Abbiamo un mare di figli da pulirgli il culo

Questa è cattiveria gratuita: trovare un articolo che conforti le tesi esposte in uno dei tuoi interventi scritti, così, un po’ per vedere l’effetto che fa, e un po’ per spartire equamente una mole di insulti che un uomo solo non può reggere. Tratto dalla rubrica “Cara donna Guia” del Foglio del 15 ottobre scorso (qui in formato Pdf):

Ho una nuova scena preferita di “Desperate Housewives”. Ha raggiunto in cima alla classifica quella della seconda puntata (seconda serie) in cui Lynette saluta il topo morto nel bidone della spazzatura (chi ha visto capirà, gli altri pazienza). La mia nuova scena di culto vede Lynette, tornata al lavoro mentre il marito si è assunto il ruolo di mammo, chiedere alla sua capa di arrivare un’ora più tardi perché uno dei bambini vuole essere accompagnato dalla mamma al primo giorno di scuola (giustamente, non si fida dell’improvvisato mammo). La capa le chiede perché dovrebbe concederle il permesso. Lynette dice “Perché non possiamo prescindere dal fatto che ho dei figli”. Ed è a quel punto, contestando le esigenze delle madri e il loro cazzo di senso di superiorità rispetto a quegli inutili meccanismi riproduttivi che sono le femmine senza figli, che la capa di Lynette diventa il mio idolo: “E che dire delle esigenze di chi i figli non ce li ha? Di chi magari vorrebbe andare a farsi un massaggio. O dormire fino a tardi dopo una notte brava. Chi magari vorrebbe andare dal parrucchiere, cosa che io non riesco a fare da due mesi”. Oh. Finalmente. Avete voluto i figli? Ora state a casa ad accudirli. Cos’è ’sta smania? Volete realizzarvi come professioniste?

(Guia Soncini, “Il Foglio“, 15/10/2005)

(To be continued). Va da sé che qui, oltre alla passione per le casalinghe disperate, si condividono anche gli spazi tra una parola e l’altra.

(Visited 512 times, 1 visits today)

50 Commenti

  1. Neri, la nostra passione sconfinata per la Guia ha lo stesso valore di quella per Scalfarotto. Nella blogemisfera lei è una regina. Fuori purtroppo non se la fila nessuno..

  2. Diceva la stessa cosa Carrie Bradshaw qualche giorno fa, dev’essere un tema dominante nei telefilm americani con protagoniste quattro donne. D’accordo con tutte e due ovviamente.

  3. Spero che i miei figli e i figli di chi come me ne ha fatti non debbano pagare i contributi per il mantenmento degli ospizi di chi ha considerato un disturbo la riproduzione altrui.

  4. Ironia a parte, mi sembra di capire che qui viene proposto (e da altri corroborato) un sistema di scelte e valori giudicati non “buoni” in quanto tali o apparenti tali relativamente all’idea di una visione sociale diciamo sinottica, ma semplicemente in virtù del fatto che difendono la propria categoria.
    Un po’ come il partito degli automobilisti, insomma – “Ma cosa vogliono adesso questi pedoni dell’ostia? Evitare il traffico e pure la possibilità di essere investiti? Ma si prendano le loro responsabilità, si prendano!”.

    (Qualcuno potrebbe aggiungere: è come quelli che votano Scalfarotto perché anche loro hanno quarant’anni e vorrebbero contare di più senza doversi trasferire in un altro paese per far carriera.
    Ecco, non è proprio così, però insomma, quasi).

  5. Va tutto bene. Ma confrontare il sacrificio di avere dei figli a accudirli con responsabilita’ con la voglia di farsi fare un massaggio, non solo e’ segno di una scala morale di valori che, per dirla con un eufemismo, non condivido. Ma anche, e soprattutto, vuol dire non averne mai avuti, di figli.

  6. annalisa, i contributi ognuno se li paga. che poi gli enti previdenziali siano allo sfascio per gestioni allegre e sconsiderate,… è un altro discorso.

