Lo davano su Sky questa sera. Un film di Michelangelo Antonioni. Anzi no: un film composto di tre episodi, dei quali uno, intitolato “Il filo pericoloso delle cose”, diretto da Antonioni e co-sceneggiato da Tonino Guerra. Gli altri due vedevano come registi Steven Soderbergh e Kar Wai Wong. Titolo: “Eros“.
Mi rendo conto, adesso, che probabilmente è stato un filo esagerato trascriverne la sceneggiatura per portarla ad esempio, ma mi pare chiaro che ci sono sere in cui uno non ha un cazzo da fare, altrimenti perché si metterebbe comodo in poltrona a guardare l’ultimo film di Antonioni?
E insomma dicevo: alla fine ho trascritto la sceneggiatura di quasi tutto l’episodio dei nostri, che pare scritto da un Baricco che ha preso l’acido in compagnia di quello che inventa i dialoghi delle pubblicità con Del Piero.
Ci ho messo anche un po’. Neanche tantissimo, diciamo un po’. Ma continuo a ripetermi che l’ho fatto per una buona causa (voi leggete, e vedrete che diventerà anche la vostra): sostenere – con tutto il rispetto, per carità – che non è mai troppo tardi per concedere la legge Bacchelli.
E che a noi italiani viene bene la pizza.
Piano-sequenza di lui e lei, ripresi di schiena, muti, camminano per la durata di secondi 34.
Ci sono almeno delle cose belle che ricordi?
Cosa dovrei ricordare? Il sole? La luna? Non dirmi che improvvisamente sei diventato romantico.
ESTERNO – SENTIERO STERRATO – GIORNO
Piano-sequenza di lui e lei ripresi di fronte. Lei indossa una camicetta rossa trasparente che lascia ampiamente vedere il seno.
(lievemente alterata)
Faccio di tutto per non rimanere prigioniera del passato! Ce n’è voluto! Quello che ricordo non è un giorno come oggi: ricordo nuvole, nuvole, nuvole! Quella malinconia… che aveva la fine dell’estate… E… dato che non voglio sentirmi triste… a volte rido, senza motivo.
(con tono di sfida)
Allora ridi!
Lei, fermandosi, ride sguaiatamente, poi lo raggiunge.
ESTERNO – RISTORANTE – GIORNO
Ripresa del riflesso del mare su una finestra del ristorante. Ripresa della finestra che riflette i due che entrano nel ristorante sullo sfondo del riflesso del mare, per la durata di secondi 30.
INTERNO – RISTORANTE – GIORNO
I due, sullo sfondo, guardano assorti il mare, mentre una tavolata rumoreggia e una ragazza passa sulla battigia a dorso di un cavallo. Durata: 38 secondi.
La coppia si accomoda a un tavolo.
INTERNO – RISTORANTE – GIORNO
La ragazza che passava a cavallo sulla battigia entra da una porta laterale e si dirige verso un cestito della frutta sul bancone.
Ciao! Posso prendere due mele per il cavallo?
Serviti pure.
(uscendo)
Grazie.
La conosci?
Chi?
Quella ragazza che è appena uscita.
E’ quella che abita nell’altra torre.
Il cameriere si presenta al tavolo e consegna i menu alla coppia. Lei legge assorta e lui capovolge i bicchieri sulla tavola, per la durata di secondi 31.
INTERNO – RISTORANTE – GIORNO
Lei prende un bicchiere e lo sposta verso il bordo del tavolo con l’intenzione di farlo cadere, ma non lo fa cadere e lo accompagna con la mano verso terra, poi lo lascia rotolare verso i piedi di lui. Durata secondi 20. La camera passa alla tavolata vicina.
ESTERNO – SENTIERO – GIORNO
Piano-sequenza dei due che camminano, ripresi di fronte.
Ho sempre amato questo posto, con te oggi mi opprime.
(fermandosi e guardandola negli occhi)
Se hai bisogno di spazio… prenditelo!
Lui riprende a camminare, lei resta un attimo interdetta poi lo raggiunge.
ESTERNO – SENTIERO – GIORNO
Ripresa dei due che si allontanano e scompaiono lungo il sentiero.
(urlando)
Non ti permetto di parlarmi in questo modo. Chi credi di essere? Sei uno stronzo!
(voce off – urlando)
Davvero? Ma dimmi, che cosa fai tutto il giorno? Litighi e basta, non c’è altro fra noi!
(voce off – sempre urlando)
Ma cosa vuoi che ci sia? Sesso?
(voce off – ancora alterato)
Sì! Sesso! Sesso!
(voce off – alquanto alterata)
Ma fammi il piacere! Il sesso non è una cosa che viene così dal nulla! E’ molto di più di quello che pensi tu!
(voce off)
Dai, dai, sbrigati.
ESTERNO – MOLO SUL MARE – GIORNO
Questo fango mi fa schifo!… Però ci finisco dentro ogni volta!
E’ buffo no? Sei sempre alla ricerca della purezza… e ti ritrovi nella merda. Non posso farci niente… a me piace questo fango.
Ti piace? Allora restaci!
Piano-sequenza di secondi 27 su lei che si infila le scarpe e se ne va.
Mi permetto di premere il fast-forward, altrimenti qui finiamo domattina. Vi dico solo che lui arriva alla torre della ragazza sul cavallo a bordo di macchina sportiva, e da solo. Scende dalla macchina, sale le scale e bussa. Non risponde nessuno. Scende le scale. Va a contemplare l’orizzonte sulla riva. Lei arriva, lo vede, prende un bastone che era riposto sopra un cactus, si avvicina a lui (che non conosce) e riprende il surreale dialogo:
Stava cercando qualcosa, lì dentro?
