La società delle barriere

Ci vogliono far credere che la nostra società sia quella aperta, senza confini, senza divisioni. Globalizzazione, liberismo, libero transito delle merci, e delle persone.La società dell’informazione. La società dell’accesso: la gente manda sms, mms, usa il bluetooth, chatta, naviga, risponde alle inserzioni, fa book crossing.

Tutti si parlano insomma, anche quando non hanno un cazzo dirsi.

Balle. Non è mai esistita una società più segregata di questa, più atomizzata. E’ la società delle barriere. Nei locali i ragazzi entrano in gruppi compatti, si sfaldano, si rincorrono tra la folla, ma non si mescolano: l’osmosi non avviene, come non avviene la conoscenza reciproca. La posizione tipica del gruppo per conversare è il cerchio, chiuso all’esterno.

Le ragazze ora portano quasi tutte il tanga, eppure i nostri padri, negli anni sessanta, facevano molto più sesso di noi: non sono certo i vestiti a farti padrone della tua vita, a salvarti dalle insicurezze. Corpi scolpiti un anno nelle palestre, esibiti nelle spiagge, e poi rinchiusi di nuovo in palestra, ad ammuffire. Il corpo ripulito di ogni difetto, stupendo, ma che non ha irregolarità, caratterizzazione, è troppo levigato non parla, non seduce più. Il corpo non mangia troppo, non ama troppo: la sola cosa in cui eccede è l’autocontemplazione.

In giro sono quasi tutte fighe. Ma quante di loro fanno innamorare? Non sono i difetti a fare innamorare? Ma quelli sono proibiti.

E su tutto incombe il totem del preservativo, simbolo necessario di distanza, di separazione. Nel sesso i corpi si fondevano, il sesso era pelle umida, umore. Il preservativo ha reso il sesso una cosa asciutta, intangibile.

Segregata. Pulita. Trascurabile. Abbiamo tutti un preservativo sulla testa adesso.

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50 Commenti

  1. Un bel tir di retorica.
    La realtà che ci presenti però è parecchio stereotipata, irreale, banale. E’ la realtà come ce la vendono in media di massa.
    Proprio ora vengo da un giro dal centro. Ragazze fighe pochine, corpi levigati dalla palestra ancora meno, al massimo sformati dalle lasagne.
    I nostri genitori facevano di più all’amore?
    Sì, è probabile, mi riesce difficile pensare a qualcuno che faccia meno sesso di me.

  2. Un bel tir di retorica.
    La realtà che ci presenti però è parecchio stereotipata, irreale, banale. E’ la realtà come ce la vendono i media di massa.
    Proprio ora vengo da un giro dal centro. Ragazze fighe pochine, corpi levigati dalla palestra ancora meno, al massimo sformati dalle lasagne.
    I nostri genitori facevano di più all’amore?
    Sì, è probabile, mi riesce difficile pensare a qualcuno che faccia meno sesso di me.

  3. sul discorso ragazze fighe: non so dove abiti tu, forse a McDonald Land, ma io vengo appena da una lunga camminata sulla spiaggia di Pescara, e ti assicuro che preferiresti essere cieco. Questo non perchè nasciamo tutti fighi, ma perchè essere belli ormai non è una scelta, ma un dovere. Viceversa: aprirsi, ascoltare, conoscere, non è un dovere sociale, per cui la stragrande maggioranza delle persone se ne sente sollevata.

    Il “giro” in fondo resta quello per sempre.

  4. sai com’è. l’AIDS e tutto il resto. una volta si facevano grandi schifezze, oggi la sera si vede la TV con tutti i VIPS e tutti i reality e tutti quei TG pieni di servizi sui VIPS e sui reality shows e sui VIPS che partecipano a questi cazzo di programmi TV del cazzo. e molti si impersonano nei personaggi visti in TV e credono che loro non fanno queste cose. per carità. ma, se può farti piacere, sappi che migliaia di uomini e donne trombano come i pazzi in ogni istante e se ne strafottono dei sondaggi, dei preservativi e della TV.

  5. Il preservativo e lo spauracchio dell’Aids secondo me non c’entrano molto con l’edonismo attuale, con la mania di emulare Costantino & co, con la fissa per un corpo bello e tatuato da esibire in spiaggia e sul lungomare. Quel che manca, probabilmente, è il desiderio di mettersi in gioco e di conoscere davvero quel che sta al di fuori del nostro ‘giardinetto’.

