Tristezzaaaa, per favore vai viaaaaa

Sapore di mare 2: un anno dopoLa domanda è venuta fuori parlando (leggi: cazzeggiando) con la C.T.D.R. (Critica Televisiva Di Riferimento): oggetto della discussione era la riproposizione in terza serata di “Sapore di mare”, avvenuta non mi ricordo più su quale rete qualche giorno prima.
Ora, io non so voi, ma c’è una scena, in “Sapore di mare 2” (che peraltro è già triste di suo, e mica per niente una delle canzoni della colonna sonora è la Bibbia delle pene d’amore “Ritornerai” di Bruno Lauzi: “Ti senti sola / con la tua libertà / ed è per questo / che tu ritornerai”) che, per quanto mi riguarda, è la più straziante della storia della cinematografia mondiale. C’è questo Gianni, faccia occhialuta da secchione, che sta da tre anni con Selvaggia (Isabella Ferrari). Anzi: quella sera cade proprio il loro anniversario. Selvaggia vuole uscire: vorrebbe festeggiare facendo l’amore con lui per la prima volta, ma Gianni, inaspettatamente e senza alcun valido motivo, si nega e poi si eclissa. E’ a quel punto che colpisce il corvo Fulvio (Massimo Ciavarro): la consola con parole dolci, fingendo di capirla, biasimando il fidanzato che non la merita, come solo gli uomini sanno consolare una ragazza quando han voglia di trombare. E finisce che se la tromba. Lì, sulla spiaggia, dietro ad una barca. E ad amplesso inaugurale terminato accade l’irreparabile: Selvaggia è pronta a rivestirsi, quasi sicuramente pentita di quel che ha fatto, ma alza gli occhi e vede Gianni, Gianni che era lì e ha visto tutto (o per lo meno quel che c’era da vedere per capire), Gianni in piedi, con le lacrime agli occhi, e tra le mani una torta con il numero “3” che fa capolino dalle candeline accese.
E non rompete i coglioni con il cinema d’autore, almeno per questa volta: è una scena che vale almeno dieci LarsVonTrier, e alla fine non ti viene nemmeno da vomitare per la telecamera a spalla.

Stavamo parlando di “Sapore di mare 2” e di “Ritornerai”, io e la C.T.D.R., dicevo, quando sorge spontanea una domanda: qual è il verso più triste mai scritto in una canzone?
Io ho iniziato e subito dovuto smettere, altrimenti questo post sarebbe stato più aggiornato di Wikipedia. Ne volevo fare una classifica, à la “31 songs”, ma davvero la lista è così provvisoria e incompleta che non ne vale la pena. Se desiderate, si accettano contributi.

Per quanto mi riguarda parto dalle più tragiche seppur poetiche, e allora non si può prescindere dalla Stefania morta di parto raccontata da Francesco Guccini in “Venezia”:

“Stefania affondando, Stefania ha lasciato qualcosa:
Novella Duemila e una rosa sul suo comodino,
Stefania ha lasciato un bambino.”

oppure – per rimanere più o meno sullo stesso tema – dall’autobiografia “Spark” di Tori Amos, scritta in seguito ad un aborto spontaneo che la porta a mettersi in discussione come madre:

“She’s convinced she could hold back a glacier
But she couldn’t keep Baby alive
(“Era convinta di saper fermare un ghiacciaio
ma non è riuscita a tenere vivo il suo bambino”)

al punto di arrivare a credere che sia tutta colpa sua e dei suoi iniziali tentennamenti:

You say you don’t want it / again and again
but you don’t / don’t really mean it.”
(“Dici che non lo vuoi, / lo ripeti e lo ripeti,
ma tu no, / non ci credi veramente”)

Poi, ecco, come in qualsiasi cosa nella quale sia implicata una nota musicale, non possono mancare i quattro ragazzi di Liverpool e l’epitaffio in occasione di una di quelle morti di cui nessuno si accorge:

“Eleanor Rigby, died in the church
and was buried along with her name,
nobody came.”
(“Eleanor Rigby è morta nella chiesa
ed è stata sepolta assieme al suo nome,
Nessuno è venuto.”)

Poi si passa al tema “amore”, e qui la diga crolla.


