Una faccia, una razza.

Approccio numero uno: sbeffeggiarlo per la faccia. Approfittare del lasciapassare concessomi dal Direttore per scagliarsi contro Francesco Giorgino contando su quei principi di fisiognomica segretamente celati in ciascuno di noi: quei colpi d’occhio che sovente ci fanno giudicare dalle apparenze nella supposizione che ciascuno, da un certo punto in poi, abbia la faccia che merita. Del resto la faccia di Francesco Giorgino ci era familiare da ancor prima che apparisse in televisione, era una costante della nostra vita, a scuola sedeva nei primi banchi, non passava mai i compiti, portava via il pallone, non lo invitavano mai alle feste, è lui, è il secchione, il borioso, il raccomandato, la spia, è una faccia che sprizza antipatia nelle persone ordinarie, che ammalia viceversa le casalinghe di Voghera, soprattutto di Andria, città natale sua e della celebre burrata. Ma questo non è un approccio serio.


Lui te lo ritorcerebbe contro, e la sinistra ne approfitterebbe per accrescere l’aura del nuovo telemartire.
Riassunto: l’altro ieri Clemente Mimun ha sospeso Giorgino dalla conduzione serale del Tg1 giacchè “si è interrotto il suo rapporto di fiducia con il direttore”. Motivi? In primo luogo un’intervista in cui Giorgino aveva preso le distanze da Mimun parlando di applausi finti e di fischi tagliati durante il Tg, e ritagliandosi, infine, le seguenti probabilissime perle autobiografiche: 1) Per me il giornalismo è un’altra cosa; 2) Non sono mai stato Berlusconiano.
Il giorno dopo le risate hanno sgretolato i cornicioni di Viale Mazzini, certo, ma dopo la pausa caffè si sono ricomposte nella sortita anti-berlusconiana del giorno. Chiaro: “Chi fa critiche viene punito: Mimun rimuove Giorgino” tuonava ieri l’Unità in prima pagina: seguivano le immediate e pavloviane solidarietà dei Giulietti – Giulietti ha difeso Giorgino, ripetiamolo – nonché del comitato di redazione del Tg1, lo stesso comitato di redazione che il 6 ottobre 2003 aveva tentato di bloccare l’approdo di Giorgino alla conduzione serale: perché era berlusconiano.
Funziona così. La Rai è il maggior sensore nazionale dell’aria che tira – assieme ai tassisti – ed eccoti dunque un qualsiasi benchè sgraziatissimo salto del quaglione: non sono berlusconiano, sono terzista, per me il giornalismo è un’altra cosa. Tutto molto coerente, in realtà. Normale. Sicchè l’approccio numero due potrebbe essere questo: raccontare semplicemente il romanzo mediocre di questo pollo da batteria Rai che è un signorino senza infamie e nè doti: nato bene, raccomandato meglio e sospinto infine (non smentisca, per favore) da un Silvio Berlusconi allora capo dell’opposizione. Una storia figlia della consueta intercambiabilità Rai che può portare chiunque a fare qualunque cosa dopo che per esempio abbia fatto l’addetto stampa per un ministro democristiano – essenziale – e dopo che abbia maturato un’importante esperienza giornalistica porgendo il microfono ai caselli autostradali di ferragosto: signora, dove sta andando? Lo sa che c’è traffico? Sinchè, ecco, arrivò il direttore Giulio Borrelli che in un battibaleno lo promosse a vicecaporedattore e poi alla conduzione: e per che cosa? Perché era bravo?
Il resto è ordinaria piaggeria italica. Agostino Saccà, nel 2002, ebbe la brillante idea di promuovere Giorgino come conduttore del Dopofestival: ed era finita. Le imbarazzanti adulazioni di Giorgino verso il suo futuro direttore Mimun – in diretta – le abbiamo viste tutti. Più celata, invece, la caccia giornalistica al Premier da parte di un Giorgino ansioso di visibilità. “Ha la vaselina nel sangue” disse di lui il direttore del Riformista Antonio Polito. Esagerato. Il fatto è che non puoi prendere un ragazzotto classe ’67 e regalargli d’un canto tutto questo: finisce che ci crede. Gli inviti. Gli autografi. La popolarità. La bella idea di mettersi a polemizzare con un calibro come Enrico Mentana, intimandogli addirittura: “Tu non puoi polemizzare con un volto di punta del Tg1”. Non puoi. Seguiva una sua comparsata nel film Natale in India. E la volontà malcelata e purtroppo disattesa, dopo Sanremo, di restare nel mondo dello spettacolo: si perpetuava un infelice rapporto tra la sua effettiva capacità e la sua smodata presunzione: Francesco Giorgino è questo. Null’altro. Un qualsiasi dipendente Rai che coi soldi nostri paga la strumentalizzazione politica che più gli faccia comodo purchè seguiti a proiettarlo nell’unica dimensione professionale che gli interessi e che ci abbia mai mostrato: apparire. In Rai la professionalità è questa.
E qui veniamo al terzo approccio, forse il più intollerante, forse il più pretestuoso, il più rischioso, quello che da più tempo si aspettava tuttavia di scrivere.
Quello che forse è sottaciuto da migliaia di colleghi che ancora hanno il senso del mestiere, che cercano e ancora scovano le notizie, si fanno il mazzo nelle redazioni, lavorano nelle agenzie, consumano la suola delle scarpe, fotografano e riprendono la realtà nei luoghi caldi del mondo – anche se magari non hanno il famigerato tesserino di giornalista – e insomma migliaia di colleghi vecchi e giovani che sanno ancora elaborare un avvenimento, filtrarlo, fare un’inchiesta, cercare riscontri, maneggiare carte, fare una visura camerale, confezionare insomma una notizia solo perché infine possa finire su un foglio o più spesso su un gobbo di telegiornale: a beneficio, magari, di un banale ripetitore di parole che poi straparli di giornalismo. Per me il giornalismo è un’altra cosa, dice Giorgino. Ecco, lo è anche per noi. Non ci è chiaro di che giornalismo parli, Giorgino. A nome di che parli, Giorgino. Che cosa possa insegnare, Giorgino. Di che cosa sarebbe martire, soprattutto.
Giorgino – sappiamo questo – è quello che ha scritto un libro sul giornalismo e che in copertina ha messo una sua foto. E’ quello che sul settimanale Gente ha dichiarato così: “Forse i miei occhi azzurri accrescono il feeling con il pubblico, ma spero che il pubblico mi apprezzi per la mia sensibilità, cioè per il fatto di sorridere e di commuoversi davanti a certi argomenti”. E quando un collega – mio, non suo – rinfacciò a Giorgino la suddetta frase, lui rispose: “Possibile che io abbia detto questa stronzata?”. Giorgino, sì. Per te il giornalismo è un’altra cosa.