  6. “…i ragazzi entrano in gruppi compatti, si sfaldano, si rincorrono tra la folla, ma non si mescolano: l’osmosi non avviene, come non avviene la conoscenza reciproca. La posizione tipica del gruppo per conversare è il cerchio, chiuso all’esterno”

    Non poche emanazioni della blogosfera mi sembrano una proiezione di quel “locale”. Altre, per contro, lo smentiscono un attimo dopo.

    Analogie a parte, mi sembra, nell’insieme, un pout-pourri un po’ troppo eterogeneo e categorico, per fotografare una realtà che fugge a sintesi così semplici e che mi appare molto meno monolitica e disastrosa.

  7. Certe considerazioni appaiono più come un segno del tempo che passa che non come una realtà oggettiva sulla quale riflettere.
    I nostri genitori ricordavano con nostalgia i lunghi corteggiamenti che non si esaurivano in quel sesso libero di cui parli tu e mia nonna ha guardato i pantaloni al femminile con la medesima diffidenza con cui tu ora osservi quei corpi scolpiti.
    Un “si stava meglio quando si stava peggio”, suona in questo frangente adatto come l’amara constatazione che non esistono più le mezze stagioni.
    Signora mia che caldo!

  8. Abito a Pavia e non mi posso lamentare, ci sono le ragazze belline, come dappertutto, come ci sono anche quelle , diciamo, ‘simpatiche’, come dappertutto. Un top o un trucco in più non credo faccia questa gran differenza, questione di parametri di giudizio. E poi è estate, sono tutte più svestite. E’ normale essere eccitati.

    A volte credo che l’estetica di Costantino e della palestra non sia troppo diversa da quella dei rasta e dei centri sociali. Abbiamo un disperato bisogno di omolagazione; forse la società di massa l’ha aumentata, forse ci ha dato alternative, con la possibiltà di conoscere altre culture, e di conoscere.
    Non so.

  9. Mi sono perso qualcosa!
    Non era una società di obesi la nostra?

    I ragazzi di oggi? … dipende sempre da chi frequenti, da chi incontri e da con chi parli. C’è di tutto un po’ nella nostra società, tanto di quello che dici, ma tanto anche di contrario, di diverso, di meglio, ma anche di peggio. Meglio oggi rispetto a ieri, sicuramente!
    Guarda ogni tanto “Lucignolo” e vedrai quante sfaccettature ha la società di oggi .. ah ah ah!

  10. Ah, la spiaggia di Pescara, e corso Manthoné, e Piazza Salotto. Vabbé le solite frangette, scarpe a punta, donne finte alla moda. Che novità, ai nostri tempi avevano semplicemente altri indumenti. :-)

  11. Anch’io sono convinto che viviamo segregati gli uni dagli altri come particelle elementari. Non sono convinto che non sia stato sempre così.

  12. “Oddio che depressione!”

    Mah. Post formalmente ineccepibile, contenuto condivisibile, citazione rifkiniana e rabbia pasoliniana comprese.

    Però…la banalità è dietro l’angolo.

    Eppoi la storia del preservativo in testa, in barba agli alti riferimenti culturali, mi ha fatto pensare ad “Una pallottola spuntata”.

    Mlah

  13. “Abbiamo tutti un preservativo sulla testa adesso.”
    Adesso, va bene partire dal dato personale, ma perché generalizzare?

  14. Beati voi che trovate questo post banale e stereotipato, io lo trovo azzeccato al 100% e, purtroppo, è una foto della realtà delle mie parti.
    Vi ricordate “Ragazzine vestite da modelle….” a me un giretto in centro al sabato pomeriggio ricorda tristemente un venerdì sera a ballare il commerciale

  15. Ok ok, vi evito gli “O tempora, o mores”, non so se sia sempre stato così, io d’altronde prima non c’ero. Però vi faccio notare almeno due fattori incredibili di ripiegamento

    1) Le malattie sessualmente trasmesse, su di tutte l’HIV, che hanno reso ogni spensieratezza possibile causa di morte. E’ ovvio che bisogna proteggersi, ma
    il motto è “Dubita, di tutto e tutti”.

    2)La sovraesposizione sessuale, che ti crea falsi miti, false convinzioni, e , tendenzialmente, rende le cose meno naturali e più difficili.