  7. Cosa ti avevo detto? Ma tu niente, testardo, sempre lì a dare delle chance al suffragio universale, ai conversatori internet, alla possibilità che esista dio e che l’umanità abbia il senso dell’umorismo. Te l’avevo detto, che si finiva a “dietro la cacca di un bambino c’è la vita”. Ma tu cocciuto. Quanto a chi si nasconde dietro Scalfarotto, emblema di un mondo migliore, perché in Italia non ho fatto carriera perché qui solo i raccomandati (tipo: fai la sceneggiatrice solo se tua madre fa la regista e il tuo patrigno il produttore) ma in America, ah, lì sì che gliel’avrei fatta vedere io, a quest’ora sarei come minimo vp di Hbo e romanziere da milioni di copie pubblicato da Knopf e, perché no, un bel Grammy non me lo leverebbe nessuno, perché un chitarrista come me solo in questo paese di cinquantenni che non ci lasciano spazio può passare inosservato – ecco, quanto a questi geni incompresi, adorerei discuterne, ma purtroppo si è fatto tardi.

  8. Solo per puntualizzare: era – genericamente e a grandissime spanne – proprio la tendenza-Scalfarotto che intendevo assimilare all’atteggiamento individualista. Altro che nascondermici dietro.
    Quanto al resto, ovviamente non mi abbasso.

  9. Ah. Era una provocazione! E io che l’avevo presa sul serio! Scusatemi, dottori, ma quando si impara a cambiare i pannolini si perde il senso dell’umorismo!

  10. …e come sempre c’è chi fa cadere il tutto in un dialogo (tendente al) volgare (non intendo scurrile) e violento.
    Sembra a me o sono sempre quelli del partito “io ho preferito (dovuto preferire, preferito dovere, mettetela come volete) la carriera”? (domanda innocente, scusatemi essendo un povero campagnolo magari offendo qualcuno)…
    Rimane il fatto che scegliere – tra tutto il bordello mediatico – di citare un paragone tra i bambini e un massaggio (o il tirar tardi o bla bla) sinceramente è solo confusione (masturbazione reciproca con chi è d’accordo e illividimento di chi dissente).
    E’ un giudizio? Sì. Dato da uno che trova umorismo in Palaniuk, Hollebecq, ecc. ecc. quindi non proprio un teocon, diciamo.

  11. E invece Scalfarotto è un’unità di misura eccome.
    Trattasi di fenomeno che nella blogemisfera passa per grande figata, e che poi nessuno conosce a livello di massa.
    In altri tempi si direbbe fenomeno elitario radical-chic.
    F.

  12. Su con la vita Soncini, forse un giorno troverai anche tu un esemplare maschio disposto e in grado di ingravidarti. Non disperare, hai ancora un paio d’annetti almeno prima della menopausa.

  13. Mah, a me sembrano solo commenti di poveretti stressati e inaciditi (Guja compresa). Tipico di una donna che non riesce a intessere uno straccio di relazione decente e di conseguenza a fare dei figli, scaricare il suo livore su chi ce l’ha fatta. Io non ho figli, non ne ho voluti per ora e ho scelto la carriera, ma ho un sacco di rispetto per chi ha fatto una scelta spesso molto più complicata, impegnativa e importante della mia. E questo non significa che le madri possano non essere utili alla società in altri modi oltre a quello di macchine della procreazione!

  14. Gianluca: solo perché una volta hai caricato una lavastoviglie e lavato i piatti che non ci stavano dentro e ospitato sette persone a cena pensi veramente di capire cosa devono affrontare le donne che lavorano e stanno dietro alla loro casa e ai figli?

    E poi scusa, ma da quando i figli sono uguali a farsi un massaggio o andare dal parrucchiere?
    Non si tratta di entrare un’ora dopo per se stesse ma perché i bambini hanno LORO bisogno di te, mentre il tuo parrucchiere o la tua massaggiatrice mica piangono a non vederti.

    Scusa ma la tua mi sembra solo acredine per la situazione che hai vissuto in privato.

  15. Hi hi hi. Io avevo 38 anni quando è nata mia figlia, capisco gli argomenti (ironici) di Gianluca. Per il resto, vi aspetto al varco con un pannolino in mano, tutti quanti.

  16. Dopo che hai detto di aver fatto la dichiarazione di voto senza aver votato solo per provocare i commentatori, io non ti commento più :-P

  17. È proprio obbligatoria ‘sta storia del pannolino, cioè siamo ancora lì? Se non ti riproduci sei un fallito e ti sfugge il senso dell’esistenza? Ancora lì stiamo? Vado a farmi fare un massaggio.

