La domanda è venuta fuori parlando (leggi: cazzeggiando) con la C.T.D.R. (Critica Televisiva Di Riferimento): oggetto della discussione era la riproposizione in terza serata di “Sapore di mare”, avvenuta non mi ricordo più su quale rete qualche giorno prima.
Ora, io non so voi, ma c’è una scena, in “Sapore di mare 2” (che peraltro è già triste di suo, e mica per niente una delle canzoni della colonna sonora è la Bibbia delle pene d’amore “Ritornerai” di Bruno Lauzi: “Ti senti sola / con la tua libertà / ed è per questo / che tu ritornerai”) che, per quanto mi riguarda, è la più straziante della storia della cinematografia mondiale. C’è questo Gianni, faccia occhialuta da secchione, che sta da tre anni con Selvaggia (Isabella Ferrari). Anzi: quella sera cade proprio il loro anniversario. Selvaggia vuole uscire: vorrebbe festeggiare facendo l’amore con lui per la prima volta, ma Gianni, inaspettatamente e senza alcun valido motivo, si nega e poi si eclissa. E’ a quel punto che colpisce il corvo Fulvio (Massimo Ciavarro): la consola con parole dolci, fingendo di capirla, biasimando il fidanzato che non la merita, come solo gli uomini sanno consolare una ragazza quando han voglia di trombare. E finisce che se la tromba. Lì, sulla spiaggia, dietro ad una barca. E ad amplesso inaugurale terminato accade l’irreparabile: Selvaggia è pronta a rivestirsi, quasi sicuramente pentita di quel che ha fatto, ma alza gli occhi e vede Gianni, Gianni che era lì e ha visto tutto (o per lo meno quel che c’era da vedere per capire), Gianni in piedi, con le lacrime agli occhi, e tra le mani una torta con il numero “3” che fa capolino dalle candeline accese.
E non rompete i coglioni con il cinema d’autore, almeno per questa volta: è una scena che vale almeno dieci Lars – Von – Trier, e alla fine non ti viene nemmeno da vomitare per la telecamera a spalla.
Stavamo parlando di “Sapore di mare 2” e di “Ritornerai”, io e la C.T.D.R., dicevo, quando sorge spontanea una domanda: qual è il verso più triste mai scritto in una canzone?
Io ho iniziato e subito dovuto smettere, altrimenti questo post sarebbe stato più aggiornato di Wikipedia. Ne volevo fare una classifica, à la “31 songs”, ma davvero la lista è così provvisoria e incompleta che non ne vale la pena. Se desiderate, si accettano contributi.
Per quanto mi riguarda parto dalle più tragiche seppur poetiche, e allora non si può prescindere dalla Stefania morta di parto raccontata da Francesco Guccini in “Venezia”:
Novella Duemila e una rosa sul suo comodino,
Stefania ha lasciato un bambino.”
oppure – per rimanere più o meno sullo stesso tema – dall’autobiografia “Spark” di Tori Amos, scritta in seguito ad un aborto spontaneo che la porta a mettersi in discussione come madre:
But she couldn’t keep Baby alive
(“Era convinta di saper fermare un ghiacciaio
ma non è riuscita a tenere vivo il suo bambino”)
al punto di arrivare a credere che sia tutta colpa sua e dei suoi iniziali tentennamenti:
but you don’t / don’t really mean it.”
(“Dici che non lo vuoi, / lo ripeti e lo ripeti,
ma tu no, / non ci credi veramente”)
Poi, ecco, come in qualsiasi cosa nella quale sia implicata una nota musicale, non possono mancare i quattro ragazzi di Liverpool e l’epitaffio in occasione di una di quelle morti di cui nessuno si accorge:
and was buried along with her name,
nobody came.”
(“Eleanor Rigby è morta nella chiesa
ed è stata sepolta assieme al suo nome,
Nessuno è venuto.”)
Poi si passa al tema “amore”, e qui la diga crolla.
