Delle Cronache di Narnia – Il Leone, La Strega e L’Armadio è già stato detto di tutto su giornali, riviste specializzate, siti web in questi ultimi mesi. Che è un tripudio di effetti speciali, impensabili fino a cinque anni fa. Una versione light del Signore degli Anelli. Un polpettone moraleggiante con il quale stordire i nipoti dopo il pranzo di Natale. Che è da boicottare perché sponsorizzato da chissà quale chiesa, invadente e bigotta. Che si tratta del solito scontro (lieto fine garantito, uffa che barba) fra il bene e il male. Che è tratto dal primo libro di una serie composta da sette volumi pubblicata tra il 1950 e il 1956 dall’irlandese Clive Staples Lewis, docente di Oxford e Cambridge dove insegnò letteratura del Medioevo e Rinascimento, amico e collega di Tolkien al quale viene spesso paragonato per la capacità di creare mondi fantastici. Ma c’è qualcos’altro che vale la pena dire.
Detto il già detto, tanto per cambiare, si potrebbero portare i nipoti a vedere questo film e poi parlare del senso di giustizia e dell’onore, della necessità di combattere anche le guerre che non ci riguardano e di difendere non solo la propria famiglia, ma anche la famiglia degli esseri viventi, purché meritevoli, siano essi castori, cinghiali, fauni o centauri. Poi discutere delle forme seducenti che può assumere il male. In questo caso Tilda Swinton, la strega più affascinante (con buona pace della bellissima Bellucci protagonista dell’ultimo film di Terry Gilliam) che il cinema abbia messo su pellicola dai tempi di Biancaneve. Stupiteli con una digressione di storia, parlandogli del conflitto fra re e cadetti, per esempio Riccardo cuor di leone e Giovanni senza terra, alias Peter e Edmund, i due maschi dei quattro fratelli Pevensie, che attraversano un armadio per giungere ad Altrove. Raccontate della battaglia di Azincourt, quando nel 1415 Enrico V sconfisse i francesi anche se le forze in campo erano disperatamente impari, come nella battaglia finale di Narnia. Raccontate di Elisabetta I, la regina bianca così simile d’aspetto e forse carattere alla ieratica strega Jadis. Raccontate che, secondo la leggenda, questa regina, una delle figure femminili più interessanti della storia, sconfisse l’Invincibile Armada schierando le fattucchiere inglesi sulle spiagge a lanciare malefici contro le navi spagnole. Chiedetegli se anche loro hanno notato che il leone, oltre che essere il re della foresta, è anche uno dei simboli d’Inghilterra, e che forse questo libro (dunque film) può essere visto come una specie di bigino di storia e cultura brit.
Insomma, lasciatevi stupire. Raschiando via i luoghi comuni, ha qualcosa da dire. Non a caso, è tratto dall’opera di un grande dotto, uno scrittore che ha trattato la letteratura per ragazzi con dignità e rispetto. Tanto per cambiare.
Daccordo su tutto ma della voce alla Don Lurio del leone ne vogliamo parlare ?
di’ la verità che e’ di tua moglie il post ;-))) Auguroni, vecc bastèrd :)
Interessante, prendo nota. Peccato però che inizi male: non si tratta del primo libro della serie, dove invece si narra della fondazione di Narnia, dell’origine dell’armadio e dell’infanzia dello zio dei quattro protagonisti.
mi è venuta un gran voglia di leggere il libro …
Leggendo un libro di storia mi sarei appassionato di più che non guardando il film…
Devo dire che sono riusciti a rendere le stesse atmosfere del libro: niente di speciale, noioso a tratti.
caro r:ob,
certo che non ti sfugge nulla… auguri anche a te e alla bella lia, oltre che alle eredi, of course.
per quanto riguarda invece il post sulla voce di don lurio, sottoscrivo in toto: peggio di così al povero leone non poteva andare!
Guarda, ottimo post. Volevo solo segnalare la presenza di BABBO NATALE, a circa metà film, che spiazza tutti gli spettatori. Molti di questi hanno cominciato a vociferare ecc. perchè nel tripudio di ambientazioni fantasy ecc. Babbo Natale sta TROPPO MALE!
E il doppiaggio del leone, l’animale più possente ed importante di Narnia? Omar Sharif ha dato il peggio di sè… ve lo assicuro.
Senza contare che alla fine non muore nessuno (anche nella battaglia, vengono tutti curati) tranne la strega “cattivona”.
Andiamo..troppo buonismo.
Per l’Enrico V, suggerirei la visione del bellissimo e omonimo film di Kenneth Branagh… “We few, we happy few, band of brothers”. E magari, se leggiamo ai nostri bimbi anche un po’ di Omero, Shakespeare e Dante in più, non guasta proprio…
Per l’Enrico V, suggerirei la visione del bellissimo e omonimo film di Kenneth Branagh… “We few, we happy few, band of brothers”. E magari, se leggiamo ai nostri bimbi anche un po’ di Omero, Shakespeare e Dante in più, non guasta proprio…
Sarà anche pieno di spunti, ma devo dire che raramente un libro mi ha annioato così tanto… la parte noiosa del “La storia Infinita”…
Ecco. Leggete/fate leggere il libro, godetevi la narrativa ricca, la trama da mondo fantastico, i colpi di scena, e anche i diversi piani allegorici (oltre a quello storico già ricordato, quello escatologic-religioso che, dato il personaggio, è quello preponderante)
Finito il libro prendete in film.
E buttatelo nel cesso senza esitare.
Che era dai tempi della principessa Sissi che non si vedevano gli sfondi simil-poster posticcio.
Dio mio. Molto ma molto peggio del peggior Labirinth