Kill Pill.

Non m’interessa condensare in sessanta righe un pensiero sulla vita e sulla morte. Una sorta di ritegno personale mi porta a pensare che ogni convinzione su certi temi non sia che autobiografia, ciò che in qualche caso è bene preservare nel proprio intimo e risparmiare al prossimo. Circa il neo-dibattito sulla Legge 194 m’interessa quindi comprendere, in primo luogo, perché ne stiamo tanto parlando.


Vorrei capire perché ci stiamo ritrovando in un dibattito che in buona parte è vecchio di trent’anni, e una prima risposta è ovvia: perché c’è stato l’11 settembre, la guerra, il confronto tra civiltà, le discussioni sulla Costituzione europea, sulle nostre radici, sul relativismo, c’è stato il referendum sulla procreazione assitita, c’è stato l’afflato spirituale seguito alla morte di Giovanni Paolo II, e nelle more di tutto questo c’è stata e c’è la tentazione di riappropriarsi di un pensiero forte che divenga fortilizio d’Occidente. E’ un bene? Può essere.
Una seconda risposta però è meno ovvia: se stiamo riparlando di tutto questo è anche perché, mimetizzato e ambiguo, sta parimenti rialzando il capo un neo-relativismo cattolico che approfittando della libera circolazione delle idee sta cercando di riproporne anche di vergognose, sta riesumando e riverniciando ideologie che si pensavano confinate nelle catacombe della Storia e dell’Occidente.
Una di queste, scritta su giornali e sentita per radio assai diffuse, è che gli omosessuali sarebbero solamente dei malati e che l’omosessualità sarebbe una condizione patologica senza base genetica, una forma mentis.
Una seconda è la riproposizione del creazionismo tra gli insegnamenti scolastici (un semplice credo religioso, come sancito dalla Corte suprema degli Stati Uniti) con la pretesa che l’evoluzionismo di Darwin, spacciato come un’indimostrata impostura, non venga più insegnato.
Una terza, e siamo al punto, è la pretesa di bollare come assassina o corresponsabile di assassinio chiunque opti per l’interruzione di gravidanza prevista dalla Legge 194.
Naturalmente qui si sta estremizzando, perché di tutto si può discutere e difatti si discute: non tutti coloro che vorrebbero ridiscutere la 194 celano fini oscurantisti o sono imparentati con certa destra religiosa di scuola americana. Ma resto convinto che la maggioranza di essi lanci il dibattito e nasconda la mano, sicchè oppongo quelli che ritengo essere dei punti fermi:

1) la Legge 194 ha quasi dimezzato gli aborti legali e quasi azzerato quelli illegali;
2) la maggioranza degli italiani anche di centrodestra, dati alla mano, ritiene che la 194 sia una buona legge; ricordo quando Maria Grazia Sestini di Forza Italia, antiabortista rigorosa, spiegava che la legge sull’aborto piace all’84 per cento degli italiani;
3) penso che la maggioranza di chi auspica una più corretta applicazione della 194, in cuor suo, vorrebbe abrogarla;
4) penso che la maggioranza di chi si dice disposto a ridiscutere l’applicazione della 194, e però nicchia, voglia che tutto resti com’è;
5) penso che su questo tema la maggioranza degli italiani non sia granchè rappresentata, per dire, dal radicale Daniele Capezzone né dal senatore di An Riccardo Pedrizzi, benchè binomi del genere risultino giornalisticamente utili;
6) penso che la maggioranza di chi si oppone alla pillola abortiva Ru486 sia contraria perché desidera che l’aborto resti una pratica traumatica, così da scoraggiarla; diffusa è peraltro la tendenza a confondere dolosamente tale pillola con quella del giorno dopo, che è tutt’altra cosa;
8) l’altissima percentuale dei medici obiettori di coscienza, senza ombra di dubbio, è tale per ragioni più di carriera che di coscienza;
9) quei volontari che fossero inseriti nei consultori (il Movimento per la Vita tra questi) farebbero un’opera più che lecita di dissuasione all’aborto ma non farebbero nessuna educazione alla contraccezione, tantomeno consigliando l’uso del preservativo: non l’hanno mai fatta. In ogni caso, una volta eventualmente inseriti in un meccanismo di applicazione di una legge dello Stato, andrebbero avvertiti che dovrebbero abbandonare certi toni e dunque cortesemente astenersi dal bollare l’operato della legge medesima (l’operato dello Stato) come quello di un assassino;
10) definire laicista chi non la pensi esattamente come la Cei resta poco bello, ma il problema è che oggi, soprattutto coll’avvicinarsi delle elezioni, ci sono almeno sei forze politiche disposte a sposare trasversalmente ogni parola che si rifaccia al magistero della Chiesa, quindi a corteggiarla con modalità che presuppongono non tanto un’invadenza della Chiesa quanto una competizione nel prostrarsi al suo cospetto: basti l’esempio, ieri l’altro, della leghista Francesca Martini che nell’annunciare una proposta di legge sui consultori ha detto che avrebbe inviata direttamente al presidente della Cei;
11) la Chiesa parla, ha sempre parlato e sempre parlerà: ci mancherebbe altro, ma l’impressione è che la sua sotto o sopra esposizione dipenda anche e soprattutto dallo spazio che i media le riservano.

Ciò detto, mi resta incomprensibile come tanti militanti cattolici facciano un gran baccano attorno a battaglie di retroguardia (la Legge 194 c’è e resterà) e però trascurino a dir poco l’avanguardia che la Chiesa può rappresentare e rappresenta. Ai propugnatori di un rinnovato orgoglio cattolico vorrei tanto chiedere se non ritengano d’esser rimasti un po’ troppo silenti, di recente, circa questioni sostanziali che pure riguardano la loro e nostra identità culturale: aver per esempio taciuto, quando si benediceva una Turchia europea, del negazionismo turco circa il genocidio degli cristiani armeni, e aver dunque taciuto, nel settembre scorso, riguardo allo schiaffo diplomatico che il governo di Ankara ha tirato al Papa nel negargli il permesso di poter visitare Costantinopoli per incontrare il patriarca ortodosso. Parliamo di un paese che nega ai cattolici uno status giuridico al punto che non possono aprire seminari né far carriera nello Stato nè circolare in tonaca: pena l’arresto.
Aver inoltre taciuto e seguitare in pratica a tacere, certi cattolici nostrani, della mancanza di libertà religiosa in Cina, paese che seguita a negare l’apertura di una nunziatura apostolica a Pechino nonostante le celebrate aperture commerciali. Un paese dove essere cattolici è proibito, pregare è proibito, e preti e monache li ammazzano, l’aborto viene praticato sino al nono mese (a calci, se necessario) e l’infanticidio della progenie femminile è praticamente una legge dello Stato. E però sul settimanale cattolico Tempi, allegato ieri al Giornale, c’era un ampio reportage sulla Cina che era tanto compiaciuto da sembrare identico a quello scritto di recente da Giuseppe Severgnini (Corriere della Sera, stesso viaggio, stesso entusiasmo) con grandissima ammirazione per l’economia cinese e però zero spazio circa i diritti umani e la negata libertà religiosa. Tre pagine dopo, però, ecco una mega apertura sulla maledetta pillola Ru486: “Una kill-pill da Terzo mondo”.
Quel Terzo Mondo che dai cattolici, a dir il vero, attende ancor’oggi autorizzazione morale all’uso del preservativo. Mentre tutto il resto, Cina a parte, è assassinio.

