Questa è cattiveria gratuita: trovare un articolo che conforti le tesi esposte in uno dei tuoi interventi scritti, così, un po’ per vedere l’effetto che fa, e un po’ per spartire equamente una mole di insulti che un uomo solo non può reggere. Tratto dalla rubrica “Cara donna Guia” del Foglio del 15 ottobre scorso (qui in formato Pdf):
Ho una nuova scena preferita di “Desperate Housewives”. Ha raggiunto in cima alla classifica quella della seconda puntata (seconda serie) in cui Lynette saluta il topo morto nel bidone della spazzatura (chi ha visto capirà, gli altri pazienza). La mia nuova scena di culto vede Lynette, tornata al lavoro mentre il marito si è assunto il ruolo di mammo, chiedere alla sua capa di arrivare un’ora più tardi perché uno dei bambini vuole essere accompagnato dalla mamma al primo giorno di scuola (giustamente, non si fida dell’improvvisato mammo). La capa le chiede perché dovrebbe concederle il permesso. Lynette dice “Perché non possiamo prescindere dal fatto che ho dei figli”. Ed è a quel punto, contestando le esigenze delle madri e il loro cazzo di senso di superiorità rispetto a quegli inutili meccanismi riproduttivi che sono le femmine senza figli, che la capa di Lynette diventa il mio idolo: “E che dire delle esigenze di chi i figli non ce li ha? Di chi magari vorrebbe andare a farsi un massaggio. O dormire fino a tardi dopo una notte brava. Chi magari vorrebbe andare dal parrucchiere, cosa che io non riesco a fare da due mesi”. Oh. Finalmente. Avete voluto i figli? Ora state a casa ad accudirli. Cos’è ’sta smania? Volete realizzarvi come professioniste?
(Guia Soncini, “Il Foglio“, 15/10/2005)
(To be continued). Va da sé che qui, oltre alla passione per le casalinghe disperate, si condividono anche gli spazi tra una parola e l’altra.
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Beh, la mia scena preferita è quella in cui Lynette fa a botte con la mamma politicamente corretta che vuole cambiare il finale a Cappuccetto Rosso (testato personalmente: succede davvero, solo che io non ho avuto il coraggio di picchiarla e dopo DH son qui che mi batto il petto dal pentimento). Se dico che ce n’è per tutti i gusti, in DH, sono troppo salomonica?
(che in effetti, da appartenente alla categoria: la retorica della maternità è quanto di più insopportabile possa esistere, giuro)
Errata corrige: dove ho scritto “avesso” intendevo ovviamente “messo”, sorry. E’la foga.
Vis, adoro il tuo stile: hai classe anche quando fai bigino con l’agenzia recupero crediti! Chapeau. Spero tua figlia ti sia degna seguace… :o)))))
Sul fatto che i figli siano utili a qualcosa, direi che leggendo quanto finora scritto, risponderei: “Sì, a toglierci macigni dalle scarpe”. Ma una volta, non li si faceva prima di tutto per amore? O sono rimasta la solita vecchia idealista rincoglionita che crede ancora a questo, e alla fatina dei dentini?
:o((((
mi piace che le donne si siano momentaneamente ‘impossessate’ di questo blog
Io mi sono convertita al cartone animato giapponese quando la mia amica pedagoga mi ha spiegato che l’importante per i bambini è che il ruolo del buono e quello del cattivo siano ben definiti.
Non riuscivo ad ammazzare il lupo in cappuccetto rosso e non potevo proprio fargli riempire la pancia di sassi nella fiaba del lupo e dei sette capretti. Che poi mia figlia voleva sapere perché se il capretto lo mettiamo sulla nostra tavola siamo buoni, se invece è il lupo a mangiar capretto finisce nel fiume con la pancia piena di sassi.
