I fatti separati dalle immagini

Che la televisione stia diventando la grande cassazione della realtà (vedo una cosa in televisione, dunque esiste) o se volete il San Tommaso dei nostri giorni (vedo una cosa, ci credo) è una banalità che in tristezza è superata solo dal fatto che ci siamo abituati. Nella pubblica opinione, ormai, la mera conoscenza è l’inconscio mentre l’immagine è il conscio: l’informazione non supportata da immagini è solo una verità in attesa di giudizio, la registriamo con riserva, resta nell’anticamera della nostra consapevolezza.


In questi giorni sta circolando il video clandestino di una donna maltrattata in un carcere della Malesia: ed ecco di colpo esistere la questione dei diritti civili in quel paese, stai a vedere che ciò che in potenza stra-sapevamo tutti benissimo (perché ce lo raccontano tutti i giorni Amnesty international, Nessuno Tocchi Caino, Human Rights Watch) d’improvviso diventa vero: anche se lo era già.
Normale? E’ un ordinario pretesto per poterne finalmente parlare?
Neppure: perché le immagini, ieri, rimbalzavano per esempio sull’homepage del primo quotidiano italiano ma bastavano a se stesse, l’immagine era solo l’ordinario pretesto per mettere l’immagine stessa. Nessun articolo vero a supporto, nessun approfondimento, nulla che ci raccontasse qualcosa di più circa un paese dove i boia sono pagati a impiccagione, a frustata, a percossa con canna di bambù.
Vorreste saperne ancora? Mancano le immagini.

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30 Commenti

  1. Mi ricorda l’Unione Sovietica. Sul “pravda” non venivano mai scritte notizie riguardo alla malavita quotidiana e sembrava che non esistesse..

  2. F.F. quello che dici è giusto, ma, secondo me, hai sbagliato esempio. Insomma, l’ episodio più eclatante connesso a questo fenomeno, è purtroppo quello di Falluja: si sapeva da un’ anno, ma finchè non sono comparse le immagini dei cadaveri plastificati non si è detto niente.
    Ancora oggi, in Italia, poichè il filmato non è mai stato mandato in primetime e con un’ adeguata diffusione, manca del tutto un dibatitto degno di questo nome.
    In questo caso, però, la tua frase finale andrebbe modificata:
    Volete saperne ancora? Impossibile. Le immagini non ve le mostriamo.

  3. Un altro esempio recente è ad esempio la pagina che ha comprato Beppe Grillo su un quotidiano straniero indicando 23 nomi di poitici che si stravaccano allegramente sule poltrone del nostro parlamento senza averne diritto.

    La televisione non ne ha parlato per evitare di dargli risalto,così il popolino italiano non sa di questa cosa o peggio ancora penserà che sia una bufala.

  4. Guy Debord è un sociologo-filosofo fondatore del movimento situazionista. Il suo libro più celebre è “la società dello spettacolo” è del 1967 ed è decisamente un testo anticipatore dei tempi.

  5. “Se non vedo, non credo” si diceva.
    Perchè i propri occhi non mentono. Ma è vero? Oltre al problema del contesto di una fotografia o di un video, adesso abbiamo anche capacità di elaborazione dell’immagine inaudita. Una foto, un video, potrebbero non essere veri o essere ritoccati.

    Oltre a questo c’è un problema informatico, di quantità di conoscenza. Questo commento, o il tuo articolo, Filippo, starebbero ina una manciata di bit. Le parole veicolano poche informazioni. Le immagini ne veicolano molte di più. Se tu avessi dovuto descrivere le immagini dalla Malesia avresti scritto :” Una donna con un reggiseno, dietro le sbarre.”. Invece la foto ci restituisce il colore del reggiseno, il tipo del reggiseno, la pelle della donna, la postura delle mani, la forma delle sbarre. Quello che ci si aspetta da un testo non può più essere una descrizione di quello che si è visto, la descrizione lasciamola fare alle foto e al video, bensì un’analisi di quello che sta avvenendo, con letture, stime e interpretazioni. Già, interpretazioni, perchè un analisi è un interpretazione della realtà. Invece adesso abbiamo solo immagini + note di agenzia stampa.

