12 verticale: noto porco di tre lettere

Vignette del Jyllands Posten

Sia chiaro: non è che le vignette siano particolarmente belle. E non è che facciano particolarmente ridere. Anzi, detto tra noi, sono brutte e poco divertenti (beh, no, due, in effetti – quella delle vergini in paradiso e quella dei burqa -, non sono male).
E’ solo che questo sito, che fa della presa dei fondelli del Moige un punto d’onore; che invita Dio, qualora esistesse, a prendere i responsabili di Radio Maria e fargli fare il giro delle galassie a calci nel culo; che si fa beffe della malattia, della morte e, in particolare, della mortedi un Papa; che si indigna quando Radio Vaticana, tra un rosario e una santa messa, trasmette in onde medie un palinsesto di tumori; questo sito – dicevamo – non poteva esimersi dal pubblicarle.

C’è un che di sordido, trovo, in quelli che si sono affannati a sostenere che «Il limite dell’esercizio delle singole affermazioni di libertà sta nel non toccare altre espressioni di libertà»: io non sto affatto minando il tuo diritto di libertà. Non ti sto impedendo di non mangiare carne di maiale in assoluto o pesce il venerdì; di credere che Dio sia uno e trino e che uno dei tre abbia le sembianze di una colomba; di ritenere che un buffo ometto vestito di bianco che risiede a Roma rappresenti la voce di Dio in terra; di dover pregare svariate volte al giorno rivolto verso un posto che, prima o poi, dovrai visitare almeno una volta nella vita, ed è meglio se ci vai il più tardi possibile perché alte sono le probabilità che un milione di pellegrini ti cammini addosso; di portare la barba lunga; di non pulirti il culo con la mano destra; di non scopare se non per procreare e, comunque, mai per piacere; di mangiare un pezzettino di pane nella convinzione che siano il corpo e il sangue di Cristo; di autoflagellarti in preda al senso di colpa per essere nato già macchiato del peccato originale di una baldracca che ha convinto un idiota a coglierle una mela.
No, niente di tutto questo: puoi tranquillamente continuare a fare quel che fai e a pensare quel che credi. Io ti sto solo prendendo per il culo.
Perché sarò pur libero, no, di ritenere che – proprio a causa di quel che fai e quel che credi malgrado l’assoluta assenza di un qualsiasi supporto scientifico – tu possa essere un totale idiota? Mica ti faccio del male. Mica ti mando in galera. Mi limito a prendere atto e sostenere che esistono gli idioti.

Invece ti dico io chi sono quelli che “limitano l’esercizio delle singole espressioni di libertà”.
Quelli che picchettano o bruciano un cinema perché ha in programmazione “L’ultima tentazione di Cristo”, ad esempio. E a te che qualcuno possa immaginare che Gesù, pur fatto a immagine e somiglianza umana, possa essere stato tentato dall’idea di scopare, no, a te non va bene.

Poi quelli che sostengono che Dio – il loro, ovviamente – gli abbia promesso una terra; un giorno partono e, incuranti della gente la abita da sempre, la requisicono con la forza e ci si installano. Così, tanto, per il gusto di rompere i coglioni al mondo, riscrivere la storia sulla base di una leggenda e mantenere a oltranza l’umanità sull’orlo di una guerra. E a te che ne hai passate tante; che hai visto il male dritto in faccia e ormai lo sai imitare da dio; che ti senti giustificato dal fatto che tutto il dolore che hai ricevuto non sei ancora riuscito a restituirlo per intero; a te che qualcuno possa difendersi da un invasore titandogli le pietre, no, non va bene.

O ancora quelli a cui le pietre sono sembrate troppo poco, e un giorno si son detti: “Sai cosa? Mandiamo i nostri figli a far saltare in aria un autobus pieno di civili, di donne e di bambini”. Perché a te l’idea che non possa obiettivamente esistere un Dio capace di barattare una vita per una sana ciulata in compagnia di sette vergini ricevute in premio per avere reso poltiglia l’invasore, e che se comunque esistesse, proprio perché è Dio e quindi infallibile, ti direbbe piuttosto di andare a zoccole e non rompere i coglioni al prossimo e a quello dopo ancora, no, non va bene.

Infine, buoni ultimi, ma non per questo in fondo alla classifica, quelli che mettono a ferro e fuoco un’ambasciata perché un vignettista di quel paese si è permesso di disegnare “il Profeta”. Perché a te hanno insegnato che “il Profeta” non può essere raffigurato in quanto nessuna immagine sarebbe in grado di esprimere la sua grandezza; e che qualcuno possa farlo, sia libero di farlo, a te no, non va bene.

Non mi si dica, per pietà, che “la satira è uno strumento dei deboli contro i forti”, perché è rimasto solo Berlusconi a credere che la satira provenga dall’opposizione (debole) e sia indirizzata al Governo (forte). La satira non può essere descritta (se non in alcuni modi che vedremo qualche riga più giù), incanalata o addomesticata. Quando si lascia addomesticare, non è più satira, è avanspettacolo.

Non che la satira non possa essere di cattivo gusto, sia chiaro. Capita spesso che non lo sia. E in certi casi non deve esserlo. Perché proprio qui sta il punto: un paese è libero in maniera direttamente proporzionale al livello di critiche di cattivo gusto che permette ai propri cittadini. La satira è fatta di parole, e un paese che non ammette certe parole è un paese che ha paura, un paese che ha torto.

