PRIMO CENSIMENTO DI RAZZISTI
(Elenco di personalità italiane che pubblicamente si schierarono a favore dei provvedimenti razzisti del Regime, sottoscrivendo il manifesto in difesa della razza pubblicato nel 1938)
- ACERBO Prof. Giacomo
- ACITO Alfredo
- ALESSANDRI Pino
- ALESSI Rino
- ALFIERI Dino
- ALMIRANTE Giorgio
- AMICUCCI Ermanno
- ANDALO’ Ugo Giorgio
- ANDREUCCI Giuseppe
- ANGELINI Franco
- ANTONUCCI Antonio
- APOLLONI Livio
- APPELIUS Mario
- ARCHIDIACONO Nicola
- ARFELLI Felice
- AZZARITI Avv. Gaetano.
- BACCAGLINI Dott. Alessandro
- BACCIGALUPPI Mario
- BADOGLIO Pietro
- BACCIOLI Vincenzo
- BUFFARINI GUIDI Guido
- BALBO Emilio
- BALLARATI Giancarlo
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- BANCHER Dante Cesare
- BANISSONI Ferruccio
- BARBARA Mameli
- BARDUZZI Carlo
- BARGELLINI Piero
- BAZZI Carlo
- BELLINO Ugoberto
- BENIGNI Umberto
- BEONIO BROCCHIERI Vittorio
- BERGAMASCHI Avv. Carlo
- BERNUCCI Giorgio Luigi
- BIAGI Bruno
- BIAMONTI Dott. Ettore
- BIANCOROSSO Dott. Rodolfo
- BIANCINI Bruno
- BIASUTTI Renato
- BIOLETTO Angelo Marco
- BIONDOLILLO Francesco
- BOCCA Giorgio
- BOCCASILE Gino
- BORGHESE Ing. Gian Giacomo
- BORRETTI Mario
- BORSANI Carlo
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ma Bocca Giorgio.. lui?!?
sì, lui.
A distanza di settant’anni, mica la capisco tanto questa gogna postuma.La sottoscrizione al manifesto fu senz’altro esecrabile, ma pubblicare oggi questo elenco(a migliaia di anni luce dal contesto storico, politico, culturale nel quale il manifesto fu sottoscritto) ha un senso? Ha uno scopo? Aggiunge qualcosa al giudizio che la storia ha già espresso da tempo? Non sono domande pleonastiche. Ho voglia di capire.
Qui Bocca per la difesa della razza…sotto i fondamentali problemi di chi và e chi rimane nell’isola…bye
GEMELLI Padre Agostino. Quello della clinica del Papa, giusto?
GEMELLI Padre Agostino: quello dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore.
Ma Scarpelli Furio… lui?!?
Scusa, ho lasciato questo posto altrove ma era rivolto a questo messaggio, quindi lo copio qui.
Posso sapere dove hai trovato la lista? E’ molto interessante, ma ci sono dei nomi che non mi quadrano in siffatta compagnia, per via di un antifascismo a volte anche aperto, per quanto ne so. Vorrei approfondire: mi puoi dire qual è la tua fonte? Grazie
X contevico
Penso che se la lista vuole essere una gogna (ma io non credo) è sicuramente ingiusto rinfacciare agli uomini di oggi scelte avvenute, come dici tu, 60 anni prima.
Se lo scopo è ricordare e far sapere, sicuramente ci aiuta a capire cosa fosse il fascismo.
Penso si farebbe prima a compilare una lista degli antifascisti durante il ventennio: credo sarebbe molto più corta!
;-)
Mi sembra molto strano che Giorgio Bocca che a quel tempo aveva 18 anni (è nato nel ’20) fosse una personalità italiana.
Voglia di gogna eh, diderot ?
Ma vi rode così tanto? :)
Avevo già visto l’elenco dei firmatari su internet. Non so se la fonte sia la stessa, ma vedo che alcuni nomi che a me parevan strani coincidono, ad esempio Giovannino Guareschi.
Anche per me è un mistero.
Se a qualcuno interessa sapere di più su questi argomenti, vi segnalo “Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani d’oggi” di Michele Sarfatti: un testo breve, ma chiaro e preciso. Contiene un’appendice di documenti ed una bibliografia mirata.
Agostino Gemelli, quello del policlinico di Roma, il nemico di padre pio.
