Io, putroppo, ho il brutto vizio di avvisare Stefano sempre fuori tempo massimo.
Però pensavo che non sarebbe male se il prossimo 10 dicembre, dopo dieci anni che ci manca, la homepage italiana di Google – che non è affatto nuovo a questo tipo di cose – sfoggiasse una testata simile a quella a lato.
(Disegno di Roberto Grassilli)
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Sono d’accordordissimo come si può far pressione a Google perchè lo faccia?
A parte questo, ci saranno altre iniziative per ricordarlo, su onternet, editoriali, sms a tutti gli italiani etc…?
Posso utilizzare per la ricorrenza il logo google che avete fatto? Io sono un grandissimo estimatore di Bonvi.
ciao
M.
Posso utilizzare per la ricorrenza il logo google che avete fatto? Io sono un grandissimo estimatore di Bonvi.
ciao
M.
http://www.google.it/intl/it/holidaylogos.html
Essendo una “ricorrenza” italiana credo sarebbe meglio contattare google italia.
http://www.google.com/intl/it/contact.html
soldato Fritz.
Gianluca e Roberto, intanto grazie infinite. Contate ovviamente su di me e se volete coinvolgere anche Silver, Alfredo Castelli e Guido De Maria, vi metto in contatto con loro. Ne saranno ben felici, sono i suoi amici più cari.;o)))))
Un ricordo a Bonvi lo abbiamo dedicato anche NOI sullo SPETTRO DELLA BOLOGNESITA’.
Sembra ieri e sono passati 10 anni.
!!!!!!!!!
Un ricordo a Bonvi lo abbiamo dedicato anche NOI sullo SPETTRO DELLA BOLOGNESITA’.
Sembra ieri e sono passati 10 anni.
!!!!!!!!!
Bella proposta, Maso. Grazie per il ricordo: Alì Babà mi è particolarmente caro, visto che Lui e io lo facemmo assieme a Castel Del Rio, divertendoci un sacco… Era tornato bambino, nel disegnarlo. Bella storia.
Però a Bologna esiste già un vicolo Bonvi, esattamente dove abitavamo: l’ex via Rizzoli 20/6, sede della Banca Nazionale delle Comunicazioni!;o)))))
Il bello è che lo Strurmtruppen era fatto così bene da piacere anche in Germania, dove notoriamente lo humor sul nazismo non è tollerato..
:-)
Vero, vero! Sai, Fabrizio, una delle soddisfazioni più grandi che Bonvi ricevette fu quando un simpatico signore tedesco, tale Heinz sessantasettenne, nell’estate del 1994, ci scrisse in redazione (in italiano! Lo aveva imparato perché passava ogni estate a Riccione dagli anni Cinquanta…) raccontando che quand’era soldato di leva in Italia, nel’44-45, si esprimeva esattamente come le strip. E che si divertiva molto di più a leggerle in italiano che non tradotte (anche se erano piene di ovvi strafalcioni)…
E poi, Bonvi mica sapeva il tedesco, eh! (Anche se mi sedusse facendomelo credere: “Sono poliglotta… E’come la mia seconda lingua!”;o)))) Seeee…) Infatti…
Beh, un giorno – stavamo già assieme da molto – leggo un albo della versione tedesca, tradotta, delle Sturm, pubblicata dalla Beta Verlag di Monaco ogni mese. E mi accorgo di un adattamento un po’ troppo libero, non molto felice. Quindi, candidamente, osservo: “Hai letto? Non te l’hanno mica resa bene, questa strip!”
Lui rise con una di quelle sue risatone calde e allegre come il mondo, alla Falstaff:
“… E chi lo sa il tedesco? Io conosco soltanto “Danke”, “Bitte” e “Die Rechnung, Bitte!” (“Il conto, prego”: frase d’indispensabile sopravvivenza urbana in quel di Monaco, dove lui conosceva tutte le birrerie)
“… Ma… ma… mi hai ingannato!!! E io che in tutti questi anni credevo lo sapessi… tu mi avevi giurato…”
“Ach! In amoren e in guerren, tutto è lecito!”
