Perché uno dovrebbe stare lì a buttare giù un ulteriore post esplicativo quando ha commentatori arguti che – ancora senza password da autore, purtroppo – l’hanno già scritto (e scritto splendidamente) ancora meglio – probabilmente – di come l’avevi in mente?
Quella che segue è una sintesi di un lungo commento (potete trovarne la versione integrale in calce a questo post) di Babsi Jones, in risposta ad un appassionato intervento di Lia di Haramlik.
un commento su Macchianera)
L’intero Occidente ha pubblicato le vignette? No. Un giornale svedese e un giornale norvegese hanno pubblicato le vignette. Non mi pare problematico comprendere la differenza fra 2 (due) quotidiani e “l’intero Occidente”.
Avrebbe l’intero Occidente pubblicato quelle vignette? Ne dubito. Per milioni di motivi, che includono anche (anche, ma non solo) una “scelta di sensibilità”. Alcuni l’avrebbero fatta: non io, e poi ti spiego il perché. Altri non le avrebbero pubblicate, ad esempio, perché sono mensili che trattano di giardinaggio o perché, come me, semplicemente non gradiscono vignette. Di nessun tipo.
Perché un pezzo di Occidente adesso difende quelle vignette? Attenzione, sto per introdurre il rivoluzionario concetto che si chiama “causa-effetto”. NON le difende perché le avrebbe pubblicate, le difende perché qualcuno ha attaccato il disegnatore, lo ha minacciato di morte, gli ha hackerato il sito; e poi sono state bruciate delle ambasciate, sono stati minacciati tutti i cittadini di tutto l’Occidente (il riassunto è su Repubblica, continuate da soli a leggere quali geniali reazioni hanno prodotto i discoli “ingiustamente provocati”). E’ stata tirata in causa una cosa che non si chiama “muco nasale” né “vignetta danese”, ma una cosa che si chiama libertà di stampa e di opinione. Davanti a migliaia/milioni di persone che chiedono la testa di un disegnatore danese io dovrei nicchiare e dire: massì, diamogliela. Così stanno buoni. […]
Esiste una differenza basilare tra “sensibilità” e “diritto”. Se ci sfugge, siamo fritti come dei wanton. Possiamo anche consegnare la Costituzione alle ortiche, ché non ci serve più. La legge è fatta dai giuristi. I giuristi sono dei simpatici signori (si spera) che elaborano molte ipotesi e partoriscono delle norme e dei precetti che tengano conto di una “morale universale”, ovvero: i casi particolari possono rendere la faccenda assai problematica. Io capisco che esistano persone che vengono violentemente colpite da un punto di vista emotivo dall’esistenza dei panda rossi in calore e quindi risentono di choc culturale, però io non posso elaborare una legge ad hoc che proibisca a chicchessia di menzionare le parole: panda, rosso, calore. Perché di questo passo non avremmo delle Costituzioni, ma migliaia di volumi che elencherebbero tutte le fisime, le paranoie, le sottigliezze, le infinitesimali differenze culturali: un’opera demente. Siccome in Danimarca pare che i giuristi la pensino come me, tendono a ragionare per “concetti applicabili universalmente” (temo più o meno ovunque, nei paesi occidentali; per beffa suprema, la Danimarca viene considerato il paese più libero del mondo per quel che concerne la stampa), e siccome in Danimarca la blasfemia non è reato, della “sensibilità” nessuno tiene conto. E fa bene. Perché se non capiamo che differenza c’è fra “sensibilità” e “diritto” possiamo anche lasciar perdere di discutere. […]
Ho detto e scritto che chi ha incendiato le ambasciate è un criminale, e lo ridico senza problemi: spero vengano arrestati. Ho detto e scritto che le teocrazie non sono compatibili con il nostro concetto di democrazia, e lo riscrivo. Ho detto e scritto che l’Islam ha un gravissimo problema di gestione del concetto di “libertà individuale”, e lo riscrivo. E che ritengo il laicismo l’unica soluzione possibile per una pacifica convivenza, e le religioni, tutte, un rincoglionimento neanche tanto progressivo. Lo dico e non ho problemi a dirlo. Quanto al definire l’idea di libertà e la speranza di libertà un atto di narcisismo, beh: non voglio sapere come staremmo, senza questo grazioso vezzo che si chiama diritto di opinione. Mi pare un pochino più importante di un mascara waterproof. Forse ci pare un gioco perché ci è garantito. A differenza di parecchi, io credo che questa “garanzia” non sia eterna, e che vada difesa. Anche a costo di sembrare bambini capricciosi che strillano per potersi scaccolare il naso. Ai tempi del fascismo non sapevano di vivere ai tempi del fascismo, forse le proteste apparivano come bizze adolescenziali, chissà. Non vorrei che, per eccesso di sobrietà e rispetto della sensibilità altrui, fra 25 anni io stia a marcire dentro una galera per aver detto “non sono d’accordo”. Fra gli allarmisti e gli ottimisti siedo fra i primi. Se qualcuno vuole essere ottimista davanti a Beirut in fiamme e/o al fosforo su Falluja, si accomodi pure al circo. Ci sono ancora biglietti per lo spettacolo intitolato “Va tutto bene”.
un commento su Macchianera)
Babsi, non so a quali fonti tu attinga, ma non ho mai detto che gli 11 ambasciatori che chiesero il primo incontro a Rasmussen (uno dei pochi con i quali ho “solo” dormito, ahilui), avessero preteso il “ritiro” delle vignette.
Lasciamo stare lo stato della libertà di stampa nei paesi di questi, anche se oso supporre che si trovino ben al di sopra del nostro 74° posto in graduatoria: fanno parte di una comunità cosmopolita, abituata ad adattarsi agli usi dei luoghi dove il loro incarico li porta (mio padre ne faceva parte, parlo per esperienza diretta), e quindi erano ben al corrente che quello che scrive un giornale privato non impegna il governo del paese.
(Qui apro una piccola parentesi, perché in Italia la stampa, anche quella che non è “stampa di partito”, gode di finanziamenti pubblici, pagati anche con le tasse del milione e 200mila musulmani che vive e lavora in questo paese. Non so se la cosa sia analoga in Danimarca, perché in questo caso il governo avrebbe potuto prendere qualche provvedimento, tenuto conto che lo sconsiderato atteggiamento del quotidiano ha messo in oggettivo pericolo il bilancio dello stato).
Ma visto che ritieni che le agenzie di stampa siano una buona fonte di “approvvigionamento dell’informazione”, te voilà quelques-unes:
ISLAM: CARICATURE MAOMETTO, OCI E LEGA ARABA PENSANO A ONU
IL CAIRO, 29 GEN – Dopo il caso delle caricature di Maometto, la Lega araba e l’Organizzazione per la conferenza islamica (Oci) hanno annunciato di voler ricorrere alle Nazioni unite per ottenere una risoluzione che proibisca gli insulti alla religione. Il segretario generale dell’Oci, Ekmeleddin Ihsanoglu, di passaggio al Cairo, ha annunciato questa intenzione e il vice segretario generale della Lega araba Ahmed Ben Helli ha affermato che la Lega sta conducendo contatti con tutti i leader arabi e l’Oci per chiedere una risoluzione che “proibisca di insultare le religioni e preveda sanzioni contro i Paesi o le istituzioni che la dovessero violare”. IN NOME DELLA “LIBERTÀ DI ESPRESSIONE”, IL 10 GENNAIO, IL GIORNALE NORVEGESE MAGAZINET, HA RIPRESO L’INIZIATIVA DI UN QUOTIDIANO CONSERVATORE DANESE JYLLANDS-POSTEN E HA PUBBLICATO 12 VIGNETTE SATIRICHE SUL PROFETA, LA CUI RAPPRESENTAZIONE È PROIBITA DAL CORANO. LA PUBBLICAZIONE IN DANIMARCA, A SETTEMBRE, AVEVA SOLLEVATO UN’ONDATA DI PROTESTE NEL MONDO MUSULMANO, MA LA VICENDA SEMBRAVA SUPERATA FINO A QUANDO NON È INTERVENUTO IL GIORNALE NORVEGESE. Alcune organizzazioni musulmane hanno anche chiesto il boicottaggio dei prodotti danesi e norvegesi.(ANSA) AH 29-GEN-06 15:27 NNN
ANSA (EST) – 30/01/2006 – 23.45.00 ISLAM: CARICATURE, LA DANIMARCA ESPRIME RAMMARICO / ANSA
ANSA GIORNALE SI SCUSA. PREMIER RASMUSSEN, ‘IO NON L’AVREI FATTÒ (AGGIORNA E SOSTITUISCE SERVIZIO ANSA DELLE 19:37) (ANSA) – COPENAGHEN, 30 GEN – La Danimarca riconosce di aver offeso il mondo islamico con la pubblicazione di alcune vignette satiriche di Maometto sul quotidiano Jyllands Posten. Jyllands Posten ha presentato le sue scuse, con una lettera del direttore Carsten Justen diffusa dall’agenzia di stampa giordana Petra. “Non eravamo in contrasto con la legge danese, ma indubbiamente abbiamo offeso molti musulmani e ce ne scusiamo”, ha scritto il direttore riferendosi alle vignette. Intervistato dai due telegiornali danesi, il primo ministro Anders Fogh Rasmussen ha definito molto seria la situazione in cui si è venuto a trovare il paese ed ha preso le distanze dalle vignette satiriche di Jyllands Posten, una delle quali ritraeva Maometto come un terrorista con una bomba sul turbante. “Personalmente ho un tale rispetto per le convinzioni religiose delle persone che mai avrei raffigurato Maometto, Gesù o altre figure religiose in modo offensivo per gli altrì”, ha detto il premier, che ha tenuto nel contempo a ribadire che in Danimarca c’è libertà di stampa e che i media sono comunque liberi di scegliere le vignette che vogliono. Fogh Rasmussen ha consultato i diversi partiti rappresentati in Parlamento per assicurar loro che nel frattempo si stanno facendo tutti i passi diplomatici necessari per chiarire la posizione danese, soprattutto agli occhi delle autorità religiose dei paesi arabi. Le dichiarazioni del direttore del giornale e del capo del governo sono giunte al termine di una giornata intensa per le reazioni che si sono avute in Medio Oriente e per le critiche all’esecutivo e a Jyllands Posten venute dall’opposizione socialdemocratica, dai sindacati e dalla Confederazione danese degli Industriali, che invitavano ad aprire un dialogo con i paesi arabi e a compiere passi diplomatici per allentare la tensione. Tanto il governo quanto Jyllands Posten hanno dovuto prendere atto che il boicottaggio da parte dei consumatori musulmani si è esteso ormai dall’Arabia Saudita a molti altri paesi islamici e comprende non solo i formaggi ed il burro della grande industria lattiero-casearia Arla Food, ormai costretta a fermare la produzione in queste regioni, ma