E’ un’escalation di tradimenti e amori inghiottiti dal tempo che parte dal Lucio Battisti fiducioso e incredulo di “Non è Francesca”:

“Lei è sempre a casa che aspetta me, non è Francesca…
Se c’era un uomo poi, no, non può essere lei…”

passa per il soldato raccontato da Claudio Baglioni che torna a casa in licenza e si appresta a fare una sopresa alla fidanzata, mentre lei lo previene e si fa beccare al mercato in dolce compagnia, e lui, lui tra incazzatura e pianti ci mette più o meno sei canzoni prima di arrivare (senza crederci per primo, o almeno si ha questa impressione) alla proposta del compromesso:

“Io ti voglio quanto ti voglio
e non me ne importa niente / di ciò che hai fatto
se ci sei stata a letto / tanto il tempo aggiusta tutto…”

torna a Lucio Battisti e all’innamorato pentito di “Fiori rosa fiori di pesco” che, da bravo uomo, non ci mette mai una pietra sopra e, dopo un anno, va a trovare la propria ex a casa sua, convinto che magari alla fine butta bene, ma ci trova una lei imbarazzata e un uomo in accappatoio:

“Scusa, credevo proprio che fossi sola
credevo non ci fosse nessuno con te
oh scusami tanto se puoi
signore chiedo scusa anche a lei”

e termina (ma che termini qui, l’abbiamo già spiegato, rappresenta solo un artifizio letterario) con “For no one”, i soliti Beatles e Paul Mc Cartney in particolare, alle prese con una storia che si trascina da tempo nella totale inconsapevolezza, da parte dell’elemento maschile della coppia, di trovarsi al cospetto dell’inevitabile fine:

“She wakes up, she makes up, / she takes her time
and doesn’t feel she has to hurry, / she no longer needs you.”
(“Lei si sveglia, si trucca, / si prende il tempo che le serve
e non sente il bisogno di fare in fretta, / non ha più bisogno di te”.)

Poi ci sono quelli che se ne sono fatta una ragione, anche se si capisce che c’è voluto del tempo, come il Guccini di “Farewell”:

“Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale. […]
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.”

quelli che se la prendono, come Robbie Williams in Sexed Up:

“Why don’t we talk about it? / I’m only here don’t shout it
Give ‘em time, we’ll forget / Let’s pretend we never met”
(“Perché non ne parliamo? / Sono qui, non gridare
Avremo tempo per dimenticare / Facciamo finta di non esserci mai incontrati”)

e chi invece ricorda stronzeggiando in compagnia del nuovo ganzo, come la Giulietta di Mark Knopfler & Co.

“You promised me everything, you promised me thick and thin, yeah
Now you just say “oh Romeo, yeah, you know I used to have a scene with him”
(“Mi avevi promesso tutto, mi avevi promesso mari e monti,
Adesso dici solo, oh Romeo, sì, sai, quello con cui ho avuto una storia”)

Ma la peggiore, quella più straziante e ingiusta (nei confronti di sé stesso, sia chiaro) e atroce e penosa l’ha scritta Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti. Chi conosce la travagliata storia d’amore con la compagna capirà perché; gli altri possono ripassare sulle vecchie annate di “Novella 2000”.
La si ascolta in “Tanto³”, ed è una di quelle ti lascia lì, indeciso su come comportarti: consolarlo con una mano sulla spalla o, come si fa con i cavalli feriti, sparargli, così soffre meno?
Già, la frase:

“- E lei ti ama? – A suo modo.”
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50 Commenti

  1. Finalmente un bell’articolo. Il migliore di tutti e’ sempre Sergio Caputo.

    In “t’ho incontrata domani” si parte da:

    Ora pranzo da solo in un lurido snack
    un cretino mi dice “Dottore il caffè”
    tra un panino e un frappé
    sto scrivendo per te
    un incredibile boogie.

    per finire cosi’:

    Ora sono in un Grill, nei paraggi di Rho
    che mi lavo le mani nel privè
    un signore va via
    mentre urlo per te
    un incredibile boogie.

    In “mercy Bocu'” il nostro opera un transfert abissale su un manichino di una vetrina:

    La tua storia lascia un po’ a desiderare, fermo un tassì
    guastarti la serata no non è chic..
    Confidarmi col tassista mi diverte, molto di più
    “Mi lasci pure all’angolo e diamoci del tu”,
    la vita è bella ciao Mercy bocù

    Guardo le vetrine piene di bigiotteria,
    scarpe parigine,
    reggicalze, campionari di tappezzeria.
    Lì c’è un manichino che somiglia a te
    sfoggia un tailleurino giallo senape.

    E dopo una fallimentare puntata al bar, la serata si chiude con il mesto ritorno a casa: l’anatopistico ottimismo dell’eroe e’ a dir poco struggente:

    Alla fine quasi tutti sanno tutto,
    sempre così…
    conviene alzare i tacchi via di qui…
    Pago il conto ed esco fuori per la strada
    Mercy bocù
    Un’orchestra di gatti
    sta provando l’ouverture
    la mia stella da’ spettacolo lassù.