Il nostro, ad esempio, è un paese che spesso ha torto. Ma è un paese fondato sul diritto. E la continua evoluzione del diritto non è altro il mezzo che un paese utilizza (o dovrebbe utilizzare) per migliorarsi. Per questo motivo le più belle definizioni di “satira” sono state coniate da due delle proprie sedi istituzionali.

Dice, ad esempio, la Cassazione V Penale n. 13563 del 22 dicembre 1998:

“…esiste un diritto di satira, riconosciuto in dottrina, distinto da quelli di cronaca e critica soprattutto dalla giurisprudenza di merito. E si rileva che la consistenza dissacratoria della satira contemporanea giunge a livelli surreali, soprattutto perché sono divenute prevalenti rispetto a quelle del linguaggio parlato, oggetto tradizionale di studio e di analisi, le sue manifestazioni iconografiche, circa le quali gli strumenti consueti, troppo legati alla cultura ufficiale, appaiono inadeguati.”

Le fa eco la Corte d’Appello, sent. n. 1879 del 6 ottobre 1998:

“…la satira si fonda notoriamente sulla enucleazione ed estremizzazione di tratti caratteriali della personalità del soggetto preso di mira, sulla voluta faziosità dell’autore e su di un nesso causale fra tali aspetti e la critica mossa. Usa satira non è mai oggettiva e tantomeno serena e moderata, caratteri semmai propri del ragionamento critico e non eristico; è sempre, per la sua bimillenaria struttura, faziosa ed estremistica.”
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50 Commenti

  1. Quella delle vergini finite e l’altra con il musulmano con gli occhi “censurati” sono praticamente geniali, come si fa ad incazzarsi per roba simile..
    Su Diario.it le poche vignette scritte sono tradotte.

  2. Pur trovandomi d’accordo sulla sostanza di quanto detto, trovo i commenti sulla religione di una approssimazione e supponenza tali da poterli eguagliare a quelli di un credente : la posizione di chi non crede in Dio e sbeffeggia “perchè senza nemmeno un dato scientifico” chi ci crede, è ridicola . Catalogare come “idioti” tutti i credenti è simile, a mio avviso, alla catalogazione di “pecorelle smarrite” o di “peccatori” da parte dei credenti degli atei, con l’aggravante dello sberleffo e dell’ offesa. In entrambe le posizioni la supponenza di essere nel Vero fa mancare di rispetto all’ altro. Dunque, in un mondo alla ricerca presunta della convivenza, mi sono altrettanto sgraditi sia gli uni che gli altri.

    Ben venga chi, pur non credendo, o credendo, rispetta l’altro nella sua libertà di credere o non credere rispettando le sue scelte. Scadere poi nella banalizzazione e ridicolizzazione dell’ altro con argomenti abbastanza superficiali -il pezzo di pane che sarebbe il corpo di cristo, e va bè- mi sembra ricadere nel peccato di presunzione e stupidità di cui si accusa l’ altro.

    Questo detto da uno che non crede, senza però la presunzione che, magari, Qualcuno comunque esista fregandosene del sottoscritto.

    Concordo sulla libertà di pubblicare le vignette, non sulla banalizzazione della religione in questi termini, nè tantomeno nell’ offesa di chi ci crede. Trovo altrimenti questo comportamento simile a quello di chi, in nome di una Verità religiosa, lancia proclami e referendum sul modo di vivere di tutto il pianeta, fregandosene di chi non crede.

    E perpetuare l’errore non essendo perseguitati da nessun Dio -se non Se Stessi a quanto pare, mi verrebbe da aggiungere…- mi sembra fuori dalle logiche di chi vorrebbe un mondo colorato di idee e non una sola grande macchia nera..

  3. Il discorso fila anche, Gianluca, ma allora mi devi spiegare cosa ti è preso quando, di fronte a una semplice bandiera israeliana, hai ritenuto di dovere fare questo discorso qua:

    http://www.macchianera.net/2003/03/12/la_facolta_di_espressione_non.html

    Il fatto è che tutti, compreso tu, hanno un punto di fronte al quale si fermano, e questo punto non è uguale per tutti ma è il prodotto delle diverse storie, lotte, organizzazioni sociali, sensibilità e culture.

    Le vignette che rappresentavano gli ebrei durante il fascismo ci feriscono infinitamente di più di quanto possano ferire un cinese o un indonesiano, che con l’Olocausto non hanno avuto nulla a che fare e di sicuro non ne sono responsabili.
    A un indonesiano potrebbero apparire del tutto innocue, chissà, e magari persino coraggiose o deliziosamente trasgressive.
    A noi no.

    E’ per questo che la comunicazione interculturale richiede una soglia di attenzione un po’ più alta di quella che adoperiamo di solito e che, tutto sommato, corrisponde più o meno alla volontà di avere delle buone maniere: perché il messaggio inviato e quello recepito non sempre coincidono. E l’errore di comunicazione funziona in entrambe le direzioni.
    Si rischia di dire, fare o provocare cose che non erano nelle nostre intenzioni e questo, per un comunicatore – anche di satira – è un errore grave.