Anvetc….ti ringrazio, ma che i figli prima si facessero per amore è una fiaba come quella di cappuccetto rosso: i figli prima si facevano per convenzione o incapacità ad evitarli, ora soprattutto per scelta.
secondo i miei capi, io ho sette figli..
e sto aspettando l’ottavo, suvvia, mi lasci andare a giocare alla playstation che poi non potrò più!..
Anvedichejedi, io non ho figli.
Ma nutro una profonda antipatia nei confronti di chi considera il mestiere di genitore un compito disprezzabile, e le madri che lavorano delle povere stronze che vogliono il pane e pure le rose.
Da donna senza figli, cerco di rispettare chi ha fatto scelte diverse dalle mie, soprattutto se sono scelte di sacrificio che contribuiscono alla crescita della società. Altro che pulpito tronfio.
Come volevasi dimostrare: il femminismo è arrivato al punto morto di mettere le donne contro le donne. La “cara” Guia non avrebbe trovato tanto esilarante la battuta se l’avesse pronunciata un capo maschio. E scusatemi, ma non ha capito una mazza di DH.
Neri, sei ancora sotto l’effetto del Finish: guarda che non era da sniffare.
Come volevasi dimostrare: il femminismo è arrivato al punto morto di mettere le donne contro le donne. La “cara” Guia non avrebbe trovato tanto esilarante la battuta se l’avesse pronunciata un capo maschio. E scusatemi, ma non ha capito una mazza di DH.
Neri, sei ancora sotto l’effetto del Finish: guarda che non era da sniffare.
Oddio, tutto ciò sembra una puntata dei simpson.
http://en.wikipedia.org/wiki/Marge_vs._Singles%2C_Seniors%2C_Childless_Couples_and_Teens%2C_and_Gays
Non ce la fai lo stesso, Neri, arrenditi.
Puoi scrivere tutte le idiozie del mondo a cui nemmeno tu credi col solo scopo di provocare, ma al numero di commenti del blog di Grillo non arriverai mai. Guarda: vedi? Te ne regalo uno anch’io, di commento, su da bravo torna a cuccia, è tanto se superi i 100, figurati arrivare a 1000…
Gianluca: mi ricaccio in gola le battute sulle tue vicende personali. Non è mia abitudine farne.
E’ che sono ancora inviperita dal post sulle elezioni.
Quanto alle madri (io non lo sono) penso che non sia giusto vederle come sante e martiri visto che sempre più spesso la maternità si sceglie.
Penso però anche che sia altrettanto ingiusto punirle ricattandole professionalmente, imponendo loro di non modificare di una virgola – o di un’ora, per riagganciarmi a DH – le loro prestazioni sul lavoro, pena stroncatura di carriera.
Le uniche persone che conosco che hanno abbastanza denaro da tornare a lavoro e pagarsi una tata full time senza dunque rinunciare alla loro carriera, hanno i figli chiamano mamma la tata.
Sti cazzi…
quando farsi un massaggio o andare dal parrucchiere verrà considerato dalla collettività un fatto sociale (alla stessa stregua di fare figli) e non meramente privato come ora forse a torto, a giudicare dalle cose lette qui, viene considerato, allora avranno ragione tutti i neri e le soncini dell’illuminato mondo degli intellettuali.
Gli unici non riproduttori rispettabili sono gli omosessuali.
Apprendiamo così che i virus sono degni di rispetto.
Oh, tra la Soncini e Scalfarotto è dura. Ma mi sa che vince Scalfarotto ai punti.
F.N.
E’sul COME si vive la scelta che non siamo d’accordo, Giulia: per tutto il resto, mi pare di aver ampiamente argomentato con dovizia. Chi vuole intendere, intenda.
Quando fai la genitrice è una scelta totale, un punto di non ritorno. Ci sono passata, so cosa significhi. E’quindi implicito accettare alcune rinunce tipiche del ruolo, senza per questo essere passibili di antifemminismo o di eresia, mi pare. In compenso, ci guadagni l’imperitura gratitudine di quell’adorabile mostriciattolo che quando diventa adolescente e magari scopri a leggere “La Padania”, o ad ascoltare Dj Francesco, rimpiangeresti di non aver abortito (v. “Weeds”).