anche molti altri prodotti come il pollame e i farmaci che la Novo Nordisk ha dovuto togliere dagli scaffali delle farmacie saudite. La crisi che colpisce le aziende danesi potrà portare alla perdita di molti posti di lavoro e in mattinata il sindacato “Lo” aveva chiesto al primo ministro di prendere le opportune iniziative. Rasmussen finora aveva sempre rifiutato di occuparsi della vicenda sostenendo che il governo non può influenzare la libertà d’espressione di un giornale. PER QUESTO MOTIVO AVEVA RIFIUTATO DI RICEVERE 11 AMBASCIATORI DI PAESI ARABI CHE GLI AVEVANO CHIESTO UN INCONTRO. Ma tanto dal partito socialdemocratico quanto dal sindacato il premier veniva accusato di non aver agito correttamente e veniva sollecitato a cercare una soluzione. Anche Peder Thuborg, il direttore amministrativo di Arla Food, per la prima volta chiedeva apertamente al governo di “intraprendere un dialogo positivo con i tanti milioni di musulmani che si sentono offesi dalla Danimarca”. “Qui non si tratta solo di Jyllands Posten e della libertà di stampa che sono una faccenda interna danese – ha detto Thuborg – qui c’è tutta un’altra dimensione e sono certo che da noi non se ne sia capita la portata. La questione è di capire quanto la Danimarca abbia offeso milioni di musulmani. Come azienda noi non possiamo far nulla. Spetta alla politica estera danese, ai politici assumersi la responsabilità di risolvere il problem”. Dalla Novo Nordisk arrivavano invece sollecitazioni a Jyllands Posten. “Scuse ufficiali potrebbero essere utili”, diceva il capo dell’ufficio informazione Mike Rulis e nei giorni scorsi anche il direttore dell’organizzazione degli industriali Hans Skov Christensen aveva invitato il quotidiano a “NON USARE LA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE SOLO PER DIFENDERE IL DIRITTO A STAMPARE QUELLO CHE HA STAMPATO, MA ANCHE PER SPIEGARE COME SI PONE DI FRONTE ALLE CARICATURE DI MAOMETTO CHE HANNO UMILIATO ENORMI GRUPPI DI PERSONE”. Quanto a Jyllands Posten, il sito web del quotidiano è stato assalito dagli hacker per la terza volta in pochi giorni e non è stato possibile accedervi su internet. Anche altri media danesi hanno subito la stessa sorte durante il fine settimana ed ora da una rete elettronica danese vengono lanciati inviti a fare altrettanto nei confronti dei media arabi e a boicottare i negozi gestiti in Danimarca dagli immigrati musulmani. Il clima ha rischiato di farsi ancora più acceso, in un paese che non è alieno a sentimenti xenofobi. Per evitare che nella società si venga a creare un’estrema polarizzazione di posizioni contrapposte, un gruppo di musulmani moderati residenti in Danimarca ha convocato per sabato prossimo un incontro nella sede del Parlamento per arrivare ad elaborare una dichiarazione rivolta ai paesi arabi. Lo ha annunciato all’agenzia Ritzau il parlamentare radicale, oriundo siriano, Naser Khadar, che ha invitato i danesi a non boicottare i negozi degli immigrati islamici e la comunità islamica a non esacerbare i contrasti. (ANSA). BA 30-GEN-06 23:43 NNN
Quindi come vedi, nessuno ha chiesto la censura, ma delle semplice scuse e dei “distinguo” dalle posizioni di quel giornale di “centrodestra moderato”.
Se avessi tempo, mi metterei anche io a googlare per tirare fuori i nomi di quei buontemponi che uccidono i medici abortisti perché il feto è un essere vivente dice il papa, o di quegli altri che sono riusciti ad eliminare la teoria evoluzionista dai programmi scolastici in buona parte degli USA, o dei dollari pagati sottobanco per ritirare le denuncie per le violenze sessuali sui minori pagate dalle diocesi statunitensi e del resto del mondo, o delle ragazze schiavizzate nei conventi delle Magdaleno, o del boicottaggio di film, libri e programmi televisivi, della scomparsa dalle reti televisive di personaggi intelligenti ed agnostici, delle commistioni tra il KKK e le organizzazioni cristiane, della destra cristiana e l’antisemitismo, dei crocefissi di strass tra le mammellone delle soubrette televisive in epoca Adel Smith… Ma dato che on ce l’ho passo la mano, potresti farlo tu, no? Ti leggerei volentieri.
Mi piacerebbe che evitassi di generalizzare: in fondo siamo un miliardo e quattrocento milioni di persone alle quali è toccato in sorte essere musulmani. Molti ci sono nati, altri lo hanno scelto. Come in qualsiasi religione anche noi abbiamo i nostro beghini alla Pivetti, i nostri fanatici alla Kahane, i nostri ortodossi alla Lefevbre.
Personalmente sono cool, mi diverto, scopo, mangio, vado al cinema almeno 4 volte al mese, leggo un paio di libri a settimana, amo e odio. Non giro con il Corano nel marsupio e non uso nemmeno il marsupio.
Ho la fortuna di non dover vedere mio figlio morire di fame, o di aids, o saltare su una mian o diventare il “petit amoureux” di un soldato che m porta la democrazia col condom (se mi va bene). Sono cresciuta in giro per il mondo ed ho imparato a rispettare le persone che non conosco, la loro cultura, a confrontare alla pari con la mia ed a trovare punti di contatto piuttosto che punti di rottura.
Ho un senso dell’umorismo twisted e perlopiù genitale, non conosco a memoria nessuna sura del Corano come immagino tu non cosca a memoria un versetto della Bibbia o del Vangelo. Non me ne grega nemmeno di che religione tu sia, così come mi disinteresso di sapere chi sia il tuo attore preferito o la tua squadra di Lacrosse o di Hockey su prato (i miei sport preferiti) del cuore.
E questo no dipende dal fatto che prego a culo in su qualche volta all’anno: dipende dal fatto che mi chiamo Dacia e go voja de tromber, ciacolà, ridi e vair. Come te, e come Aronne Rosenberg, e Jeremy Oh e Carme Santillan.
Ma il fatto che mi prendi per il culo, toccando la cosa che ho di più sacra (ognitanto, mica sempre a tute le ore del giorno) ecco, mi fa girare le palle.
Facciamo che da oggi tu hai il diritto inalienabile di prendere per il culo la mia spiritualità e trascinarla in una fogna, e che io ho il diritto di bruciacchiare le tue ambasciate, visto che a te del tuo Dio non te ne frega assolutamente, ma un paio di mattoni mesi su con la malta ti rendono fiero di essere ciò che tenti di essere.
E poi gli esempi che fai, Go West… vallo a dire ai produttori de “Il Leone del deserto” mai proiettato in Italia perché rivelava che l’assioma “italiani brava gente” forse era un po’ una cazzata, e che le “faccetta nera, bella abissina” sorridevano issate sulla punta di una baionetta dopo che le teste erano state spiccate dalla tristemente nota “brava gente”.
Sai che ti dico, che in fondo mi dispiace che non sia riuscito il genocidio dei musulmani della Bosnia “pre-islamica”, e che oggi vi siano persone che ricostruiscono a fatica un mondo che è stato loro distrutto dai bombardamenti democratici del nostro governo D’Alema, chissà, con i cristiano a Sarajevo le cose sarebbero state diverse, neh?
Della Sarajevo creativa e artistica non resta nulla? Suppongo che sia perché delle persone molto cattive l’hanno rasa al suolo e le persone in questo momento sono impegnate a ricostruire, a cercare di fare pace con un passato di orrore. L’arte verrà, anzi, l’arte c’è già. Ma è musulmana, e quindi non esiste.
Respect, Dacia Valent
Dacia,
sono perplesso. Le ragioni del popolo le conosce il popolo, ma come faceva notare il Boston Globe, finora non abbiamo visto induisti incazzati con le popolazioni che oltraggiano i bovini cibandosene. Il problema che io e, credo, tante altre persone non arriviamo a risolvere è la lacerazione tra certe forme di Islam radicale e tutto il resto del mondo.
Se vuoi dire che le vignette, o illustrazioni, sono solo una goccia che ha fatto traboccare il vaso e che le vere ragioni sono altre, allora chiarisco che stiamo spostando completamente il fuoco della discussione, e che saranno quelle le più importanti. Ma allora sarebbe inutile scandalizzarsi per i disegni. C’è ben altro di cui scandalizzarsi.
Il capo della cultura del JP dice (da Adnkronos, qui che una campagna propagandistica ha mirato a “sollevare le folle raccontando […] che il Jyllands Posten è un giornale xenofobo di estrema destra […] Poi, che nelle vignette c’erano scene di sesso con animali, pedofilia, e Maometto raffigurato con la testa di maiale.” Chissà se è vero o no. Forse racconta balle. Certo, nella remota eventualità che invece fosse vero, potremmo anche supporre che le ragioni del popolo siano un po’ montate ad arte, talvolta.
Sulla questione del boicottaggio, non ho avuto la tua esperienza, ma ho avuto a che fare con diversi personaggi (dalle maestre di scuola agli ufficiali in caserma) che, a salvaguardia della pace comune, avevano l’abitudine di risolvere una disputa, anche non di loro competenza, prendendo le difese del gruppo più forte, salvo poi reincontrare altrove la parte più debole, per accidente, in altri contesti, ed evitarla o farfugliare scuse. È diverso dalla solidarietà, e siccome non mi è mai piaciuto tanto, sento dei dubbi nell’avallare la motivazione “sono tanti, è meglio che non s’incazzino”; forse mi scarseggia il senso pratico, non lo nego.
Tu dici tutt’altro, e parli di solidarietà verso i danesi: sarà pure, ma mi pare che il totale delle esportazioni verso l’Iran oscilli intorno all’uno per mille del prodotto interno lordo. Nel caso in cui altri Paesi si unissero, o che anche così lo stato sociale danese vacillasse di fronte a questa copiosa emorragia, sono pronto a contribuire per primo nell’aiuto diretto ai lavoratori danesi.
Mi astengo dal commentare le polemiche personali tra altri frequentatori, e aggiungo solo che certi episodi come quelli di Carmagnola, o la censura di certi film, non fanno piacere nemmeno a me; per fortuna, per i film possiamo rimediare. Ma mi pare che nessuno abbia preso le difese di certe censure, in questa discussione. (E per la precisione, quando ho usato la parola “imam” nel commento precedente, pensavo all’Inghilterra; ammetto e ribadisco la mia ignoranza dei dettagli.)