E’ un mistero che le nuove leve dell’antifascimo – le vecchie erano in clandestinità, esilio o confino – in molti casi venivano dalle fila della gioventù fascista? Ma da dove se no visto che era tutto regime?
Sono cose note e per nulla taciute dagli interessati, si veda anche Eugenio Scalfari
ciao
vero! Bocca prima di salire coi partigiani piemontesi in montagna si fece repubblichino…ma io l’ho letto nei suoi di libri, non è un segreto. Vedi “Partigiani della montagna”.
Non sono certo competente in materia, ma credo si possa semplicemente dire che il Fascismo era accettato, in maggiore o minore misura, dalla maggior parte degli italiani, a volte anche a ragione.
Adesione che è durata anche di fronte a deliri quali la creazione dell’Impero, alle leggi razziali ecc. e venuta meno solo nell’ultimo periodo della guerra.
Ricordo una vignetta di Paz (Andrea Pazienza) nella sua biografia a fumetti di Sandro Pertini. Il Pert è appena sceso dalla montagna coi partigiani, alla fine della guerra, e si guarda in giro tutto incazzato: “Ma come, eravamo quattro gatti e adesso siamo quaranta milioni?”
In molte teste c’è l’idea che tutto questo sia superato, ma noi siamo i discendenti di quei quaranta milioni. Certo, quello delle ipocrisie, degli esami di coscienza, dei sensi di colpa, delle dissimulazioni in pubblico di quanto si professa(va) in privato o, forse peggio, della rimozione di ciò che si era stati è materiale da maneggiare con cura, ma servirebbe interrogarsi, almeno per capire meglio il berlusconismo. Quando vinse il centrodestra, nel 2001, furono molti a sentirlo come la fine di 50 anni di dominio delle sinistre.
Concordo in pieno, astolfo.
A proposito di fascismo, i sottotitoli ?
Contevico, quella che tu chiami gogna io la chiamo memoria storica. Poi se vogliamo nascondere le quello che è successo nel ventennio….
Questo ovviamente include anche che si dovrebbero avere più notizie di OGNI regime totalitario. Trovo esecrabile che il dire che libertà voglia dire nascondere i danni fatti piuttosto che renderli pubblici.
Pronto? Ci siete? Stiamo parlando del 1938, non degli anni ’80 e neanche dei ’90, ma il 1938.
Almeno Giorgio Bocca ha cambiato idea. Qualcun’altro invece ha le stesse idee cretine da vent’anni e nessuno lo ferma, vedi l’attuale classe politica italiana.
Ma Mussolini Benito chi??! Lui?!?? Non ci si crede! Questo si che è uno scoop!
Italo Neri.
Gianluca, come la mettiamo?
cazzo, anche Giuseppe Genna… no… :)
Edoardo, ma mi spieghi dove hai letto in ciò che ho scritto che si deve nascondere quello che è successo? Non ho forse parlato di giudizio che la storia ha già ampiamente dato? E poi, scusa, ma sei convinto che per conoscere oggi quello che fu il fascismo io o te o altri abbiamo bisogno di questa lista?
E’ da mo’ che lo so.
Io semplicemente mi chiedevo – e continuo a chiedermi – quale sia lo scopo e l’utilità di questa pubblicazione a settant’anni dai fatti. Mi chiedevo coso ci può insegnare questa lista che già non sapessimo.
Mi chiedevo se non avrebbe generato – come ha fatto – i soliti “ma guarda”, “anche lui?”, “ma chi l’avrebbe detto” e nulla più.
Dott. Collalto Collaltino?
Mi viene il sospetto che il soggetto in questione avesse genitori ebrei e che la sua sia stata una vendetta ponderata fin dai tempi del battesimo.
Ahahah quando ho letto giuseppe genna sono caduta dalla sedia dal ridere!! :D
La lista ci ricorda, secondo me, che quando vivi in un sistema ritenuto “giusto” diventa difficilissimo conservare la capacità per criticare anche le azioni pù bestiali.
Semplicemente consideri “giuste” anch’esse.
L’Unione Europea per esempio.
Una volta che si è detta che il processo di Unificazione è cosa buona e giusta, perchè democratico(?)e costruito da paesi democratici, non è più possibile tornare indietro. Qualsiasi ripensamento o critica sono anti-democratici.
E’ con una sorta di razzismo al contrario,verso noi stessi, che oggi ci viene propinata la società multietnica, o multiculturale.