    Cmq grazie per il “Visto”, al temino. E’ pur sempre un voto sufficiente, no?

  16. Non te la prendere Francesco.
    Mettiamola così: hai detto cose sicuramente banali ma, come tutte le banalità, sicuramente vere.
    OK?
    Purtroppo ai blogger piace un pochino tirarsela e pensare che non si può star qui se non si ha un po’ di puzzetta sotto il nasino.

  17. “…l’osmosi non avviene, come non avviene la conoscenza reciproca. La posizione tipica del gruppo per conversare è il cerchio, chiuso all’esterno.”
    *******
    Ottima descrizione dell’universo autoreferenziale dei bloggers, quell’universo impermeabile a qualsiasi infiltrazione esterna. I bloggers non vivono, esistono. E bastano a sé stessi, come gli onanisti.

  18. Il preservativo in testa puoi avercelo solo se sei una testa di ….. :)

    dimmi dove vedi tutte ste stafiche palestrate in giro che vengo a vedere :)… a quanto ne sapevo in italia stiamo prendendo il trend completamente opposto, ovvero i sovrappeso sono in aumento anno per anno…..

    E poi le generalizzazioni son tutte cagate….

    I giovani.. i vecchi.. gli intelletuali.. sono parole sensa senzo, che cercano di fotografare un universo di valori comuni che non esiste….
    Ogni giovane è giovane a modo suo ….

  19. Forse è perché ci sono dentro, difficile capire, ma io non trovo tutto questo nella mia società. Ho 18 anni e non ho mai messo il tanga, le mie amiche se lo mettono, ma basta parlarci solo due minuti per capire come sono. A me questo sembra pregiudizio: giudicare senza conoscere.
    Ho una compagnia e una classe di amici, eppure anche se qualcuno è un po’ “pompato” o porta il tanga non è automaticamente rinchiuso in sè stesso, non vede solo lui.
    Sul fatto del sesso non mi posso pronunciare, penso solo che una volta c’erano più gravidanze indesiderate e più aborti. E non è male se uno prima di andare con chiunque ci pensi un attimo.

    E’ vero che la nostra società odierna mi preoccupa, ma anche noi gggiovani abbiamo degli ideali, dei nostri pensieri e delle nostre emozioni, solo che spesso non veniamo ascoltati…

  20. Questo post è una cazzata, ma secondo me può funzionare; me lo imparo a memoria, lo recito tutto d’un fiato e voglio vedere quale femmina non accetta ch’io non usi il cappuccetto.

  21. E’ vero che tutti parlano senza avere un cazzo da dirsi. Prendete me adesso: sto scrivendo una cazzata a uno che non conosco, non ho un fava da dirgli e non so perchè lo sto facendo.

  22. Scusatemi un attimo, io non ho nessuna voglia di generalizzare, volevo solo parlare di quello che di solito vedo attorno a me.

    Sarei felice di sbagliarmi, felice di trovare tutti aperti, disinibiti in senso proprio, gente che la sera esce con una comitiva e torna a casa con un’altra. Persone conosciute sulla metrò che ti aprono dei mondi. Ragazze conosciute un pomeriggio in università con cui dormi assieme la sera stessa, perchè vi piacete, stop. A volte succede, ed è stupendo, ma la maggior parte dei casi non succede, è un dato di fatto, possiamo parlarne e riparlarne,ma la vita non mi ha ancora smentito da questo punto.

  23. ….per dirla alla maniera del caro vecchio Cuore:

    “Ci vogliono far credere che la nostra società sia quella aperta, senza confini, senza divisioni. Globalizzazione, liberismo, libero transito delle merci, e delle persone.La società dell’informazione. La società dell’accesso: la gente manda sms, mms, usa il bluetooth, chatta, naviga, risponde alle inserzioni, fa book crossing. Tutti si parlano insomma, anche quando non hanno un cazzo dirsi.”

    >> “Rodo di’invidia per il Videofonino del mio collega, ma non me lo posso proprio permettere”

    “Balle. Non è mai esistita una società più segregata di questa, più atomizzata. E’ la società delle barriere. Nei locali i ragazzi entrano in gruppi compatti, si sfaldano, si rincorrono tra la folla, ma non si mescolano: l’osmosi non avviene, come non avviene la conoscenza reciproca. La posizione tipica del gruppo per conversare è il cerchio, chiuso all’esterno.”

