Ci pareva che fosse troppo mal condotta e pasticciata per essere una vera guerra. E infatti, dietro il testardo accanimento di Israele su vecchi e bambini libanesi c’è solo il generoso tentativo del governo di Tel Aviv di strappare al suo lungo torpore il mandante delle stragi di Sabra e Chatila. “Fategli sentire la musica della sua giovinezza”, hanno raccomandato i medici dell’ex premier. Piena sintonia fra Condoleezza Rice e Ehud Olmert: entrambi devono le loro fortune politiche a presidenti con l’encefalogramma piatto. Grazie ai raid israeliani, il Libano è ridiventato la Svizzera del Medio Oriente: è più bucherellato di un formaggio Emmental. La guerra sconvolge la geografia urbana: anche a Beirut e a Sidone ci si sente sempre a Tiro. Dopo i no alle richieste di tregua o cessate il fuoco, diplomazia internazionale al lavoro per convincere I belligeranti a concedere almeno un break pubblicitario. Hezbollah nega di usare i civili come scudi umani: «E’ tutto legale: sono stagisti, se sopravvivono li assumiamo come kamikaze»
Massacri in Libano, Israele chiarisce: “E’ una terapia per svegliare Sharon dal coma”
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Paolo: “Salvo Lima come John Lennon: ammazzato da un fan impazzito” e “Tutto pronto all’inferno per Muccioli”, solo per fare i primi esempi che mi sono venuti. Davvero, Cuore era un’altra cosa, ma ti assicuro che i lettori di allora erano ancora di piu’ un’altra cosa.
Gli stagisti di Hezbollah
Ho amato Tango, ho amato Cuore, Frigidaire, Frizzer, il Male, Cannibale, Canecaldo, I quaderni del Sale.
Ho amato la satira, insomma.
Oggi però non riesco più a leggere pezzi di satira lunghi, mi annoiano (colpa del web?).
Ma il pezzo …
Vorrei ricordare anche: “Saremo più poveri ma stronzi uguale”. Un altro titolo di Cuore tanto geniale quanto, alla prova dei fatti (e alla lettura di molti dei commenti), ottimista.
Ah, per la cronaca, io un pezzo “sbagliato” della Lia ancora ho da leggerlo, e ne leggo da 20 anni almeno.
A me i post di Lia Celi piacciono punto.
Poi fatevi tutte le discussioni del cazzo sul problema mediorientale, sono cinquant’anni che si va avanti e non mi sembra che nessuno abbia fatto niente per migliorarlo anzi come disse Terzani finchè c’erà l’Unione sovietica la pentola era coperta ora che l’abbiamo scoperchiata non esiste uomo su questa terra che abbia una buona idea per risolverlo.
E invece l’errore sta proprio nella ricerca di una gradazione della satira. La satira non ha gradazione è pura come l’acqua perchè non sono i soggetti coinvolti nella satira a far ridere (sharon o mia nonna non cambia niente) ma la capacità di evidenziare il lato grottesco di situazioni e personaggi adattando la tragicità di alcuni eventi alla leggerezza dei comportamenti umani.
L’indignazione è d’obbligo, ma non per chi ridicolizza l’operato (e non l’umanità) dei personaggi, ma per l’operato stesso di chi con le proprie parole ha di fatto stravolto e contraffatto la realtà.
Quella che oggi nessuno si perita di chiamare “guerra” nasce sulle ceneri di quella che anni fa si è spacciata per “opera di democratizzazione” o “missione di pace”. E’ su queste parole e non su quelle di Lia che sarebbe il caso di sprecare la propria indignazione.
Da una parte gli ingenui, che parlano di satira e ne spiegano le regole.
Dall’altra i furbi, che ribattono sulle regole della satira, in modo tale che il contenuto fasullo di essa passi per reale.
La satira, ecco la regola, per far ridere deve parlare di cose obiettivamente vere: vidi uno spettacolo dello Scontrino alla Cassa in cui una battuta a sfondo politico riguardava non ricordo quale nazione (Israele?) che avrebbe “diviso la città con un muro come avevano fatto i tedeschi” (se non addirittura “come gli americani coi tedeschi”).
La battuta non fa ridere perché non è vera (ed essendo una battuta politica, il manipolare o quantomeno nascondere la realtà per non prendersela col comunismo, forza politica, è proprio triste), non perché è satira pesante, leggera, di buono o cattivo gusto o altro.