Pietro, onestamente dove sia tutta questa mia superiorità morale non lo capisco. Credo che sia un preconcetto tuo.
E gli assalti alle ambasciate mi fanno freddo, esattamente come a te. Forse sei tu che parli come se avessi il monopolio della preoccupazione.
Io avevo semplicemente fatto una domanda. Se una teocrazia esiste, in questo momento, ed è minacciosa, noi come reagiamo? Bush e i neoconi una loro idea ce l’hanno, e la mettono in pratica: bisogna attaccarli frontalmente ed esportare la democrazia. Si tratta di un’idea forte, che si può condividere o no. Io non la condivido.
Ma quello che emerge qui, invece, è un’idea un po’ più debole: la teocrazia esiste, non è compatibile con la mia democrazia, e allora io faccio finta di niente, reclamo il mio diritto di occidentale democratico a essere libero e a scherzare su qualsivoglia profeta, e se i teocrati s’incazzano è perché sono brutti e cattivi.
Certo che sono brutti. Certo che sono cattivi. Ma provocandoli cosa risolviamo, esattamente?
Ho letto con molto interesse gli interventi di Dacia Valent, e sono contenta di averlo fatto; temo che in una teocrazia non avrei potuto farlo. Né lei avrebbe potuto scrivere ciò che scrive. Perciò sottoscrivo, tutto sommato, il post del Gneri.
appoggio settemod.
Dacia: too much. Dal momento in cui pensi che a Sarajevo “l’arte islamica” verrà (un’arte “sacra”, suppongo? E perché deve escludere quella di Imamovic, di grazia?) e credi che la censura nei confronti di “Go West” sia dovuta ai cattivi croati e ai cattivi serbi che dodici anni fa hanno “raso al suolo” la città (degli 80.000 cristiani, romani e ortodossi, e degli ebrei sefarditi cacciati, per non parlare delle piccole etnie come i rom, notizie? Pervenuti? No?), pazienza. Il regista, che è musulmano, la pensa diversamente. Io vorrei che venisse proiettato anche “Il Leone del Deserto”, ma che te lo dico a fare? Continua la logica del “noi non vi proiettiamo questo film” MA/DUNQUE noi “non vi proiettiamo quest’altro”. Bravi. Svuotiamo i cinema, mi raccomando, facciamo a gara per vedere chi censura di più, chi censura meglio, chi ha il dio più potente seduto dalla propria, o la morale più fulgida :)
Maria Josè: già il fatto che non si comprenda, leggendomi, se sono filo-Milosevic o meno, dovrebbe dirti che di manicheo, in me, c’è proprio poco. C’è molta irriverenza, casomai: mi interessa buttar giù i Portatori di Certezze Assolute dai loro piedistalli. Su Milosevic, posso dirti che non era un dittatore né un “colpevole unico” come si vuol far credere per giustificare le infamie del Vaticano, degli europei (in particolar modo della Bundesbank:) e di Clinton; era un grigio burocrate arrivista, residuo di un socialismo sclerotico (un socialismo che somiglia molto alla sinistra di oggi: Tito era specializzato nel dichiarare “siamo tutti fratelli, va tutto bene”; ci si scannava nell’ombra, si rimandava il problema; il problema “rimandato” ha fatto giusto 1 milione di profughi e centinaia di migliaia di morti…), e come tutti i grigi burocrati arrivisti ha fatto danni inenerrabili. Né più né meno dei suoi compari Tudjman (“grazie a Dio mio moglie non è né serba né ebrea”) e Izetbegovic, prodotti dello stesso brodo ipernazionalista e furbetto, che ha fatto molta leva sul “sacro”. Agli sciocchi il sacro sembra sempre vitale. Tre sclerotici arrivisti assetati di potere producono una deliziosa guerra civile mascherata da guerra santa: tutti e tre mancavano di ironia, per altro, e censuravano la satira. L’uomo che ha scritto “I signori della guerra”, raccontando quanto i tre si somigliassero per stupidità e per violenza ideologica, oggi è sotto processo e censurato, e si chiama Matvejevic: è un uomo scomodo dovunque decida di andare. Quello che ti sfugge è che il manicheismo sta nella contrapposizione “islam-fobia di destra” e “islam-filia di sinistra”. Il partito di estrema destra danese è becero né più né meno degli imam che lanciano fatawa di censura. Quanto ai moderati che tu lodi, avrei voluto vedere una maggioranza di moderati per le strade, ma a detta dei takes della Reuters e del numero di morti, feriti, scontri e incendi a cui stiamo assistendo non mi pare proprio che abbia prevalso lo spirito islamico moderato: c’è stato, sul blog ho segnalato lettere molto sensate di lettori musulmani della Bbc, ma è stata una minoranza – per nostra e loro sfortuna. O forse perché a vincere sono le sclerosi, e fa comodo che vada così. Fa comodo da entrambe le parti. Vorrei anche domandare se a qualcuno viene in mente un precedente simile in “casa occidentale”. A qualcuno viene in mente un episodio in cui centinaia di migliaia di abitanti di New York, Cuneo, Goteborg e Glasgow siano scesi in piazza a bruciare le ambasciate tutti contemporaneamente? Quando accade, abbiamo la decenza di poterli definire “atti isolati di vandalismo”. Se tu quello che sta accadendo lo puoi denonimare “atto isolato”, beh, auguri. Se questi sono i moderati, il prossimo passaggio conduce a cosa – “nuke Denmark”? Cos’è, la risposta a Enduring Freedom? Siamo in ottime mani, prenotate l’ossario. Il paragone con Genova può essere interessante: anche a Genova parecchi cercavano lo scontro, e di due fazioni contrapposte; resto convinta, e so di esprimere un’opinione impopolare, che la violenza non sia giustificata, neanche per dimostrare contro un summit dei potenti imperialisti o per difenderlo. Ancora convinti che la rivoluzione passi attraverso vetrine di banche infrante? Che la sicurezza passi attraverso il poliziotto in assetto da guerriglia? Addio speranze.
Leo: Cosa facciamo per “combattere” le teocrazie? Io toglierei il verbo “combattere”, credo siano processi di evoluzione culturale, non “traumi”. Se avessimo la risposta, una risposta valida per una soluzione rapida e indolore credo la staremmo *tutti* proponendo: io, per cominciare a scardinare graziosamente le teocrazie, passerei dal laicismo, non so tu. Facciamo una cosina: intanto che evitiamo di esportare vagonate di uranio impoverito, evitiamo anche di adeguare le nostre (insufficienti) democrazie (ma democrazie) alle teocrazie altrui. Perché sennò, poi, il problema è che ci ritroviamo con zero democrazie, molte teocrazie e un sacco di guai. Sul fattore “provocazione” io non ci ritorno più: ho già ripetuto 4 volte che differenza passa fra “provocazione” e “libertà di pubblicazione”, alla 5a ci danno un premio per il miglior loop dell’anno? Infine: cosa distingue il mio post/commento da Oriana Fallaci? Per cominciare io vorrei sapere quanti, alla fin fine, hanno letto la Fallaci: letto, e verificato quanto scrive. Perché a leggerla, se non si parte dal pregiudizio “Oriana-puttana-fascista” che non mi pare granché costruttivo (né modernista), un bel po’ di dati interessanti li si trovano. Quello che non funziona in Fallaci è una certa furbizia ben confezionata: ci ricorda “il pericolo Islam”, che c’è, ma non ci dice cosa accade, ad esempio, a tenere popoli interi sotto embargo per anni, a bombardarli, massacrandoli, per invaderli e occuparli: è un’analisi “stringata”, e procede in una direzione sola, la sua. Offre soluzioni semplicistiche: avrei preferito un’analisi molto più approfondita e senza soluzioni a tutti i costi. Non bisogna avere questa ansia da “soluzioni”, e credere che le soluzioni siano facili è un brutto esempio a) di superficialità b) di malizia. Ora, per quanto Maria José si stia convincendo che io scriva seduta sulle ginocchia di Borghezio, io ho scritto e lavorato anni per denunciare i crimini americani (se preferite, da nostalgici, i crimini “dell’Impero”). Il mio blog è lì, con tutti gli archivi. Lia mi conosce da parecchio, e sa quanto materiale ho fatto passare per denunciare i crimini israeliani in Palestina (io parto da Sabra e Chatila, a dire il vero, perché ho una certa età:), i crimini americani in Iraq e in Afghanistan, per pretendere la libera circolazione dei cittadini del mondo (a proposito di distinzioni fra me e Fallaci, nevvero?), e potrei continuare con un elenco infinito. Io sto osservando entrambe le facce della medaglia. Ti dico: il metodo A è criminale, il metodo B è criminale. Il pensiero A è sclerotico, il pensiero B è sclerotico. Urge trovare un metodo e un pensiero C, proviamoci. Idealista? Può darsi: la real politik la lascio a chi di dovere. Il metodo C parte da un presupposto: non voglio Borghezi né Robertson né presidenti che bombardano in nome d’Iddio, e non voglio nipotini di Khomeini, esotisti nostrani affascinati dal burqa né barbuti imam che ci impongano il loro senso del sacro o che ci facciano saltar per aria i grattacieli. A entrambe le scuole di non-pensiero le sclerosi fanno molto comodo. Entrambi sono profondamente innamorati del potere e della repressione. Se questo ti basta per distinguermi da Fallaci, bene. Se non ti basta, francamente, non credo di poter dire molto di più. Ho scritto due lunghissimi post chez moi e alcuni commenti qui sul tema, e l’ho fatto per una ragione specifica: sto scrivendoci un libro, mi occupo di questa questione, in chiave balcanica, da anni. E, soprattutto, e qui posso anche sembrare insistente ma non m’importa: articolo 19. Libertà di opinione. Da questo non prescindo: per il bene di nessuno, per la sensibilità di nessuno, per il buon senso di nessuno, per la convenienza di nessuno. Perché la libertà di opinione *è* il bene di tutti, anche di quelli che credono che “in certi frangenti” possa essere dannosa. Per scelta non associo mai l’aggettivo “dannoso” al sostantivo “libertà”. E’ un ossimoro, il peggiore ossimoro che esista.
Gabriele: io penso che non bisogna tirarsi indietro per niente. E che non bisogna sottacere le differenze. Però, intanto i popoli extra-europei le differenze ce le hanno molto più presenti di quanto non le abbiamo noi. Noi si vive nella convinzione che esista una koiné di base alla quale tutto sommato aderiscono le varie zone del mondo, fatte salve le caratteristiche peculiari di ognuno,che però rimangono nell’ambito delle distinzioni secondarie. E’ una visione generosa ma smentita dai fatti. Ed è una visione che dietro il messaggio universalistico si nasconde, appunto, le differenze.