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50 Commenti

  1. 1000 parole per dire: il direttore di Rai 1, alle dipendenze del mio capo, ha cacciato un mio collega, anche lui alle dipendenze del mio capo e ora mi tocca sputtanare il mio collega perchè anche il direttore ci sta facendo una figura di merda e il nostro capo non è troppo contento.

  2. adesso ti toccera’ ciucciarti i commenti di quelli che pensano che pure tu vuoi apparire. sopporta.

    carina l’articolessa.

  3. La penso esattamente come Facci. Io persino leverei il tesserino ai conduttori di tg, che sono per me dei presentatori fino a prova contraria.
    Quanto al “capo” supposto di Facci, si informi il commentatore sopra e la smetta con banalità di base che sfiorano il ridicolo.
    Ma Filippo: tu non ti stanchi? A me questi fanno cadere le braccia…

  4. Godibilissimo questo post. Davvero.
    Peccato che di Giorgino, almeno al sottoscritto, non freghi nulla.

  5. So che il commento sarà considerato banale, però a me sembra curioso che Little George si accorga SOLO ORA che al Tg1 coprono i fischi, aggiungono applausi e praticano una intensa, diciamo, postproduzione su notizie ed eventi. Va avanti così da 4 anni, e sinora non lo vedevo molto sciupato.
    Sarà mica che qualcuno ha fiutato un cambio di vento, e si prepara al salto con una bella veste da martire del regime? (veste immacolata visto che non l’ha mai usata)

    My two cents

  6. Non coltivo molte illusioni ma quella che alla lunga i cretini vengano fuori in tutto il loro splendore, è uno dei pochi piaceri che mi concedo quando accendo la tivvu.
    Parlo di cretini e non di furbi, schierati, falsi, antipatici, insopportabili, ma proprio di quel tipo di personaggi che insieme ad un nome che non darei neanche al mio chihuahua con tendenze omosessuali, si portano a spasso una faccia e un paio di occhi azzurri che appunto parlano da soli.
    E non dicono niente.
    Solo Giovanni Masotti riesce ad essere peggio di lui ma credo che ciò dipenda più che altro dalla pettinatura.
    Forse in Rai dovrebbero cominciare con il cambiare parrucchiere.