  4. Quando si crede comunque in un solo dIo..

    Pur trovandomi d’accordo sulla sostanza di quanto detto, trovo i commenti sulla religione di una approssimazione e supponenza tali da poterli eguagliare a quelli di un credente : la posizione

  5. >
    Cioe’ ti senti in ordine di dire che una persona e’ idiota perche’ ha idee diverse dalle tue??
    Perche’ crede anche senza aver bisogno di alcuna prova scientifica per credere?

    Questa storia delle prove scientifiche e’ una emerita cazzata, la parola “fede” esula proprio da prove reali, significa fidarsi di una cosa, credere a un dogma senza aver bisogno che ci sia una qualunque prova a sostegno dell’oggetto della “fede”.

    E il fatto che tu consideri idiote quelle persone che credono in cose in cui non credi ti fa credere, anche solo inconsciamente, di essere superiore a quelle persone. Che tu sei nel giusto e loro nel torto.
    Senza poter accettare che il giusto non sia ne dall’una ne dall’altra parte, oppure da entrambe le parti.

    Perche’ e’ tanto difficile accettare che una cultura sia diversa da un’altra? E non intendo solo cristiani contro mussulmani o atei contro credenti.
    Semplicemente un’idea diversa da un’altra, perche’ infondo una cultura si basa su storia comune, tradizioni comuni, un luogo da ritenere patria, ma parte da un’idea che si ha nel profondo di se stessi e su cui si basa tutto il resto.

  6. Unreal World

    Con tutto il rispetto, il paragone tra vignette anti-Islam e vignette antisemite tracciato da Pierluigi Battista non regge. Anzitutto, e basterebbe, perché le prime non erano vignette anti-Islam: non avevano com…

  7. cmq s’e’ perso secondo me il punto principale del discorso che può essere suddiviso in vari punti

    il primo punto è che [b]siamo TUTTI IDIOTI[/b]
    credenti e non credenti.
    Chi si ritiene superiore all’ altro, è un idiota.

    L’ altro punto è : io, a casa [b]mia[/b], sono libero o no di skorreggiare, fare rutti da provocare valanghe etc ?

    saluti

  8. Non lo so Gianluca. Ci sono persone che hanno un bisogno di spiritualità che, evidentemente, Jack Bauer ed il mistero dei numeri di Lost non bastano a colmare.

    Prenderli per il culo è lecito.
    Prenderli per il culo in nome della liberà è lecito.
    Bestemmiare per il gusto di sentirsi mangiapreti chic e argomentare la totale deficienza dei credenti di qualunque fede è altrettanto lecito, ma anche indice di una cera visione miope dell’umanità (non tanto miope quanto chi non accetta prese per il culo, ma comunque limitata).

  9. Il punto è un’altro secondo me. E’ che c’è gente che non ha il senso dell’umorismo, o l’intelligenza di ridere sulle proprie credenze e idiosincrasie. E fatevi una cazzo di risata.

  10. Bravo Gianluca, sono assolutamente d´accordo con te.

    E´ lecito prendere per il culo ed é lecito pure offendersi. Ma, se ti offendi per delle vignette, scrivi una vibrante lettera di protesta. E lí ti fermi.

    Se ti metti a bruciare bandiere o ambasciate non sei in torto, sei oltre, ma di tanto.

  11. Caro Neri,

    dire che è in discussione la libertà di stampa è troppo facile, e fondamentalmente sbagliato.

    Semplicemente e senza tanti giri di parole: quelle vignette fanno cacare, nessuna esclusa. Sono inutili, e tanto intrise di “civilità superiore” di berlusconiana memoria. Senza scomodare i nasi adunchi delle vignette antisemite.

    Sono speculari al napoletano con pizza e mandolino, scansafatiche e truffaldino. Non c’è la benchè minima ironia, ma solo voglia di offendere e di calvacare irresposabilmente lo “scontro di civiltà”.

    La Fallaci e Forattini nei loro rispettivi campi sono gli italici maestri di questa pseudo cultura dell’identità, della superiorità e del contrasto all'”eurabia”. Convinti che la libertà di espressione sia messa in pericolo solo dall’esterno.

    Insomma Neri, i sillogismi sono roba potente. Da utilizare con cautela.

  12. un post volutamente estremista. Forse esageri, di proposito, nel definire IDIOTI tutti i credenti, però sulla libertà di espressione e di satira mi trovi completamente d’accordo.

    Sbaglia chi va ad incendiare le ambasciate, ma una forma di protesta civile, magari per canali diplomatici, sarebbe secondo me stata assolutamente recepibile.
    Chi offende, pur nell’ambito di una libertà intoccabile, un’intera comunità religiosa non deve certo rinunciare alla propria libertà, ma può anche decidere se sia il caso (o meno) di fare attenzione a certe semplicità. Con tutta la libertà di non farlo.