Solo che ieri ci dicevano che per essere migliori dovevamo essere di razza pura(?)per procedere trionfanti verso un radioso destino, oggi per essere migliori dobbiamo (proprio: DOBBIAMO) mescolarci il più possibile fra razze e popoli come fossimo gli ingredienti di una zuppa, perchè solo da questa mescolanza verrà la salvezza, ed il perdono de nostri peccati, economici e spirituali. Amen
Che io sappia, l’UE – fino a prova contraria composta di paesi membri democratici e non di dittature: le seconde mi paiono un po’peggio dei primi, ne converrai – non ha mai posto le premesse per mandare ai forni crematori nessuno, né tantomeno ha mai parlato di inferiorità di razze su base ideologicamente fondata. Il regime fascista, sì. Non solo lui. E i suoi ebrei ce li ha pure mandati… tantini, direi.
O che parallelismi del cakkien mi fai? Se pensi che il processo di formazione di legge razziale possa equivalere a quello di una direttiva europea, e che quest’ultima sia bestiale come la prima, allora, perdonami, il bestio sei tu!
Poi, con buona pace della tua avversione per il melting pot: siamo tutti dei bastardi. La stessa Italia è frutto di un mix e di un coacervo indistinguibile di popoli, razze e persino religioni. Ma che vuol dire, “multietnico”? Io mi sono stufata di sentire chi, come te, spara a zero sull’UE facendo paragoni del menga. Io lavoro per un bel progetto di cooperazione multinazionale che FUNZIONA e ti assicuro che se non ci fossimo noi, andrebbe molto peggio.
E non facciamo i furbi. Qui non si tratta solo di formulare un giudizio su una scelta individuale, il cui valore può essere definito in primis da chi la compie e vive, e che “ottenebrerebbe la capacità critica verso un’azione bestiale”. Allora, come li spieghi, i tanti antifascisti? Chi ebbe il coraggio di NON firmare?
Quanto alla mia, di capacità critica, la conservo eccome: chiunque abbia sottoscritto scientemente la tesi che il testo razziale propugnava, non è scusabile in alcun modo. Punto. (Lapo: “Riga!”. Scusate…:o)
Un fascista che s’iscrisse al partito per convinzione personale, e non solo per necessità, forse non pensava che poi si sarebbe dovuto piegare anche alle leggi razziali, e non è detto fosse necessariamente razzista. Ma era comunque, programmaticamente antidemocratico: là riesede il punto di non ritorno. E di non perdono.
Democrazia e dittatura sono due grandezze non paragonabili, mi dispiace per te, sbagli nel metodo.
Il senso della pubblicazione è che Gianluca sta facendo opera meritoria. Non è mai male rinfrescare la memoria a chi ce l’ha corta. Certo, non è possibile fermare il treno della storia: ma rompere i maroni al macchinista, questo è doveroso, perdiana. Altrimenti, noi giornalisti che cakkien ci stiamo a fare? Qui si fa un servizio, si (ri)mettono in azione i nostri cervellini fusi.
Quando leggi un testo simile, paragonarlo ad altre scelte storicamente “omologanti” su base democratica è scorretto e pericoloso. Non ci siamo. Sottoscriverlo, ha significato avvalorare un atto legale che ebbe la forza di porre le premesse per uno sterminio, rendendosene almeno eticamente (se non materialmente) complici. O vogliamo assolvere chi lo fece, pensando che non ne fosse intimamente convinto mentre lo faceva (O, peggio, troppo)? Io non lo considero né un peccato di gioventù, né d’ingenuità politica. Né tantomeno un vezzo idealistico.
Può essere stata una bieca strategia di sopravvivenza (motivo per il quale sospetto, molti firmarono): del resto, il “tengo famiglia” o “ero giovane e inesperto: sbagliai, poveretto me” è il miglior viatico per scelte di questo tipo, che oggi tutto sommato sono considerate con estrema indulgenza, se non con benevolenza. Il tempo è un gran conciliatore, no?
Può essere stato un atto di fede, conformistica o sincera (come fu quello di Almirante, Graziani, Farinacci, Pavolini, Starace, dai quali ovviamente te lo aspettavi). Ciò non toglie che fu gravemente sbagliato: tutti costoro sbagliarono. Volutamente. In perfetta malafede. Questo non lo puoi negare.