E’ un’escalation di tradimenti e amori inghiottiti dal tempo che parte dal Lucio Battisti fiducioso e incredulo di “Non è Francesca”:
Se c’era un uomo poi, no, non può essere lei…”
passa per il soldato raccontato da Claudio Baglioni che torna a casa in licenza e si appresta a fare una sopresa alla fidanzata, mentre lei lo previene e si fa beccare al mercato in dolce compagnia, e lui, lui tra incazzatura e pianti ci mette più o meno sei canzoni prima di arrivare (senza crederci per primo, o almeno si ha questa impressione) alla proposta del compromesso:
e non me ne importa niente / di ciò che hai fatto
se ci sei stata a letto / tanto il tempo aggiusta tutto…”
torna a Lucio Battisti e all’innamorato pentito di “Fiori rosa fiori di pesco” che, da bravo uomo, non ci mette mai una pietra sopra e, dopo un anno, va a trovare la propria ex a casa sua, convinto che magari alla fine butta bene, ma ci trova una lei imbarazzata e un uomo in accappatoio:
credevo non ci fosse nessuno con te
oh scusami tanto se puoi
signore chiedo scusa anche a lei”
e termina (ma che termini qui, l’abbiamo già spiegato, rappresenta solo un artifizio letterario) con “For no one”, i soliti Beatles e Paul Mc Cartney in particolare, alle prese con una storia che si trascina da tempo nella totale inconsapevolezza, da parte dell’elemento maschile della coppia, di trovarsi al cospetto dell’inevitabile fine:
and doesn’t feel she has to hurry, / she no longer needs you.”
(“Lei si sveglia, si trucca, / si prende il tempo che le serve
e non sente il bisogno di fare in fretta, / non ha più bisogno di te”.)
Poi ci sono quelli che se ne sono fatta una ragione, anche se si capisce che c’è voluto del tempo, come il Guccini di “Farewell”:
e il peccato fu creder speciale una storia normale. […]
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.”
quelli che se la prendono, come Robbie Williams in “Sexed Up“:
Give ‘em time, we’ll forget / Let’s pretend we never met”
(“Perché non ne parliamo? / Sono qui, non gridare
Avremo tempo per dimenticare / Facciamo finta di non esserci mai incontrati”)
e chi invece ricorda stronzeggiando in compagnia del nuovo ganzo, come la Giulietta di Mark Knopfler & Co.
Now you just say “oh Romeo, yeah, you know I used to have a scene with him”
(“Mi avevi promesso tutto, mi avevi promesso mari e monti,
Adesso dici solo, oh Romeo, sì, sai, quello con cui ho avuto una storia”)
Ma la peggiore, quella più straziante e ingiusta (nei confronti di sé stesso, sia chiaro) e atroce e penosa l’ha scritta Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti. Chi conosce la travagliata storia d’amore con la compagna capirà perché; gli altri possono ripassare sulle vecchie annate di “Novella 2000”.
La si ascolta in “Tanto³”, ed è una di quelle ti lascia lì, indeciso su come comportarti: consolarlo con una mano sulla spalla o, come si fa con i cavalli feriti, sparargli, così soffre meno?
Già, la frase:
@Cannonball: mi sfugge la citazione, ma la trovo molto pertinente (::vergogna::)
@astolfo: hai ragione, quella canzone è tristisssssma e mi fa venire in mente “C’era un ragazzo…”
Se poi iniziamo a metterci le canzoni di impegno civile:
“September ’77
Port Elizabeth weather fine
It was business as usual
In police room 619
Oh Biko, Biko, because Biko
Oh Biko, Biko, because Biko
Yihla Moja, Yihla Moja
-The man is dead”
(Biko – Peter Gabriel)
“Where have all the flowers gone,
long time passing?
Where have all the flowers gone,
long time ago?
Where have all the flowers gone?
Gone to young girls, every one!
When will they ever learn,
when will they ever learn?
Where have all the young girls gone,
long time passing?
Where have all the young girls gone,
long time ago?
Where have all the young girls gone?
Gone to young men, every one!
When will they ever learn,
when will they ever learn?
Where have all the young men gone,
long time passing?
Where have all the young men gone,
long time ago?
Where have all the young men gone?
Gone to soldiers, every one!
When will they ever learn,
when will they ever learn?
And where have all the soldiers gone,
long time passing?
Where have all the soldiers gone,
long time ago?
Where have all the soldiers gone?
Gone to graveyards, every one!
When will they ever learn,
when will they ever learn?
And where have all the graveyards gone,
long time passing?
Where have all the graveyards gone,
long time ago?
Where have all the graveyards gone?
Gone to flowers, every one!
When will they ever learn,
oh when will they ever learn?
Where have all the flowers gone?
Long time passing.
Where have all the flowers gone?
Long time ago.
Where have all the flowers gone?
Young girls picked them, every one.
Oh, when will they ever learn?
Oh, when will they ever learn?”
(Where are all the flowers gone? – Joan Baez)
@Raccoss! Vergogna! Era “Comfortably Numb” – Pink Floyd – The Wall!
Il vecchio e il bambino by Guccini?
Empty spaces,
what are we living for
Abandoned places
I guess we know the score
On and on
Does everybody know
what we are living for?