  13. Per una volta, d’istinto, mi sono levato anche io il cappello dopo aver letto il post del Neri. Avevo già letto quello precedente di Lia e, pur apprezzandola da tempo, in questo caso il suo ragionamento mi aveva lasciato con qualche perplessità.
    Il commento qua sopra di Blu mi è poi sembrato equilibrato e tutto sommato mi sono rimesso il cappello in testa, pur continuando sostanzialmente a condividere il ragionamento del Neri.
    E infine mi sono riletto la replica, qui, di Lia.
    Bel dibattito, ma qualcosa continua a stonare.
    Il fatto è che a me, credente, a ben vedere il titolo di questo post dà fastidio. Ma già esagereri dicendo che mi irrita. Il Neri è in casa sua, l’opinione è sua, ed è legittima indipendentemente dal fatto che il suo non credere urti palesemente il mio credere.
    Io non mi sento offeso dal suo titolo. Né mi sento indignato. Al massimo ritengo – e mi ricollego al commento di Blu – che manchi di rispetto alle mie convinzioni.
    Bene: diciamo che allora magari, per ripicca, non lo leggo per una settimana. Oppure non lo leggo più, va’. Magari se lo incontro per strada gli tengo anche un po’ il muso o mi giro dall’altra parte. Forse potrei arrivare a fargli una pernacchia e a scrivere sul mio blog che Neri partecipa alle messe sataniche.
    Certo non mi metto a spammargli a il blog per vendetta. Né gli brucio l’auto, per dire. Né gli sfondo la mailbox con lettere di minacce, né gli faccio recapitare a casa in omaggio un Vaio imbottito di esplosivo.
    Sono assolutamente d’accordo sul fatto che la comunicazione interculturale richieda una soglia di attenzione assai elevata – fa parte anche del mio mestiere, peraltro. Ma il punto è che l’umanità intera dovrebbe confrontarsi utilizzando una metrica che perlomeno non preveda una reazione violenta ad un’offesa non violenta, ancorché magari palesemente stupida (e se ne può discutere). Non c’entra un tubo il rispetto della sensibilità del mondo islamico al tema religioso con i pacchi bomba alla redazione del giornale, le ambasciate bruciate, le folle in piazza. Nessuno, da queste parti, mi sembra abbia in mente di andare a prendere a sassate l’ambasciata iraniana o si metterebbe a danzare sulle ceneri della bandiera saudita se un giornale di Ryadh pubblicasse una vignetta del Papa nudo. E dubito che il Vaticano, peraltro, aizzerebbe le guardie svizzere contro gli immigrati. Eccheccazzo, non può sempre essere tutto relativo sotto al titolo di “Intercultura”.

  14. Daccordo con Ulisse26, chi parla di superiorità culturale deve dimostrarla con il proprio comportamento.
    In italia è considerato piu grave scherzare sulla mamma del silvio che offendere il Dio di 1 miliardo e mezzo di persone.
    Chi si ritiene superiore e pensa che l’insulto gratuito nei confronti di una religione sia una buona idea non mi sembra umanamente molto superiore ai fanatici musulmani.
    Molti occidentali se non fanno attentati o azioni di violenza è solo perchè hanno una vita comoda e tranquilla, hanno troppo da perdere personalmente, ma alla prima occasione scaricano adosso ad un ladro un caricatore di una pistola automatica.
    Sento troppi sostenitori della guerra contro l’Islam che poi quando gli si chiede se sarebbero disposti a mandarci i propri figli a combattere cambiano idea, una guerra è giusta solo se sei disposto a vederci morire i tuoi figli.
    La satira deve essere libera, e nell’islam ci sono moltissimi fanatici ma solo una persona che passa il proprio tempo a vedere teleflim americani per decerebrati al posto di guardare fuori dalla propria finestra si puo stupire di certe reazioni.
    Sul fatto che l’Italia sia tanto tollerante anche a livello del diritto ho qualche dubbio, un paese in cui il boicottaggio è un reato punito con il carcere mi fa un poco schifo.
    – L’art. 507 del Codice Penale, in relazione al reato di boicottaggio, recita:
    “Chiunque, per uno degli scopi indicati negli art. 502, 503, 504 e 505, mediante propaganda o valendosi della forza ed autorità di partiti, leghe o associazioni, induce una o più persone a non stipulare patti di lavoro o a non somministrare materie o strumenti necessari al lavoro, ovvero a non acquistare gli altrui prodotti agricoli o industriali, è punito con la reclusione fino a tre anni”.

  15. Ma perchè andare a sfottere gli integralisti islamici? Per dimostrare cosa? Vogliamo scatenare una guerra mondiale per la liberta’ di satira? Non li conoscessimo..

  16. Tu hai anche ragione, Carlo, ma questa vicenda va inserita in un contesto che vede il mondo islamico trattato a pedate ormai da anni, nel migliore dei casi, e invaso e distrutto nel peggiore.
    E non è che non si sia tentato di protestare civilmente: semplicemente, chi ha cercato di farlo non ha trovato ascolto.
    Succede che la misura sia stata percepita come colma per Maometto e non, chessò, per Falluja.
    In fondo ci spiazza soprattutto questo.
    Solo che dietro Maometto c’è – anche – Falluja, dietro le caricature c’è la ricerca di uno scontro di civiltà esplicito, dietro il rifiuto di ricevere 11 ambasciatori c’è la consuetudine al non ascolto che ci caratterizza.
    I vasi traboccano per una goccia, ma non basta una goccia a riempirli.

    Ho appena parlato al telefono con un giornalista spagnolo rientrato da poco dal Cairo. Dice: “Ma perché pubblicare quella roba? Che si aspettavano di ottenere, che cercavano con tanta, studiata deliberazione?”

    Credo che se lo chieda chiunque, laggiù.
    Anche e soprattutto noi occidentali, devo dire, ché ancora non ne ho sentito uno che non fosse incazzato.
    Con noi.
    Perché lo si è voluto fare? Che bisogno c’era, che ci si aspettava?
    La domanda a cui ci tocca rispondere è questa.
    Le analisi sul comportamento devastante di altri, per una volta, rimandiamole a dopo avere analizzato il nostro.