Non è questione di essere “solo” razza migliore, Darling: se il mascellone si fosse limitato a questo, avremmo considerato quel proclama delirante alla stregua dei suoi risibili cinerama, o delle barzellette stronze dove gli ebrei sono tutti tirchi, i tedeschi tonti, gli inglesi snob, i francesi puzzoni e gli italiani migliori di tutti. Ridendoci pure sopra, magari.
Amen.
P.S.: noto nella lista anche il caso curioso di Raul Verdini: bravo illustratore per le storie di Gianni Rodari (una su tutte. Profetica? “Gelsomino nel paese dei bugiardi”), Editori Riuniti… sìc! Adesso che lo so, ogni volta che le rileggerò, mi sembreranno un po’meno belle. E scusate il pregiudizio ideologico… Chissà se poi il Pci lo sapeva. Mah… E guardate un po’, ancora: Gino Boccasile, l’eccellente autore delle copertine della Domenica del Corriere. Walter Molino, che lo seguì. Strana gente, i miei ex colleghi (?) illustratori.
Ci son pure Amintore Fanfani… ;o) e anche Guareschi, appunto (groan).
… Giorgio, se è per quello leggi anche un Benigni, un Biagi, un Pavese, un Festa Campanile (parenti?;o)). Un Casini e un Nicola Pende, che potrebbe essere il Nicky Pende, playboy amato in prima gioventù dalla Sandrelli…;o)))
… lista nera (in ogni senso, direi).
Gianluca la tua è una operazione culturale di prim’ordine. Non è una gogna, ma la memoria è qualcosa di molto importante per il futuro.
Grazie
x Anvedichejedi
grazie per l’interessamento.
Non preoccuparti se sparo a zero sulla UE: sono opinioni che non contano nulla.
Il Processo prosegue e nessuno lo può fermare:
questo non è molto democratico, ne converrai…
I governi europei hanno deciso che la Turchia deve entrare nell’Unione, e tra qualche anno entrerà punto e basta, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione.
I governi europei hanno deciso che bisogna fare la Moneta Unica, e si fa la Moneta Unica, punto e basta, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione.
Potrei continuare all’infinito.
Siamo sempre sull’orlo della crisi: Se non si fa questo o quell’accordo è sempre una CATASTROFE.
Si vede che gli piace vivere pericolosamente, e noi insieme a loro.
Non mi pare molto razionale.
Ma per fortuna i nostri governanti hanno avuto la “geniale idea”, di non chiedere mai il consenso dei cittadini in materia, per superare la “miopia dei popoli”.
L’Unificazione è il bene supremo, ed a noi è dato solo di esserne entusiasti, e boia chi molla…
X Anvedichejedi
Nicola Pende non l’ha solo firmato, l’ha anche scritto, il manifesto della razza.
P.S. Purtroppo ho anch’io un mio “ma chi? proprio lui?”.
“Pettazzoni Raffaele”. Ma chi?… Proprio lui?… Sigh
Ma chi è Pettazzoni, Astolfo? Erudiscici!
Anvedi che ste liste so’ occasione de cultura!!! E il regista Domenica Paolella, pure lui!!! E state attenti a Giovanni Papini, che magari qualcuno di Cl ve ne parla pure bene!!! E Fortunato Matarrese che è, un parente pure lui?
Anvedichejedi, il tuo discorso non fa una piega, in senso generale.
Però mi sembra un po’ mettere da parte il senso della storia.
Voglio dire (è già stato detto da tanti): non possiamo, oggi, metterci a giudicare il passato con gli occhi dei moderni.
Il fascismo è stato per l’Italia la rovina che tutti sappiamo: ma per vent’ani è stato tutt’altro, agli occhi di tutti e non solo di quelli che “teniamo famiglia”, in Italia e all’estero. Negli anni ’30 le democrazie in Europa non è che fossero poi così tante, e ‘sto “bene irrinunciabile” della democrazia era tutt’altro che pacificamente riconosciuto.
Lo stesso pregiudizio razziale era molto più diffuso, e non mi stupisco che si sia trovata così tanta gente “di rango” disposta a firmare un testo come quello, che noi oggi -ammaestrati dalle ragioni dell’esperienza- troviamo vergognoso (e non dimentichiamo che anche nelle democrazie europee di allora le cose, per le minoranze etniche e per gli ebrei in particolare, non è che fossero rosee…)
Tanti di quei firmatari nel corso degli anni hanno cambiato idea, hanno riconosciuto il gravissimo errore compiuto.