  18. Ironia no, eh?:o(((((( E’una dannata fiction!!!FICTION!!! Dai, ma davvero ve la siete presa?
    Allora non lo sapete QUANTE mie amiche (ottime madri) hanno voglia di farsi fare dei bei massaggi, sì, pure di una notte brava (non necessariamente col marito, anche le più cattoliche) o di andare dal parrucchiere un po’ + spesso di quanto non possano: non si vive mica di soli pargoli, diamine!!!…

    Non ci posso credere… Non penserete mica sul serio che DH, e il Neri con lui (a proposito, l’ho visto per la prima volta la settimana scorsa -DH, non il Neri-: ho riso assai spesso e volentieri, ebbene sì, sono una cinica!) sia “sintomatico dell’esecrabile decadenza morale che caratterizza oggidì la nostra società”? O poffarbacco!

    Mi sembrate un po’come questa tizia, tale Paola, che ha scritto a cc lo scorso aprile: http://www.cameracafe.it/verbali.jsp?pag=2. Da incubo. E il bello è che era convinta della bontà di ciò che scriveva.

    Il prossimo passo, quale sarà? Roghi in piazza per le serie incriminate? Ma sì, mettiamo nel mucchio pure “Pets” di Mtv (troppe parolacce, poi i bambini fanno cose sconce coi peluches), magari anche cc perché “maltrattano i dipendenti e le bestie”, o che so, “The Shield” perché le forze dell’ordine non sono come il Maresciallo Rocca, la Squadra o la Marcuzzi (!) in Carabinieri (!!!). DI ACCA E’UNA CACCA, RUINA A CHI IRONIZZA SULLE MAMME!!! Anzi, no: Ruini! (Su Marte: De Collibus, ‘ndo stai?) Anatema!!! Donne, da oggi solo casa, letto e chiesa. O come si dice da noi, “Che la piasa, la tasa, e la staga a casa!” Ma per favore…

    Guardate, la vita assomiglia a DH molto più di quanto non immaginiate: dissacrare alcuni dei miti più retorici (l’essere genitori in primis) non è solo un ottimo esercizio di umorismo, ma aiuta a vivere meglio e a sopportare l’inevitabile, acre pesantezza quotidiana. Il tempo perso dietro al tourbillon che caratterizza ogni giornata di un padre o madre medi. Se per voi non è così, significa che vi state perdendo di vista davvero qualcosa, presi come siete dal vostro venerando compito.

    Non pensiate che possa permettermi di dirlo dal pulpito della mia esperienza di non aver avuto figli: ci sono passata anch’io, e ho vissuto la corvée al completo. Nel bene e nel male, come la maggior parte di voi. Semplicemente, loro non erano miei, ma fu come se lo fossero. E la ricordo, ora che sono grandi, come uno dei periodi più divertenti della mia vita. Loro, idem. Quando (all’epoca, avevano 5 e 10 anni) uscii dalla doccia per la prima volta e mi videro le tette, chiesero: “Ma sono tue o è tutto silicone? Possiamo toccarle?” (“Tutte mie, fate pure!”) fu una scena stupenda, garantisco. Con il mio compagno ci facemmo una delle risate più gustose della nostra vita (almeno quanto quella di quando la grande chiese poi, candidamente: “Papà, la tua auto ha l’aids, vero?” Intendendo l’abs, of course)

    Un consiglio non richiesto: cercate di sorridere un po’ più del vostro mestiere di genitori e di non essere così dannatamente suscettibili, please. So che dicendolo mi attirerò gli strali di molti, ma pensate a tutte le volte in cui una battuta geniale dei vostri figli vi ha dato il senso intero di una vita, o di una giornata pessima, facendovele vedere con occhi diversi e animo un po’meno inacidito. Capirete allora, forse, cosa intendevano davvero la Guia, Gianluca e DH. E forse, ne riderete pure voi, chissà…

  19. Ma qual è il filo logico che lega i due post? Hai mangiato-barra-scopato, hai voluto i piatti-barra-pannolini sporchi, quindi adesso pedala? Uh, niente di diverso dal “cazzi tuoi” detto e/o solo pensato in milioni di uffici, roba che diventa provocazione finto-originale da solletico ai gomiti solo perché pubblicata su un giornale. E’ lo stesso meccanismo che ha portato i leghisti in Parlamento. Trattasi di roboanti peti fatti fuori dalle mure domestiche. Segue ohhh di approvazione-barra-sconcerto generale. (Per inciso: le nutrici necessitano pure loro di aperitivi, parrucchiere, massaggi e notti brave).