Per te è anche un sacrificio… io non lo nego mica. Dico solo che non dovrebbe essere mai e poi mai rinfacciato ai propri figli, più o meno inconsciamente, in quanto tale. Opera quasi impossibile, ho sperimentato. Altrimenti, meglio non fare la madre, per il bene dei figli e proprio: a prescindere dalle legittime aspettative che si possano nutrire o meno.
La crescita della società, e soprattutto la sua sanità, direi, si misura anche in quanto poco frustrate (o sclerate) siano le madri in virtù di tale abnegazione. E mi pare che la cronaca recente ci offra degli esempi d’inquietante frequenza su come i supposti angeli del focolare poi tutte tali non siano, né tantomeno i figli modello e di quanto Freud avesse ragione quando scriveva che i figli odiano i genitori e viceversa. E’che dirlo dà un grande fastidio, e se sei cattolico tanto peggio.
Tali cortocircuiti nei meccanismi familiari denotano come la maternità sia un ruolo per il quale non tutte abbiamo un’autentica vocazione. Finiamola con l’ipocrisia del “bella, dolce, cara mammina”, non è solo questione di volere il pane e le rose: su questo non troveresti una sola donna contraria, tranne Assunta Almirante, credo. Altrimenti, non mi sarei sentita dire con inquietante frequenza da varie genitrici altrimenti amorevoli e insospettabili: “Se potessi tornare indietro, non lo rifarei, nonostante tutto. Dico sul serio”.
A volte si scordano gli effetti devastanti dei sensi di colpa, dei ricatti emotivi, delle aspirazioni irrealizzate e di quanto tali inestricabili legami impediscano alla prole di non cadere vittima, una volta cresciutella, dello Crepet di turno. O al genitore, dello strizzacervelli. Con tutto ciò che ne consegue… Motivo per cui, ora che è possibile scegliere il mestiere di genitore, che lo abbiamo desacralizzato, voluto, pensato, vediamo di non trasformare la nostra prole nel ricettacolo delle nostre ambizioni frustrate, o dei nostri casini, perdiana! Di non pensare “io l’ho fatto e io lo posso disfare”. O peggio, d’incolpare sempre la società o fattori esterni dei NOSTRI errori o manchevolezze verso di loro. E possibilmente, di non sentirci al centro dell’universo se e quando lo facciamo: è un nostro dovere, implicito nella responsabilità genitoriale. Cosa c’è di tanto speciale? Non è disprezzo, questo, ma buonsenso.
Oltretutto, come madri siamo umane e fallibilissime. I nostri figli lo sanno perfettamente… ci sanno sputtanare per benino sin dalla più tenera infanzia, all’occorrenza. Più di quanto non pensiamo: quindi, scendiamo dal trono, please. Fa bene a noi, e a loro.
L’importante, anche una volta diventati genitori, è non smettere di drogarsi. Oppure vogliamo dare il brutto esempio ai pargoli?
Contesto vivamente il contenuto fuorviante di questo articolo, oltretutto se ai genitori non fossero concessi permessi adeguati, che motivo mai ci sarebbe per mettere al mondo un PPP ( Piccolo Pargolo Puzzolente ) ?
In rappresentanza del PPASSCCATAG (Proud Parents Against Singles, Seniors, Childless Couples And Teens And Gays)
Peccato che l’episodio di Desperate Housewives di cui si parla non sia ancora andato in onda in Italia, altrimenti tutti saprebbero com’è andata a finire. Lynette non ha accompagnato il figlio a scuola, ma è rimasta in contatto con lui tramite un videotelefono e gli ha dato tutti i consigli e le rassicurazioni di cui il bimbo aveva bisogno. Mentre “la capa” odiosa ha rimediato solo un caffè bollente rovesciatosi “casualmente” addosso a lei.