L’imitazione di Berlusconi fa ridere se gli si fa dire “mi consenta”; se l’imitatore di Prodi ripete sempre “mi consenta”, mancando la verità, non fa ridere.
E’ anche vero che se ciò che conta è che passi il messaggio per cui Prodi è solito dire “mi consenta”, allora bisogna ridere tutti, e dire che è satira doc.
Lorenzo grazie di averci spiegato “oggettivamente” la satira.
Io non ho ancora capito se sono ingenua o furba e mi chidevo, se dopo avermi spiegato a quale categoria appartieni tu, potessi illuminarmi sulla mia condizione.
L’indignazione facile pare diventata il nuovo sport di questo paese. Maledetta calciopoli che vi ha tolto il giocattolo ^^
A mio modesto avviso, la nozione che manca di più in questi commenti non è “satira” ma “grottesco”. Spesso si prende l’una per l’altro.
Tutti questi post a commento della vomitevole bischerata partorita da Lia Celi (satira? la satira dovrebbe perlomeno far sorridere) dimostrano inconfutabilemente che quello che conta è far parlare di sè e che certe persone, pur di far parlare di sè, sono disposte anche a simili deiezioni.
Complimenti quindi, dal punto di vista pubblicitario bella trovata, dal punto di vista umano persona sicuramente digustosa, ho pena per coloro che la frequentano.
Non c’entra nulla con l’argomento, ma ci tenevo a dirvi che, alla facciaccia del bilioso e rancoroso Macchianera, facendo leva sulle mie sole doti, reinventandomi una professione a 50 anni suonati da un pezzo,senza padrini politici, senza dar via il culo a nessuno, e senza buttarmi a sinistra, sono riuscito dopo varie, ma sporadiche collaborazioni, a ottenerne una quotidiana e permanente, per una rubrica di satira su un prestigioso e famoso giornale italiano. Una battuta al giorno, alla stregua di un Mattia Feltri, Iena, Boncompagni, Gnocchi, Crippa, Robin eccetera, con una sostanziale differenza : io sono molto, ma molto, più bravo. macchia, in caso di travaso di bile, ti consiglio il Verecolenin oppure una bella Lavana Castrica.
Un saluto e Buone vacanze a tutti,
Natalino Russo Seminara
Qui Sharon stava benone. Ottima L.C.
Estratto da: JEAN GENET, “QUATTRO ORE A CHATILA”
Una fotografia a due dimensioni, e anche lo schermo televisivo – né l’una né l’altro si possono percorrere. Da un muro all’altro di una via, curvi o inarcati, i piedi contro un muro e la testa appoggiata all’altro, i cadaveri neri e gonfi, che dovevo scavalcare, erano tutti di palestinesi o libanesi. Per me come per quello che restava della popolazione, la circolazione a Chatila e a Sabra somigliava a un gioco di “saltacavalletta”. Un bimbo morto, a volte, può bloccare le strade, che sono così strette, quasi sottili e i morti sono così tanti. Il loro odore è indubbiamente familiare ai vecchi: non mi infastidiva. Ma quante mosche! Se sollevavo il fazzoletto o il giornale arabo posato su una testa, le disturbavo. Inferocite dal mio gesto, arrivavano a sciami sul dorso della mia mano, cercando nutrimento.
Il primo cadavere che ho visto è stato quello di un uomo di cinquanta, sessant’anni. Avrebbe avuto una corona di capelli bianchi se uno squarcio (un colpo d’ascia, mi è parso) non gli avesse aperto il cranio. Una parte nerastra del cervello era a terra, accanto alla testa. Il corpo era accasciato in un mare di sangue, nero e coagulato. La cintura non era allacciata, i pantaloni tenuti su da un solo bottone. Piedi e gambe del morto erano nudi, neri, violacei, forse era stato sorpreso durante la notte o all’alba. Si stava mettendo in salvo? Era steso in una viuzza a destra, subito dopo l’entrata del campo di Chatila che è di fronte all’Ambasciata del Kuwait. Il massacro di Chatila si è compiuto nel brusìo o nel silenzio totale, se gli israeliani, soldati e ufficiali, sostengono di non aver sentito nulla, di non aver dubitato di niente mentre occupavano questo edificio, da mercoledì pomeriggio?
La fotografia non coglie le mosche, né l’odore bianco e greve della morte. Non racconta il salto che si deve fare quando si passa da un cadavere all’altro.