  20. Ma Guia Soncini chi? Quella che a Otto e mezzo ha detto che nelle discoteche si drogano tutti perchè la musica che mettono è impossibile da ascoltare se non sei drogato?

    Ah, ok, scusate, devo andare a fare un massaggio.

  21. FATE UNA BUONA AZIONE :
    mi sono stufato di seguire i vari serial,tanto poi alla fine su imdb etc. ne raggruppano le battute(quotes) migliori , ma con macchianera, macchiaradio e altri blog che sono così fissati non riesco a non togliermi la curiosità di sapere cosa avverra poi.
    Qualcuno potrebbe farmi un veloce spoiler riassuntivo di (a scelta, ma volendo anche più di uno tra) :
    LOST (mi sono fermato alla stagione 2 episodio 2)
    DESPERATE H. (stagione 2 episodio 1)
    WEEDS (episodio 4)
    Ringrazio anticipatamente gli eventuali caritatevoli, cercherò di ricambiare.
    p.s. mandiamo il Neri con K.Moss e L.Elkann a disintossicarsi.

  22. Premesso che:
    1) a me DH piace tantissimo
    2) a me CC piace abbastanza
    3) a me Guia Soncini non piace affatto, soprattutto per lo stile che ha di scrivere, che dovrebbe far ridere ma invece scimmiotta solo chi sa scrivere veramente ….

    l’intervento di Paola sul sito di CC non mi sembra affatto fuori luogo. CC e DH sono programmi per adulti e non per bambini che cmq non ne apprezzerebbero l’ironia e non coglierebbero il lato grottesco ma la prenderebbero come una pura imitazione della realtà.

  23. Premesso che:
    1) a me DH piace tantissimo
    2) a me CC piace abbastanza
    3) a me Guia Soncini non piace affatto, soprattutto per lo stile che ha di scrivere, che dovrebbe far ridere ma invece scimmiotta solo chi sa scrivere veramente ….

    l’intervento di Paola sul sito di CC non mi sembra affatto fuori luogo. CC e DH sono programmi per adulti e non per bambini che cmq non ne apprezzerebbero l’ironia e non coglierebbero il lato grottesco ma la prenderebbero come una pura imitazione della realtà.

  24. QP, chi semina vento, che sia per professione o altro, di solito si ritrova solo.
    E comunque io, come vedi, ho tirato dritto che più dritto non si può.

  25. Lo stile della Soncini è lo stesso di chi cerca di fare ironia, non molto capita, su altri giornali. Concordo sul fatto che c’è chi scrive meglio di lei… ma c’è anche chi scrive molto peggio e ha la prima pagina garantita, con la ferma convinzione di essere ironico, bravo e provocatorio, mentre è solo autoreferenziale (Massimo Fini, ad esempio, che personalmente m’irrita non poco).

    CC è la sit-com più fumettistica e ben realizzata che esista oggi in Italia: non a caso, è di derivazione francese. Esattamente come un cartoon della Warner, “I Simpsons”, i robot giapponesi o una qualunque finzione aggressiva (dai film di guerra ai polizieschi, al wrestling) non è per bambini che i genitori scemi parcheggino DA SOLI davanti alla tv, reprimendo poi ogni loro manifestazione di aggressività al minimo insorgere. Che si leggano quello che scrisse Eco sull’utilità di giocare alla guerra e di giocare a farsi male, e crescano figli un po’meno nevrotizzati.

    Mi sembra di risentire l’ispirato deputato del Pci Silverio Corvisieri, quando nel 1979 presentò una mozione in Parlamento (!!!) contro la programmazione di Atlas Ufo Robot – ce l’ho ancora, avevo 13 anni allora! – perché “era violento”: motivo? Un bambino, neanche tanto piccino, si gettò giù dal frigo gridando “lame rotanti” e fracassandosi il naso. Di chi è la colpa, in questo caso?
    Di Actarus o di sua madre, hmh?

    Ovviamente, a Paola ho risposto, cmq, è qui: http://www.cameracafe.it/verbale.jsp?pid=73353&pag=11. Ma è evidente che se sottoscrivi il suo punto di vista, tu e io non andremo mai d’accordo.