The Queen, The Show Must Go On
Per restare sul bucolico, a me ha sempre fatto venire il magone questa:
Paese mio che stai sulla collina, disteso come un vecchio addormentato, la noia l’abbandono sono la tua malattia, paese mio ti lascio e vado via
Eh Cannonball, ho poca memoria io, non ricordo tutti i versi dei Pink
imbarazzo della scelta… hanno già detto “for no one” e, mi viene da piangere solo a scriverlo, “the last days of our acquaintance”…
nel dubbio mi sparo tre italiani!
“Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a crederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta
non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell’amore
dopo l’amore così sicure a rifugiarsi nei “sempre”
nell’ipocrisia dei “mai”
non sono riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai…” (de andrè)
“Facile risponderti che
Puoi prenderti tutto
Quello che vuoi
Mi hai soltanto strappato un po’
Di silenzio
Soltanto strappato un po’
Di silenzio
Hai soltanto sprecato
Il tuo nobile fiato…” (carmen consoli)
“Il mio mestiere fu cercare il tuo amore
fino nel fuoco delle montagne
il mio destino scordare il tuo amore
sotto il peso delle montagne
Il mio mestiere fu cercare il tuo amore
fino nel fuoco delle montagne
il mio destino scordare ogni amore
sotto il peso delle montagne.” (fossati)
e ci mettiamo pure un guccini d’annata, crepi l’avarizia!
“Ed ora dove sei tu che sapevi ridare ai giorni e ai mesi un qualche senso.
La giostra dei miei simboli fluisce uguale per trarre anche dal male qualche compenso”
mi guardava rassegnato
con la lingua di chi spera
di chi sa che è prenotato
sulla sedia di lillà
(alberto fortis)
Chiudo la trilogia dell’emigrante con questo omaggio alla mia terra:
Ma se ghe pensu alûa mi veddu-u mâ/
veddu i mæˆ munti e a ciassa d’a Nunsiaa/
riveddu u Rîghi e me s’astrenze u cœˆ/
veddu a lanterna, a câva, lazu u mœˆ/
riveddu aa seja Zêna ‘nlyminaa/
veddu la a fûxe e sentu franze u mâ/
e alûa mi pensu ancun de riturnâ/
à pôsâ e osse duv’ho mæˆ madunaa.
(Ma se ci penso allora vedo il mare
vedo i miei monti, la piazza dell’Annunziata
rivedo Righi e mi si stringe il cuore
vedo la Lanterna, la Cava, laggiù il molo.
Rivedo, la sera, Genova illuminata
vedo la Foce e sento frangere il mare
allora penso ancora di tornare
a posare le ossa dove mia madre mi ha donato)
Anche se da queste parti si considera più triste il primo verso della canzone:
U l’ea partiu senza na palanca
“I just can’t fit
Yes, I believe it’s time for us to quit
When we meet again
Introduced as friends
Please don’t let on that you knew me when
I was hungry and it was your world.”
(B.Dylan)
C’è anche chi piange a sentire l’inno nazionale.
“Dall’Alpi a Sicilia ovunque è Legnano”
Giuro, ho visto Calderoli che piangeva mentre l’ascoltava…
io voto per Dylan e la sua traduzione degregoriana
“She might think that I’ve forgotten her, don’t tell her it isn’t so.”
“..e se crede che l’abbia scordata, non dirle che non è così”
Angela, Angela, angelo mio
io non credevo che questa sera
sarebbe stato davvero un addio,
Angela credimi, io non volevo.
Angela, Angela, angelo mio
quando t’ho detto che voglio andarmene,
volevo solo vederti piangere,
perché mi piace farti soffrire.
Angela, Angela, angelo mio
ma tu stasera invece di piangere
guardi il mio viso in un modo strano
come se fosse ormai lontano.
Ti prego, Angela, no, non andartene
non puoi lasciarmi quaggiù da solo
non è possibile che tutto a un tratto
io possa perderti, perdere tutto.
Volevo farti piangere
vedere le tue lacrime
sentire che il tuo cuore
è nelle mie mani.
(Luigi Tenco, Angela)
ps: poche cose, nella vita, struggenti come le canzoni di Tenco.
…/ ma per morire/ si nascondevano/ si vergognavano/ non capivano/ … (Jannacci)
“And so it is / Just like you said it would be / Life goes easy on me / Most of the time…”
(Damien Rice. I titoli di testa e coda di “Closer” mica per niente)
‘…Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,…’
Verranno a chiederti del nostro amore – F.De Andrè
Pensavo di essere l’unico fesso a trovare commoventi certe sequenze di Sapore di Mare.
