Come si muore di tumore

Me lo segnalano, in due giorni, nell’ordine, Marcus, Notuno e Pierluigi, e non ho ancora avuto il tempo di scriverne.
Ma è ora, perlomeno, di segnalare anche qui. A Napoli si muore di tumore, e qualcuno al tumore sta dando una grossa mano.
Da leggere, e da riportare ovunque, come se fosse un viral.

Il post di Alex321 inizia così:

.: Come muore la mia terra (post incazzato nero) :.
(colonna sonora: Goblins – Profondo rosso)
Premessa.
Potrei sistemarlo meglio, togliendo qualche parolaccia e i riferimenti alle persone, e farne un buon articolo per AltreNotizie, o per il miglior offerente o per chi che sia. Ma non posso. Per farlo con taglio “giornalistico” dovrei essere più “freddo” nella narrazione, ed osservare le cose… non dico dall’esterno, ma quanto meno obiettivamente e soprattutto senza farsi trascinare dalle emozioni. E non posso.
Perchè sono coinvolto. Non personalmente, ma molto da vicino.

Proprio perchè sono coinvolto, preferisco di proposito un taglio personale. Un taglio da blog. Un taglio incazzato.

Continua

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37 Commenti

  1. Continuo a non capire perchè “andarsene”, “emigrare” è sempre vista come soluzione da vili. E “rimanere” e “combattere” come soluzione da giusti.
    Ma lasciamogliele queste terre mitiche, no? Dov’è il problema?

  2. Già. Uno le radici, mica se le può scegliere. Spero che se ne parli molto di sta storia. Se ne deve parlare.

  3. fabrizio non ha torto

    non confondiamo i due piani del ragionamento

    è comprensibile che emigrare sia una risposta che porta moltissimo dolore e che le radici uno non le sceglie
    è verissimo

    però, ha ragione anche fabrizio quando dice di non capire la contrapposizione coraggio/viltà riferita alla scelta rimanere/andarsene

    rimanere in certe terre è autolesionistico:
    poi, che uno preferisca stare in mezzo alle persone e alle consuetudini care, costi quel che costi, è ovvio

    ma la scelta di rimanere -se e quando è compiuta come atto di eroica resistenza civile- è una scelta perdente in partenza

    rimanere è una comprensibilissima scelta emotiva:
    il coraggio civile in certe situazioni è solo donchisciottismo

  4. Ma che c’entrano le radici e dove uno nasce. Io parlo di persone adulte, mica di embrioni come Buttiglione.
    Io mi riferisco a persone sui 25-30 anni, magari con un diploma e una laurea. Con una ragazza / un ragazzo. E che vogliono costriursi una vita.
    Ora, potete lavorare in tutti i paesi europei indistintamente. Inglese e Spagnolo lo si impara al volo. E via.
    Andatevene! Lasciategliela quella bella terra piena di rifiuti radioattivi.

  5. Ognuno ci faccia un post taggato Technorati: Acerra, Monteforte, Pellini, Tumori e poi scrivete alle redazioni di giornali, telegiornali e Striscia. Se almeno un messaggio su cento passa, forse qualcosa si muove.

  6. già fatto… p.s. da qui la gente non se ne va perchè è nata qui, ha la casa qui… perchè abbandonare la terra dove si è nati (anche se si vorrebbe sinceramente)… e così invece di “prendere e partire” alcuni decidono di “restare” … e combattere per cercare di migliorare la situazione…

  7. Di tutti quelli che conoscevo, della mia generazione, solo pochissimi sono rimasti nella mia città. Perché tutto questo non dovrebbe suscitare sentimenti di rabbia? Io la scelta di andarmene l’ho fatta, e non mi sento un vile, però la rabbia dentro rimane.