Quindi sai bisognerebbe capire quale immagine passa di noi verso fuori. Intendo dire quella intrinseca, di cui magari non siamo neanche consapevoli, non quella che indossiamo in giornate come questa facendoci paladini dei valori liberatori dei lumi e delle società moderne. Guarda che è una questione del tutto analoga al rapporto tra Stati uniti e Europa: noi abbiamo perfettamente presente le differenze, perché conosciamo la nostra cultura e al contempo siamo parte della loro. Gli statunitensi no, soprattutto prima dell’11 settembre non avevano la più pallida idea che le distinzioni fossero così marcate. Poi sono scoppiati i movimenti di piazza, il diniego francese, il malumore tedesco e ci sono rimasti malissimo. Un po’ come accade adesso a noi: ma come democrazia, libera stampa, economie liberali tutto ci unisce! Perché ci abbandonate nella battaglia per la libertà?
Io penso, anche per rispondere a uno dei punti iniziali di Babsi, che ci voglia assolutamente fermezza ora. Che si chieda che i responsabili dei danneggiamenti siano perseguiti. Tuttavia se si pensa che arrestare i più scalmanati annulli una mobilitazione di popolo, si fa un grave errore di calcolo, purtroppo frequentissimo nella storia. Perché sono incazzati tutti gli altri che non si danno alla violenza? Perché sono retrogradi e privi dell’umorismo? Sarà, non ignoriamo niente che ci suoni sgradito e teniamo duro sui nostri valori. Però penso ci sia dell’altro.
E poi la fermezza va presentata in quella particolare forma che si chiama diplomazia. Che non è affatto l’essere proni e arrendevoli. La diplomazia è l’arte di chi ha presente quello che vuole dire e ce l’ha così chiaro che non ha bisogno di urlarlo. Non è né il mostrare il culo per sfottere, né lo scoprirlo in segno di sottomissione.
ciao
Chissà perché mi trovo più d’accordo con Leonardo (http://leonardo.blogspot.com/2006/02/libert-quanti-crimini-in-tuo-nome.html) e Lia. Il fatto è che comunque la si voglia girare, una certa logica sembra portare allo scontro, un’altra all’incontro. Non lo so, è una questione di percezione…
Dimenticavo, se si vuole uscire dai limiti angusti di questa guerra de los carteles in corso, fatta di colpi bassi a suon di dichiarazioni, ci si può provare a chiedere come mai il Processo di Barcellona è diventato un mezzo fallimento:
http://www.google.it/search?q=barcelona+process+failure&btnG=Cerca&hl=it
Milano, oggi. Ore 17.
Dalla Stazione Centrale a Melzo in 2 ore. Gente in coda esasperata ma abituata. Gente che ascolta Radio 105. Gente che non sa e non vuole sapere nulla. Che la sera vuole la tv accesa a casa su un canale qualsiasi.
Questi e solo questi sono gli italiani. Siete voi, siamo noi.
Tanta chiacchiera sempre e solo su stronzate di cui non sappiamo nulla. Più libri e meno teoremi. Più vita e meno giudizi. Grazie.
Non entro nel merito della discussione semplicemente perchè ho sonno, perchè avrei tanto da dire. Ho letto tutti gli interventi, sto qui da tre ore ed i miei occhi strabuzzano senza sosta. Sono felice che ci siano persone che usano la testa, qualsiasi cosa dicano e qualsiasi idea abbiano. Sono verso Babsi (verso non nell’accezione latina di “contro” ma in chiave moderna “vicino”).Complimenti a Dacia e Babsi (due donne!!!che meraviglia) che si battono a colpi di lessico. Fantastico.
Luciano
Troppa confusione nasconde l’essenziale. Troppa gente cerca di salvare la faccia contestando l’opportunità di pubblicare vignette offensive e, magari, distinguendo tra satira e provocazione (mi pare che, a casa nostra, certa satira non se ne distingua affatto; ancora, si dice che la libertà di espressione cessa quando si offendono i sentimenti altrui.
Il discorso è troppo generico, è necessario scendere nel dettaglio:
1 – la libertà di espressione non giustifica l’offesa alla dignità ed all’onorabilità di altri: non si può dire che tizio é disonesto, se non è vero;
2 – la critica alle convinzioni di altri, anche aspra, può anche offenderlo: ma dire che non si debba permetterla significa introdurre la censura (la sociatà evolve proprio grazie alla critica delle idee ricevute e dei costumi prevalenti);
3 – autorizzare lo Stato a discriminare tra le espressioni innocue e quelle offensive significa rimettersi alla discrezione della maggioranza del momento … con tanti saluti alla libertà in tutte le sue declinazioni ed ai diritti fondamentali.
Che gente “de sinistra” si comporti diversamente, magari per inseguire teorie complottiste (a quando l’edizione militante dei Protocolli dei savi di Sion?), fa orrore.
“Ho letto con molto interesse gli interventi di Dacia Valent, e sono contenta di averlo fatto; temo che in una teocrazia non avrei potuto farlo. Né lei avrebbe potuto scrivere ciò che scrive.”
Schemi di pensiero e ragionamenti identici in tutto e per tutto alla migliore teocrazia, ma non quella di tipo mussulmano. Piuttosto di tipo americano.
Schemi di pensiero e giutificazioni filosofiche UGUALI in tutto e per tutto a chi esporta democrazia, impone sistemi elettorali, cala dall’alto modelli e stupito e meravigliato si indigna quando si ritrova il fondamentalismo che vince, ma democraticamente.
Voltaire si rivolterebbe nella tomba se sapesse che il suo motto “Non appoggio la tua idea, ma farò di tutto perchè tu possa esprimerla” sia usato tuttora per difendere due giornali di estrema destra che hanno sostituito facilmente con grande senso dei tempi e del “politically correct” l’ebreo all’arabo terrorista.
L’autore del post denota scarso senso del diritto, e perlomeno di buon senso, nel momento in cui afferma che la costituzione dovrebbe andare alle ortiche: c’è il meraviglioso articolo tre della nostra, di costituzione, che gli invito di rileggere al più presto.
Ma a monte di tutto questo la domanda è unica.
Perchè mai io ateo dovrei dire delle cose del tipo: “Dio sbadila merda”??
Qual’è il suo senso? Qual’è il suo fine, l’intento satirico, il senso di liberazione nel denigrare, criticare, ironizzare e condannare qualcosa in cui NON credo?
Risposta e stanchezza
Quella che segue è una risposta a Babsi Jones e, visto che ci siamo, a un po’ di altra gente tra cui il Neri. Non sapevo bene dove metterla. Tra l’altro sono anche avvilita. (Ah, quasi dimenticavo di mettere…
Babsi: io l’ho letta, la Fallaci, e ho pure “verificato” quanto scrive, nonostante l’assoluta mancanza delle fonti che caratterizza i suoi saggi.
Francamente: una che presenta il Cid Campeador come indefesso difensore della cristianità contro i musulmani ad ogni costo, è una che ha serissimi problemi a distinguere la fiction (fosse pure il “Cantar de mio Cid”) dalla storia.
Non che non si fosse già notato.
Per il resto, ti ho risposto sotto e sul mio blog.
‘Notte.
Purtroppo per la tua sicumera, Ulisse, ben più fondamentalista del mio tono e delle mie parole, io non stavo parlando dei “due giornali di estrema destra”, ma dell’intervento di commento di Dacia Valent a QUESTO post, in cui la questione è un’altra, se hai avuto la pazienza di leggere. Ripeto semplicemente che non avrei potuto leggere niente di Dacia Valent altrove, in “teocrazie” che possono essere Paesi del vasto mondo; ma anche – al limite – blog. E che per questo motivo, ben lungi dalla presuntuosa “esportazione di democrazia” anche solo nell’appartamento del mio vicino, IO, solo io, senza proseliti e senza crociate, sono d’accordo con il post di GNeri. O forse, il mio essere non credente è la cosa che vuoi combattere? Vedi, io questo mio essere non credente non potrei difenderlo né in alcune scuole americane, né in alcune teocrazie, né in un sacco di altri posti. Qui posso.
The end.
Dove affermerei poi che la Costituzione “può andare alle ortiche”, io? Non lo credo, non lo penso, mi auguro che non accada mai. No, forse ti sei accalorato troppo e mi confondi con altri. Un saluto.
No Leo, tu avevi delle aspettative sui frequentatori di macchianera infatti hai scritto “Salvo che io avevo pensato di trovare, in questo sito, una posizione più consapevole”, come se la tua lo fosse di più, come se i commentatori di questo post fossero 4 fessi reazionari solo per il fatto che non giustificano la violenza derivante dal fanatismo religioso.
E poi, abbi pazienza, se 12 vignette sono una provocazione, “exterminate those who slander islam”, “butcher those who muck islam”, “behead those that insult islam”, “massacre those who insult islam” cosa sono?
Babsi ha scritto in risposta ad un post di Lia, la stessa Lia che, come ho ricordato in un altro commento, ci ha chiamato tutti a raccolta quando è stata minacciata con queste parole: “Questi sono talmente ignobili che andrebbero cancellati dalla faccia della terra.”
Sono le stesse parole che in questi giorni vengono urlate, nei cortei di protesta, dei seguaci dell’islam e dai teocrati brutti e cattivi, gli stessi che danno fuoco alle ambasciate in segno di protesta.
Perchè allora continuate a fare i distinguo?
Cerchiamo di ristabilire le proporzioni, credi forse Leo che son tutti buoni come te?
Pietro: quando un’associazione proisraeliana si è messa a diffondere i miei dati personali e ad annunciare che andavo “tenuta d’occhio”, io ho scritto che toccava innanzitutto ai proisraeliani prendere le distanze da questi metodi.
Se adesso ti degnassi di guardare la stampa araba, noteresti che trabocca di editoriali contro le manifestazioni violente, scritti da musumalmani ad altri musulmani.
Io ritengo che, in questo frangente, a me tocchi prendere le distanze – e spiegare perché lo faccio – dal comportamento dei MIEI conpatrioti, che parlano la mia lingua e che mi coinvolgono, per un’ovvia questione di nazionalità, in azioni che non condivido.
Così come a suo tempo non lo chiesi ai buddisti della Thailandia né tanto meno ai palestinesi, di prendere le distanze dai metodi intimidatori dei proisraeliani, non capisco perché si debba chiedere a me di ridurre ciò che ho da dire a una presa di distanza dai metodi dei manifestanti di Beirut.