    Mercy bocù …

    Altro tema, legato all’amore e alla morte, e’ quello della vecchiaia. Sergio scrive anche su questo parole definitive:

    Sii! Cantavo bene… non ci credi? Senti qua:
    du-hua du-hua du-hua du-hua du-hua du-hua …
    Fior di bomboniere mi facevano le avance
    du-hua du-hua du-hua du-hua du-hua du-hua …
    Poi divenni astemio, e l’ottimismo mi abbrutì
    mi ridussi a vivere di Novelle Cuisine…

    “Essere o non essere firmati St. Laurent”
    du-hua du-hua du-hua du-hua du-hua du-hua …
    Gli esistenzialisti si chiedevano nei bar…
    gli esistenzialisti mi snobbavano
    perche’ mi hanno visto ridere
    abbracciato a te…

    Anche se il verso che ha cambiato la mia vita e’ quello che chiude l’incredibile “Bon Voyage”

    si’, l’astronave e’ gia’ passata e tu dormivi
    meglio cosi’ magari non ti divertivi…

  2. Vero, “Ultimo Amore” di Capossela, ti strazia il cuore.
    Tristezza allo stato puro.
    Stupenda, tra l’altro.

    Come canta Paolo Conte :”
    la vera musica ti sa far ridere
    e all’improvviso
    ti aiuta a piangere ”

    Perché , cito ancora :

    ” la grande musica FREQUENTA l’ANIMA “.

  3. canta che ti passa

    Davvero per niente facile scegliere quale sia il verso più triste scritto in una canzone, come propone il Neri.
    Così, su due piedi, oltre ad alcuni di quelli già citati (il Guccini di Venezia e il Battisti di Fiori rosa, fiori di pesco in particolare)…

  4. Per non senti’ ‘a malincunia / me sa che me metto a canta’
    che la regina mia è lunta’ / ma prima o poi ha da turna’
    Quando la notte te vojo vasa’ / me pija una strana mania
    me giro e m’arroto non riesco a trova’ / l’ora p’abbia’ ‘a sugnaria
    Tant’ sì bella

    ma anche:

    Me ‘ncazzo m’arraio il fegato esplode / ma ‘n ci riesco a nin ci pensa’
    lu sule s’abbasa sorride e mi dice / stanotte t’artocc’ ‘a sugna

  5. Whose sticky hands are there
    And what is this empty place
    I could be happily lost but for your face
    Here stands an empty house
    That used to be full of life
    Now it’s home for no one and his wife
    It’s a hovel and…
    Who can take your place?
    I can’t face another day
    And who will shelter me?
    It’s cold in here
    Cover me
    Under these fingertips a strange body rolls and dips
    I close my eyes and you’re here again
    Later as day descends
    I’ll shout from my window
    To anyone listening, “I’m losing”
    Who can take your place?
    I can’t face another day
    And who will shelter me?
    It’s cold in here
    Cover me
    Oh in a plague of hateful questioning
    Tap dancing every syllable from ear to ear
    I hear the din of lovers jousting
    When I’m hiding with my head to the wall
    Who will shelter me?
    It’s cold in here.
    This House – Alison Moyet.

  6. …e le chiamano notti
    queste notti senza te…
    Ma non sanno che esiste
    chi di notte piange te…
    Ma gli altri ridono, parlano, amano…
    E la chiamano estate,
    questa estate senza te
    (Bruno Martino)

  7. “sai penso che non sia stato inutile stare in sieme a te…
    ok te ne vai decisone discutibile ma si lo sai…”
    “puo’ darsi gia’ mi senta troppo solo perche’ conosco quel sorriso di chi ha deciso”

    “Ma questa volta abbassi gli occhi e dici noi resteremo sempre buoni amici…”

    La mia storia tra le dita

  8. Questa canzone, non si capisce neanche bene di preciso di cosa parli, è come un fotogramma mosso, ma è di sicuro la più triste che io conosca.
    Comunque il significato non è tutto, infatti quanta di questa tristezza è dovuta al testo, e quanta all’ interpretazione? Io sono convinto che Tim Buckley avrebbe potuto cantare anche l’ elenco del telefono, facendolo sembrare un tristissimo commiato funebre.

    Sing a Song for You (Tim Buckley)

    In my heart is where I long for you
    In my smile I search for you
    Each time you turn and run away I cry inside
    My silly way, just too young to know any more

    In my world the devil dances and dares
    To leave my soul just anywhere,
    Until I find peace in this world
    I’ll sing a song everywhere I can
    Just too young to know any more

    The wind covers me cold
    The starry skies all around my eyes
    Far behind the city moans
    Well worthy of the people there
    Oh, the salms they love to hear

    So let me sing a song for you
    Just to help your day along
    Let me sing a song for you
    One I’ve known so very long
    Oh, please could you find the time.