Se si guarda attentamente un morto, si può cogliere un curioso fenomeno: l’assenza di vita di questo corpo equivale a una assenza totale del corpo o piuttosto al suo ininterrotto distacco. Anche se ci si avvicina, si pensa, non lo toccherà mai. Questo se lo si contempla. Ma un gesto fatto nella sua direzione, che ci si abbassi verso di lui, che gli si sposti un braccio, un dito, ed è all’improvviso presente e quasi amichevole.
L’amore e la morte. Questi due termini, quando uno dei due viene scritto, si associano subito. Sono dovuto andare a Chatila per percepire l’oscenità dell’amore e l’oscenità della morte. I corpi, nei due casi, non hanno più nulla da nascondere: posture, contorsioni, gesti, segni, i silenzi stessi appartengono all’uno e all’altro mondo.
Il corpo di un uomo dai trenta ai trentacinque anni era steso sul ventre. Come se tutto il corpo non fosse altro che una vescica dalla forma umana, sotto il sole e a causa del processo di decomposizione si era gonfiato fino a tendere i pantaloni che rischiavano di esplodere alle cosce e alle natiche. La sola parte del viso che sono riuscito a vedere era violacea e nera. Un po’ sopra il ginocchio, sotto la stoffa lacerata, la coscia piegata mostrava una ferita. Origine della ferita: una baionetta, un coltello, un pugnale? Mosche sulla ferita e attorno ad essa. La testa più grossa di un’anguria – un’anguria nera. Ho chiesto il suo nome, era musulmano.
– Chi è?
– Palestinese, – mi ha risposto in francese un uomo sulla quarantina – Guardi quello che gli hanno fatto.
Ha tolto il velo che copriva i piedi e una parte delle gambe. I polpacci erano nudi, neri e gonfi. I piedi calzavano stivaletti neri, non allacciati, e le caviglie erano strette, fortemente, dal nodo di una corda resistente – la sua robustezza era ben visibile – lunga circa tre metri, che ho disposto in nome che la signora S. (americana) potesse fotografarla con decisione. Ho chiesto all’uomo se potessi vedere il viso.
– Se vuole, ma se lo guardi da sé.
– Mi aiuta a girargli la testa?
– No.
– L’hanno trascinato per le strade con questa corda?
– Non so.
– Quelli del comandante Haddad?
– Non lo so.
– Gli israeliani?
– Non lo so.
– I kataeb?
– Non lo so.
– Lo conosce?
– Sì.
– L’ha visto morire?
– Sì.
– Chi l’ha ucciso?
– Non so.
In tutta fretta si è allontanato dal morto e da me. Mi ha guardato da lontano, ed è scomparso in un vicolo laterale.
Quale vicolo prendere adesso? Ero strattonato da cinquantenni, da giovani ventenni, da due vecchie arabe, e avevo l’impressione di essere al centro di una rosa dei venti i cui raggi contenevano centinaia di morti.
Annoto quanto segue, senza sapere bene il perché, a questo punto del mio racconto: “I francesi hanno l’abitudine di usare questa scialba espressione: ‘lavoro sporco’; ebbene, come l’esercito israeliano ha ordinato il ‘lavoro sporco’ ai Kataeb, o agli hassadisti, i laburisti lo hanno fatto portare a termine dal Likud, Begin, Sharon, Shamir, questo ‘lavoro sporco’”. Ho appena citato R., giornalista palestinese, ancora a Beirut domenica 19 settembre.
In mezzo a tutte le vittime torturate, la mia mente non può disfarsi di questa “visione invisibile”: come era il carnefice? Chi era? Lo vedo e non lo vedo. Mi acceca gli occhi, e non avrà mai altra forma che quella disegnata da pose, posture, gesti grotteschi dei cadaveri divorati, sotto il sole, da schiere di mosche.
[Da: Jean Genet, Quatre heures à Chatila / Quattro ore a Chatila, a cura e traduzione di Marco Dotti, gli Euro, Stampa Alternativa, Roma 2002].