Io posso, voglio e forse anche devo fare l’unica cosa che mi è possibile fare: dire ai “miei” che ritengo stiano commettendo un errore.
(Nota personale: mi spiace, ma il tuo gigantesco OT sulla libertà di stampa a Pechino, sul mio blog, non lo pubblico. Perché non c’entra un cavolo.)
Pietro, non lo so, mi sembra che tu mi stia scambiando per un tuo personale stereotipo culturale, che evidentemente ti sta molto antipatico. Ma non sono io.
Io non sono tanto buono, intanto. E comunque do per scontato che ci siano in circolazione stronzi assai più stronzi di me (l’ho anche scritto qui, se interessa). I fondamentalisti islamici, per esempio.
Io non giustifico il fondamentalismo religioso. Io sono sinceramente spaventato da gente che dice “exterminate those who slander islam” e che incendia le ambasciate.
Ma proprio perché riconosco che il fondamentalismo religioso esiste, non capisco che senso abbia provocare tutto l’Islam. Tutto: compreso i milioni di fedeli che oggi non sono integralisti e domani potrebbero diventarlo.
Quello che da noi appare una battaglia per un punto d’onore (come se astenersi dal raffigurare il volto di un profeta fosse un’orribile limitazione alla nostra libertà di espressione), dall’altra parte del mediterraneo suona come una semplice provocazione, e un aiuto concreto agli integralisti.
Sentite Leo e Lia, io vorrei essere libero di giudicare azioni violentissime come quelle dei fanatici religiosi dell’islam per quello che sono, azioni violente e criminali, senza per questo doverle giustificare in quanto reazioni generate da quattro vignette satiriche e senza per questo essere considerato nè un idiota (Lia) nè un teocon (Leo).
Il vostro continuare a giustificare la violenza di questi giorni sulla base di un’offesa alla sensibilità, di chi si abbandona completamente ad un dio, cozza pesantemente con il concetto di diritto ben esplicitato da Babsi, ritengo che in nome di dio, qualsiasi dio, non sia ammissibile esercitare alcun tipo di violenza, in quanto lesiva dei diritti di tutti gli altri per i quali questo dio non è il dio di riferimento e per tutti quelli, come me, per i quali non è nient’altro che una proiezione rovesciata dell’imperfezione dell’uomo.
Se tu credi Leo che, con un fondamentalista islamico/cattolico/ebraico, reso cieco dalla fede, per il quale ogni comportamento/modo di vivere deve essere rimesso a dio e proprio per questo sordo a qualsiasi concetto che dica il contrario o che contrasti con i comandamenti divini (vedi il preservativo per gl’integralisti cattolici ed il burqua per quelli islamici), sia possibile il dialogo e vivere in pace, accomodati: mi sembra invece che al contrario in questi tempi e storicamente il dialogo non è nè è stato possibile.
Sì Leo, a mio parere la democrazia non è compatibile con la democrazia, sono due concetti antitetici che non possono convivere proprio perchè la teocrazia, come ben sai, deriva da un potere divino che non concede diritti a chi questo potere divino non riconosce.
Io non sto facendo alcuna battaglia d’onore in quanto credo che sia una censura alla libertà di espressione non poter raffigurare il profeta maometto o chi per lui, satirizzando sulle sue fisime o sulle paranoie di chi crede fermamente ad esse, che facciamo, per non urtare la sensibilità dei bambini censuriamo quel capolavoro di comicità che è “Bad Santa” perchè lì Babbo Natale scopa come un riccio e dice le parolaccie?
La mia libertà finisce dove inizia quella degli altri, non è mica una concessione che lorsignori mi fanno a seguito del giuramento sui sacri testi. Pubblico le vignette del profeta mica impedisco ai credenti di continuare ad essere presi per il culo.
Cara Lia, seguendo il tuo ragionamento, anche la tua era una provocazione nei confronti di chi vede Sharon come il suo profeta, se giustifichi chi crede in allah misericordioso, perchè non fai lo stesso per chi crede in Sharon l'”assassino”? (ammetterai che ci sono state ben più vittime in nome del primo che dell’altro)
E perchè non giustifichi chi ritiene che la libertà di opinione sia dannossa per il popolo (altra religione)?
L’esempio come vedi non era clamorosamente OT ma anzi riguardava il vero nocciolo della questione: la libertà di espressione, di pensiero, la libertà di vivere senza dio.
Caro settemod,
penso sia tu che con sicumera abbia confuso i rilievi che facevo all’autore del post e quelli che muovevo alla tua affermazione.
E ho scelto propria la tua, perchè nella apparente logicità e calma si nascondeva a mio avviso tutto il sistema di giustificazione apportato dal 2001 ad oggi da chi pratica fondamentalismo politico, di qualsiasi specie e colore.
Il mio non essere credente lo difendo ogni giorno all’interno delle istituzioni laiche, e sicuramente non lo farò all’interno di chiese o parrocchie, proprio perchè sono al di fuori della mia “giurisdizione”. Da non credente non andrò mai in chiesa per interrompere il rito della comunione con una sonora pernacchia. Perchè significherebbe denigrare chi crede senza apportare la minima critica, anche lontanamente costruttiva. Così come è avvenuto per queste vignette.
E’ triste vedere come la politica degli opposti estremismi, che l’Italia ha subito ma superato grazie al grande senso democratico di alcuni, ora sia esportata al livello mondiale. E a differenza nostra con grande sucesso.
Cordialmente, Ulisse
Ulisse, ci vuol pazienza con te, ho scritto varie volte aggettivi al femminile, sono una donna,
mi riferivo OVUNQUE al fatto che né la Dacia né altre donne avrebbero potuto chiacchierare, su posizioni diverse, di politica (E di sesso come la Dacia fa compiutamente e giustamente nel suo pezzo), né di laicismo, né di molto altro, in teocrazie. L’estremismo di cui parli nasce con me (non so, sono estremismi? io la Dacia so di averla votata, se è la stessa persona e non uno pseudonimo) si chiama gender e c’è nel momento in cui vengo alla luce. Non so cosa sia il fondamentalismo politico di cui parli. Inoltre sostengo che mi confondi con altri, e vedo che mi saluti come un maschio, quindi è vero.
CarA settemos
chiedo venia.
Intanto, Pietro, Sharon non è ancora il fondatore di una religione (neanche Babbo Natale, se è per questo). E’ lecito mostrarne il volto.
Tutto il tuo discorso mi sembra ignorare la distinzione tra sacro e profano. Come se la laicità consistesse in una scorciatoia per non doversi occupare dei punti di vista degli altri. Sbagliato. Il laico, per definizione, è quello che tiene conto anche dei pdv degli altri. Magari per criticarli. Ma deve conoscerli. Se mi metti l’iconoclastia islamica sullo stesso piano di Babbo Natale, secondo me stai minimizzando. Alla grande.
A me non sembra di “giustificare” la violenza.
Io non credo che sia possibile dialogare con l’islamico integralista fanatico. Ma è possibile evitare che un islamico diventi integralista fanatico. Temo che per te non ci sia nessuna distanza tra i due.
Temi male Leo, in quanto in tutti i miei discorsi è scritto a chiare lettere integralismo/fanatismo islamico.
Peccato che stiamo discutendo proprio delle azioni criminali di chi è integralista, peccato che il “punto di vista” espresso, con estrema chiarezza, durante gli assalti alle ambasciate “mostrano il volto” dagli integralisti islamici.
E allora se Sharon è un assassino, gl’integralisti islamici sono dei criminali e se io lo esprimo pubblicando delle vignette in cui maometto accoglie i signori di cui sopra con la frase “sono finite le vergini” non faccio nient’altro che ribadire un dato di fatto.
Ancora convinto che si tratti di provocazione?
Temi male Leo, in quanto in tutti i miei discorsi è scritto a chiare lettere integralismo/fanatismo islamico.
Peccato che stiamo discutendo proprio delle azioni criminali di chi è integralista, peccato che il “punto di vista” espresso, con estrema chiarezza, durante gli assalti alle ambasciate “mostrano il volto” dagli integralisti islamici.
E allora se Sharon è un assassino, gl’integralisti islamici sono dei criminali e se io lo esprimo pubblicando delle vignette in cui maometto accoglie i signori di cui sopra con la frase “sono finite le vergini” non faccio nient’altro che ribadire un dato di fatto.
Ancora convinto che si tratti di provocazione?
Debbo una risposta a Babsi che forse se n’è già andata, però ho ancora qualcosa da dire, anche se non sono sicuro di essere in grado di esprimerlo con chiarezza.
Babsi turarsi il naso è quanto di più lontano dalla mia sensibilità. Non mi stupisco mai abbastanza di quanta fortuna postuma stiano raccogliendo a sinistra le massime di un onesto ma retrogrado conservatore come Montanelli. Invece che adottare anche a sinistra questo pessimo costume, sarebbe più auspicabile che dall’altra parte la smettessero di scegliere i propri rappresentanti turandosi il naso, che poi significa non prendersi fino in fondo la responsabilità delle proprie scelte. Quindi non posso che essere d’accordo con te quando ti fai un punto di onore e di onestà intellettuale del dichiararti filoserba. In un mondo in cui si passa con grandissima disinvoltura da un abito all’altro, si cambiano posizioni secondo l’opportunità del momento, è bene essere consapevoli della propria identità di partenza e non avere paura di dichiararla.
Quanto suggerivo di scendere a patti con sé stessi, facevo riferimento a un discorso che forse ho lasciato un po’ sottinteso. Quello dell’intellettuale che facendosi carico personalmente di tutte le sofferenze del mondo ne viene schiacciato. Venire a patti aveva il senso di conoscere i propri limiti e di affermare che una delle qualità essenziali di cui bisogna dotarsi è il saper preservarsi, sia come persone, che come pensatori e attivisti. La lezione di Alex Langer sarà stata inutile se non si realizza che l’intellettuale o il politico che non si protegge dalle vicende umane in cui è coinvolto rischia di farsi distruggere, o anche solo annichilire, e in questo fallisce nel suo compito, perché diventa inutile a sé stesso e alla “causa”. Non mi sembra una cosa tanto diversa a quello che tu dici sul “sapersi prendere una pausa”.
Poi guarda c’è un aspetto teoretico in tutto questo. Io penso che l’impianto di base dell’ideologia della nostra società, un misto di marxismo e liberismo con un’infinità di innesti successivi, sia entrato in crisi strutturale. E che sia successo con la fine della guerra fredda che ne era il corrispettivo materiale. Abbiamo avuto per un cinquantennio una teoria del reale che attraverso il dualismo est-ovest, socialismo-pensiero liberale, è riuscita con ragionevole approssimazione a descrivere soddisfacentemente il sistema mondo. Ora non più, scricchiola e manda degli spaventosi boati. Le fondamenta sono incrinate, andrebbero riparate.
