Sottoscritta punto-per-punto la mozione, il senso della vittoria resta anche se al minimo sindacale. Non reggono le metafore calcistiche in quota astensionistica: perché se la vittoria è indiscussa, la vergogna – almeno quella – la lascerei all’avversario che t’urla come un ossesso nel tunnel degli spogliatoi:
…o, quasi-quasi peggio:
Mi sono permesso di far leggere le due succitate dichiarazioni a diversi amici che vivono all’estero – ormai valorosi quanto il Garibaldi uruguagio. Cristo santo: sarà che loro andando con la memoria indietro di qualche anno vedono quello che vedono; sarà che noi quelli con “Faccetta Nera” nel giradischi ce li ritroviamo allo stadio, magari avendo pure la sfiga di tifare la stessa squadra; sarà tutto quello che volete, ma non sono riusciti a ridere. Eppure di solito funzionava, con lo stesso capocomico.
Sarà forse perché «il risultato deve cambiare» è quanto di più terrificante (e scemo insieme) si possa sentire da chi ha appena perso una tornata elettorale? Dico: gli Stati Uniti hanno tutti i difetti di questo Mondo e sono l’ultimo al quale si può chiedere di risparmiare a quel paese mezza critica: però se vince un Bush, in qualunque modo vinca, fai fatica a trovare un Kerry che urli al sovversivo complotto macchinato da forze oscure.
Questi, peggio: mentre in un orecchio gridano alla congiura e accusano-accusano-accusano, nell’altro ti sussurrano come un’amante disperata a gambe divaricate e in cerca d’attenzione (tradotto: tornaconto personale) che “sì, siamo disposti ad una Grande Coalizione“.
Poi questa storia dell’ingovernabilità mi convince fino a un certo punto: alla Camera c’è una maggioranza larga (67 deputati in più della CDL, lo stesso divario a parti invertite dell’ultimo scempio); al Senato il vantaggio è decisamente più risicato e tre parlamentari in più non garantiscono una tranquillità di governo che avremmo meritato più per colpe degli “altri” che per meriti “nostri”. Eppure – storia insegna – finora ho visto la tranquillità solo in chi poteva permettersi banchi vuoti in Parlamento, regalando all’italica patria un’immagine deprimente, volgare, sconsolante. Il bello è che hanno pure l’ardore per raccontarti le democrazie latinoamericane con fare burlesco, da cretini quali sono: per fare un esempio, irridono Evo Morales e lo caricaturizzano, mentre di là, in Bolivia, il governo MAS avrebbe di che insegnare. A tutti.
Invece questi, in Italia, ti parlano pure di vicinanza alle istituzioni: ecco, quali? No, dico, parliamo della stessa cosa? Quelli che t’invitano all’astensione quando conviene e poi, mesi dopo, ti chiedono un voto per il rispetto del condiviso senso civico? E ne ho detta una per “colpirne due”. Quali istituzioni, Cristo santo?
Voto per mandare a casa uno dei due, e quello sta lì a piangere per il broglio ordito dai marxisti-leninisti. Voto per assegnare un seggio, e quello confonde il Parlamento della Repubblica con gli anni del Liceo, dovendo evidentamente andare parecchio indietro con la memoria.
Chiudo: alla prima replica del corto che segue, tanti saluti e buona Passione.
Sottoscrivo e quoto quanto sopra.
E diamoci un taglio con la lamentela, è ora di rimboccarsi le maniche e darsi da fare!
Quoto
Si ma il conteggio dei voti è la prassi e si attua al termine di ogni votazione. Ma da semplice formalità,quando il margine è molto ampio, diventa vero e prorio affare di stato quando, come in questo caso, il numero di schede che divide i due schieramenti è esiguo.
scusate ma perchè quando fate paragoni con l’america citate sempre kerry e mai Al gore?
bush le elezioni del 2004 le ha vinte sono quelle del 2000 che ha rubato.
Io ho sentito Tremaglia parlare oggi di una possibile ripetizione del voto per gli italiani all’estero. Non ho ancora capito chi ha vinto.
boh? secondo me dovrebbero giocarsela a birra e salsiccie
vorrei postare una vignetta, ma vi rimando al link sul mio nome :)
“Certo bisogna farne di strada / da una ginnastica d’obbedienza / fino ad un gesto molto più umano / che ti dia il senso della violenza / però bisogna farne altrettanta / per diventare così coglioni / da non riuscire più a capire / che non ci sono poteri buoni.”
Morale: chi pensa che ci siano poteri buoni è un coglione.
E non l’ha detto il Caimano.
Ho scoperto oggi il tuo blog e volentieri lascio traccia del mio passaggio. Non posso che sottoscrivere parola per parola quanto scrivi, e sottoscrivere a mia volta la MOZIONE a cui ti riferisci (lo farei direttamente su quel sito ma non ho ancora capito se prende commenti, e nel caso, come li prenda).
Il sistema di scelta governativa si sta facendo sempre più somigliante a quei labirinti che vengono usati per le ricerche sui topi… Non mi pare ci lascino poi tanta “democratica” scelta. Tra l’altro ho alcuni amici che sono di destra e non volevano votare Berlusconi. Beh, non hanno votato affatto perchè anche loro avevano la sensazione di non poter scegliere…
bè, sono riusciti a scipparci la festa per la vittoria.. squallidi e furbi come al solito.
mai visto così tanti musi lunghi nella sinistra.
Sottoscrivo anch’io, non se ne può davvero più…
e pensare che abbiamo perso non perchè hanno votato,ma perchè non lo siamo andati…
augiri e figli maschi,femmine o altro,visto quello che passa il convento,opps,parlamento.
auguri fronte popolare…
curioso…qui si scrive..mah..comunque dire che si perso perchè non si è andati a votare è illiberale?
mah…si è perso senza votare..
Troppi trinariciuti in giro.
Ora è il momento di tirare fuori gli attributi:
– niente concessioni sulle presidenze delle camere
– non menarla troppo nei prossimi mesi con una fantomatica legge sul conflitto di intererssi ma puntare su una serie riforma del sistema radiotelevisivo che tolga la Rai dalle mani dei partiti (di tutti i partito!) e che butti Mediaset nel mondo del capiotlasmo vero, cioè del libero mercato. Una legge che aiuti la formazione di editori puri. Fatta questa legge si potrà perdere tempo sul conflitto di interesse ma a mio parere è questa l avera legge da studare, approvare e mettere in essere.
– mettere mano alla legge Biagi senza abolirla ma migliorarla (di molto)
– cominciare a pensare ad una riforma universitaria seria e mettere mano alla scuola pubblica riprendendo i fondi accontantonati per la scuola privata.
– mettere mano agli ordini professionali
– Open Source nella scuola e nella pubblica amministrazione
– etc, etc.