Almeno Sharon qualche speranza di uscire dal coma ce l’ha.
quel gran pezzo dell’Ubaldo…
Ho letto,casualmente,prima i commenti e dopo il pezzo della Celi. Pensavo di aver sbagliato brano. Dai commenti,infatti,mi ero fatto un’idea del post in questione:altro che satira, è inopportuna,non fa nemmeno sorridere, è indecente,ha superato il limite. Penso: stavolta avranno esagerato. Leggo: mah. Che dire? E’ satira. Si può essere lontani miglia dal(o aderanti al) sentire della Celi senza però credere che la satira sia altro. Siamo troppo assuefatti al Bagaglino,c’è poco da fare. Ci siamo dimenticati,come giustamente diceva qualcuno,di Cuore,del Frigidaire… L’anima candida italiana ha preso il sopravvento nell’edulcorare tutto,compreso ciò che ha come ingrediente principale la ferocia. E poi,entrando nel merito,cosa c’è scritto di storicamente inesatto? Dove risiede il presunto eccesso di parzialità? Ha ragione Michele F quando cita il perbenismo pret-a-porter. Occorre adeguarvisi se non si vuol correre il rischio di passare per folli estremisti filo terroristi (e comunisti pure,va’)
vai così Lia, sei sempre la più figa!
Tutti qua tutti a fare a gara per dare l’interpretazione di cosa sia la satira e di cosa dovrebbe farci ridere o meno. Ma che bravi. Peccato che qui molti si spertichino solo per trovare una definizione di ‘satira’ opportuna a giustificare l’ingiustificabile. Beh vi risparmio la fatica, nonchè l’ipocrisia. La satira – molto semplicemente – è per fare un esempio lampante quella di Beppe Grillo , uomo di sinistra, che però ha l’intelligenza di criticare non solo la destra, ma anche e soprattutto (e legittimamente)la sinistra. Perchè la satira non è sempre di parte, almeno non quella fatta intelligentemente . Non è certo satira questa: questo pezzo ‘sa’ di tutto tranne che di satira, perchè NON fa ridere, NON fa sorridere , NON fa nemmeno riflettere. E’ semplicemente il post di una persona di sinistra con sentimenti filopalestinesi e antisraeliani. Non è mica un reato esserlo, ognuno la pensa come vuole, ma allora perchè nascondersi dietro la patetica scusa della satira per giustificare delle uscite così basse?
Perchè, spiegatemi, i razzi e le bombe lanciate da Israele sono peggiori dei kamikaze sugli autobus pieni di ciivili a Telaviv?
Questo significa essere accecati da stupide ideologie e pregiudizi politici.
Questo post è di cattivo gusto, sì. E’ stupido, sì. Esattamente come parrebbe di cattivo gusto e stupido applaudire alla morte di una persona, o irridere le sorti tragiche di due paesi. Ci sono cose che richiederebbero l’intelligenza della riflessione e del silenzio.
La situazione Israele – Libano è grave, troppo grave per venire fuori con certe uscite. E’ delicata, troppo delicata e complessa, per essere liquidata con queste sterili battutacce da quattro soldi.
Grazie Lia :)
Ma grazie de che…? Nessuno sentiva il bisogno in questo momento di leggere codeste boiate travestite da satira…
Idler,ma ne avessi detta una pertinente al discorso che si faceva.Non riesci a mettere a fuoco il punto della questione.E meno male che arrivi tu con la definizione esatta di ‘satira’ (oltretutto avrei dei dubbi inerenti al fatto che che l’ultimo Beppe Grillo sia un satiro…Mah,quello che fa Grillo nel suo blog,ad esempio,a me sembra più giornalismo d’inchiesta). E poi,chi ha detto che le bombe israeliane siano peggiori dei kamikaze che si lasciano esplodere a Tel Aviv? Ma quando mai? Ovvio che non si può smettere di ricordare chi,tanti anni fa, ha occupato cosa…
A Paolo… ma che ‘zzo ne sai di che sentivo il bisogno io, per es.?
Non ti piace il pezzo della Celi?
Ok dillo e poi fa un favore: non rompere più i coglioni!
Concordo con Luttazzi: “la satira diverte, informa e fa un po’ quel cazzo che le pare!”
Con buona pace di tutti i benpensati…
PS: riguardo alle vignette su Maometto, personalmente ero per la libertà d’espressione… che poi facessero ca….re è un altro discorso
Idler…Idler…IIIIIIDLER!!!
…
…
…
Niente, encefalogramma piatto anche qui…
Bravissima Lia! Purtroppo in molti non capiscono la satira, ed è proprio per questo occorre continuare :-)
Mi piacciono i toni pacati di Lo.
se fossero tutti come lei/lui saremmo molti di meno.
Gli altri giacerebbero per strada sbranati.
Potrebbe andare a risolvere la situazione in Medioriente a capocciate e calci nelle palle. :)
Grazie a Lo: non lo sai, ma a me gli insulti fanno solo piacere perchè dimostrano che non hai niente di meglio da dire.
x Incas: giornalismo di inchiesta, Grillo? con tournè nei teatri di tutta italia e svizzera italiana? con biglietti carissimi oltretutto..ah però.