  9. Ah, mi sono scordato che anche il figlio non scherzava: ( Questo è un’ suo inedito)

    Forget Her

    ( Jaff Buckley )

    While the city’s busy sleeping
    All your troubles lie awake / All the noise has died away
    I walk the streets to stop my weeping
    But she’ll never change her ways

    Don’t fool yourself
    She was heartache from the moment that you met her
    My heart feels so still
    As i try to find the will to forget her somehow
    Oh i think i’ve forgotten her now

    Her love is a rose dead and dying
    Dropping her petals and man i know
    All full of wine the world before her
    But sober with no place to go

    Don’t fool yourself
    She was heartache from the moment that you met her
    My heart is frozen still
    As i try to find the will to forget her somehow
    She’s somewhere out there now

    Oh my tears fall down as i tried to forget
    The love was a joke from the day that we met
    All of the words all of her men
    All of my pain when i think back to when
    Remember her hair as it shone in the sun
    It was there on the bed when i knew what she’d done
    Tell yourself over and over you wont ever need her again

    Don’t fool yourself
    She was heartache from the moment that you met her
    Oh my heart is frozen still
    As i try to find the will to forget her somehow
    She’s out there somewhere now

    Oh
    She was heartache from the day that i first met her
    My heart is frozen still
    As i try to find the will to forget you somehow
    ‘Cause i know you’re somewhere out there right now

  10. Che m’e’ ‘mparate e fa
    Che m’e’ ‘mparate e fa
    Si doppe tantu tiempu te si scordata ‘e me
    E quanne me guardave
    E je pure te guardave
    Cu ll’uocchie me studiavo
    Tutt’e mosse ca facive.
    Sinnamurata ‘e me
    Ma sienteme, chi t’o fa fa
    E torna ‘n’ata vota
    ‘Mbraccio a chillu lla
    Sinnamurata ‘e me
    Ma sienteme, non ce pensa’
    E torna ‘n’ata vota
    Addu chillu lla.
    Che t’aggia ditte a fa
    Che t’aggia ditte fa
    Pruvamme ‘n’ata vota
    Pe ‘n’ora po basta’
    Pe te senti’ ‘e parla’
    E pe te dicere ca po
    Nun m’aspettave niente ‘a te
    Cchiu’ ‘e chello ca si stata.
    Sinnamurata ‘e me
    Ma sienteme, chi t’o fa fa
    E torna ‘n’ata vota
    ‘Mbraccio a chillu lla
    Sinnamurata ‘e me
    Ma sienteme, non ce pensa’
    E torna ‘n’ata vota
    Addu chillu lla.
    Te si spugliata cca’
    Te si spugliata cca’
    Si bella e nun ‘o saccie
    Comme faccie a te gurda’
    Te vojje bene ancora
    Ma pe dice po pe ‘ddi
    E intanto t’accuntento
    Cu chesta canzuncella
    Sinnamurata ‘e me
    Ma sienteme, chi t’o fa fa
    E torna ‘n’ata vota
    ‘Mbraccio a chillu lla
    Sinnamurata ‘e me
    Ma sienteme, non ce pensa’
    E torna ‘n’ata vota
    Addu chillu lla.

  11. Omaggio alla grandissima Gabriella Ferri, per la canzone più malinconica di sempre:

    “Sempre”
    (Castellacci, Pisano)

    Ognuno ha tanta storia
    tante facce nella memoria
    tanto di tutto tanto di niente
    le parole di tanta gente.

    Tanto buio tanto colore
    tanta noia tanto amore
    tante sciocchezze tante passioni
    tanto silenzio tante canzoni.

    Anche tu così presente
    così solo nella mia mente
    tu che sempre mi amerai
    tu che giuri e giuro anch’io
    anche tu amore mio
    così certo e così bello.

    Anche tu diventerai
    come un vecchio ritornello
    che nessuno canta più
    come un vecchio ritornello.

    Anche tu così presente – sempre
    così solo nella mia mente – sempre
    tu che sempre mi amerai – sempre
    tu che giuri e giuro anch’io – sempre
    anche tu amore mio – sempre
    così certo e così bello.

    Anche tu diventerai
    come un vecchio ritornello
    che nessuno canta più
    come un vecchio ritornello
    che nessuno canta più.

    Ognuno ha tanta storia
    tante facce nella memoria
    tanto di tutto tanto di niente
    le parole di tanta gente.

    Anche tu così presente
    così solo nella mia mente
    tu che sempre mi amerai
    tu che giuri e giuro anch’io
    anche tu amore mio
    così certo e così bello

    Anche tu diventerai
    come un vecchio ritornello
    che nessuno canta più
    come un vecchio ritornello
    che nessuno canta più.