(su «Il Giornale» di venerdì 2 dicembre. Forse)

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50 Commenti

  1. Interessante, completo e comprensibile punto di vista. Facci in molti casi sa essere ottimo opinionista e bravo scrittore.

  2. Infatti. Quella sull’aborto è una battaglia di retroguardia. E Facci ha ragione: la chiesa ha parlato e continuerà a parlare come fa da duemila anni. Il problema è l’attenzione che i media e i partiti le dedicano. Anche il Polacco diceva di non mettere il preservativo, ma al più si sorrideva per una bizzarria di nonno Karol, fine. Adesso Ruini e Ratzinger dettano l’agenda politica italiana, praticamente.

    Quanto cazzo avrei voluto vincere quel maledetto referendum. Tutto questo non sarebbe successo.

  3. Ricordate cosa avevano detto all’indomani del referendum?
    “La 194 non è un nostro obiettivo”
    Appunto……!!!!!!
    Ogni volta che vedo Ruini mi si congelano le palle.

  4. Il nostro è e sarà sempre uno stato confessionale (è un retaggio storico, ma anche un problema di contiguità fisica con il Vaticano). Quello che sconcerta è il desiderio di compiacere alla chiesa, spesso in modo acritico e supino. Ruini, da fine politico qual è, sfrutta poi l’onda preelettorale. Non si spiegherebbe del resto la scelta di uscire allo scoperto su questo tema proprio ora, dopo tanti anni. Io ritengo che la chiesa senza dubbio possa e debba interloquire su ogni questione morale. E’ giusto che sia così e ci mancherebbe altro che non lo sia (come giustamente dice Facci). Meno giusto che influenzi concretamente il compimento degli atti politici che quei principi morali attuino. Questa è politica.

  5. Ottime osservazioni, Filippo. Vi aggiungerei il punto 7): a differenza di quanto avviene per gli abortisti, la chiesa non si pronuncia in modo netto, chiaro e aperto neanche condannando mafia & C. Che mi pare violino sistematicamente i dieci comandamenti da un bel po’. Ma si sa, è solo una questione di punti di (s)vista…

    Al di là dell’infervorata condanna pronunciata proprio dal Karolone nel suo discorso alla valle dei templi (9/5/1993, “contro una cultura di mafia, cultura di morte, profondamente disumana, antievangelica, nemica della dignità della persona e della convivenza civile”) dove si scagliò contro i suddetti, non ricordo nessun’altra presa di posizione ufficiale altrettanto determinata al riguardo. Certo, c’è stato Don Puglisi: tutti sanno che è stata la mafia a zittirlo, e il fatto che lo stiano beatificando è una ben magra consolazione. Ma c’è anche il confessore del boss Aglieri, padre Frittitta, prima condannato per favoreggiamento e poi assolto… e come lui, tanti altri.

    Una pronuncia di scomunica cattolica contro i mafiosi sarebbe una cesura, un gesto di enorme valore etico per i credenti onesti. Che però non s’intende fare, perché i padrini sono prima di tutto tali. Ex democristiani. L’importante è rispettare le regole. Forse che vogliamo negare l’opportunità di un pentimento in zona Cesarini a queste povere pecorelle traviate?

    La storia del rapporto fra chiesa e mafia è molto acutamente esaminata qui, in queste considerazioni cui vi rimando. Rilevo solo che quanto ad ambiguità e collusioni, non è seconda ai casi sopra elencati:

    http://www.centroimpastato.it/publ/online/Chiesa_e_mafia.php3

    Il problema è che i cattolici confondono (volutamente) morale con moralismo, e per loro l’etica si riduce preferibilmente, se non essenzialmente, a un compendio misogino d’igiene e liceità sessuale. Vedasi quanto enunciato ieri in merito alla giornata mondiale per la lotta contro l’aids. Castità unico e solito rimedio ammissibile contro il contagio, così come soli contraccettivi ammessi sono il Billings e l’Ogino-Knaus (detto altresì “roulette del Vaticano”. Conosco tre sorelle che ne sono il risultato, e che nelle intenzioni dei genitori non sarebbero mai dovute nascere…:o() Sensato come dire: volete la pace? Fate la guerra.

    Chi cerca di ridiscutere la 194, del resto, non andrebbe mai e poi mai a interrompere una gravidanza in una struttura pubblica, statene certi. La RU 486 viene ampiamente utilizzata da anni in Francia in modo ottimale, riducendo non solo i costi delle degenze ospedaliere ma soprattutto il trauma dell’aborto (e chiunque ne abbia fatto esperienza, anche solo assistendo un’amica come la sottoscritta, sa bene che non si tratta MAI di una scelta a cuor leggero. Né che la donna in questione è una puttana infanticida).
    Che qui, evidentemente, deve restare a monito di una colpa da emendare, e non una scelta responsabile.

    Comunque: chiediamo a Ruini anche un illuminato parere sulla nostra nuova tinta di capelli, sul cardigan da accostare al tailleur, sulle tendenze moda-mare estate 2006, sull’hip-hop e il nu-metal, sulla seconda serie di “Elisa di Rivombrosa”, su come si lavano le tende (a 60° o a 90°), su come va il Genoa in C1 e magari di darci pure i numeri del lotto.

    E se proprio non riusciamo a rinunciare a farci ammannire gruppi di volontari antiabortisti che verifichino la sincerità delle intenzioni delle donne propense a interrompere la gravidanza, propongo di spedire nutriti gruppi di volontari goliardi nei seminari e nei conventi, con contorno di procaci fanciulle e palestrati omaccioni per dissuadere novizie e seminaristi dal compiere il loro ferale gesto.
    Par condicio. O no?

  6. Non condivido l’analisi.
    Sulla 194:
    Per lavoro, sia mio che di mia moglie, che è ostetrica, conosco il problema da vicino: sotto altro aspetto mio figlio ha due anni ed ha un ritardo psico-fisico di natura genetica.
    Fatte le dovute presentazioni, ritengo che la 194 sia una legge equilibrata e che non verrà modificata da alcuno. Punto.
    E’ miope però non considerare che tra norma e prassi c’è un abisso.
    E la prassi è che la madre (e solo essa) – a termini di legge abbondantemente spirati – possa scegliere di abortire su presentazione di semplice certificato medico.
    Molti casi concreti sono allora contrari alla 194 ed al suo spirito.
    A questo si aggiunga che il sostegno psicologico alla madre – perché vi assicuro che molte di esse ignorano il tenore delle conseguenze ed è più che necessario – è completamente assente.
    Trovo corretto che la Chiesa – come altri – ponga il problema.
    Trovo poi meritorio che richiami alla tutela del soggetto della faccenda senza alcuna voce in capitolo.

    Quanto alle altre questioni sfugge all’ottimo Facci (frequento il blog principalmente perché ci scrive lui) che la Chiesa non è stata per nulla silente. Anzi.
    Altro è che percorra sentieri diplomatici spesso poco visibili a chi non sia addentro a certi meccanismi.
    Del resto proprio Facci ha scritto un interessante pezzo su evento e notizia e le notizie sulla Chiesa sono incomplete e generalmente tendenziose.