E l’Olocausto avrebbe avuto luogo anche senza la firma di nessuno.
Questo, per carità, non alleggerisce le responsabilità degli assassini o dei dittatori assetati di potere.
Ma gli “strumenti di giudizio” a disposizione non erano gli stessi di ora. E se tanta gente “comune” (anche colta, intelligente, istruita, brillante) si è sbagliata così grossolanamente (così inumanamente), oggi, più che dargli addosso a sessant’anni di distanza, mi interesserebbe cercare di capire il perché.
Eric (bel nick!;o))),
ci sono degli eventi storici paradigmatici, che hanno segnato una cesura. A mio parere, la shoah è esattamente uno di questi. A tale proposito, Primo Levi e il mio amico Guccio dicevano che “Dio è morto” (e Woody Allen saggiamente ha aggiunto, poi: “Marx è morto e anch’io non mi sento troppo bene”:o)). E non dò loro torto.
A volte, di fronte a casi simili (e più in generale a genocidi come quello non solo ebraico ma anche armeno, o cambogiano) mi rendo conto come la nostra capacità di giudizio si ritrovi inetta non solo a comprendere la portata, ma anche ad accettare la stessa idea di malvagità tanto enormi e sì ampiamente condivise senza batter ciglio. Mi sono spesso chiesta perché mai il popolo tedesco o quello italiano non reagissero a tanto, se non in piccole minoranze coraggiose. O nel nostro caso, solo dopo l’8 settembre (in Germania, la resistenza così come noi o i francesi sperimentammo, non vi fu proprio. Tranne il caso isolato di Sophie Schoell e suo fratello, diciottenni liceali decapitati per aver stampato volantini anti-Hitler e pochi putsch falliti fra alti ufficiali della Wehrmacht a fine conflitto, però). Qui a Venezia, molti nascosero ebrei in casa, a loro rischio e pericolo, perché era più facile anche dal punto di vista logistico… ma fu un’eccezione.
La risposta che mi sono data è semplice, banale anch’essa. Non so se ti soddisferà: ci provo. Ed è implicita negli stessi regimi dittatoriali… che nel caso europeo, nacquero negli stati, facci caso, di più recente unificazione nazionale. Un dettaglio non trascurabile, visto che come dici tu, lì l’abitudine alla democrazia rappresentativa era molto, molto giovane. E fragile, minata alla radice (Weimar! Se Hitler andò al potere, fu perché glielo permise la costituzione… e Mussolini, lo Statuto Albertino…).
In questo, un ruolo complice, se non colpevole,lo ebbero proprio gli uomini di pensiero. Gli estensori di tali carte… di chi pose le premesse per cui simili tristi figuri andarono al potere e ci rimasero per un bel po’. Una borghesia imbelle e trepida che rinunciò al ruolo criticamente coscienzioso ricoperto da secoli, per esempio, in Inghilterra. Ma grazie… lì l’abitudine alla democrazia era secolare!:oP
A volte, se ripenso all’Europa degli anni Trenta mi pare sotto l’egida di un immenso maleficio, non so come dire, e poi tutto mi quadra di colpo. Versailles e la pace umiliante per la Germania, un’Italia terrorizzata dalle sinistre, l’errore degli Aventiniani quando i fascisti iniziarono ad alzare la testa. Parlamenti deboli e squilibrati… Le premesse c’erano tutte. Eppure…
Ma non solo: quanto alla connivenza degli intellettuali col potere, quanto ce ne sarebbe da dire (e oggi?)!!!:o(((( I fascisti i loro li han sempre coccolati, hanno cercato pure di offrire una parvenza filosofica alle manganellate, giusto per darsi una maggiore legittimazione e piallare il dissenso. Ci riuscirono bene, mi pare. Anche perché, ripeto, c’era sempre l’Ovra quando altri mezzi erano meno persuasivi. E i migliori finiron male (Gramsci, i Rosselli…).
Ma se godevano di un tale e sì ampio consenso, lo si deve anche all’uso assai astuto di quella cosetta chiamata propaganda (v. l’opera, a modo suo perversamente geniale, di Goebbels). All’assenza di strumenti critici, appunto, di cui oggi disponiamo abbondantemente: perché, quindi, non farne uso? Perché rinunciare a capire il senso della storia?