Oltre alla scena descritta da Gianluca, trovo estremamente struggente l’incontro tra i due, parecchi anni dopo, dove il tempo inesorabile li ha segnati nell’aspetto, ma non ha cancellato i sentimenti, dove si percepisce il rimpianto per quello che avrebbe potuto essere stato.
O sempre a proposito di Sapore di mare (ma non ricordo se lo stesso), mi è sempre parsa tristissima la scena finale di Jerry Calà, che avvicinato da un’adorante Marina Suma, nemmeno la riconosce e se ne va ridacchiando abbracciato a due mignottoni, dopo che anni prima lui, figlio di papà ha fatto di tutto, riuscendovi, per sedurre lei (leggi trombare), proletaria ed ingenua.
Ma ogni volta, porca puttana, ho letteralmente il magone, quando rivedo quel maledetto di David Gilmour attaccare l’assolo di Comfortably Numb al Live8. Quella sera i “vecchietti” hanno polverizzato tutti.
…poi giuro che la smetto, eh? (Forse…)
Lui : Eravamo fidanzati, poi, tu mi hai lasciato, senza addurre motivazioni plausibili…
Lei: Non e’ vero, tu non capisci l’universo femminile, la mia spiccata sensibilita’, si contrappone al tuo gretto materialismo maschilista…
(Elio e le Storie Tese, Cara ti amo)
e poi:
E quella volta, una domenica di ottobre, già l’autunno ci moriva addosso e io fumavo sigarette amare, e tu come uno specchio rotto riflettevi quell’immagine sbiadita del ricordo del frammento del brandello del profumo di quell’angolo d’estate e mi dicesti: “Voglio vivere la vita come un alito di vento che, inseguito dall’aurora, già racchiude le speranze di un domani tutto mio che mi appartenga, e come donna accarezzare nuovi scampoli d’assenza”, io dicevo “Sì capisco, vuoi gli scampoli d’assenza” ma pensavo: “Puttana”.
(Claudio Bisio, Rapput), che potrebbe averla scritta Facci e invece no, è del Rocco Tanica.
le canzoni citate fin’ora uniscono alla tristezza la poesia dei testi, la meraviglia della melodia. nessuno fin’ora ha citato “brandy’s smile”, una tristezza seria, autentica, vissuta, con le prove. storie inventate o lette non possono competere con questa.
@THE WALL:
Anch’io trovo struggente la scena che citi, rovinata solo dalla presenza di una giovanissima (ed orribile) Alba Parietti nel ruolo di una delle due mignottone.
verso? canzone? tutto un album, “berlin” di lou reed.
“it’s so cold in alaska…”
E chi sarebbe la tua C.T.D.R.?
Canzone straziante del piccolo genio svedese Stina Nordenstam, So This Is Goodbye.
So this is goodbye,
So this is how you say it
These are the words
It’s the voice you’re using
It’s the picture you’ve seen
So this is goodbye,
So this is how you say it
This is the time it takes you
Didn’t take you a lot, now did it?
Didn’t hurt you a lot, now did it?
So this is goodbye,
So this is how you spell it
Where you place it in your mouth
What happens if I didn’t hear you?
What happens if it wasn’t serious?
Well I was around
Maybe it was you I came to see
Maybe it was you who invited me
I remember your eyes were on me
I remember your eyes were on me
Goodbye
aaaaaaaaaaaaaaaaaah! ha ragione violetta! damien rice! closer! come non averci pensato! AAAAAAAAAAAAAAH!
e allora ci metto pure keren ann, che a me strugge tantissimo:
“Don’t say a word,
here comes the break of the day
And wide clouds of sand raised
by the wind of the end of May”
Cercavo in te
la tenerezza che non ho,
la comprensione che non so,
trovare in questo mondo stupido…
premetto che poi la pianto, aggiungo “mad world” dei tears for fears, preferibilmente in versione “donnie darko” di gary jules:
“Hide my head I wanna drown my sorrow
No tomorrow
No tomorrow
And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying are the best I’ve ever had…” etc. etc.
Everybody Hurts
(R.E.M.)
When the day is long and the night, the night is yours alone,
when you’re sure you’ve had enough of this life, well hang on.
Don’t let yourself go, everybody cries and everybody hurts sometimes.
E a proposito di tristezza:
Per questo canto una canzone triste/triste triste triste/ triste come me/
E non c’è più nessuno/che mi parli ancora un po’ di lei/ancora un po’ di lei… (Ivan Graziani)
Io ti cercherò di Lorenzo, e Vivere di Vasco. Strazianti ma vere. Sigh.
oh oh cavallo- oh oh cavallo
Un verso di una canzone dei Pavement – “I trust you will tell me if I am making a fool of myself” – mi ha sempre preso malissimo.
