Farina di Betulla quel sacco di

Da Pino Scaccia ricevo e volentieri posto qui.
Ci sono pezzi fastidiosi da scrivere. La storia di Betulla, già. Non entro nel merito perché non sono abituato a dare giudizi sui colleghi: chi deve farlo prenderà sicuramente la decisione giusta. Faccio talmente da tanti anni il cronista che neppure sono una verginella e conosco bene, anche da vicino, i rapporti con i servizi segreti. Diciamo che c’è una bella differenza per un giornalista fra ottenere informazioni e darle (specie se a pagamento), ma è un discorso che magari faremo un’altra volta. Quel che mi preme adesso, e mi procura fastidio appunto, è di occuparmi di quel Farina che massacrò letteralmente Enzo Baldoni appena rapito (sapete com’è, stavamo insieme e capirà l’esimio collega se la prendo come un fatto personale). Con la famiglia in ansia ebbe la spudoratezza di beffeggiarlo ipotizzando anche un autorapimento. Al di là del buongusto suonano strane oggi le sue parole di allora: "Gli esperti dell’intelligence atlantica hanno molti dubbi su tutta la vicenda. Il volto del prigioniero non rivela contrazioni inevitabili per chi si trovi sull’orlo dell’abisso. Non appaiono intorno all’italiano uomini armati e mascherati. Potrebbe essere una recita". Sapete, adesso che sappiamo dei rapporti con gli esperti dell’intelligence atlantica viene quasi da ridere. (Inciso indispensabile: Farina ha ammesso pubblicamente su Libero di aver collaborato con il Sismi, anzi lo rivendica). (continua sul blog di Pino Scaccia)

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30 Commenti

  1. E si vanta pure di aver fatto questo per il proprio paese, per dalvarlo magari da quell’Islam tutto terroristi e bombaroli.
    Ma perchè Farina Feltri e il loro boss non vanno a nascondersi in una latrina?
    Mi spiace per Scaccia ottimo giornalista e per tanti come lui ma credo che ormai il mestiere di giornalista sia solo quello di prostituirsi a pagamento e a volte anche gratis in nome di ideali stupidi.

    p.s. come italiano occidentale vorrei comunicare a Farina, Feltri e Pera che non voglio essere difeso da loro

  2. Certe marchette non le capisco. Comunque Farina avrà sbagliato su Baldoni, ma c’è anche gente che prima che giornalista è Cittadino che preferisce i metodi dell’intelligence cioè delle istituzioni a quelli di una magistratura svenduta alla politica e neanche incapace, piuttosto opportunisticamente inconcludente ovvero connivente, che è molto peggio. E personalmente preferisco di gran lunga un cittadino che difende il proprio Paese dalla minaccia di un terrorismo vile, ignorante e indiscriminato pur con un’etica professionale discutibile (accettandone però coraggiosamente le conseguenze) ad un audace cronista che vede solo ciò che vuole e rigorosamente in chiave antioccidentale. Sul piano strettamente professionale, almeno altrettanto discutibile.

  3. @ slowfinger
    beh spero solo che la prossima volta questi salvatori della patria vengano a prendere tua madre e la portino in Egitto per pestarla prima di avere le prove e poi Farina scriverà un pezzo su libero (?) dicendo ache anhe in Italia com’è successo in Inghilterra, ci sono Italiani fiancheggiatori dei terroristi che devono essere estirpati anche se si infrangono delle leggi (che stanno lì apposta ad essere interpretate da quelli come farina).
    Ho conosciuto personalmente ragazzi che con la scusa delle leggi speciali (almeno quelle erano state votate dal parlamento) antiterrorismo sono stati buttati in cella per mesi senza difesa e processi e poi rilasciati senza nbon dico le scuse ma almeno un’ipotesi di reato.
    Slowfinger, ficcatelo lì dove sai il “finger”…

  4. La differenza è solo una: fra chi va nei posti e chi sta al telefono (retribuito). Differenza sostanziale perchè chi va nei posti si rende conto di persona degli errori occidentali. C’è poi un’altra differenza. Ognuno sceglie il suo mestiere. I giornalisti sono giornalisti, quindi nè soldati nè politici nè spie.