  8. Scusate se intervengo… su un posto che ho scritto io :)
    Allora… non capisco perchè la discussione vada sull’emigrare/non emigrare.
    Si può anche emigrare, con un po’ di coraggio anzi molto coraggio perchè si tratta di ricominciare da capo, per cui non è tanto una soluzione da vili.
    Quel che invece mi chiedo, anche ora, dopo il colloquio con T. che ho riportato, è: “ha senso?”
    Emigrare cosa comporta? Che liggiù resteranno solo “loro” e continueranno ad inquinare e scaricare? Comporta che ce ne andiamo tutti da un’altra parte.. e li si lascia indisturbati, facendo in modo che tutto ciò non cambi mai?
    Non so nè se sia giusto nè se non lo sia. Mi sto solo chiedendo se ha senso.
    Da piccolo mi avevano insegnato che in fondo la Terra è una sola..

  9. Alex, io parlavo di emigrare tutti. Tutti quelli che con queste storie non c’entrano. Sarebbe molto bello, e tanto alla fine con quei tassi tremendi di mortalità, la soluzione la troverà Darwin.

  10. Boh, a te emigrare sembra una cosa facile. Prova a far trasferire tutta la gente di quei paesi e città.
    Ma che senso ha emigrare, scusa? Sei “tu” che rompi a casa mia e devo sloggiare io?

  11. Fabrì, non ho capito. Se ne andassero le teste di cazzo e i mafiosi sarebbe meglio, no?

  12. Andarsene è davvero una cosa che vogliamo tutti, una cosa che probabilmente faremo tutti.

    2 Km dall’inceneritore, 1 Km dalla Montefibre, ecco dove vivo.
    Terra chiamata Triangolo della Morte.

    Come vorrei che questo post fosse tutto un falso.
    Non lo è. Per niente.
    Esiste un palazzo dove vivo io, proprietà della Montefibre. Ci vivono tutti gli operai o ormai ex-operai della fabbrica. 30 famiglie: in tutte, tutte, nessuna esclusa, negli ultimi 10 anni è morto almeno un componente per tumore o infarto. E molti altri sono malati.

    Andarsene è davvero una cosa che vogliamo tutti e chi avrà la possibilità non se lo farà ripetere due volte.

  13. ci sto dentro in tutto….sono una bloggerfriend di Alex, stavo a torre del greco, mi sono trasferita da un pò di anni, ormai…prima a roma poi nel nord-est(ero).
    Della questione emigrare come atto vile ne abbiamo parlato un sacco su napolibloggers. io sono andata via…sarei rimasta…ma la mia terra nn mi offriva niente…a che serviva rimanere per diventare vittima dell’insoddisfazione??? ho pianto tanto…ogni volta che ripenso alla mia terra mi si rimescola il sangue, ma ho tenuto duro….

    con alex parlavo del mare, in certi periodi ridotto ad un’immensa enorme discarica; si diceva che dentro ci buttavano di tutto…di acerra nn sapevo niente di preciso…ora so grazie ad alex, ma mi sento impotente….
    l’unica arma che abbiamo è il rumore..il casino….estendere la cosa a macchia d’olio….fare passaparola….io ci sto!!!!

  14. ci sto dentro in tutto….sono una bloggerfriend di Alex, stavo a torre del greco, mi sono trasferita da un pò di anni, ormai…prima a roma poi nel nord-est(ero).
    Della questione emigrare come atto vile ne abbiamo parlato un sacco su napolibloggers. io sono andata via…sarei rimasta…ma la mia terra nn mi offriva niente…a che serviva rimanere per diventare vittima dell’insoddisfazione??? ho pianto tanto…ogni volta che ripenso alla mia terra mi si rimescola il sangue, ma ho tenuto duro….

    con alex parlavo del mare, in certi periodi ridotto ad un’immensa enorme discarica; si diceva che dentro ci buttavano di tutto…di acerra nn sapevo niente di preciso…ora so grazie ad alex, ma mi sento impotente….
    l’unica arma che abbiamo è il rumore..il casino….estendere la cosa a macchia d’olio….fare passaparola….io ci sto!!!!