    >> “Inoltre, in ufficio non mi caga nessuno. E figuratevi fuori”

    “Le ragazze ora portano quasi tutte il tanga, eppure i nostri padri, negli anni sessanta, facevano molto più sesso di noi: non sono certo i vestiti a farti padrone della tua vita, a salvarti dalle insicurezze. Corpi scolpiti un anno nelle palestre, esibiti nelle spiagge, e poi rinchiusi di nuovo in palestra, ad ammuffire. Il corpo ripulito di ogni difetto, stupendo, ma che non ha irregolarità, caratterizzazione, è troppo levigato non parla, non seduce più. Il corpo non mangia troppo, non ama troppo: la sola cosa in cui eccede è l’autocontemplazione. In giro sono quasi tutte fighe. Ma quante di loro fanno innamorare? Non sono i difetti a fare innamorare? Ma quelli sono proibiti.”

    >> “Come se non bastasse, tutte le ragazze che vedo mi sembrano delle gran fighe. Non una che me la dia, però”

    “E su tutto incombe il totem del preservativo, simbolo necessario di distanza, di separazione. Nel sesso i corpi si fondevano, il sesso era pelle umida, umore. Il preservativo ha reso il sesso una cosa asciutta, intangibile.Segregata. Pulita. Trascurabile. Abbiamo tutti un preservativo sulla testa adesso.”

    >> “Avevo comprato dei preservativi per scaramanzia ma è talmente tanto che non la vedo che sono scaduti. Tanto vale che mi faccia una sega ed accenda la Tv”

    @-)

    ps: senza offesa, per carità!….sarà il caldo!

  24. Io abito a Pescara da quasi tutta la vita. Putroppo la gente che frequenta certi posti è come l’hai descritta tu, ma in quegli stessi posti ci sono tanti altri ragazzi che purtroppo hanno solo quei locali da frequentare. Ormai anche i pub sulla spiaggia più normali hanno il buttafuori all’entrata. Ma ti assicuro che a Pescara (ma anche in altre città) c’è tantissima gente con cui puoi davvero parlare e aprirti. Certo non sono la maggioranza, ma non sono neanche così pochi. E’ solo che non li troverai in certi posti, o forse lì troverai lì una volta ogni tanto che osservano la fauna vip e vippettara locale e non.

  25. Kakaric: incredibile come NON ci hai preso con il profilo del serial killer ;) :) Non sto a descrivermi, ma veramente zero.
    E’ un buon inizio: mai pensato di fare il criminologo in TV?

    Pierluigi: è vero. Dai, la prossima volta che Bettarini viene alle Paillote ci andiamo insieme che magari poi ci presenta Briatore.

    Cmq, vi amo tutti ;), è così bello sentire il vostro affetto che mi scalda il cuore

    Rickhelmut: ho riso mezz’ora quando ho letto il tuo commento.

  26. Che valanga di luoghi comuni.
    La società dell’apparire e nessuno s’innamora più e non si comunica e la colpa è dell’HIV e delle malattie.
    Mancava il consumismo, gli Stati Uniti e i servizi deviati poi le cazzate c’eran tutti.

    E’ proprio necessario scrivere se non si ha nulla da dire?

  27. Come ho letto il commento in risposta a D.S., mi sono sentito chiamato in causa: essendo pescarese anch’io, posso confermare solo al 50% le tue tesi. La situazione, innanzi tutto, è la stessa da tutte le parti, e Pescara non fa eccezione.
    L’unica differenza è che nella nostra città la tendenza pare essere un obbligo, un dogma, un lasciapassare per la società.
    Il cervello di molti ragazzini del luogo pare essere stato venduto all’asta su eBay, e senza neanche ricavarci poi tanto.
    Sul discorso fighe: Pescara ne è piena, zeppa. Il problema non è il fisico (che, per forza di cose, le 15enni o 16enni hanno in tiro di natura), è sempre il cervello: pensare di averla d’oro è purtroppo il denominatore comune delle ragazze made in Pescara.
    La vita di gruppo non si svolge in un 360, anzi.
    Invito Francesco a precisare in quale zona di Pescara è nata l’ispirazione per questo post, perchè, per quanto mi riguardo, continuo ad amare una città di pecore. Un vero proprio gregge griffato da Applausi.