    Censurare e fare i moralisti da strapazzo è infinitamente più pericoloso e meno utile del guardare facendo esercizio di critica e comprensione. I bambini potrebbero imparare moltissimo da cc, (ma anche dal wrestling, o dalla playstation, che so…) divertendosi pure un sacco, se solo i genitori avessero la pazienza e il tempo per insegnarglielo… ma si sa, è molto più comodo usare la tv come baby-sitter. E pensare che solo gli adulti possano guardare certe trasmissioni.

  26. Anvedichejedi, potrei capire il tuo punto di vista se vivessimo in un mondo ideale dove i genitori stanno a casa con i figli, li consigliano, li guidano.
    In una società come la nostra, dove i genitori sono COSTRETTI a lavorare tutti e due e dove il tempo da passare con i figli è oggettivamente poco, no.
    A me i Simpson piacciono,e anche tanto. Forse li vedrei insieme a mio figlio, se avessi un figlio e soprattutto se avessi tempo per vedere la Tv con lui.
    Dato che nella ns società i bambini sono davanti alla Tv senza che nessuno gliela spieghi (per i motivi che ti ho scritto sopra), questo non si puo’ fare. Semplice. Non è buonismo, è solo una constatazione della realtà.

  27. Volete farvi un massaggio? Farvi la pedicure? Dormire fino a tardi? Fatelo. Non avete figli da allevare. Non c’è nessuno che vi svegli nel cuore della notte perché ha mal di pancia. Se avete le occhiaie, è solo perché state fuori fino all’alba. Andte a farvi un massaggio quando non siete al lavoro. Rotolatevi nel vostro sterile sarcasmo, mentre vi fate un milione di maschere al cetriolo.

    Fra quarant’anni ci rivediamo. Scommetto che vi girerà diversamente, o oltranziste della non-maternità.

  28. OnlyTheTruth, ci sono delle eccezioni. Due mie amiche a capo delle rispettive aziende di famiglia hanno assunto una tata a testa prima ancora di partorire. La verità è che stare con i bambini è anche una gran rottura di coglioni ma guai a dirlo.

  29. Mi sembra che il tema generale trattato sia importante, soprattutto per chi fequenta blog, spesso giovane e/o rampante espressione della new economy o del suo indotto, che si appassiona alle storie di Friends single, di sesso in the city e del fatto che dopo una certa età essere single o senza figli fa sfigato e quindi meglio desperate housewives, e che viene preso in giro (con tenerezza) nei film di fabio volo.
    Intervengo per dire una cosa, con de premesse: 1) che qualcosa letto da queste parti mi ha fatto venire in mente che, in ritardo per portare a scuola mio figlio, stamattina ho lasciato a mia moglie il pietoso spettacolo dei miei capelli sul lavandino (d’altra parte anche a lei capita di lasciare peli sulla vasca quando si depila) 2) che un problema è fra noi, se scatta subito la scintilla quando si mette a confronto chi preferisce i figli e chi la carriera (o magari la vita da mantenuta, ardua da mantenere oltre una certa età, senza figli). Ci sono temi mal digeriti, mal dibattuti, complessi striscianti, sensi di colpa di chi lavora come frustrazioni di chi non lavora, insomma, sono tutti scontenti (dovrei riferirmi soprattutto all’universo femminile?) Io, da maschio, non ho mai capito perché la rivendicazione femminile si sia fermata al lavoro e non al conciliare il lavoro con la casa. Mi sa tanto che questo venisse comodo a un meccanismo che ci beneficia se siamo produttori e consumatori, quindi vuole anche i figli, ma non gliene frega niente se poi li accudiamo, anzi: se sono insoddisfatti tanto meglio, consumano di più anche loro. Insomma, mi sembra inutile starsi a pestare i piedi fra chi ha fatto scelte diverse, quando il problema è la società. Ha ragione Guia Soncini a incensare la capa di Lynette, ovvero il discorso per cui la società dei consumi è quella vincente e quindi va accettata senza fare discorsi veteromarxisti (rimando tutti alla mia poesia “ascolta/ non mente/ è vetero e inconcludente”, che non ho però ancora pubblicato): è perfettamente in linea con le idee del direttore del Foglio, col vitalismo da neodannunzianesimo che dopo l’89 è tornato a serpeggiare in Italia, e che pure ha la paradossale conseguenza di portare Guia a un discorso contrario al fare i figli mentre Ferrara si batte perché ne facciano anche quelli che non vorrebbero. Però, cavolo, abbiamo anche un cervello (secondo me, un’ipertrofia con molti difetti, a cui però non possiamo che essere affezionati) e al vitalismo della natura possiamo contrapporre i nostri sentimenti, anche quando sono contrari al nostro apparente interesse, anche quando fare figli significa essere scartati dal mercato. Per questo, sappiamo che chi fa figli è svantaggiato sul lavoro (se non c’è un sindacato forte a difenderlo, come avviene sempre più spesso), ma (ecco, volevo solo dire questo) mi sembra bello che ci sia qualcuno che in maniera del tutto anacronistica e controcorrente (senza timore del ridicolo) chiede al suo capo che l’azienda faccia un sacrificio (perché di soldi si sta pur sempre parlando) perché lei ha da seguire anche un figlio, e non solo il lavoro. Mi sembra bello, tutto qua.

