Mauro Repetto /1: Un quattrocentoquarantuno e mezzo

«Qual è la domanda che mi fanno più di frequente in assoluto? “Che fine ha fatto Mauro Repetto“.
Anzi: “che fine ha fatto il biondino che ballava negli 883“».

(Max Pezzali, dal podcast del proprio sito)


Mauro RepettoMax Pezzali e Mauro RepettoVe lo dice Macchianera, che fine ha fatto Mauro Repetto. Non che lo si sia scoperto oggi, ma fino a questo momento l’informazione è stata appannaggio esclusivo degli ascoltatori di MacchiaRadio. E’ giunta l’ora che tutti sappiano.
Una sola avvertenza: preparate i fazzoletti, perché al confronto della storia del più grande genio incompreso dei nostri tempi quelle di Remì, Peline, Candy Candy e Bess de “Le onde del destino” di Lars Von Trier infondono una smisurata allegria.

Partiamo dal principio. La versione ufficiale vuole Max Pezzali e Mauro Repetto, compagni di banco al liceo scientifico di una piccola città che, tra la via Emilia e il West, ha scelto il West: Pavia. Bighellonano in una versione tutta pezzaliana e repettiana di altri luoghi di ritrovo cantati, come il Bar Mario di Ligabue, l’Osteria delle Dame di Guccini, o dell’ancora più celebre Roxy Bar di Vasco: il Bar Dante.
Uno se li immagina, nel 1989, seduti al tavolino del bar che dà sulla strada, sotto i tabelloni dei ghiaccioli Eldorado e dei cornetti Algida, sognare l’America. Che poi l’America è a due passi, se non ci devi andare in motorino: è a Milano, in via Massena 2.
Dopo aver soltanto sfiorato Claudio Cecchetto, registrando da comparse una puntata di “1-2-3 Jovanotti!“, si prendono un anno di tempo per buttare giù due canzoni, allestiscono un piccolo studio nella cantina del negozio del padre di Pezzali, poi si armano di coraggio e lasciano nella portineria del palazzo in cui si trova Radio Deejay un’audiocassetta contenente due canzoni, “Non me la menare” e “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”.
Di Claudio Cecchetto si dicono tante cose. Una di queste è che ascolti tutto, ma proprio tutto quello che gli arriva. E a quei tempi si diceva anche – se ricordate – che tutto ciò che toccava diventava oro: Sandy Marton, Taffy, Tracy Spencer, i Tipinifini, Sabrina Salerno, i Via Verdi, i Toy Boys, Fiorello, Jovanotti.
Insomma, mister Gioca Jouer nasa il genio e li convoca immediatamente (qualcuno sostiene addirittura il giorno dopo) a Milano, nel quartier generale della radio di cui allora era direttore. L’impressione è che in quei primi testi banali, ma chiari e diretti, si possa riconoscere “la mano” di Repetto. Ora che il nostro ha abbandonato gli 883 e lasciato Max Pezzali a scrivere da solo i propri brani, non possiamo dire con certezza chi abbia avuto le intuizioni più singolari o chi fosse, tra i due, a nutrire un’insana passione per i suoni onomatopeici, vedi “Non me la menare” (“io quando esco sono una bomba / che esplode e che fa BOOM”) o “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” (“Tutto ad un tratto / la porta fa slam / il guercio entra di corsa / con una novità / dritta sicura / si mormora che / i cannoni hanno fatto / BANG!”)?

Cecchetto non ne sbaglia una, iniziando dal nome del gruppo. Max e Mauro avevano pensato ad uno sciapito “I Pop“; Re Mida lo cambia in “883“, ispirandosi al modello di una delle più popolari Harley Davidson, marchio ammiccante ai ggiovani ribbelli, target che i due ambiranno ad affascinare, senza mai riuscirci. Passo successivo: partecipazione del festival di Castrocaro. Il risultato è imprevedibile: vincono. Proprio con “Non me la menare”.

Non me la menare / non capisco cosa vuoi
tanto lo sapevi / che non ero come voi
a me piaccion le birre scure / e le moto da James Dean
non quelle stronzate / che si dicono nei film

Capita forse una volta nella vita, ma quando capita è destabilizzante: la botta di culo che ti catapulta dal fancazzismo in compagnia dell’amico Cisco del Bar Dante di Pavia (“Si alza dalla sedia del bar chiuso / lentamente Cisco e all’improvviso / dice / «Voi / non capite un cazzo / è un po’ / come nel calcio: / È la dura legge del gol») su su verso un album d’esordio che vende 600.000 copie e scala l’hit parade fino a raggiungere la prima posizione.
E il 1992, e gli 883 sono sulla bocca di tutti, se non altro perché il singolo “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” ha un testo trascurabile, ma entra in testa come un trapano. Un po’ tutti pensano al “gruppo usa e getta” capace di sfornare un buon 45 giri (come si diceva ancora allora) ed incartarsi sul secondo. Merito non si sa di chi, ma non sarà così.