    Per esempio nei del GMG di Colonia il Papa è stato sollecitato più volte dall’ambasciatore Turco in Germania ad esprimersi a favore dell’ingresso comunitario del suo paese (ne ha parlato anche il Corriere).
    Tale nota non è arrivata.
    Di più: più d’uno ha dato notizia dei chiari segnali di linea opposta (se non ricordate il discorso fatto alla rappresentanza mussulmana lo si trova su zenit.org).
    Non a caso l’invito in Turchia è stato prontamente revocato.

    Lo stesso dicasi sulla Cina.
    E’ notorio che in Cina parecchi Vescovi estranei alla chiesa ufficiale sono in carcere e torturati (ho ringraziato Facci anche per il suo pezzo sulla Cina).
    Giusto martedì u.s. il GR2 dava notizia degli ultimi preti incarcerati con l’accusa di cospirazione contro il regime.
    Questo il contesto, c’è stato un Sinodo straordinario dell’Eucarestia in ottobre. E parliamo del più importante evento della Chiesa degli ultimi anni.
    In quell’occasione il Papa ha ufficialmente invitato alcuni Vescovi clandestini – facendone il nome e tralasciato quelli di regime.
    Più chiari di così.
    E del resto davvero non si contano più i richiami pubblici alla Cina e che Tempi scriva pur quel che gli pare.
    Tanto detto, in calce al clima di rottura, come non vedere che per tenere aperto il dialogo si possa cercare di evitare il muro contro muro (è ad esempio emblematica la politica di G.P.II verso l’Est Europa degli anni ’80)?

    Quanto alla RU486: ma perché non dovrebbe dirsi che non è contraccezione ma aborto preventivo? Non c’è differenza tra le 2? Le conseguenze dite psico-fisiche che siano le medesime?
    Anche a pensarlo una riflessione mi sembra più che lecita.

    Con stima.

  7. Mentre scrivevo il post è arrivato il commento di Anvedi sulla mafia.
    La condanna alla mafia è univoca.
    Non solo il Papa ha fatto il dicorso più duro che ricordi ma è uscito anche un documento inequivocabile. Ne cerco un link in internet e lo posto.
    L’argomento di Facci mi sembra ben articolato: ad altri piace percorrere luoghi comuni.
    Saluti.

  8. la chiesa parla e parla, e ne ha giustamente il diritto, ma in tante,troppe occasioni non vuole vedere a un palmo dal proprio naso

  9. Il relativismo e il back to basics dell’aborto, dei gay, di un concetto della donna come figura dipendente, non sono altro che paura. La paura di essere superati dalla logica e dalla scienza. La paura che se si cambia allora cade tutta la struttura della rivelazione. Nessuna idea articolata o organizzazione può resistere senza modernizzarsi per migliaia di anni, specie quando l’accelerazione del pensiero condiviso cresce. Ci vorrebbe un nuovo Concilio Vaticano. Un nuovo modo di interpretare i dogmi, ripartendo da: “Ama il prossimo tuo come te stesso” che personalmente traduco in: sìì felice e solidale. Un concilio che recepisca le nuove realtà sociali, il senso comune e che rimetta la centro la religiosità, il divino che c’è dietro al mistero, ed il messaggio d’amore. Cambiare per non morire. Peccato che la gerarchia (non tutti i preti per la verità, ne sentivo uno in tv, Don Fasani, che parlava dell’importanza del sesso per l’affettività) abbia imboccato tutt’altre strade: quella della sessuofobia e la presa per oro colato della narrazione.
    Mi ricordo che da ragazzino un parroco moderno ci spiegò che la storia della mela era una metafora e che Adamo ed Eva rappresentavano tutti gli uomini e la loro voglia di diventare dio, altro che creazionismo. Ma qui c’è qualcuno che vuole tornare a prendere queste cose sul serio invece di farle passare per quelle che sono: delle metafore.

  10. Anche io credo che questo attivismo politico della chiesa sia frutto della paura di scomparire: andate nell’oratorio vicino a casa, passate nelle chiese di perferia la domenica mattina, e constaterete come siano desolantemente vuoti.

  11. Da ateo, vivo questo fervore chiesaiolo come i colpi di coda di un apparato in fase di decomposizione.
    Processo lungo ma irreversibile.
    Facci: la libertà religiosa in Cina è un aspetto marginale del problema. Di tutti i diritti civili, quello religioso è quello che mi sta meno a cuore.
    E che comunque puzza allo stesso modo di un’imposizione legale dettata da suggerimenti religiosi.
    Libertà per i preti se, e solo se, c’è prima libertà per me.
    Salvare una vita ad una bambina, piuttosto che avere il permesso di pregare, sono due cose che non possono essere inserite in una sola frase, avendo un minimo di onestà intellettuale.

  12. ehm, scusatemi, l’ultima frase è uscita storpia. Volevo dire:

    Salvare una vita ad una bambina e avere il diritto di pregare sono azioni che è impossibile inserire in una sola frase, avendo un minimo di onestà intellettuale.

  13. “Trovo poi meritorio che la chiesa richiami alla tutela del soggetto della faccenda senza alcuna voce in capitolo”

    Soggetto chi? Un ovulo fecondato? Un embrione?
    Rispetto a una madre senziente che dentro di sé può -e sottolineo PUO’, non DEVE- ospitarlo per nove mesi?
    Vedi, qui non ci s’intenderà mai. Per fortuna, dico io.

    … Quand’è che un embrione diventa persona? Bella domanda.
    Per me, la nostra legge è chiarissima. Il codice civile subordina l’acquisto della capacità giuridica al momento della nascita (art.1). Quindi, ciò che non nasce, non esiste affatto. Almeno giuridicamente parlando, stando al nostro ordinamento. Poi, religiosamente o filosoficamente parlando, possiamo prestarci a ogni altra possibile speculazione. Possiamo affermare che l’embrione ha un abbozzo di corteccia cerebrale, ergo di potenzialità senziente, ma è giusnaturalismo. Biologia. O fede, per l’appunto.

    Con la separazione dalla madre le due entità, prima fuse, diventano distinte. E solo allora il figlio diventa titolare di diritti, dopotutto. Sebbene al nascituro, poi, vengano riconosciute anche delle aspettative di diritto, che si completano tuttavia nella loro pienezza solo grazie all’evento della nascita. (S’intende, nato vivo). Così almeno pontificava la mia brava docente di civile, a quanto rammento. E a me sta bene.

    E’qui che risiede la differenza sostanziale fra un progetto di vita e una vita completata. La vita viene data e sancita nel momento in cui il figlio fa il suo ingresso nel mondo, uscendo dalla madre. Abortire, quindi, non è togliere la vita ad alcuna persona. (E ricordo, per inciso, che nelle civiltà matriarcali era considerato IL mezzo normale per la regolazione delle nascite…)

    L’accusa più abusata dai cattolici è poi “non usate l’aborto come metodo contraccettivo”. Ma nulla nella stesura della 194, né nella sua finalità, ne indica un simile utilizzo. A riprova che si è in perfetta malafede. Quanto alla pillola del giorno dopo (un cocktail ormonale che impedisce l’impianto dell’ovulo): chiariamo l’equivoco. Si compone di 2 pillole che vanno assunte assieme, possibilmente subito dopo un rapporto non protetto (bisogna andare comunque in ospedale a farsela prescrivere, dopo una visita ginecologica, non è un farmaco da banco) e comunque entro 72 ore da esso, pena l’inefficacia. Se il rapporto ha avuto luogo nelle ore o nei giorni precedenti l’ovulazione, il farmaco impedisce la fecondazione dell’ovulo. Se il rapporto ha avuto luogo ad ovulazione già avvenuta, modifica il tessuto uterino impedendo l’impianto dell’ovulo fecondato. Se il processo di impianto è già iniziato (anche se da poco tempo) NON è efficace. Infatti, sarebbe un aborto. La pillola del giorno dopo è quindi un metodo contraccettivo e NON abortivo.