Che c’entra con quello che dicevamo? C’entra perché si tarda a fare i conti con i raggiunti limiti del nostro sistema di pensiero. Ed è comprensibile perché rappresenta un’intera eredità culturale. Così, invece di rivedere massicciamente il progetto, si fanno delle varianti in corso d’opera per riadattarlo alla belle e meglio. Capita quindi che si cerchino disperatamente degli altri avversari a cui contrapporre l’occidente e riproporre una visione duale: è quello che fanno i teorici dello scontro di civiltà. Altri hanno elaborato teorie in cui si sostiene che la sopravvivenza di un’unica superpotenza avrebbe aperto una fase di benessere e progresso incontrastato: questi erano molto in auge a inizio ’90, ma gli avvenimenti successivi ne hanno smorzato l’entusiasmo. Altri ancora buttano alle ortiche tutto il materialismo storico e l’economicismo e si danno alla pura estetica: chiamiamoli i dannunziani, riscuotono grandi consensi, anche qui su macchianera. Poi ci sono quelli intellettualmente onesti, come te, che la deflagrazione l’hanno vista e non intendono minimizzarla.
Quelli che per esempio occupandosi del conflitto in ex-Yugoslavia hanno visto il concetto di “schierarsi politicamente” venire messo a durissima prova. Che hanno visto i balcani sprofondare nelle guerre fratricide nella quasi indifferenza europea. E che hanno dovuto rassegnarsi all’evidenza che le ostilità non sono cessate fino all’intervento armato statunitense, con l’Europa incapace di far valere il suo profilo diplomatico e pacificatore in un conflitto che gli è scoppiato in casa. Anticipando uno schema che avremmo visto più volte da allora: la Comunità che sulla carta è un gigante, ma che si fa nana e subalterna nello scacchiere internazionale, lasciando il passo al rude alleato che nel bene o nel male sistema tutti a colpi di missili e bombardamenti.
Che hanno fatto quelli così di fronte alla crisi evidente di valori e di pensiero? Secondo me hanno raccolto i pezzi e hanno provato a ricostruire un sistema di riferimento sulla base dell’esperienza quotidiana, senza cedere alle lusinghe delle teorie che vogliono spiegare semplificando ogni cosa, ma fidandosi invece delle piccole certezze, quelle che ci si conquista piano, piano. Qual’è il problema di un approccio del genere? Uno l’ho già detto: che si rischia di rimanerne polverizzati. L’obiettività assoluta e il farsi tramite fisico dei mali e delle storture del mondo può distruggere, perché va al di là della capacità di resistenza di un singolo essere umano.
L’altro rischio è di diventare afoni. Un attento e equo bilanciamento di ogni singolo avvenimento fa sì che tu non possa più scendere in piazza e urlare (scegliersi una causa a piacimento): ma porca puttana vogliamo risolverla questa lampante ingiustizia! Lo vogliamo fare ora?!
Non puoi farlo perché prima di parlare dei diritti del popolo Saharawi o del dramma di Timor-Est sei obbligato a fare una lunga premessa sulla storia e sulle vicende e sulle ragioni di tutte le parti coinvolte, in un caso o nell’altro. E spesso mettendoci in mezzo anche cose che c’entrano pochino col caso concreto in esame, ma che per noi sono diventati degli assoluti da cui non si può prescidere: come l’antisemitismo citato a sproposito, o il laicismo, o i precetti del Fondo monetario internazionale (questi ultimi non nel tuo caso, ma insomma fanno parte della vulgata).
Faccio un esempio: i fondi di Adriano Sofri.
Sofri che parli di Cecenia e terrorismo internazionale, o che parli dell’eredità della sinistra extra-parlamentare, dipinge sempre dei grandi affreschi in cui il novero delle colpe, delle ragioni e delle responsabilità di ogni soggetto viene enumerato con perfetto senso della misura. Alla fine di molti dei suoi articoli il saldo complessivo di ragioni e torti risulta a 0. Che dice Sofri al suo interlocutore? Dice, fidati ho fatto io i conti, siamo in pareggio, potremo progredire molto lentamente su questo e su quest’altro versante, ma stando bene accorti a non far cadere tutto l’equilibrio generale.
La sostanza del discorso di Sofri è quella di un marxismo che regredisce indietro a heghelismo e si fa araldo della razionalità del presente, quindi perdendo per strada una visione dinamica e tesa al cambiamento della realtà.
Questa cosa qui che denuncia tutti i limiti dell’approdo a cui è giunto il pensiero occidentale non solo non funziona più per noi, ma non contenti che il giocattolo si sia rotto, cerchiamo di sbolognarla in giro per il mondo. Invece di porre rimedio a una libertà di espressione “difettosa”, che permette sì di dire un po’ quello che ci pare, ma non tutti con le stesse opportunità, visto che il croupier che ci lascia giocare controlla una buona fetta dei mezzi di comunicazione, insistiamo per imporla a chi non ne vuole sapere. Che dire poi della nostra desensibilizzazione rispetto ai vari segnali di allarme che squillano all’impazzata da tempo? Sabato scorso in piazza Lima, nel momento di maggior struscio, c’era un bel banchetto di Forza Nuova, con tanto di simboli neo-fascisti e libretti celebrativi di Salò. Ma non c’impressiona più. Come non c’impressiona più di tanto che si demolisca il nostro assetto istituzionale: che vuoi fare, è disdicevole ma fa parte della dialettica politica, il sistema funziona, perché fanno quello che fanno legittimati dal voto popolare. E stica.
Quando tu, io, o chiunque altro andiamo a proporre al palestinese il nostro bel set di valori occidentali, la proposta che facciamo suona così:
“Caro amico palestinese,
noi siamo vicini alle sofferenze del tuo popolo, vogliamo che la situazione si risolva ed è per questo che siamo venuti qui oggi. Il metodo è questo, stai bene attento: devi laicizzarti, devi abbandonare la violenza, l’apertura alle importazioni straniere è tutta nel tuo interesse, e la liberalizzazione delle tue colture tradizionali un passo necessario, accetta il patto di libero commercio con Israele, dovrai comprare alcuni beni da loro a prezzo pieno e no non li puoi ricevere dai tuoi vicini arabi, è il prezzo della modernità, emenda i tuoi libri di testo, dacci un taglio con i retaggi oscurantisti, queste gag su Maometto sono da scompisciarsi, e sorridi una volta tanto!, sempre scuro, sempre torvo, ottimismo amico mio, mi raccomando via di forbici su quei minacciosi barboni che denotano un atteggiamento chiuso di fronte alla vita, e per piacere celebra e sii intimamente coinvolto dalla tragedia dello sterminio degli indios, della soppressione dei nativi americani e dei massacri giapponesi in Manciuria, perché se vuoi che ci si occupi dei tuoi problemi devi essere pienamente consapevole dei rovesci di tutti gli altri e delle pieghe oscure della storia, guarda noi, guarda Babsi, guarda Antonio Memo, guarda Adriano Sofri e Abraham B. Yehoshua, leggi come sappiamo ammettere i nostri errori noi e osserva i vantaggi della stampa libera, non sarebbe il caso di fare un po’ autocritica anche tu?
Ecco caro amico se saprai ottemperare a tutti questi requisiti indispensabili per entrare a far parte della cerchia degli illuminati, poi e solo poi, il sol dell’avvenire del mondo dei giusti che si compirà saprà dare un lenimento anche alle tue sofferenze.”
Secondo me è un discorso più messianico che laico, ma soprattuto non gira molto e il palestinese lo sa, e infatti ti risponde:
“Caro compagno internazionalista,
ho esaminato attentamente la tua brochure e non dico che mi abbia lasciato indifferente. Mi è grave ma necessario però comunicarti una cosa, e spero che non ti offenderai, con le tue tante e generose intenzioni. Quello che mi proponi l’ho già provato, perché tu stesso me lo avevi presentato all’incirca negli stessi termini diversi anni fa. A me piace, piace tanto il discorso sulla libertà e su un mondo migliore regolato dalla solidarietà dei popoli. Tuttavia come tu sai, i conti di casa li tengo io e ogni mese devo fare in modo che le risicate entrate ci bastino per tutta la famiglia. Quel tuo sistema innovativo che prometteva ottime prospettive di guadagno, bhe, guarda, insomma, purtroppo si è rivelato una truffa. Presente il multilivello, conosci i sistemi piramidali? Dai oggi cinque al mittente di questa missiva e in capo a un paio di mesi riceverai trentacinque? Ecco. Io i miei cinque a quelle persone di cui ti sei fatto garante tu le avrei anche date. Dopo tre mesi mi è stato detto che dovevo portare pazienza, ma che oramai facevo parte del giro, ero nel gruppo e che potevo considerarmi fortunato. Che gli dessi altri cinque, perché le cose marciavano a gonfie vele ma ci voleva denaro fresco da investire e che nel giro di 6 mesi avrei ricevuto ben 80 soldi, altro che 35! Da allora i rinvii si sono ripetuti e di tutte le volte che ho dovuto rinnovare la quota ho perso il conto.
In un’occasione, a onor del vero, due anni fa mi è arrivato un assegnino da 50, quando ormai ne avevo versato un ammontare dieci volte superiore.
A me sembra che in questa Mondo libero inc. (Freedomland? mi ricorda qualcosa) a guadagnarci siano solo i livelli superiori, vale a dire tu, i nordamericani, quegli altri investitori internazionali e i sauditi. Oltre ovviamente al contatto che mi ha fatto entrare nell’organizzazione, il mio vicino israeliano di cui voi vi siete fatti garanti.
Caro compagno internazionalista, amico mio,
sono arrivato a una conclusione di cui voglio renderti partecipe. Non sarebbe molto più semplice per me e per la risoluzione dei miei problemi, che invece di inchinarmi alle sofferenze del mondo e ai precetti della libera circolazione delle merci, mettessi al centro di tutta la mia azione il mio popolo, la mia storia, la mia religione e le mie ragioni? Mi sembra che in questo modo avrei qualche probabilità in più di vedere risolti i nodi che mi stanno a cuore. Tanto per come si sono messe le cose, peggio di così… Poi e solo poi se, speriamo, le cose andranno a migliorare un pochino, potremo pensare ai torti subiti da tutti gli altri e quegli altri gadget interessanti che mi proponevi. Prima noi e poi i gadget. Non prima i gadget e poi noi. Non ti pare giusto e logico?