Arrivata l’estate vincono “Vota la Voce“, un festival organizzato da TV Sorrisi e Canzoni e trasmesso da Italia 1, la cui classifica finale vorrebbe essere, nelle intenzioni, il risultato di un referendum tra i lettori del settimanale.
A quel punto è chiaro un po’ a tutti, ma soprattutto a Claudio Cecchetto, che le uova della gallina saranno pure d’oro, ma vanno consumate fresche. Così, a ruota, la premiata ditta PezzaliRepetto sforna un brano nuovo di zecca, “Sei un mito”, che anticipa il secondo album.
E’ il 1993: l’LP “Nord Sud Ovest Est” contiene parecchie delle canzoni del calibro di “Come mai”, che ancora oggi Pezzali ripropone sul palco in solitaria, e vende più del doppio del precedente. Testi e musiche sono ancora firmati a due mani.
Forti di 1.300.000 copie piazzate, gli 883 trionfano al FestivalBar. Poi Canale 5 decide di inventarsi un festival tutto suo, da far condurre a Mike Bongiorno e da contrapporre a Sanremo. Con quei tipici sforzi di fantasia che non mancano dalle parti di Milano 2 (si vedano “Il Giornale“, “Forza Italia“, ecc…), decide di chiamarlo “Festival Italiano“. E’ la prima edizione. Sarà anche l’ultima. Ma gli 883 si presentano sul palco in compagnia di Fiorello e propongono una particolarissima versione di “Come mai” nella quale l’ex re del karaoke canta le varie strofe imitando le voci di Ruggeri, Baglioni, Guccini, Battiato, Vasco, e stravincono anche quella.

Per Mauro Repetto è l’inizio della fine dell’esperienza degli 883. La riedizione di “Come mai” contenente le imitazioni del nuovo bolide della scuderia riscontra un tale successo che viene girato anche un video, e già lì si capisce che qualcosa non va: Max Pezzali e Fiorello cantano la canzone dal palco; Repetto è in platea, in compagnia delle ancora sconosciute Paola e Chiara, intento a far tesoro dei consigli dei due cantanti per fare colpo su una ragazza.
La fine del 1993 è lo spartiacque: accantonati vittorie e successi, Cecchetto decide che è venuta l’ora per il gruppo di affrontare i propri fan “de visu”, e spedisce i due in giro per discoteche con l’“883 Disco Tour”. Non è un bello spettacolo, in tutti i sensi: Pezzali canta dal vivo sulle basi registrate dei primi due album e alle sue spalle Repetto, non cantando, non suonando e non sapendo bene cos’altro fare, sceglie di ballare e muoversi come un invasato. Si chiama “effetto Pet Shop Boys: nel pubblico sorge spontanea la domanda “Sì, ma se quello bruno coi denti storti canta e il biondino dietro non fa niente… il biondino che cazzo ci sta a fare?”.
Se lo chiede lo stesso Repetto, dal momento che la presa per i fondelli nei suoi confronti diventa un tormentone, tanto che ci si mettono anche i “Fichi d’India”, sulla Rai, con una parodia nella quale quello tra i due che fa il cantante è infastidito dai movimenti inconsulti del partner nullafacente.
La crisi del “biondino che ballava” si legge anche tra le righe di un reperto recuperato sulla rete e datato 15 gennaio 1994: la scaletta di una storica puntata del Roxy Bar di Red Ronnie.
Nessuno ancora lo sa, ma sarà l’ultima apparizione pubblica di Max Pezzali e Mauro Repetto assieme.
Man mano che la trasmissione va avanti ci si rende conto che a Mauro è stato definitivamente assegnato il ruolo di lumicino di coda: Red Ronnie presenta Caterina, una cantante del gruppo Cecchetto, la quale si esibisce in compagnia del solo Pezzali con la canzone “Aeroplano”. Poi Caterina rivela di avere un sogno: accompagnare al piano Max Pezzali. Potrebbe passare nella testa di Red Ronnie l’idea di non sfruttare l’assist? Non sia mai. E quindi Caterina picchietta a capo chino sui tasti del pianoforte, in onore dell’amico celebre.
In tutto questo, Mauro Repetto, che pure è presente, se ne sta di lato, in disparte, sostanzialmente inutile, al punto che dopo le esibizioni in scaletta c’è scritto chiaro e tondo: “Red chiede dov’è Mauro”.
Se lo sono pure perso.