    Tornando al punto: ciò che “muore” abortendo è un’altra cosa: una persona in fieri, non ancora giunta a termine. Un abbozzo, un progetto, un’aspettativa di figlio. La sua non è mai una vita autonoma, bensì condizionata a quella della madre e imprescindibile da lei. Tant’è che separato, non sopravvive. E’l’utero che rende possibile con l’annidamento la crescita e lo sviluppo dell’embrione. E quindi, la donna, in ultima analisi. NON è l’embrione che vi si annida sovrano e in virtù di questo rende la donna madre. Chiariamo almeno quest’ordine di priorità.
    Riconoscerei una piena titolarità del diritto alla vita dell’embrione solo se fosse in grado di svilupparsi al di fuori della madre. Ma così non è. Quindi…

    Proprio per questa ragione trovo assurda, oltreché palesemente contraria al codice civile, l’attuale legge sulla fecondazione assistita che prevede la titolarità di un’aspettativa di diritto in capo all’ovulo fecondato, impedendone persino la distruzione pre-impianto se affetto da malattia. E non è eugenetica, sia chiaro: se devi creare un organismo nuovo, devi anche dargli la possibilità di sopravvivere in modo ottimale. Di non mettere al mondo figli con difetti genetici (se proprio vuoi farlo, per una tua convinzione, è una tua scelta personale. Non certo una condizione-capestro implicita nell’impianto degli ovuli). E’proprio la preselezione a garantirgli una vita futura: ciò che la finalità della legge dovrebbe essere, dopotutto. Sottolineo, dovrebbe… perché in merito ho seri dubbi, lo confesso. E’talmente mal scritta da far rabbrividire.

    E ancora, se giuridicamente tuteliamo l’aspettativa di vita, perché allora per assurdo non portiamo agli estremi questo concetto? Forse ogni volta in cui noi donne facciamo sesso e ovuliamo a vuoto, senza essere fecondate, o vi facciamo un pompino, uccidiamo un possibile progetto di vita? Il tutto perché sesso e procreazione sono inscindibili, secondo la chiesa. Ma così non è. Per fortuna ancora, ribadisco.

    Non trovate un filino draconiana e rischiosa la difesa anche solo filosofica (figuriamoci normativa) di tali presupposti?

    In queste considerazioni, e in una tale dinamica che ruolo ha la responsabilità e la coscienza genitoriale? Posso comprendere che una difesa tout court del valore della vita potesse essere plausibile in un’epoca dove nulla si sapesse della dinamica del concepimento, e non esistesse la programmazione delle nascite, la contraccezione responsabile. Ma ora?

    Ora, è possibile pensare alla titolarità di un diritto alla vita pieno, facente capo all’embrione in sé, o peggio ancora all’ovulo fecondato e che non prescinda dalla madre, anche e soprattutto nelle prime settimane di gestazione? Argomento sul quale si battono, ovviamente, gli antiabortisti… Io dico di no. Assolutamente.

    Mi rendo conto che forse posso sembrare un’eretica, ma vorrei farvi riflettere. Cito casi concreti.

    Una mia cara amica, ormai otto anni fa, ha partorito un figlio morto, dopo una gravidanza magnifica… Per la legge, questo bimbo manco esisteva. Ha superato il terribile trauma piuttosto bene, direi: oggi ha un’altra bimba ed è felice. Ma il suo più grande rammarico è che nonostante il dolore atroce provato allora, mi ripete sempre di non riuscire a sentirlo come suo. Anche quando passa sulla sua tomba, ogni tanto. “Non l’ho mai conosciuto: posso solo immaginare cos’avrebbe potuto essere, chissà. Ogni ipotesi è possibile. E mi sento talvolta una madre snaturata per questo. Non ci riesco proprio. Non ho neanche mai voglia di passare a trovarlo, e sì che gli ho voluto un bene dell’anima anche quando mi è nato morto. Però, poi rifletto e mi dico: in fin dei conti, non ho mai avuto la possibilità di conoscerlo, allevarlo, sentirlo davvero come mio”. Ora, se lei con un figlio fortemente voluto e giunto a termine, ha faticato comunque così tanto per riconoscerlo poi come tale, e non come semplice feto morto, lasciatemi qualche fondato dubbio. Trauma o meno, sta di fatto che avrebbe potuto essere un qualcosa che non è mai stato. E questa è una realtà incontestabile.

    Vedete, possiamo dissertare in eterno sull’istante a partire dal quale inizia la vita e sulla sacralità di quest’ultima. Possiamo affermare che l’aborto è un infanticidio. Ciò non toglie che la maternità deve rimanere una libera scelta, una vocazione personalissima e non il minore dei mali. La donna non è un’incubatrice, signori miei.

    La difesa oltranzista della vita non tiene poi conto della qualità che di tale vita si garantirebbe (o non garantirebbe) a un figlio non voluto, non amato né desiderato. A un progetto imposto. E per favore, risparmiateci la retorica del “quando lo stringerai fra le braccia, lo amerai”. Non è vero. Conosco i danni e i traumi che parecchi figli non voluti hanno subito, e non li auguro a nessuno. Potendo scegliere, eviterei.

    La legge vigente, a mio modesto parere, è stata emanata con molto buonsenso: fra tutte le approssimazioni possibili, rimane una delle migliori. E se è vero che spesso (non sempre) si abortisce dietro presentazione del solo certificato, rilevo anche come altrettanto spesso l’uomo non sia mai presente, lasciando sola la donna di fronte alla scelta. Che diventa difficile, se non impossibile, abortire nelle strutture dove il 40% dei medici si dichiara obiettore e le suore (personale ospedaliero) se possono fulminarti, lo fanno volentieri. E che prima della 194, potevi scegliere solo fra clinica privata (di esosi e spesso cattolicissimi primari, per pochi eletti) tavolaccio e prezzemolo delle mammane, o una caterva di figli. Lasciati alla divina provvidenza.
    No, grazie.

    E’vero che la vita è un dono. Ma nessuno, qui, fra quanti ne sbandierano la forza imperativa, sembra tenere in adeguata considerazione l’opinione di chi lo riceva. Appunto.

  14. Sono nata nel 1971. Mia madre è dovuta “emigrare”per più due mesi in America durante . Era giovane, senza soldi e sola. Mio padre rimase in Italia a lavorare. Mia madre aveva una malformazione cromosomica (da me ereditata) che aveva provocato la nascita di due bambini down, prematuramente morti. Il ginecologo le consigliò pertanto di andare a New Jork per fare l’amniocentesi che allora non veniva ancora praticata in Italia. In America per fare l’Amniocentesi e per abortire eventualmente.
    Il ricordo e il trauma di quel periodo è sempre presente. Anche nella mia vita. Conviverci non è semplice.

