Il tuo ex padre.

Ora sarebbe facile, caro Bobo, sbatterti in faccia anche solo una minima parte dei comportamenti schifosi di cui fu protagonista il partito a cui ora hai bussato col cappello in mano. Parlo di ciò che fecero a Bettino Craxi che era tuo padre, lo era sino a ieri, e se ho detto schifosi è perché sto dosando le parole.


E faccio pure fatica a farlo, bisognerebbe scrivere di testa e non di stomaco, però vedi, gli articoli veementi fanno bene ai nervi, e poi piacciono molto ai lettori, sono come acquavite in mezzo al gelo, e ai lettori piacciono anche gli articoli che ricostruiscono quel che accadde in un dato periodo come quello dal 1992 al 2000, quando lapidarono il padre di tua sorella: da quel genere di articoli spunta sempre un particolare dimenticato, un fatto clamoroso rimosso, una frase censurata, tu leggi e alla fine c’è sempre la tentazione di chiedersi che accidenti noi stessimo facendo nel frattempo.
Tu sicuramente niente, Bobo, niente ieri, niente oggi e niente da tutta la vita: e se è una battuta becera fa niente, concedimela, in fondo è come le barzellette su Craxi e sui socialisti, gratuita come tanto fango che che i tuoi nuovi compagni di partito gettarono per tutto il decennio scorso: è il bagaglio umano di certi diessini intesi come odiatori professionali, intesi come iene che frattanto hanno smangiucchiato ogni visione craxiana con due lustri di ritardo. Hai presente?

Ma sì che hai presente.
E comunque certi articoli piace scriverli anche perché apparentemente facili, sputati con quel famoso risentimento che secondo te dovrebbe cedere il passo alla politica, perché il passato è passato ed roba da idealisti, al limite romantici e passionali, gente col libro delle vendette in mano, cose da involuti che al pari mio (e nostro, perché siamo tanti, Bobo) ogni volta la rimenano con la nenia dei voltagabbana e dei forcaioli, gente con cui far politica è impossibile, giusto? Gente che non guarda avanti, vero?

Vero, e tutto bene: se non fosse che qui non si vede un accidente, non c’è nessuna politica, non c’è disegno, né senso, c’è solo follia nel tuo passare ai Ds dopo aver fatto quello che De Michelis ha definito meramente “un casino pazzesco”, e che noi, più umili, sintetizzeremmo così: sei un traditore.

Di che politica vai cianciando, Bobo? Che ti parli, che comunicati stai rilasciando? Ma che puoi ancora dire? Da vent’anni la tua scansione politichese ha oggettivamente portato a nulla, ora a un nulla umiliante. Te lo dicono quattro straccioni che al tuo ex cognome però ci tenevano, quel cognome che abbiamo visto svendere a prezzi di saldo affinchè tu possa avere il posticino con lo stipendino e la pensioncina: e ringrazierai perciò gli ex lanciatori di monetine, gli scippatori del socialismo europeo, coloro cui neppure un suicidio e una latitanza parvero bastare.

Per un collegio di lenticchie, Bobo: per te che, da solo, non saresti riuscito a sfondare in politica neppure in dieci vite. E’ una cosa che fa un dolore vero, anche se non ci crederai. Un male vero. Tu magari penserai in fondo non è cambiato nulla, penserai solo di aver fatto l’ennesimo immemorabile passettino nel niente della politica.
No.
La tua biografia sarà fatta ed è fatta di due cose, Bobo. La prima è essere nato come figlio di Bettino Craxi, la seconda è l’essere passato con quelli che lui ha giudicato i propri assassini.

C’è una cosa che a noi (dico a noi ragazzotti innamorati del Craxi perdente e zoppicante) il tuo ex padre talvolta ci ripeteva la sera tardi: tutto vorrei, diceva, tranne che essere riabilitato da coloro che mi hanno ucciso. C’è chi ha incorniciato questa frase e l’ha appesa dietro la scrivania, e non sono io: è gente della tua ex famiglia, gente che ti ha definito “una tragedia familiare” quando ora si è fatta nazionale. Politica, diresti tu.

Non c’è perdono, non c’è pietà per chi pure già ne fece tanta: per esempio quando ti scappò quel “non mi sono mai considerato un craxiano” dopo il primo avviso di garanzia spedito al tuo ex padre: ma ora è diverso, dopo tanto tempo ci pensavamo anestetizzati e invece no, riusciamo ancora a rimanerci male, e non abbiamo davvero più pena né comprensione, ci piacerebbe solo chiederti se potresti farci il favore almeno di tacere, epperò sappiamo che non servirebbe: già ti vediamo a raccontarci che Fassino in fondo è una brava persona, che poi è vero, in un certo senso lo è, anche il boia è solo un esecutore, nel 1993 Fassino giudicò “nefasta” la politica del tuo ex padre e nel 1994 ne chiese l’allontanamento dall’Internazionale Socialista, ciò dopo che proprio lui aveva fatto entrare nel’Internazionale proprio il Pds: ma in fondo è poca roba, Fassino non è certo un Violante o un D’Ambrosio, dico i tuoi nuovi compagni di scranno, in fondo è anche vero che un tardivo e inutile pentimento Fassino in fondo ce l’ha pure avuto.

Ma ora sono solo e completamente affari tuoi.
Buona fortuna, Bobo, per certi versi addio. Divertiti a giocare a canasta coi tuoi nuovi compagni di bisbocce, divertiti ogni volta a bussare alla loro porta col cappello in mano. Quel cappello che mai è stato tuo.

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