  17. Scusate ragazzi. Torniamo un attimo alla realtá.

    Arriva un marziano e vede che, da un lato si disegnano vignette (in Danimarca e su un giornale danese, ma chi lo parla il danese in Siria?). Brutte magari, che non fanno ridere, ma soltanto vignette
    Ok, ci siamo? Avete capito? Vignette, disegni, un foglio e una matita, nient´altro.

    Dall´altra si bruciano bandiere (e fino a questo, vabbeh), ambasciate, si spara e si minaccia di morte.

    E ora qualcuno vada a spiegare al marziano che quelli che hanno esagerato sono i disegnatori!

    Mi sembra di essere tornato ragazzino, quando c´era il bulletto del quartiere che pestava a sangue quelli che lo prendevano per il culo. Allora eravamo tutti d´accordo nel ritenerlo tutti una gran testa di cazzo. Certo, il bulletto veniva da una famiglia disagiata con un sacco di problemi.
    Ma a distanza di anni é rimasto una grandissima testa di cazzo.

  18. Commento raramente quando sono in disaccordo, e praticamente mai quando sono d’accordo.
    Ma in questo caso sento il mio “d’accordo” come un qualcosa di doveroso.

  19. >Perché lo si è voluto fare? Che bisogno c’era, che ci si aspettava?

    E’ satira, dannazione. C’è bisogno di giustificare la satira?
    Per me fare attenzione e moderarsi nel “dialogo interculturale” significa prendere per il culo l’altra cultura… trattarla da bambino. Ridere e riflettere entrambi su queste vignette (che non so se qualcuno l’ha notato, ma parlano anche di come *noi* vediamo il mondo islamico) è agire da persone intelligenti.

  20. @cyrgon:
    E per cosa uno dovrebbe dare dell’idiota a un altro, se non perchè ha delle idee diverse? Esiste un altro metro di giudizio? Forse quello razziale?

    Neri sei un grande.

    La 12 verticale era per caso “Udc”?

  21. Evvabbe’.
    Gianluca, hai fatto proseliti:

    AEL will launch Cartoon campaign

    “Dopo le lezioni che gli arabi e i musulmani hanno ricevuto dagli europei sulla libertà di espressione e sulla tolleranza, e dopo che molti giornali europei hanno ripubblicato le vignette danesi sul Profeta Maometto, l’AEL (Arab European League) ha preso la decisione di entrare a fare parte del mondo della satira e di usare il proprio diritto all’espressione artistica.

    Così come i giornali europei dichiarano che il loro unico intento è quello di difendere la libertà di espressione e che non è loro intenzione mettere all’indice i musulmani, anche noi sottolineamo che le nostre vignette non intendono arrecare alcuna offesa e che non devono essere interpretate come dichiarazioni verso alcun gruppo, comunità o fatto storico.

    Se è tempo di infrangere i Tabù e di oltrepassare tutte le linee rosse, noi certamente non vogliamo rimanere indietro.”

    (“After the lectures that Arabs and Muslims received from Europeans on Freedom of Speech and on Tolerance. And after that many European newspapers republished the Danish cartoons on the Prophet Mohammed. AEL decided to enter the cartoon business and to use our right to artistic expression.
    Just like the newspapers in Europe claim that they only want to defend the freedom of speech and do not desire to stigmatise Muslims,we also do stress that our cartoons are not meant as an offence to anybody and ought not to be taken as a statement against any group, community or historical fact.
    If it is the time to break Taboos and cross all the red lines, we certainly do not want to stay behind.”)

    Pare che la vignetta di ieri rappresentasse Anna Frank a letto con Hitler.
    Anche quella di oggi non è piacevole:
    http://www.arabeuropean.org/newsdetail.php?ID=94&PHPSESSID=cf7983f52b2d1b7876a84da5a337d15c

    E, che volete che vi dica: visto che questo modo di comunicare – che a me pare spaventoso – sembra piacere a tanti, ora si tratterà di essere coerenti.

    Nel mio piccolo, rimango sulle mie posizioni: che tutta questa storia è di una stupidità senza limiti: per difendere un bene che non correva alcun pericolo (la libertà di satira in Europa) si è scelto di dare l’ennesima picconata al bene più in pericolo che ci sia al mondo in questo momento, ovvero la convivenza civile.
    Direi che, come minimo, non era il momento.

  22. Ma cribbio, su, mi sembra che si stia esagerando. Non è ammissibile che per una vignetta si dia fuoco alle ambasciate e allora, signora Lia, giusto per via della vignetta di Hitler a letto con Anna Frank, Israele dovrebbe mettersi a incendiare bandiere e ambasciate?
    Ha ragione Dakkkar: è così difficile farsi una risata o al limite protestare per vie diplomatiche?

  23. Benissimo. Qualcun´altro ha dimostrato di essere in grado di fare vignette che fanno cagare (e non é una cosa poi cosí semplice). Meglio che andare a bruciare ambasciate.

    Non vedo peró cosa centrino gli ebrei. Avrei capito prendere per il culo i danesi (e di modi ce ne sono parecchi, pure di cattivo gusto). Prendersela con gli ebrei, all´interno di una disputa tra scandinavi e arabi mi pare un po´ strampalato. In ogni caso non credo che qualcuno fará saltare in aria un consolato per quella vignetta.