Per la serie se sei carino col prossimo fai una buona azione ed eviti di rimanere scottato.
Annalisa, ma perche’ i tuoi figli non dovrebbero pagare l’ospizio ai nullipari, se questi hanno pagato per una vita lavorativa contributi per le scuole, gli asili ed i pediatri che i tuoi figli frequentano? Non si puo’ notare solo cio’ che fa comodo…
Zici, guarda che non si sta confrontando il *sacrificio* dell’avere figli con la voglia del massaggio, si confronta la voglia di fare figli con la voglia di farsi fare un massaggio.
Se una di queste voglie impone dei sacrifici emormi e l’ altra no, e’ colpa di qualcuno? Sai benissimo come si dice: “l’hai voluta la bicicletta?”.
E poi, quando mai volgarissime voglie diventano addirittura *valori*.
Un figlio ed un massaggio, beh, non sono proprio la stessa cosa. A parte il fatto che si possono avere tutti e due, ma mi resta difficile pensare come ad un massaggio possa attribuirsi il senso di una vita, come mi resta difficile pensare che si possa attribuire alla carriera. Diversa cosa, invece, è dare un approdo alla propria espressione e all’incontro del proprio sé. Ma un figlio è proprio quel desiderio che ti prende dopo aver dato risposte a te stesso, al proprio bisogno di autonomia, ed al giusto spazio offerto alla propria espressione: creativa ed emozionale. Evidente che, non ultimo, sia necessario un amore con cui progettarlo. Ma quest’ultimo passaggio è il primo vero momento verso un oggetto che sia altro da sé: amare l’altro e non solo noi. E non è facile neppure questo. Quello che frena è il narcisismo che nasce dai problemi irrisolti come figli. Ma non arrivare a desiderare un figlio, ditemi ciò che volete, è un’opera incompiuta. Non dico a farlo, attenzione, ma a desiderarlo. Il farlo è il risultato di una serie di eventi che possono anche non riuscire ad accadere, ma pensarlo è il naturale approdo di una successione di passaggi che sono il segno di un’evoluzione interiore che ti porta da te all’altro, dal passato e presente, al futuro. Un progetto di vita alternativo ai figli, esiste? Forse sì, forse l’arte; la solidarietà; forse progettare l’armonia della propria famiglia di origine; un ideale politico e sociale; il raggiungimento di uno scopo scientifico; darsi agli altri, prenderli come figli ideali; forse darsi ad un compagno in modo assoluto; essere sessualente alternativi ad un’unione eterosessuale. Tutto questo è legittimo e rispettabile, ma ditemi quello che volete io continuo a vederlo come un limite, se inteso come surrogato di un figlio: come un’impossibilità, piuttosto che come una opzione per sé, così come si è, lì in quel momento. Non come l’approdo ed il destino naturale.
Detto questo mi sembra comunque che le scelte di tutti abbiano diritto allo spazio necessario, ma non è la stessa cosa il diritto a dover assistere un figlio e andarsi a fare un massaggio, perché la prima necessità risponde non solo a sé ma alle aspettative di un altro essere umano che ha diritto alla propria felicità. Che va soddisfatta, e per questo ha diritto a tutte le precedenze.
La cena di gala del Montepaschi
Il padrone di Dursillo ieri ha chiesto e ottenuto di uscire un’ora prima dal giornale per andare a una cena di gala promossa dal Monte dei Paschi di Siena. Un evento culturale per salutare una mostra congiunta che si farà il prossimo 25 novembre in contemporanea nelle due città con esibizioni di opere di Raffaello e Caravaggio, solo per citare due nomi che tutti conoscono. Bene, direte voi, anzi benissimo. Ma che ce ne frega? Perché ci parli, o Drusillo, degli affari del tuo padrone? Non ditelo a nessuno, ma il padrone di Drusillo è rimasto assai deluso dal “catering”, che poi è “roba che se magna”.