  28. Pablo: semplicemente da un pomeriggio all’Ammiraglia. Ma in realtà anche a Milano, dove vivo, la situazione non è molto diversa. Non è questione di luoghi comuni, dei gggiovani senza valori o robe del genere. Che la situazione sia così disgregata mi sembra palese, e non credo basti dire che esistono controesempi: è logico che esistano. Avevo scritto in passato del volantinaggio pro-referendum in piazza Cordusio: anche ammettendo le barriere naturali erette passeggiando per il centro di Milano, nessuno ti ascolta, nessuno si lascia convincere, poche persone condividono esperienze.

    Poi, a dirla bene, una decina di persone si saranno pure fermate a parlare e mi hanno raccontato della loro vita, ma dieci persone contro mille non fanno testo, le considero una piacevole eccezione, ma non bastano a modificare il trend strutturale. E’ la cosa sconcertante è stato il numero di donne e di ragazze a cui non gliene fregava un cazzo: francamente non me lo aspettavo. Poi, statistiche alla mano, mi si dimostrerà che le ragazze italiane hanno votato in massa: sarò capitato nell’eccezione, che devo fare.

    Per dirti, il mio argomento era :” Ehi, io sono uomo, mi prendo solo la parte piacevole di concepire un bambino. Ma cavoli voi siete donne, vi costringono a impiantare embrioni malati contro la vostra volontà. Vi costringono a parti trigemellari. Cazzo dovreste essere voi a volantinare qua, non io”. Certo, c’erano delle donne, e non c’erano poche, ma meno di quelle che secondo me avrebbero dovuto esserci.

    Per cui non ripetetemi che ci sono eccezioni: lo so che ci sono eccezioni. Siamo tutti eccezioni: purtroppo alcuni meno di altri però.

  29. Francesco io ho votato “si” ai quattro referendum ma questo non significa che mi sarei messa in mezzo alla strada a raccontarti la mia vita, nè che la mia opinione sul referendum abbia un valore maggiore rispetto a quella di chi ha ritenuto di non farlo passare.
    Mi pare che con quest’ultimo intervento, dalla banalità degli argomenti trattati sul post, tu stia tentando di fare passare per celebrolesi palestrati, quelli che la pensano diversamente da te.
    Non un gran esempio di apertura verso altri mondi.

  30. Secondo me hai ragione quando dici che la nostra societa’ e’ molto segregata, ma il tuo commento sullo sesso non mi pare sia vero. Oggi la gente e’ piu’ libera in quanto riguarda lo sesso. Piu’ superfiziale anche,certo.

  31. secondo me ci prende. i posts incazzosi o ironici in genere sono una conferma. è che la maggior parte di noi è convinta di non essere così, di essere invece capace di aprirsi e confrontarsi seriamente con gli altri. ma quante persone si incontrano veramente? di quanta novità facciamo esperienza nel nostro girovagare?
    siamo atomizzati. e la vicenda del profilattico è il simbolo estremo di tutto ciò: anche nel momento in cui pensi di essere più unito, in realtà sei separato.

  32. Vorremmo che gli altri ci guardassero come una persona, ma poi si è i primi a pensare agli altri solo come massa… chi emerge da questa massa? la metà di noi probabilmente penserebbe a se stesso e ai proprio amici… chissà perchè… forse perchè li conosciamo?
    anche le persone all’apparenza più superficiali (e magari anche alla sostanza) si trovano prima o poi a chiedersi come amare unapersona, come affrontare il dolore e la malattia…
    arricciamo il naso davanti a certe persone che ci sembra pensino troppo al loro aspetto esteriore… perchè, visto che li giudichiamo solo per quello?

  33. A me ‘sta immagine di queste ragazze iperdisponibili a trombare immediatamente e senza preservativo non convince. Le prositute si fanno pagare profumatamente per farlo senza, SE lo fanno, perchè io dovrei rischiare gratis (per poi non godere neanche, si sa che i rapporti occasionali non sono quelli più soddisfacenti per le donne)?? Mi sembra un favore troppo grosso da fare ad un estraneo. Sarà la società atomizzata, come dici tu, ah. E poi socializzare con tutti questi estranei, come dici tu…ma se la gran massa delle persone è IMBECILLE! Preferisco le mucche.

  34. secondo me eri partito bene, hai scafazzato* poi, tra tanga e preservativi. :-)

    *scafazzare= sfasciare, distruggere.

