Gli chiedono se non sia contento di diventare famoso, capite? Si complimentano per il fatto che abbia fatto uno scoop. Questo interessa. Se voglia raccontare la sua storia, gli chiedono. Invece di preoccuparsi del fatto che una persona – perché questo è un blogger, una persona – con un po’ di conoscenza e di attenzione per uno dei più importanti mezzi di comunicazione che i giovani – qualunque cosa voglia dire tutto ciò – utilizzano, sia riuscito a fare un collegamento pertinente fra lo stupro di Lanciano e un blog. Una persona, non un inquirente. Il 4 dicembre, prima che la notizia venisse strombazzata e ripresa – con tanto di pubblicazione integrale del post incriminato – ben poco delicatamente, da quotidiani online et similia per poi confluire nel flusso ottuso dell’informazione tradizionale. Mentre altri sciacall sedicenti aggregatori ripubblicano il post integrale senza pensare alle conseguenze, e altri ancora si attribuiscono meriti.
E lui giustamente, molto giustamente e senza cercare un posto al sole, scrive:
Ma comunque a me non interessa la gloria dello scoop, soprattutto se legato a fatti orribili come quelli di cui è stata vittima la povera ragazza stuprata. Solo che trovo molto, molto inquietante che io, che ho letto per caso un post su un piccolo blog di una quattordicenne abbia determinato tutto questo pandemonio: telegiornali, articoli, il blog addirittura acquisito come prova e oscurato… insomma sono basito. Davvero. Soprattutto per il fatto che quella testimonianza stava lì da due mesi. Possibile che nessuno degli inquirenti abbia tentato una semplice ricerca su Internet e non se ne sia accorto prima? Ancora non si è capito quanto il bisogno di comunicare degli adolescenti si sfoghi oggi su Internet: i blog, i forum, le chat?
Dunque mi chiedo: se io non avessi segnalato quel post non se ne sarebbe accorto nessuno, ed oggi ulteriori prove e testimonianze non esisterebbero?
Bravo Marcus.
Bravissimo Marcus, è vero, e giusto tutto quello che lui dice.
Anche se mi domando uno come fa ad essere così attento ai Blog di ragazzi quattordicenni da identificare subito un racconto del genere. Forse sono malizioso io che vado a pensare alla morbosità o al cazzeggio all’ennesima potenza…
Abboriggeno, se leggessi i post di Marcus, ha spiegato ampiamente le motivazioni che lo hanno fatto capitare su quel blog.
Questo è il male di internet. Non si legge più nulla e si traggono conclusioni.
“Soprattutto per il fatto che quella testimonianza stava lì da due mesi. Possibile che nessuno degli inquirenti abbia tentato una semplice ricerca su Internet e non se ne sia accorto prima?”
che bello sarebbe se un poliziotto o un magistrato leggesse il blog di una quattordicenne che con un bel nik denuncia i suoi compagni di scuola per violenza sessuale. Che bello sarebbe se il poliziotto dopo aver letto, appena dopo, uscisse armato di lanciarazzi e ammanettasse immediatamente sti quindicenni porci. Che bello sarebbe se il poliziotto rambo avesse preso una svista e magari la quattordicenne avesse scritto il suo primo raccontino noir. Che bello sarebbe leggere dopo sui blog: “Poliziotto rambo? ma chi ti credi di essere? fascista!”.
Che bello sarebbe. No scusate, eh… siamo nella blogosfera. Tutto questo è.
Ma andate ogni tanto a farvi un giro nella vita reale.
1)Ma veramente quel che è scritto su un blog è oro colato tanto da bastare a spedire in galera immediatamente quattro ragazzi?
2)tra il fatto e gli arresti sono passati due mesi: è normale, anzi è pure poco. Se i tizi fossero stati colti sul fatto. Ma così non è stato. E’ nei loro diritti che la polizia ci metta due mesi, soprattutto tra un branco di quindicenni taciturni, a capire cosa può essere vero e cosa può essere facile.
Facile indignarsi, più difficile ragionare mettendosi ora da una parte ora dall’altra. Sempre con il beneficio del dubbio.
In effetti Marcus alla fine -dopo aver detto più volte “per caso”- spiega il come e il perché della sua conoscenza di quel Blog.
Spiega però anche di esser riuscito a fare 2+2 solo perché lo seguiva da tempo ed era riuscito ad intuire così la collocazione geografica dell’evento. Dice lui stesso che sarebbe stato difficile arrivarci altrimenti. Non so quanto potrebbe essere facile oer gli inquirenti trovare informazioni interessanti o attendibili rovistando nel mare di racconti online degli adolescenti…Io mi trovo abbastanza d’accordo con Judith.
