni di lungo periodo. La forza delle radici arabe della Sicilia è uno di questi, il che non ha ovviamente a che fare con discorsi razzisti, e volendo lo si intuiva anche dal mio commento precedente.
Esiste un problema delle donne in ogni cultura, anche nella nostra. Poche settimane fa è uscita dal coma la ragazza a cui il fratello aveva sparato per avere avuto un bambino fuori dal matrimonio. Italiana. Jennifer, morta con il suo bambino ancora in pancia, uccisa da un italiano che voleva disfarsi di un ingombro. Italiana. Aggiungete voi qui altri casi simili, basta pescare a caso da una qualsiasi settimana in cronaca nera.
Ora: esiste un problema codificato per le donne islamiche? Sì.
Esiste un problema codificato per le donne italiane? No.
Esiste un problema culturale nei confronti di tutte le donne? Sì.
Esistono uomini di ogni nazionalità e cultura che, pur vivendo in un paese che condanna l’omicidio per qualsiasi causa, uccidono comunque figlie e compagne? Sì.
Il padre di Hina vive in un paese che non consente l’omicidio per causa d’onore. Questo lui lo sapeva, e comunque l’ha uccisa.
Non è l’Islam, in questo caso: questo qui è un animale. Con alle spalle una cultura maschilista, sicuro. Uguale all’Italia.
Non si tratta di UN animale, ma di almeno tre componenti di sesso maschile appartenenti alla stessa famiglia: ovvero vari maschietti si sono messi con molta calma attorno a un tavolo per decidere di ammazzare una ragazza. Non so se abbiano messo al voto la decisione magari passata per maggioranza o unaminità, ma comunque è questo il motivo per cui la notizia desta più scalpore di un omicidio partorito da una unica mente (vedi il caso Jennifer)
>> Non è l’Islam, in questo caso: questo qui è un animale. Con alle spalle una cultura maschilista, sicuro. Uguale all’Italia.
Cara Giulia, mi sembra che con il tuo discorso stiamo tornando alla storia della trave nei nostri occhi e la pagliuzza in quello del prossimo. Però:
“15. Se le vostre donne avranno commesso azioni infami, portate contro di loro quattro testimoni dei vostri. E se essi testimonieranno, confinate quelle donne in una casa finché non sopraggiunga la morte o Allah apra loro una via d’uscita”.
O ancora: “34. Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande”.
Questi sono due versetti della sura IV del Corano, An-Nisâ’, sulle donne. Nota che la traduzione è di Roberto Hamza Piccardo, non di Vittorio Feltri.
Sono anche,a diversi livelli e con diverse interpretazioni (mi sembra che ci siano cinque scuole diverse; come sappiamo la giurisprudenza è interpretazione), tra le fonti principali del diritto islamico.
In molti Paesi islamici, tra cui il Pakistan, a seconda dell’interpretazione sono previste pene che vanno dal biasimo alla pena capitale.
E’come se una mattina Ruini si alzasse, e decidesse che il passo del Levitico in cui si dice che chi tocca una donna mestruata è immondo deve diventare una norma scritta della Repubblica Italiana.
Solo che quel passo del Levitico non è una legge; le sure del Corano (interpretate estensivamente o restrittivamente) invece sì.
Ecco, Tommaso, rifacciamo il discorso della pagliuzza e della trave, perché qui non si tratta di religione: si tratta di cultura e legge. Anche San Paolo Apostolo sosteneva (nelle sue lettere) che le donne sono in tutto e per tutto sottomesse agli uomini. La Chiesa Cattolica lo sostiene ancora, tanto più che i vertici della carriera ecclesiastica sono preclusi alle donne, relegate a un ruolo servile con tanto di enciclica a sostenere la loro vocazione alla maternità e alla cura della casa (De Mulieris Dignitate, uscita negli anni ’80).
Ora, noi NON siamo un paese cattolico, siamo un paese laico a maggioranza cattolica. Le nostre leggi prescindono dal libro: ed è qui che vivono il padre e i parenti di Hina. Con una comunità intorno, la nostra comunità.
Se è vero che la ragazza si è rivolta ai servizi sociali per denunciare gli abusi, come mai nessuno si è mosso per proteggerla? La nostra comunità e le nostre leggi non consentono quel genere di violenza. Eppure nessuno ha fatto nulla. La ragazza era maggiorenne, non c’era il problema della potestà. Il pericolo, che forse nemmeno lei percepiva chiaramente, è stato sottovalutato.