  5. @ Gian Carlo
    Sono commosso dal tuo rigore argomentativo, forse te lo avrà inculcato la tua, di madre. Ti garantisco che la mia non recluta aspiranti stragisti come certi “ragazzi” né li difende, e che se lo facesse provvederei io stesso. I problemi nascono quando non si vuol vedere, salvo lamentarsi poi dele ingerenze nella “sovranità nazionale”, di cui si accorge solo in questi casi. Le prove sul vostro amico Abu Omar? Chiedetele alla stessa Procura di Milano, che poi se n’è “dimenticata”.

    Farina ha fatto quel che ha fatto da cittadino, dentro ogni giornalista dovrebbe essercene uno.

  6. Se Farina ha davvero preso il denaro è indifendibile. Ma solo da quel punto di vista. Perchè ci sono giornalisti che intrallazzano con i servizi e giornalisti che lo fanno con le procure e contro i servizi. In questo specifico caso, io so con chi schierarmi: se si passa da guerra no – intelligence sì a guerra no – intellegence no facciamo prima a dire che il terrorismo non vogliamo combatterlo.

  7. A proposito di argomentazioni serie. Farina non lo ha fatto da cittadino. L’ha fatto da vicedirettore di un quotidiano: pistando e depistando. A pagamento. Le opinioni sono rispettabilissime. I paraocchi no.

  8. A proposito di paraocchi, da cittadino Farina ha accettato l’incarico, poi lo ha portato avanti con le sue armi. Che in una guerra come quella in corso sono molto più rispettabili di chi si fa saltare in aria in pizzeria. Lo ricorda anche Ferrara in un’intervista al Corriere (c’è di meglio, ma tant’è) di ieri:

    “”Io lo assumerei immediatamente, se lo licenziassero”, dice Giuliano Ferrara. Perché, spiega il direttore de Il Foglio, Farina “sta dalla parte giusta”.

    Secondo Ferrara “in questa vicenda, che Giuliano Amato giustamente non sa se definire un sequestro di persona aggravato o un’operazione di polizia internazionale, ci sono due partiti: unoquello di due giornalisti perbene che esercitano al massimo la loro funzione deontologica e rivelano un caso di illegalità legato ai servizi segreti. I quai naturalmente nell’illegalità devono sguazzare, perché sono fatti apposta. Dunque, da una parteci sono questi due bravi giornalisti e lo dico con un’inflessione ironica molto lieve), che fanno la spola con l’ufficio del dottor Spataro, della Procura di Milano, che evidentemente gli fornisce delle informazioni, anche riservate. Il loro fondamentale supporto è una Procura che rilascia generalmente sospetti di terrorismo o anche persone riconosciute come reclutatori di terroristi. Questo è un partito. E se di fronte a questo partito, dall’altra parte Farina ha collaborato con il Sismi per operazioni coperte, intese a conurre quella che io considero la quarta guerra mondiale contro la guerra santa islamista, qualunque pasticcio abbia fatto si è comportato bene, a mio giudizio”. Ferrara non credenemmeno un poco all’imparzialità del giornalista. “Un lettore che pensa di poter leggere sui giornali una verità assoluta, è un cretino”. E prendere i soldi da un servizio segreto? Non è fuori dall’etica professionale? “Secondo me no. Io non credo nel giornalismo, credo nella politica, nella dimensione civile del giornalismo. Certo, poi c’è modo e modo di fare le cose. Si può essere chiari o pasticciati, anche nello sfumare fra legale e illegale, fra deontologico o non deontologico. Ma in una uerra il punto fondamentale è da che parte stai. E Farina sta dalla parte giusta. Quanto ai soldi, se uno fa due lavori deve avere due stipendi…”.

    Dunque, ribadisce Ferrara, “Farina lo assumerei, mmediatamente. Perché ci sono due modi di concepire il presente: uno è battersi e l’altro è arrendersi. Ma se un giornalista partecipa ad un’operazione coperta per salvare Giuliana Sgrena, va bene o non va bene? Se lo fa per salvare le due Simone, va bene o non va bene? Le regole di guerra sono regole di guerra. Se Farina è incappato in una piccola o grande battaglia, ha fatto benissimo. Spero solo che al magistrato abbia detto tutta la verità, rivendicando tutto. E che ne esca a testa alta”.