Sai che faccio dunque? Io mi voto Hamas, che saranno anche dei tocchi moralisti e armati, però hanno dimostrato di essere onesti e soprattutto al vostro contatto che ancora ci chiede pegni di adesione al multilivello, gli rispondono picche. Pace? Quale pace? Qui non si è visto nulla che ricordi pace. Facciamo una bella cosa: invece del vostro contratto capestro, si firma una tregua, una tregua luuunga, pluriennale, senza concedere più di quello che realisticamente si potrà mantenere. Se tra una decina d’anni la tregua avrà retto e la nostra controparte si sarà mostrata affidabile, saremo ben disposti a parlare di tutte quelle altre cose che a voi premono tanto. Prima la fine dell’occupazione e dell’appropriazione di terre e poi la pace e tutti i buoni propositi. Non prima i buoni propositi per continuare indisturbati ad espropriare e sparare. Eh!”
Ecco il perché a mio avviso del voto ad Hamas. Il caso palestinese è particolarmente disgraziato e non riflette ovviamente le condizioni di tutto il mondo islamico, però è altamente simbolico e indicativo delle dinamiche nelle relazioni con l’altra sponda del mediterraneo.
Quindi si difenda la libertà di espressione ma si abbia ben presente il contesto e cosa passa del nostro messaggio. Al momento è un messaggio estremamente contradditorio e confuso, che non viene capito e suscita diffidenza. Se veramente si vuole comunicare lo si renda più chiaro.
Va da sé che se si vuole essere coerenti con questa battaglia qualsiasi attacco pretestuoso ad al Jazeera o Telesur dovrebbe cessare. A meno che non si pensi che libertà di stampa per cui ci si batte debba essere declinata in una forma ben precisa, quella del nostro modo di vedere.
ciao
Una precisazione.
La Yugoslavia, la Bosnia e Sarajevo sono esplose perché è scomparsa l’Unione sovietica. Il che è amaramente ironico se pensiamo quanto Tito si era dato da fare per costruire una “terza via”, distante dall’esperienza russa. Quello ha distrutto la multietnica esperienza di Sarajevo, non il fanatismo mussulmano, che ne è solo una conseguenza come gli altri nazionalismi in nome dei quali si sono massacrati.
Secondo me chi si è battuto per difendere Sarajevo e Belgrado dovrebbe battersi per impedire che venga gettato fuoco sulle convivenze tra diverse comunità presenti nel mondo arabo.
scusami Leo, tu dici: le teocrazie ci sono, cosa si fa? Non serve provocare. Ok, imo è sensato.
io non ho le idee chiare su tutta la storia, ma mi chiedo se la domanda non sia anche – e soprattutto: le vignette ci sono, qualcuno le fa, che si fa?
si tratta qui di “accorate difese dello sfottò cretino e della provocazione becera”, come dici tu, o del tuo diritto di affermarlo, che forse è figlio dello stesso diritto loro di esser beceri?
Perché, insomma, le accorate difese del rispetto per la religione si leggono in questi giorni anche sui giornali cattolici, guarda caso. E son mica meno pelose (e giù a compiangere l’indifferenza religiosa che conduce alla violenza e a una “errata concezione” del libero arbitrio: noblesse oblige, ce lo spiega l’Avvenire qual è quella giusta. Ma sto divagando)
chiarisco che la penso + o – come te: sono laico, auspico laicità ovunque, personalmente non provocherei nessuno, ritengo certe provocazioni cretine e certi sfottò beceri e mi pare (mi pare) che l’intento di quei signori non fosse allargare la libertà di satira e di espressione comprendendovi il profeta o la religione, ma colpire deliberatamente denigrandola tutta una categoria di persone usando quello che si aveva sotto mano, in questo caso la religione.
(diverso il caso se le vignette le avesse disegnate un musulmano, ovviamente. E ben più bello sarebbe difendere quel disegnatore rispetto a questi. Si allarga la libertà quando si colpisce un proprio tabù, non un tabù degli altri che a noi non tocca – in tale caso non si fa satira, ma si mette sotto qualcuno, un po’ mi si passi l’esempio, come quando da bambini si sfotteva tutto il santo giorno il bambino più goffo: bella forza….)
Ok, tutto vero: questi sono stronzi. Ma basta dirlo? (e da bravi l’abbiamo detto, così il mondo è salvo. Appelliamoci alla “sensibilità e ai bei tempi andati” e discutiamone un po’).
O c’è qualcosa in più da fare e auspicare, un atto concreto, cioè che ne sia vietata la pubblicazione? E come? In altri termini: che si fa con la decisione di “cosa pubblicare e cosa no”?
chiedo (ma non io, la discussione) un criterio: in italia so che c’è quello del razzismo e dell’apologia del fascismo: in questo caso si rientra in quei termini? Sì? E come?
Perché, ecco, codificare la norma “non si disegna il profeta o il padreterno”, o “non si disegna ciò che offende qualcuno”, a me pare un po’ complicato, e non so mica se sarei d’accordo.
ciao :)
visto che sopra ho parlato male dei giornali cattolici, per par condicio linko questo articolo di un cattolico, che magari può essere utile, insomma:
http://www.vibrissebollettino.net/archives/2006/02/tra_religione_e.html
“E allora se Sharon è un assassino, gl’integralisti islamici sono dei criminali e se io lo esprimo pubblicando delle vignette in cui maometto accoglie i signori di cui sopra con la frase “sono finite le vergini” non faccio nient’altro che ribadire un dato di fatto.”
Quale dato di fatto? Che siano finite le vergini?
Guarda che il problema non è la battutina (deboluccia, ma ci sta). Il problema è che i musulmani non ammettano che possa essere mostrato il volto di Maometto. Tutti (o quasi tutti): non solo i terroristi.
Pietro, se tu pensi che non tutti gli islamici siano integralisti, ammetti che ci sono islamici con i quali puoi convivere.
Cerchiamo di fissare i paletti di una tranquilla convivenza: a loro senz’altro non conviene urtare la tua sensibilità, e a te con conviene urtare la loro.
Uno dei precetti della loro religione è che Dio non è rappresentabile, perché ogni rappresentazione è potenzialmente un idolo. Anche il profeta non deve essere raffigurato, perché rischia di essere equiparato a un idolo (tutto questo si studia anche a scuola da noi. Alle medie).
Dunque sarà d’uopo evitare di raffigurare il loro Dio e il loro profeta. E non mi sembra che sia una colossale limitazione alla libertà di espressione. Ma sul serio, qualcuno si sente ‘limitato’ nelle sue facoltà dal divieto di non raffigurare Maometto? E’ una cosa che ci impedisce di vivere? Di pensare? Di criticare l’integralismo islamico e financo l’Islam? No. Ci impedisce soltanto di mostrare un volto di un tale che, tutto sommato, non sappiamo nemmeno che barba avesse.
Quando un musulmano italiano (un provocatore, senza dubbio) chiese la rimozione dei crocefissi dalle scuole, ci fu una levata di scudi anche da gente che in quel tizio appeso in croce non ci aveva creduto mai. E’ una questione di sensibilità.
Analogamente, se passa l’idea che in occidente ci facciamo beffe del profeta, è possibile che qualche islamico concluda che ha ragione Bin Laden, siamo solo degli stronzetti decadenti. E’ strategia della tensione. Il risultato è, per esempio, il sedicenne che spara a un prete in Turchia. Certo, dietro c’è chi monta una campagna dell’odio. Ma per quanto possiamo fare noi, dovremmo cercare di non alimentarla.
E con questo rispondo a Georg. Secondo me va equiparata al razzismo ogni offesa gratuita a una religione – una grande religione (sono incerto sui Mormoni e i Testimoni). Pensavo che questo fosse pacifico, ma visto che dopo una settimana c’è ancora chi non ha capito il problema della non raffigurabilità di Maometto, credo che ci voglia la legge. Non si bestemmia e non si mostra il volto del profeta. E nessuna delle due è una privazione bruciante alla libertà d’espressione.
Ma su macchianera non si possono attivare le anchor per i commenti? Insomma il link diretto a un commento non funziona…
Ci sarà un flag di MT da checkare: è comodo…
ciao
Me lo stavo chiedendo anch’io, Antonio.
Lo volevo pure da me, il commento che hai scritto.
il problema leo è che loro di divieti ne hanno parecchi… decidi tu quali rispettiamo e quali no?
Il “dato di fatto” è che gl’integralisti sono dei fessi (e ci vado leggero) se si aspettano di fare orge in paradiso con una moltitudine di vergini vogliose, tutto ciò è ridicolo, morire e dare la morte con il pensiero di fare in cielo tutto quello che sulla terra è indice di fornicazione: ed il profeta sarà anche senza volto ma è quantomeno discutibile quando promette doni del genere.
Ed io mi faccio una gran risata se le vergini “finiscono” e se mi permetti chi crede alle orge in cielo, idealizzando lo sverginamento, offende la mia idea di rapporto tra uomo e donna e allora che faccio, brucio una moschea pretendendo che venga modificato il corano e mi vengano chieste delle scuse?
Leo, c’è un problema nel tuo ragionamento ed è questo: chi si prende la briga di normare tutte, e quando scrivo tutte intendo proprio tutte, le sensibilità che esistono al mondo? E quand’anche questo venisse fatto come sarebbe possibile vivere senza urtare la sensibilità di qualcuno?
E la libertà di parola dove la mettiamo? E Irving che offende tutti gli ebrei negando la shoah che facciamo, lo impicchiamo?
Il tuo ragionamento, non raffigurare il profeta per quieto vivere, porta a questo, senza eccezioni, se valgono le eccezioni allora significa che alcune “sensibilità” sono più “sensibili” delle altre: fai tu la classifica di merito, io me ne guardo bene.
Perdonami Leo, ho letto adesso la tua classifica di merito in fondo al tuo commento.
Sono allibito, come misuri una “grande religione”? Perchè i mormoni no e neanche i testimoni di Geova?
E i valdesi e i quaccheri dove li metti?
Dico ma stai scherzando? Una legge per impedire le bestemmie? La tua si chiama censura altrochè.
Non ci posso credere.
Lia: ti va la posta? Prendi, prendi. Comunque penso che sia tutto sotto CC, anche se il disclaimer di Gianluca qui sotto non è chiarissimo.
ciao
Pietro, i quaccheri e i valdesi fanno parte della famiglia cristiana; i Testimoni e i Mormoni di solito sono considerati casi a parte. La mia era una battuta, comunque.
“Dico ma stai scherzando? Una legge per impedire le bestemmie?”
Pietro, non so da te, ma nel Paese in cui vivo io (la Repubblica Italiana) la bestemmia è un illecito amministrativo.