  12. Pino, mi auguro che tu sia ancora da queste parti, voglio approfittare per dirti che “Tu dimmi quando quando…” più delle altre mi scatena inevitabilmente la malinconia del grande Massimo Troisi, e anche che ho trovato estremamente gustose le collaborazioni con il grande Pat Metheny.

  13. “Raining in Baltimore”, Counting Crows. Anche per me è una coltellata. Come pure “Blower’s Daughter” di Damien Rice (e “Closer” annesso).
    Con “Ancora tu” di Battisti, non mi sono ancora ripresa.
    Più che la tristezza delle parole, spesso è incredibile la contemporanea coincidenza di alcune canzoni con episodi personali. Che aumentano il magone.
    Molte diventano inascoltabili.
    Poi non sopporto quelle dove non capisci come è andata a finire la storia.

  14. Per la cronaca il testo è questo qui, credo sia da Oscar del magone:

    Arriverà che fumo o che do l’acqua ai fiori,
    o che ti ho appena detto:
    “scendo, porto il cane fuori”,
    che avrò una mezza fetta di torta in bocca,
    o la saliva di un bacio appena dato,
    arriverà, lo farà così in fretta
    che non sarò neanche emozionato…
    Arriverà che dormo o sogno,
    o piscio o mentre sto guidando,
    la sentirò benissimo suonare mentre sbando,
    e non potrò confonderla con niente,
    perché ha un suono maledettamente eterno:
    e poi si sente quella volta sola
    la viola d’inverno.
    Bello è che non sei mai preparato,
    che tanto capita sempre agli altri,
    vivere in fondo è scontato
    che non t’immagini mai che basti
    e resta indietro sempre un discorso
    e resta indietro sempre un rimorso…
    E non potrò parlarti, strizzarti l’occhio,
    non potrò farti segni,
    tutto questo è vietato da inscrutabili disegni,
    e tu ti chiederai che cosa vuole dire tutto quell’improvviso starti intorno
    perché tu non potrai,
    non la potrai sentire la mia viola d’inverno.
    E allora penserò che niente ha avuto senso
    a parte questo averti amata,
    amata in così poco tempo;
    e che il mondo non vale un tuo sorriso,
    e nessuna canzone è più grande di un tuo giorno
    e che si tenga il resto,
    me compreso, la viola d’inverno.
    E dopo aver diviso tutto:
    la rabbia, i figli, lo schifo e il volo,
    questa è davvero l’unica cosa
    che devo proprio fare da solo
    e dopo aver diviso tutto
    neanche ti avverto che vado via,
    ma non mi dire pure stavolta
    che faccio di testa mia:
    tienila stretta la testa mia.

  15. La canzone più triste è “Famous blue raincoat”, Leonard Cohen. Non ve la copincollo perchè dovete ascoltarla, leggere non basta.

    In Italiano… Beh, c’è da scegliere. Forse Fossati, “La casa del serpente”: “Io so soltanto che con te ho aspettato / e che il tempo mio non è bastato”.

  16. “Io sarei una donna azzardata, una madre snaturata.
    Una showgirl improvvisata anche un po’ stonata,
    gamba alta e voluttuosa e appaio anche odiosa.
    Guardami negli occhi, guardami nel cuore, ogni donna ha un suo dolore
    che si porta dentro, non mostra al mondo e che non confessa mai.
    Guarda il tempo come vola. Si vive una volta sola.
    Io sarei una strana creatura, quella storia che esplode. E non dura.
    La tempesta e l’azzurro del mare che ti fa delirare.
    Sono l’incubo delle tue notti intere.
    E se ancora non l’hai capita, io voglio il miele della vita”.
    Loredana Lecciso.

  17. Sassi che il mare ha consumato
    sono le mie parole d’amore per te
    Io non t’ho saputo amare
    non ti ho saputo dare quel che volevi da me
    Ogni parola che ci diciamo è stata
    detta mille volte
    Ogni attimo che noi viviamo è stato
    vissuto mille volte …

    non so se è più triste Paoli con gli occhiali neri o la scena dei “Mostri” in cui la canta il poveraccio

  18. Per la sezione “capezzali” consiglierei invece le canzoni “L’amico” di Gaber, e “Frankenstein” di Masini, veri capolavori di strazio ospedaliero.
    Una citazione particolare va anche ad “Albergo a ore”, però nella versione italiana di Herbert Pagani, solo perchè Gino Paoli è ancora vivo…

  19. Era già tutto previsto
    fin da quando tu ballando
    mi hai baciato di nascosto
    mentre lui che non guardava
    agli amici raccontava
    delle cose che sai dire
    delle cose che sai fare
    nei momenti dell’amore
    mentre ti stringevo forte
    e tu mi dicevi piano «io non lo amo, io non lo amo»
    E’ Cocciante e nel resto del testo diventa ancora più opprimente