    Ma il sapere non serviva per prendere posizione, cribbio?

  6. Le bombe degli USA in Iraq: la guerra Iraq-Iran

    La guerra Iran-Iraq (1980-1988), costata un milione di vite umane, fu approvata dalle potenze occidentali, USA in testa. Le armi principalmente impiegate furono armi chimiche prodotte in Iraq grazie ai rifornimenti americani e italiani. Per questioni …

  7. La televisione è una nostra protesi visiva a uditiva a differenza di un giornale. Siamo lì anche noi, o almeno ci illudiamo di essere lì, perché c’è sempre qualcuno che decide quale argomento mandare,
    quali immagini girare, che tipo di riprese fare, quando non manipolare addirittura i filmati.
    Internet però è una protesi maggiore perché è come se ci desse mille occhie e mille orecchie.
    Hanno entrambe un probema di affidabilità, la tv perché è filtrata, Internet perché non è filtrata. Utilizzando entrambe, secondo me, faremo grandi passi avanti verso la verità. Si controlleranno a vicenda. C’è da attendere ancora un po’, perché il fenomeno si manifesti in tutta la sua novità, e cioè fino a che non cresceranno i nostri figli che ci sono nati dentro. Ci sono troppi analfabeti informatici ancora, oltre ovviamente agli analfabeti, tout court, che sono sempre tanti.

  8. UN COMMENTO DA RILEGGERE:

    Il problema è che oltre ai “figli” di Socci (fascistoidi, teocon, gretti berluschini) ci sono anche i “figli” di Facci (craxiani a oltranza, forzisti mediamente servili, generici filogovernativi, neocon de noantri, postdemocristiani in cerca di padrone, cattonazisti dell’ultima ora).
    I “soccini” e i “faccini”.
    A voi la scelta.
    Inviato da: Sergio Manetti , 06.11.05 23:08

  9. Se la televisione fa “qualcosa di buono” perché no?

    Ps per Facci: non è che può spiegarmi il suo articolo di fondo “Esame di giornalismo” apparso sul Giornale qualche giorno fa?

  10. Il problema è che oltre ai “figli” di Socci (fascistoidi, teocon, gretti berluschini) ci sono anche i “figli” di Facci (craxiani a oltranza, forzisti mediamente servili, generici filogovernativi, neocon de noantri, postdemocristiani in cerca di padrone, cattonazisti dell’ultima ora).
    I “soccini” e i “faccini”.
    A voi la scelta.

  11. Le immagini hanno un ruolo diverso dalle parole. Perché noi siamo sicuri che tutto quello che vediamo impresso in immagine sia vero. Perché se un prigioniero di Abu Grhaib afferma di essere stato torturato “le autorità negano” e l’opinione pubblica pensa “sarà un amico di Saddam”. Se si vedono le foto coi guinzagli, è un’altra cosa.
    Tipo: se decapitano un americano in Iraq, si può decidere di raccontare o di mettere in prima pagina la testa mozzata.
    Non è in realtà che sia una roba tanto nuova da dire: se ne parla dai tempi di Roland Barthes e Susan Sontag.

  12. …fascistoidi, teocon, gretti berluschini, craxiani a oltranza, forzisti mediamente servili, generici filogovernativi, neocon de noantri, postdemocristiani in cerca di padrone, cattonazisti dell’ultima ora…

  13. mai stato Craxiano(mai stato niente di particolare in effetti)ma almeno i socialisti non hanno scheletri veri nell’armadio.Sull’argomento in questione invece posso portare la mia esperienza.Dal 2000 al 2001 praticamente non avevo televisione,solo radio e internet.Ero una persona migliore,infinitamente più informata della realtà di quanto lo possa essere oggi.Del resto mi aspetto da un giorno all’altro che il direttore del secondo telegiornale più seguito d’Italia se ne esca su un’iniziativa concernente una raccolta pubblica di fondi da destinare all’acquisto di ingenti quantità di Tè da inviare ai paesi che stanno crollando sotto il peso della carestia