  7. In effetti paragonare il conduttore di un Tg a quelli che si consumano le scarpe nei luoghi caldi del mondo non ha molto senso. Sono due professioni diverse, per cui serve (e nel secondo caso non e’ necessario) lo stesso tesserino.

  8. Segnalo anche questo articolo di Guia Soncini sul Foglio di oggi:

    Questione filosofica del dì: è più facile che Francesco Giorgino stia furbescamente pensando di riciclarsi a sinistr a eper questo l’irregimato Clemente Mimun lo punisca, o che Mimun stia prontamente riposizionando il tg a sinistra e il martire Giorgino, attaccato alla bandiera di Forza Italia come la Duse alle tende, ne paghi le conseguenze? Tutti danno per scontato che la spiegazione della rottura fra il direttore del Tg1 e il più famoso tra i volti ancora in servizio della testata sia la prima: Giorgino si sarebbe persino iscritto all’Usigrai, da mesi ciancerebbe di “essere sempre stato terzista”, e poi la famiglia. Quella famiglia cui da vero uomo del sud è tanto legato e che, unitariamente come si conviene a una famiglia, alle ultime lezioni ha fatto candidare il fratello di Francesco con l’Udc e insomma: dell’Udc un fratello, dell’Udc pure l’altro, e se cambia il partito di riferimento della famiglia il più prodigioso dei figlioli si adegua. Tutti a ricordare i genitori di Giorgino che in prima fila al Dopofestival, mentre lui con gran tempismo loda Mimun che di lì a poco gli darà la conduzione delle 8, applaudono fieri il loro figliolo irriso da Gene Gnocchi che lo imita in reggicalze, manco fosse una mignotta di regime e non un serio professionista con la sua brava cattedra di comunicazione.
    La verità è che su Giorgino si odono solo pettegolezzi odiosi nonché infondati. Odiosa e infondata la diceria che lo vuole meravigliato e offeso a ogni sia pur minima critica – ma che dico critica: mancata recensione – del suo prestigioso tomo “sul newsmaking” (parole sue) “Dietro le notizie” da parte di quotidiani simpatizzanti del centrodestra, offeso e pronto a telefonare ai direttori: “Ma come, fate uno sgarbo proprio a me che sono di Forza Italia?”. Odiosa e infondata la voce che il padre di Giorgino raccolga voti per Forza Italia, che il figlio a Sanremo portasse cravatte sponsorizzate o che facesse mettere in posa delle comparse spacciate per clandestini per avere immagini da mandare in onda al telegiornale. Biechi pettegolezzi, che non ci abbasseremo a prendere in considerazione. Di tutti, Giorgino che si ricicla a sinistra è il peggiore, il più infondato, il più infamante. Nel quarto d’ora in cui diresse il Tg1, Gad Lerner deliberò che chi aveva ruoli di caposervizio, caporedattore e tutta quella roba lì non potesse condurre. Giorgino non ne fu felice. Dopo qualche giorno, poco prima che finissse quel glorioso quarto d’ora della stagione informativa italiana, l’insoddisfatto Giorgino telefonò al suo direttore: “Direttore, volevo dirti che sono qui a pranzo con Bonaiuti”. Lerner, più svelto a dimettersi che a comprendere, non capì perché Giorgino lo stesse informando dell’identità dei suoi commensali. Giorgino insistette (lo faceva per il suo bene): “Volevo dirti che sono qui con lui, se hai bisogno di dirgli qualcosa posso passartelo”.