(1/ continua…)

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50 Commenti

  1. Nessuno lo sa, ma sarà l’ultima apparizione pubblica di Max Pezzali e Mauro Repetto assieme.

    Proprio come l’ultima scopata che si scopa con un (poi ex) partner.

  2. Più che effetto Pet Shop Boys, bisognerebbe parlare di effetto Wham. Ricordo ancora un numero di una rivista inglese (Melody Maker o New Musical Express) che assegnava ad Andrew Ridgeley il titolo di “walking disaster of the year”.

  3. (anche perché il genio dietro ai Pet Shop Boys è Chris Lowe, cioè colui che non sembra fare assolutamente nulla. Perlomeno ha il buon gusto di non dimenarsi)

  4. Intervista rilasciata a Sorrisi e Canzoni.

    Vuoi raccontare il motivo per cui Repetto lasciò il gruppo?
    «Finché scrivevamo canzoni in cantina andava tutto bene. Il problema secondo me iniziò con i concerti dal vivo, durante i quali io cantavo e lui no. Certo, Mauro ballava, ma faticava anche a trovare una sua dimensione sul palco».

  5. Alla faccia vostra…io il cd di Mauro Repetto “Zucchero filato nero” ce l’ho originale! E’ qualcosa di inimmaginabile…commovente!

  6. “Zucchero filato nero” è un titolo perfetto per un film di Tim Burton. Il prossimo, magari.

    Caspita, la trama è più avvincente di Brian Jones con gli Stones…
    … di Syd Barrett coi primi PF…

    … ma non è che Repetto magari si sia arruolato nella legione straniera spagnola per la delusione?… Hmmhh…

  7. “Ve lo dice Macchianera, che fine ha fatto Mauro Repetto. Non che lo si sia scoperto oggi, ma fino a questo momento l’informazione è stata appannaggio esclusivo degli ascoltatori di MacchiaRadio”.

    Volete dire che non è finito a fare il figurante ad Eurodisney? Perchè altrimenti è ciò che si racconta da anni, altro che appannaggio esclusivo.

  8. Gli 883 mi hanno accompagnato dalle medie ad oggi…Come mai è la colonna sonora del mio primo amore!ALE

  9. La storia già la sapevo anche se alcuni particolari li ho scoperti ora.
    Leggere questo post è stato un piacere.
    Attendo con ansia la seconda puntata.
    Ciao
    F.

  10. Però che forza quella scaletta. E che ridere che mi facevano quelli del TrioReno, il cui tormentone (alla fine di OGNI puntata di Roxy Bar) era sempre lo stesso: “Ma perché si chiamano 883 se sono solo in due, e di cui uno non fa mai un ca**o?”

  11. Lockone: sì, Repetto sarebbe emigrato a Disneyland Paris per indossare i costumi di Pippo prima e di Baloo poi.
    (deve avere degli agganci Repetto, due anni fa volevo farlo pure io, ma non mi hanno preso per sopraggiunti limiti di età).

  12. “Me Repetto” in veneziano significa “mi sistemo…” più o meno raffazzonandomi (mi rimetto insieme, insomma…);o))))

  13. La seconda puntata a quando?Voglio proprio vedere come va a finire(come disse la mia ragazza quando le feci vedere il primo porno della sua vita…)

  14. Finalmente un po’ di chiarezza. Su questo blog niente censure,anche se la storia è scomoda e fa tremare il Palazzo. E che siamo Celentano che censura ‘Corpo a corpo’ dei Subsonica e impone aut-aut (“o cantate ‘Abitudine’ o non venite!”). Che poi, Corpo a corpo capirai che canzone è… A quando Repetto ospite di Celentano?

  15. Ma io l’ho visto tre o quattro anni fa in una trasmissione televisiva, presentava e cantava un suo nuovo singolo. Era incredibile, irriconoscibile, palestratissimo, capello corto, pelle abbronzata..mi pare raccontò che viveva in America o comunque all’estero.Però quel disco l’ho sentito solo lì. Mi date approfondimenti e precisazioni in merito nella seconda puntata? Gracias

  16. vabbè ma non c’è scritto niente di nuovo, non si racconta ne di zucchero filato nero, con la bellissima canzone ALLE 3, voglia di coscie e di sigarette,anzi mo me la risento pure, ne del periodo francese, ne di quello americano.
    cmq erano più fiche le canzoni ribbellistico-adolescenziali scritte a 4 mani, che le diabetifere romantiche di ora.