  9. Due lavori? Due stipendi? Bestemmie. E i lettori, non meritano rispetto i lettori che sono anche loro cittadini depistati? Linciaggio? Quando ha preso per i fondelli uno che poi è stato massacrato realmente come Baldoni cos’era, non era linciaggio? E neanche una parola di scuse alla famiglia. Uno che scambia il Qatar come teatro di guerra fa la guerra? Certo, le telefonate lui le riceveva da Doha e allora ha pensato che la guerra fosse lì. La guerra. Ma che bella parola. Neanche tanto scomoda, fatta da casa. Addirittura pagato (due volte). Altro che paraocchi. Tempo perso, solo tempo perso. Meglio occuparsi di cose più serie.

  10. Baldoni è un’altra storia. Non tutti i giornalisti sono inviati, e viceversa. E tra i lettori c’è anche gente che non sopporta di vedere trattati potenziali stragisti alla stregua di ladri di merendine. Anzi, neanche: tutto nasce da lì.

  11. Baldoni non è un’altra storia. Forse nella sua fine (misteriosa) c’entrano anche i comportamenti dei referenti (non più misteriosi) di Farina. In pieno rapimento quando parla di “teatrino” gli è suggerito da chi non crede al sequestro e che probabilmente proprio per questo si muove tardi, troppo tardi.
    Nessun cronista serio pensa ai terroristi come a ladri di merendine, ma pensa anche altrettanto seriamente ai marines che stuprano e uccidono e bruciano le ragazzine. E all’assurdità di una guerra diventata un pantano ingestibile. Un grave errore nato oltretutto da una bugia, come ormai sanno tutti gli americani.

    Per quanto riguarda gli inviati, c’è anche chi lo sogna e non ha le palle per andare in certi posti. Non lo dico io, lo dice lui. Si sente un eroe solo perchè è andato “vicino” all’Iraq. Non tutti i giornalisti sono inviati (ma tutti gli inviati sono giornalisti e di lusso) ma una cosa è certa: tutti i giornalisti non dovrebbero avere un secondo lavoro che spesso cozza con l’onestà del primo.
    Ma ora basta davvero. Ognuno ha gli eroi che si merita. Se li tenga stretti. Senza invidia.

  12. “Nessun cronista serio pensa ai terroristi come a ladri di merendine, ma pensa anche altrettanto seriamente ai marines che stuprano e uccidono e bruciano le ragazzine. E all’assurdità di una guerra diventata un pantano ingestibile. Un grave errore nato oltretutto da una bugia, come ormai sanno tutti gli americani.” Occhio ai giudizi di valore, Scaccia. E ai parallelismi spericolati, alle omissioni, alle inesattezze. In tre parole: al giornalismo militante.

  13. Io non milito con e per nessuno se non con la mia coscienza. Prendo soldi solo per fare il mio lavoro e non ho altra tessera che quella da giornalista. Militante è chi rivendica addirittura lo schierarsi. Nessuna inesattezza: notizie, cioè fatti non parole. Non ho l’ambizione di giudicare, ma racconto quello che ho visto con i miei occhi (non filtrato da nessuna telefonata) in quattro mesi d’Iraq. Le omissioni certo, ma qui non si può scrivere un libro di storia. Ah, io mi firmo sempre con nome, cognome e faccia. Non con un nick. Quindi occhio soprattutto al rispetto.

  14. Avere idee (oltretutto corroborate da esperienze dirette) non significa schierarsi. Significa semplicemente dire quello che si pensa. Diritto di tutti i cittadini, per un giornalista addirittura un dovere.
    Altro è attaccarsi a uno schieramento istituzionale, lavorare per una struttura parallela.
    Militante la considero un’offesa per chi fa il mio mestiere. Io non lo sono.
    Giuro, nessuna minaccia. Era per chiarire. Non voglio ragione, ma non mi piace chi (non so chi sia) mi fa: “occhio”. Occhio a che? O era quella una minaccia?