    “Senta, Giorgino, io lo so cosa vuole lei…”
    Dallo sterminato numero di aneddoti – pardon: di infondati pettegolezzi – sciorinati dai simpatizzanti di quel fenomeno di Giorgino, estraiamone uno che si colloca nel corso della gestione Sorgi del Tg1 e della gestione Prodi del governo. Giorgino è stato assunto da poco, si ritrova a fare servizi su un terrmoto. La seconda scossa di terremoto e la seconda tornata di servizi gli viene però sfilata, a lui e agli altri redattori di cronaca, perché sul posto vengono mandati gli inviati. I redattori protestano, Giorgino più degli altri. La risposta di Sorgi è un’interpretazione letterale delle mansioni previste dal contratto dei redattori: d’ora in poi monterete gli ampex e poco più. Nel corso della quindicina di giorni di durata di quella punizione, vanno a Saxa Rubra prima Prodi, per un’intervista in diretta, e il giorno dopo Berlusconi. Il pomeriggio in cui arriva il Cav., i volenterosi servitori del telegiornale si precipitano ad accoglierlo. Giorgino si precipita più precipitosamente degli altri, tant’è che la redazione, schierata più o meno al completo in corridoio per vedere passare il nostro, quando le porte dell’ascensore si aprono lo vede sì, accompagnato da Buonaiuti e da Giorgino. Il direttore accoglie l’allora capo dell’opposizione, lo saluta, lo conduce lungo il corridoio verso la sua stanza in attesa della diretta, e Giorgino continua a trotterellar loro dietro. Berlusconi, che è un uomo crudele, a un certo punto si volta e sbotta: “Senta Giorgino, io lo so lei cosa vuole: vuole chiedermi di parlare col suo direttore perché le levi la punizione. Ma se il direttore l’ha punita un motivo ci sarà!”. Giorgino avvampa. Berlusconi s’infila nella stanza di Sorgi borbottando: “Crede che solo perché conosco il padre…”. Telegiornale, intervista, convenevoli. Berlusconi se ne va. Viene accompaganto alla porta. Nel parcheggio davanti alla palazzina Rai, la sua automobile. Di fianco allo sportello, in sorridente attesa, Giorgino. E voi credete davvero che un uomo così possa tradire?

  9. Ok…Giorgino è così, e lo sappiamo tutti, ma sul comportamento di Clemente “manidiforbice” possibile che non ci sia niente da dire? Facile prendersela sempre con quello dalle spalle più strette.

  10. Adoro la lingua tedesca, che per indicare quelli che presentano usa la parola moderatore.
    Né presentatore, né tantomeno giornalista. Moderatore. Una specie di pizzardone messo al centro di piazza venezia a moderare il traffico caotico della politica.

  11. Facci, tu che sei un battitore libero con infradito. Perchè non lo scrivi a chiare lettere che l’UDC passerà a sinistra. DDai, lo sapete tutti e non lo volete dire.

  12. Altro che martire.
    Il prossimo stronzo da silurare è quello che conduce “Batti e Ribatti”…sà di stronzate più della turca di un autogrill…fazioso ed odioso, destrorso dei più viscidi.
    Poi su certa RAI si spara peggio che su Madre Teresa di Calcutta, sono gli infami che producono la pornografia fascista di “Il cuore nel pozzo” in prime time…che pena…

  13. Magari, passasse a sinistra. E invece no. Peggio. Resterà nel suo centro geometrico (=inesistente) di merda, a cercar di resuscitare il peggio del peggio del peggio della storia di questo paese: la democrazia cristiana.

  14. Invece di pensare alla politica giornalistica o algiornalismo politico… Giorgino e compagnia dovrebbero dedicare più tempo a certi argomenti più importanti per il nostro vituperato paese. Ad esempio:

    “Baracche abusive su pavimenti del primo secolo d.C.” di Carlo Avvisati
    Inserito il 13 maggio 2005 alle 08:06:00 da Andrea. IT – ASSALTI
    Indirizzo sito : Culturalweb

    Gli scempi sono stati scoperti dai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli in località “Casale Pagliarone” di Giugliano in Campania, un’area prossima al Lago Patria, e a Olevano sul Tusciano, in provincia di Salerno. Nel primo caso, gli abusivi avevano costruito alcune baracche senza nessun permesso, in quell’area che consideravano al sicuro da ogni controllo perché troppo fuori mano, oltre che utilizzata solo per l’agricoltura. (segue su http://www.galluzzo.it perché il copia/incolla prolungato mi fa fatica…)

  15. Me lo ricordo, quel giorno in cui in facoltà vennero Le Iene ad intervistarlo, e, naturalmente, a prenderlo per il culo, come si conviene a chiunque abbia in sorte di essere importunato da loro. L’argomento era la comparsa in video con le camicie Brooksfield. Arrossì leggermente, ma non mostrò di alterarsi, cosa che non si addice ad un piacione genuino. Rispose imbarazzato, sfoderando il suo sorriso da bravo ragazzo che tanto piace alle mamme. Paraculo per natura, si è sempre saputo. Ora che la nave sta affondando, cerca una via d’uscita, incurante di quanto appaia meschino, e più ridicolo che mai: sulle montagne abitate dai nemici del Tiranno, c’è posto anche per lui (forse). Italiano, troppo italiano.