E cmq Alberto sul ” Non si legge più nulla e si traggono conclusioni” ci andrei un po’ più piano; avevo letto il Blog di Marcus, non ero arrivato infondo al post dove alla fine spiega il dettaglio della sua professione. Altrimenti le mie conclusioni sarebbero state più o meno giuste, con la giustificazione del mio essere eccessivamente malizioso, come ho presisato.
Lui stesso poi dice che tale Lbog era di difficile lettura…
Io invece non sono per nulla d’accordo con la pseudo-ironia di Judith. Non è che qui si pensi che ci si debba mettere a monitorare i blog a caso in cerca di storie finte o vere.
Ma la ragazzina titolare del blog precisa anche, in post seguenti, di essere andata dai carabinieri con le sue amiche a denunciare il fatto. Di questa cosa – al solito – non si fa menzione, e si aggiunge alla questione, diventando una forte discriminante. Colpa mia, avrei dovuto aggiungere anche questo al posto.
Quanto all’andarci piano, il “non arrivare al fondo dei post” fa parte del male di internet di cui sopra. Senza, per questo, voler offendere nessuno.
Abboriggeno, di grazia, qual è il tuo problema? Sono andato sul blog di una quattordicenne. E’ forse reato? Mi devo apsettare la polizia postale fuori di casa? E poi tu stesso ammetti di non essere arrivato in fondo al mio post e non aver letto le mie motivazioni, quindi “trai conclusioni” che non capisco dove vogliano andare a parare.
“Possibile che nessuno degli inquirenti abbia tentato una semplice ricerca su Internet e non se ne sia accorto prima?”
Nessuno se n’è accorto perchè non c’era bisogno di accorgersene. Se il racconto della blogger è corretto, lei stessa dice che “io ale e barby siamo andate dai carabinieri a dare i nomi”; che, permettetemi, è un’acquisizione un filo più probante e utile che leggere il resoconto su di un blog.
Che poi me la immagino, la polizia giudiziaria, che dice: cià, andiamo a cercare su Google se troviamo notizie o tracce di reato. Compiere indagini su un delitto (specie se un delitto di quel genere) comporta altri itinerari, per fortuna di tutti.
Il problema Matteo è che i Carabinieri hanno dichiarato di non aver ricevuto nessuna testimonianza o denuncia il giorno dopo. Quindi la ragazza avrebbe detto una bugia…
Marcus, Alberto, ho poi letto per bene e rettificato mi sembra. Chiedo venia. Avevo letto per intero il post precedente e non tutto quello in cui alla fine spieghi le motivazioni. Non voglio “andare a parare” proprio da nessuna parte. Non ti ho certo incriminato né detto che hai fatto niente di male. Ho solo posto una domanda forse un po’ troppo polemica, che credo nasca spontanea se uno non sa le motivazioni precise per cui eri a conoscenza di tale Blog. Poi ho precisato. Fai quel che ti pare per carità.
Nel merito della faccenda invece resto dell’idea che non sia così soprendente che gli inquirenti non avessero identificato il Blog. Sono invece d’accordo con te quando dici che hai “l’impressione (avendo io letto il post all’epoca in cui è stato scritto) che Laura, la ragazza tenutaria del blog, dica la verità, e che come al solito i giornali preferiscono drammatizzare un evento già di per sé esecrabile col solito contorno dell’inciviltà della gente, dell’omertà degli adolescenti, e così via. Invece io voglio dire a Laura, se è vero che con i suoi amici è andata subito dai carabinieri, che ha fatto un gesto importante, una cosa giusta e ammirevole.”
Con questo credo di aver detto tutto.
Abboriggeno, questo era il punto del discorso. Il modo in cui la notizia rimbalza, le stranezze, il fatto che gli arresti arrivino solo dopo che la notizia è rimbalzata in quel modo ecc.
Alla fine non siamo poi così in disaccordo ;)
ciao alberto, giustamente risentito il tuo post. è una vicenda che ha degli aspetti decisamente disgustosi, e un abbraccio anche da me a marcusdaly. per fare il punto e riflettere sulla vicenda mi sembra utile anche il post che ho trovato su blogdiscount:
http://www.blogdiscount.org/?p=354
Marcus, vorrei ben vedere. Le indagini preliminari sono segrete (entro certi limiti), e gli inquirenti non hanno alcun obbligo di diffondere informazioni prima del tempo, specie quando queste potrebbero danneggiare l’investigazione o le persone coinvolte. Bene hanno fatto a tacere, quindi. Questo se il punto è, come mi sembra di leggere fra le tue righe, la presunta leggerezza con cui gli inquirenti avrebbero trattato il blog come possibile fonte.