Mai visto – mi ha assicurato – un simile profluvio di soldi buttati per produrre cattiva alimentazione, anche se nessuno, a quanto consta a Drusillo, si è sentito male. Di certo però i bis non ci sono stati. Ribollite che sembravano insalate bollite, rigatoni scotti, trippe romane e senesi cotte nel brodo colore sugo. Roba da menargli. E pensare che erano persino intervenuti il sindaco di Roma Veltron ie il suo omologo senese Cenni. Parlando entrambi di questi nuovi tagli agli enti locali previsti dalla finanziaria del cattivissimo Berlusconi.
Ma dico, io, che in fondo sono solo un gatto grasso e famelico, con tutti i deliziosi “catering” che ci sono a Roma, vedi Roscioli che ha fatto fare una figura ottima a Oscar Giannino il 30 settembre per la sua festa di compleanno, possibile che nessuno abbia saputo, voluto e potuto suggerire al Montepaschi un migliore fornitore per la cena del 19 ottobre? Con queste delusioni gastronomiche, come quella consumatesi mercoledì sera dentro palazzo Venezia, il gemellaggio Roma- Siena si allontana e qualcuno potrebbe anche pensare che dei tagli agli enti locali possano giovarsi in futuro gli stomaci e gli intestini di tanti invitati e convitati. Come quello di pietra esposto ieri. Cioè l’opera che un tardo Federico Zeri volle attribuire a Donatello e che ieri hanno fatto vedere al padrone di Drusillo e altri giornalisti per dare un
assaggio delle future mostre. Se questa è la cultura che produce la sinistra e soprattutto se questa è la cucina di questi grandi eventi, allora veramente nessun rimpianto. Berlusconi tagli pure.
Più che altro ti chiederemmo, o drusillo, che minchia c’entra con il tema del post?
Infatti io sono dell’idea che i permessi debbano essere concessi indipendentemente dal motivo, che peraltro non deve assolutamente interessare il datore di lavoro. Ps: sono mamma da 7 mesi, non sono ancora rientrata al lavoro e non so come sara’ il rientro ma anche prima, quando chiedevo permessi e il capo mi chiedeva “dove devi andare” io ho sempre risposto: “ho un appuntamento con l’amante”
Detto da un uomo: le donne che discutono tra loro a volte sono straordinarie. E noi facciamo le inchieste sulla maternità intervistando solo maschi.
Grazie a tutte voi, che siate di destra o sinistra, mamme o no, single o no.
La mia figlioccia (21 anni appena compiuti) mi ha recentemente confessato che vota Fini. E l’altro giorno, mi ha pure regalato gioiosa un mostruoso pupazzo alieno gonfiabile, azzurro metallizzato e alto un metro (!), che ha ovviamente ribattezzato “Gianfranco”: credo sia il solo fascista mai entrato (e che entrerà) in casa mia. “Nessuno siam perfetti, ognuno ci abbiamo i nostri difetti”. Sìc!!!
Prometeo, come si fa per iscriversi al tuo fun club?:o)))
Ooops: FAN club, volevo dire! (Lapsus freudiano?):o))))
Ciauz!
ragazzi, porca eva, ma che tristezza. i bambini sono belli, divertenti, fantastici, giocano, disegnano cose che voi neanche potete immaginare, si incazzano, ridono, si sporcano con la roba da mangiare in modi inconcepibili, rompono i coglioni come neanche neri e la soncini messi assieme, si rotolano nell’erba. sono faticosi da bestia, quello sì. ma cerchiamo di pigliare la cosa con spirito.
anceviche…
io al link della supposta paola mica l’ho trovata, sta paola… altri deliri sì, ma la paola no, colpa mia?