Non possiamo farci scudo del problema religioso per coprire un vuoto di attenzione della nostra comunità nei confronti dei suoi membri. QUESTO è il problema, non l’Islam o le migliaia di musulmani che vivono pacificamente nel nostro paese senza picchiare le figlie, obbligarle a matrimoni combinati o infilarle in un sacco.
Giulia cara,
>> qui non si tratta di religione: si tratta di cultura e legge.
No, a mio avviso qui si tratta di quando una religione forma cultura e legge, senza una separazione tra le tre cose.
>> Anche San Paolo Apostolo sosteneva (nelle sue lettere) che le donne sono in tutto e per tutto sottomesse agli uomini. La Chiesa Cattolica lo sostiene ancora, tanto più che i vertici della carriera ecclesiastica sono preclusi alle donne, relegate a un ruolo servile con tanto di enciclica a sostenere la loro vocazione alla maternità e alla cura della casa (De Mulieris Dignitate, uscita negli anni ‘80).
Infatti il diritto canonico non è una fonte del diritto della Repubblica Italiana e Ruini può berciare quanto vuole.
>>Se è vero che la ragazza si è rivolta ai servizi sociali per denunciare gli abusi, come mai nessuno si è mosso per proteggerla? La nostra comunità e le nostre leggi non consentono quel genere di violenza.
Le lesioni personali sono un reato punibile d’ufficio solo quando le ferite sono guaribili in più di 15 giorni; in caso contrario, la querela è lasciata alla vittima, e se questa la ritira gli inquirenti non possono fare più niente. Se non ho letto male, il caso di Hina era proprio questo. Dovremmo riformare queste norme? A mio avviso sì; basta chiedere a qualsiasi ragazza che sia stata tormentata da un ex invadente ai limiti della follia: anche se lui l’aspetta sotto casa e le telefona in continuazione fino a renderle la vita impossibile, non esiste una normativa contro gli “stalkers”, o comunque li vuoi chiamare, e sono molti, molti più di quanto si pensi. Ma queste sono norme che vengono applicate a CHIUNQUE, senza limiti d’età, sesso o razza. E’ una conquista della Rivoluzione Francese, se non erro. Proprio come la separazione tra norma dello stato, legge religiosa e regola etica.
>> Non possiamo farci scudo del problema religioso per coprire un vuoto di attenzione della nostra comunità nei confronti dei suoi membri. QUESTO è il problema, non l’Islam o le migliaia di musulmani che vivono pacificamente nel nostro paese senza picchiare le figlie, obbligarle a matrimoni combinati o infilarle in un sacco.
Qui non ci si sta facendo scudo di niente. I membri di una società sono tali nel momento in cui ne condividono le regole, accettate da tutti gli altri. Le migliaia di musulmani pacifici di cui parli tu lo fanno; altri, come il padre della ragazza uccisa, no. Ovviamente, a non condividere queste norme sono anche migliaia di non musulmani (vedi la ragazza messinese uccisa dal fratello). E’ colpa della comunità? O e colpa di chi non le condivide, e non facendolo cade nella barbarie?
Tommaso, un animale è un animale a prescindere dalla nazionalità. Chi ammazza la figlia, pachistano, italiano o americano, ammazza la figlia. Vogliamo pensare che solo gli islamici siano violenti e oppressivi nei confronti delle donne? Facciamolo. Non risolviamo niente.
L’errore più grosso che facciamo qui è continuare a considerare queste persone una comunità parallela.
Quanto al diritto canonico che non diventa legge e Ruini può berciare quanto vuole, vedi alla voce legge 40 sulla fecondazione artificiale e relativo referendum abrogativo. Poi ne riparliamo.
Cara Giulia,
Ruini ha detto la sua, in maniera invasiva, sulla legge 40. Alla fine le sue idee non sono passate. Il paragone tra questa situazione e quella del Corano come norma fa acqua da tutte le parti, e penso che tu lo sappia.
Che chi ammazza la figlia è un animale, mi sembra scontato. “Gli islamici sono violenti” è una frase da discorso dal barbiere che non ho mai detto, e già il fatto che debba discolparmi è paradossale; se vuoi sintetizzare così quello che ho scritto sopra,delle due l’una: o non ti andava di leggerlo, e lo capisco, perché è roba noiosa; oppure lo hai interpretato come andava a te.
In entrambi i casi, ora mi sono annoiato. Se vuoi continuare a discutere, possiamo farlo privatamente via mail.
Saluti.
tommaso, che il dio dei lumi ti benedica. grazie.