  30. Oltranziste della non-maternità?
    Guarda che anche andare alle cene insieme alle famiglie del Mulino Bianco e essere sempre additata come l’aliena o la prostituta alla fine stanca, garantisco. Io non mi sognerei mai di dire che il mio stile di vita da zitella sfigata debba prevalere a rischio di estinzione della specie o che sia semplicemente migliore di quello della mia amica Maria di Nazareth ma non deve nemmeno avvenire il contrario.

  31. Barynia, hai detto la parola magica … “a capo dell’azienda di famiglia”. E due impiegati che la tata non se la possono permettere?
    Non so onestamente se sia piu’ una rottura di coglioni badare ai figli oppure passare 8 ore in ufficio a fare un lavoro di cui non te ne frega niente per due soldi …

  32. oh io le avrei risposto semplicemente: “i diritti di chi si vuole andare a fare un messaggio vengono dopo quelli di un bambino che da grande gli pagherà la pensione.”
    Così, eh… solo perché son mamma e perché siamo in Italia…
    Commento autodistruggente, dura fino all’esistenza del sistema pensionistico in questo paese.

    Ma davvero pensate che i figli servano solo a pagare i contributi pensionistici? Ma non ci sarà qualche altro motivo per cui sono utili?

  33. Infatti mi sono riferita ad eccezioni, due persone che, VOLENDO, tempo per i figli potrebbero ricavarselo. Da quando gliel’ho detto m’invitano di meno, non capisco.

  34. Gli amici sono amici a prescindere dalle tue scelte e le donne capo sono donne capo anche se sono tua sorella con cui da piccola hai condiviso pure la carta igienica.
    Non sono le scelte a dover essere difese o messe sotto accusa, ma la il senso della misura e la sensibilità di chi le scelte le ha fatte e di chi in una qualche forma ne viene coinvolto.
    Esistono donne che a tutt’oggi fanno della loro maternità un’icona di santità in grado di assolverle da qualsiasi loro eventuale peccato e donne che hanno figli come da sempre sono esistiti i figli e i genitori.
    Personalmente mi regolo come segue, dico in ufficio che sono a casa perché la bambina è malata e vado dal parrucchiere.
    Mi pare un buon compromesso tra maternità e femminilità.

  35. il commento è azzeccato, guai a chi non acciuffa l’ironia.

    guia mi fa ridere, è come se avesse sempre la SPM.

    (piuttosto misogino da dire, ma ho l’attenuante di un attuale stato di SPM)

  36. Mh, ho capito. In ogni caso ci sono poche cose insopportabili quanto un’imprenditrice pescecane in azienda (soprattutto con le sue simili) e lamentosa a tavola.

  37. Only… io invece conosco tanti genitori che hanno figli (la maggior parte dei miei amici e coetanei, con tantissime soddisfazioni), possiedono il tempo per guardare la tv assieme loro la sera (sebbene lavorino, e non poco: oltretutto cc non è a metà pomeriggio, ma ad un orario pre-cena) ma ci rinunciano, semplicemente. Perché, come giustamente dice Barynia, i figli (per quanto desideratissimi, coccolati, ecc… ecc…) rompono pure. E questo non li rende certo genitori degeneri: non generalizziamo. A volte, certe scelte son di comodo e non coatte. E affermarlo non è certo scandaloso, ma vero. Esattamente com’è vero che alcuni non possono proprio, invece.