  20. e che dire di questo battisti allegrissimo…

    “Dimmi perchè ridi amore mio
    proprio così buffo sono io?
    la sua risposta dolce non seppi mai!
    L’auto che partiva e dietro lei
    ferma sulla strada lontano ormai
    lei che rincorreva inutilmente noi”
    (la luce dell’est)

  21. Simon & Garfunkel:

    I am a rock,
    I am an island.
    I’ve built walls,
    A fortress deep and mighty,
    That none may penetrate.
    I have no need of friendship; friendship causes pain.
    It’s laughter and it’s loving I disdain

    I am shielded in my armor,
    Hiding in my room, safe within my womb.
    I touch no one and no one touches me.
    I am a rock,
    I am an island.

    And a rock feels no pain;
    And an island never cries.

  22. People who are trying to decide whether to create a blog or not go through a thought process much like this:

    1. The world sure needs more of ME.
    2. Maybe I’ll shout more often so that people nearby can experience the joy of knowing my thoughts.
    3. No, wait, shouting looks too crazy.
    4. I know – I’ll write down my daily thoughts and badger people to read them.
    5. If only there was a description for this process that doesn’t involve the words egomaniac or unnecessary.
    6. What? It’s called a blog? I’m there!

    The blogger’s philosophy goes something like this:

    Everything that I think about is more fascinating than the crap in your head.

    The beauty of blogging, as compared to writing a book, is that no editor will be interfering with my random spelling and grammar, my complete disregard for the facts, and my wandering sentences that seem to go on and on and never end so that you feel like you need to take a breath and clear your head before you can even consider making it to the end of the sentence that probably didn’t need to be written anyhoo.

  23. tristeeeeeeeezza, per favore vai viiiiiiiiiaaa, e non tristezzaaaaaaaaaaa!!!!! ecc. ecc.
    Già dal titolo si vede che l’autore capisce ben poco di musica, come è poi confermato dal contenuto del post.

  24. La canzone “Canzone” di Vasco
    “…e questa sera nel letto metterò/
    una coperta in più per chè se no/
    farà freddo senza averti/
    senza averti sempre addosso/
    e sarà triste lo so/
    ma la tristezza però/
    la puoi rinchiudere dentro una canzone che canterò…”

  25. Victor Jara (che già la fine che gli hanno fatto fare mette una tristezza enorme addosso)… Te recuerdo Amanda
    Te recuerdo Amanda
    la calle mojada
    corriendo a la fábrica
    donde trabajaba Manuel.
    La sonrisa ancha
    la lluvia en el pelo
    no importaba nada
    ibas a encontrarte con él
    con él, con él, con él
    que partió a la sierra
    que nunca hizo daño
    que partió a la sierra
    y en cinco minutos
    quedó destrozado
    suena la sirena
    de vuelta al trabajo
    muchos no volvieron
    tampoco Manuel.

  26. Vecchio Frack ”
    by Domenico Modugno
    E’ giunta mezzanotte
    si spengono i rumori
    si spegne anche l’insegna
    di quell’ultimo caffè
    Le strade son deserte
    deserte e silenziose
    un’ultima carrozza cigolando se ne va.

    Il fiume corre lento
    frusciando sotto i ponti
    La luna splende in cielo
    dorme tutta la città
    Solo va
    un uomo in frack.

    Ha il cilindro per cappello
    due diamanti per gemelli
    Un bastone di cristallo
    la gardenia nell’occhiello
    E sul candido gilet
    Un papillon, un papillon di seta blu.

    Bon nuit bon nuit bon nuit bon nuit
    buona notte
    Va dicendo ad ogni cosa
    ai fanali illuminati
    Ad un gatto innammorato
    che randagio se ne va.

    E’ giunta ormai l’aurora
    si spengono i fanali
    Si spegne a poco a poco tutta quanta la città
    La luna si è incantata
    sorpresa e impallidita
    Pian piano scolorandosi nel cielo sparirà.

    Sbadiglia una finestra
    sul fiume silenzioso
    E nella luce bianca galleggiando se ne va
    Un cilindro
    un fiore e un frack.

    Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare
    Se ne scende lentamente
    sotto i ponti verso il mare
    Verso il mare se ne va
    Chi mai sarà, chi mai sarà
    quell’uomo in frack.

    Adieu adieu adieu adieu, addio al mondo
    Ai ricordi del passato
    Ad un sogno mai sognato
    Ad un attimo d’amore che mai più ritornerà.

    Questa è la canzone più triste che conosco!