anvedichejedi
scusa, sì, l’ho trovata, hai straragione
Ma dai, Zorro, (Z?) pensi davvero che ce l’abbiamo con le creature sante? Mica è peccato dire che rompono i maroni…
Non lo sai che io ai miei da piccoli cantavo: “Fai la nanna bel bambino, o ti soffoco col cuscino!”. E ridevano come pazzi… se lo ricordano ancora!!!;o)))) Crepet mi avrebbe tolto la matrigna potestà…
Ho 25 anni,sono single e senza figli e da anni devo sentirmi le solite frasi di mia zia che avendo l’unica figlia sposata e con due bambine,si sente in dovere di considerarmi inferiore xkè
1nn sposata
2senza figli
Quando sento parlare le giovani mamme mi viene un nervoso!La maggior parte-non tutte x fortuna-non fa che vantarsi del proprio pargolo e della bravura con cui mandano avanti la baracca.Se io affermo di essere stanca-studio,lavoro e faccio anche altre cose di cui non serve specificare-mi guardano col sorrisino,xkè mai nessuna ha l’impegno che hanno loro,loro hanno diritti,loro blà blà blà.Hai voluto un figlio?Serve vantarsi?Xkè guardare le non figliate come fossero piante secche e inutili?Non tutte hanno la voglia-possibilità-destino di avere bambini e accasarsi.Xkè devo sentirmi inferiore?Eppure è così che mi fanno sentire!!
Ho 25 anni,sono single e senza figli e da anni devo sentirmi le solite frasi di mia zia che avendo l’unica figlia sposata e con due bambine,si sente in dovere di considerarmi inferiore xkè
1nn sposata
2senza figli
Quando sento parlare le giovani mamme mi viene un nervoso!La maggior parte-non tutte x fortuna-non fa che vantarsi del proprio pargolo e della bravura con cui mandano avanti la baracca.Se io affermo di essere stanca-studio,lavoro e faccio anche altre cose di cui non serve specificare-mi guardano col sorrisino,xkè mai nessuna ha l’impegno che hanno loro,loro hanno diritti,loro blà blà blà.Hai voluto un figlio?Serve vantarsi?Xkè guardare le non figliate come fossero piante secche e inutili?Non tutte hanno la voglia-possibilità-destino di avere bambini e accasarsi.Xkè devo sentirmi inferiore?Eppure è così che mi fanno sentire!!
Ho 25 anni,sono single e senza figli e da anni devo sentirmi le solite frasi di mia zia che avendo l’unica figlia sposata e con due bambine,si sente in dovere di considerarmi inferiore xkè 1nn sposata 2senza figli.
Quando sento parlare le giovani mamme mi viene un nervoso!La maggior parte-non tutte x fortuna-non fa che vantarsi del proprio pargolo e della bravura con cui mandano avanti la baracca.Se io affermo di essere stanca-studio,lavoro e faccio anche altre cose di cui non serve specificare-mi guardano col sorrisino,xkè mai nessuna ha l’impegno che hanno loro,loro hanno diritti,loro blà blà blà.Hai voluto un figlio?Serve vantarsi?Xkè guardare le non figliate come fossero piante secche e inutili?Non tutte hanno la voglia-possibilità-destino di avere bambini e accasarsi.Xkè devo sentirmi inferiore?Eppure è così che mi fanno sentire!!
Mio padre appresa la notizia che gli uomini italiani si sposano e prolificano sempre più tardi perchè sono mammoni, ha pensato bene di salvare capra e cavoli e per sistemare la figlia single ha suggerito di adottare un trentaquattrenne possibilmente orfano di madre…sembrava quasi un discorso serio e io non potuto fare altro che sbellicarmi.
Comunque rivendico pari opportunità e trattamento per tutti i single, in tutti i campi!
Aislinn, poi passa.
Fotoreportress: le pari opportunità per i single latitano, basta vedere quanto sei costretta a sborsare per una camera singola. La specie ‘single’ conta un’infinità di sottospeci(e).