    Giulia, caschi proprio male: ho fatto esattamente tutto ciò che hai fatto tu (v. il mio post sopra), ma ti risparmio le notti insonni vegliate al lume non del rancore, ma del vomitino influenzale, della colitina, dell’incubo o della tosse: preferisco ricordare quelle in cui leggevo loro le fiabe di Gianni Rodari, e scusa tanto. Però, a differenza tua, non mi sento affatto un’eroina martire e non mi ergo su un pulpito tronfio.

    Lo dovevo fare, punto e basta: per la patrien e per il re. It was my duty, e fu una gran bell’esperienza, per quanto vampirizzanti fossero i due pargoli, assieme al loro genitore (il terzo, in pratica). Del resto, le creature sante le chiudevamo fuori dalla porta? Ma se non ci riuscivamo neppure quando volevamo trombare, esattamente come la famiglia media italiana!!! Ovvìa!!!

    La maternità è una scelta responsabile, non una vocazione naturale e scontata per ogni donna. E mi sembra curioso che proprio molte donne se ne dimentichino. Conosco davvero pessime madri, i cui figli furono fatti solo perché era giunto il momento (?) di farli, o per insistenza del marito/compagno (!), o peggio ancora dei nonni (!!!), il che ha reso profondamente infelici tutti loro. NON le assumerei propriamente a modello di specchiate virtù, per il solo fatto di essere tali.

    Tu non hai alcun diritto né titolo per disprezzare, in quello che appare invece come il TUO bieco oltranzismo, chi non l’ha voluta o potuta sperimentare: i motivi possono essere infiniti, (anche di chi, che so, scelse di non portare a termine una gravidanza: ma scherziamo?) e TUTTI, TUTTI meritano pari rispetto, perdiana!

    Ho un’amica meravigliosa che è stata costretta a non farne, suo malgrado, sennò moriva. Un calvario… Pur volendolo moltissimo. E a me, sarebbe piaciuto pure farne uno con il mio compagno (come avrebbe voluto tanto lui): volemmo attendere giusto un pochino, ma lui purtroppo mi fece lo scherzetto di andarsene prematuramente. E non trovai, dopo lui, nessun altro col quale ne sarebbe valsa la pena. Eeeeh, noi oltranziste… sai com’è!!! Non per questo, però, lei ed io ci sentiamo delle minus habens, sia chiaro. Non era destino. Tutto qui.

    Anche in base a ciò, non permetto a nessuno e men che meno a te, di darmi dell’oltranzista, visti i presupposti. E dato che io non mi sono mai permessa di disprezzare il TUO mestiere di madre. Non è il mio, stop.

    Ma quel che mi aggrada meno, perdona, è la tua minacciosa chiusa, che trovo piena di livore e vagamente ricattatoria: ci rivedremo fra quarant’anni. Come a dire: quando saremo vecchie e in difficoltà, NOI Cornelie madri dei Gracchi potremo sempre contare sull’assistenza e la presenza dei ns. assidui figliuoli. Voi zitellacce sole, ingrifate e sterili, no.

    Spero sinceramente di avere frainteso l’interpretazione autentica della tua frase. In caso contrario: sì, ci rivedremo fra quarant’anni, Darling: non vedo l’ora. Quando tu, come la peggiore delle yiddishe mame, non avrai ancora smesso di rinfacciare al tuo figlio sessantenne o cinquantenne il fatto di averlo avesso al mondo come fondamento delle tue future (immagino, assai numerose) recriminazioni. E io mi godrò la mia beata e ricca solitudine, allietata da sporadiche visite dei miei amati figliocci e pronipotocci.
    Good luck!

    Come dice Moni Ovadia: “Di mamma ce n’è una. Baruch Ha’ashem!” (Grazie al cielo!)

  38. Beh, la mia scena preferita è quella in cui Lynette fa a botte con la mamma politicamente corretta che vuole cambiare il finale a Cappuccetto Rosso (testato personalmente: succede davvero, solo che io non ho avuto il coraggio di picchiarla e dopo DH son qui che mi batto il petto dal pentimento). Se dico che ce n’è per tutti i gusti, in DH, sono troppo salomonica?
    (che in effetti, da appartenente alla categoria: la retorica della maternità è quanto di più insopportabile possa esistere, giuro)

I commenti sono bloccati.