… Eeeehhh… :o)))))
Una curiosità… scusate l’uso improprio dei commenti, pur unendomi alla rispettosa memoria di Bonvi, ma
Anvedichejedi non sarai mica Axi, che lavorava in E-TREE? :)
Mi sono sempre chiesto perchè Bonvi, ma anche Magnus ad esempio, o altri grandissimi artisti, ad un certo punto della loro esistenza, si trasferirono a Castel del Rio.Perchè proprio lì?
Si trasferivano a Castel del Rio sia per trascorrere momenti di vacanza e relax (ma rimanendo sempre impegnati nel lavoro) sia per trovare vecchi amici che tuttora li piangono.
Ogni anno -a settembre- il comune organizza mostre ed eventi collegate ai due grandi artisti .
Fin dall’ Agosto 1991 Magnus inizia il suo ritiro a Castel del Rio, dove trascorrerà i suoi ultimi anni fino al 1996 -l’anno della morte-, seguendo di pochi mesi l’amico Bonvi che spesso ospitava.
Ragazzi, non giochiamo proprio dai.
Sì, i fumettisti brava gente, ok.
Però domani (oggi cioè) è morto Lennon. Facciamo che Google si fa i cazzi suoi e non mette su niente e noi però ci ascoltiamo una sua canzone.
[Ste]
Lennon? Chi cacchien è sto Lennon.
Gianluca, per il 2005 non ne faremo, ma prometto qualche novità per il 2006. Suggerimenti sempre bene accetti.
@Dvd: bingo! … E tu chi sei?
@Gianfilippo: Bologna era diventata stretta a entrambi. Lì si lavorava bene, tranquilli ed era l’ideale per consentire a Roberto (Magnus) di terminare il suo capolavoro, il mitico Texone dove Castel Del Rio era stato abbondantemente riprodotto in versione pseudo-californiana in santa pace e senza interferenze esterne.
Quando Bonvi disegnava le Sturm o Alì Baba e io ne completavo le tavole, c’era un tale silenzio che sentivamo solo il suo pennino scricchiolare, o il rintocco della campana della chiesa adiacente. Senza contare i marroni doc, l’ottimo Sangiovese e la cucina eccellente dell’albergo dove alloggiavamo, le lucciole che punteggiavano i prati a maggio e le passeggiate ritempranti fra i castagneti: direi, molti ottimi motivi per insediarsi là.
Era un bagno di serenità dopo settimane di stress cittadino in una città diventata sempre più matrigna e inospitale per lui.
Una meraviglia.
Bonvi si era innamorato di quel piccolo, delizioso paese perché gli ricordava un po’ la sua infanzia nelle campagne modenesi, un po’perché vi aveva ritrovato una serenità perduta e a lungo agognata. Lì trascorse il suo ultimo anno e mezzo da autore ispirato e padre felice.
@Andrea: Bonvi e io alloggiavamo nello stesso albergo di Magnus, non era propriamente lui a ospitarlo. Avevamo comunque deciso di acquistare la residenza lì. Avrebbe voluto anche esservi seppellito…
@ Nonantri: per la cronaca, Bonvi adorava i Beatles. Fu tra i primi ad andarli a vedere, a Londra, nei primi anni Sessanta, quando ancora non erano diventati dei miti. Non credo che ricordare lui qui sottragga nulla a Lennon. Anzi.
Personalmente, anzi, credo che i due abbiano almeno un punto di contatto: aver sottolineato attraverso due mezzi diversi che il re è nudo, e 0si può esaltare il valore della pace sia scrivendo un capolavoro come “Imagine”, sia disegnandone uno come le Sturm, che sono riuscite a farci ridere dell’esercito più temibile della storia…
Gianluchino, ma ti pareva brutto scrivergli una mail invece che avvisarlo via post?
(Mau, difendi il Neri un po’ alla sveltina che oggi non ho molto tempo da dedicarti)
Andreadaimola, siamo vicini:)). Affascinante come un piccolo paesino abbia ospitato personaggi così importanti. Anvedichejedi, dimenticavi i mitici porcini del ristorante “Il Gallo” :)
@ Anvedichejedi: Daniel, probabilmente l’ultima volta che ci siamo visti è stata a Treviso Comics dove mi hai fatto conoscere un altro mito come Cavazzano :)
Che poi, qui non è stato ricordato ma Bonvi era anche molto, ma molto carino.
Spero che Anvedi mi perdoni questa trasgressione fisica-estetica .