Capita a tutti di affidarsi a una persona amata per essere presi in castagna in caso ci si facciano troppe idee positive sul futuro.
Direi che la palma dello strazio nella mia classifica personale va a Jacques Brel, “Ne me quitte pas”. Meravigliosa e terribile. La chiusa è talmente disperata da non lasciare scampo.
Ne me quitte pas
Il faut oublier
Tout peut s’oublier
Qui s’enfuit déjà
Oublier le temps
Des malentendus
Et le temps perdu
A savoir comment
Oublier ces heures
Qui tuaient parfois
A coups de pourquoi
Le coeur du bonheure
Ne me quitte pas
Moi je t’offrirai
Des perles de pluie
Venues de pays
Où il ne pleut pas
Je creuserai la terre
Jusqu’après ma mort
Pour couvrir ton corps
D’or et de lumière
Je ferai un domaine
Où l’amour sera roi
Où l’amour sera loi
Où tu seras reine
Ne me quitte pas
Je t’inventerai
Des mots insensés
Que tu comprendras
Je te parlerai
De ces amants-là
Qui ont vue deux fois
Leurs coeurs s’embraser
Je te raconterai
L’histoire de ce roi
Mort de n’avoir pas
Pu te rencontrer
Ne me quitte pas
On a vu souvent
Rejaillir le feu
De l’ancien volcan
Qu’on croyait trop vieux
Il n’est paraît-il
Des terres brûlées
Donnant plus de blé
Qu’un meilleur avril
Et quand vient le soir
Pour qu’un ciel flamboie
Le rouge et le noir
Ne s’épousent-ils pas?
Ne me quitte pas
Je ne vais plus pleurer
Je ne vais plus parler
Je me cacherai là
A te regarder
Danser et sourire
Et à t’écouter
Chanter et puis rire
Laisse-moi devenir
L’ombre de ton ombre
L’ombre de ta main
L’ombre de ton chien
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ve la traduco così veloce:
Non mi lasciare
bisogna dimenticare
si può dimenticare tutto
tutto ciò che già fugge
dimenticare il tempo
dei malintesi
e il tempo perduto
a sapere come
dimenticare queste ore
che uccidevano forse
a colpi di perché
il cuore della felicità
non mi lasciare
Ti offrirò
perle di pioggia
venute da un paese
dove non piove mai
scaverò fino in fondo alla terra
fin dopo la mia morte
per poter coprire il tuo corpo
d’oro e di luce
creerò un regno
dove l’amore sarà re
dove l’amore sarà legge
dove tu sarai regina
Non mi lasciare
Creerò per te
parole senza senso
che tu sola comprenderai
ti parlerò
di quegli amanti là
che hanno visto due volte
i loro cuori infiammarsi
ti racconterò
la storia di quel re
morto per non averti più
potuta reincontrare
non mi lasciare
Si è visto spesso
ridestarsi il fuoco
di quell’antico vulcano
che si credeva troppo vecchio
non sembrava
che terre bruciate
potessero dare più grano
di un miglior aprile
E quando viene sera,
sotto un cielo fiammeggiante
il rosso e il nero
non si uniscono, forse?
Non mi lasciare
Non piangerò più
non dirò più una parola
mi nasconderò là
a guardarti
danzare e sorridere
e a sentirti
cantare e poi ridere
lascia che io diventi
l’ombra della tua ombra
l’ombra della mano
l’ombra del tuo cane
non mi lasciare
non mi lasciare
non mi lasciare
non mi lasciare
Poi, c’è “Summertime” di Gershwin (più melanconica che triste), uno dei miei cult. Consiglio cantata da Ella Fitzgerald o Billie Holiday. O da me, quando la sera prima non ho ecceduto in abbondanti libagioni e sigarette (ahem!;o))))
Summertime
and the livin’ is easy
Fish are jumpin’
and the cottons are high
Oh your Daddy’s rich
and your ma is good lookin’
So hush little baby,
baby don’t you cry
One of these mornings
You’re gonna rise up singin’
Then you’ll spread your wings
And take to the sky
But till that morning
There’s nothin’ can harm you
With your daddy and mammy
mammy standin’ by
Don’t you cry
E sempre di Billie Holiday, (ma è Lewis Allen, stupenda anche cantata da Sting) la dolente “Strange Fruit”:
Southern trees bear
strange fruit,
Blood on the leaves
and blood at the root,
Black bodies swinging
in the southern breeze,
Strange fruit hanging
from the poplar trees.
Pastoral scene of the gallant south,
The bulging eyes
and the twisted mouth,
Scent of magnolias, sweet and fresh,
Then the sudden smell of burning flesh.