  15. Anvedi, tre soli punti, guardandomi dall’entrare nel merito del tuo post.
    1. Ho parlato di prassi difforme da lettera e spirito della legge: se un bambino a 5 mesi di gestazione ha una malformazione congenita, ma possiamo ipotizzare anche solo il dubbio che l’abbia, oppure semplicemente che la madre non lo voglia, sei sicuro/a che sua madre non possa abortire? e che lo Stato non lo consenta? In ogni caso è lui il soggetto non tutelato.
    E se permetti tra la scomodità della madre e la vita di quello li un qualche contemperamento di interessi bisogna farlo. L’ha fatto la 194 ma va applicata.
    2. I diritti del concepito sono entrati nell’ordinamento da anni. La distinzione del codice civile assume rilievo ai fini della “generale ” capacità giuridica che non esclude che taluni aspetti siano presenti sin dal concepimento.
    3. Non condivido altre cose del tuo post; mi limito a considerare i penultimi due periodi:
    a. dici che talune considerazioni sulla probabile qualità della vita del nascituro vanno contemperate con la scelta se abortire o proseguire la gravidanza. Non sono d’accordo mi paiono scale di valori affatto disomogenee.
    b. Non è vero che gli uomini spesso non ci sono. Se così fosse – o è, secondo te – sarebbe perché la scelta se tenere o meno un figlio non tiene in minimo conto del parere del padre, sulla qual cosa bisognerebbe discutere.
    Saluti.

  16. … ma si ma dai … ma quando inventiamo un bell’utero artificiale … e andiamo al supermercato a comprare i bambini così abbiamo una preoccupazione in meno … un pensiero in meno … non c’è peso … anzi sai cosa li surgeliamo i bambini … poi con il tempo un po a rate facciamo il bambino perfetto quello che vorremmo … un progetto a lungo termine da fare a rate.
    Poi quando ci sono i soldi lo facciamo nascere con tutte le cure del caso …
    Così al raggiungimento della maturità ad ognuno viene estratta un po di seme o gli ovuli così poi si da una bella sterilizzazione.
    Anzi poi con il tempo facciamo tutto da soli tutti ermafroditi autofertilizzazione … tnaot poi i difetti genetici li togliamo in laboratorio.
    Le donne smettono di soffrire gli uomini smettono di aver il problema di essere padri… si scopa e ci si diverte un mondo senza preoccupazioni.
    E la religione? ma si dai cosa ce ne facciamo della religione un retaggio di un passato oscuro adesso idolatriamo la scienza dove con una pillola e un bisturi si risolvono tutti i problemi.
    Ogni dubbio ha una soluzione con una bella pillola no?

    ( un bel tema per un bel film di fantascienza no?)

  17. Mah forse bisognerebbe fare qualcosa, dato che la chiesa fa lobby per boiccotarla, almeno sui max media, è possibile infatti che ogni scoreggia della chiesa compaia come prima notizia sui giornali online (corriere e repubblica su tutti) per non parlare della tv, raidue in primis seguita da raiuno, tg4 ecc, un anno fa le stesse notizie passavano innoservate non venivano neanche proposte i politici se ne fregavano , è tutto un corto circuito, la chiesa in primo piano, i politici sbavano per ogni parola che dice,il popolino viene sempre più imbeccato, è un gatto che si mangia la cosa, bisogna democraticamente bloccare questa cosa

  18. Anvedichejedi, perché invece di scrivere un commento hai fatto una specie di post? Non credi che si possa rispondere a qualsiasi post anche con due righe invece di scrivere una tesi di laurea?

  19. Anvedichejedi, non solo pesantissima come al solito con i suoi chilometri di commenti, ma con l’atroce tesi che se un feto se ne sta bello nascosto nell’utero non conta niente, conta solo quando mette il capino fuori. Autorizziamo l’aborto fino al penultimo giorno di gravidanza allora, tanto quello che aspetta di uscire è un non essere senza diritti.

  20. Dialoghiamo

    Caro Cardinal Ruini
    Accolgo il suo invito. Io comprendo che la Chiesa possa aver da che dire o ridire sulla questione aborto perché il tema è innanzitutto morale, non solo una questione relig…

  21. “Non m’interessa condensare in sessanta righe un pensiero sulla vita e sulla morte. Una sorta di ritegno personale mi porta a pensare che ogni convinzione su certi temi non sia che autobiografia, ciò che in qualche caso è bene preservare nel proprio intimo e risparmiare al prossimo.”

    Su questo però sono molto d’accordo.

  22. 1) in termini assoluti si, ma visto che il numero di figli nati per donna è più che dimezzato significa che la percentuale di ricorso all’aborto sul numero di donne rimaste incinte è aumentata, il numero minore di aborti significa che c’è più contraccezione ma è preoccupante che a scelte come il disconoscimento di maternità (perché ci sono così pochi bambini italiani da adottare?) o l’accettazione del figlio si preferisca sempre più spesso l’aborto
    2) vero
    3) è un sospetto usato per delegittimare le opinioni altrui?
    4) vero
    5) vero
    6) non vedo questa motivazione maliziosa, diciamo che chi è contro la pillola abortiva è preoccupato come lo sarebbe un ambientalista alla vendita di pallottole intelligenti per cacciatori, è un arma in più nelle mani di chi pensa che abortire sia la miglior cosa da fare
    8) non conosco abbastanza l’ambiente medico, ma mi sembra un illazione…
    9) l’educazione alla contraccezione dovrebbero farla i consultori, sono stati istituiti anche per questo, sarei interessato a sapere quante sono le persone che si trovano a ricorrere all’aborto due volte nella vita
    10) ma delle forze politiche che propagandano l’anticristianesimo per accaparrare voti dagli atei non se ne parla mai? la democrazia è anche questo, se non vi piace andate in Cina che la questi problemi non ci sono
    11) visto che il cinema negli ultimi anni ha quasi sempre fatto campagna “pro aborto” e “pro eutanasia” non vedo perché la tv non dovrebbe lasciare spazio ad altre opinioni, la tv è molto attenta agli indici di ascolto, se non vi piacciono le opinioni di altri cittadini italiani contestatele ma non contestate il diritto all’informazione, benché la tua sia una posizione equilibrata certi politici (e persone comuni) sono un tantino più oscurantiste (“Ruini parli solo in chiesa!”)

  23. FF, l’esser d’accordo con questo tuo intervento mi da diritto a un bonus per una domanda off topic:

    tu che sai di lettere, mi spiegheresti cos’ha bonfonchiato Paragone a “Omnibus” quando gli han chiesto di commentare le dichiarazioni di Calderoli? Era comicissimo: rosso in volto come Tiziano Crudeli, incomprensibile come un’incrocio tra Trapattoni e Lugaresi.

  24. @Echi:
    1) l’articolo 6 della 194 così recita:
    “L’interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, puo’ essere praticata: a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna; b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”.

    “Grave pericolo per la salute psicofisica”, la chiave della questione è tutta lì, mi pare. C’è chi difende la vita del feto malato in quanto tale e pensa che sopprimerla sia comunque molto più intollerabile e grave del trauma per la vita della madre nel metterlo al mondo e crescerlo comunque, anche se dovesse difettare del coraggio per farlo. E chi invece privilegia il diritto a non volere un figlio a tali condizioni, pena l’infelicità di madre e bambino (ciò che tu chiami l’alibi della “scomodità per la donna”, tacciandola implicitamente di egoismo, e questo non lo accetto, perché si sconfina nel giudizio morale). Possono esserci milioni di ragioni per non proseguire una gravidanza, non sta però alla legge sindacarle, ma regolamentare il fenomeno. La 194 nasce per affrontare con efficacia il problema del ricorso ad uno strumento che è sempre esistito, ne converrai…

    E’una questione di punti di vista, quindi. E i nostri sono chiaramente inconciliabili…

    2) che non li escludesse, l’ho rilevato anch’io. Di qui a garantire il diritto alla sopravvivenza sempre e comunque al concepito, ne corre. Le singole previsioni legislative (la 194 in primis) lo limitano, a date condizioni. E un caso è proprio quello, ragionevolissimo, dell’aborto terapeutico. Che poi, tu da credente voglia interpretare la legge contemperando i due principi e basarti sulla sacralità del rispetto per la vita tout court, è un tuo punto di vista. Rispettabile, ma non quello che la legge prevede quando giustamente rileva che è comunque un rischio per la salute della donna mettere al mondo un figlio anormale. Un rischio evitabile.