  24. L’idea (ma bisogna spiegare tutto?) non è quella di “prendersela con gli ebrei”, ma di rifare il verso agli europei andando a infrangere i limiti comunemente considerati invalicabili nel nostro continente.

    Per quanto riguarda le vie diplomatiche, nei commenti al mio post più sotto se ne parla abbondantemente.

    Segnalo, infine, un altro commento alla vicenda:
    http://salamelik.blogspot.com/

  25. X Roberto
    si dall’idiota a un altro per un comportamento, non per le idee.
    Le idee degli altri vanno rispettate perche’ tutti hanno il diritto ad avere un’idea propria, anche opposta alla nostra (Ti ricordi di Voltaire??)
    E’ idiota un comportamento, non una idea.

    E qui si puo’ dire che e’ stato idiota il comportamento del giornale che e’ andato ad alzare un vespaio senza che se ne sentisse davvero il bisogno ed e’ idiota il comportamento di tutta quella massa di persone che stanno bruciando bandiere, ambasciate etc etc (ma come diceva il manzoni : “La massa e’ un animale senza testa”)

  26. Dice Lia che il modo di comunicare tramite vignette di cattivo gusto è spaventoso. Sarà. Mi sembra decisamente più spaventoso “comunicare” assaltando ambasciate e lanciando Fatwe. Azioni che, tra l’altro, non sembrano grandi passi in avanti verso la convivenza civile (che deve essere reciproca, o no?).

    C’è poi un problema di merito. Il coglione che, affermando di parlare a nome del Profeta, incita a farsi esplodere fra donne e bambini “nemici”, perché poi così si va in Paradiso, VA PRESO PER IL CULO, lui e la sua idea malata di Profeta.

    E’ assolutamente indispensabile (qualche credente se ne ha a male? Pazienza: i veri credenti dovrebbero incazzarsi ben di più con chi spaccia le bestemmie di cui sopra).

    Non fosse così, Chaplin non avrebbe mai realizzato Il Grande Dittatore.
    Non sarebbe stato il momento.

  27. David,
    non so se ti riferivi a me, dicendo “cosa c’entrano gli ebrei”. Se sì allora leggi il commento di Lia prima del mio, là dove si parla di una vignetta con Hitler a letto con Anna Frank.
    Se no, scusami.
    Ciao.

  28. La vicenda è analizzabile per punti.

    1) c’è l’aspetto diplomatico. A me fa particolarmente pensare l’assenza di un referente politico unico che per l’Europa prenda in mano la gestione della crisi. Sia per tutelare i nostri interessi dove siano attaccati (vedi i danni alle ambasciate), sia agire in quell’antica arte caduta in disuso della mediazione. La crisi può piacere o meno ed essere compresa o meno – io personalmente l’avevo liquidata come poco interessante e tendevo a minimizzare prima che esplodesse – ma nel momento in cui c’è, qualcuno se ne dovrebbe prendere carico. Ma invece c’è la solita pletora di voci confuse che si accavallano l’un l’altra.
    Ricordiamoci comunque che questo è l’aspetto più immediato e recente di tutta la vicenda.

    2) poi c’è la questione della relazione e del confronto con il mondo mussulmano. Che noi si tenda a ignorarlo o che lo si imposti come un semplicistico scontro di civiltà, il confronto c’è ed è già in corso da anni. Da un lato per le conseguenze della nostra politica estera: fare finta che le scelte dei nostri governi non abbiano un impatto sul nordafrica e il medio oriente e quindi sulla (pessima) opinione che di noi si è diffusa nel mondo islamico è prendersi in giro; eppure è esattamente quello che facciamo. Dall’altro lato il confronto è destinato a continuare e intensificarsi per vie dell’immigrazione. Quindi, tutto questo ci potrà sembrare stupido, pretestuoso o inaccettabile a seconda dei casi, ma come giustamente fa notare Sherif El Sebaie è il caso di cominciare a prendere nota della capacità di mobilitazione mostrata dal mondo islamico (di cui le manifestazioni violente sono solo l’epilogo). Perché sono tanto incazzati, e che succederà se la prossima volta rimetteranno in piedi sto macello per un motivo meno contestabile (ai nostri occhi)? Forse è il caso di pensarci.

    3) c’è un’apetto che questa vicenda mette in luce che riguarda noi e solo noi e in cui la protesta ha fatto solo da tornasole. Vale a dire: è normale che la libertà di espressione da valore cardine di una società illuminata, equa e moderna diventi un feticcio? Un feticcio è un oggetto da esibire per le sue fattezze superficiale e non in nome di ciò che rappresenta. Ovviamente libertà di espressione significa anche poter esprimere idee stupide e di cattivo gusto. Però, come dire, questa è un po’ la prova del 9 della bontà del principio. Quando la libertà di espressione diventa un vessillo da agitare sotto il naso per non vedere che, in media, nelle nostre società la quantità totale di cose intelligenti e ficcanti che vengono dette è in calo, c’è un problema. Si leggono sempre più cose stupide, tesi senza fondamento, discussioni che partono da premesse false. Io sono molto più preoccupato dal rincoglionimento globale che dalla libertà di espressione. Se poi alcune nostre teorie di riferimento per la comprensione della modernità sono un po’ ingolfate e richiedono una revisione, forse sarà il caso di cominciare a metterci mano. Vedi tutti gli schemi interpretativi che sono andati allegramente a puttane nell’89 e ancora non ci siamo degnati di ammodernare o sostituire (con la conseguenza tra l’altro di trovarci gli imbecilli a capo dei nostri governi).
    Vi linkerei volentieri un’intervista a Augé su Repubblica di venerdì che cade proprio a fagiolo con tutto questo, anche se nel caso specifico parla di dadaismo. Peccato che a repubblica.it si picchino di scartare tutti i contenuti migliori della controparte cartacea.