  15. io do ragione ad’alex e a farfallina la questione non e’ emigrare o no
    la questione e che chi resta ne fa come un atto di arresa a tutto
    quindi paga per trovarsi un posto di lavoro o alla mkeno peggio accetta di lavorare per quattro lire o euro che siano al mese e non solo questo
    io aggiungerei che qui non parliamo di vilta’
    chi se ne va’ lo fa a suo rischio e non e solo quello di soffrire per la lontananza della sua terra
    ma anche di non condividere la vita dei suoi genitori e rischia di ritornarci solo quando questi senza non ci sono piu’
    insomma non e questione di emigrare e questione di coscenza
    e se la trova uno che sta a roma cazzarola non vedo perche non la debba trovare chi la puzza sotto il naso c’e l’ha sotto casa sua
    si ragazzi ci vuole coraggio ad’andare c’e ne vuole a rimanere
    ma sopratutto ci vuole tanta coscienza civile
    se non per se stessi per quelli che un giorno voi dovrete assicure un futuro
    e questo non e tanto prospettivamente bello

  16. io do ragione ad’alex e a farfallina la questione non e’ emigrare o no
    la questione e che chi resta ne fa come un atto di arresa a tutto
    quindi paga per trovarsi un posto di lavoro o alla mkeno peggio accetta di lavorare per quattro lire o euro che siano al mese e non solo questo
    io aggiungerei che qui non parliamo di vilta’
    chi se ne va’ lo fa a suo rischio e non e solo quello di soffrire per la lontananza della sua terra
    ma anche di non condividere la vita dei suoi genitori e rischia di ritornarci solo quando questi senza non ci sono piu’
    insomma non e questione di emigrare e questione di coscenza
    e se la trova uno che sta a roma cazzarola non vedo perche non la debba trovare chi la puzza sotto il naso c’e l’ha sotto casa sua
    si ragazzi ci vuole coraggio ad’andare c’e ne vuole a rimanere
    ma sopratutto ci vuole tanta coscienza civile
    se non per se stessi per quelli che un giorno voi dovrete assicure un futuro
    e questo non e tanto prospettivamente bello

  17. Virginia, guarda che in questo caso non è una discussione generale se uno debba emigrare perchè non ha opportunità.
    Qui stiamo parlando di vita.
    È ovvio, sacrosanto e pacifico che l’attacamento alla terra, agli amici, alla famiglia alle strade, alla puzza financo; è molto bello ed umano.
    Ma qui si parla di centinaia di casi di tumore.
    E non c’entra nulla la coscienza civile. Quale coscienza civile, quale discussione, quale punto di vista, quale amore, quale famiglia, quale vita può avere uno che è morto?
    C’mon.

  18. Fabrizio, pare che non ti rendi conto di quello che scrivi. Andarsene su due piedi, EVACUARE. Ma che ti credi? Mica si parla di un cinema! Anche a voler prescindere dall’attaccamento alla propria terra, tradizioni, amici origini (che sono valori sacrosanti), ANDARSENE dovrebbe sempre essere una LIBERA SCELTA, non un obbligo per la sopravvivenza, se si parla di un Paese Civile nel quale ci ostiniamo a credere di abitare, s’intende.
    E poi centinaia di migliaia di persone credi che si spostano così, dall’oggi al domani? E dove vanno? E il lavoro? E la casa? E i soldi? Glieli dai tu che magari ti avanzano??

    Qui non si tratta di EVACUARE (che poi vista la situazione ci vedo meglio un Q), ma di fare DENUNCIA di una situazione intollerabile, che va avanti a dispetto delle Leggi, delle Regole, delle denuncie, delle VITE delle persone.

    Intanto ho fatto girare il link via email…

  19. Fabrizio, pare che non ti rendi conto di quello che scrivi. Andarsene su due piedi, EVACUARE. Ma che ti credi? Mica si parla di un cinema! Anche a voler prescindere dall’attaccamento alla propria terra, tradizioni, amici origini (che sono valori sacrosanti), ANDARSENE dovrebbe sempre essere una LIBERA SCELTA, non un obbligo per la sopravvivenza, se si parla di un Paese Civile nel quale ci ostiniamo a credere di abitare, s’intende.
    E poi centinaia di migliaia di persone credi che si spostano così, dall’oggi al domani? E dove vanno? E il lavoro? E la casa? E i soldi? Glieli dai tu che magari ti avanzano??