  14. L’immagine umanizza la notizia e la rende accessibile a tutti.
    Milioni di morti sono un concetto astratto, un morto, lui proprio lui che vedi mentre muore, ti rende partecipe dell’evento. Non siamo fatti per ragionare in grande, per smuovere la nostra coscienza abbiamo ancora bisogno di qualcosa di piccolo, riconoscibile, tangibile.
    Siamo degli sporchi individualisti e ci riconosciamo solo nell’individuo. Nel singolo.

  15. scusate l’eventuale OT.però tra la realtà e la tv, c’è il reality… e a volte si può cercare di capire.
    volevo informarvi della seguente iniziativa

    DI’ QUALCOSA ALLA TALPA!

    Da oggi avete una fantastica opportunità: comunicare con la talpa!!!
    Potete inviare saluti, commenti e complimenti a Paolo Vallesi all’indirizzo e-mail sonoiolatalpa@email.it. Avete tempo fino al 15/12/2005 per comunicare con lui!
    Tutte le e-mail pervenute entro tale data saranno stampate, confezionate e inviate alla talpa in persona come regalo di bentornato e, perchè no, di Natale!
    Insieme a tutto ciò verrà consegnata a lui la password per accedere al suddetto account di posta elettronica cosicchè possa leggere il vostro calore in ogni momento!
    Non perdete tempo e partecipate numerosi!!!

    E’ un’iniziativa firmata L’ETERNA DANZA®

  16. Non confonderei. La parola non vale più niente, è ormai completamente vuota. E questo è un punto. Ma non si può davvero dire che questo tipo di immagini nonché l’uso che se ne fa possano rimpiazzarla. Tra due giorni l’immagine della donna malese verrà rimpiazzata da quella di un cuoco veneto che ha cucinato un filetto alla vegetariana. Per cui (se ho inteso quel che vuoi dire), dal tuo punto di vista di cronista/narratore di fatti (o aspiranti tali), non mi sentirei usurpato del mio lavoro, a meno di non volerne trarre una polemica sulla coscienza dell’informazione attuale. Ma altrimenti l’immagine non è che uno strumento utilizzato per scopi estranei al contenuto che veicola. Ciò non toglie che ci vuole un bel fegato a fare il giornalista, di questi tempi : )

  17. A proposito di tutto ciò vorrei far notare che spesso si accusa il Tg4 di essere spudoratamente fazioso. Invece nell’edizione di oggi delle 13.30 ha consigliato tre acquisti per il Natale assolutamente in buona fede:

    “Esercito Italiano. Le nuove frontiere del peacekeeping” (a cura di ANTONIO NATIVI!!!), un’apologia senza tanti giri di parole delle famose “missioni di pace” in Afghanistan e in Iraq.

    “Le uova del drago”, di PIETRANGELO BUTTAFUOCO (ha bisogno di presentazioni?), ormai diventato un classico della letteratura universale.

    “Coalizione da Tiffany”, di GIORGIO FORATTINI (vedi sopra).

    Ciliegina sulla torta: i tre capolavori sono targati Mondadori.

    Grande Emilio.

  18. Ma Fede è ovviamente il più onesto di tutti, proprio in quanto spudoratamente fazioso. E comunque Buttafuoco è bellissimo. Peccato che sul retro del libro non ci sia la sua foto se no l’avevo già comprato.

  19. Il problema è che non tutti conoscono veramente Antonio Nativi, Pietrangelo Buttafuoco, Giorgio Forattini. Sono tre nomi a caso?

    Presentare le loro “opere” così come fa il Tg4 è sicuramente nello stile che questo Tg adotta da sempre, nessuno se ne scandalizza. Ma non mi si venga a parlare di onestà; mi sembra un po’ troppo.

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