  17. si che ridicolo lui e quel suo blog, pensare che qualcuno lo voleva ospitare nel proprio…

  18. stavo sentendo il programma de la pina su radio deejay, e indovinate un po…..
    l’ospite di oggi era proprio lui: repetto.
    erano in diretta da eurodisney a parigi, e ha raccontato qual’è stato il suo destino.
    in breve: mi sembra di aver capito che dopo un sacco di giri intorno al mondo ora sia piu che felicemente sistemato, ha un impresa di desing a soho a new york ed in piu è una sorta di direttore artistico del teatro di eurodisney.
    credo proprio che sia ben impaccato di soldi e si diverta pure.
    insomma tutti voi idioti a credere che siccome non era piu il servetto di quel grassone depresso e deprimente di pezzali, ora doveva per forza essere finito in una mensa della caritas.
    in italia è così…..uno puo fare la vita piu figa del mondo, ma se non appare in quella schifosa scatola che ci rincoglionisce giornalmente e fa votare mezza italia per berlusconi, è uno sfigato che sta sicuramente morendo di fame.

  19. a quanto scritto da questo tom sopra di me aggiungo che se repetto partecipa dei diritti d’autore per l’uomo ragno o come mai, di soldi ne guadagna davvero davvero tanti.

  20. CIAO SONO UN FAN DI REPETTO,NON HO ANCORA CAPITO DOVE VIVE,SE A PARIGI O A NEW YORK,PER FAVORE DITEMI QUALCOSA!!!GRAZIE
    DAMIANO

  21. Sarà pure una vicenda interessante (anche se a me personalmente non me ne importa una cippa), ma leggendo il post e i commenti mi è venuta in mente una cosa: se di qui si trovasse a passare qualcuno che non ha mai ascoltato la musica dei due mentecatti in questione, si farebbe l’idea che qui si parla di capolavori, o per lo meno di qualcosa che valga la pena ascoltare. Oh, ma sbaglio o voi vi riferite a roba dal titolo “non me la menare”, “sei un mito”, “883 disco tour”? Non starete un po’ esagerando con i toni celebrativi di frasi del tipo “cecchetto nasa il genio”? Il *genio*? Genio è una parola pesante, riflettiamoci bene!
    Non c’è problema se quando eravamo adolescenti questo passava il convento radio-televisivo con cui siamo cresciuti: anch’io ho iniziato ad ascoltare musica quando Jovanotti cantava roba tipo gimme-five-all-right, ma poi un po’ si va avanti… o no?
    Mi volete veramente venire a dire che ogni tanto mettete su un disco del Pezzali o del Repetto e lo ascoltate/sentite con attenzione/piacere? Veramente davvero?
    Al limite se le vostre orecchie sono non troppo selettive si potrebbe mettere su quella roba lì mentre si fanno le faccende di casa, ma non mi risulta che Neri ne faccia, avendo la colf (lui).
    Francamente questa mi sembra un’operazione nostalgia tipo i programmi estivi con Rita Pavone su retequattro.
    Che poi va a finire che il fantomatico lettore di cui parlavo sopra, si fa coinvolgere dalle vostre “menate” (non me ne vogliate, attingo allo stesso inestimabile patrimonio linguistico che la coppia in oggetto ha ammirevolmente saccheggiato) e corre a comprare (!) i dischi marchiati Harley Davidson… cosa che mi fa ripensare (ecco che scatta il sesto senzo dietrologico) al fatto che ogni tanto, a cadenze quasi regolari, da queste parti si celebra l’una o l’altra metà del famigerato duo: Neri, secondo me fai viral marketing.
    Certo, ognuno in casa sua parla di quello che vuole, ma se i commenti sono aperti vorrà pur dire qualcosa: apro questo blog almeno tre volte al giorno, mi sarò pur guadagnato il diritto di dire la mia, no?
    Saluti, e per carità, non volevo offendere nessuno: parafrasando Voltaire “gli 883 mi annoiano come pochi, ma sono disposto a bruciare tutti i CD dei King Crimson affinché Radio DJ possa continuare a trasmetterli”

  22. Cari i miei fratelli Neri & c. avete messo sù un volgare sito di hackers. Siete dei delinquenti che sanno solo sputare merda per farsi notare percui nella merda affogherete. Non si fa del male gratuitamente e sproporzionatamente come fate voi. Questa guerra l’avete dichiarata voi danneggiandoci su google, quindi preparatevi al peggio. Fortebraccio

  23. Fortebraccio, danneggiarti su Google? E come è possibile? Ammettilo: eri uno dei “Tipinifini”.
    Oppure – considerato l’uso rivelatore del “sù” con l’accento – sei Antonello De Gennaro, e non so se ti è andata meglio, alla fine.

    In ogni caso stai tranquillo, la tua salute è nei miei pensieri: se ci sarà mai qualcuno che proporrà la distribuzione gratuita di antidepressivi, io sarò al suo fianco.

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