  35. Credo che generalizzare in questa maniera, non sia piu’ possibile, cmq credo che:

    Una volta i gruppi di ragazzi non erano cosi’ chiusi. Vero

    Ma una volta c’erano meno possibilita’ di divertimento: i locali erano quello che erano, i soldi ed il tempo disponibili per il cazzeggio, pure… ci si divertiva stando in gruppo, facendo gruppo… ora puoi andare anche da solo in discoteca, che comunque hai a disposizione mezzi per divertirti senza per forza dover conoscere qualcuno. Credo.

    Non sono i vestiti a renderci persone sicure. Vero.
    In realta’ ora abbiamo piu’ tempo per renderci conto delle nostre insicurezze, cosi’ come abbiamo piu’ possibilita’ di mascherarle.

    E’la consapevolezza il vero problema, che poi tanto problema non e’, perche’ alla fine, uno fa quel cavolo che vuole.

  36. Rui Marthino. Mi piaci Rui Marthino, davvero. Tanto che son passata a vedere chi sei, ma ho trovato “Liminaria”. Dum(b)kymuss, cosa intendi sulle mucche?

  37. Francesco , ti ringrazio della visita… volevo risponderti sul tuo blog ma penso possa commentare solo se registrato… ad ogni modo… vivo a roma ma sono nato ad alatri , in provincia di frosinone… non è un problema di luoghi , che la società è molto più fratturata di quanto si dice lo si vede dall’esperienza di vita di ognuno di noi , da ciò che dici tu , dal sessismo , ma anche da un classismo strisciante (per non parlare della xenofobia…)

  38. Caro Francesco: secondo me questa “controrivoluzione sessuale” non è esattamente una casualità:
    lo stimolo alla riproduzione è l’unica tra le necessità primarie la cui privazione non comporta necessariamente una “menomazione”.
    Sarò + chiaro: tra gli istinti primari ci sono la fame la sete e la riproduzione, tutti sappiamo cosa succede se privo una persona del cibo o dell’acqua, tutti sappiamo ma facciamo finta di non sapere cosa succede se privo una persona della possibilità di far sesso… basta vedere che lotte fanno eche cosa rischiano in natura gli altri animali per potersi riprodurre.
    Evolviamo il discorso: molta gente guarda la Tv e fa proprio il modus vivendi lì recepito ; modelle/i fighissime/i in ogni dove (pubblicità, programmi generalisti, cartelloni) producono una iperstimolazione sessuale completamente innaturale (TUTTO, TUTTO il giorno di fronte ad ammiccamenti sessuali espiliciti di bellezze strordinarie), quelle stesse bellezze che poi nelle pubblicità ti “consigliano” di comprare questa macchina o quel gelato (pubblicizzato con un’orgia) e che dividono il mondo in gaudenti che hanno quel prodotto e quindi si trombano la figa di turno e sfigati senza quel prodotto che al più possono guardare e rosicare.
    Niente di nuovo insomma, condizionamento pavloviano, associare un riflesso secondario acquisito ad un bisogno reale primario, il tutto attraverso un mezzo, come quello televisivo, verso cui il nostro cervello ha pochissime difese (anche se siamo “intelligenti” e “razionali”).
    Freud diceva che il sesso è il motore del mondo. Probabilmente è anche il turbo del consumismo.
    Gia vi sento: “Ma io la televisione non la accendo!” …e bravi… alla base di ogni forma di controllo sociale c’è la società e il bisogno comune di ogni uomo di sentirsi integrato in essa, se io ti inserisco in una realtà di teleguidati di te farò COMUNQUE un teleguidato o al massimo un emarginato.

  39. Diddy: sono assolutamente d’accordo con te, però ho due rilievi da fare

    1) La sessualità non è un istinto primario dell’individuo ma della specie (razze umane meno infoiate dell’homo sapiens sapiens si saranno estinte da millenni)

    2) Io non credo che la sessualità ormai faccia più vendere qualcosa…. all’inizio del suo utilizzo pubblicitario forse, ormai ha solo l’effetto di una tossicodipendenza, siamo talmente assuefatti che non ci fanno più nè caldo nè freddo.

  40. Mai letto Houellebecq?
    “Taluni fanno l’amore ogni giorno; altri lo fanno cinque o sei volte in tutta la vita, oppure mai. Taluni fanno l’amore con decine di donne; altri con nessuna. E’ ciò che viene chiamato “legge del mercato”.

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