La forza delle dittature europee risiede, si sa, nella loro ferrea organizzazione. Poche pugnette: il disprezzo per il parlamentarismo, un irreggimentamento delle coscienze sin dalla più tenera infanzia, il controllo delle (rare) fonti d’informazione disponibili allora e soprattutto l’efficienza della polizia. Un controllo basato anche sulla delazione, sulla connivenza e percepito come un “bene” comune in quanto la loro pretesa “bontà” stava nel non offrire alcuna alternativa. Nel fatto che il fascismo ti toglieva la fame, sì, bonificando l’Agro Pontino o il Polesine, ma anche la libertà di dire che non ti piacevano affatto i suoi metodi. E una volta riempita la pancia, che cosa se ne faceva mai della libertà, un poveraccio di un contadino?(l’Italia fascista era all’80% di contadini…) Cosa ne sapeva, lui?
Molte dittature venivano viste come ovvio argine al comunismo in crescita… e coccolate persino dalle democrazie (una tesi recente, pare infondata, sostiene che fu Churchill il mandante dell’esecuzione di Mussolini a Dongo. Per non rendere pubblico il loro assai imbarazzante carteggio privato… sparito!). Ricordo vi furono simpatizzanti nazifascisti Usa, sebbene Hitler avesse un simpatico nipote irlandese che lo sputtanò vita natural durante.
Però, chi pensava che il fascismo fosse “buono” o era masochista, o non si beccò – come mio nonno, reo di aver solo indossato per sfida una cravatta rossa – le manganellate e il ricino dei suoi picchiatori… o il confino, come mio suocero socialista: si dimenticò semplicemente di come salì al potere. O fece finta di non vedere.
La “colpa” sta in questo. Un minimo, almeno.
Può sembrare quindi paradossale scoprire la banalità del male, le complicità spicciole di cui i regimi antidemocratici godevano, l’opportunismo con cui furono pacificamente (?) accettati dalla maggioranza silenziosa, e in questo ti dò pienamente atto. Il dato che gli aguzzini dei lager, i delatori fascisti fossero uomini come tanti, zelanti e qualunque, è ancor più agghiacciante a parer mio, così come lo è pensare che molti di quanti firmarono le leggi razziali lo fecero a cuor leggero.
Il senso della storia, e della memoria prima di tutto, non sta però nell’appiattire gli eventi cercando un minimo comun denominatore che annacqui le responsabilità. Altrimenti, si offrirebbe il fianco a un giustificazionismo
pericoloso. Non tanto in sé… quanto perché a sua volta questo aprirebbe la strada ai revisionisti, genìa che mi ripugna. Anche per questo, ricordare, raccogliere testimonianze vive e documenti, rileggerli è basilare: aiuta – se non a “giudicare il passato” con gli occhi dei moderni – a darci la misura, per quanto approssimata, di quanto successe allora. E lo sarà ancor più, quando non avremo più alcun sopravvissuto ai lager, o al fascismo, vivo: a tal punto, chiunque potrebbe sconfessare la portata degli eventi senza più giusta replica. E negare così la storia.
Noi possiamo congetturare all’infinito sulle motivazioni che spinsero i firmatari a un tale passo, ma sta appunto ai nostri occhi di moderni cercare di capire perché loro non avessero la possibilità di rendersene conto, oppure vi rinunciassero volutamente.
Io credo che molti di loro non lo facessero in buona fede, viste le alte cariche di regime che ricoprirono… Meglio sarebbe sentire anche le giustificazioni di chi è ancor vivo, confrontandole però con chi subì gli effetti del loro gesto. E questo è un nostro dovere, mi verrebbe da dire intellettuale (sacrilegio!) di fronte al quale non mi sento così criticamente impotente, o sguarnita, come alcuni qui sostengono saremmo tutti. Forse perché la storia l’ho studiata e amata molto, chissà.
Nel caso delle leggi razziali si era deciso di seguire la corrente, semplicemente: un segno tangibile per far capire a Hitler che Benitone suo gli stava incollato alle chiappe, e lo sarebbe stato poi (era il 1938, anno dell’Anschluess… del patto Molotov-Ribbentrop. Neanche un anno dopo, le truppe tedesche invasero la Polonia: un caso?). Con la grave e grossolana convinzione di potersene disfare, magari, facendo un bel giro di valzer in corner – pardon: in zona cesarini: il duce non approverebbe!;o) -, mentre così purtroppo sappiamo non è stato.
Quanto alla tua constatazione che la shoah che avrebbe avuto luogo senza la firma di nessuno, non sono del tutto d’accordo: le leggi razziali resero quanto meno molto più individuabili, e facili bersagli, gli ebrei italiani, ne converrai.