    Io mi auguro invece che nell’interpretare il senso della previsione legislativa si soppesino le aspettative di vita per il feto con quelle della madre, alle condizioni di cui sopra. E’il minimo, visto che è lei a metterlo al mondo. A meno che non si preferisca optare per la soluzione: “non abortire, mettilo al mondo e poi lascialo in un istituto dove si prenderanno cura di lui”. Ma qui si parla d’interruzione di gravidanza, non di disconoscimento della maternità.

    3) quanto alla disomogeneità della scala di valori, dipende sempre dal parametro che scegli a base della stessa. Vita condizionata o vita über alles. Io scelgo la prima. Dignitosa, possibilmente. Tant’è che non rifiuto neppure l’idea del suicidio e dell’eutanasia, che invece immagino tu aborrirai per ovvi motivi.

    4) Non so se faccia testo, ma quando nel 1993 accompagnai la mia amica ad abortire, nella sua stanzetta erano in quattro. Uno solo degli uomini si fece vedere, per un attimo, palesemente a disagio. Scomparve subito, la moglie (erano sposati) appariva piuttosto imbarazzata. Gli altri erano clamorosamente assenti, fra cui il fidanzato (e futuro marito) della mia amica, che aveva chiesto l’interruzione di gravidanza. Si trattava di ragazze non certo indigenti, alcune fidanzate o con relazioni fisse.
    Solo, loro non erano voluti venire, semplicemente.:oP Erano state lasciate sole.

    4 bis) Sul fatto che poi non si tenga in considerazione il parere del padre (consultivo, di certo non condizionante o coercitivo) in merito all’opportunità di abortire, posso capire le tue ovvie perplessità. Ma la gestazione la porta avanti la donna, dopotutto… e non si può farle fare ciò che non vuole.

    @Cinemator: ok, prometto che sarò più breve.;o)

  25. riccardo, hai mai sentito di qualcuno che per legge è costretto ad abortire?
    no.
    hai mai sentito uno che per legge è stato costretto a tenersi un figlio?
    si, prima del 1974.

    punto

  26. L’italia è un paese vecchio, fatto di vecchi che sono nati, cresciuti e invecchiati sotto l’albero dell’oratorio e tra le comode pieghe della DC.
    E sono loro che andranno a votare, loro che hanno già avuto figli e che la verginità era un valore.
    Qualsiasi partito, con l’avvicinarsi delle elezioni, ha bisogno dei loro voti però sono i loro voti che faranno la differenza.

  27. “la libertà religiosa in Cina è un aspetto marginale del problema. Di tutti i diritti civili, quello religioso è quello che mi sta meno a cuore.”
    visto che non ti sta a cuore prova ad andare ad abitare in una comunità che non riconosce il tuo diritto di essere ateo, ce ne sono tante negli Stati Uniti

    “Non m’interessa condensare in sessanta righe un pensiero sulla vita e sulla morte. Una sorta di ritegno personale mi porta a pensare che ogni convinzione su certi temi non sia che autobiografia, ciò che in qualche caso è bene preservare nel proprio intimo e risparmiare al prossimo.”
    il problema aborto deriva dalle risposte che si da nno alle domande:
    – Può una madre decidere (autonomamente? con il padre?) della vita di un bambino?
    – Il bambino nato è persona e siamo tutti d’accordo, quando inizia ad esserlo? “al 3o mese” è misura convenzionale valida come “non appena esce”, “quando è in grado di vivere autonomamente” è un principio pericoloso che apre le porte alla soppressione dei malati gravi
    – L’aborto è un fatto privato?
    La scienza ancora non ci ha dato una risposta, e francamente penso che siano problemi non scientifici, quindi dobbiamo metterci d’accordo
    Anche coloro che si professano “non religiosi” decidono sulla base di principi non scientifici, il fatto che poi dicano “ho deciso io, da solo” non li pone più in altro di chi si affida anche ad altri

    Altre domandone, su quale principio si basano i (supposti?) diritti:
    – A nascere solo se sano
    – A nascere solo se amato dai genitori al momento della nascita
    – A fare tutto quello che la tecnologia rende possibile
    – A non essere disapprovato, offeso e additato pubblicamente per le proprie scelte
    dategli una base convincente e li rispetterò di più

    Riguardo al silenzio della Chiesa verso la libertà di religione (oltre alla libertà di opinione) mi piacerebbe anche a me che il Papa ne parlasse più esplicitamente, di cristiani uccisi perché tali, fatti emigrare, ridotti in povertà, costretti al silenzio ed all’accettazione della religione dominante (atea, islamica, induista, pagana e chi più ne ha più ne metta) ce ne sono stati così tanti nel XX secolo da fare invidia all’Olocausto… Ma la mia opinione è che la Chiesa abbia un atteggiamento diplomatico per evitare massacri aggiuntivi

    Imporre con la legge un etica atea è una violenza verso chi ateo non è

  28. @silvestro

    “riccardo, hai mai sentito di qualcuno che per legge è costretto ad abortire?”
    Non in Italia, per fortuna, ma ci sono persone che propagandano questa simpatica cosa come soluzione ai problemi di povertà dell’Africa (comuqnue questo non c’entra nulla con il discorso)

    “hai mai sentito uno che per legge è stato costretto a tenersi un figlio?”
    “tenersi” è un vocabolo sbagliato, ci sono sempre stati modi legali (o tollerati) per abbandonarlo alla nascita

    il problema a cui rispondere è
    – E’ giusto che una donna sia costretta a portare a termine una gravidanza?
    in quanto uomo ammetto che ho qualche problema a discuterne, non è giusto quando la donna rischi la vita (in questo caso sta a lei assistita da un medico a decidere) ma è giusto quando la donna rischia la salute? siamo sicuri che l’aborto sia la migliore cura ai postumi di una gravidanza indesiderata? e se esistono cure migliori non è conveniente vietare (o meglio limitare a casi eccezionali) una cura controversa?