Ciao , Anvedi;):
@Daniel! Che bella sorpresa! Immaginavo fossi tu! Benritrovato… keep in touch, mi raccomando. Il mio indirizzo lo trovi alla fine del post di Gianluca sulla religione…:o)))
@Gianfilippo: ricordo eccome, ahimé. :oDDD Con grande nostalgia (e la meringata coi marroni, i tortelli con le patate… dove li metti?). Tra l’altro, lì trovi anche eccellenti tartufi. Levo
alla tua un bicchiere del magnifico Sangiovese che servivano lì, e che finì col convertire Bonvi
(amante notorio del bianco, meglio se prosecco)
ai fasti del rosso. Prosit.
@Maria Josè: era un gran pezzo di gnocco. Biondone, bellissimi lineamenti, voce stupenda, calda e stentorea. Ottimo cuoco, bravissimo pollice verde, tenerone coi bimbi di ogni età. Grandioso ogni qualvolta si abbandonava ai piaceri della vita: un uomo semplice che amava le gioie più genuine. Ed era la creatura più autenticamente buona, generosa e disarmante che avessi mai conosciuto: per nulla al mondo avrebbe rinunciato a una sigaretta (prima e dopo) e a un piattone di tagliatelle al ragù (idem, talvolta… ;o))))
Non potevi fare a meno di amarlo, una volta conosciutolo, credimi.
Nella prima gioventù, longilineo e fighetto, era quasi identico al George Peppard di “Colazione da Tiffany”. Peccato che non sapesse affatto sfruttare il suo fascino, dato che era timidissimo: preferiva invece fare casino e
organizzare scherzi degni di “Amici miei” con gli amici Guccini e Victor Sogliani. Una volta
si finsero pure licantropi…
In ogni caso, per chi volesse saperne di più, rimando all’ultimo libro su di lui uscito.
Poi, col tempo, si trasformò in un emulo del migliore Jack Nicholson (quello che personalmente preferivo). La bellezza lasciò spazio al fascino e soprattutto al senso dello humour, all’autoironia, che lo resero irresistibile.
Aveva gli occhioni blu più belli che io abbia mai visto: enormi e capaci di passare in un istante dalla dolcezza più estrema alla follia di un Jack Torrance. Incredibilmente fotogenico.
Forse non molti sanno che tentò pure la carriera di attore: fu infatti, ridete un po’, l’agente Flit in “Come rubammo la bomba atomica” di Lucio Fulci (1967) di Ciccio e Franco e fece varie particine nei coevi western ciociaro-andalusi come fratello (buono) di Klaus Kinski, sfoggiando improbabili nomi anglofoni. Carriera che finì sul nascere, dato che era talmente pigro da non voler mai fare neanche un corso, che dico di recitazione, ma di dizione (l’accento emiliano non lo corresse affatto, anzi: lo esibiva con orgoglio). Le intemperanze alcolico-alimentari fecero poi il resto, avviandolo ad una falstaffiana maturità.
La parte migliore che fece rimane comunque quella dell’ufficiale borbonico Franz, nel bel film “Cavalli si nasce” di Sergio Staino, ambientato durante le rivolte napoletane del 1830 e girato nel Cilento (estate 1988). Lì non recita, fa semplicemente se stesso e improvvisa. E si rivela un ottimo cavallerizzo, qual era.
Ebbe un sacco di donne nella vita, prima della sottoscritta (io fui l’ultima, e arrivai negli ultimi sette anni. Ne avevamo ben 24 e 1/2 di differenza, ma non fu mai un problema, dato che psicologicamente si era attestato attorno ai 12-13. E io adoro i bambini… non miei!:o))))) Le trattò benissimo e da loro fu sempre molto amato, addirittura rincorso, direi. Tuttavia, ne amò davvero solo quattro. Ah, naturalmente, mamma esclusa, che adorò sempre. Più di ogni altra…;o))))
Un caro saluto a tutti.
Grazie di averlo ricordato, manca molto a tutti coloro che lo amarono. Sono certa che di lassù vi stia gratificando del migliore dei suoi sorrisoni
(una volta l’ho sognato e mi ha detto che era finito, come sperava, nel paradiso delle Urì. Solo che, precisava, non scorrevano fiumi di latte e miele – che detestava – ma di glen grant… ;o))))))
Amen, boja d’un mond lèder, amen… :)