    Qui non si tratta di EVACUARE (che poi vista la situazione ci vedo meglio un Q), ma di fare DENUNCIA di una situazione intollerabile, che va avanti a dispetto delle Leggi, delle Regole, delle denuncie, delle VITE delle persone.

    Intanto ho fatto girare il link via email…

  20. Abbori’, ma tu te la sentiresti di fare lo stesso discorso per quelli che abitavano nelle vicinanze di Kiev nell’1986? Non dico di quelli che erano a 10Km (per i quali l’evacuazione era d’obbligo), ma di quelli che erano a 50-100Km dall’epicentro della catastrofe nucleare. O per quelli vicino a TMH nel 1979. O per quelli di Seveso. O di Bophal.
    Tutta gente per la quale si prevedevano incrementi di malattie tumorali simili a quelli del triangolo della morte di cui stiamo discutendo.
    Te la sentiresti? E mi spieghi che c’entra il paese civile? Questa è emergenza sanitaria.
    Via, scappare, evacuare.

  21. non la vedo assolutamente così. Un conto è un disastro non calcolato, improvviso, un’emergenza nucleare, lo scoppio di un reattore eccetera. E’ come se si parla di un incendio, si deve scappare.
    Un conto è la sistematica ed endemica tendenza a non rispettare le Leggi, inquinando e lasciando discariche abusive con la collusione della autorità. E’ cosa mooolto diversa.
    Poi certo, se uno ha la possibilità scappa, ma a me sembra che il risolvere le cose sia un DOVERE. Nessuno ti obbliga a rimanere se puoi non farlo, certo, ma ti ho già esposto come la vedo. Oltretutto tu tiri fuori il discorso della gente di 25-30 anni, così, come se si parlasse di un problema di opportunità di lavoro o disagio sociale. Checcazzo, ma 25 anni di pesante esposizione ad agenti notoriamente cancerogeni possono essere fatali anche 20 anni dopo che te ne sei andato. Può essere troppo tardi.

  22. Mah, chettedevodadì. Ovviamente puoi vederla come un lento deterioramento dell’ambiente negli ultimi 40 anni.
    Però concorderai che sulla situazione pregressa non si possono far modifiche, e le generazioni gggiovani questo se lo beccano e basta.
    Sull’esposizione hai ragione piena. Ovviamente la riduzione (emigrazione) comporta una notevole riduzione delle probabilità; ma sulla sostanza hai ragione.
    PS: Poi magari se a latere diciamo anche due parole sull’intuizione pasoliniana delle lucciole..

  23. verissimo, dico che infatti CHI PUO’ andarsene senza grossi sacrifici fa benissimo a farlo, che i singoli possono far poco per cambiare la situazione. Non mi sembra però che la cosa possa essere completamente generalizzata, ecco. Non deve diventare l’unica opzione, non può continuare sempre così. Speriamo almeno che la diffusione della cosa attraversoin la rete abbia un minimo, pur piccolo, contributo ad un cambiamento.

  24. io ho letto il post di Alex, ho letto il suo blog e ho fatto ricerche per conto mio. Ho pure letto le sue parole in classe. E c’è stato silenzio.
    Ecco, io penso che andarsene non serva a nulla. Può calmare la cosa per un pò, puoi tapparti gli occhi e stop. Ma se questa gente non ha esitato a riempire di schifezze un posto in cui viveva o lavorava, perchè dovrebbe evitare di farlo con altri? Lasciar fare [=andarsene?] significa permettere di perpetrare lo scempio non solo ad Acerra e territori limitrofi.

  25. io ho letto il post di Alex, ho letto il suo blog e ho fatto ricerche per conto mio. Ho pure letto le sue parole in classe. E c’è stato silenzio.
    Ecco, io penso che andarsene non serva a nulla. Può calmare la cosa per un pò, puoi tapparti gli occhi e stop. Ma se questa gente non ha esitato a riempire di schifezze un posto in cui viveva o lavorava, perchè dovrebbe evitare di farlo con altri? Lasciar fare [=andarsene?] significa permettere di perpetrare lo scempio non solo ad Acerra e territori limitrofi.

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