    ciao

  29. Quelle vignette con la satira centrano poco, perchè se quella è satira lo è anche il bagaglino o De Sica, e Dario Fo’ spiegò bene la differenza.

    Concordo con il resto ma ho un appunto da fare: per l’islam raffigurare maometto o i santi equivale ad una bestemmia.
    Quindi per dimostrare veramente la parità nel trattamento devi fare un’altro post in prima pagina, con scritto DIO CANE o DIO PORCO o MADONNA TROIA, e non semplicemente prendere in giro il papa.

    Vediamo.

  30. si mettono in mezzo gli ebrei per far vedere come pure in occidente ci siano dei limiti, non si possono fare battute sugli ebrei. benchè moni ovadia rompa sempre i coglioni con l’importanza della satira e ci proponga di continuo il suo noiosissimo umorismoebraico, se fai una battuta sugli ebrei tutti a darti dell’antisemita. al principe harry se lo sono inculato solo perchè si era mascherato da nazista! non perchè avesse fatto delle affermazioni pro hitler o avesse negato l’olocausto, ma solo perchè si era mascherato, perchè aveva fatto finta di…
    Bonvi a carnevale si mascherava sempre da generale nazista ( cambiava solo il tipo di generale una volta da generale del afrikankorp, una volta da operazione barbarossa),ma a nessuno gli è mai passato per la mente di dargli dell’antisemita, perchè sapeva che non lo era, ma che era solo mascherato.
    ci sarà un motivo perchè neri in una disputa tra arabie e danesi, cioè tra mussulmani e luterani si sia sentito in diritto di fare delle battute sui cattolici chiamando il papa un buffo ometto vestito di bianco e non sugli ebrei dicendo che ci sono dei buffi ometti vestiti di nero che con dei ridicoli basettoni emulano una fellatio davanti a un muro.
    p.s.
    mi sa che lia intendeva che pure per gli occidentali ci sono dei muri che non possono essere valicati, mentre io intendevo che pure in occidente ci sono dei muri che vanno scavalcati.
    senza offesa per nessuno.
    neanche per moni ovadia, ma il violinista sui tetti era veramente troppo noioso

  31. Giusto, Divus Sus.

    Se non sbaglio in Italia vengono cacciate le persone dalla televisione se qualcuno bestemmia, e non sono servite scuse o pentimento da parte di chi lo ha fatto.Niente, Raus ( direbbe Neri )
    Mentre invece nel caso delle vignette forse delle scuse all’inizio della valanga sarebbero bastate.

    Ma va bene, adesso abbiamo ripubblicato queste vignette perchè DOVEVAMO ribadire che siami liberi.Evviva.
    Cioè, rimmarremo ai posti bassi della classifica della libertà di stampa ma questa, ah, no, questa proprio non si poteva lasciare passare.

    Però, a tutti quelli che :” ah, ma che reazione esagerata…” etc.., posterei questo commento letto altrove, sul sito

    http://kelebek.splinder.com/

    ” Ma per me il punto non è la libertà d’espressione. Uno fa un’azione, e, date le circostanze, succedono certe reazioni. Io non sto coi musulmani, tant’è vero che non protesto né boicotto, ma non sto neppure cogli altri, che fingono un interessato stupore. Per quanto mi riguarda uno stupido vignettista danese può fare tutte le stupide vignette di questo mondo contro chiunque voglia, ad iniziare da marx ed engels. Io non farei nulla né per farlo smettere né per farlo licenziare dallo stupido giornale che le pubblicasse. Ma è inutile che mi gridi allo scandalo se da qualche parte qualcosa succede. Non può fingere di vivere nel paradiso volterriano dove tutti possono dire ciò che vogliono perché tanto nessuna parola o espressione conta. Lo sa quel signore che c’è una guerra in corso in afghanistan e in iraq, e che soffiano nuovi venti di guerra verso l’iran, per non parlare dell’annosa questione israelo-palestinese? E che in queste circostanze sono cadute quelle vignette, non nelle ovattate stanze del castello di ciray? Se lo sa, riconosca d’aver usato un’arma retorica contro un nemico invece di fingere stupore. Come dice marx, l’arma della critica precede (e in questo caso accompagna) la critica delle armi, altro che innocua e innocente “libertà d’espressione” tra le braccia amorose d’una madame de chatelet. È a questa ondata di reclutamento ideologico (per ora) che io mi rifiuto.p ”

  32. “Poi quelli che sostengono che Dio – il loro, ovviamente – gli abbia promesso una terra; un giorno partono e, incuranti della gente la abita da sempre, la requisicono con la forza e ci si installano. Così, tanto, per il gusto di rompere i coglioni al mondo (…)” Mi sarebbe piaciuto celebrare qui l’unica volta in cui io mi sia trovata d’accordo parola per parola con quello che scrivi, ma la superficialità fastidiosa con cui salti a pie’ pari una guerra mondiale in questo tuo passaggio mi impedisce di farlo. Va be’, non parola per parola, ma festeggio lo stesso.