Quindi, come vedi, alcune sensibilità sono più sensibili di altri. Io propongo solo di ristabilire un certo equilibrio.
Naturalmente non sono io che devo decidere. Siamo tutti noi che dobbiamo metterci d’accordo, con molta serenità, su cosa ammettere e cosa no. Non solo è possibile farlo, ma in realtà lo stiamo già facendo da sempre. Discutiamo e veniamo a compromessi. L’alternativa è la guerra. Non vedo terze vie.
La brochure dei valori occidentali
C’è di buono che tutta questa discussione sulle vignette ha comportato delle inevitabili e interessanti riflessioni sul “chi siamo”, oltre che sul solito “chi sono loro”. Riporto alcune delle considerazioni con cui Antonio ha commentato la vicenda su…
La brochure dei valori occidentali
C’è di buono che tutta questa discussione sulle vignette ha comportato delle inevitabili e interessanti riflessioni sul “chi siamo”, oltre che sul solito “chi sono loro”. Riporto alcune delle considerazioni con cui Antonio ha commentato la vicenda su…
La brochure dei valori occidentali
C’è di buono che tutta questa discussione sulle vignette ha comportato delle inevitabili e interessanti riflessioni sul “chi siamo”, oltre che sul solito “chi sono loro”. Riporto alcune delle considerazioni con cui Antonio ha commentato la vicenda su…
Anche la mia, Leo, era una battuta.
Per quel che riguarda le bestemmie ho notato che il Veneto ha il più alto tasso di sanzioni per illeciti amministrativi, per quanto anche l’Umbria non se la cava poi così male
Facciamo una bella assemblea per metterci d’accordo allora: “un momento di attenzione prego, chi è favorevole all’inserimento nell’elenco della universale delle offese della vignetta di Andrea Pazienza in cui è raffigurato il papa che con un cocktail in mano e gli occhi verso il cielo pensa: “e se esistesse veramente? Ih! mavvedi cosa vado a pensare” alzi la mano, mi raccomando quelli che ritengono offensivo alzare la mano destra alzino la sinistra e non tengano conto di quelli che alzano la destra e viceversa” (battuta)
;-)
“Ma non ti venga in mente di prendere a calci in culo qualcuno, o di cospargere un’ambasciata di benzina, oppure a) dai prova di essere uno che ha commesso un crimine, cioè un criminale b) ti arresto. Tout court. […]”
Ah sì? Peccato, però, che ciò non valga per crimini come lo sgancio di bombe sui civili inermi.
Mi sembra ipocrita esigere dagli altri, che si trovano in una posizione oggettiva d’inferiorità economica e politica, invasi e bombardati in ben due paesi (Iraq e Afganistan), mi sembra ipocrita, dicevo, esigere da loro il rispetto della legalità.
Chi arresta Bush, il più grande criminale di guerra degli ultimi vent’anni?
Siceramente, gli incendi sono funzionali al clima di scontro di civiltà che questa provocazione-propaganda con le vignette ha voluto creare, ma, nonostante questo, dico che non sono niente, gli incendi, rispetto a ciò che gli stiamo facendo noi “occidentali”.
E chi non lo capisce, chi abbocca a queste trappole madiatiche, ingoiando l’esca di una falsa libertà, è ora che affermi chiaramente la sua scelta di campo: la guerra, la disumanizzazione e ridicolizzazione del “nemico”, lo scontro di civiltà e la barbarie a venire di questo secolo che si annuncia.
Non è escluso che tutto ciò serva solo a preparare la psiche dell’opinione pubblica occidentale a un attacco nucleare contro l’Iran, come dicono alcuni osservatori.
In nome – lo volete voi – dell’Occidente “superiore”, così bravo a ridere – degli altri.
Purtroppo continuiamo a mescolare capra e cavoli.
Pietro, i cattolici non proibiscono la raffigurazione del Papa (massì, lo so, stai scherzando). Però sono molto suscettibili su altre cose: vedi il famoso episodio di South Park con la Madonna che piange sangue “non” dagli occhi, sulla faccia di un vescovo. In Italia non arriverà ancora per parecchio. Certo, ti do atto che nessun chierichetto sta picchettando le ambasciate americane. Ma io sto discutendo della provocazione, non della reazione.
Ritael, Bush non va in giro bombardando paesi perché la sua religione è stata in qualche modo offesa. Lo fa per altri motivi, ugualmente discutibili, ma non è possibile metterli sullo stesso piano. E’ possibile tuttavia cercare di capire (che non vuol dire “giustificare”) il fatto che gli islamici siano nervosetti.
Beh, a me importa poco dei motivi che ha Bush per bombardare. Importa delle conseguenze, invece, che sono ne, converrai Leo, ben peggiori di qualche ambasciata incendiata.
(Tra l’altro, i motivi addotti da Bush per attaccare l’Iraq sono non solo discutibili, ma FALSI, come ha ammesso lui stesso, in un rigurgito di aperta arroganza imperiale – tanto, chi osa fermarlo? –).
Del resto, è ciò che si applica anche nei tribunali, dove i motivi importano relativamente poco (ti potranno anche dare le attenuanti, se sei un omicida, ma sempre condannato per omicio sarai).
Basta con le richieste ipocrite di rispettare “i livelli di discorso”: la situazione sulla pelle degli altri è ben più concreta di queste distinzioni, a mio avviso assolutamente ipocrite, nel contesto attuale.
Quindi è giusto proibire south park! Evvai! :)
Pensavo: sarà più offensivo dire: sei un porco o dire: sei una nullità, non esisti? Vietiamo tutto dai che si fa prima. Tra l’altro si offendono i fedeli mica dio. Quindi vietiamo di parlar male di tutte le fedi, compreso l’inter e dianetics!
(Sarà mica che questa delle vignette è tutta una sòla e qui si fa a chi ci casca prima?)
Babsi.
Prima di tutto mi scuso per il ritardo di questa mia risposta ma il mio pc era ko.
Vedo che nel merito della questione del post hanno risposto altri.
Quindi mi limito a rispondere solo a te nei punti in cui mi citi.
” Maria Josè: già il fatto che non si comprenda, leggendomi, se sono filo-Milosevic o meno, dovrebbe dirti che di manicheo, in me, c’è proprio poco.”
Nel tuo blog, no, non lo sei.Ma in questo post e limitatamenre a questa questione lo sei stata. Perchè hai parlato solo di ” violenti , che sfasciano e incendiano” Ti devo ricordare che non c’erano solo loro, c’erano anche dei manifestanti pacifici.Pochi, tanti, o che dovevano far sentire megli la loro presa di posizione lonatta dai violenti ? Beh, prima di tutto l’ho scritto anch’io, poi adesso non ha importanza qualificarli.Fatto sta che c’erano. Ma tu non li vedi, o perlomeno non li prendi in considerazione.
” mi interessa buttar giù i Portatori di Certezze Assolute dai loro piedistalli.”
Infatti trovo molto interessanti questi tuoi interventi. Criticabili, in alcuni punti discutibili , ma interessanti.
” Ora, per quanto Maria José si stia convincendo che io scriva seduta sulle ginocchia di Borghezio, io ho scritto e lavorato anni per denunciare i crimini americani”
Ma perchè scrivi questa imman ca**ata? Guarda, ti rispondo giuso per il rispetto delle cose che mi hai fatto conoscere sulla Serbia . Ma cosa ti fa pensare che io possa credere una cosa del genere? Prima di tutto è proprio stupida, ( questa sì, degna di Borghezio ), e poi davvero mi reputi così idiota? Del resto LO SO; quello che scrivi, perchè ogni tanto ti leggo. Quando ho un po’ più di tempo, perchè le cose che scrivi non sono facili .Non sono “cose ” da consumare come patatine in 5 minuti.Quindi, please, accredita i tuoi lettori di un po’ ( almeno poca, dai ) intelligenza.
Ecco . Oltre a difettare di manicheismo, in questa occasione, dimostri pure che hai pre-giudizi.
Leo ma è mai possibile che in ogni tua risposta tu debba sottointendere il concetto “guarda non sei informato/non hai studiato/stai confondendo, adesso ti dico io come stanno veramente le cose”?
Francamente è fastidioso.
Tu hai proposto di normare la comunicazione in funzione delle sensibilità religiose, addirittura tramite una legge e conseguentemente con delle sanzioni per chi non la rispetta, io, non essendo d’accordo, ti ho sarcasticamente risposto con l’esempio di un’ipotetica discussione concernente l’opportunità o meno di rendere perseguibile la satira sul papa.
Quali sono i cavoli, quali sono le capre?
Io ritengo che la pubblicazione di vignette satiriche commissionate per provocare non possa essere assolutamente una giustificazione a quello che sta succedendo in questi giorni.
La satira è di per se stessa provocazione, non è necessario che sia commissionata con l’intento di provocare, non è pensabile normarla senza buttare alle ortiche la libertà di parola, questo oltre ad essere una negazione del diritto è anche impossibile da realizzare in una democrazia.
PS: a proposito di provocazione, mi sbaglio o sta venendo fuori che è sempre più difficile parlare di spontanee manifestazioni di protesta rispetto ad una protesta pianificata a tavolino da frange estremiste?
Sì, Pietro, è un atteggiamento fastidioso, il mio, ma temo di non poter farci niente: tu invece potresti studiare un po’ le cose e non confondere le capre con i cavoli. Non solo è possibile normare la satira, ma si norma già. La nostra libertà si dà non uno, ma milioni di limiti. Noi non mostriamo pornografia ai bambini; non prendiamo per il culo un morto l’indomani del funerale; non ironizziamo sui flussi mestruali della madre del fondatore di una religione; non sputiamo per terra nei luoghi pubblici; nemmeno ci esprimiamo, nei medesimi stessi luoghi, a rutti e pernacchie; e tantissime altre limitazioni alla nostra libertà di espressione, che probabilmente un marziano troverebbe curiose, ma noi no. A tutte queste auto-limitazioni, io propongo di aggiungerne un’altra: non raffigurare in effigie il fondatore di una religione particolarmente iconosclasta. Preferirei non dover parlare di sanzioni, ma d’altronde preferirei anche che la gente si mettesse le cinture per saggezza e non per evitare una multa.
PS: senz’altro questa campagna è stata ordita a tavolino. E io ieri scrivevo: “Certo, dietro c’è chi monta una campagna dell’odio. Ma per quanto possiamo fare noi, dovremmo cercare di non alimentarla.”
Capre: “noi non mostriamo pornografia ai bambini”
Cavoli: “non ironizziamo sui flussi mestruali della madre del fondatore di una religione”
Vado a studiare Leo, fallo anche tu ogni tanto.