  27. “Ti ricordi che meraviglia, la festa delle medie?”
    “Tu non vieni!”
    “Non importa, sai, c’avevo judo… ma se serve vi porto i dischi, così potrete ballare i lenti”
    “Porta pure, ma non entri…”

    Tapparella – EelST

  28. Bobo: Thumbing my way, come molte cazoni dei PJ, non è per nulla triste. Cazzo, è una canzone ceh parla di sopravvivenza, come può essere triste sopravvivere? “I am thumbing my way back to heaven” è la fine del dolore, che ovviamente non è mai indolore neppure lei.

  29. Dimenticavo… “Many Too Many”, Genesis.

    Many too many have stood where I stand
    Many more, will stand here too
    I think what I find strange is the way
    You built me up and knocked me down again

    The part was fun but now it’s over
    Why can’t I just leave the stage?

    Maybe that’s because you securely
    Locked me up and threw away the key

    Oh mama, please would you find the key
    Oh pretty mama, please won’t you let me go free

    I thought I was lucky, I thought that I’d got it made

    How could I be so blind?

    You said goodbye on a corner
    That I thought led to the straight
    You set me on a firmly laid
    And simple course and then removed the road

    Oh mama, please help me find my way
    Oh pretty mama, please lead me through the next day

    I thought I was lucky, I thought that I’d got it made
    How could I be so blind?

  30. @typesetter:
    diciamo che io intendevo “struggente” piuttosto che “triste” (il che, ammetto, è in contrapposizione con il titolo del post).
    e lo stesso discorso vale per “let down” dei radiohead.

  31. “You’re the only one I want now
    I never heard your name.
    Let’s hope we meet some day
    If we don’t it’s all the same.
    I’ll meet the ones between us,
    And be thinkin’ ’bout you
    And all the places I have seen
    And why you where not there.”

    (T. Van Zandt, “Highway Kind”)

  32. Ma triste non vuol certo dire brutto, no?
    Tralasciando il fatto che non ho mai visto nessuno dei vari sapori di mare o di sale I, II III o IV, un anno prima o un anno dopo, la prima canzone che mi era saltata in mente era “Ultimo Amore” di Capossela, ma l’ho vista già citata.
    Vorrei ricordare allora “Angoscia metropolitana” o “Ti ricordi, Michel” di Lolli, o tutto l’album “Tutti morimmo a stento” di Fabrizio de Andrè, “un giorno dopo l’altro” di Tenco (molte canzoni di Tenco sono tristi ma bellissime), “Stasera pago io” di Modugno, ma anche la splendida “Nothing compares to you” di S. o’ Connor, e buona parte del repertorio di Nick CAve (“your funeral, my trial”, “Stagger Lee”…).
    Certo che citare Nek o Max (ca)Pezzali in mezzo a tanti “veri” autori….

  33. il tuo server ha fatto l’operazione ora legale all’inverso? sono le 12.18 e il timestamp riporta 14.18!

  34. Hallelujah di Leonard Cohen.
    e se vogliamo abbinarla a una scena, allora voto per la versione di Rufus Wainwright in Shrek (con Shrek e Fiona soli a disperarsi).

  35. Vecchioni, non può mancare nella lista delle canzoni tristi, oserei dire crepuscolari:
    “Ora so cosa hai visto sul soffitto
    l’ultima volta che ti sei distesa
    sbarrasti gli occhi e ti spezzasti il cuore.
    Tu l’hai visto finire il nostro amore…
    Il nostro amore… ”

    (La tua assenza)

  36. Capita a volte che si lascia qualcuno per incomprensioni, crisi proprie. Ma ci si ama ancora, tutti e due. E ogni tanto ci si lancia dei messaggi a vicenda, ma nessuno dei due riesce a fare un passo decisivo per il riavvicinamento, per paura di far soffrire ancora, per paura di soffrire ancora. E ognuno dei due inizia a frequentare altre persone, ma senza troppa convinzione, perché dentro si sa che prima o poi quel passo decisivo lo si farà, un giorno lei e lui saranno pronti per stare di nuovo insieme, questa volta per sempre. Sembra un accordo tacito, frasi buttate qua e là quando si parlano al telefono, come se fossero battute. Poi succede che lui muore, così, all’improvviso. E lei rimane lì, con questo senso di gelo dentro, con tutte quello che ancora aveva da dirgli, con tutto quello che ancora avrebbe voluto vivere con lui.
    A me strazia la canzone di Giorgia ‘Gocce di memoria’, perché capisco benissimo cosa provava quando l’ha scritta, perché l’ho provato sulla mia pelle.

    “inestimabile e inafferabile la tua assenza che mi appartiene
    siamo gocce di un passato che non può più tornare
    questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile

    racconterò di te, inventerò per te quello che non abbiamo

    Le promesse sono infrante come pioggia su di noi
    Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
    Aspettiamo un altro viaggio, un destino una verità
    E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso….”