  15. Lusso è una parola forte, e le palle non servono meno per scrivere che per rischiare la vita. Dipende da ciò che si scrive e da come e su che basi lo si fa. Ecco perché per me resti un (grande) inviato, o un cronista. Per rendere l’idea suggerisco questo, anche se mi contraddice in parte: http://tinyurl.com/zrbbm. Tanto per rinfrescarsi le idee sulla qualità del giornalismo vero, e di quello senza compromessi. Quello alla da Montanelli in su, per intendersi. Altrimenti perché aspettare di vedere impantantanato un collega per parlare chiaramente (e finalmente) della tanto strombazzata Verità, anziché sul tuo blog? Il motivo lo so e lo rispetto, ma l’indifferenza vera al compromesso è ben altro.

    Vale anche per il tempo minimo richiesto per la replica su questo blog imposto da Macchianera. Che almeno sia chiaro prima che le discussioni vengano iniziate, perché si capisca che a queste condizioni sono per lui puro marketing e per noi puro tempo perso.

  16. Leggo qui di “magistratura svenduta alla politica” e di giornalisti che diventano “prima di tutto” Cittadini (addirittura con la c maiuscola), anche se contravvengono alle norme deontologiche, schierandosi in modo opinabile (e, a quanto sembra, a pagamento) ed usufruiscono, girandole ai lettori, delle istruzioni/informazioni dei servizi di intelligence. Questi ultimi vengono poi assimilati ad emanazione delle istituzioni anche se appoggiano azioni criminali da parte di servizi esteri. Va, meglio pensare che Mr. Lady sia un assorbente intimo con le ali e guardare la partita.

  17. Convengo con Slow su un punto, seriamente. Tempo perso. Tanto poi ognuno fa i conti con se stesso. Meglio guardarsi la partita.

    Anch’io ho avuto un momento di difficoltà, ai tempi di Farouk. Io avevo ragione (è stato stabilito al processo) ma in quei momenti sono stato “salvato” dai grandi maestri, soprattutto da un editoriale del grande Indro, maestro dei maestri. Gli scrissi due parole: “Grazie,ma in fondo era un atto dovuto. Perchè se faccio questo mestiere, la colpa è Sua”.

  18. Complimenti al tuo oculista e per il fine umorismo. Oltre che per la concezione stravagante del diritto costituzionale e internazionale.

  19. anch’io se non metto l’ultima parola non dormo, non importa se non significa niente.

  20. Giusto un paio di precisazioni:
    a) se siamo in guerra allora dobbiamo ritirarci lo dice la nostra costituzione, che vi piaccia o no.
    b) se sis copre un terrorista si deve arrestare non portare in Egitto e pestarlo
    c) Mancini e Farina sono due cittadini esattamente come me e devono rispettare le legii come me
    d) se i servizi di sicurezza hanno bisogno di un quaquaracquà come Farina (perchè questo è a tutti gli effetti)siamo messi proprio bene
    e) se vogliamo che la CIA faccia quel che vuole in casa nostra allora diamogli le chiavi che non ci disturbino quando rientrano tardi la notte e noi dormiamo

  21. Mah!Pattriottismo o meno qualcuno mi spieghi cosa c’entrano dossier (falsi) contro politici ed altri giornalisti con la lotta al terrorismo.

  22. Sacco di? ma arrendetevi alla netta superiorità intellettuale e morale di un uomo che probabilmente ha, seppur in minima parte, contribuito a non farvi saltare in aria il culo.
    Che ingrati. Amano il vecchio rincoglionito che scrive da cent’anni lo stesso articolo sul Corriere e se la prendono con Farina…
    Siete come Zidane!

  23. Il funzionario del SISMI arrestato è uno di quelli che ha partecipato alla liberazione della giornalista del manifesto Giuliana Sgrena.
    Se in Italia fino ad oggi non ci sono stati gravi attentati lo si deve anche a questo funzionario che ha fatto sempre egregiamente il suo lavoro.Questo arresto è chiaramente un favore a Osama Bin Laden.
    Non è un caso che col governo di sinistra in Italia si arrestino gli onesti servitori dello stato mentre vengono scarcerati BONPRESSI (assassino di un funzionario di polizia),si nomini segretario alla presidenza SERGIO D’ELIA (altro assassino di un agente di polizia).

  24. Però, stà a vedere che adesso la sicurezza nazionale dipende da gente come Farina!
    Ma va va va.
    Qui la lotta al terrorismo c’entra ben poco: nella questione sono saltati fuori falsi dossier contro politici e giornalisti volti a screditarli, carrierismo e una forte dose di incompetenza.
    Lasciate perdere….

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