Sì. Mi piacciono le cose vecchie.
Ma io sono giovane.
Mi piace di più.
ESTERNO – TORRE – GIORNO
Piano sequenza sui due che salgono le scale, ripresi di fronte.
E’ un invito questo?
Spero ti piaccia il mio caos.
Che tipo di caos?
Il caos totale.
INTERNO – TORRE – GIORNO
Da lontano mi sembrava di conoscerti.
E invece?
E invece sei un altro.
E quest’altro, chi sarebbe?
Uno che suona il sassofono.
Lui tenta di baciarla, lei si sottrae ridendo.
Sulla spiaggia ho visto due farfalle: mi hanno seguita. Credo che una l’abbia vista anche tu.
No, non l’ho vista.
Comunque… credo che una sia venuta con noi.
Vuoi che la cerchiamo?
No, penso che sia un messaggio.
Un messaggio? Forse per due persone che si incontrano.
Forse.
Fast forward. Di nuovo. E’ necessario. E’ per il vostro bene. I due salgono le scale per il terrazzo. Lei dice che ha freddo e torna dentro. Lui guarda l’orizzonte dedicando una ventina di secondi ad ognuno dei quattro lati della torre. Lei va in camera, si spoglia e inizia a masturbarsi da sola. Lui, dopo non poco tempo, rientra. Lei lo saluta. Lui la raggiunge e e si accorge che è nuda. Trombano. Lei ride molto, trombando. Poi lui le bacia un dito del piede e le dice: ciao. Stacco. Si vede la ragazza che stava sul cavallo ballare, vestita, sulla spiaggia. Stacco. L’altra ragazza, quella del ristorante, è in macchina e risponde al telefonino:
Ciao!
(voce off – al telefono)
Dove sei?
Alla spiaggia: i cavalli sono scappati di nuovo. Devo riportarli a casa.
(voce off – al telefono)
Sto guardando la neve.
Dove?
(voce off – al telefono)
A Parigi.
Ma… sta già nevicando, lì?… Ah, come vorrei che nevicasse anche qui.
(voce off – al telefono)
Però se mi dici così… mi fai pensare che mi vorresti lì con te.
Ho sempre voluto averti vicino… L’amore… non finisce… Ma il tuo modo di pensare…
(voce off – al telefono)
Il nostro modo di pensare! Come possiamo cambiarlo?
Lasciandosi andare… Si tratta solo di riconoscere le cose… Di ritrovarne l’essenza.
(voce off – al telefono)
E’ diventato tutto bianco, qui. Questa neve dovrebbe calmarmi… invece mi angoscia.
Allora… sarà la tua compagna ideale per oggi. Ti abbraccio.
Lei chiude la chiamata.
ESTERNO – SPIAGGIA – GIORNO
La ragazza che andava a cavallo accenna passi di danza classica sulla battigia, completamente nuda , poi si sdraia sulla sabbia. Durata: 23 secondi.
ESTERNO – SPIAGGIA – GIORNO
La lei del ristorante arriva sulla spiaggia, vestita, e allarga le braccia.
ESTERNO – SPIAGGIA – GIORNO
La lei del ristorante accenna passi di danza classica sulla battigia, completamente nuda, poi si accorge dell’altra ragazza e le va vicino. Trascorrono 87 secondi.
ESTERNO – SPIAGGIA – GIORNO
Quella in piedi copre il sole alla ragazza sdraiata. La ragazza sdraiata si accorge di quella in piedi. Le due si sorridono.
Giuro: non me lo sono inventato. Non è stato generato da un programma che sforna sceneggiature utilizzando frasi random. Esiste. E finisce così.
certo che se scrivi sempre alle due del mattino, si capisce il successo di camera cafè. Comunuqe credo di aver trovato un comune modo di pensare sui film, non sono un libro, cioè mi spiego, le immagini non stanno su carta, la sceneggiatura non è un romanzo, è solo per parlare come in una multinazionale, la procedura da usare per far si che dal proiettore esca una storia di senso ompiuto. Io amo leggere, di tutto non sto a sotilizzare, ma amo anche il cinema come una cosa differente, per me, e non credete che sia una bestemmia, un film fatto solo di effetti speciali o solo digitale quali quelli della Pixar, hanno lo stessso valore del Gattopardo che mi han fatto sorbire credo a soli dieci anni, il valore è nelle immagini. Il film per me è prima di tutto quello dei lumierè, immagini proiettate in movimento. Il cinema è un effetto prima che una storia, il film passa dagli occhi prima che arrivi al cervello, e se quei colori, la sincronia delle immagini con il tuo nervo ottico, non ti stimolano nessun neurone, il tuo cervello e la tua consapevolezza non si sincronizza e fatichi a seguire la storia, addirittura può capitare di star amle fisicamente perchè questa chimnica non funziona. Ora non voglio farla tanto lunga, era per dire solamente che non puoi mettere leggere una sceneggiatura e avere davantia te il film.
Bravo L.d.M.
Adoro Camera Cafè.
E non vedo l’ora che ricominci.
Franz qui:
http://www.demauroparavia.it/51909
punto 2.
il film l’ho visto al cinema.
confermo ogni parola della descrizione.
aggiungo solo: gli attori hanno voci atroci e non sono prese in diretta, ma sovraimpresse in studio con un lavoro fatto coi piedi, quasi non c’e’ sincrono tra il labiale e il suono.
con i miei amici al cine abbiamo riso dall’inizio alla fine. dopo 5 minuti le altre 6 persone presenti in sala si sono alzate all’unisono e sono uscite. un peccato, perche’ wong kar-wai e’ un gigante. come sempre.