  33. tu condividi il blog con altri comunisti(mi spiace,si chiamano così dal punto di vista giuridico i partecipanti alle comunioni).Hai chiesto su un argomento così delicato il parere degli altri,singolarmente?

    p.s. è chiaro che io sono per la massima libertà di espressione del pensiero e per un laicismo che tende a infinito.Perciò ti dico bravo

  34. Hai ragione naturalmente. Personalmente, come agnostico, mi sforzo, pur in quest’era di fondamentalismi ottusi e trionfanti, di mantenere una misura di tolleranza verso i credenti. Certo che abitando in un paese in cui viene messo in discussione l’insegnamento di Darwin nelle pubbliche scuole, dove le scolaresche sono tenute a giurare ogni mattino fedelta’ ad un paese unito sotto dio e in generale su un pianeta dove la guerra di religione continua ad essere massima espressione umana, si fa fatica.

  35. Hai ragione naturalmente. Personalmente, come agnostico, mi sforzo, pur in quest’era di fondamentalismi ottusi e trionfanti, di mantenere una misura di tolleranza verso i credenti. Certo che abitando in un paese in cui viene messo in discussione l’insegnamento di Darwin nelle pubbliche scuole, dove le scolaresche sono tenute a giurare ogni mattino fedelta’ ad un paese unito sotto dio e in generale su un pianeta dove la guerra di religione continua ad essere massima espressione umana, si fa fatica.

  36. C’è dell’estremismo nello scatenare rivolte per delle vignette che offendono una religione che non ammette tolleranza.
    C’è altresì dell’estremismo nel corrucciarsi di chi ritiene non una divinità di comodo ma l’uomo ed ogni sua espressione (quindi pure la libertà, la satira, la libertà di satira) al centro dell’universo.
    Un estremismo più accettabile perchè più civile, almeno per occhi occidentali, perchè non fa danni visibili a cose e persone.
    Estremismi.

    La posizione di Lia è l’unica qui che mi pare esulare da l’uno e l’altro estremismo.
    Lia che, presumo, certo non si sente meno offesa di tutti noi al pensiero che qualcuno possa obbligarla a non dire e non pensare.
    Lia che, pure dotata di rispettabili sensibilità e intelletto, ha scoperto nulla che un bambino non troppo viziato possa imparare presto.

    Che ad una certa azione può pure corrispondere una reazione non uguale e contraria.
    E che bisogna prenderne atto. Semplice.

    Chi non capisce può fare come Bruce Willis ed entrare ad Harlem con un cartello ‘Odio i negracci’,
    oppure nella curva dell’As Roma con una maglia della Juventus,
    oppure…

  37. E certo i danesi potevano chiedere scusa. Ma anche no. D’altra parte, perché avrebbero dovuto?
    Ancora nessuno è riuscito a dare una spiegazione plausibile che non sia in qualche modo condizionata dalla *paura* di rappresaglie. Che differenza c’è tra chi paga il pizzo perché gli bruciano il bandone e chi evita di pubblicare una vignetta perché sennò gli bruciano l’ambasciata?
    E il rispetto della libertà religiosa, si può sapere cosa c’entra? Chi ha messo in pericolo la libertà religiosa di chicchessia? Non è libertà religiosa ma è solo rispetto per le credenze altrui? Benissimo, allora ai sostenitori di questa tesi pregherei di piantarla di fare battute sulla religiona Cattolica, su quella protestante, sugli ebrei e anche sul Mago Otelma, sul Mago Anubi e persino sul Mago do Nascimiento. Se c’è qualcuno che crede al sale che si scioglie nell’acqua non è giusto farci satira. Come non lo è scherzare sull’orientamento sessuale, allora, né su chi vota (e gli crede) Berlusconi o Calderoli. E basta ridere del papa, persino basta dare del criminale senza pietà a Sharon in letto di morte, vero Lia?
    La libertà ci si prende tutta, quella di pubblicare come quella di *scegliere* non pubblicare. Non può dipendere dalle intimidazioni che si ricevono dagli altri, sennò non è più libertà, ma diventa una concessione.

  38. Neri, anche a me non piacciono le religioni, sono sempre state un sistema di contollo delle masse e per questo non mi piacciono. Ma le religioni rispondono ad un bisogno , il bisogno di credere che cia sia un dopo alla nostra vita, perchè è troppo doloroso pensare che sia tutto qui, che siamo merce deperibile con una data di scadenza. Ora , è facile essere giovani (anche se non so se tu ti possa ancora definire tale) ed essere atei , ma fra vent’anni lo sarai ancora ? Quando imboccherai l’ultimo miglio della tua vita, avrai ancora così voglia di non credere ? Va bene non rispettare i preti ma non rispettare i credenti è francamente molto superficiale.

  39. Ah dimenticavo, i danesi hanno ragione di non scusarsi e giustamente come occidentali non ci dobbiamo fare imporre la morale da nessuno. Il problema però è il superamento dell’attuale sistema energetico, se non avessimo bisogno del petrolio, la gestione del medio oriente sarebbe molto diversa.

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