E’ satira mascherata da giornalismo d’inchiesta, perchè alla fine – per quanto fatta bene – che cosa porta? solo fama e soldi a Grillo. Le inchieste vere lasciamole ai giornalisti e collaboratori di Report, valà.
No, ma siete tutti più intelligenti di me, va benissimo.
Per Ciccio e Idler:
ragazzi, voleva essere una battuta…
di cattivo gusto, scema, cretina, deficiente, imbecille, tutto quello che volete, ma voleva essere una battuta…
D’altro canto sono un idiota totale!
Va meglio così?
Siete soddisfatti?
E’ questo che volevate che scrivessi?
Ecco, lo ribadisco: sono un idiota totale!
Questo, che lo vogliate o meno, è un pezzo di satira. Può non farvi ridere. Potete non essere d’accordo col messaggio (la satira esprime sempre un punto di vista). Ma di satira si stava discutendo. Certo, per farlo forse occorrerebbe non prendersi troppo sul serio.
Nel primo post, per es., esprimo il mio punto di vista circa le vignette su Maometto. A me non hanno fatto ridere, ma ho sempre sostenuto che di satira si trattava. Per questo, ai tempi, mi son schierato per la libertà d’espressione.
Poi si può discutere sull’oppotunità di offendere il sentimento religioso di una comunità.
E questo vale anche per i cristiani, sia chiaro.
Però vi ricordo che le vignette sul Papa non sono paragonabili a quelle su Maometto.
Credo che se i danesi si fossero limitati a prendre per il culo un Imam, non sarebbe successo tutto quel putiferio.
Sarei stato curioso di vedere cosa sarebbe successo a prendere per il culo Gesù Cristo.
Saluti
Stai scherzando vero? Gesù Cristo viene preso costantemente per il culo, come tutti i contenuti della religione cirstiana, vedi gli insulti di Madonna e affini (da Manson alla Melissa P). Mai che a qualcuno sui giornali, nelle canzoni nei concerti etc..provasse ad andare controcorrente: ce ne fosse uno che con lo stesso coraggio pigli per il culo i musulmani. A parte i danesi: loro sì che hanno rotto il tabù. Pessimo gusto, d’accordo, ma almeno non sono ipocriti come noi.
Per gente come Madonna è più facile offendere la religione cristiana, il crocifisso e il papa. E’ più facile per lei o per il Manifesto insultare il papa (ricordate ‘il pastore tedesco’ il giorno dopo l’elezione di Ratzinger?), è facile, molto più facile e sapete perchè? perchè i cattolici mal che vada ‘mugugnano’, aprono una polemica senza via di uscita, destinata a morire sterile, ma certo non ti mettono dentro una lista nera e non ti fanno saltare in aria con i kamikaze. Oh, chiedetelo a Salman Rushdie gente. E quando fate la morale, fatela a 360 gradi.
Meglio a assieme agli Hezbollah che hanno saputo difendere il Libano dagli attacchi crimonosi di Israele che per due soldati hanno ucciso e torturato donne e bambini innocenti radendo al suolo un paese cuscinetto importante per il Medio Oriente che stava voltando pagina andando verso una democrazia di convivenze, quello che non esiste in Israele. In Libano se il premier in carica era mussulmano nella legislatura successiva lasciava il posto a uno cattolico. Questa è democrazia. La vera democrazia non sta nelle bombe e nelle bugie. D’Alema è un ottimo ministro degli esteri che ha saputo interpretare al meglio l’insegnamento di Andreotti quando sosteneva che c’è stato un tempo in cui Israele aveva il bisogno del sostegno del mondo ma adesso c’e la Palestina e il Libano che sono martoriati da attacchi illegali dai fanatici ebrei. E’ ora di stare dalla parte dei deboli. Un’ amica di famiglia era volontaria in Palestina nella costruzione di una scuola e un giorno sono arrivati i soldati ebrei e hanno raso al suolo la scuola picchiando i bambini e bruciano i libri ditemi se non sono nazisti. Ognuno di noi sarebbe un terrorista se ogni giorno vedesse mancare un proprio caro e se la propria casa fosse rasa al suolo. Adesso mandiamo i nostri soldati perchè Israele smetta di violare il diritto internazionale e che Hezbollah smetta di lanciare razzi sugli ebrei.