Due popoli, una Tv

Io me, Adriano Celentano, io ci garantisco la mia aderenza senza riserbo, cioè, alla fiaccolata di Roma in via Enricomentana contro la scomparizione dello stato palestinese di Israele, e, anche se sarò a Brugherio, dico uè, c’è l’aiatollà dell’Iraq, cioè no, c’è il capo dello stato vicino che dice che gli ebrei devono scancellarsi dalle cartine, e non va bene, avevo anche invitato il presidente israeliano, come si chiama, Sharon Stone, gli ho detto «prendi ‘sto microfono» e lui voleva fracassarmelo sul cranio,
allora è venuta Patty Smith e ha parlato male di Bush, pazienza, ma ora dico basta con la guerra, chi non lavora non fa la pace, però, cioè, ricordatevi che i palestinesi c’erano prima loro, è come gli indiani che c’erano prima dei cowboys e però li hanno eccidiati tutti, per prendersi i bisonti, e poi hanno cementificato tutto, uè, hanno fatto le Twins Tower, cioè, basta con gli immobiliaristi del petrolio che là dove c’era il verde, nel Sahara dell’Iran, come si chiama, insomma c’è il deserto, e invece una volta ci pascolavano i brontosauri, i pitecantropi, i miei antenati, guardate il video che ho montato a Galbiate.
Dovrebbero abbattere i pozzi, e poi, uè, che trovata: dovrebbero costruirci un’osteria della bassa, tipo quella dove vado io prima di andare in onda, perché il vino è rock, e poi io sono lento, dimente, e però voi siete rock, mentre il canone è lento, è sempre più lento.

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