Lettere di Aldo Moro dalla “Prigione del Popolo” /12

Il memoriale Aldo Moro

56) A Don Antonello Mennini

(il destinatario ha dichiarato di non aver mai ricevuto la lettera)

Mio carissimo Antonello,
scusa se profitto così spesso di te. E’ che sei non solo il più caro, ma il più utile e capace nella difficilissima situazione.
3 cose

  1. ho chiesto ieri a mia moglie (ma il messaggio sarà stato fatto passare? e le sue parole saranno state trasmesse?) che dica fermamente che invoca salvezza per me, nell’unico modo possibile, come tante altre volte è avvenuto, cioè di uno scambio di prigionieri. E poi commosse parole di circostanza. Il fatto che l’appello di mia moglie non arrivi mi allarma sulla salute sua, ma genera forse l’impressione che la famiglia sia più vicina alla linea ufficiale anziché a me, il che è falso.
  2. Vorrei raccogliessi notizie sulla salute di casa e ti tenessi pronto a rispondere, quando mi sarà possibile di domandartelo. Mi potrebbero scrivere qualche rigo? tramite te?
  3. ed è di particolare urgenza (precede le altre cose) prendere contatto telefonico con l’On. Dell’Andro (Ministero Giustizia) o con Sen. Rosa (Marina Mercantile) o Sen. Gui e Sen. Cervone, pregando di preparare bene la progettata riunione (a quanto sento) sulla mia disgraziata vicenda, tenendo contatto con gli altri amici e in particolare l’On. Misasi. E’ necessario avere una seria linea alternativa a quella del Governo, la quale riecheggi un po’ la ispirazione socialista. Bisogna far capire che lo scambio è stato quasi sempre fatto quando erano in gioco ostaggi e a quelli dell’altra parte è stato dato riparo all’estero con esclusione dal territorio nazionale. Dì tante cose care a mia moglie e a chi vedi dei miei. Benedicimi e aiutami nel Signore. Ti abbraccio forte

Tuo Aldo Moro

P.S. Un’ultima cosa urgente da dire a mia moglie, che faccia riscuotere subito a Rana alcuni assegni da me firmati in mansarda. E’ necessario per evitare complicazioni ereditarie. Grazie.

P.S. Dì al Card. Poletti che mia moglie purtroppo non sta bene. Che supplichi il Papa di fare di più, insistendo personalmente con Andreotti e non lasciandosi convincere dalla ragione di Stato. Altre volte è stata superata.


57) A Eleonora Moro

(non recapitata)

Mia dolcissima Noretta,
credo che questa sia proprio l’ultima. Per ragioni misteriose mi sembra preclusa qualsiasi speranza. Non si sa neppure approssimativamente, che cosa accade, in che si concludano le varie iniziative delle quali una volta si parla. Il Papa non può fare niente neppure dimostrativamente, in questo caso? Perché avevamo tanti amici, a schiere. Non una voce che io sappia, si è levata sin qui. Di voi ho ricevuto la sola lettera del “Giorno“, che volevo portare sul petto, così per farmi compagnia, all’atto di morire. Ma si è perduta nel pulire la prigione. Per quanto abbia chiesto, non ho saputo altro. Quasi pensavo di aver fatto qualcosa di vergognoso. Ma è il meccanismo, deve essere così. Ed a voi devono avere consigliato (proibito) di fare qualsiasi protesta, che non sarebbe servita a nulla, ma avrebbe dimostrato che io qualche persona cara l’ho ancora. E’ stato tutto freddamente determinato ed io sono stato trattato come se solo mi fossi servito della D.C. Ma non hanno nemmeno un momento esaminato la situazione, per vedere che cosa era opportuno fare, salvare il salvabile, capire. Una spaventosa improvvisazione. Per me, è finita. Penso solo a voi e, se non sono oppresso fino alla follia, vi richiamo, vi rivedo, da grandi e da piccoli, da anziani e da giovani e tra tutti il dilettissimo Luca con cui passo ancora i momenti disponibili. E poi il dubbio della vostra salute, la ragione del vostro silenzio. Spero che Freato e Rana vi seguano. I nostri dopo 40 giorni si saranno un po’ abituati, ma dimenticati, spero, no. Se a Torrita non venite, comincia col tenermi a Roma, o nella chiesa di Torrita. Abbracciameli tutti tutti, uno ad uno, ogni giorno, come avrei fatto.
Ricordatemi un po’, per favore. Io sono cupo e un po’ intontito. Credo non sarà facile imparare a guardare e a parlare con Dio e con i propri cari. Ma c’è speranza diversa da questa? Qualche volta penso alle scelte sbagliate, tante; alle scelte che altri non hanno meritato. Poi dico che tutto sarebbe stato eguale, perché è il destino che ci prende. Mentre lasciamo tutto resta l’amore, l’amore grande grande per te e per i nostri frutti di tanta incredibile e impossibile felicità.
Che di tutto resti qualcosa. Ti abbraccio forte, Noretta mia. Morirei felice, se avessi il segno di una vostra presenza. Sono certo che esiste, ma come sarebbe bello vederla.
Aldo