A mio parere, alcuni segnali premonitori c’erano eccome, per chi ebbe la forza e il coraggio di coglierli: altrimenti, la Germania Nazista prima e l’Italia fascista poi (un nome solo per tutti: Enrico Fermi) non avrebbe subìto la spaventosa fuga di cervelli – non solo ebrei – e talenti artistici che patì. E ti parlo del 1933, non di dieci anni dopo. Certo, furono in pochi. Ma felici quei pochi…
Un caro saluto, e buon weekend (scusa la lunghezza…;o)))
X Anvedichejedi
non so se leggerai questo commento ma ci provo…
Complimenti per quello che hai scritto.
So che non sembra in argomento, ma come suggerisce anche il mio nome avrai capito che sono antieuropeista, e mi piacerebbe che tu usassi la tua capacità di analisi anche verso il processo di unificazione.
La mia paura è che un giorno i nostri nipoti faranno un discorso come il tuo relativamente alla UE.
Si, gli elementi per capire e fermare il nazifascismo c’erano tutti e fin dall’inizio, eppure gli è stato permesso di giungere al potere, e a quel punto fu troppo tardi.
Ma lo stesso si può dire della UE.
Gli intellettuali e i politici non sono praticamente tutti filoeuropeisti, anche se con opinioni diverse su di essa?
E l’Unificazione non viene forse presentata come “bene supremo”, che ci salverà per sempre da guerre e dittature e crisi economiche, ecc?
Si potrà davvero governare un Europa sempre più complessa senza rischio di derive autoritarie, o dobbiamo pensare di essere infine totalmente immuni da tali fenomeni?
La mia risposta è che non vale la pena correre il rischio…
ma via, si tratta pur sempre di un pesce che stava rischiando l’estinzione…
Il nome Gaetano de Rosa non vi dice proprio niente?? Bene, ha scritto un manuale di storia per le scuole superiori che la mia prof, da brava clerico-fascista, aveva adottato. Quando sentite blaterare della scuola egemonizzata da un’editoria “rossa”, pensate al De Rosa che con la stessa penna scriveva su “La difesa della razza” e poi, qualche anno più tardi, confezionava libri per le scuole superiori.
(riferito al commento precedente)
Il nome dello storico in realtà è Gabriele de Rosa, ma io sapevo che in realtà era un Popolare. E che ha partecipato anche alla resstenza.
Ora le alternative sono due:
a) omonimia
b) classico caso di abbaglio per il fascismo, poi, per fortuna, rientrato
E questo anche il motivo che a mio avviso fa perdere un pò di significato l’eleco di nomi. In tanti poi dopo, riconoscendo l’errore, si sono dati da fare per salvare l’Italia…
Non so se questo forum è ancora attivo… i nomi dei firmatari della razza sono gli stessi dell’elenco su Romacivica.net e sul sito e-brei.org. Io sto conducendo una ricerca sugli autori “storici” di fumetti, e ogni volta che googlo uno dei loro nomi, il motore di ricerca mi rimanda a una di queste liste… anche Angelo Bioletto che nel 1948 illustrava la Gazzetta del Popolo.
Volevo anche dire ad Anvedichejedi che in Germania non ci furono solo casi isolati di oppositori al regime, ma c’era un movimento organizzato chiamato “Weisse Rose” e pare che anche gli istituti religiosi abbiano protetto oppositori ed ebrei. Fra fra
Forum interessantissimo e spero ancora attivo. Desidero solo farvi notare che molte delle firme sotto il manifesto delle leggi razziali vennero apposte senza che i firmatari lo sapessero. Vi do l’esempio di Bargellini: scrisse qualche libro scolastico di carattere chiaramente fascista (assai meno di tutti gli altri, però) ma sulla sua rivista (Il Frontespizio) intavolò una dura polemica contro eventuali leggi razziali, e contro l’idea stessa di razza, della quale era disgustato; finché non gli fu fatto capire che era meglio che … l’abbozzasse. La sua firma fu messa lì proprio per tacitarlo definitivamente, e a nulla servirono le sue proteste. Credo che qualcosa di simile accadesse anche con Papini. In questo senso, pubblicare la lista delle firme è opera meritevole, ma necessiterebbe anche di un commentario approfondito. Perché questa delle firme false è un’ulteriore macchia del regime fascista; e noi non dobbiamo stare al loro gioco, ancora oggi a settant’anni di distanza.