Here is fruit
for the crows to pluck,
For the rain to gather,
for the wind to suck,
For the sun to rot,
for the trees to drop,
Here is a strange
and bitter crop.
Segue “Lilì Marleen”, di Norbert Schutz (1915). Celebre per quella cantata da Lale Andersen e da Marlene Dietrich (vi metto la mia traduzione dopo, dovrebbe essere giusta… il mio tedesco è elementare)
Vor der Kaserne
Vor dem großen Tor
Stand eine Laterne
Und steht sie noch davor
So woll’n wir uns da wieder seh’n
Bei der Laterne
wollen wir steh’n:
Wie einst Lili Marleen (2)
Unsere beide Schatten
Sah’n wie einer aus
Daß wir so lieb uns hatten
Das sah man gleich daraus
Und alle Leute soll’n es seh’n
Wenn wir bei der Laterne steh’n
Wie einst Lili Marleen. (2)
Là dove c’è la caserma
davanti al portone
c’era un lampione
e se c’è tutt’ora
allora ci rivedremo
quando staremo accanto a quel lampione
come un tempo, Lilì Marleen
Le nostre ombre s’incontreranno
diventeranno un’ombra sola
perché il nostro amore non è finito
e nessuno avrà niente da ridire
così ognuno starà a guardarci
mentre staremo sotto quel lampione
Poi, la magnifica colonna sonora di “Leaving Las Vegas”, da cui estrapolo Sting:
Angel Eyes
Have you ever had the feeling
That the world’s gone and left you behind
Have you ever had the feeling
That you’re that close to loosing your mind
You look around each corner
Hoping that she’s there
You try to play it cool perhaps
Pretend that you don’t care
But it doesn’t do a bit of good
You got to seek ‘til you find
Or you never unwind
Try to think
That loves not around
Still it’s uncomfortably near
My old heart
Ain’t gainin’ no ground
Because my angel eyes ain’t here
Angel eyes
That old devil sent
They glow unbearebly bright
Need I say
That my love’s misspent
Misspent with angel eyes tonight
So drink up all you people
Order anything you see
Have fun you happy people
You drink and the laugh’s on me
Pardon me
But I “gotta run”
The fact’s uncommonly clear
Gotta find
Who’s now “Number One”
And why my angel eyes ain’t here
Tell me why my angel eyes ain’t here
Excusez-moi my angel eyes ain’t here
Excuse me while I disappear
E “It’s a lonesome old town” (da accompagnare con un bourbon doppio, please)
It’s a lonesome old town
When you’re not around
I’m lonely as I can be
I never knew how much I’d miss you
But now I can plainly see
It’s a lonesome old town
When you’re not around
How I wish you’d come back to me
How I wish you’d come back to me
How I wish you’d come back to me
Lonesome old town
Lonesome, lonesome old town
It’s a lonesome old town
E come non metterci Tom Waits, “Blue Valentine”?
Blue Valentines
She sends me blue valentines
All the way from Philadelphia
To mark the anniversary
Of someone that I used to be
And it feels just like theres
A warrant out for my arrest
Got me checkin in my rearview mirror
And I’m always on the run
Thats why I changed my name
And I didn’t think you’d ever find me here
To send me blue valentines
Like half forgotten dreams
Like a pebble in my shoe
As I walk these streets
And the ghost of your memory
Is the thistle in the kiss
And the burgler that can break a roses neck
It’s the tatooed broken promise
That I hide beneath my sleeve
And I see you every time I turn my back
She sends me blue valentines
Though I try to remain at large
They’re insisting that our love
Must have a eulogy
Why do I save all of this madness
In the nightstand drawer
There to haunt upon my shoulders
Baby I know
I’d be luckier to walk around everywhere I go
With a blind and broken heart
That sleeps beneath my lapel
She sends me my blue valentines
To remind me of my cardinal sin
I can never wash the guilt
Or get these bloodstains off my hands
And it takes a lot of whiskey
To take this nightmares go away
And I cut my bleedin heart out every nite
And I die a little more on each St. Valentines day
Remember that I promised I would
Write you…
These blue valentines
Ma soprattutto “Somewhere” (da West Side Story, è di Leonard Bernstein e Stephen Sondheim) che lui canta in modo straziante…
There’s a place for us
Somewhere a place for us
Peace and quiet and open air
Wait for us
Somewhere
There’s a time for us
Someday a time for us
Time together with time to spare
Time to learn
Time to care
Someday, somewhere
We’ll find a new way of living
We’ll find a way of forgiving
Somewhere
There’s a place for us
A time and a place for us
Hold my hand and we’re half way there
Hold my hand
And I’ll take you there
Somehow
Someday, somewhere
Gli U2, con “The Ground Beneath Her Feet”: quando Bono grida
“Let me love you, let me rescue you
Let me bring you where two roads meet”
All my life, I worshipped her
Her golden voice, her beauty’s beat
How she made us feel
How she made me real
And the ground beneath her feet
And the ground beneath her feet
And now I can’t be sure of anything
Black is white, and cold is heat
For what I worshipped stole my love away
It was the ground beneath her feet
It was the ground beneath her feet
Go lightly down your darkened way
Go lightly underground
I’ll be down there in another day
I won’t rest until you’re found
Let me love you, let me rescue you
Let me bring you where two roads meet
O come back above
Where there is only love
Only love…
My oh my, My oh my
My oh my, My oh my
My oh my, My oh my
My oh my, My oh my
My oh my, My oh my
Let me love you true, let me rescue you
Let me bring you to where two roads meet
Let me love you true, let me rescue you
Let me bring you to where two roads meet
My oh my, My oh my
My oh my, My oh my
Beh, non posso dimenticare neanche la tremenda “Warszawa” di David Bowie, nell’impareggiabile colonna sonora di “Noi, ragazzi dello Zoo di Berlino”. E’da ascoltare, così non dice nulla, ma giuro che è da brivido.