Se invece il punto è, come scrive Puliafito “il fatto che gli arresti arrivino solo dopo che la notizia è rimbalzata in quel modo”, mi domando come potrebbe essere altrimenti. Sto indagando su una persona, ci metto tutto il tempo che ci vuole per un’acquisizione di notizie il più possibile efficace contro di tale persona, ma all’improvviso un giornale strombazza tutto (nomi compresi, atttaverso il riferimento al blog). A questo punto i casi sono due: o accelero i tempi e fermo l’indagato, oppure lui scappa, si nasconde, fa intimidire i possibili testimoni, eccetera. E’ un percorso investigativo nor-ma-lis-si-mo. Ed è anche il motivo per cui ad un certo punto il blog è stato oscurato: non tanto per esigenze probatorie, ma per tutelare la ragazzina che ci scriveva.
Marcus, vorrei ben vedere. Le indagini preliminari sono segrete (entro certi limiti), e gli inquirenti non hanno alcun obbligo di diffondere informazioni prima del tempo, specie quando queste potrebbero danneggiare l’investigazione o le persone coinvolte. Bene hanno fatto a tacere, quindi. Questo se il punto è, come mi sembra di leggere fra le tue righe, la presunta leggerezza con cui gli inquirenti avrebbero trattato il blog come possibile fonte.
Se invece il punto è, come scrive Puliafito “il fatto che gli arresti arrivino solo dopo che la notizia è rimbalzata in quel modo”, mi domando come potrebbe essere altrimenti. Sto indagando su una persona, ci metto tutto il tempo che ci vuole per un’acquisizione di notizie il più possibile efficace contro tale persona, ma all’improvviso un giornale strombazza tutto (nomi compresi, attraverso il riferimento al blog). A questo punto i casi sono due: o accelero i tempi e fermo l’indagato, oppure lui scappa, si nasconde, fa intimidire i possibili testimoni, eccetera. E’ un percorso investigativo nor-ma-lis-si-mo. Ed è anche il motivo per cui ad un certo punto il blog è stato oscurato: non tanto per esigenze probatorie, ma per tutelare la ragazzina che ci scriveva.
Matteo, la mia è una reazione emozionale, ed anche un pò irrazionale, se volgiamo. Semplicemente, ripeto, mi vengono i brividi a pensare che un post che ho scritto un pomeriggio come un altro, per una coincidenza che avevo notato, scateni ora tutto questo pandemonio. Sinceramente io pensavo che gli inquirenti conoscessero bene il contenuto di quella testimonianza, invece ora apprendo che la prova è estata acquisita solo ora. Tutto qui. E dunque mi chiedo: se la ragazza è andata a testimoniare, io carabiniere le avrei fatto sicuramente una domanda del tipo: hai raccontato a qualcuno quaesta storia? Chi sa quello che è successo oltre a te? E io ragazza (mettermi nei panni dei “personaggi” e un difetto del mio mestiere, lo ammetto) avrei fatto presente di averlo scritto sul blog. Discorso diverso è se la ragazza ha mentito e non è andata dai carabinieri, che dunque non potevano sapere dell’esistenza del blog (anche se, quando si parla di adolescenti, fossi carabiniere un giro su internet a scopo investigativo me lo farei… hanno trovato persino stupri documentati con foto pubblicate su Internet, vedi tu). Se la ragazza ha mentito, mi chiedo perché invece ha scritto tutto quello che ha scritto sul blog: forse semplicemente per ingenuità.
A nessuno è venuto in mente che magari quella “poveraccia” in quel momento tutto pensava tranne che dire “l’ho scritto nel mio blog?” (anzi, in verità erano due blog, tra l’altro – almeno per uno – visibili ancora grazie a Google
Carlo Felice chiama, plagiatore risponde
Il 4 dicembre Carlo Felice Dalla Pasqua, blogger e giornalista, lancia sul suo nanoblog Reporters la proposta di istituire anche in Italia il premio "Plagiatore dell\’anno". La Stampa ne riporta la notizia, citandolo.
…
Ma avete così tanta smania di controllo poliziesco sui blog?
O vi dispiace che la tv abbia il potere di muovere le guardie (tipo in questo caso, o nel caso Wanna Marchi) mentre i blog no?
Ma non capisco. Marcus si lamenta del fatto che tutti gli chiedono come ci si sente ad essere famoso o si lamenta del fatto che qualcuno gli ha rubato lo scoop?
Comunque il tizio Rapino, per quanto sgradevole, è nei limiti della correttezza. Nessun organo di informazione aveva fornito la notizia prima di lui. I blog sono o non sono un organo di informazione? No, non lo sono, perché se lo fossero i blogger avrebbero più grane che vantaggi. Perciò citare Marcus come fonte sarebbe stato un atto di cortesia (opportuno, non dico di no) più che un dovere.