  29. ragazzi tanto x far chiarezza sui diritti del feto: ogni donna che prende una decisione del genere sa che se non interrompesse la gravidanza dopo 6/7 mesi quel “problema” diventerebbe un figlio, e pensate che non sia una consapevolezza pesante come un fardello?! Che sia meno dura perchè non si vede?! Che si senta meno?! Che con 250 euro ti passa la paura!???? è una vergogna quella proposta. Io sono istruita, uso anticoncezionali fin da adolescente, sono indipendente e “realizzata” (bastasse quello per non fare errori nella vita…). Però basta un momento di distrazione, di leggerezza, di stupidità…chiamatelo come preferite. E ti ritrovi da sola a piangere in un letto d’ospedale, dopo un intervento in anestesia totale, dopo 3 giorni di andirivieni dall’ospedale per fare le analisi, dopo le bugie raccontate a tutti, dopo le valutazioni senza riguardo del dottore del consultorio. E nonostante la consapevolezza che è la cosa giusta per te, che un figlio proprio non lo volevi, che non ora e non con un amico che non ami, che è andata bene così…Fa male tutti i giorni, perchè sarebbe stato mio figlio, e dopo una cosa del genere recuperare l’autostima è un viaggio lunghissimo lento e doloroso. Beh, io a tutti quelli che stanno in tv a parlarne darei metà della mia sofferenza per aver dovuto usufruire e vivere sulla pelle la legge 194. Ma so di aver preso la decisione giusta. Per me, certo. Come faccio a crescere un figlio se penso di essermi rovinata la vita io per prima, eh!? Sono egoista?! Non temete, il prezzo è molto salato, si ripaga tutto e non all’inferno, ma qui.
    PS: non volevo fare la protagonista, ma ho davvero la nausea degli sproloqui di questi giorni, scusate.

  30. Sul fatto che Anvedichejedi scriva commenti lunghi come i discorsi di Castro è un dato di fatto, ma è un suo marchio di fabbrica. Ho notato che le donne quando scrivono non hanno mezze misure: o una riga o dieci pagine. Sulle sue argomentazioni si può discutere, non sono tutte argomentatissime ma hanno spesso buon senso. Secondo il mio parere meglio così che con discussioni pseudofilosofiche che non portano nessun contributo utile, neanche quello di aver assistito ad un bello spettacolo con i popcorn caldi sottomano.

  31. Riccardo, imporre con la violenza un’etica atea equivarrebbe ad obbligare una donna ad abortire un feto malformato. Questo non succede.

    Il testo della legge 194 prevede assistenza psicologica per le potenziali madri, e la possibilita’ di abortire con sicurezza. Se la prima non viene fornita, bisogna domandarsi perche’: i consultori sono adeguatamente finanziati? Gli psicologi hanno la possibilita’ di parlare con tutte le donne che chiedono l’interruzione?

    Al di la’ di questo, prima del 1974 una donna in evidente difficolta’ a portare avanti una gravidanza poteva andare in Svizzera (se abbiente) o andare da una mammana e farsi infilare un ferro da calza nell’utero (se non abbiente). Anche solo per questo, la 194 e’ una legge necessaria. La sua corretta applicazione spetta a medici e psicologi, non al Vaticano.

  32. Una Che C’e’ Passata forse e’ quella che andrebbe ascoltata di piu’ e meglio. Chissa’ perche’, come ha detto la Soncini di recente, le uniche che non vengono mai interpellate sono quelle che alla legge hanno fatto ricorso, oppure che potenzialmente potrebbero farvi ricorso.

  33. Forse Giulia perchè chi ci è passata oltre a sopportare il profondo dolore di una simile scelta, è costretta anche a sopportare l’onere della condanna di tanti benpensanti.
    Di solito uomini, di solito cattolici.

  34. Ognuno deve poter essere libero di amare e niente e nessuno può imporre l’amore. Questa è una legge di natura. E, d’altra parte, ognuno ha il diritto di essere amato. E’ per questo motivo, che in certe situazioni, la durezza dell’aborto è la scelta meno peggiore. Di fronte a questo dilemma. Perché avere un figlio a dispetto della propria felicità e possibilità, quasi sempre, vuol dire crescere degli infelici. Ed una donna lo sente. Sente quanta energia libera e disponibile crescere un figlio richiede. In mancanza di questo si sente impossibilitata, disarmata. E bisogna aver rispetto profondo delle decisioni delle donne, specie quando sono così sofferte.

  35. L’intervento di “una” rappresenta al meglio tutta la questione. Anche meglio del post di Facci.
    Ora: è abbastanza ovvio che se alla voce della madre potessimo unire quella del piccolo non avremmo dubbi che l’aborto è una tragedia sotto tutti i profili.
    La Chiesa non condanna chi ha abortito, vorrei che fosse chiaro.
    A mio giudizio chiedendo che si appia la verità “prima” e cercando di limiarne i casi è d’aiuto.
    Non parlo più. Un saluto.

  36. riccà,
    credo che ti abbiano già risposto in modo esauriente.

    imporre la popria morale sulle scelte altrui è la cosa più sbagliata che si può fare, anche perchè nè tu nè io potremmo mai immaginare cosa si prova ad interrompere una gravidanza.

    non si può, ripeto, non si può interferire con una scelta del genere se non dando un’alternativa.

    e l’alternativa non è certo limitare gli effetti della 194.

    ti rispiegherò quello che ho già provato a spiegarti prima: limitando la 194 si ritornerebbe agli aborti illegali o, per chi può, ai viaggetti all’estero.

  37. Riccardo, il tuo ragionamento si basa su un errore di fondo.
    In materia d’aborto, una legge atea non ti impone di fare niente.
    Una legge religiosa ti impedisce di fare qualcosa.
    E siccome non ci sono verità uniche e riconosciute, e giusto che il giudizio spetti a chi quella scelta deve affrontare.

    “visto che non ti sta a cuore prova ad andare ad abitare in una comunità che non riconosce il tuo diritto di essere ateo, ce ne sono tante negli Stati Uniti”
    Perché, secondo te la legge sulla preocreazione assistita soddisfa la mia posizione atea? Non c’è bisogno di andare lontano per dimostrare che i diritti che io, da ateo, giudico necessari, sono violati in questo paese.

    Il discorso sulla Cina (e mi pareva di essermi spiegato bene, cazzarola), è che ci sono molti altri diritti più importanti di quello della libertà di religione regolarmente infranti.

  38. una cosa è una legge che deve scegliere ciò che è utile e ciò che è contro gli interessi dei cittadini, la verità in questo caso è una sola e chi è contrario è ignorante o malizioso o semplicemente si sbaglia
    altra cosa è una legge che è chiamata a dare una verità ufficiale su ciò che è giusto o ingiusto

    nei miei prolissi interventi ho solo voluto mostrare come certe idee non siano frutto di una mentalità retriva, perversa ed esecrabile, ma frutto dell’applicazione di principi che non possono essere smentiti con la ragione e che in
    uno stato democratico hanno pari dignità di altri che li contraddicono

    desidero solo far notare che una volta che un principio morale (la madre ha diritto di vita e morte su chi ha concepito per x mesi prima della nascita, un feto non ha diritti, un bimbo ha diritto di nascere solo se amato, è meglio non nascere che nascere malati, l’aborto è un fatto privato che non deve essere regolamentato) piuttosto che altri diventa legge dello stato viene posto ad un livello superiore agli altri, influenza il pensiero dei cittadini ed alla fine agirà al di fuori del suo campo di applicazione originario

    quello che io (probabilmente in quanto uomo e senza esperienze dirette di nascite ed aborti, non malmenatemi per questo) non ho ancora compreso e vorrei capire per poter un domani votare meglio è:

    *** che cosa porta una donna a preferire un aborto rispetto al portare a termine la gravidanza e lasciare il figlio ad altri che se ne prendano cura? ***

    ho trovato varie risposte nei vostri post e nelle discussioni con amiche:
    – l’abbandono da parte dei futuri padri, nonni, nonne, zii e zie
    – la perdita del lavoro durante e (probabilemente) dopo la gravidanza
    – la demonizzazione da parte di amici e conoscenti oltre che da persone semplicemente incontrate per strada
    – la paura dell’instaurarsi di un legame affettivo con il nascituro che spinga a tenersi il figlio
    – l’impossibilità di ignorare che da qualche parte nel mondo ci sarà un proprio bambino tenuto nove mesi in grembo ed “abbandonato”
    penso che siano problemi riconosciuti da tutti che nessuno vuole lasciare irrisolti, ma veramente l’aborto è la miglior soluzione? non ce ne sono altre che andrebbero tentate anche al prezzo di una sofferenza (che mi dispiace colpisca solo le donne, ma siamo fatti così)? non è meglio risolvere il problema a monte piuttosto che rappezzarlo con un aborto?

    non posso pensare che solitudine e disperazione siano così diffuse in Italia da giustificare decine di migliaia di aborti per anno (http://www.sessok.it/gravidanza/statistiche.shtml) e penso di essere supportato da tutti se sostengo che gli aborti dovuti a scelte di convenienza ed utilità siano una minima parte

    @Damiano
    Capisco che tu senta violati i tuoi diritti e che non ti riconosca in alcune leggi dello stato italiano ma esistono diritti che si escludono a vicenda, non devi pensare che la “libertà per tutti” garantisca i diritti di tutti e quindi sia una scelta migliore, non è così, viola ad esempio il diritto di un padre ad avere un figlio e legittima il “possesso” del figlio da parte della madre (non voglio qui dichiarare che questi diritti siano giusti, sono solo un esempio)
    La “libertà di religione” può sembrarti non importante ma è l’unione della libertà di associazione, di manifestazione e propagazione ad altri del proprio pensiero, libertà che costituiscono la base necessaria per lo sviluppo del dissenso (non me ne faccio niente di uno stato che mi garantisce salute, giustizia, pane, ricchezza, felicità, ma mi fa vivere in una grande prigione dorata pilotato dal politico di turno che crede di sapere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato)

  39. ” desidero solo far notare che una volta che un principio morale (la madre ha diritto di vita e morte su chi ha concepito per x mesi prima della nascita, un feto non ha diritti, un bimbo ha diritto di nascere solo se amato, è meglio non nascere che nascere malati, l’aborto è un fatto privato che non deve essere regolamentato) piuttosto che altri diventa legge dello stato viene posto ad un livello superiore agli altri, influenza il pensiero dei cittadini ed alla fine agirà al di fuori del suo campo di applicazione originario ”

    Ma la legge 194 non fissa principi, ma REGOLAMENTA un problema.

    I trapianti sono possibili, questo vuol dire che lo Stato ha fissato il principio morale che è giusto e bello trapiantarsi gli organi?

    Ma poi, basta leggere la 194 per rendersi conto che le cose non stanno come dici, nella legge si parla dei vari aspetti della maternità.

    Io ripeto che le legge 194 regolamenta, ovvero, fissa delle procedure.

    Per esempio, è prevista la presenza del maschio, se la donna acconsente.

    SE la donna acconsente.

    Ora, immaginiamo che la donna il maschio non lo voglia, per vari motivi.
    CHe si fa ? Si prevede la presenza obbligatoria del maschio? A litigare nei consultori davanti ai dottori?
    Oppure, il dottore dovrebbe imporre la gravidanza alla donna ?

    Guardate, che non è che quando hanno fatto la legge , hanno messo giù degli articoli tanto per fare, ma avranno seguito della casistiche e hanno optato per la scelta migliore.

    Ancora.
    Sì, ci sono delle donne che abortiscono o hanno abortito in modo troppo leggero.

    Anche qui, che si fa? Il dottore le dice :” ah..guardi che lei non mi convince, sa ? Lei vuole abortire per non perdere la linea ” E a quel punto gli rifiuta l’aborto?

    Un’altra gravidanza coatta?

    E voi maschietti avete idea di cosa significherebbe portare avanti una gravidanza forzata?

    Insomma, abbiamo religione a scuola, più o meno tutti frequentiamo o abbiamo frequentato il catechismo, èd è LI’ , o in famiglia che dovrebbero essere fissati dei principi, non è lo Stato che lo deve fare.
    Ma perchè si devono ripetere queste cose elemenatri?

  40. Se quel coso che dal primo giorno all’ultimo di permanenza nella donna è vita, il discorso da affrontare è: è giusto uccidere qualcuno (perché non ho soldi, perché non l’ho fatto coll’uomo che amo, perché i miei mi ammazzano, perché non me la sento, perché non voglio, perché è stato un errore…)?
    Io le idee chiare le ho solo per il caso di “legittima difesa”, cioè quando a rischiare la vita sarebbe la “madre”.
    Negli altri casi, non so (ad esempio, nel caso di stupro, posso uccidere?).

    Se quel coso non è vita, il problema non si pone.

  41. Ah, ecco.

    Mi pareva che si fossero fatti dei passi avanti.

    Invece no. Bisogna ripetere le stesse cose, sempre.
    Il sangue. Il sangue è vita. Abbiamo noi il diritto di buttarlo via quando ci facciamo male?

    E via daccapo su cosa è ” vita ” e cosa ” persona “…

    Che strazio .

  42. Passi avanti? Se non è vita, rimuoviamo il coso senza traumi.
    Se è vita, basta rispondere perché è giusto uccidere (io, ripeto, non lo so se sia giusto, ad eccezione del caso di legittima difesa).
    Le distinzioni delle “vite” (umana, quasi umana, pseudoumana, persona, non persona) mi sembrano solo argomenti che tengono lontano il problema. Come soffermarsi sulla donna che abortisce, piuttosto che sul bambino che è abortito.

    Ma se per te, Maria Josè, quel “coso” non è vita, non dovresti preoccuparti di questo, quanto piuttosto spiegarci perché non è vita.

  43. Lorenzo, mi devi dire se per te uccidere un bambino come è successo a Cogne o abortire, magari mettendosi al riparo da rischi di gravidanze non desiderate con la Norlevo, è la stessa cosa?
    ——————–

    Legittima difesa cosa vuol dire? Che solo se la mamma è in pericolo di vita è giusto sopprimere il feto?

    Allora, con questa equiparazione senza senso di bambini nati e di embrioni appena fecondati, dimmi: se mamma e bambino nato (diciamo di tre anni) fossero in pericolo di vita, riterresti legittima difesa che la madre per sopravvivere sopprimesse il figlio?

  44. premetto che non ho letto i commenti… sul perchè escano adesso certi temi, secondo me ti sei dimenticato del banalissimo tentativo di imitare i repubblicani americani e portare al centro della discussione, poco prima delle elezioni, i cosiddetti valori in modo da A) mantenere l’iniziativa ed avere la possibilità di rilanciare in ogni momento B)nella peggiore delle ipotesi intorpidire le acque, mi sembra, infatti, che a sinistra le posizioni a proposito dei valori siano più varie, mentre a destra – forse grazie all’abuso dell’anti – sembrano più in sintonia. A proposito dei cattolici, sono banale e ripetitivo, ma ritengo che quando un cattolico parla di politica, quasiasi aromento affronti, dovrebbe iniziare ogni (ogni!) intervento dicendo una cosa tipo: “Nel mondo siamo circa 5 miliardi, un miliardo mangia, gli altri quattro crepano come mosche, questo non era l’insegnamento di cristo, facciamo qualcosa subito!” e poi tutto il resto.. Complimenti per il pezzo.

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