58) Ai parenti

(non recapitata)

A fratelli, cognati, zii un grande abbraccio
grazie
A Nonna tante cose care
Vede che non si può fare previsioni?
Aldo


59) A Corrado Guerzoni

(non recapitata)

Rai II Rete

Caro Guerzoni,
in questo momento drammatico mi sento accanto a Lei, infinitamente grato per il bene che mi ha voluto, per quanto ha operato per me, per quanto avrà certo fatto in questa circostanza. Molte cose mi risultano incomprensibili e non voglio rifletterci su. Mi angoscia la famiglia che resta sola, specie Luca. L’affido a Dio ed a buoni amici a cui debbo tanta riconoscenza. Mi ricordi alla Sig.ra De Candido e si abbia un grande abbraccio dal suo
Aldo Moro


60) A Maria Fida Moro e D. Bonini

(non recapitata)

Carissimi Maria Fida e Demi, casa
figli amati vi riscrivo, nel forte dubbio che le mie precedenti lettere di addio siano state, chissà perché, sequestrate. Volevo dirvi (ed ora ve lo dico, purtroppo, meno bene) tutto il mio amore, tutta la mia stima, tutto il legame con voi. Vi ho già detto che con Luca mi avete dato la cosa più grande della mia vita, quella che più angoscia lasciare. Lo terrò stretto a me fino all’ultimo istante, sperando che non gli resti il segno di questa vicenda ma che, misteriosamente, l’amore rimanga. So la fragilità di Fida che ha bisogno di essere aiutata. Ho cercato di farlo con più gioia che sia dato immaginare. Ma ora occorrono altri e da tutti invoco questa collaborazione. Anche tu Demi caro, che già fai tanto, stai in questa circostanza più vicino a tuo figlio tienilo fra le braccia come lo terrei io, riversa su di lui il tuo amore. Camminate per la vostra strada diritti e saggi, ora che i tempi si fanno sempre più difficili. Fida ricordi il mio amore dal primo istante, la cura infinita e confidente, il desiderio di aiutarla sempre. Siate uniti nell’amore e nella famiglia, senza alcuna distrazione. Non c’è cosa più grande di questa. Che Iddio vi benedica dal profondo, vi tenga stretti a me e tra voi. Un tenerissimo abbraccio dal vostro Papà.
Aldo

Ricorda quella piccola dichiarazione creditoria

P.S. Mi consola pensare che, prendendo io quel che sta per arrivare, lo scanso agli altri, lo scanso a Luca e Luca potrà star bene. E questo è l’essenziale. Baciatelo tanto per me e forte forte, ciao a voi altri.
C’è tutto tra la nostra storia e la storia.

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