Un commento anche per Torino74: è vero che i ragazzi della Weisse Rose furono uccisi perché nemici del nazismo, ma leggere i loro messaggi fa venire la pelle d’oca. Erano degli spiritualisti visionari apocalittici, con notevoli punte di razzismo. C’erano tantissimi antisemiti contrari al nazismo. Molti vecchi aristocratici o militari combattevano il nazismo perché …. troppo moderno!!! Insomma, è un bel casino – e semplificarlo non aiuta a combatterne le premesse. Scusate se sono così palloso oggi …
Pietro Ellero (nato a Pordenone nel 1833, morto a Roma nel 1933) non può aver aderito da morto al manifesto sulla razza del 1938!
Volevo rispondere a chi chiede il senso di questo elenco, sebbene sia vero che alcuni di questi nomi vennero apposti senza esplicito consenso dei diretti interessati, credo che sia sempre utile ricordare quello che è avvenuto, soprattutto perchè da noi come affermava il magistrato torinese Pier paolo Rivello “c’è pochissima stampa, pochissima eco delle sentenze che ancora si danno contro i nazifascisti”. Una smania di oblio che ha subito un’improvvisa accelerazione con l’avvento della seconda repubblica,i cui padri fondatori hanno sentito l’esigenza di riscrivere una storia unitaria degli italiani, al di là delle distinzioni tra partigiani e repubblichini, che tenesse presente sopratutto conto della zona grigia costituita da quanti durrante il conflitto non vollero schierarsi con nessuno dei due contendenti, i “pacifisti” come li ha definiti Lepre.E’ assai pericoloso sminuire le responsabilità storiche del regime fascista soltanto perchè esso sorse e si sviluppò in un paese economicamente arretrato come il nostro.Quando il regime di mussolini promulgò le famigerate leggi razziali, queste non furono scritte per far piacere al potente alleato tedesco,ma al contrario s’inserirono in una consolidata tradizione giudeofoba di matrice cattolica,basti ricordare il “razzismo biologico” che ebbe nel patologo Nicola pende e inSabato visco( rimasto preside della facoltà di scienze matematiche e fisiche dell’università di roma fino al 1963) i massimi teorizzatori.
A Bottai si potranno dedicare piazze e strade ( se lo si riterrà opportuno) a condizione che si rammenti nelle scuole che egli fu, in qualità di ministro dell’istruzione, l’ideatore dell’epurazione dai manuali scolastici di tutti i riferimenti alla cultura ebraica e che a lui sono da attribuirsi i provvedimenti di espulsione dall’istruzione per studenti e professori giudei e che sempre a lui si deve la circolare ministeriale che impose l’acquisto e la lettura in tutte le scuole del Regno della “difesa della razza” la rivista di propaganda del razzismo biologico italiano, di cui il segretario di redazione fu il giovane Giorgio Almirante.
Ancora circola la falsa opinione di un Mussolini fondamentalmente pacifista, condotto alla guerra da improvvidi consiglieri, seppure in scala ridotta furono gli uomini di mussolini per primi a sperimentare l’annichilimento delle opposizioni da Matteotti ad amendola, da Gobetti a Gramsci, a utilizzare la violenza e avvalersi del pregiudizio razziale.
L’intolleranza, figlia del razzismo e del suprematismo religioso, non ha preferenze e se un tempo ha parlato il tedesco domanni potrebbe parlare l’italiano.
Ecco perchè credo che ricordare sia sempre e comunque utile, anche una semplice lista di insigni firmatari
Mio nonno è presente nella lista, il suo nome fu inserito d’ufficio ma, mi raccontava, all’epoca non si potè far nulla. Mi disse anche che molti nomi furono inseriti per screditare i pochi intellettuali dissidenti moderati, a loro totale insaputa.
La storia poi ha reso giustizia a tutti, mio nonno incluso che nel 43, prefetto a l’Aquila da soli dieci giorni durante la liberazione di Mussolini a Campo Imperatore, liberò dalle carceri ebrei, prigionieri politici, ed undici persone rastrellate dai tedeschi la sera prima della liberazione, e per questo fu messo in lista nera dai tedeschi.
Ogni documento storico è interessante e – aggiungo – necessario, e le ricerche e le discussioni che ne nascono sono memoria storica ma anche approfondimento.
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