So-lavie di-le-jo
So-lavie di-le-jo
He-li venco -de-ho
Chi-le venco de-ho
Malio
He-libo se-yo-man
He-libo se-yo-man
Malio
Malio
Per gli italiani, a parte Guccini, Fossati, De André, Lauzi (ma Gianluca, e allora la chiusa di “La messa è finita”?) mi viene in mente Tenco… il club dei genovesi/astigiani tristi (Astolfo, quando ascolto “Ma se ghe pensu” cantata dai miei amici Luca e Paolo, ci credi che m’intenerisco anch’io?:o)))))).
“Lontano, Lontano” di Luigi Tenco
Lontano lontano nel tempo
qualche cosa
negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi
i miei occhi che t’amavano tanto
E lontano lontano nel mondo
in un sorriso
sulle labbra di un altro
troverai quella mia timidezza
per cui tu
mi prendevi un po’ in giro
E lontano lontano nel tempo
l’espressione
di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l’aria triste che tu amavi tanto
E lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto
chissà come e perché
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano.
Vedrai, vedrai
Quando la sera
tu ritorni a casa
non ho neanche voglia di parlare
tu non guardarmi
con quella tenerezza
come fossi un bambino
che rimane deluso
Si lo so
che questa
non è certo la vita
che hai sognato un giorno per noi
Vedrai vedrai
vedrai che cambierà
forse non sarà domani
ma un bel giorno cambierà
Vedrai vedrai
che non sei finito sai
non so dirti come e quando
ma vedrai che cambierà
Preferirei sapere che piangi
che mi rimproveri d’averti delusa
e non vederti sempre così dolce
accettare da me
tutto quello che viene
Mi fa disperare
il pensiero di te
e di me che non so darti di più
Vedrai vedrai
vedrai che cambierà
forse non sarà domani
ma un bel giorno cambierà
Vedrai vedrai
che non sei finito sai
non so dirti come e quando
ma vedrai che cambierà…
Anvedichejedi, se ci mettevi anche gli accordi mi stampavo il commento e mi facevo un canzoniere nuovo.
“una sola e poi smetto!”
“è l’ultima volta, giuro”
“ancora!”
Gianluca spaccia roba buona eh!
anvedichejedi, ti ho immaginata che te le cantavi mentre le scrivevi, piangendo a fontana.. se ci scrivo una canzone, vi batto tutti..
Gianmarco, se fai una ricerchina su google trovi tutti gli accordi e senza troppe difficoltà (siti stranieri, mi raccomando: ho trovato persino tutti quelli di Hair, versioni diverse di Broadway incluse…) Sul jazz c’è veramente di tutto, e per una gershwiniana e coltraniana come me, da leccarsi i baffi…:o))))
Spad, sono una tenera dal cuore duro… stai attento!;o))) L’ultima volta che ho pianto è stato al cinema con la scena del matrimonio segreto di “Braveheart” (quasi identica al mio, vero), ma ero rimasta vedova da circa due mesi, quindi avevo tutte le attenuanti del caso. Era il lontano 1996… sei avvertito!
Scrivila, che aspettiiiiiiiii???????:o))))))))
“Vigilia di Natale, un giorno come gli altri una tazza di latte caldo e nessun regalo da scartare.
