ridere senza bisogno di mostrarmi l’uccello”
(Lexi Amberson)
Questo post rappresenterà un caso principalmente per due motivi. Il primo è che, per una volta in cui un blogger uomo segnala una piacente blogger donna, nessuno potrà dire “ecco, vuole farsela” (perché, molto semplicemente, la blogger in questione ha altri gusti e ne va giustamente fiera: che si viva in un mondo malato, comunque, non si evince tanto dal fatto che qualcuno possa scorgere un interesse sessuale tra le righe di una recensione – ché indubbiamente esiste chi lo fa o, per lo meno, ci prova, anche su mezzi più tradizionali -, quanto dall’esistenza di una nutrita schiera di persone convinte che per davvero la gestione di un blog comporti un incremento nel numero di scopate totalizzate dall’autore).
Il secondo motivo è che quella che andrete a leggere sarà la prima segnalazione positiva che scontenterà l’oggetto della recensione.
Un motivo c’è, ed è che Lexi per prima non si prende sul serio, quindi figuriamoci se permette a te, che manco la conosci, toni encomiastici sulla sua persona.
Lexi si chiama Alexandra Suzanne Amberson, ha 19 anni, una madre che vive in Italia e un padre negli USA, e da più di un anno ha attraversato l’oceano per raggiungere la parte della sua famiglia che abita nella California del sud. Non è che sia spuntata così, dall’oggi al domani: è in rete da parecchio tempo e, suo malgrado, argomento di discussione su parecchi forum. Lei stessa si domanda perché qualcuno la citi nei commenti di Macchianera senza coinvolgerla, piuttosto che cercare di instaurare un rapporto diretto sul suo blog.
Lexi è orgogliosamente lesbica: nel suo mondo sono gli eterosessuali ad essere presi per i fondelli. Per una volta, finalmente, è francamente un piacere. E’ l’idea di mondo che ti fai quando ne pensi uno meno serioso, bigotto, più sereno e scanzonato di questo.
Molti dei lettori di Lexi arrivano sul suo blog attratti dalle foto sexy, o impostando su Google la chiave di ricerca “Stefania Prestigiacomo nuda”, e la maggior parte dei suoi e dei miei commentatori sono convinti, credo, che una lesbica sia soltanto una donna indecisa che attende di essere redenta da un eterosessuale. A parecchi di quelli che visiteranno il suo sito non saranno bastate le righe che state leggendo per indurli a desistere dal tentativo d’approccio o dall’impeto quasi missionario di convertirla per lo meno alla bisessualità. Lexi padroneggia un vocabolario sufficiente ampio da impacchettarli con quattro parole e rispedirli a mittente a calci nel culo.
Lexi si prende cura di una scuderia di otto cavalli. Nel tempo libero canta e suona la batteria in un gruppo country.
Lexi parla di tette, culi, fighe e pompini facendotela sembrare la cosa più naturale del mondo. Fino a che ti accorgi che effettivamente è la cosa più naturale del mondo.
Lexi, a dirla tutta, scrive da dio: staresti ore ad ascoltarla mentre, a scelta, racconta la storia di Pat Garrett e Billy The Kid; della nonna Alexandra e del suo amore in tempi di guerra, in una Svezia stretta tra la Norvegia occupata dai Tedeschi e la Finlandia alla mercé dei Sovietici; delle ambizioni discografiche di Charles Manson; di Paul Mc Carteney che scrive “Helter Skelter” perché invidioso di quanto erano rock gli Who.
Lexi parla spesso e volentieri di politica: per quel che scrive potrebbe essere considerata di destra secondo i canoni italiani, e di sinistra per gli standard americani. Però quando ti racconta della compagna del padre, democratica da una vita, che si commuove e l’abbraccia dopo aver ascoltato il discorso di Silvio Berlusconi al Congresso, persino tu, che da questa sponda dell’oceano la prenderesti per il culo, capisci che esiste anche quella metà di pianeta, che si fonda su diversi principî, e nella quale lenti attraverso cui osservi e giudichi il mondo non son più buone.
Quando Lexi parla di un suo viaggio dalla California al New Mexico, passando per l’Arizona, ti fa un po’ sentire come se fossi lì con lei. Ti sembra di essere lì anche quando è depressa e ha bisogno di distendersi, e allora “la notte, da sola, per il piacere di guidare e respirare il silenzio e tutto quello spazio intorno” imbocca la Interstate 15, quella che lì tutti chiamano “The Mojave Freeway”, che conduce fuori da L.A. e dritto nel cuore del deserto del Mojave e poi, volendo, a Las Vegas. E’ l’America che tu ami, esattamente come vorresti sentirtela raccontare.
Lexi, col tempo, è diventata per il sottoscritto (che non dirige un settimanale femminile, ma se lo dirigesse non esiterebbe un nanosecondo ad assegnarle una rubrica, così, su due piedi) una lettura coinvolgente e irrinunciabile.
Lexi, infine, non sopporta Macchianera. E non è per niente detto che abbia torto.
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