  16. Quei tempi sono finiti, l’Udc non passerà mai a sinistra pur non essendo di centrodestra ( e chi lo è? , salvo i radicali in politica economica nessuno), così come la margherita non potrebbe mai rivolgersi verso il centrodestra; gli elettori li bastonerebbero.
    Se cercate candidati per eventuali salti della quaglia puntate lo sguardo verso i professionisti del settore: le seconde file di Fi. da un lato e i Mastellaboys dall’altro.

    (per quel che vale un mio apprezzamente facci, sappi che hai scritto un gran bel pezzo)

  17. complimenti a facci, bell’articolo.
    se ne aveste il tempo vi suggerirei di leggere anche quello di francesco merlo mi pare sulla repubblica di giovedì, cioè ieri.

  18. Facci, lo farà eccome. C’ho raggione io, come sulla sentenza per il nano. Guarda, non sono disposto a scommetere se lo farà, ma solo quando lo farà.
    Mi gioco un paio di infradito se lo fà nel 2006. Un viaggio a Hammamet se lo fa prima dell’estate 2005. E il libro di Rocca se lo fa in autunno di quest’anno (che è l’evento statisticamente più probabile).

  19. Ho già detto la mia, perdonami se non mi scaldo. Se hai le tue tesi, sostienile. Per farlo non hai certo bisogno di accreditarti come mio interlocutore.

  20. Ve l’avevo detto che Ratzinger scherzava poco…

    Da Ratzinger il via alla causa di beatificazione voluta dalla piazza. L’americano Levada nuovo prefetto della Congregazione della Fede. Papa Ratzinger ha ascoltato la «piazza» che chiedeva a gran voce: Wojtyla santo subito. E così è stato. Venerdì mattina, a sorpresa, Benedetto XVI, nella sua visita al Palazzo del Laterano per l’incontro con il clero romano, ha annunciato che la causa di beatificazione del Papa polacco scomparso il 2 aprile avrà un iter accelerato. In genere la Chiesa, prudentissima, attende almeno cinque anni dalla morte del servo di Dio. Ma stavolta, come è avvenuto per Madre Teresa – anch’essa santa a furor di popolo – verrà fatta una eccezione straordinaria. (il resto ve lo sbobinate su [url]www.galluzzo.it[/url])

  21. Le infradito – con laccetto posteriore – sono qui, nuove. Passa a prenderle quando vuoi.

  22. Giornalisti che si autoreferenziano, giornalisti che parlano di altri giornalisti e di testate giornalistiche.
    Mi accendo una sigaretta che è meglio … và!

  23. Approccio numero 1…togliamolo. La faccia dell’antipatico, il primo della classe etc..
    Tu Facci adorato hai la faccia simpatica? Cazzo, non scherziamo. Chi ti odia lo fa essenzialmente per la tua faccia: intelligentemente turbata, direi, pronta sempre per un morso alla giugulare o anche se venisse sferrato in punti meno letali non risponderebbe comunque neppure a dosi devastanti di antiofidico Sclavo.
    Per il resto beati voi. Tutti. Io, cazzo, ho anche da lavorare.
    Con affetto.

  24. Queste filippiche fatte proprio da un servo come Facci fanno proprio cagare. Facci levati dai coglioni!

  25. Facci: “…il peggio del peggio del peggio della storia di questo paese: la democrazia cristiana”

    Punti di vista…vogliamo parlare del PSI di Craxi?

  26. Ho appena letto un’intervista di Sabelli Fioretti a Facci e il soggetto mi incuriosisce. Ok, il blog ce l’ha. Come ci arrivo?

  27. Facci, vorrei sapere quando avverrà il tuo prossimo passaggio televisivo, se lo sai.

  28. Non lo so, o meglio: chiedi al mio servo-segretario, che è quello che ha scritto sopra di te.

  29. E’ da poco che ti leggo, ma sentire parlare una persona non è la stessa cosa. Su molte tue cose condivido, ma non su Craxi, quello ancora non mi va giù. Comunque tienici informati.

  30. ma il signor facci ha scoperto adesso che il mondo e’ pieno di imbecilli e che in questo particolare momento storico (in leggero trend negativo, secondo me, ma forse sono troppo ottimista) godono di grande visibilita’ e rispetto?

  31. Non godono tutti di grande visivìbilità e rispetto, egeregio. Prendiamo te.

  32. accidenti, sono appena arrivata e mi sono presa dell’imbecille.. beh, non c’e’ male. ringrazio sentitamente

  33. Prego. Se la prossima volta lascerai da parte la sociologia della zia pina – e il trend, e il momento storico – forse andrà meglio. Aspettiamo il tuo contributo.

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