Auguri professore e felice anno nuovo, d’un tratto un indecifrabile imbarazzo colmava i suoi occhi[…] Gli addobbi per le strade i presepi viventi,d’un tratto un senso di sconforto misto a frustazione, colmava i suoi occhi.
Ed avrebbe voluto trovare al suo fianco una compagna premurosa ed amabile, ed avrebbe voluto sentire il calore di un altro corpo sotto le coperte…”
Carmen Consoli “Moderato in Re minore”
can it be that it was all so simple then?
or has time re-written every line?
if we had the chance to do it all again
tell me, would we? could we?
eh.
I’m not living
I’m just killing time
Your tiny hands
Your crazy kitten smile
Just, don’t leave
Don’t leave
Anvedi, cavolo.. vabbè.. il film per cui ho pianto di più è stato “L’incompreso”.. credo che Comencini sia da arrestare per vilipendio al macho..
If prostitution is the rental of the body than marriage is the sale.
Last night I dreamt
That somebody loved me
No hope, but no harm
Just another false alarm
Last night I felt
real arms around me
No hope, no harm
Just another false alarm
So, tell me how long
Before the last one ?
And tell me how long
Before the right one ?
The story is old – I KNOW
But it goes on
The story is old – I KNOW
But it goes on
Oh, GOES ON
And on
Oh, goes on
And on
Chissà qual era la colonna sonora d'”Incompreso”…:o((((((
… ci sono certi film studiati sadicamente a tavolino per far piangere, vere operazioni di marketing. Quello era una delle tante (e Love Story? … ARGH!!!)
A proposito di grande tristezza: è un OT, ma oggi a Roma gli universitari sono scesi in piazza e la Santanché ha mostrato loro il dito medio.
http://www.repubblica.it
… Noi cosa potremmo mostrarle?:o)))))
Sì, però il verso di Jovanotti rima con:
“Sei innamorato?” “Credo.”
Insomma, non è che neanche lui, quando ha scritto il testo, fosse poi così entusiasta.
“E poi cos’è successo?”
“RICOMINCIAAAAAAMOOOOOOOOO!”
Bella, ché tuo marito n’è superbo
Forse, forse tu vuoi che io ci sia
e aspetti di avere un lampo di follia
ma già le luci sfumano nell’ombra…
Paolo Conte – Dal loggione
Ricordiamo che nel “Sapore di mare” precedente Gianni trascura la fidanzata Selvaggia per la matura Virna Lisi.
potrei andare avanti all’infinito, maledizione!
“creep” dei radiohead, tutta, dall’inizio alla fine…
“When you were here before
Couldn’t look you in the eye
You’re just like an angel
Your skin makes me cry
You float like a feather
In a beautiful world
And I wish I was special
You’re so fuckin’ special
But I’m a creep, I’m a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don’t belong here.
I don’t care if it hurts
I want to have control
I want a perfect body
I want a perfect soul
I want you to notice
When I’m not around
You’re so fuckin’ special
I wish I was special
But I’m a creep, I’m a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don’t belong here.
She’s running out again,
She’s running out
She’s run run run running out…
Whatever makes you happy
Whatever you want
You’re so fuckin’ special
I wish I was special…
But I’m a creep, I’m a weirdo,
What the hell am I doing here?
I don’t belong here.
I don’t belong here.”
terrificante!
Oltre ai già citati “Ultimo Amore” di Capossela, straziante dal primo all’ultimo verso e i Radiohead di “creep” devo segnalare anche “The Last Kiss” dei Pearl jam, che riporto per chi vuole angosciarsi in compagnia:
Oh where, oh where, can my baby be?
The Lord took her away from me
She’s gone to heaven, so I got to be good
So I can see my baby when I leave this world
We were out on a date in my daddy’s car
We hadn’t driven very far
Up in the road, straight ahead
A car was stalled, the engine was dead
I couldn’t stop, so I swerved to the right
I’ll never forget the sound that night
The screamin’ tires, the bustin’ glass
The painful scream that I heard last
Oh where, oh where, can my baby be?
The Lord took her away from me
She’s gone to heaven, so I got to be good
So I can see my baby when I leave this world
When I woke up, the rain was pourin’ down
There were people standing all around
Something warm rollin’ through my eyes
But somehow I found my baby that night
I lifted her head, she looked at me and said
“Hold me darling for a little while”
I held her close, I kissed her, our last kiss
I found the love that I knew I would miss
But now she’s gone, even though I hold her tight
I lost my love, my life that night
Oh where, oh where, can my baby be?
The Lord took her away from me
She’s gone to heaven, so I got to be good
So I can see my baby when I leave this world
ora scusate vado a piangere in un angolo buio