  37. Premesso che Guccini scrive anche canzoni allegre (p.es. “Black-out”), o addirittura interi dischi (“Opera Buffa”), segnalerei la sua traduzione in modenese della “Zietta” di Serrat.

    La ziatta (La tieta)

    A la desterà al veint
    con un colp al persian
    l’è acsè lèrgh al sòo let
    e i linzòo fradd e grand
    tòt dò i oc’ mez e srèe
    zercherà n’ètra man
    sèinza catèr nisun
    come aièr, come edman
    Al so stèr da per lèe
    l’è un sò amigh da tant’an
    ch’a l’ ch’gnass tòtt i sòo quèl
    fin al pighi dla man;
    la scultarà al gnulèr
    d’un gat vec’ e castrèe
    ch’a gh’ dòrm inzèmma a i znoc
    d’invèren tòtt al dè.
    Un breviari apugièe
    in vatta a la tulatta
    e un gaz d’acqua trincèe
    quand a s’lèva la ziatta

    Un spec’ vec’ e incrinèe
    a gh’arcurdarà pian
    come al tiemp l’è pasèe
    come in vulèe via i an,
    e gl’insaggni dl’etèe
    per al stridi i s’ sèn pèrs,
    quanti rughi ch’a gh’è
    e i oc’ come i èn divèrs.
    L’a gh’ butarà un suris
    la purtinèra ed ca’
    per l’urgói cg’ a gh’la lèe
    perché a gh’ fa bèin i fat;
    tòtt i dè fèr l’istass
    ciapèr al filibùs
    per badèr ai tragatt
    d’un avuchèe nèe stóff,
    cun al quèl an andrèe
    l’aviva fat la “stratta”
    ma tant tèimp l’è pasèe
    ch’a n s’arcorda la ziatta.

    Lèe ch’l’ha sèimpr in piò un piat
    quand ariva Nadèl,
    lèe ch’la ‘n vòl mai nisun
    se un dè, a chès, l’a s’ sèint mèl,
    lèe ch’l’a ‘n gh’ha gnanca un fióo
    sol quall ed sóo fradel,
    lèe ch’l dis: “L’a ‘n va mel!”
    Ch’l’a dis: “A fagh tant bè!”
    E la dmanga del Pèlmi
    la cumprarà a sòo anvod
    un bel ram longh d’uliv
    e un pèr ed calzatt nóv
    e po’ in cesa tótt dóo
    i faran come al pret
    e i pregherai Gesó
    ch’a l’va a Gerusalem;
    po’ a gh’ darà soquant franch
    de mattr’ind ‘na casatta
    perché a s’ dèv risparmièr
    com la fa lèe, ziatta.

    E un dè a s’gh’ha da murir
    com’ piò o meno i fan tótt,
    cun ‘na frèva da gnint
    l’andrà in cal póst tant brótt;
    l’avrà bele paghe
    un prèt ch’a s’sèint a póst,
    la casa, al funerèl
    e la Massa di mort,
    E i fior ch’i andrai andrèe
    al sóo trèst suplimèint
    i èn cal cosi che pass
    a l’ se scorda la zèint;
    a gh’ resterà po’ i fior
    e i drap negher e zal
    e dedrèe un vec’ amigh
    scuvèrt un mumèint fa
    e un santèin a l’ dirà
    ch’l’è morta n’ètra sciatta;
    ch’l’arpóunsa in pès, amen,
    e scurdaramm la ziatta.

  38. Canzone per te

    Sergio Endrigo

    La festa appena incominciata e già finita
    il cielo non e più con noi
    il nostro amore era l’invidia di chi è solo
    era il mio orgoglio, la tua allegria

    E’ stato tanto grande ormai, non sa morire
    per questo canto, e canto te
    La solitudine che tu mi hai regalato
    io la coltivo come un fiore

    Chissà se finirà,
    se un nuovo sogno la mia mano prenderà
    se a un’altra io dirò le cose che io dicevo a te

    Ma oggi devo dire che ti voglio bene
    per questo canto, e canto te
    E’ stato tanto grande ormai, non sa morire
    per questo canto, e canto te

    Chissà se finirà ……

  39. ciao a tutti, secondo me una meravigliosa canzone è quella degli ARID-ME AND MY MELODY

    …Oh creature
    …Oh love
    Strained now
    Til we get enough
    I ain?t afraid no more
    As they batter down the door…

    altra song molto triste è CREEP-RADIOHEAD

    When you were here before
    Couldn’t look you in the eye
    You’re just like an angel
    Your skin makes me cry
    You float like a feather
    In a beautiful world
    And I wish I was special
    You’re so fuckin’ special….

    buona giornata a tutti……Ric

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